CAP. 9
LA ‘CHIESA DI LAODICEA’ CORRISPONDE AL PERIODO STORICO
DELLA NOSTRA SOCIETA’ MODERNA
9.1 ‘Conosco le tue opere: so che non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca’…
Dopo quanto abbiamo fino ad ora spiegato, pensiamo di aver posto veramente le basi per comprendere non solo il seguito dell’Apocalisse ma anche la sua correlazione con la storia di un passato relativamente recente dell’Umanità e del suo possibile futuro.
Noi siamo però persone pragmatiche e più che investigare il passato, ormai alle nostre spalle, vorremmo ora conoscere soprattutto il futuro, per cercare di capire – se vogliamo esser saggi e non solo ‘curiosi’ - cosa ci aspetta allo scopo di sapere come ‘condurci’.
Evitiamo allora di addentrarci nello studio delle prime sei lettere e apertura dei sei primi sigilli dell’Apocalisse perché qui, a noi, interessa il nocciolo del problema e questo appare chiaramente essere rappresentato dalla settima lettera indirizzata, alla ‘Chiesa di Laodicea’, alla cui lettura-ammonizione farà seguito l’apertura del settimo sigillo: quello ‘catastrofico’!
Dopo l’apertura di quest’ultimo, ognuno dei sette Angeli di cui abbiamo già parlato dà infatti fiato in successione alla propria tromba, ma è solo dopo il quarto squillo che un’aquila vola alta nel cielo annunciando i tre futuri ‘guai’ dei successivi quinto, sesto e settimo squillo.
Dopo il settimo squillo, infine, i sette angeli – uno alla volta - cominceranno versare in progressione sopra la Terra la propria coppa ‘colma dell’ira di Dio’.
Si tratta con tutta evidenza di ‘flagelli’ – il cui significato simbolico non è disgiunto da una certa realtà - che colpiscono l’Umanità, di cui l’ultima coppa rappresenta il peggiore e conclusivo che prelude tuttavia alla sconfitta della Bestia.
E’ da notare che dall’Apocalisse sembra che a dispensare i flagelli (detti in altro punto anche ‘tuoni’) siano gli angeli, ma in realtà sono gli uomini che – ribelli alle leggi di Dio - se li procurano da se stessi e gli angeli, per loro punizione, lasciano fare.
Il settimo flagello della ‘Chiesa di Laodicea’ si concluderà – come abbiamo visto dalla cronologia dell’Apocalisse analizzata nei Capp. 2 e 3 precedenti - con la battaglia di Armagheddon, la sconfitta delle due Bestie del mare e delle terra, seguita dall’apparizione in Cielo, sulle nubi, del Gesù Vincente alla testa degli eserciti celesti.
Diventa quindi ora per noi determinante cercare di stabilire, con ragionevole approssimazione, a quale periodo storico della società umana in generale, e cristiana in particolare, questa ‘Chiesa di Laodicea’ corrisponda.
Ecco allora – nell’Apocalisse - cosa Gesù ha mandato a dire alla ‘Chiesa di Laodicea’ con la sua settima lettera:
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Ap 3, 14-22:
E all’Angelo della Chiesa di Laodicea scrivi: ‘Ecco quello che dice l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere; so che tu non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca.
Tu vai dicendo: Io sono ricco, dovizioso, non mi manca niente; e non sai d’essere meschino e miserabile, povero, cieco e nudo!
Io ti consiglio a comprar da me dell’oro raffinato nel fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per rivestirti, affinchè la vergogna della tua nudità non apparisca, e del collirio per ungere i tuoi occhi, affinchè tu possa vedere.
Io riprendo e castigo quelli che amo. Abbi, dunque, zelo e pèntiti.
Ecco, io sto alla porta e busso: se uno sente la mia voce e mi apre, io entrerò da lui e cenerò con lui e lui con me.
Colui che vincerà, lo farò sedere con me sul mio trono, come anch’io, che ho vinto, mi sono assiso col Padre mio sul suo trono.
Chi ha orecchi intenda ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
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Il linguaggio del Signore è molto grave: ‘Conosco le tue opere’ - ammonisce Gesù, il Testimone fedele e verace - ‘tu non sei né freddo né caldo…, io sto per vomitarti dalla mia bocca… Io riprendo e castigo…, pèntiti!... Io sto alla porta e busso…’.
9.2 Proviamo ad interpretare meglio ed a verificare se sia proprio la nostra società contemporanea quella che rischia di essere ‘vomitata’ dalla bocca del Signore
Lo stare alla porta e bussare sta a significare l’imminenza di una venuta, come quella di una persona che sta per entrare in casa e dalla quale ci separa solo l’ultimo diaframma della porta.
