34. L’UOMO CHE VIVE IN DIO LO PUO’ CHIAMARE ‘PADRE’
IN VIRTU’ DELLO SPIRITO SANTO CHE VIVE IN LUI
GRAZIE AL SACRIFICIO IN CROCE DI GESU’  

 

L’Angelo Azaria dice alla mistica1 che è desiderio del Cielo che lei divenga sempre più dotta nella Scienza delle Scienze, cioè quella della conoscenza degli spiriti, in modo da non commettere errori di giudizio ed a mancare di amore. Infatti il conoscere le pieghe riposte dell’animo altrui insegna ad essere buoni e comprensivi.
Ad esempio gli ‘strumenti’ non devono stupirsi o rammaricarsi, ma anzi perdonare, se altre persone li criticano o li deridono strumentalizzando il loro operato o le loro parole che vengono da costoro presentate in una luce e con un senso diverso e negativo.
Deformare il senso di quanto viene detto da altri per volgerlo al proprio scopo è menzogna pura, grave. Spesso però quelli che fanno ciò non lo fanno per nuocere agli ‘strument’ ma perché sono ‘oppressi’ dal Nemico che lavora in maniera instancabile ad ostacolare e a vendicarsi degli strumenti facendoli oggetto delle altrui persecuzioni.
Anche gli strumenti che lavorano per il Signore vengono talvolta ‘oppressi’ dal Nemico al quale essi sono invisi.
Il Demonio, non potendo farli apparire come persone che sono contro Dio, o malvage, li opprime o li appesantisce, sempre ovviamente nella misura in cui Dio lo consente.
Il Nemico ha magari colto un loro momentaneo rilassamento spirituale, un momentaneo abbassamento della ‘guardia’, e subito ne approfitta per colpire e opprimere. Senza però poter fare grande danno perché quel ‘guerriero’ abbattuto continua ad essere difeso dalla ‘corazza’ delle sue virtù.
Altri vengono oppressi a causa di uno sbaglio che li ha messi involontariamente sulla strada del ‘leone’ in agguato. Essi non hanno perso la Grazia ma sono rimasti come impigliati in una rete finché – riconoscendo e chiedendo venia per l’errore che li ha portati fuori strada – essi ne escono.
Pertanto, di coloro che vengono ‘strumentalizzati’ dal Nemico per colpire gli strumenti, bisogna dire «Sono degli infelici, non dei malvagi», salvo pregare come Gesù «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» o, meglio ancora « Padre, perdona i nostri debitori perché noi abbiamo tutto perdonato già».
E’ con questa dolcezza – dice Azaria – che Gesù ha chiuso gli occhi sulla Croce, pregando per il perdono dei suoi crocefissori e contemplando con lo spirito in maniera soprannaturale i volti di tutti i ‘salvati dal suo Perdono’.
L’Angelo ricorda a questo punto alla mistica che San Paolo ha invitato gli uomini a non divenire ‘sudditi della carne’, se essi vogliono veramente vivere. Seguire la ‘carne’ significa infatti procurarsi la morte spirituale.
Guai se lo spirito si lascia dominare dagli impulsi disordinati della carne morale e materiale mentre al contrario, se lo spirito governa i bassi istinti,  esso si adorna come di medaglie per i meriti acquisiti: é lo spirito-re quello che veramente conferisce all’uomo la dignità.
Lo Spirito di Dio abita infatti in coloro che sono stati capaci di incatenare le passioni. Allora lo Spirito di Dio scende nel cuore di costoro per essere loro ‘Maestro e Guida’.
In tale modo l’uomo – ‘posseduto’ da Dio – è come se in certa misura si ‘divinizzasse’ perché la personalità umana si annulla nella Potenza di Dio che la possiede.
L’uomo che vive in Dio – continua Azaria – ha il privilegio di poterlo chiamare ‘Padre’, cosa che agli Angeli non è concessa, ma si ricordi – l’uomo giusto – che questo privilegio, che egli ha avuto in virtù dello Spirito di Dio che vive in lui, lo ha ottenuto grazie a Gesù Cristo che aveva detto: «E’ bene per voi che Io me ne vada (alla morte) perché se io non vado non verrà a voi il Consolatore. Se me ne vado ve lo manderò… E quando sarà venuto questo Spirito di Verità vi ammaestrerà in ogni vero».
E – aggiunge Azaria – Gesù ancora disse «Pregherò il Padre che vi dia un altro Consolatore che resti con voi per sempre: lo Spirito di Verità che il mondo (ossia la carne che è mondo) non può ricevere… Egli vi insegnerà ogni cosa e vi rammenterà quello che vi ho detto».
Lo Spirito Santo che alberga nell’anima dei ‘giusti’ viene dunque da essi ricevuto – conclude Azaria – grazie al Sacrificio di Gesù, e questo è un debito imperituro che gli uomini hanno verso di Lui.

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Qui non possiamo veramente esimerci dal fare qualche nostra considerazione.
Quando sentiamo parlare dello Spirito Santo - cioé dello Spirito Santo che ‘abita’ nell’uomo, l’uomo in Grazia, ovviamente - sembra che si parli di un ‘qualcosa’ di molto astratto.
Lo stesso quando rileggiamo i brani del Vangelo in cui Gesù ci preannunciava l’invio del Consolatore, dello Spirito di Verità che ci avrebbe illuminato sulle cose che Egli ci aveva detto (ma che non erano state ben capite).
Pochi di noi, forse, si rendono conto invece che lo Spirito Santo, anziché un ‘qualcosa’ esterno a noi è un ‘Qualcuno’ dentro di noi, un Qualcuno che ci ‘possiede’ e ‘influenza’ il nostro modo di agire.
Il più grande Dono che Gesù ci ha lasciato prima di andarsene in Cielo, è stato l’aiuto dello Spirito Santo con i suoi sette doni…
Vogliamo provare a capire meglio questo concetto?

