CAP.10
IL ‘QUARTO’ SEGRETO DI FATIMA…
STORIA, POLITICA E PROFEZIA
(1)
10.1 Le richieste della Madonna e la mancata Consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato.
Coloro che attaccano le religioni sostengono che si tratta di invenzioni antropomorfiche perché esse attribuiscono a Dio - in particolare a quello giudaico-cristiano - il modo di ragionare di un uomo, segno che quello non è il Dio vero perché Dio, che se esistesse non sarebbe un uomo, non può appunto ragionare come un uomo.
Il ragionamento potrebbe sembrare ineccepibile, ma non tiene conto del fatto che è Dio che ha creato l’uomo, è dunque Dio che ne conosce perfettamente la struttura psicologica e spirituale, e quindi ci parla con un ‘linguaggio’ che possa essere inteso dall’uomo ma esprimendo dei concetti e dei principi che sono anche concetti e principi di Dio, avendoci Egli fatto – come già detto – a sua immagine e somiglianza.1
Dio – qualunque sia la realtà dell’anima e del Paradiso – vuole la nostra ‘salvezza’.
Noi non sappiamo in realtà in cosa consista ma Egli ci indica come comportarci per ottenerla.
E’ chiara dunque l’importanza che Egli annette alle questioni spirituali e come tutto ciò che Egli ci suggerisce sia proprio in funzione di queste.
Il discorso di fondo è che Dio vuole diffondere nell’Umanità pervertita dal Peccato originale un comportamento improntato all’Amore che – anche se verrà ‘vissuto’ dall’uomo, ormai decaduto, in maniera ‘relativa – è pur sempre il Lasciapassare per il Regno del ‘cosiddetto’ Cielo.
Dio tuttavia ci vuole lasciare liberi e rispetta la nostra libertà perché – lo abbiamo detto – è nella libertà che risiedono sia la nostra dignità di esseri spirituali superiori sia il merito di aver voluto conquistare il ‘premio’ finale o il demerito per averlo rifiutato.
Se l’uomo non accetta i suggerimenti di Dio, Egli non si impone, si ritira e – rispettando la volontà dell’uomo – lo abbandona all’Anti-Dio, cioè a Satana, che l’uomo mostra nei fatti di aver preferito.
Tuttavia Dio ci avvisa sempre in anticipo e spesso, con forte insistenza, richiamandoci all’ordine e dandoci delle possibilità di resipiscenza, chiedendoci tuttavia delle prove che dimostrino la nostra volontà di rientrare nei ranghi.
Non sarà sufficiente la nostra sola volontà, ma Dio si accontenta di questa perché allora interviene in nostro aiuto dandoci i sostegni personali e – per quanto attiene alla società umana nel suo complesso – intervenendo anche nel corso della Storia per modificarne l’andamento.
Nel capitolo precedente avevamo esaminato la situazione generale della società umana e avevamo concluso che – essendo arrivati al fondo del ‘barile’ – potevamo ragionevolmente dedurre che non solo noi staremmo vivendo il periodo storico nel suo complesso della Chiesa di Laodicea, iniziata presumibilmente circa duecento anni fa, ma – nell’ambito dell’apertura del settimo sigillo – che saremmo addirittura giunti nell’epoca fra il quinto ed il sesto squillo di tromba, quello che caratterizza la venuta dell’Anticristo nella sua fase non ancora manifestamente apparente.
Un elemento che confermerebbe questa nostra convinzione è costituito dalla straordinaria manifestazione della Madonna a Fatima nel 1917 – unico del genere nella storia del Cristianesimo - e dai contenuti delle sue rivelazioni.
Recentemente è uscita alle stampe l’opera del noto giornalista e scrittore Antonio Socci: ‘Il quarto segreto di Fatima’, un autentico masso nello stagno. 2
L’Opera é una vera e propria ‘inchiesta’ di chiara e rapida lettura - dallo stile ‘giornalistico’ ma ‘scientifico’ - sulle vicissitudini del terzo segreto di Fatima. L’analisi è cronistica, lo stile asciutto, ma l’indagine è a 360 gradi. Egli si pone tante domande, offre tante risposte ma non concede nulla alla fantasia né alla dietrologia.
