37. LE TRE FASI DELLA VITA DELL’UOMO
E LA ‘RICREAZIONE’ DI SE STESSI 

 

Azaria spiega1 che così come una donna, madre umanamente imperfetta, imprime nella creatura da lei generata una certa immagine di sè ed una somiglianza caratteriale, così succede a Dio – che però è perfetto – il quale nel generare, o meglio, nel creare un’anima la fa a sua immagine e somiglianza.2
Queste anime, una volta create da Dio e dopo una vita sulla Terra, tornano alla loro Origine, cioè a Dio per restare con Lui in eterno. O meglio, ‘possono’ tornare a Dio se lo vogliono, nascendo così una nuova volta.
E’ questa quella che vari dottori della Chiesa hanno chiamato la seconda creazione o più precisamente ‘la ricreazione’ di se stessi.
In sostanza – spiega ancora Azaria - le fasi ascensionali della ‘vita’ di ogni uomo sono tre.
La prima è la nascita originaria della nostra anima voluta da Dio che l’ha creata infondendola nella materia embrionale. Operazione, questa, che non è dipesa dalla nostra volontà ma che consente alla creatura - giuntà nell’età della ragione e di una volontà consapevole – di decidere se vuole ‘nascere da Dio’ in una seconda e più perfetta maniera, ‘ricreando’ cioè se stessa.
La seconda fase avviene quando Dio – attraverso la Carità - discende in noi che, sempre attraverso la Carità, accettiamo di ‘coabitare’ con Lui. Attraverso la Carità perché Dio è Carità e scende solo in un uomo che ha la ‘Carità’, cioè che lo ama.
La terza si realizza quando Dio concede all’Uomo il Suo Santo Spirito, che è sempre Amore. E’ la presenza dello Spirito Santo quella che ‘forgia’ l’anima e fa divenire l’uomo veramente ‘cristiano’ imprimendogli un carattere unico che riassume tutti gli altri: quello della Carità.
Gesù – continua Azaria cambiando argomento – aveva detto che nella dimora del Padre, in Cielo, vi sarebbero stati molti posti. E così é.
Si ritroveranno in Cielo quelli che in Terra sono stati maestri di anime, oppure discepoli che hanno voluto seguire Gesù nella sofferenza (accettata ed offerta), o predicando pubblicamente, magari anche con il dono della Sapienza, oppure ancora seguendo gli insegnamenti di Gesù ma con una vita nascosta, se non invece rinunciando al ‘mondo’ con una vita claustrale o monastica.
Vi saranno poi anche coloro che hanno ricevuto dal Padre la missione di rimanere ‘nel mondo’ e di ‘realizzarsi’ come ‘buoni’ figli, mariti, padri, buoni cittadini e altro ancora.
I cittadini dei Cieli dovranno comunque aver tutti quell’unico carattere sopra citato, quello appunto della Carità, sigillo di Dio.
L’Angelo si rivolge poi direttamente alla mistica dicendole che – in quanto descrittrice delle visioni di vita evangelica3 - Gesù la chiama affettuosamente il suo ‘piccolo Giovanni’, ma egli – Azaria – vorrebbe oggi chiamarla ‘piccolo Paolo’, non Saulo ma Paolo, perché lei non è mai stata come Saulo.
La Carità l’ha infatti folgorata fin dalla tenera infanzia, prima che l’età della ragione la facesse responsabile delle sue azioni.
Lei è stata dunque oggetto di una particolare elezione divina – lei piccola  anima volontariamente vittima d’amore e di sofferenza, piccola ‘corredentrice’ – in vista della sua specialissima missione: descrivere la vita evangelica di Gesù prospettatale in visione.
Lei dovrà però sempre ricordarsi di onorare Dio, sapendo che tutto è stato merito Suo, di Dio, che così ha voluto dandole dei doni che hanno fatto sbocciare i frutti della sua anima.

 

