1. UNO SGUARDO RETROSPETTIVO

 

1.1 Dalla nascita di Maria fino alla fine della vita nascosta di Gesù.   

Riprenderemo la narrazione della storia di Gesù dall'inizio del quarto anno ma, per avere sempre chiaro il quadro generale, sarà bene fermarci a fare succintamente il punto su quanto narrato nel precedente volume.
Prima ancora di parlare della nascita di Gesù, e per comprenderne meglio in seguito la sua figura, avevamo illustrato il ruolo di Maria, Capolavoro della Creazione, nell’ambito del Progetto di Dio concernente la Redenzione dell’Umanità grazie alla futura Incarnazione del Verbo.
Successivamente abbiamo accennato alla nascita e all’infanzia di Maria al Tempio di Gerusalemme, quindi al suo fidanzamento e sposalizio con Giuseppe.
Abbiamo in qualche modo partecipato psicologicamente al dramma personale di quest'ultimo quando - dopo il soggiorno di tre mesi di Maria in casa di Elisabetta per assisterla nella nascita di Giovanni Battista - egli venne da Nazareth a Gerusalemme per riportarsi a casa Maria ma la scoprì incinta.
Da lì un periodo drammatico di freddezza nei rapporti fra i due sposi, con la tentazione da parte di Giuseppe di dare atto di ripudio a Maria, ma con il 'felice' epilogo della sua riconciliazione con lei dopo che l'Angelo in sogno ebbe a comunicargli la verità su quella maternità divina.
Abbiamo quindi assistito alla nascita di Gesù nella grotta-stalla di Betlemme ed alla cerimonia della sua presentazione al Tempio  con la partecipazione... profetica dei due veggenti Simeone e Anna di Fanuel.
Successivamente vi è stato l’arrivo dei Magi a Betlemme, e subito dopo un nuovo sogno di Giuseppe nel quale l'Angelo gli preannunciava l'imminente persecuzione di Erode volta ad uccidere il futuro Messia, Re di Israele, e gli intimava di fuggire subito in Egitto con il bambino e sua madre.
Abbiamo assistito ad un quadretto di vita famigliare in Egitto, in una modesta casetta della Sacra Famiglia in prossimità di una piramide, con un Gesù bambinetto che giocherellava sulla sabbia ed un Giuseppe che rientrava dal lavoro con i suoi attrezzi da falegname.
Poi un altro sogno di Giuseppe con l'Angelo che lo avvertiva della morte di Erode il Grande e quindi del cessato pericolo per la vita di Gesù, con istruzioni di lasciare l'Egitto e rientrare in patria.
A Nazareth - sempre grazie alle visioni di Maria Valtorta - abbiamo poi avuto il privilegio di assistere ad una cosa a cui non avremmo mai pensato: i giochi di Gesù bambino con i due cuginetti Giuda Taddeo e Giacomo con la loro interpretazione... scenico-teatrale dei ruoli di Mosé, Aronne e di sua sorella Maria, e con il piccolo Giuda che non voleva saperne di fare una danza nel ruolo di Maria, cioé di una 'femmina', nè tantomeno ballare davanti ad un 'idolo', lui che si considerava un 'fedele'.
Abbiamo quindi visto qualche anno dopo un Gesù dodicenne al Tempio di Gerusalemme al compimento della sua maggiore età, smarrito dai genitori ma ritrovato a discutere da pari a pari con i più sapienti dottori del Tempio: Hillel, Gamaliele e il rancoroso Sciammai.
E' lì che - rispondendo al saggio Hillel, che riconoscendone la sapienza di origine profetica lo avrebbe voluto subito fra i suoi 'discepoli' - abbiamo ascoltato la risposta del giovane Gesù con la sua prima profezia velatamente alludente al suo ruolo messianico e alla sua futura morte in Croce:

«In verità ti dico che, se molti fossero come tu sei, salute verrebbe ad Israele.  Ma la mia ora non è venuta.  A Me parlano le voci del Cielo e nella solitudine le devo raccogliere finché non sarà la mia ora
Allora con le labbra e col sangue parlerò a Gerusalemme, e sarà mia la sorte dei Profeti lapidati e uccisi da essa. 
Ma sopra il mio essere è quello del Signore Iddio, al quale Io sottometto Me stesso come servo fedele per fare di Me sgabello alla sua gloria, in attesa che Egli faccia del mondo sgabello ai piedi del Cristo. 
Attendetemi nella mia ora. Queste pietre riudranno la mia voce e fremeranno alla mia ultima parola...  

