16. LA RESURREZIONE.
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‘BEN PIU’ POTENTE DELLA VOSTRA CORRENTE
ELETTRICA, IL MIO SPIRITO E’ ENTRATO COME SPADA DI FUOCO DIVINO A RISCALDARE LE FREDDE
SPOGLIE DEL MIO CADAVERE…’
16.1 La Resurrezione raccontata… dall’interno.
Abbiamo vissuto attraverso la descrizione valtortiana il momento della Resurrezione e si impone allora qualche riflessione sulle modalità in cui Dio-Verbo si è mostrato nella visione alla mistica.
Intanto quel rombo potente e armonioso, quel boato solenne ma che con la sua potenza stordisce.
Poi quel globo di Luce che piomba velocissimo dal cielo ed entra nel Sepolcro dopo aver scardinato letteralmente la pesante pietra tombale posta a sigillare l’ingresso.
Dio è ‘spirito’, non aveva bisogno di manifestarsi né attraverso il suono né attraverso un globo di fuoco né tantomeno aveva bisogno di scarditare una pesante pietra per entrare nel Sepolcro.
Lo stesso Gesù che la sera della domenica di Resurrezione è entrato nel Cenacolo lo ha fatto in silenzio e ‘a porte chiuse’, cioè attraversando come un ‘fantasma’ le pareti e materializzandosi davanti agli apostoli.
Tanto che - nella seconda apparizione della domenica successiva nel Cenacolo, vedendoli sbigottiti nonostante lo avessero già visto la domenica precedente – Egli li inviterà a non avere timore invitandoli a ‘palparlo’ perché uno spirito non avrebbe avuto carne e ossa come Lui aveva (Lc 24, 36-43).
L’uomo però è ‘materia’, e per avere la percezione materiale della Resurrezione ha avuto bisogno di essere colpito nei sensi, quindi aveva bisogno e della percezione del suono, atta a qualificare la ‘divinità’ e maestà dell’avvenimento, e della percezione visiva del globo luminoso atto a fargliene capire la provenienza esterna e celeste, e dello scardinamento della porta, atto a fare comprendere alla Valtorta ma anche alle guardie che qualcosa di straordinario e potente era veramente penetrato in quella grotta in cui era stata scavata la cella funeraria.
Nella ‘tecnica’ della visione, dunque, il ‘Dio invisibile’ si manifesta in modo tale da risultare percepibile e comprensibile ai nostri sensi, indipendentemente da ‘come’ Egli sia in realtà.
Se Dio Padre viene rappresentato nell’iconografia, ad esempio quella famosa della ‘Creazione di Adamo’ nella Cappella Sistina a Roma, come un essere umano - un vecchio dall’aspetto imponente e saggio, con capelli e barba bianca - in realtà Egli è solo Spirito.
Se lo Spirito Santo viene rappresentato – e si mostra a Giovanni Battista al guado del Giordano – come una bianca leggiadra colomba, in realtà è anch’Egli Spirito che non siamo capaci di rappresentare in termini di ‘umanità’, come non sapremmo rappresentare la ‘spiritualità’ della nostra anima.
Ma il Figlio? Il Figlio ha assunto una ‘carne’ umana e la sua natura di Dio si è in modo misterioso unita a quella dell’uomo.
Perché? Perché ci fosse più facile e piacevole l’amarlo: un Dio dall’aspetto umano!
Morto però il corpo dell’uomo – ridotto ormai a quel cadavere martoriato che giaceva dentro il Sepolcro steso sulla pietra tombale, fasciato in quel telo della Sindone – cosa sarà successo alla sua anima d’uomo?
Mistero, ma sono domande che è lecito porsi sul piano speculativo e forse qualche teologo avrà già trovato una esauriente risposta al riguardo.1
La Maddalena – dunque - si trova all’improvviso di fronte all’Uomo-Dio.