E’ un’opera franca, diretta, senza infingimenti, che prevedo sarà apprezzata da molti ma che potrebbe risultare indigesta per taluni, un’opera conforme al carattere dello scrittore, un combattente che – piaccia o non piaccia - nel campo della fede non si sottrae mai alle battaglie facendo suo il motto evangelico per cui il suo dire deve essere: ‘Sì, sì…, No, no!’
Partendo dalla rivelazione profetica più importante degli ultimi secoli della storia dell’Umanità, lo scrittore mette razionalmente a fuoco una miriade di fatti che hanno coinvolto il mondo nel Novecento riuscendo ad indirizzare potenti fasci di luce che illuminano detta rivelazione rendendola più comprensibile anche per quanto riguarda il prossimo futuro.
Un’opera che – poiché per il suo rigore analitico difficilmente potrà essere contestata nel suo insieme – qualcuno forse preferirebbe venisse almeno avvolta dal silenzio, parlandone il meno possibile. E’ per questo che ve ne parlo.
Brevemente…
La Madonna appare varie volte a Fatima, in Portogallo, ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francisco. La prima apparizione è del 13 maggio 1917, alcuni mesi prima della rivoluzione bolscevica in Russia, e l’ultima è del 13 Ottobre 1917.
In tale ultima circostanza la Madonna – per dare un segno sulla Verità delle apparizioni e delle rivelazioni fatte ai tre pastorelli – prima segnalò in anticipo e poi produsse il famoso miracolo del sole ‘rotante’ al quale assistettero circa settantamila persone fra le quali molti giornalisti atei e anticlericali che, prima increduli e poi allibiti, furono tuttavia costretti a darne notizia nei loro giornali e a ricredersi.
La rivelazione ai pastorelli fu una ma consistette di tre parti.
Nella prima i giovanetti ebbero una visione terribile dell’Inferno.
Nella seconda la Madonna, spiega che all’Inferno vanno le anime dei ‘poveri peccatori’ per salvare i quali Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Suo Cuore Immacolato.
Se verrà fatto quanto Lei chiederà molte anime si salveranno.
Lei anticipa che la prima guerra mondiale sta per finire ma se gli uomini non avessero smesso di offendere Dio ne sarebbe cominciata una seconda ben peggiore per punire il mondo dei suoi delitti.
Per impedire ciò la Madonna chiede la Consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati del mese. Se le sue richieste fossero state ascoltate la Russia si sarebbe convertita e gli uomini avrebbero avuto pace, in caso contrario la Russia avrebbe diffuso i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa, con la martirizzazione dei buoni.
Il Santo Padre ne avrebbe molto sofferto, diverse nazioni sarebbero state annientate anche se alla fine il Suo Cuore Immacolato avrebbe trionfato e il Santo Padre le avrebbe consacrato la Russia che si sarebbe convertita e sarebbe stato concesso un certo periodo di tempo di pace.
Questa seconda parte del Segreto – nella trascrizione della pastorella poi divenuta Suor Lucia - termina tuttavia con queste testuali parole: ‘In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede etc. Questo non ditelo a nessuno. A Francisco sì potete dirlo’. 3
La terza parte del segreto cominciava proprio da questa frase misteriosa relativa alla conservazione della fede nel Portogallo (cosa che fa implicitamente presumere la perdita della fede negli altri paesi) e con quel ‘etcetera’.
Ma il testo di questo ‘etcetera’, che avrebbe dovuto anche spiegare la questione della conservazione o meno della fede, non venne rivelato al mondo nemmeno quando la veggente Suor Lucia – che anche negli anni seguenti in monastero continuò ad avere molte visioni della Madonna di Fatima - disse che la Madonna le aveva fatto intendere che la terza parte del segreto avrebbe dovuto essere fatta conoscere a partire dal 1960.
10.2 Uno sguardo storico retrospettivo: una Chiesa in difficoltà.
Il 1960, sia detto per inciso, cadeva in un periodo molto importante per la storia della Chiesa cattolica moderna. In quel periodo era in fase di preparazione il famoso Concilio Vaticano II.
E’ opinione diffusa fra molti specialisti che la ‘Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria’ – tentata in seguito a più riprese e anche da Papa Giovanni Paolo II – non fosse stata in realtà mai fatta nella forma solenne e grandiosa mediante anche la partecipazione contemporanea di tutti i vescovi del mondo in unione con il Santo Padre, né con l’invito espresso alle comunioni riparatrici dei primi cinque sabati del mese.