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Che possiamo noi ora dire su questi insegnamenti di Azaria? Non rimane che meditarli insieme.
Innanzitutto vi è quel riferimento al fatto che gli uomini, creati in spirito da Dio, possono tornare a Lui solo nascendo di nuovo.
Poi si comprende che questa ‘rinascita’ consiste in una ‘ricreazione’ di se stessi combattendo contro il proprio ‘io’, degenerato a seguito del Peccato originale, vale a dire contro i propri istinti peggiori.
E’ quanto aveva cercato di far capire Gesù a Nicodemo4, un capo dei Farisei, quando nottetempo questi si era recato da Lui affascinato sia dai suoi miracoli sia dalla prospettiva che vi fosse veramente un ‘Regno di Dio’, sia dal desiderio di conoscere come si potesse fare per ‘entrarvi’.
Ma Gesù gli risponde: ‘nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce di nuovo’. 5
Allora – come oggi - erano in voga, negli ambienti colti influenzati dalla cultura ellenistica, le filosofie che oggi chiameremmo ‘orientali’, insomma quelle sulla reincarnazione, anche perché questa è una dottrina che ora come allora fa molto comodo, tremendamente rassicurante e che ci consente di non cambiare mai in meglio, tanto c’è sempre un’altra vita ancora per pensarci…
E quindi Nicodemo fraintende, pensa che la frase di Gesù sul dover rinascere di nuovo, sia appunto una conferma della teoria della reincarnazione, e allora – incuriosito – chiede come mai si possa – materialmente – realizzare una cosa del genere: ‘Come può un uomo rinascere quando è vecchio? Può forse rientrare nel seno della madre e rinascere?’
Credo comunque che Gesù debba aver sorriso alla domanda di Nicodemo, e bonariamente gli rispose: ‘In verità, in verità ti dico: chi non nasce per acqua e Spirito non può entrare nel regno di Dio. Ciò che è generato dalla carne è carne: quel che nasce dallo Spirito è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto che dovete rinascere di nuovo’.
Gesù ha fatto qui conoscere a Nicodemo (ma in realtà gliela deve aver spiegata meglio di quanto qui non racconti Giovanni) una grande verità: la carne è carne, e lo spirito è spirito.
Voi direte che non vi sembra poi una grande verità: ma il fatto è che in cielo – dopo la morte - non ci va la carne ma lo spirito, che è immortale e che è la vera essenza dell’uomo.
E lo spirito, cioè la nostra anima, nasce dallo Spirito e quindi è giusto che ritorni in Cielo presso lo Spirito.
Ma – poiché uno spirito impuro non si può unire ad uno Spirito puro, come un solido non si può mescolare ad un gas - può tornare allo Spirito solo uno spirito purificato, cioè un’anima purificata dai danni prodotti da una ‘carne’ (carne intesa in senso materiale, morale e spirituale) viziata dal Peccato originale e da tutti gli altri peccati che sono mancanze verso la Legge dell’Amore e che – diversamente dal Peccato originale - sono imputabili alla nostra libera volontà.
Ecco perché, innanzitutto, serve il Battesimo in acqua e Spirito: perchè il Battesimo in acqua e soprattutto Spirito Santo è quello che libera l’uomo dal Peccato originale e lo rende degno – perché purificato – di riaccedere al Paradiso, se ‘in grazia’, subito dopo la morte del corpo.
Quindi – come spiega Gesù ma anche Azaria - è necessario ‘rinascere di nuovo’, cioè in prima istanza essere battezzati ed in seconda purificarsi continuamente: abbandonare cioè l’abito mentale dell’uomo vecchio ed assumere – anche se con sacrificio – quello dell’uomo nuovo, dell’uomo giusto che tende alla perfezione.
Sempre meditando, che dire invece della nostra ‘immagine e somiglianza’ con Dio di cui ha pure parlato Azaria?
Ne ho già scritto parlandone da angolature diverse6 ma ora potremmo anche aggiungere questa ulteriore considerazione: l'uomo è così come Dio lo voleva: una minor perfezione che rispecchia il suo Autore.7
Molti di voi avranno letto qualcosa in merito alle religioni ‘antropomorfe’, cioè di quelle religioni in cui i credenti si fanno un'immagine di Dio a loro... immagine e somiglianza.
Sono suggestioni sataniche, suggestioni della Scimmia che 'imita' sempre l'Eterno e che, fra i tanti inganni,  ha escogitato anche questo: che Dio assomigli all'uomo, uomo satanico!
Poiché però l'Imitatore è falso ma l'imitazione, proprio perchè tale, sempre presuppone un punto di contatto di verità, nel caso nostro, di questa nostra spiegazione, il punto di contatto sta nella 'immagine e somiglianza', non di Dio all'uomo - chè questo significa volerlo sminuire, e questa era l'intenzione, anche, di Satana - ma dell'uomo a Dio.
Ma quale immagine? Perfetta? Quale somiglianza?
Non perfetta, perchè il 'creato' non può essere perfetto come l'Increato, il Potente, l'Infinito, il Buonissimo, l'Intelligentissimo, ma immagine e somiglianza minore - non direi imperfetta - per 'assomigliare' all'Autore, Autore e Padre.
I Primi Due, in effetti, erano umanamente perfetti, cioè perfetti nel loro essere umani.
Perchè perfetti? Perchè pieni di 'Grazia', e la Grazia viene da Dio. La Grazia è Pienezza di Dio: la Grazia del primo uomo, dell'uomo prima del Peccato, perchè la Grazia nell'uomo attuale, anche battezzato, anche in 'Grazia', risente ormai delle limitatezze imposte dalla Ferita, rimarginata dalla Medicina della Redenzione e dei Sacramenti ma che pur ha lasciato le sue conseguenze in uno spirito, ritornato vivo, ma debilitato e continuamente soggetto a ricadute.
L'uomo è dunque così come Dio lo voleva, una minor perfezione...!
Ma Dio – come abbiamo già detto in precedenza - voleva per l'uomo la Gloria, per l'uomo come per il suo Cristo.
E come non risparmiò al suo Cristo la Croce, per dargli la Gloria e il Popolo, così ai suoi 'figli', proprio perchè somiglianti ma imperfetti, concede la Croce perchè questa sia occasione di Gloria, per diventare Popolo di Dio in Cielo ed avere il Cristo, il Figlio, il Fratello, come Re.