L'uomo primo aveva la Grazia. 2
La Grazia era uno stato di amicizia con Dio. La Grazia era anche Amore perchè essere in amicizia con Dio significa amarlo ed esserne amati.
Poi l'uomo perse la Grazia, cioè lo stato di amicizia, perchè peccò, e peccare è sempre andare contro la volontà di Dio, mancare di rispetto e di amore a Dio.
Lo stato di grazia, cioè di amicizia con Dio, faceva l'uomo - l'uomo 'essere umano' ma essenzialmente, attraverso l'anima, 'entità spirituale' rivestita di carne - pieno di doni: quelli dello Spirito Santo, perchè dove è Dio nella sua pienezza di Grazia, cioè di amicizia, così vi è pienezza di perfezione, con i limiti che vengono posti al Creato rispetto all'Increato.
Persa la Grazia, cioè l'amicizia,  perso l'equilibrio dell'Anima che non viveva più in Dio, ecco che sono derivate le depravazioni spirituali, morali, e le degenerazioni fisiche.
L'uomo, quasi uomo-Dio, diventa un 'bruto', perchè animale con l'anima morta a Dio.
E allora la 'Promessa': la promessa di inviare Uno che avrebbe sottomesso il Malvagio, insegnando all'uomo di buona volontà, cioè all'uomo che ne avesse la 'voglia', il modo, la strada per tornare a Dio attraverso la rivelazione della Verità, attraverso l'insegnamento della Dottrina.
Chi meglio di un Dio poteva riparare alla serie immensa dei peccati, non solo quello primo, ma tutti gli altri già commessi e che sarebbero stati commessi dal genere umano?
Non certo un uomo! Quindi un Dio. Meglio: un Uomo-Dio che con la duplice natura di Dio e di Uomo possedesse i doni della Divina Sapienza per insegnare la Verità, e la capacità - come uomo - di 'comunicarla' agli uomini, dando l'esempio e facendo capire che per seguire la strada indicata non era necessario essere 'dèi' ma bastava essere uomini: di buona volontà.
Cristo riscattò dunque il Peccato di origine per l'Umanità passata e futura, lo riscattò con il Sacrificio di Dio incatenato in una natura umana, di per sè avvilente per un Dio, e lo riscattò con il sacrificio sulla Croce.
Ma quale uomo riscattò? Quello di mala volontà?
E perchè mai salvare uno che 'non vuole' essere salvato, posto che Dio è Dio di Libertà?
Dio dunque venne per salvare tutti gli uomini ben sapendo però che non tutti gli uomini - per loro libera scelta, per loro libero arbitrio - avrebbero voluto essere salvati.
Ma poichè era scritto che Cristo, compiuta la sua missione, dovesse tornare in Cielo, Egli - dopo aver lasciato la sua Dottrina come testamento spirituale - lasciò anche gli 'aiuti'.
L'uomo, infatti, era stato guarito della sua ferita del Peccato d'origine, ma era rimasta una dolente cicatrice, una grave cicatrice: i fomiti, la debolezza fisica, morale e spirituale.
L'uomo di buona volontà poteva accedere al Cielo ma - debole come era ormai a causa della grave ‘malattia’ contratta - aveva bisogno di 'sostegni'.
E Gesù dette doni e sostegni.
Innanzitutto inviò lo Spirito Santo a dare forza ed illuminare le menti, sempre a quelli di buona volontà.
Poi istituì i Sacramenti, cioè mezzi soprannaturali somministrati con forme 'umane', che avevano lo scopo di sorreggere l'uomo debole nel corso della sua vita: dalla nascita alla morte.
Il Battesimo, con il quale il battezzato diventa 'cristiano'  ed acquista il diritto - se di buona volontà e se si comporterà bene secondo la legge dei dieci comandi - di accedere al Paradiso (o al Purgatorio per la preventiva purificazione) subito dopo la sua morte fisica anzichè al momento del Giudizio Universale.
L'Eucarestia, dono grandissimo che certifica la presenza di Cristo nell'uomo, la sua unione con l'uomo.
I due ministeri di unzione che ci consacrano cristiani o ci detergono dai peccati prima di presentarci a Dio.
La Confessione con l'assoluzione che - grazie al pentimento - ci ridona l'amicizia di Dio.
Il Matrimonio, che è la benedizione che Dio dà alla Famiglia di quelli di buona volontà perchè si uniscano con spirito santo di procreazione e non di libidine.
Infine il Sacerdozio, per somministrare i Sacramenti di Dio con mani e spirito santi.


1 M.V.: ‘Libro di Azaria’ – Cap. 25 – 4 agosto 1946 – Centro Editoriale Valtortiano

2 G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 58 – Ed. Segno, 1997 – vedi anche sito internet dell’autore ed inoltre di M.V.: ‘Il Poema dell’Uomo-Dio’ (ora ‘L’evangelo com mi è stato rivelato’) – Vol. IV, Cap. 122, pagg. 849/859) – Centro Editoriale Valtortiano