Da un lato vi erano forse i dubbi che le gerarchie ecclesiastiche sono solite avere nei confronti delle rivelazioni mistiche dove non sempre si riesce a separare quanto viene da Dio e quanto in qualche modo potrebbe venire inconsciamente da una ‘interpretazione’ del veggente o da un suo ‘vissuto interiore’ inconscio.
Evidentemente il miracolo del sole prodotto dalla Madonna ed annunciato con largo anticipo non era bastato a convincere gli iperrazionalisti della Gerarchia ecclesiastica.
Dall’altro – negli anni dal 1920 al 1960 e anche dopo – si accavallarono probabilmente degli intrecci di considerazioni di opportunità politica ma anche religiosa.
Infatti una Consacrazione così solenne al Cuore Immacolato di Maria per impedire la diffusione degli errori della Russia da parte di quella Dittatura totalitaria atea, avrebbe messo l’ideologia e l’operato di quel paese sotto la lente di ingrandimento del mondo intero, in un’ottica del tutto negativa.
Ciò avrebbe potuto in teoria comportare forse ulteriori persecuzioni contro i cattolici che vivevano nei paesi sotto l'influenza dell'Unione Sovietica.
Inoltre quella Consacrazione fatta da un Papa cattolico avrebbe forse potuto non risultare gradita nemmeno alle gerarchie religiose ortodosse di quei paesi le quali avrebbero potuto forse interpretarla come un'ingerenza della Chiesa cattolica nella loro sfera religiosa.
Ma sarebbe potuta risultare sgradita forse anche a quelle cattoliche, già peraltro in gravi difficoltà in quei regimi, che per di più avevano al proprio interno personaggi che avevano aderito ai servizi segreti governativi che potevano condizionarle. Condizionamento politico del resto clamorosamente emerso fra il 2006 e il 2007 dai fatti, già riportati con ampio risalto dalla stampa internazionale, che hanno coinvolto prima il Metropolita di Varsavia e poi alcuni altri influenti personaggi religiosi e vescovi polacchi che erano risultati iscritti nelle liste dei collaboratori dei servizi segreti di quel Paese.
Avrebbe forse potuto risultare sgradita a quelle frange rumorose delle gerarchie cattoliche che ancor oggi imprecano, sui loro libri, contro il ‘Madonnismo’, visto come un ‘devozionismo’ ignorante e popolare.
Avrebbe forse potuto risultare sgradita a quella parte di opinione pubblica internazionale ideologicamente agnostica e non credente e anche a quei Governi occidentali non propriamente di spirito ‘cattolico-cristiano’.
Infine – dal punto di vista della politica ‘ecumenica’ perseguita dalla Chiesa - la Consacrazione alla Madonna sarebbe potuta forse risultare sgradevole anche ad una parte del mondo cristiano protestante che, come noto, rifiuta di concedere alla Madonna il ruolo e la devozione importante che le viene attribuito dalla Chiesa cattolica.
Erano infatti tempi di impetuoso ‘ecumenismo’ rivolto al protestantesimo la cui chiave di interpretazione – per molte gerarchie cattoliche – era la rinuncia, in nome di una maggior unità dei cristiani, a certi valori tradizionali del cattolicesimo e la sua omogeneizzazione ad altri valori del protestantesimo.
Come avrete notato i ‘forse’ erano veramente troppi per una Cattolicità che ha veramente perso la Fede.
Chi si interroga su questa misteriosa ‘psicologia’ divina, per cui se le gerarchie ecclesiastiche non fanno una certa cosa allora succederà una serie di avvenimenti che dire drammatici è poco, è perché di questa psicologia non ne ha compreso la sostanza.
Si tratta infatti di una ‘Prova’.
L’Umanità, è avviata su una cattiva strada. Dio si offre di aiutarla, ma per verificarne i titoli di merito le chiede di fare un atto che riconosca la figura e il ruolo fondamentale di Maria SS., la Madre di Dio, e quindi – per quanto concerne il Cattolicesimo – che questo si presti a stabilirne solennemente la devozione a livello mondiale attraverso quella ‘Consacrazione della Russia’ al suo Cuore Immacolato che sarebbe stata percepita come un atto di denuncia verso il più ateo dei regimi totalitari nemici del Cristianesimo e di Dio.