Anzi - nel frattempo e dopo la Gloria del Sacrificio perfetto - Egli è divenuto il Dio-Uomo perché – mi sembra di poter capire - insieme alla natura dell’Uomo che ha compiuto con abnegazione e successo la sua missione di Redenzione dell’Umanità ‘prevale’ a questo punto la natura del Dio.
Un ‘Dio-Uomo’ che – fanno comprendere chiaramente i Vangeli - si materializza e poi si smaterializza e - come nella Trasfigurazione sul Monte Tabor di cui abbiamo già parlato - si mostra all’occorrenza con vesti e natura corporea supraumanata, perfetto padrone della materia e delle sue leggi fisiche.
Nel cap. 14, attraverso la visione della Valtorta, abbiamo assistito dunque alla maestosa ed imponente Resurrezione di Gesù.
Lo abbiamo però visto come degli osservatori esterni, ma – ecco la domanda – come potrà mai averla vissuta Gesù?
Mistero?
Forse non più dopo la visione che ora vi propongo con una ‘descrizione’ di Maria Valtorta vista dall’interno, o meglio una Resurrezione raccontata direttamente dallo stesso suo Gesù:2
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620. Considerazioni sulla Risurrezione.
21 febbraio 1944
Dice Gesù:
«Le preghiere ardenti di Maria hanno anticipato di qualche tempo la mia Risurrezione.
Io avevo detto: "Il Figlio dell'uomo sta per essere ucciso, ma il terzo giorno risorgerà'. Ero morto alle tre del pomeriggio di venerdì.
Sia che calcoliate i giorni come nome, sia li calcoliate come ore, non era l'alba domenicale quella che doveva vedermi sorgere.
Come ore, erano unicamente trentotto ore invece di settantadue quelle che il mio Corpo era rimasto senza vita.
Come giorni, doveva almeno giungere la sera di questo terzo giorno per dire che ero stato tre giorni nella tomba.
Ma Maria ha anticipato il miracolo. Come quando col suo orare ha schiuso i Cieli con anticipo di qualche anno sull'epoca prefissa, per dare al mondo la sua Salvezza, così ora Ella ottiene l'anticipo di qualche ora per dar conforto al suo cuore morente.
Ed Io, alla prima alba del terzo giorno, sono sceso come sole che scende e del mio fulgore ho sciolto i sigilli umani cosi inutili davanti alla potenza di un Dio, della mia forza ho fatto leva per ribaltare l'inutilmente vegliata pietra, del mio apparire ho fatto folgore che ha atterrato le tre volte inutili guardie messe a custodia di una Morte che era Vita, che nessuna forza umana poteva impedire d'esser tale.
Ben più potente della vostra corrente elettrica, il mio Spirito è entrato come spada di Fuoco divino a riscaldare le fredde spoglie del mio Cadavere, e al nuovo Adamo lo Spirito di Dio ha alitato la vita, dicendo a Se stesso: "Vivi. Lo voglio".
Io che avevo risuscitato i morti quando non ero che il Figlio dell'uomo, la Vittima designata a portare le colpe del mondo, non dovevo potere risuscitare Me stesso ora che ero il Figlio di Dio, il Primo e l'Ultimo, il Vivente eterno, Colui che ha nelle sue mani le chiavi della Vita e della Morte?
Ed il mio Cadavere ha sentito la Vita tornare in Lui.
Guarda: come uomo che si sveglia dopo il sonno dato da una enorme fatica, Io ho un profondo respiro. Né ancora apro gli occhi. Il sangue torna a circolare nelle vene poco rapido ancora, riporta il pensiero alla mente. Ma vengo da tanto lontano!
Guarda: come uomo ferito che una potenza miracolosa risana, il sangue torna nelle vene vuote, empie il Cuore, scalda le membra, le ferite si rimarginano, spariscono lividi e piaghe, la forza torna. Ma ero tanto ferito!
Ecco, la Forza opera. Io sono guarito. Io sono svegliato. Io sono ritornato alla Vita. Fui morto. Ora vivo! Ora sorgo!
