CAP. 17

IL CARDINALE E L’AMMONIMENTO PROFETICO
DI VLADIMIR SERGEEVIC  SOLOV’EV  

 

17.1 La riflessione del Cardinale sull’Anticristo

Possiamo ben dire di essere quasi arrivati alla conclusione del nostro ‘Viaggio nell’Apocalisse verso l’Anticristo prossimo venturo’.
Non conosciamo i ‘tempi’ di avveramento delle profezie dell’Apocalisse ma abbiamo ormai capito l’importanza della posta in gioco.
Non importa – alla fin fine – sapere cronologicamente  in quale ‘sigillo’ o ‘squillo di tromba’ ci troviamo a vivere, quanto avere la consapevolezza che l’Umanità dovrà affrontare prima o poi esperienze drammatiche, anche cruente e non di sola perdita di fede, alle quali sarebbe bene essere psicologicamente e spiritualmente preparati.
Essere nella quinta Chiesa del quinto sigillo, come taluni ritengono, o nella sesta come ritengono altri - come pure essere nella settima Chiesa di Laodicea del settimo millennio della cosiddetta  settimana universale e per di più all’inizio della quinta ‘tromba’, come riterrei io - non cambia la situazione.
Questi sono particolari tutto sommato irrilevanti rispetto al fatto in se stesso: quello dell’Anticristo prossimo venturo.
Abbiamo visto che la durata di una ‘Chiesa’ intesa come ‘periodo storico’ può essere anche di secoli, e abbiamo anche capito che sono di entità diversa le durate dei periodi storici delle varie ‘Chiese’, come pure lo svolgimento dei tempi delle ‘trombe’ e del versamento delle sette ‘coppe’ che io presumo assumeranno un ritmo rapido ed incalzante dopo la quinta ‘tromba’, cioè dopo quella caduta di un ‘astro’ dal cielo con l’apertura delle porte dell’inferno, di cui l’Apocalisse parla.
Nel momento in cui scrivo queste ultime righe mi viene tuttavia alla mente una segnalazione che mi era pervenuta tempo fa via internet da una Agenzia di informazioni on-line. 1
Essa segnalava che il Cardinale Giacomo Biffi2 – nel corso degli ‘Esercizi spirituali al Papa e alla Curia romana’ – aveva tenuto il 27 febbraio 2007 presso la Città del Vaticano una ‘riflessione’ dal titolo ‘L’ammonimento profetico di Vladimir S. Solov’ev.
Vladimir Sergeevic Solov’ev (o Solovev) nato a Mosca nel 1853, non è molto conosciuto in Italia ma è considerato dagli esperti come un autentico genio del pensiero, poeta, scrittore, filosofo, critico letterario, una delle menti più grandi della Russia.
Giovanni Paolo II lo ha citato nella fondamentale enciclica ‘Fides et ratio’.
Solov’ev ha scritto fra l’altro nel 1900 i ‘I tre dialoghi e il racconto dell’anticristo’.
Giacomo Biffi ha dunque tenuto questa ‘Riflessione’ dedicata a quest’opera ma già il termine di ‘ammonimento profetico’, nel titolo della sua ‘Riflessione’, fa intuire quale sia il pensiero del Cardinale sulle ‘intuizioni’ di Solov’ev.
Nella recensione dell’intervento del Cardinal Biffi fatta dalla suddetta Agenzia di informazione si legge dunque (i grassetti sono i miei):

«Facendo riferimento in particolare all’opera suddetta del filosofo russo, l’Arcivescovo emerito di Bologna ha ricordato che ‘l’anticristo si presenta come pacifista, ecologista ed ecumenista. Convocherà un Concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo quindi qualcosa ad ognuno. Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti’.
Secondo la sintesi del porporato offerta dalla ‘Radio vaticana’ il Cardinale Biffi avrebbe spiegato che ‘l’insegnamento lasciatoci dal grande filosofo russo è che il Cristianesimo non può essere ridotto ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale con Gesù Cristo’
‘Verranno giorni in cui nella cristianità si tenterà di risolvere il fatto salvifico in una mera serie di valori’ha scritto nella sua ultima opera nell’anno 1900 il filosofo russo Vladimir Solovev, che con grande acume aveva profetizzato le tragedie del XX secolo.
Nel ‘racconto breve dell’Anticristo’ Solovev scrive: ‘Incalzati dall’Anticristo, quel piccolo gruppetto di cattolici, ortodossi e protestanti risponderanno all’anticristo: ‘Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo’.
Per il Cardinale Biffi questo racconto è un ammonimento. ‘Oggi infatti corriamo il rischio di avere un Cristianesimo che mette fra parentesi Gesù con la sua Croce e Resurrezione’.
L’Arcivescovo emerito di Bologna ha spiegato che se i cristiani ‘si limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti. Ma così avremmo rinunciato a Gesù, alla sconvolgente realtà della Resurrezione’.
Per il Cardinale Biffi è questo il ‘pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi’, perché ‘il Figlio di Dio, non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante’.
     “Tuttavia - ha precisato il porporato - tutto ciò non significa una condanna dei valori, che tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento. Ci sono, infatti, valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia’.
Il Predicatore degli Esercizi spirituali per la Quaresima di quest'anno ha quindi precisato che “ci sono valori relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza’.
 In conclusione, il Cardinale Biffi ha affermato che “se il cristiano per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell’anticristo’.
Sull’anticristo e sul romanzo di Solovev, il Cardinale Biffi aveva già svolto una dettagliata relazione il 4 marzo del 2000 in una conferenza organizzata dal centro Culturale E. Manfredini e dalla Fondazione Russia Cristiana.
Il testo del suo intervento è stato poi riportato per intero nel libro “Pinocchio, Peppone, l’Anticristo” (Cantagalli, 2005).
In quell’intervento, ricordando le parole profetiche del filosofo russo, il Cardinale di Bologna aveva detto: “Soprattutto è stupefacente la perspicacia con cui (Solovev) descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento, crisi che Solovev vede come l'Anticristo che riesce a influenzare e a condizionare un pò tutti, quasi emblema, ipostatizzazione della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni’.
“L'Anticristo – proseguiva – sarà 'convinto spiritualista', un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo’
E ancora, ironizzava il Cardinale Biffi, quell'Anticristo sarà anche un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea honoris causa a Tubinga. Soprattutto, si dimostrerà un eccellente ecumenista, capace di dialogare 'con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza'.