Il non voler accettare una tale richiesta – avrebbe di fatto significato l’accettazione delle conseguenze che sarebbero state provocate da quelle dottrine della cui diffusione – insieme a coloro che le avrebbero promosse - la Chiesa sarebbe diventata in qualche modo corresponsabile. Dunque una cosa gravissima.
Siamo di fronte ad una profezia ‘condizionata’: ‘Se tu farai una certa cosa Io – Dio – non permetterò che succedano certi avvenimenti, se invece tu non la vorrai fare, allora Io – Dio – mi ritirerò e lascerò che la Storia segua il suo corso, con tutte le conseguenze a cominciare da quelle sui vertici delle stesse gerarchie ecclesiastiche, che per prime avrebbero avuto il dovere di ottemperare alla richiesta di Dio, e sugli stessi cristiani apostati’.
Tempi difficili per la Chiesa, dunque, anche perché caratterizzati da una teologia d’avanguardia con tendenze moderniste sempre più rilevanti.4
L’autore Socci - con riferimento al Concilio Vaticano II del 1961, voluto e preparato da Giovanni XXIII, sicuro che stesse per giungere per la Chiesa ‘una nuova primavera, una nuova Pentecoste’ – precisa che l’insospettabile Henry de Lubac, che pure fu parte in causa, ebbe a fare questa terribile diagnosi:5
«Il Dramma del Vaticano II consiste nel fatto che invece di essere gestito da santi – come fu il Tridentino – è stato monopolizzato dagli intellettuali. Soprattutto è stato monopolizzato da certi teologi, il cui teologale partiva dal preconcetto di aggiornare la fede alle esigenze del mondo, e di emanciparla da una presupposta condizione di inferiorità rispetto alla civiltà moderna. Il luogo della teologia cessa di essere la comunità cristiana, cioè la Chiesa e diventa l’interpretazione dei singoli. In questo senso il dopo-Vaticano II ha rappresentato la vittoria del protestantesimo all’interno del cattolicesimo’».
Per farla breve, delle richieste della Madonna la Chiesa per alcuni decenni non ne fece niente a causa di resistenze interne e le terribili profezie annunziate cominciarono così ad avverarsi in crescendo, con la rivoluzione bolscevica, genocidi, martirio di cristiani, seconda guerra mondiale, martirio degli ebrei della Shoah, altre guerre ancora sui vari scacchieri mondiali, come ad esempio quelle terribili in Asia, nella Cambogia di Pol-Pot, nel continente africano e nell’America latina.
Nel contempo – dopo gli anni ’60 – grazie a queste ideologie atee e filosofie agnostiche e laiciste si diffondeva sempre più nel mondo cristiano una tremenda Apostasia, con contestazioni interne contro la Gerarchia da parte di personaggi ecclesiastici di vertice, caduta verticale delle vocazioni sacerdotali e quella sempre maggiore desertificazione delle chiese che tutti possiamo oggi constatare.
I veri cristiani praticanti ed osservanti possono oggi ben definirsi quel ‘piccolo resto’ di biblica memoria, mentre nella gran maggioranza delle persone Gesù – quando non accusato, come già accennato, di essere un personaggio ‘mitico’ inventato dalle ‘fabulazioni’ dei primi cristiani – è considerato da molti agnostici un uomo ispirato, certamente il più saggio e buono, ma certamente solo un uomo.
Il ventesimo secolo passerà alla Storia – anche a detta di pontefici - come un secolo satanico, il più tremendo degli ultimi 2000 anni, con quei circa cento milioni di morti già menzionati per non parlare delle sofferenze delle centinaia di milioni sopravvissuti.
Ma cosa indusse il Vaticano ad avocare e richiamare a Roma negli anni 40 la documentazione ed il carteggio sulle apparizioni, già gelosamente custoditi per competenza dai vescovi del Portogallo ai quali sarebbe inoltre spettato il compito della rivelazione della terza parte a partire dal 1960?
Perché – nonostante la interminabile serie di illazioni catastrofiche e fughe di notizie sul suo presunto contenuto che in qualche modo era indirettamente trapelato – non si ritenne opportuno troncarle con una immediata pubblicazione del famoso testo che le dimostrasse infondate?
10.3 La tardiva comunicazione del testo della visione ed una interpretazione ‘sospetta’.
Papa Giovanni Paolo II fu un fervido devoto alla Madonna di Fatima alla quale attribuì - certamente con ragione – l’intervento miracoloso che deviò, salvandogli la vita, la traiettoria della pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo.