Qui il discorso diventa sempre più 'difficile'.
Ma insomma, potremmo chiederci,  Dio ci voleva perfetti o piuttosto imperfetti per poterci guadagnare - attraverso la 'croce' - la 'Gloria', cioè il Paradiso celeste che altrimenti non avremmo meritato?
Allora Satana non rovinò la 'frittata' al Signore, rovinando con la tentazione del Peccato originale i primi due progenitori, ma fu in realtà uno 'strumento' inconsapevole nelle mani di un Dio che vedeva più lontano, molto più lontano di lui, e che vide nella caduta - che i primi due si procuraroro volontariamente e liberamente - e nella conseguente debolezza spirituale, morale e fisica dell'uomo, proprio il mezzo che  avrebbe consentito  all'uomo l'opportunità di combattere contro i propri cattivi istinti e - attraverso la sofferenza di questa vita, attraverso la 'sua' personale 'croce' - guadagnarsi la 'Gloria'.
Quindi – concludendo la mia elucubrazione - la sofferenza ed il male, ancorché in linea di principio non voluti da Dio, non sarebbero stati frutto di un 'errore' di Dio nella Creazione, ma avrebbero finito per rivelarsi un tassello utilissimo alla perfezione di un Progetto che sarebbe stato ancora più perfetto prevedendo da un lato un Sacrificio Perfetto: perchè di ‘Dio’, e perchè frutto di Amore perfetto, e dall'altro la Gloria,  per l'uomo, di una vita felice ed eterna che doveva essere, per giustizia, meritata.


1 M.V.: ‘Libro di Azaria’ – Cap. 28 – 25 aprile 1946 – Centro Editoriale Valtortiano

2 Sul tema dell’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio vedere l’approfondimento nell’Opera dell’autore ‘LA GENESI BIBLICA FRA SCIENZA E FEDE’ – I sei giorni della Creazione, dal Big-Bang al Peccato originale’, Vol. III, Capp. 8, 10, 11, 12 – Ed. Segno, 2006. L’opera è consultabile e liberamente scaricabile anche nel sito internet dell’autore https://www.ilcatecumeno.net

3 L’Opera cosiddetta ‘principale’ della mistica è infatti ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ (già: ‘Il Poema dell’Uomo-Dio’), in dieci volumi, editi dal Centro Editoriale Valtortiano. Ma non sono di minor pregio le altre opere solo impropriamente considerate ‘secondarie’.

4 G.L.: “Il Vangelo del ‘grande’ e del ‘piccolo’ Giovanni” – Vol. I, Cap. 4 – Ed. Segno, 2000 – Vedi anche l’opera nel sito internet dell’autore

5 Gv 3, 1-21:
Or, fra i farisei vi era un tale, chiamato Nicodemo, capo dei Giudei.
Egli andò da Gesù di notte e gli disse: ‘Rabbi, noi sappiamo che tu sei venuto da Dio come Maestro, perché nessuno può compiere i prodigi che tu fai, se Dio non è con lui’.
Gesù gli rispose: ‘In verità, in verità ti dico: nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce di nuovo’.
Nicodemo gli domandò: ‘Come può un uomo rinascere quand’è vecchio? ’Può forse rientrare nel seno della madre e nascere?’
Gesù rispose: ‘In verità, in verità ti dico: chi non nasce per acqua e Spirito non può entrare nel regno di Dio. Ciò che è generato dalla carne, è carne; e quel che nasce dallo spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: Dovete nascere di nuovo. Il vento spira dove vuole: ne senti la voce ma non sai né donde venga , né dove vada; così è di chiunque è nato dallo Spirito’.
‘Ma come è possibile tutto questo?’, domandò Nicodemo.
Gesù gli rispose: ‘Tu sei maestro in Israele e non lo sai? In verità, in verità ti dico: noi parliamo di quello che conosciamo e attestiamo quanto abbiamo visto; ma voi non accettate la nostra testimonianza. Se non credete quando io vi parlo di cose terrene, come crederete quando vi parlerò di cose celesti? Nessuno è asceso al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.
Come Mosè innalzò nel deserto il serpente, così è necessario che sia innalzato il Figlio dell’uomo, affinchè chiunque crede in lui, abbia la vita eterna. Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha sacrificato il suo Figlio unigenito, affinchè ognuno che crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio suo nel mondo perché condanni il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’Unigenito Figlio di Dio. Questa è la condanna: che la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini preferirono le tenebre alla luce, perché le loro opere erano cattive. Infatti, chi fa il male, odia la luce e non si appressa alla luce, per paura che le sue opere vengano condannate. Chi invece opera la verità, si avvicina alla luce, affinchè appaia che le opere sue sono fatte secondo Dio’.

6 Vedi al riguardo della ‘immagine e somiglianza’ la precedente nota di questo capitolo.

7 G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 25 – Ed. Segno, 1997 – vedi anche sito internet dell’autore
Inoltre M.V.: ‘Il Poema dell’Uomo-Dio’ (ora ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’) – Vol. I  Cap. 43, pag. 173 – C.E.V.