 

 

17.2 La ‘mia’ riflessione sulla ‘Riflessione’ del Cardinale 

La recensione pare ineccepibile tranne che per il fatto che – per quanto io ricordi di aver letto – il racconto profetico di Solov’ev fosse ambientato non nel XX secolo, come recita la recensione della Radio Vaticana, e cioè nel novecento, come a dire ‘acqua passata’, ma nel XXI secolo, cioè quello che è iniziato da pochi anni appena.
Non vi è dubbio che le parole del Predicatore - per il suo prestigio personale, morale, intellettuale, per la sede in cui sono state pronunciate, per l’occasione solenne, per il momento di crisi di fede che la Chiesa gerarchica e dei fedeli sta attraversando, per gli interlocutori interni ed esterni ai quali la ‘Riflessione’ era proposta  - siano da prendere molto seriamente.
Un certo personaggio politico italiano diceva argutamente e sornionamente qualche anno fa un qualcosa come  «…A pensar male si fa peccato ma molto spesso ‘ci si azzecca’».
Incuranti del rischio di peccato e sperando in una non troppo severa punizione in Purgatorio, a noi , ‘laici e smaliziati’, potrebbe sorgere un dubbio.
E se, con quanto dice il Cardinal Biffi che predica quella che egli chiama qui ‘la realtà sconvolgente della Resurrezione’, noi ci trovassimo di fronte ad un garbato ma molto serio ammonimento indiretto mandato ai vari teologi presenti e passati, che la mettevano in dubbio – taluni persino epigoni del modernista Rudolph Bultmann - come i Lehmann, i Rahner, i Kasper, per non parlare dei Drewermann o di chi altri ancora?
Si sa che i cardinali sono abilissimi nella dialettica e sanno dire le cose più ‘pesanti’ con il sorriso sulle labbra.
Se volessimo però esercitarci in una del tutto personale riflessione sulla suddetta Recensione, scorrendo con lo sguardo quelle parole del Cardinale, riferite all’Anticristo di Solovev, o meglio le parole che io ho messo in grassetto, potremmo dedurre quanto segue.
Se ‘l’Anticristo’ convocherà un Concilio ecumenico, costui non sarà semplicemente una ‘astrazione’ cultural-spirituale che rappresenti lo ‘spirito’ anticristico dei tempi ma sarà un Anticristo-uomo che avrà il potere e l’autorità religiosa di convocare o indurre qualcuno a convocare un Concilio ‘ecumenico’ di tutte le religioni cristiane.
Non è necessario essere Papi per essere Anticristi, così come Giuda Iscariota – che tradì Gesù – non era il Capo degli apostoli e come Anticristi furono anche Imperatori dell’epoca romana e capi di governo successivi, sia pur solo ‘Precursori’ dell’Anticristo finale.
Pur di ottenere l’accordo – in nome dell’unità dei cristiani – delle varie religioni l’Anticristo dovrà tuttavia elaborare un ‘compromesso’ che stemperi le verità tradizionali del Cattolicesimo per adeguarle a quelle delle altre fedi, concedendo qualcosa ad ognuna di queste.
La reinterpretazione ‘moderna’, finalmente ‘al passo coi tempi’, che l’Anticristo farà del Cristianesimo ridurrà quest’ultimo non più all’incontro centrale e personale con Gesù ma ad una serie di valori umani.
Questo è del resto quello che sostanzialmente sembrano pensare quei teologi di cui ha parlato Antonio Socci in quel suo articolo, i quali - negando la Resurrezione di Gesù - ne negano di fatto la divinità, riducendolo a ‘uomo’ e ridimensionando i suoi insegnamenti da precetti divini a norme di comportamento etico-morali che in quanto tali possono essere relativizzate ed adattate alla cultura di ciascun popolo e anche a quella di ciascun credente.
Tali norme non saranno più considerate valori spirituali oggettivi facenti parte della Legge naturale incisa da Dio nel cuore di tutti gli uomini affinché ciascuno intuisse come condursi indipendentemente da quanto insegnato dalla religione di appartenenza.
Sarà il triondo del Relativismo morale e religioso, delle religioni anche individuali e ‘fai da te’.