Fin da quando assurse al Papato egli avrebbe voluto la pubblicazione del Segreto, ma incontrò forti difficoltà interne.
Socci dice che le incontrò proprio nella mentalità protestante (pelagiana e modernista), diffusasi anche nella Chiesa cattolica, che si traduceva nella ostilità a Maria e quindi alla Maria di Fatima.
Il Pelagianesimo, per inciso e qui lo dico per riappacificarmi con Sant’Agostino dopo avergli rimproverato quel suo famoso equivoco interpretativo, fu da lui, contemporaneo del monaco Pelagio, molto combattuto. Pelagio partendo dalla negazione della trasmissione delle conseguenze del Peccato originale per via riproduttiva, giungeva poi a delle conclusioni aberranti che stravolgevano il Cristianesimo.
Contrariamente a quanto comunemente si crede, i Pontefici non sono arbitri assoluti del loro Pontificato ma storicamente e ‘politicamente’ devono ‘tenere conto’ delle Gerarchie interne di Curia che li avvolgono. Essi poi devono ‘mediare’ anche con quelle esterne, evitare ‘fratture’, e non parliamo poi del sempre presente rischio di ‘scismi’ di cui peraltro la storia della Chiesa è piena.
Giovanni Paolo II – pur ormai fisicamente stremato e sofferente - in una cosa riuscì però ad imporsi: nella decisione di promuovere a Fatima nel 2000 la solenne cerimonia, trasmessa in mondovisione, per la beatificazione dei due pastorelli Giacinta e Francisco, che veniva a consacrare in maniera ufficiale la Verità delle apparizioni e quindi delle richieste della Madonna, ed inoltre nella decisione di fare finalmente conoscere il contenuto della terza parte del segreto.
L’autore Socci osserva che in occasione della suddetta cerimonia l’allora Segretario di Stato del Vaticano, Cardinal Sodano, preannunciò che di lì a qualche giorno sarebbe stato pubblicato il testo del Segreto appena fosse stato pronto il commento che il Papa aveva affidato alla Congregazione per la Dottrina e la Fede, ma ne volle tuttavia dare preventivamente, una sua personale interpretazione nei seguenti termini (i grassetti sono i miei):
«La visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani e descrive l’immane sofferenza dei testimoni della fede dell’ultimo secolo del secondo millennio. E’ una interminabile Via Crucis guidata dai Papi del ventesimo secolo. Secondo l’interpretazione dei «pastorinhos», interpretazione confermata anche recentemente da Suor Lucia, il ‘Vescovo vestito di bianco’ che prega per tutti i fedeli è il Papa. Anch’Egli, camminando faticosamente verso la Croce tra i cadaveri dei martirizzati (vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e numerosi laici) cade a terra come morto, sotto i colpi di arma da fuoco. Dopo l’attentato del 13 maggio 1981, a Sua Santità apparve chiaro che era stata «una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola», permettendo al «Papa agonizzante» di fermarsi «sulla soglia della morte» (Giovanni Paolo II, Meditazione con i vescovi italiani). In occasione di un passaggio da Roma dell’allora Vescovo di Leira-Fatima, il Papa decise di consegnargli la pallottola, che era rimasta nella jeep dopo l’attentato perché fosse custodita nel Santuario. Per iniziativa del Vescovo essa fu poi incastonata nella corona della statua della Madonna di Fatima».
Ecco invece (e anche qui i ‘grassetti’ sono i miei…) il testo reale della trascrizione della visione che era stata fatta da Suor Lucia :
«Dopo le due parti che ho già esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra: scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: «qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti», un Vescovo vestito di Bianco, «abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre». Vari altri vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come fossero di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava sul suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli sparavano vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nel quale raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».
Antonio Socci osserva tuttavia al riguardo che - rispetto alla visione descritta dalla veggente - l’interpretazione fornita dal Cardinale nel discorso da lui tenuto il 13 maggio del 2000 a Fatima appare come una ‘macroscopica forzatura’.6
Il Cardinale non legge il testo del segreto ma anticipa la propria interpretazione, per cui Socci cita qui le parole del vaticanista nonché noto giornalista e scrittore, Andrea Tornielli7 che scrisse al riguardo che il Segretario di Stato ‘Prima ancora di entrare nel merito del contenuto vuole fissare i paletti per una sua giusta interpretazione’.