Scuoto i lini di morte, getto l'involucro degli unguenti. Non ho bisogno di essi per apparire Bellezza eterna, eterna Integrità.
Io mi rivesto di veste che non è di questa Terra, ma tessuta da Colui che mi è Padre e che tesse la seta dei gigli verginali. Sono vestito di splendore.
Mi orno delle mie Piaghe che non gemono più sangue ma sprigionano luce. Quella luce che sarà la gioia di mia Madre e dei beati e il terrore, la vista insostenibile dei maledetti e dei demoni sulla Terra e nell'ultimo giorno.
L'angelo della mia vita d'uomo e l'angelo del mio dolore sono prostrati davanti a Me e adorano la mia Gloria. Ci sono tutti e due i miei angeli. L'uno per bearsi della vista del suo Custodito, che ora non ha più bisogno d'angelica difesa. L'altro, che ha visto le mie lacrime, per vedere il mio sorriso; che ha visto la mia battaglia, per vedere la mia vittoria; che ha visto il mio dolore, per vedere la mia gioia.
Ed esco nell'ortaglia piena di bocci di fiori e di rugiada. E i meli aprono le corolle per fare arco fiorito sul mio capo di Re, e le erbe fanno tappeto di gemme e di corolle al mio piede che torna a calpestare la Terra redenta dopo esser stato innalzato su essa per redimerla. E mi saluta il primo sole, e il vento dolce d'aprile, e la lieve nuvola che passa, rosea come guancia di bambino, e gli uccelli fra le fronde. Sono il loro Dio. Mi adorano.
Passo fra le guardie tramortite, simbolo delle anime in colpa mortale che non sentono il passaggio di Dio.
E’ Pasqua, Maria! Questo è bene il "Passaggio dell'Angelo di Dio"! suo Passaggio da morte a vita. Il suo Passaggio per dare Vita ai credenti nel suo Nome. E’ Pasqua! E’ la Pace che passa nel mondo.
La Pace non più velata dalla condizione di uomo. Ma libera, completa nella sua tornata efficienza di Dio.
E vado dalla Madre. E’ ben giusto che ci vada. Lo è stato per i miei angeli. Ben di più lo è per quella che, oltre che mia custode e conforto, mi è stata datrice di vita.
Prima ancora di tornare al Padre nella mia veste d'Uomo glorificata, vado dalla Madre.
Vado nel fulgore della mia veste paradisiaca e delle mie Gemme vive. Ella mi può toccare, Ella le può baciare, perché Ella è la Pura, la Bella, l'Amata, la Benedetta, la Santa di Dio.
Il nuovo Adamo va all'Eva nuova.
Il male è entrato nel mondo per la donna, e dalla Donna fu vinto.
Il Frutto della Donna ha disintossicato gli uomini dalla bava di Lucifero. Ora, se essi vogliono, possono esser salvi. Ha salvato la donna rimasta così fragile dopo la ferita mortale.
E dopo che alla Pura, alla quale per diritto di santità e di maternità è giusto vada il Figlio-Dio, mi presento alla donna redenta, alla capostipite, alla rappresentante di tutte le creature femminee che sono venuto a liberare dal morso della lussuria. Perché dica ad esse che si accostino a Me per guarire, che abbiano fede in Me, che credano nella mia Misericordia che comprende e perdona, che per vincere Satana, che fruga loro le carni, guardino la mia Carne ornata dalle cinque ferite.
Non mi faccio toccare da lei. Ella non è la Pura che può toccare, senza contaminarlo, il Figlio che torna al Padre. Molto ha ancora da purificare con la penitenza. Ma il suo amore merita questo premio.
Ella ha saputo risorgere per sua volontà dal sepolcro del suo vizio, strozzare Satana che la teneva, sfidare il mondo per amore del suo Salvatore, ha saputo spogliarsi di tutto che non fosse amore, ha saputo non essere più che amore che si consuma per il suo Dio. E Dio la chiama: 'Maria". Odila rispondere: "Rabboni!". Vi è il suo cuore in quel grido.
