26.  LA FEDE É UNA FORMA DI 'CONOSCENZA SUPERIORE' DI DIO.
IL MISTERO IMPENETRABILE DELLA SS. TRINITA'.

 

É la domenica dopo quella di Pentecoste del 1946, ed è anche la Festa della SS. Trinità.
Azaria si rivolge alla mistica1 dicendole che dopo aver contemplato nelle precedenti lezioni la figura del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è arrivato il momento di rendere omaggio - in questa particolare domenica - anche alla SS. Trinità in quanto tale.
Quella dell'Unità e Trinità di Dio - dice l'Angelo - è un dogma sublime, il più impenetrabile in senso assoluto ma mai abbastanza contemplato. Bisogna sempre avere il coraggio di difendere l'esistenza di Dio di fronte ai nemici o comunque di fronte ai 'freddi' e agli 'apatici' e pure di fronte a coloro che lo credono un mito che troverebbe la sua spiegazione in una necessità psicologica dell'uomo.
Non bisogna però limitarsi solo a difenderne l'esistenza ma bisogna anche spiegare che Egli è sempre attivo e anche misericordioso in ogni sua opera.
Bisogna dunque adorare Dio e bisogna anche 'chiedere' per ottenere.
Cosa è però che ci consente di fare ciò? É la fede. Ce lo consente una fede vera che tuttavia, per essere vera, deve essere anche coraggiosa.
Coraggiosa contro chi la offende, chi la deride e contro chi la vuole abbattere: cioè il 'mondo', gli istinti della nostra 'carne' materiale e morale, lo stesso Satana.
Il volerla così difendere è un coraggio eroico e la bontà di Dio è tale che Egli concede la Gloria del martirio anche a coloro che non sono martiri di sangue ma che contro tutto e tutti rimangono saldamente nel loro credere, fedeli al Signore.
La fede è concessa da Dio ad ogni credente che la chieda e voglia credere in Dio.
Essa consente di dare testimonianza e predicare Dio sia da parte di persone di modesta cultura, ma che senza parole altisonanti sanno convincere chi non conosce o non vuole conoscere Dio, sia da parte di tante persone che vivono desolate in solitudine, o povere, o malate, ma che con la loro accettazione, serenità e fiducia in Dio, convincono quelli che Dio lo conoscono male.
La fede trova un appoggio nella speranza di una vita eterna in Paradiso e, quando è sorretta anche dalla carità, cioè dall'amore, essa rimane salda e resistente agli assalti di Satana che sovente cerca con astuzia di farla vacillare, metterla in ridicolo e farla apparire una cosa impossibile da seguire.
La fede - conclude Azaria - è come una forma di 'conoscenza superiore', una conoscenza che viene grazie alla pratica dell'amore.
Più si ama, più si ha fede perché è l'amore quello che 'fa conoscere' Dio.
Quello dell'Unità e Trinità di Dio, poi, è un mistero veramente impenetrabile, dice Azaria.
Solo ad alcuni - ma solo in parte - è stato rivelato. Solo in parte, perché la limitata mente umana non  potrebbe neanche sopportarne la 'vista', potendola invece penetrare solamente in Cielo.
Solo una fede eroica, supportata da un forte amore, può portare alla 'soglia' di questo mistero della SS.Trinità perché - come già detto - è l'amore  che ci avvicina a Dio e allora Dio, che è Amore, risponde al grado di amore della sua creatura con uno slancio d'amore (e quindi di 'conoscenza concessa') che è moltiplicato.
Dio - che si dona anche a chi non lo cerca - si dona a maggior ragione a chi lo cerca, perché l'amore reciproco riduce le distanze e l'anima che ama diviene più vicina a Dio che scende dunque a 'comunicarsi' con essa, consentendole di conoscerLo il più possibile, in attesa di farsi conoscere del tutto, per premio, in Paradiso.
L'uomo che ama e che è unito a Dio non teme debolezze perché egli vive con Dio dentro di sé.
Azaria si rivolge quindi direttamente alla mistica - che sta attraversando un periodo di intensa sofferenza sentendosi in qualche modo avversata anche dalle gerarchie ecclesiastiche locali che diffidano dei suoi doni - dicendole di starsene quieta, di non parlare, di stare nell'ubbidienza, sicura però di essere come una dolce colomba nel cavo delle mani di Dio.
E' Satana che ha trovato il modo di ferirla proprio attraverso coloro che - ecclesiastici - avrebbero invece dovuto proteggerla.
San Paolo - continua Azaria - fu una grande 'Voce' ed egli assicura che le vie e i giudizi di Dio sono tutti giusti e buoni. Coloro che - nel criticare lei - in realtà si reputano degni di 'consigliare' Dio, sappiano invece che mentre essi così parlano - senza pensare che anche questa per loro è una prova sulla quale saranno giudicati e puniti perché stanno fallendo - Dio in silenzio li sta già scrutando con il suo occhio sin nel profondo del cuore dove non trova amore ma anticarità.
Se però la mistica - conclude Azaria - vuole mantenere la sua unione con Dio, lei deve astenersi dal 'giudicare' i suoi nemici, e aggiunge poi che a farlo ci penserà Dio, che le guarirà anche le ferite della sua anima.