Inutile entrare in questa sede nella lucida analisi che l’autore fa sulle falle che tuttavia emergono dal complesso di questa interpretazione. Esse sono molte e sarà dunque a questo scopo molto più utile la lettura dell’opera. Qui basti ricordare che il Papa della visione non cade a terra come fosse morto, ma viene invece ucciso, il che non è certo come l’essere feriti. Inoltre la scena della visione evoca una tragica situazione di guerra e distruzione per di più con soldati che sparano e uccidono anche molti sacerdoti, religiosi e laici. Un quadro di insieme ben lontano, dunque, dalle condizioni generali in cui si realizzò l’attentato a San Pietro da parte del killer Alì Agca.
Secondo Socci, poi, l’attentato a Giovanni Paolo II del 1981 sta alla visione esattamente come altri attentati subiti in precedenza dai pontefici, ad esempio l’accoltellamento a Manila di Paolo VI nel 1970.
L’interpretazione del Segretario di Stato – dice ancora Socci - è tutta rivolta al passato: una visione che riguarda i martiri cristiani del Novecento. Secondo la sua interpretazione la terza visione sarebbe conseguentemente null’altro che una ripetizione di quanto già enunciato nella seconda parte del Segreto (per lo più la rivoluzione comunista del 1917) il cui epilogo sarebbe l’attentato a Papa Giovanni Paolo II, peraltro conclusosi con la guarigione.
10.4 Ma allora chi è il Papa ucciso della visione di Fatima? E chi è l’Anticristo?
Antonio Socci scrive ancora8 che ‘contrariamente a ciò che si crede e i mass media hanno ripetuto, mai nessuna autorità della Chiesa ha ufficialmente identificato il Papa ucciso del Terzo segreto con Giovanni Paolo II, né la visione profetica di quell’assassinio con il fallito attentato di Piazza San Pietro del 13 maggio 1981’.
L’autore precisa tuttavia doverosamente che il Segretario di Stato non ha mai, da parte sua, formulato una tale identificazione, anche se la suddetta credenza diffusa dai mass media parrebbe essere stata in qualche modo indotta proprio dalla ‘interpretazione’ fornita dalla eminente personalità vaticana.
Ora il problema non è quello di non credere che Giovanni Paolo II sia stato salvato grazie ad un intervento speciale della Madonna, come egli stesso fermamente credette per via anche della stupefacente ricorrenza della data dell’attentato del 13 maggio 1981 analoga alla data delle apparizioni di Fatima, ma di capire invece se fosse proprio lui o invece un altro ancora il Papa di quella visione profetica che lo mostrava 'ucciso da un gruppo di soldati'.
Un Papa cioè ancora da venire, con quel quadro di tragedia della città distrutta e di martirio generale che emerge dalla visione dei pastorelli.
Certo, non si può escludere e anzi potrebbe essere probabile il significato allegorico della visione: si potrebbe allora ipotizzare un papa come Giovanni Paolo II che porta la sua croce fisica e spirituale nella ‘città’, cioè in un mondo moralmente e spiritualmente ridotto in rovina, circondato da prelati e da fedeli che vengono spiritualmente colpiti, e magari non solo spiritualmente, dai ‘soldati’ spirituali di Satana, cioè gli uomini nemici del Cristianesimo.
In tale caso, penso, la centralità del messaggio sarebbe costituita non solo da un papa che avrebbe dovuto morire secondo quel che avrebbe dovuto essere l’originario svolgersi degli avvenimenti (ma che è stato poi in via eccezionale salvato, come avevo ipotizzato fin dall’inizio nella Presentazione, da un intervento straordinario della Madonna), ma anche da un generale abbandono della fede, la famosa Apostasia, non solo fra i nemici esterni che ‘uccidono’ spiritualmente i rappresentanti della Chiesa, ma – quel che è molto peggio - anche fra le stesse gerarchie.
L’Apocalisse ci ha ormai abituato ai simbolismi. La città in rovina non sarebbe in tal caso la città di Roma in quanto tale ma la Chiesa dei cristiani in senso generale, intesa nella sua parte gerarchica ‘docente’ ed in quella cosiddetta ‘militante’ dei fedeli.
