4. LE ESPERIENZE SOPRANNATURALI DI MARIA VALTORTA

 

Nel precedente capitolo avete avuto un piccolo 'saggio' della qualità delle rivelazioni date alla carismatica Maria Valtorta per l'utilità di tutti i credenti e - forse - ancor più per l'utilità dei 'non credenti'.
Il 13 maggio del 19431 la mistica, volendo accontentare il suo Direttore spirituale, Padre Migliorini, accetta di dargli alcuni chiarimenti sulla natura e modalità delle rivelazioni che lei riceve.
La mistica gli scrive parlando di queste sue esperienze soprannaturali e della sua titubanza a farne cenno sembrandole ciò o una profanazione dei 'segreti del Re' o quanto meno una forma di esibizionismo e vanteria che potrebbe comportare la revoca dei doni da parte del Signore con la privazione di quelle divine 'carezze' e delle 'divine parole'.
Forse - medita la mistica - questo è anche egoismo e non si riflette sul fatto che Dio possa elargire queste rivelazioni proprio perché possano essere fatte conoscere a conforto e speranza delle altre persone.
Lei è inoltre preoccupata di essere scambiata ed additata come pazza e - non ultimo - l'essere oggetto e vittima di visioni ispirate da Satana per ingannarla o portarla alla superbia.
Lei - precisa la mistica - non fa nulla per mettersi nella condizione mentale di 'ricevente', condizione artificiale - aggiungo io -  in cui si potrebbero creare le condizioni per una autosuggestione scambiando i propri pensieri o i propri 'vissuti' inconsci per rivelazioni oppure - con l'assopimento della vigilanza dell'io e dello spirito critico in questo artificiale stato alterato di coscienza - creare le condizioni per un inserimento telepatico di Satana mascherato da 'dio'.
Però - dice la mistica - una cosa é certa, e cioé la sensazione di pace, fatto che le conferma trattarsi di manifestazioni che vengono dal Signore.
Per quanto concerne il suo Angelo, lei dice di non averlo mai visto (e infatti- come già accennato in precedenza - lei se lo vedrà apparire davanti solo il 15.1.46 - vedi 'I Quaderni dal 1945 al 1950' - 15.1.46 ) anche se talvolta le è sembrato di percepirlo sotto forma di un leggero alito sul viso, per mesi e mesi.
Quindi - conclude - il suo Angelo... fa il 'morto' anche se l'ha aiutata in occasione di una sincope da lei avuta una decina di anni prima.
Non erano infrequenti i casi in cui lei sentiva il caratteristico profumo di Padre Pio che le confermava l'elargizione delle grazie da lei richieste per altri.
Era però Gesù Colui che le si manifestava con sensazioni più forti, come ad esempio l'impressione - durata anni - di guardare il prossimo come se lei fosse stata un tutt'uno spiritualmente unita in Gesù. Non per niente San Paolo diceva che era Gesù che viveva in lui.
Una volta le capitò di avvertire una 'voce', senza suono, che rispondeva a delle domande interiori che lei si poneva.
Lei capiva allora, dal tenore delle risposte, che a 'parlarle' era proprio Gesù.
Altre volte non erano 'voci', ma visioni di Gesù fanciullo e poi uomo, visioni che - aggiungo io per inciso - successivamente si sarebbero trasformate in quella catena preziosissima di rivelazioni che è entrata editorialmente a far parte dei dieci volumi di vita evangelica e dei più bei discorsi di Gesù nell'Opera principale della mistica.2


1 M.V: 'I Quaderni del 1943' - 13 maggio 1943 - Centro Editoriale Valtortiano

2 M.V.:'L'Evangelo come mi è stato rivelato' - Volumi dal I al X - Centro Ed. Valtortiano