Per poi concludere con il volto infiammato di ardore spirituale e alzato al cielo, le braccia aperte, ritto in piedi fra i dottori attoniti:

« Beati quelli che in quella voce avranno udito Iddio e crederanno in Lui attraverso ad essa. A questi il Cristo darà quel Regno che il vostro egoismo sogna umano, mentre è celeste, e per il quale Io dico:" Ecco il tuo servo, Signore, venuto a fare la tua volontà. Consumala, perché di compierla lo ardo"».

Da quel momento i Vangeli tacciono sulla sua vita che continua evidentemente nel nascondimento fino alla sua piena maturità d’uomo, quella dei trent’anni, in cui Egli lascerà la propria casa di Nazareth per iniziare la sua missione.
Anche l'Opera di Maria Valtorta rispetta il silenzio dei Vangeli ma - prima dell'inizio della missione di Gesù - ci offre in esclusiva due 'gemme': Gesù che accompagna alla morte il padre putativo Giuseppe e il successivo addio a sua Mamma al momento di partire per la sua missione volta alla predicazione dell’avvento del Regno di Dio.

 

1.2 Dall'inizio del primo anno della vita pubblica di Gesù sino alla fine del terzo anno.

All'inizio del primo anno della vita pubblica, lasciata Nazareth e stabilitosi a Cafarnao presso la casa di un parente di Giuseppe, vediamo Gesù predisporsi alla missione facendosi ‘purificare’ dal ‘battesimo’ di Giovanni Battista presso un guado del fiume Giordano.
E’ primavera, in Palestina, e Gesù – dopo i successivi quaranta giorni di digiuno e preghiera nel deserto per completare la propria purificazione di ‘uomo’ e prepararsi alla missione – inizia finalmente, non senza aver prima subito nel deserto le tentazioni di Satana, la predicazione che si svolgerà in quelli che vengono chiamati i suoi tre anni di vita pubblica.
All’inizio della predicazione, Gesù acquista i primi discepoli e poco dopo opera il suo primo miracolo a Cana.
Lo abbiamo visto successivamente, in occasione della festività di Pasqua, cacciare i mercanti dal piazzale del Tempio di Gerusalemme.
Abbiamo inoltre spiegato le ragioni dei burrascosi rapporti di Gesù con i nazareni, gelosi ed invidiosi dei numerosi miracoli che Egli aveva fatto in tutti i villaggi tranne che a Nazareth, peraltro incredula nei suoi confronti.
Inoltre i rapporti difficili con gli stessi suoi parenti che nulla avevano mai saputo sul ‘segreto del Re’, e cioè sulla Incarnazione del Verbo divino nel seno di Maria, e che quindi non potevano credere a quel suo qualificarsi Messia e 'Figlio di Dio' anziché dell'umanissimo Giuseppe.
Aveva fatto seguito a Gerusalemme quell’importante colloquio notturno con Nicodemo in merito a come si dovesse fare per entrare nel Regno dei Cieli: non reincarnazione ma ‘rinascere’ nello spirito, aveva spiegato Gesù.
Quel primo anno di attività si è chiuso con una cena in casa di Lazzaro di Betania, nel mese di dicembre, in occasione della Festa della Dedicazione del Tempio, detta anche Festa delle Luci, periodo nel quale Gesù era nato trent’anni prima, il 25 del mese ebraico di casleu.