A lei, che l'ha meritato, do l'incarico di esser messaggera della Risurrezione. E ancora una volta sarà un poco schernita come avesse vaneggiato.
Ma non le importa nulla, a Maria di Magdala, a Maria di Gesù, del giudizio degli uomini. Mi ha visto risorto, e ciò le dà una gioia che attutisce ogni altro sentimento.
Vedi come amo anche chi fu colpevole, ma volle uscire dalla colpa?
Neppure a Giovanni Io mi mostro per primo. Ma alla Maddalena.
Giovanni aveva già avuto il grado di figlio da Me. Lo poteva avere perché era puro e poteva essere figlio non solo spirituale, ma anche dante e ricevente, alla e dalla Pura di Dio, quei bisogni e quelle cure che sono connesse alla carne.
Maddalena, la risorta alla Grazia, ha la prima visione della Grazia Risorta.
Quando mi amate sino a vincere tutto per Me, Io vi prendo il capo ed il cuore malato fra le mie mani trafitte e vi alito in volto il mio Potere. E vi salvo, vi salvo, figli che amo.
Voi tornate belli, sani, liberi, felici. Voi tornate i figli cari del Signore.
Faccio di voi i portatori della mia Bontà fra i poveri uomini, coloro che testimoniate della mia Bontà ad essi per farli persuasi di essa e di Me.
Abbiate, abbiate, abbiate fede in Me. Abbiate amore. Non temete. Vi faccia sicuri del Cuore del vostro Dio tutto quanto ho patito per salvarvi.
E tu, piccolo Giovanni, sorridi dopo aver pianto. Il tuo Gesù non soffre più. Non ci sono più né sangue né ferite. Ma luce, luce, luce e gioia e gloria. La mia luce e la mia gioia siano in te sinché verrà l'ora del Cielo».
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16.2 Qualche riflessione sulla Resurrezione.
Dalla visione e dalle parole di Gesù in occasione della prima apparizione alla Madre nella sua cameretta del Cenacolo - e ora dalle sue ulteriori spiegazioni in quest’ultimo dettato alla mistica – apprendiamo, analizzando bene e comparando i testi, molte cose interessanti.
Intanto riusciamo a ricostruire una cronologia ed una logica attendibile degli ‘avvenimenti’ e delle azioni del Verbo fra la morte di Gesù-Uomo e la sua Resurrezione.
Da quel primo colloquio con la sua Mamma avevamo ad esempio appreso che il Verbo divino aveva sentito le sue preghiere mentre – dopo la morte – Egli era disceso (quale Verbo spirituale e non quale Gesù-Uomo-Risorto, visto che il suo corpo giaceva ancora nella cella funeraria del Sepolcro) nel Limbo per liberare i Giusti che vi erano in attesa, i giusti e i Patriarchi, come Abramo, Isacco e Giacobbe, quelli che sarebbero tutti diventati i primi cittadini del Paradiso celeste.
Egli – quale Verbo e non nella sua veste umana – li aveva condotti quale fulgido festante Corteo in Paradiso.
Ne possiamo intanto dedurre che anche Adamo ed Eva - certo pentiti per il Peccato originale - siano 'saliti' insieme agli altri in questa occasione.
Un corteo di ‘spiriti’ – deduco - e non di corpi glorificati, visto che la resurrezione dei corpi avverrà solo al momento del Giudizio universale: spiriti fra i quali vi sono tuttavia i parenti di Maria SS. e fra questi il suo ‘sposo d’anima’, Giuseppe, che affidano al Verbo il loro gioioso saluto e ringraziamento per Maria che ha permesso la Redenzione con il suo ‘Sì’.
Poi il Verbo ‘ridiscende’, scardina la porta del Sepolcro, permea il suo cadavere di uomo, lo vivifica, lo risana per risorgere come Dio-Uomo.
Questi appare per primo alla Madre, giustamente, e le dice che dopo di lei apparirà ‘all’altra Maria’, cioè a Maria Maddalena, per farla felice.