 

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Davvero belle queste spiegazioni dell'Angelo Azaria, degne di ben altro commento rispetto ad alcune semplici considerazioni che io mi limiterei ora a condividere con voi che leggete.
I temi qui affrontati sono stati principalmente quelli della Fede e della SS. Trinità.
La 'chiave' di quello che abbiamo letto sulla Fede2 è questa: noi uomini dobbiamo cercare la sostanza trascendentale, non quella 'verità' che appaga soltanto la nostra curiosità razionale. Quando ciò avviene è un passo avanti verso la Verità Vera ma non è che l'inizio di un cammino di Fede che ci deve portare all'accettazione completa della volontà santificatrice e trasformatrice di Dio. Quanto è difficile conoscerlo, quanto è facile amarlo. La Verità è 'Realtà' e non si può comprendere con il lume della ragione, così come noi con l'occhio non possiamo penetrare l'intima sostanza della materia. Ogni ragionamento 'umano' è vano, dunque, perchè Dio - che è Verità - non rivela se stesso che a chi ha 'fede.
E' la Fede l'occhio soprannaturale, quello che noi chiameremmo 'sincrotone' o acceleratore di particelle nucleari, che ci permette di scrutare dentro l'intima essenza della Realtà che è Dio.
Dio non si vede con l'occhio della ragione ma si 'sente' con quello della Fede. E la Fede è un dono che Dio dà in premio a quelli che veramente lo vogliono. Ma come tutti i doni va conservata e mantenuta viva, se non altro per riconoscenza.
Ecco perchè non ci si deve affannare a voler cercare, a voler dare ad ogni costo una spiegazione 'razionale' ai problemi dello spirito.
Esiste infatti una soglia oltre la quale la 'ragione' non va, oltre la quale c'è il buio o, se si preferisce, una 'luce' che abbaglia e non ci consente di vedere.
Possiamo dunque spiegare la dottrina cristiana in termini razionali ma non dobbiamo dimenticare - io che scrivo e voi che leggete - quella parola 'magica' che si chiama Fede e che è la sola che ci consente di avvicinarci quanto per ora basta, in maniera 'intuitiva', umanamente intuitiva, a Dio che é Verità.
E' la Verità che salva, è la Fede che ci sostiene, è la Speranza che ci rafforza, è la Carità che porta diritti a Dio. Fede, Speranza e Carità, nel segno della Verità.
Purtroppo, perduta la Fede, oppure avendo avuta la stessa sgretolata dal razionalismo, l'uomo non riesce più a credere nell'Onnipotenza di Dio, nei miracoli, nel cristianesimo, ed allora cade nel materialismo 'sensuale' e 'spirituale'.
Allora l'uomo si stacca da Dio ed inizia la sua discesa.
Ma poichè la Fede è un dono, l'uomo ha sempre la possibilità di chiederla a Dio.
E se la chiede con insistenza, con 'buona volontà', Dio esaudisce il suo figlio, lo accontenta, gli dà la Fede e - grazie ad essa - gli consente di ripercorrere il cammino inverso per avvicinarsi a Dio.
Resta così ancora una volta dimostrata l'importanza dell'annuncio angelico a Betlemme: 'Beati gli uomini di Buona Volontà', perchè - grazie alla volontà libera e propria di aver fede - di essi sarà il Regno dei Cieli.

Ma dopo aver noi parlato della Fede, cosa potremmo dire della SS. Trinità?
La Trinità! Quale mistero ‘ineffabile’.3
Ineffabile perchè 'non si può dire', ineffabile perchè è un Segreto di Grazia: Tre Persone in Una, un Dio solo in Tre Persone.
Non è un gioco di parole, ma una Verità.
Invano noi uomini ci affanniamo a scoprire il significato di questo arcano segreto.  La mente umana non lo può concepire.
Non riusciamo a comprendere l'immensità dell'universo. Intuiamo, ma non riusciamo a comprendere appieno, l'intima struttura della materia  e pretenderemmo di capire l'immensità e l'intima struttura di Dio?
Per questo, attraverso i profeti, attraverso il Figlio di Dio mandato in mezzo a noi, Dio ha  voluto spiegarci che Egli è 'Padre', che suo Figlio il Verbo è 'Figlio', e che lo Spirito Santo è 'Amore' che li unisce.
Questo, ed è già tanto, è sufficiente a farci capire l'essenziale della nostra e della Sua natura: noi siamo 'figli', Egli ci è Padre.
Ecco perchè dobbiamo riposare fiduciosi sul suo seno. Non è solo il seno di un Dio, di Dio, è sopratutto il seno di nostro Padre, quello celeste, quello vero, il Padre della nostra anima, quella che sopravvive eterna, perché il padre terreno, pur nella nobiltà del compito che ha, compito non sempre bene assolto, è uno 'strumento', strumento della volontà di Dio di avere tanti figli spirituali da amare.
Ricordiamoci sempre, nella vita, di avere un Padre. Ricordiamoci sempre di chiamarlo.
Può mai Egli resistere al richiamo di un figlio che lo invoca? Troppe volte ci dimentichiamo del Padre, che ci tiene in braccio. Non facciamoci di Lui un' immagine austera, severa, lontana, innaccessibile, terribile nella sua Maestà. Pensiamo - di Lui – come al 'Padre', perché non vi è un Padre migliore.