Poi abbiamo narrato una serie di episodi significativi del secondo anno di attività, iniziata ai primi tepori della primavera successiva.
Erano trascorsi una dozzina di mesi dal battesimo del Giordano, e Gesù compie quel viaggio in Samaria dove Egli - presso il pozzo di Sichar - parla alla samaritana Fotinai dell’Acqua viva, alludendo con ciò alla Grazia: dono di Dio.
Incontra con l’occasione quei notabili del paese di Sichar  che temevano – in quanto scismatici rispetto ai giudei – di essere ‘lebbrosi agli occhi di Dio e ‘perduti al cielo’ per sempre per non essere  della 'religione giusta'.
Gesù improvvisa una interessante catechesi con la quale spiega in sostanza che se le circostanze della loro vita non hanno consentito di essere della religione giusta, si salvano anche gli uomini delle altre religioni che in buona fede hanno creduto giusta la loro religione e che comunque si siano comportati da 'giusti' rispettando i 'comandamenti' della Legge naturale, 'codice' di cui Dio ha dotato l'anima di tutti gli uomini affinché si sappiano condurre anche senza la conoscenza della religione perfetta, insegnata da Gesù.
Avevamo anche parlato del Limbo - a mio avviso una sorta di appendice del Purgatorio, non si sa bene se 'stato spirituale' o 'luogo materiale' e fino a qual punto situazione 'penitente' anche se comunque condizione di 'Salvezza eterna' con aspettativa di gioia futura - in cui soggiornano i ‘giusti non cristiani’ privi del crisma battesimale, ma che alla fine del mondo - quando il Limbo verrà abolito - faranno parte del corteo sterminato di quelli che pur non salvati dall'acqua del battesimo saranno comunque salvati e redenti da un altro 'Battesimo', quello del Sangue di un Dio, versato da Gesù sulla Croce per la redenzione dell'intera Umanità.
C’era poi stato, in una primavera che avanzava, quel bellissimo discorso di Gesù sull’anima immortale che hanno anche i ‘pagani’, discorso pronunciato per infondere speranza ai prigionieri di una galera romana attraccata al molo di Cesarea, ed inoltre i chiarimenti sull’anima dati a Claudia Procula, la moglie di Pilato che si era trovata presente in quella circostanza.
Era seguita l’elezione ufficiale dei 12 apostoli e - successivamente - Gesù aveva tenuto il fondamentale 'Discorso della Montagna'.
Non un solo discorso - come comunemente si ritiene, né tantomeno un mero insieme di detti come sviliscono certi ‘modernisti-progressisti’ - ma ben sei discorsi separati per argomento, tenuti ognuno in un giorno diverso e successivo al precedente, mentre la folla ascoltava sulle verdi e ombrose falde di un monte.
Anzi non sei discorsi ma sette: il primo riservato ai soli apostoli e discepoli, invitati ad essere 'sale della terra e luce del mondo', e il settimo,  fuori programma, sull’importanza di 'amare la volontà di Dio'.
Quest'ultimo scaturito dalla circostanza  imprevista dovuta a quel lebbroso, poi guarito da Gesù in maniera istantanea, fatto che aveva provocato un ritardo obbligando la moltitudine che seguiva Gesù ad accamparsi alle pendici della montagna per lasciare trascorrere il sabato, secondo l’usanza religiosa ebraica che vietava le attività in quel giorno e anche l'allontanamento dal luogo in cui ci si trovava.
Successivamente, a Betsaida, nella casa di Pietro sul lago di Tiberiade, Gesù aveva spiegato agli apostoli il senso profondo della parabola del seminatore con quella frase misteriosa: ‘A chi ha sarà dato... ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha…’.
Abbiamo anche appreso la ‘tecnica’ che gli apostoli usavano quando – di villaggio in villaggio – precedevano Gesù facendosene i ‘banditori’ affinché la gente si preparasse ad accorglielo nelle piazze ed ascoltarlo, nonché la situazione politica di Gerusalemme con particolare riguardo anche alle attese messianiche ebraiche ed alla predicazione di Gesù.
In occasione della Pasqua del secondo anno, a Gerusalemme, Gesù aveva insegnato agli apostoli sulla vetta del Monte degli Ulivi, in una notte splendida illuminata dalla luna, la preghiera del Padre nostro.
Aveva poi fatto seguito - nel corso delle istruzioni che Gesù aveva qualche tempo dopo impartito agli apostoli che stava per mandare ancora una volta in missione - la predizione sulle persecuzioni che sarebbero state subite dalla Chiesa e quella misteriosa profezia sulla futura dispersione di Israele a causa di un suo tremendo peccato per cui - solo dopo ‘millenni, uno e dopo un altro uno e oltre…’ - Israele avrebbe potuto realizzare la sua riunificazione politica.1
Dopo tale riunificazione ma soprattutto dopo la conversione di una parte di Israele, un misterioso ‘resto’, vi sarebbe stata la sconfitta dell'Anticristo e la ‘venuta’ parusiaca di Gesù2  per l'instaurazione definitiva del suo Regno in terra, nel cuore degli uomini.
Per non essere frainteso ed 'accusato' di interpretazioni 'millenaristiche' mi sono permesso di 'interpretare' tale 'venuta' come una sorta di grandiosa e gloriosa manifestazione pentecostale del Verbo-Gesù in Spirito Santo, percepibile da tutti, venuta del resto profetizzata anche da San Paolo in una delle sue Epistole.
Avevamo poi assistito all'incontro con i discepoli del Battista, venuti a chiedergli se era proprio Lui - e non Giovanni Battista - l’atteso Messia.
Aveva fatto seguito la disputa con gli scribi e farisei di Cafarnao dopo la guarigione dell’indemoniato con quella frase solenne di Gesù sul fatto che ‘suoi fratelli, sorelle e madre’ sono coloro che fanno la volontà del Padre suo.
Abbiamo accennato successivamente alla decapitazione di Giovanni Battista e – inoltre – a quell’incontro fra Gesù e uno scriba con un interessante dialogo concernente Reincarnazione e Purgatorio, con le implicazioni concernenti il Limbo.
C’è infine stato lo strepitoso miracolo della prima moltiplicazione dei pani, con il risvolto comico dell’apostolo Tommaso che - incredulo come al solito - si era nascosto dietro un albero con il suo canestro vuoto per vedere se davvero dai canestri vuoti degli altri apostoli uscivano fuori i pani e i pesci per sfamare le cinquemila persone presenti.
Abbiamo infine compreso qualcosa sul meccanismo delle reminescenze delle anime, cioè sui loro ricordi inconsci della Verità intravista nell'attimo infinitesimale creativo da parte di Dio prima dell'infusione dell'anima nell'embrione.
Conseguentemente abbiamo compreso come si sono formate le altre religioni le quali hanno anche prodotto racconti mitologici - per taluni aspetti 'orecchianti' anche in chiave pagana la precedente versione spirituale della Genesi - sull'origine del stesso genere umano quali ad esempio i racconti su Prometeo e Deucalione.

