39. MARIA SS: «CHI MI MANGIA AVRÀ ANCORA FAME, E CHI MI BEVE AVRÀ ANCORA SETE...»
L'Angelo Azaria apre questa sua ulteriore lezione1 dicendo che Gesù e Maria SS. sono la Sapienza ma, per la gioia di poter oggi parlare della Regina degli Angeli, egli desidera illustrare alla mistica il significato profondo di una frase tratta dal Libro della Sapienza.
In essa si dice «Chi mi mangia avrà ancora fame, e chi mi beve avrà ancora sete...».
Ora - continua Azaria - se questa frase fosse riferita a Gesù-Sapienza sarebbe in contrasto con altre affermazioni che Gesù aveva avuto occasione di riferire a se stesso, come: «Chi beve l'acqua che Io gli darò non avrà più sete in eterno...», o ancora «Io sono il Pane di Vita; chi viene a Me non avrà più fame, e chi crede in Me non avrà più sete...».
Al contrario – dice Azaria- la prima frase è riferita a Maria SS..
Ma come mai - domanda allora Azaria alla mistica Maria Valtorta - il 'nutrirsi e dissetarsi di Lei', Madre della Sapienza-Gesù, non è utile a togliere fame e sete agli spiriti che cercano Dio?
Ecco - spiega l'Angelo - Maria SS. è come una di quelle bevande che, date a chi è debole e malato, funzionano come corroborante, favorendo la guarigione. Cioé, fuor di metafora, Maria é quella che prepara lo spirito ad una vera e fruttuosa unione con Gesù.
Infatti il modo migliore per arrivare a Gesù é il farlo attraverso Maria ed è appunto questo il significato profondo della frase «Chi mi mangia avrà ancora fame, e chi mi beve avrà ancora sete...».
Lei serve dunque a preparare la strada a chi vuole giungere a Gesù, perché Ella è capace di destare Fame e Sete di Gesù che però é il solo che può appagare Fame e Sete.
Ciò precisato, Azaria - sempre riferendosi a Maria - ricorda la minaccia, che però era anche Promessa, fatta da Dio al Serpente del Paradiso terrestre: 'Io porrò inimicizia fra te e la donna... Essa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno...'.2
La Promessa si realizza con la nascita di Maria e con il Sacrificio di Gesù in Croce per la Redenzione dell'Umanità caduta nel Peccato.
Dio - precisa ancora Azaria - mantiene sempre le sue promesse anche se talvolta intercorre tanto tempo fra esse e la loro realizzazione, troppo tempo rispetto alle aspettative degli uomini.
Dio, però, aspetta sempre il momento giusto e allora bisogna avere fede e speranza per accettare questo concetto, specie di fronte agli eventi umani dolorosi che ci spingono ad invocare 'da subito' un intervento di Dio.
La giustizia umana e quella divina hanno tempi diversi. Pare che Dio non abbia fretta, ma in realtà Egli non perde mai di vista l'uomo e aspetta sempre il momento giusto per intervenire.
Bisogna dunque sforzarsi - prosegue Azaria - di non perdere fede e speranza e continuare a camminare in modo perfetto sotto l'occhio di Dio, certi della sua Giustizia e del fatto che Egli manterrà le sue promesse così come del resto fece con il Patriarca Abramo,3 dove la Promessa costituì un incentivo a vivere perfettamente con Dio prima ancora che Dio avesse dato agli uomini la Legge mosaica affinché essi sapessero ancor meglio condursi.
Infatti Dio – prosegue Azaria - vedendo le difficoltà che gli uomini incontravano a causa delle suggestioni di Satana – servendosi di Mosé dette loro tale Legge affinché essi potessero disporre di un codice di comportamento che li aiutasse a capire come fare a vivere da giusti ed in amicizia con il Signore in attesa che con Gesù Cristo arrivasse il momento della realizzazione della Promessa.
A procurare la Vita nel tempo del rigore antecedente a Gesù – agiunge Azaria – non fu tuttavia la Legge, perché a quel tempo la Grazia ancora mancava, ma fu la Promessa in base alla quale Gesù, venuto per rendere all’uomo la Grazia, avrebbe cancellato il Peccato dando i mezzi per resistere alle tentazioni in virtù della Sua nuova Legge, basata sull’Amore, grazie ai meriti di Redentore ed ai Sacramenti.
Dio – conclude Azaria - mantiene dunque sempre le Sue promesse.
Al di là di questa conclusione dell’Angelo sul mantenimento da parte di Dio delle sue promesse, la sua iniziale spiegazione sul significato profondo di quella frase riferita a Maria SS. ci impone una riflessione sul ‘ruolo’ della Madre di Gesù.
Azaria ci dice infatti in sostanza che Lei è la ‘mediatrice’ fra noi uomini e Gesù.
E allora possiamo domandarci: ‘Perchè passare attraverso il Cuore Santissimo di Maria?’4
Perchè, dopo Dio, viene Lei. Lei, la Purissima, la piena di Grazia, Figlia e Madre perfetta, Sposa.