Quindi dice che dopo di ciò salirà al Padre, questa volta non più solo come Verbo-Spirito senza corpo ma nella sua veste umana, ovviamente glorificata, una veste adorna delle sue piaghe fulgide come medaglie d’oro di un Eroe di guerra, una veste trasumanata di Dio-Uomo: la veste d’Uomo con cui il Verbo ha vinto il Peccato e liberato l’Umanità.
Infine ridiscenderà nuovamente sulla Terra per apparire agli altri discepoli e apostoli, trarli fuori dalla disperazione della sua ‘morte’, confortarli e confermarli nella Fede.
In particolare tornerà per farsi vedere – come dice Gesù – ‘a chi non crede’, chiaro riferimento agli apostoli in quell’alba di Resurrezione.
Gesù – sempre in quella sua prima apparizione - rassicura Maria che anche dopo la sua Ascensione al Cielo Lei non sarà mai più sola, perché unita realmente a Lui nel Sacramento dell’Eucarestia e ciò a conferma della presenza reale di Gesù nel Sacramento.
Una Presenza, aggiungo io, che opera in noi tanto più efficacemente quanto più una persona è pura e ha fede in essa.
Le anticipa inoltre – a premio anche dell’Opera di Corredenzione da Lei prestata - il suo futuro glorioso di Regina degli Angeli e dei Santi, Regina dei Sacerdoti e Madre della Chiesa.
Le dice infatti:
«… Ma per te compio un altro miracolo. Tu mi avrai, nel Sacramento, reale come ero quando mi portavi.
Non sarai mai sola. In questi giorni lo sei stata. Ma alla mia Redenzione occorreva anche questo tuo dolore.
Molto va continuamente aggiunto alla Redenzione, perché molto sarà continuamente creato di Peccato. Chiamerò tutti i miei servi a questa compartecipazione redentrice. Tu sei quella che da sola farai più di tutti i santi insieme. Perciò ci voleva anche questo lungo abbandono.
Ora non più. Io non sono più diviso dal Padre. Tu non sarai più divisa dal Figlio. E, avendo il Figlio, hai la Trinità nostra. Cielo vivente, tu porterai sulla Terra la Trinità fra gli uomini e santificherai la Chiesa, tu, Regina del Sacerdozio e Madre dei Cristiani…».
Per terminare le preannuncia la sua futura Assunzione in Cielo (in anima e corpo) quando le dice:
«…Poi lo verrò a prenderti. E non sarò più Io in te, ma tu in Me, nel mio Regno, a far più bello il Paradiso…».
Abbiamo poi capito – dal ‘dettato’ sopra trascritto di Gesù – molte altre cose, a ben leggerlo e meditarlo.
Ad esempio, il fatto che Gesù, pur essendo anche Dio-Verbo, come Uomo aveva il suo Angelo Custode.
Poi viene rivelato il mistero di quei tre giorni, che non furono in realtà giorni di ventiquattro ore ciascuno, cioè settantadue ore in totale, ma trentotto ore.
Sapendo che Gesù è morto alle tre del pomeriggio del venerdì – ne possiamo allora dedurre che Egli è risorto alla cinque della Domenica mattina, e così siamo in condizione di collocare la Resurrezione in un momento più preciso.
Le donne che erano partite dal Cenacolo dovevano averlo quindi fatto veramente al primissimo albeggiare sotto il cielo della Palestina.
Gesù ha dunque anticipato la propria Resurrezione rispetto ai tre giorni che Egli stesso aveva profetizzato, cioè i famosi ‘tre giorni’ di Giona. Possibile? Può un Dio smentire se stesso? Smentire una propria profezia?
Certo che può, perché è Dio di Libertà e non solo è padrone della materia ma anche del tempo e della propria Volontà.
Egli è un Dio-Persona che non è sordo al richiamo del popolo dei suoi figli e ascolta chi piange.
Apprendiamo così che quel misterioso ed inspiegabile anticipo della Resurrezione fu merito di Maria.