All'inizio del terzo anno di attività pubblica di Gesù avevamo fatto una 'fotografia' della storia del popolo ebraico dell'Antico Testamento, una storia fatta di tradimenti nei confronti di Dio, di espiazioni, pentimenti e perdoni. Avevamo inoltre analizzato le reali motivazioni del tradimento di Giuda Iscariote.
Era poi seguito l'episodio della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor con la spiegazione del Gesù valtortiano per cui questa esperienza era stata data ai tre discepoli presenti - Pietro, Giovanni e Giacomo - per infondere loro forza e fede in vista delle difficoltà e persecuzioni del futuro facendo loro vedere non solo come sarebbe stato Gesù dopo la morte, un Uomo-Dio con un corpo 'glorificato' destinato a vivere in eterno, ma anche tutti gli uomini 'giusti' che risorgeranno al Giudizio universale anch'essi con il proprio 'corpo glorificato'.
Quindi era seguita la seconda moltiplicazione dei pani e l'importante discorso di Gesù sul Pane del Cielo a seguito del quale la maggior parte dei suoi 72 discepoli lo abbandonarono ritenendo il suo discorso 'troppo duro'.
Con la moltiplicazione del pani c'era stata anche la spiegazione che essa era anche una 'figura' della moltiplicazione della Parola, ad opera dello Spirito Santo: la Pienezza della Parola di Dio è tale che essa ha molti significati, troppi per la nostra capacità di comprensione, per cui lo Spirito Santo ce ne illumina di volta in volta il significato che a noi in quel momento serve.
A seguito di quel convegno segreto dove alcuni avevano cercato di convincere Gesù a farsi re per fondare il Regno 'di Dio' liberando Israele dal dominio romano - Gesù decide nel periodo della Festa dei Tabernacoli di tenere al Tempio di Gerusalemme alcuni discorsi celebri, a cominciare da quello sulla vera natura del 'Regno di Dio', un regno spirituale, nel cuore degli uomini, e non 'politico' come se lo aspettava il popolo di Israele.
Aveva fatto seguito il discorso sulla vera natura del Cristo, il Messia, e sulla sua vera origine: divina e non umana nè angelica.
Poi il discorso su 'Gesù-Acqua Viva' e su 'Gesù-Luce del mondo'.
Infine un tentativo di lapidazione dopo che Gesù, sempre al Tempio, ebbe a confermare la sua origine divina, ribadendo questo concetto con l'affermazione: 'In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io sono'.
Dopo il miracolo strepitoso della guarigione di quel cieco, che era nato privo dei globi oculari, Gesù coglie lo spunto per confermare quella lontana profezia di Simeone, e cioé che Egli è venuto in questo mondo per operare una 'discriminazione' e obbligare gli uomini a schierarsi pro o contro di Lui, pro o contro Dio e continua con il discorso del Buon Pastore.
Gesù è il 'Buon Pastore', venuto per guidare il suo popolo sulla strada della salvezza, pronto a dare la sua vita per esso, contrariamente a quanto avrebbero invece fatto dei pastori 'mercenari' che sarebbero fuggiti di fronte al 'lupo' abbandonando il gregge, chiara allusione ai Capi ed ai Sacerdoti di Israele che non si curavano della salvezza spirituale del popolo.
Dopo ulteriori viaggi, Gesù avrà occasione di chiarire - agli apostoli che lo interrogano al riguardo - un aspetto della sua doppia natura, umana e divina: Egli non ignora le cose né come Dio né come Uomo.
Come Dio non ignora il futuro degli avvenimenti perché insieme al Padre Egli è prima del tempo e vede oltre il tempo.
Come Uomo, esente dalle imperfezioni e limitazioni provocate dal Peccato originale, Egli ha il dono della introspezione dei cuori, cioé di 'leggere' il pensiero recondito delle persone.
Gesù ritornerà ancora una volta a Gerusalemme in occasione della Festa della Dedicazione, detta anche delle Luci o delle Encenie.
Ancora una volta scribi e farisei cercheranno di farlo cadere in un tranello chiedendogli chi Egli sia veramente, cioè se Egli sia Messia e Dio, per poterlo accusare di bestemmia e farlo condannare a morte. Quando Egli conferma ancora una volta di essere Figlio di Dio, i suoi nemici cercano di catturarlo ma Egli, ancora una volta, sfuggirà loro di mano.
Il terzo anno di attività pubblica di Gesù era ormai praticamente finito e, a corona dello stesso, il Gesù valtortiano aveva messo la sua 'Conclusione' che era stata anche la nostra e che abbiamo riletto anche nella Introduzione a questo nostro secondo volume.