Lei è Madre, tutto amore e misericordia come la migliore delle madri. Lei non è 'Giustizia'. Dio è Giustizia!
Quando ci si 'consacra' a Lei, e si vive in Lei, diventiamo suoi figli anche noi.
E quando moriremo potremo mai pensare che Lei, per quanto noi siamo macchiati e deturpati, non ci porti in braccio davanti a Gesù, lui pure Figlio suo ma in quel momento Dio di Giustizia, e non gli chieda di aver pietà di un suo fratello: perchè figlio 'volontario' della stessa Madre, figlio una volta anche se poi si è sperduto?
E pensiamo forse che il Figlio: Dio di Giustizia ma anche di Amore, e lo Spirito Santo: Sposo, ed il Padre Santissimo, possano mai negare qualcosa alla Tutta Bella nella quale loro si sono rispecchiati prima ancora che Lei fosse e nella quale si rispecchieranno per l' Eternità?
No, non è possibile. La esaudiranno. Dobbiamo solo preoccuparci di diventare ‘figli’ suoi.
Una volta5 avevo letto l’Autobiografia scritta da un Sacerdote, Don Dolindo Ruotolo, che si intitola 'Fui chiamato Dolindo che significa Dolore'.6
Anche Dolindo, come la Valtorta, riceveva 'dettati' (o 'locuzioni interiori' che dir si voglia) ma mentre l'opera della Valtorta è tutta una serie ininterrotta di 'dettati' magistrali e di descrizioni di visioni ad altissimo contenuto intellettuale e spirituale che 'trascende' chiaramente l'umano e dove si capisce che il 'divino' cerca di abbassarsi - per farsi intendere - al livello di 'comprensione' dell'umano, in Dolindo si sente a mio avviso che è 'l'uomo' quello che parla, ma si comprende che non è un uomo qualunque bensì è un uomo dall’intelligenza 'ispirata', quella intelligenza che, del resto, egli racconta aver chiesto da ragazzo alla Madonna la quale lo rese 'intelligente' - come lui stesso dice - solo nelle cose che riguardano lo 'spirituale'...
Avevo dunque letto un brano in cui Maria SS. parla a Dolindo di se stessa ed intona un 'Magnificat' al Signore.
Sono pagine molto belle, scritte nel 1917, dove però mi colpisce un concetto riferito a Dio Creatore e alla Madonna il cui 'senso' si ritroverà, venticinque anni dopo, nell'opera della Valtorta:
'... Egli, nel diffondere fuori di Sè la sua Bontà, dovette diffondere prima il tipo di tutte le sue creature, l'idea sua, la sua grandezza, e questa diffusione non poteva essere che semplicissima. Egli dunque si diffuse in me e mi preordinò nei secoli eterni come la sua idea, come il tipo delle sue mirabili opere... per questo io sono Regina del cielo e della terra, regina universale, regina dei secoli tutti...'
Quello che mi aveva colpito era stato quel concetto espresso da Maria SS. di essere stata ‘preordinata’ e anche di essere stata ‘pensata’ come 'tipo' di tutte le creature.
Sembra qui di capire, che Dio nella sua mente eccelsa avesse ‘pensato’ per ogni creatura la 'forma' ideale, che poi 'realizzò'. E Maria lo fu per gli uomini. Capito giusto?
Sviluppando questo concetto – rifletto ancora io - pare di poter dedurre che Maria sarebbe stata in sostanza l'archetipo di tutte le creature: la creatura perfetta, degna di ospitare un Dio.
La Creazione fu fatta per Lei perchè tutti gli uomini decaduti in Lei trovassero la Perfezione, perchè da questa Perfezione sarebbe nato il Redentore, il Dio Redentore, che avrebbe riscattato l'Umanità e costituito - grazie al suo Sacrificio - il popolo dei Figli di Dio a Gloria ed Onore del Padre suo.
Dunque - mi dico ancora - Dio non ha fatto Eva 'perfetta'.
O meglio, Eva era 'perfetta' ma sapendo Dio fin da prima - poichè Dio sa tutto in anticipo perchè in realtà il ‘prima’ e il ‘dopo’ per Lui non esistono, in quanto per Lui tutto è eterno presente - che Eva, liberamente, di suo, avrebbe sbagliato e conoscendo - Dio - già in anticipo il 'veleno' che Satana le avrebbe iniettato, in anticipo Egli preparò anche l'antidoto: Maria.
'Lei': l'antidoto, lei quella che avrebbe eliminato - attraverso il Figlio ma grazie anche alla sua purezza e sofferenza - il veleno di Satana.
'Lei' fu la donna perfetta, anzi l'uomo perfetto.
Non Adamo, non un uomo. Ma una 'donna'.
Perchè - mi chiedo ancora - una donna e non un uomo?