Maria, nel chiuso della sua stanzetta, dopo un’altra notte passata insonne in preghiera, piangeva il suo figlio perduto, si diceva che non era possibile che per tutta una vita si fosse sbagliata su quella figliolanza divina, su quell’Annuncio dell’Angelo che le aveva chiesto il suo consenso alla Incarnazione del Messia.
Maria non aveva perso la sua fiducia in Dio e voleva credere fermamente nella Resurrezione al di là di ogni apparenza.
Dio allora le fa un dono, per non farla più soffrire: anticipa i tempi della Resurrezione, anche se comunque – all’alba della domenica – siamo nel terzo giorno.
Apprendiamo infine che – rispetto alla famosa profezia delle settanta settimane (di anni) profetizzate circa cinque secoli prima da Daniele in merito alla futura venuta del Messia – anche l’Incarnazione è stata anticipata di qualche anno rispetto ai numerosi calcoli (nei quali ho cercato di cimentarmi anch’io, basandomi non sul calendario solare ma su quello lunare, più ‘corto’ in termini di giorni mensili, molto in voga in Israele al tempo dell’Antico Testamento) che sono stati fatti e che pare rivelino in effetti una inspiegabile differenza in anticipo sia pur di pochi anni.3
Anticipo dovuto, anche in questo caso come in quello della Resurrezione, alle preghiere di Maria che – come abbiamo visto nel primo volume – fin da giovinetta invocava e pregava Dio affinché inviasse sulla Terra l’atteso Messia, senza minimamente sospettare che proprio lei ne sarebbe stata la Madre.
Apprendiamo che - dei due Angeli visti dalle donne al Sepolcro - uno era lo stesso Angelo custode di Gesù e l’altro era l’Angelo del suo Dolore, cioè quello che gli aveva dato conforto nei momenti più tragici.
Dolore? Sofferenza per la prospettiva della propria morte fisica?
Non solo, ma soprattutto sofferenza per la contemplazione - prospettatagli dalla tentazione di Satana per far crollare la sua fede di Uomo e fare così fallire il Progetto redentivo di Dio - di quanto per tanti uomini il Suo Sacrificio si sarebbe rivelato inutile perché essi non lo avrebbero amato.
Sofferenza però temperata dalla visione soprannaturale prospettata alla sua mente di Uomo dell’immenso sterminato corteo di coloro che invece si sarebbero salvati.
Comprendiamo anche il significato della sua apparizione a Maria Maddalena, rappresentante dei peccatori pentiti che hanno saputo ‘risorgere’ a se stessi e destinata per premio ad essere Messaggera dell’annuncio della sua Resurrezione, e del perché Egli non sia invece apparso al puro Giovanni prima che a lei, in quanto già premiato per averlo Gesù designato, dalla Croce, ad esser ‘figlio’ della Madre.
Comprendiamo ancora perché - nel Vangelo di Giovanni - Gesù dice nella sua apparizione alla Maddalena di non toccarlo.
Infatti - contrariamente alla Madre, vista e abbracciata da Gesù in precedenza - Maddalena in quanto peccatrice sia pur redenta era impura.
Lei non lo poteva quindi toccare poiché il Verbo-Gesù apparso alla Maddalena vicino al Sepolcro avrebbe dovuto rimanere ‘puro’ per presentarsi di lì a poco al Padre, Purezza assoluta, con la sua nuova veste gloriosa di Dio-Uomo: il Risorto.
Non c’è che dire, una giornata veramente piena di fatti e di significati, quella della Resurrezione, una giornata che era tuttavia appena iniziata…
1 Nota dell’autore: In merito a quanto successo all’anima del ‘Gesù-Uomo’ vedere invece l’interessante spiegazione che emerge da un altro dettato di Gesù alla mistica: ‘L’ora del Getsemani’, tratto dall’Opera ‘Preghiere’ di Maria Valtorta, pagina 97 (Ed. 1993) del Centro Editoriale Valtortiano
2 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X, Cap. 620 – C.E.V.