 

Egli - dopo aver premesso che dopo la fine del terzo anno di attività pubblica sarebbe venuto il periodo preparatorio alla Passione, il più drammatico - aveva illustrato l'importanza di quanto mostrato: la conoscenza del mondo ebraico e la conoscenza dell'Uomo-Dio, un Uomo al di sopra del senso, dell'egoismo, del rancore, tentato da tutto un mondo alla vendetta, al potere, alle gioie umane anche oneste, un Uomo che ha dovuto soffrire, vivendo nel mondo, a causa della infinita distanza fra l'imperfezione ed il peccato del mondo e la sua Perfezione.
E si era domandato se lo avrebbe compreso la nostra società moderna, alla quale Egli donava tutta questa conoscenza per farla forte contro gli assalti di Satana e del mondo, oggi più violenti che mai.
 Anche oggi Egli sarebbe stato segno di contraddizione, ora come allora. I buoni - nel conoscerlo meglio - avrebbero avuto reazioni buone. Gli altri reazioni malvage, come gli scribi, i farisei, i sadducei e i sacerdoti di duemila anni fa.
E anche oggi - ed io aggiungo: nell'imminenza di grandi avvenimenti che riguarderanno l'intera Umanità - un giudizio sarà fatto sugli uomini a seconda di come essi avranno accettato e seguito Gesù che con un nuovo tentativo di infinita Misericordia si è fatto meglio conoscere nell'Opera valtortiana.
Vi avevo detto, all'inizio di questo mio lavoro, che l'Opera valtortiana sulla vita evangelica di Gesù avremmo potuto considerarla come un film e che io ve lo avrei raccontato con mie parole, commentandovelo come meglio potevo per farvelo in qualche modo rivivere.
Non so se fino ad ora ho saputo farlo e soprattutto se sono riuscito - con quanto vi ho scritto - ad infondervi la curiosità di andare a leggere e meditare l'Opera nella sua versione integrale.
A questo punto non mi rimane che continuare il racconto che - dopo la Passione di Gesù sul Golgota, la sua Resurrezione e successiva Ascensione al Cielo - si concluderà con la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo e la nascita della Chiesa.


1 Quasi due millenni dopo di allora, sappiamo che David Ben Gurion - leader della comunità ebraica in Palestina  e  seguace di Theodor Herzl, il fondatore del movimento sionista - dopo aver dedicato tutta la vita alla creazione di una patria per gli ebrei, proclamò la costituzione dello Stato di Israele il 14 maggio 1948.

2 Apocalisse 19, 11-16 e Mt, 24