47. MOLTO SOVENTE E’ LO STESSO UOMO CHE SI PROCURA DA SE’ IL DOLORE
RIBELLANDOSI ALLE LEGGI D’ORDINE POSTE DA DIO.
LE TRE FACCE DELL’IO UMANO
Azaria esordisce in questa sua lezione facendo osservare che l’uomo, colpito dal dolore, spesso ne fa accusa a Dio ma non riflette sul fatto che molte volte il dolore è provocato dall’uomo stesso che si ribella alla volontà di Dio e nella sua superbia si crede ‘dio’ andando contro le leggi buone che Dio per suo utile e salvaguardia ha fissato, e creandosi anzi leggi proprie che tuttavia arrecano disordine.1
Dal disordine esce dunque il dolore per cui l‘uomo, anziché essere castigato da Dio come meriterebbe, finisce per castigarsi da se stesso non di rado in una misura e con una ferocia a cui Dio – che è giusto - non giungerebbe mai anche nei castighi più severi.
Il responsabile vero di tutto ciò è però Satana che suggestiona e sobilla gli uomini spingendoli a fare quel male che essi – da soli – non sarebbero capaci di fare.
Satana protegge - in vita - questi suoi servi, che tuttavia – in morte – riceveranno da Dio una punizione tremenda.
Azaria – ricordando poi alla mistica il Dogma della ‘Comunione dei Santi’2 – la invita ad amare e pregare per tutti i ‘fratelli’ militanti perché Dio li difenda da prove che essi con le loro forze non saprebbero superare.
Amare richiede grande forza spirituale.
Nel nostro ‘io’ convivono infatti tre diverse realtà che agiscono e interagiscono fra di loro ciascuna in maniera differente.3
L’io-spirituale – in coloro che si comportano da ‘figli di Dio’ - è il più elevato ed è tutto amore e perdono ad imitazione di Gesù.
Poi vi è l’io-morale il quale reagisce con forza a ciò che lo colpisce, in particolare alle offese, creando risentimenti che induriscono l’animo.
Infine vi è l’io-animale, la parte più ‘materiale’ di noi stessi, che reagisce ancor più violentemente alle sollecitazioni negative che ci provengono dall’esterno.
E’ come se nell’uomo – spiega Azaria – vivessero due diverse personalità: un ‘dio’ e una ‘belva’ tenute in equilibrio dalla ragione e dalla buona volontà dell’uomo.
E’ un equilibrio instabile che potremmo paragonare a quello dell’ago di una bussola che, quando essa viene urtata, perde l’allineamento ma poi - sia pur tremolando - finisce per ritrovarlo orientandosi sul polo giusto. Ciò, evidentemente, sempre nel caso che l’orientamento dell’io sia ‘governato’ da una volontà immersa nella Forza di Dio.
Infatti, ciò che ci fa trovare l’equilibrio non sono le nostre forze ma quelle di Dio.
La ragione dipende dal fatto che il nostro nemico non è costituito da esseri umani ma da forze spirituali demoniache che strumentalizzano altri uomini come burattini, forze che possono essere contrastate e vinte solo dalla Forza di Dio.
Anche quella della ‘carne’ è tuttavia una forza pericolosa, perché è sempre pronta a gridarci le sue ‘ragioni’.
Per dominare queste forze sono dunque necessarie le ‘armi’ di Dio: camminare sulla via della Verità, avere la Giustizia come spada e corazza, la Fede per scudo ed una conoscenza della Sapienza di Dio come la apprendiamo dai Libri sacri dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Di fronte agli attacchi di Satana non bisogna tuttavia mai scoraggiarsi o arrabbiarsi se qualche suo colpo – nonostante la nostra attenzione – ci raggiunge. Bisogna invece consolarsi riflettendo sul fatto che Satana cerca di colpire solo quelli che non sono suoi. Egli infatti non è sciocco, non spreca sforzi contro quelli ai quali non merita far del male, perché quelli sono già incamminati sulla sua strada e gli vanno incontro da soli.
Ma perché – da parte di Satana - accanirsi su quelli che, tanto, non sono suoi?
Non perché non sia intelligente, ma perché – pur conoscendo il passato – egli non conosce il futuro ed è sempre animato dalla speranza di farli prima o poi crollare anche se Dio – che invece il futuro lo conosce – ha già scritto il loro nome in Cielo.
Emblematico – continua l’Angelo – il caso di Giobbe che inutilmente Satana, sia pur col permesso di Dio, cercò di far crollare con ogni sorta di persecuzione e disgrazia sperando di fargli perdere la fede in Dio, ottenendo però solo una sconfitta a maggior gloria di Giobbe stesso e di Dio.
Dio pose un limite agli attacchi di Satana contro Giobbe, e la fede e resistenza di quest’ultimo gli procurò da parte di Dio grandi ricompense in terra e poi in Cielo.