La maggioranza dei cristiani – specie quella non praticante o poco praticante, quella della ‘Chiesa di Laodicea’ che il Gesù dell’Apocalisse aveva promesso di ‘vomitare’ perché né calda né fredda – troverà finalmente adeguata ai tempi ‘moderni’ questa impostazione e questa nuova morale che essa accetterà ben volentieri, in quanto i valori del mondo sono alla fin fine i ‘suoi’ valori.
Essa seguirà entusiasta la dottrina dell’Anticristo che – in realtà Falso Messia - verrà davvero considerato ‘Profeta dei Tempi Nuovi’, venuto per restaurare il giusto ordine delle cose offuscato dal ‘bigottismo’ e dal ‘fondamentalismo’ cattolico di quella parte di fedeli e della Chiesa gerarchica che si rifarebbe ‘ottusamente’  alla Tradizione millenaria, ma proprio per questo ‘medioevale’, della Chiesa…
Una parte del Clero – di cui vediamo già da qualche decennio robuste ‘avanguardie’ - seguirà con entusiasmo le nuove linee guida, perché in fin dei conti essa penserà di poter essere più vicina ai ‘bisogni’ della ‘gente’ e sarà alla fin fine anche più facile avere un ‘colloquio’ con ‘la gente’ e ‘riempire’ le chiese di ‘gente’
Gli altri del Clero si adegueranno per paura, per impotenza o per rassegnazione.
L’Anticristo – esperto esegeta dalla vasta cultura biblica – saprà ben trovare gli argomenti, nelle pieghe del Vangelo, volti a convincere chi vorrà essere convinto.
Molti sacerdoti, vescovi e cardinali non saranno però d’accordo, ma verranno messi in minoranza anche di fronte ‘alla gente’ che li considererà dei ‘ribelli’, anzi degli ‘eretici’.
Una parte dei veri fedeli: cattolici, ortodossi e protestanti, avendo magari nel frattempo anche ben letto l’Apocalisse  - che in Chiesa, non so se lo avete notato, i sacerdoti non spiegano quasi mai - mangerà però ‘la foglia’, capirà l’inganno e - guidata dalla minoranza di Sacerdoti fedeli al Cristo Risorto - si opporrà cercando di guadagnare tempo in attesa che passi la bufera di quei quarantadue mesi di cui l’Apocalisse parla anche riferendosi a quella Roma calpestata dai ‘pagani’.
Sarà un ‘piccolo resto’ che tornerà ‘nelle catacombe’, quanto meno culturali e religiose, se non addirittura materiali.
Fino al momento in cui il Gesù dell’Apocalisse – che è sempre presente e tutto osserva al nostro fianco anche se invisibile – decreterà il suo ‘Basta’ con accompagnamento di squilli di tromba e versamenti di ‘coppe dell’ira di Dio’ fino alla sconfitta della Bestia, cioè della personificazione umana dello ‘spirito dell’Anticristo’ e di quella parte di Umanità che – come diceva il Cap. 18 dell’Apocalisse parlando della caduta della Gran Babilonia, la Prostituta famosa – vedrà andare in fumo le ricchezze materiali di un sistema socio-economico mondiale basato sull’iniquità.
Secondo il Cardinal Biffi è stupefacente la perspicacia con la quale Solovev descrive in anticipo la grande crisi che avrebbe colpito il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento, crisi morale, spirituale e culturale che Solov’ev - secondo il Cardinale - vedrebbe come allegoria dell’Anticristo.
Non sono però affatto sicuro – lo ribadisco - che Solov’ev ‘allegorizzi’ l’Anticristo solo come un fenomeno astratto di apostasia e quindi di mero ‘spirito anticristico’.
Gli spiriti non indicono infatti concili ecumenici né tantomeno sono esperti esegeti laureati ‘a Tubinga’.
Gli spiriti satanici – al momento opportuno - hanno sempre bisogno di uomini da possedere per convincerli a realizzare umanamente i loro progetti.
Capisco che per un ‘uomo di Chiesa’ sia drammatico il solo pensare alla eventualità che l’Anticristo sia un uomo ‘di chiesa’, ma Giuda era pur stato un membro del collegio apostolico, e anche abile e di fiducia se alla fin fine era anche quello che teneva le chiavi della Cassa.


1 Da ZENIT <zenititaliano@zenit.org - Servizio quotidiano del 28 febbraio 2007

2 Giacomo Biffi, nato a Milano nel 1928, ha ricoperto importanti cariche nell’ambito della Cei, poi Arcivescovo di Bologna e Cardinale, autore di numerose opere a carattere teologico e catechetico.