Ricordo che la Genesi cita4: «In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era deserta e vuota; le tenebre  ricoprivano l'abisso e sulle acque aleggiava lo Spirito di Dio...'».
Mi torna poi alla mente il bellissimo 'Prologo' del Vangelo di San Giovanni che a sua volta recita5: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto fu fatto per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu fatto di quanto esiste. In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende fra le tenebre, ma le tenebre non l' hanno ricevuta... Era la luce vera, che illumina ogni uomo, che viene al mondo. Era nel mondo; il mondo fu creato per mezzo di lui, ma il mondo non lo conobbe».
Ecco mi sembra di cogliere un senso 'cosmico' in tutto ciò.
Ripenso infatti all'astrofisica che ci spiega che al momento 'zero' vi sarebbe stata una inimmaginabile esplosione o liberazione di 'Energia' venuta dal 'nulla', e ora vediamo la Creazione 'in atto'.
Nella Genesi si dice appunto che Dio Padre creò l’Universo, lo Spirito aleggiava sulle acque della Terra in formazione, l'Incarnazione del Verbo, Figlio di Dio, è poi avvenuta inoltre grazie all'opera dello Spirito Santo, che però è anche Amore, inoltre il Vangelo di Giovanni dice che 'Gesù', fin dal principio, era il 'Verbo' ed era 'Dio', e che tutto fu fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla fu fatto di quanto esiste.
Quale è il nesso 'logico' che può legare le 'tre Persone' alla Creazione?6 Vi è un modo più 'razionale' per avvicinarsi di più a questo mistero senza doverlo 'respingere' perchè al di fuori di ogni 'logica' razionale e da considerare quindi 'inattendibile'?
Cerchiamo allora di mettere insieme a fuoco il concetto del rapporto fra Padre, Figlio e Spirito Santo,  affinchè - a titolo di esempio - possiamo provare a capirlo un pochino meglio, anche se molto lontani da quella 'soglia' di conoscenza di cui ci ha parlato prima Azaria.
E' sempre lo Spirito Santo l'Autore di ogni insegnamento divino, anche quando 'parla' Gesù che è la Parola del Pensiero del Padre che parla a mezzo dello Spirito Santo. Ma lo Spirito Santo - attenti! - è mezzo ma non un 'mezzo', cioè uno 'strumento' del Padre, perchè lo Spirito Santo è Dio, come il Padre, come il Figlio, ed è Dio in unità con Padre e Figlio, perchè Dio è Uno ma Trino nelle Persone come un 'poliedro' con tre facce triangolari uguali: le facce sono tre, come le Persone della Divinità. Il poliedro, cioè Dio, è uno. Capito meglio? E a chi per cultura razionalista o per propensione 'filosofica' preferisce un altro approccio - diciamo filosofico/cosmico - potrei dire, potrei 'spiegare' a mo' di paragone con il concetto di certe filosofie orientali  per cui la 'Trinità' possiamo provare ad immaginarla come Pensiero Potente del Padre, che attraverso l'Energia Intelligente dello Spirito - che è mezzo ma non strumento - si 'realizza' attraverso la 'Creazione', che è la Parola del Figlio.
Il Padre dunque esprime il suo Pensiero attraverso il Figlio, che è Parola, per mezzo dello Spirito che non è però un 'mezzo', cioè uno strumento, ma è Dio. E' cioè la Persona della Divinità che ha il compito di illuminare le menti, oltre che di 'creare' la Creazione.
Comunque sia, noi, uomini 'finiti', non potremo mai capire con la nostra mente l'Infinità di Dio - che non dobbiamo dunque 'capire' ma 'sentire', cioè amare.
Tanto ci basti, a tutti noi, per 'avvicinarci' psicologicamente a questo mistero.
Ricordiamoci comunque, sempre, che Dio è puro Spirito e che qualsiasi raffigurazione l'uomo se ne faccia non sarà mai simile alla realtà.


1 M.V.: 'Libro di Azaria' - Cap. 17 - 16 giugno 1946 - Centro Editoriale Valtortiano

2 G.L. 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Capp. 54 e 55 - Ed. Segno, 1997 - Vedi anche l'opera nel sito internet dell'autore

3 G.L.: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' – Cap. 51 - Ed. Segno, 1997 - Vedi anche l'opera nel sito internet dell'autore

4 Gn 1, 1-2

5 Gv 1, 1-10

6 G.L.: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Capp. 54 e 55 - Ed. Segno, 1997 - Vedi anche l'opera nel sito internet dell'autore