La Madonna a Fatima nel 1917 ci voleva forse avvisare di questo enorme pericolo futuro nel caso la Chiesa non avesse accondisceso alle richieste di Dio. In tale ipotesi mancherebbe apparentemente alla profezia di Fatima il famoso ‘etcetera’ al quale abbiamo accennato, cioè - forse - l’Apostasia con l’atto conclusivo che ne sarebbe derivato: l’Anticristo prossimo venturo.
Il tutto comunque non escluderebbe la possibilità che la città distrutta, oltre che rappresentare la Chiesa, possa rappresentare anche materialmente Roma al centro di qualche evento interno o internazionale che possa determinare in un futuro ancora da verificarsi una situazione del genere.
Le pressioni esterne sul Vaticano per conoscere l'esatta natura del 'segreto' da parte di Vescovi e studiosi di tutto il mondo erano state numerose, come si apprende anche dalla ricchissima Bibliografia sull’argomento. La inspiegabile mancanza di una risposta nel corso di vari decenni, aveva finito per dare la stura ad una ridda di ipotesi incontrollabili, e la mancata sconfessione ufficiale delle stesse alimentava ancora di più le congetture. Da quelle catastrofiche di qualche sconvolgimento geo-fisico, a quelle di una terza guerra mondiale, a quelle infine - per la Chiesa ancora peggiori - di una crisi epocale di fede non solo fra il popolo dei credenti, non più credenti, ma ipotizzata fra le stesse alte gerarchie, con rischio di anticristi, scismi e via dicendo.
Se poi qualcuno pensa all’Anticristo come ad un potentato politico che scatenerà l'orrore, c'é chi ritiene che per la Chiesa sarebbe ben più orrendo un 'Giuda' interno, come preannunciato da famose profezie e in particolare da quella di La Salette nel 1846 (dove oggi sorge un grandioso Santuario) quando La Madonna apparve ai ragazzi Melania e Massimino dicendo fra l’altro che – dopo una falsa pace nel mondo – vi sarebbe stata un’ultima grande guerra e che in quel tempo sarebbe sorto l’Anticristo e che Roma ‘perderà la fede e diverrà la sede dell’Anticristo’. Profezia escatologica, questa, e dunque di difficile interpretazione e per di più molto ‘discussa’ anche a causa della gravità di quest’ultima affermazione.
Continueremo con i nostri lettori nel prossimo capitolo l’analisi di questa vicenda che promette spunti interessanti con riferimento anche a quelli che nel gergo profetico vengono chiamati i prossimi ‘nuovi tempi’.
Riusciremo così finalmente anche a capire il nesso e quindi il ruolo delle rivelazioni ricevute negli anni '40 del secolo scorso dalla mistica Maria Valtorta in merito alla vicenda di Fatima.
1 Vedi dell’autore: ‘LA GENESI BIBLICA FRA SCIENZA E FEDE’ , Vol. III, Capp. dall’8 al 12 – Ediz. Segno 2006 – testi consultabili e liberamente scaricabili dal sito internet dell’autore: https://www.ilcatecumeno.net
2 A. Socci: ‘Il quarto segreto di Fatima’, 252 pagine, Rizzoli, 2006
3 Francisco, vedeva in visione la Madonna ma non sentiva le sue parole…
4 Modernismo: È un complesso di dottrine sorte nel secolo XIX-XX per l’influsso delle moderne filosofie dell’immanenza, adottate per interpretare il Cristianesimo e renderlo accessibile alla cultura contemporanea. Fu condannato da San Pio X come demolitore d’ogni religione positiva, essendo infetto di agnosticismo, di immanentismo, di relativismo ed evoluzionismo.
A questo riguardo – e per una miglior comprensione di quanto qui si dice in merito ad uno sguardo storico retrospettivo sulla Chiesa in difficoltà, si ritiene utile e particolarmente illuminante la lettura della Appendice alla presente Opera, con l’articolo ‘Il gigante dai piedi d’argilla’ tratto dalla pubblicazione cattolica ‘Ubi Petrus’, n° 196, del Marzo 2007.
5 ‘Il vero Concilio e chi l’ha tradito’, in ‘Il Sabato’, 12-18 luglio 1980
6 Antonio Socci: Op. citata, pag 46,
7 Andrea Tornielli, ‘Il segreto svelato’, Pag. 9, Gribaudi, Milano 2000
8 A. Socci: Op. citata, pag. 48