Ricordarsi dunque sempre – conclude Azaria – che Dio mette sempre dei limiti ben precisi a Satana e dunque non bisogna mai scoraggiarsi e bisogna resistere nelle tentazioni e nelle avversità, sapendo che alla fine i nostri sforzi verranno ricompensati da Dio oltre misura.
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Quale riflessioni o schematizzazione potremmo fare in merito a questi articolati insegnamenti di Azaria?
Vogliamo provare a vedere se abbiamo ben compreso reinterpretando il suo pensiero a modo nostro?4
1 ) Trasgredendo ai 10 Comandamenti, l'uomo esce dalle leggi e dall'ordine soprannaturale di Dio e ciò facendo riceve da Dio castigo. Ma uscendo da queste leggi ed ordine si provocano anche delle reazioni: quelle dell'uomo. Ed è quest'ultimo che in realtà causa dolore agli altri uomini, molto più di Dio il quale - anche nel punire - è giusto.
2 ) In questo suo dar dolore, l'uomo è molto spesso strumento inconsapevole di Satana: non se ne rende conto nè lo vuole ammettere, ma Satana si serve delle cattive inclinazioni degli uomini per far male agli altri.
3 ) Pertanto per non uscire dalle leggi e dall'ordine l'uomo deve imparare a stare in Dio, a vivere in Dio. Come? Amando, imparando ad amare cominciando proprio dai propri nemici.
4 ) Ma nell'accingersi a ciò, bisogna sapere come siamo fatti. Dobbiamo infatti fare i conti anche con il nostro 'Io'.
Il nostro Io è composto da tre 'facce':
- l'io spirituale: è la parte migliore di noi stessi, quella che 'sente' Dio, 'tende' a Dio, desidera stare nelle sue leggi ed ordine. Sovente questo 'io' viene conculcato dagli altri due ‘io‘ e la sua voce viene soffocata.
- l'io morale: si potrebbe definire il nostro io 'normale', quello di norma prevalente. E' l'io che risente dei 'sentimenti', quello che si offende, quello che reagisce alle offese, quello che si vendica ed odia all'occorrenza, comunque è quello che indurisce la coscienza.
- l'io animale: è quello che risponde agli impulsi primordiali. E' il più violento nel sentire e farsi sentire. E' quello più vicino alla Carne, alla 'materia'. Il più belluino. E' quello che reagisce più violentemente alle turbative dell'equilibrio psichico e fisico.
5 ) Nell' uomo sono nascosti un 'dio' e una 'belva'. Al centro, a far da asse alle due forze opposte, vi è la nostra volontà (il libero arbitrio) e la ragione, cioè il suo 'che' morale. La bilancia pende di qua o di là a seconda delle forze che predominano. Ma se l'uomo sa conservarsi ragionevole, l'asse rimane saldo. La volontà dell'uomo è dunque al centro. Essa è come un ago di calamita. Se la volontà (cioè il libero arbitrio) sa conservarsi buona, l'ago tende naturalmente ad 'orientarsi' sul polo perfetto, quello di Dio, e nonostante gli scrolloni del momento finisce sempre per orientarsi bene.
6 ) Per rimanere in questa 'fortezza' di spirito sono però necessarie le 'virtù' di Dio che ci dobbiamo sforzare di acquistare perchè solo le forze di Dio possono resistere alle forze che assalgono e che sembrano di uomini ma sono di Satana che li manovra anche a loro insaputa facendo leva sul loro modo d'essere.
7 ) Quindi le forze che ci assalgono sono:
. Satana, attraverso le sue tentazioni e per mezzo di altri uomini
. la nostra Carne in senso lato
8 ) L'arma migliore per resistere è la Fede nelle verità insegnate, inoltre è la pazienza quando cadiamo. Cadere non significa essere in disgrazia di Dio ma invece che Satana lavora contro chi è di Dio. Satana non perde tempo a tentare e a far cadere quelli che sono già suoi.
9 ) Però Satana ha dei 'limiti':
. Conosce presente e passato ma non futuro e per questo si accanisce contro quelli che comunque si salveranno.
. Dio non gli consente – comunque - di andare oltre un certo limite
10) Quindi... tenere duro.
1 M.V.: ‘Libro di Azaria’ – Cap. 38 – 3 novembre 1946 – Centro Editoriale Valtortiano
2 Enrico Zoffoli ‘Dizionario del cristianesimo’: Comunione dei santi: Unione vitale e conseguente reciproca influenza fra i membri della Chiesa Militante, Purgante e Trionfante, fondata sull’influsso esercitato su tutti dal Cristo-Capo mediante l’animazione dello spirito.
N.d.A. Esemplificativamente potremmo considerarla una sorta di vasta comunità spirituale fra i credenti che ‘militano’ sulla Terra, le anime del Purgatorio e i santi del Paradiso, comunità dove le preghiere di un soggetto possono essere volte da Dio a favore di un altro.
3 N.d.A.: Con riferimento all’io spirituale, morale ed animale vedi anche il Cap. 31 precedente.
4 G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 121 – Ed. Segno, 1997 – vedi anche sito internet dell’autore