Mi dico allora che dovendo Dio incarnarsi per divenire uomo e dovendo essere la 'donna' quella che aveva il compito di 'procreare' e quindi - dopo averlo fatto crescere dentro di sè - di dare alla luce un Dio, ebbene l'archetipo perfetto non poteva essere che la donna, una donna però degna di ospitare un Dio.
Ecco perchè - penso - Maria doveva essere 'vergine', perchè doveva incarnare l'idea stessa della purezza e doveva essere 'archetipo' di tutte le creature perchè - grazie ai suoi meriti successivi guadagnati sul campo della 'corredenzione' – ne sarebbe divenuta 'Regina'.
Concludendo queste mie riflessioni…
Maria Santissima fu dunque presente nel Pensiero del Padre prima della Creazione, perchè Lei fu il modello al quale Dio si ispirò per la creazione dell'uomo. 7
In funzione di questo modello Dio creò l'universo.
Dall'universo - secondo i tempi di Dio, che è fuori del tempo - venne gradualmente la terra, quindi il mondo vegetale, il mondo animale, l'uomo. E con l'uomo venne Maria SS., la Splendida, la Gemma più bella del Creato, l'Ostrica Santa degna di accogliere nelle sue valve il Frutto divino: il divino Figlio di Dio.
Solo la perfezione del Creato, solo una creatura perfetta poteva essere degna di accogliere, nutrire in sè, allevare ed educare l'Uomo-Dio, solo una creatura perfetta poteva essere lasciata ad essere Madre della Chiesa e dell'Umanità.
Non c'è antitesi fra il culto di Maria SS. ed il culto di Cristo-Dio, perchè Maria - creata senza macchia in funzione della Redenzione - ha reso possibile con la sua libera volontà la Redenzione, perchè Maria è la figlia perfetta di Dio - che ha sempre amato perfettamente - perchè Ella fu sposa dello Spirito Santo, perchè Ella fu madre di Gesù Cristo.
Figlia, Sposa, Madre, in Lei tutto si ricapitola e il Tutto si ricapitola in Lei. Per questo amare Lei è quasi come amare Dio, per questo amare Lei attira la benevolenza di Dio, perchè Dio a Lei: l'Amata, la Perfetta, la Dolcissima, nulla può negare.
E se Dio ci ha detto di essere Amore, ma anche Giustizia, di Maria possiamo dire che è solo Amore. E quando noi l’amiamo, questa Perla preziosa, quando noi le chiediamo amore e passiamo attraverso il suo Cuore, e Lei ci offre al Signore, il Signore non resiste alla triplice offerta e richiesta della Sposa, della Madre e della Figlia.
Essa schiaccerà il capo al Serpente - è detto nella Genesi - ed è per questo che il Serpente, livido, furioso, sibilante, si divincola e cerca di insidiarne il 'tallone', di minarne il culto, perchè il Serpente 'sa' che il culto di Maria è l'arma più potente per la salvezza dell'anima dell'uomo.
Quando la guerra si fa dura, anche fra gli uomini, questi inventano e ricorrono alle armi più potenti.
Ora che la guerra spirituale fatta da Satana all'uomo ha raggiunto uno dei suoi vertici massimi, Dio ha tirato fuori l'Arma segreta, quella che aveva riposto in previsione di questi tempi affinchè, ora come allora, la nuova Eva continui a tenere il Serpente sotto il proprio 'tallone'.
Amiamo Maria, e troveremo Gesù ... sul suo Cuore!
Possiamo dunque concludere questa nostra meditazione convenendo che Azaria aveva proprio ragione quando spiegava all’inizio il significato profondo della frase «Chi mi mangia avrà ancora fame, e chi mi beve avrà ancora sete...».
Maria SS. é infatti il modo migliore per arrivare a Gesù.
1 M.V.: 'Libro di Azaria' - Cap. 30 - 8 settembre 1946 - C.E.V.
4 G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 71 – Ed. Segno, 1997 - vedi anche sito internet dell’autore
5 G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 73 – Ed. Segno, 1997 - vedi anche sito internet dell’autore
6 N.d.A.: E' la vita di un sacerdote eccezionale (1882-1970), morto in odor di santità dopo una vita fatta di sofferenze, in buona parte da lui volute per farsi 'vittima' ed essere 'corredentore'.
Dotato di grandi 'carismi', egli ha scritto una quarantina di volumi di carattere spirituale il cui nucleo centrale è costituito da circa trenta volumi dedicati al Commento (Psicologia - Commento - Meditazione) di ogni singolo testo del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Per chi voglia capire qualcosa - al di fuori degli schemi di istruzione religiosa 'scolastica', che io considero 'arida' - non ha che da aprire e leggere Don Dolindo che ha il potere o il carisma di immergerti immediatamente nello 'spirito' di Dio. Sotto la penna di Don Dolindo tutto diventa chiaro, semplice, le sue intuizioni interpretative e ispirazioni sono geniali.
7 G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 74 – Ed. Segno, 1997 - vedi anche sito internet dell’autore