L’invito perentorio al pentimento, prima che sia troppo tardi, indica la gravità della situazione.
L’essere né freddi né caldi, per l’occhio di Dio, indica lo stato spirituale peggiore.
E’questa infatti la situazione di coloro che si ‘barcamenano’ stando apparentemente con Dio ma vivendo in realtà secondo le regole del ‘mondo’.
L’immagine cruda che il Signore volutamente usa dicendo: «… io sto per vomitarti dalla mia bocca…» esprime non solo la valutazione morale negativa ma soprattutto il disgusto che questo comportamento suscita in Dio.
Costoro sono infatti fedeli ai valori del mondo, ma - da ipocriti - fanno finta di appartenere a Dio senza rendersi conto che non è possibile ingannarlo perché Dio sa leggere nel profondo dei loro cuori.
Sono dei ‘doppiogiochisti’, tengono i piedi in due scarpe, sono i peggiori, quelli che non hanno neanche il coraggio diabolico – che merita pur sempre il rispetto che si deve ai ‘grandi’ Nemici - di sostenere apertamente le proprie azioni.
L’uomo dichiaratamente nemico di Dio ha almeno il merito della sincerità e del coraggio delle proprie azioni, l’altro che invece finge ha la vigliaccheria dell’uomo falso.
Un ‘Giuda’ che agisce nell’ombra, moralmente e spiritualmente parlando, è peggio di un nemico dichiarato, non solo agli occhi degli uomini ma anche a quelli di Dio.
Volgiamo lo sguardo al passato e cerchiamo di capire – poiché quello che dobbiamo individuare è appunto un periodo storico – a quale ‘società’ può appartenere questo giudizio.
Il giudizio riguarda evidentemente l’Umanità in generale ma non può non avere un particolare riferimento specialmente alla società dei cristiani, perché è soprattutto dai cristiani che Gesù Cristo si aspetterebbe un ricambio di amore visto che - in quanto ‘cristiani’ – essi dovrebbero conoscere molto meglio degli altri la sua Dottrina che è stata peraltro assimilata nelle radici della loro ‘civiltà’.
Nella società cristiana la situazione della fede – poiché è di questo che si tratta, dal punto di vista di Dio - ha cominciato a precipitare già nel Settecento e ancor più nell’Ottocento con la diffusione sempre più vasta dell’Illuminismo con i suoi principi e le sue teorie filosofiche ed ideologiche anticristiane.
Nel Novecento esse hanno avuto la loro massima concretizzazione.
In nome della Dea Ragione della Rivoluzione francese si è sviluppato gradualmente un nuovo paganesimo che ha collocato l’uomo al centro dell’universo al posto di Dio.
In nome della scienza e della razionalità si è cercato di demolire la Fede dando origine al razionalismo e allo scientismo.
Il razionalismo consiste in una esagerata valutazione della ragione umana che porta al rifiuto di quanto Dio ci chiede di credere per fede.
Lo scientismo riflette l’orgoglio di quanti presumono di avere nella scienza la chiave per la soluzione di tutti i maggiori problemi del pensiero umano, a cominciare dall’esistenza dell’universo e della vita.
Il positivismo, che ne è un altro aspetto speculare, sostiene che l’unica fonte di verità e certezza è il mondo fenomenico. L’esaltazione del sapere sperimentale porta all’agnosticismo ed a posizioni antimetafisiche, in sostanza alla negazione di Dio e dell’anima.
In questo quadro di filosofie ed ideologie, il racconto creativo della Genesi biblica è stato considerato un testo mitico privo di alcuna validità storica e scientifica, mutuato da precedenti miti assiro-sumero-babilonesi ai quali i giudei monoteisti avrebbero dato una riverniciata di tipo spirituale.
La realtà – come ben sanno gli studiosi non fuorviati da pregiudizi antireligiosi – è invece che i racconti pagani hanno costituito una degenerazione di una precedente tradizione spirituale originaria che nel popolo ebraico si sarebbe invece mantenuta in vita.
Il Vangelo è stato considerato – senza alcuna prova o documentazione scientifica che appoggiasse una tale asserzione - un testo ‘inventato’ dai primi seguaci della setta ‘cristiana’, oppure come scritto due/tre secoli dopo, quando nessuno avrebbe più potuto smentirlo.
Nella seconda metà del Novecento le scoperte dei papiri di Qumran hanno invece senza alcuna ombra di dubbio dimostrato ‘scientificamente’ l’esistenza dei testi evangelici fin dagli anni immediatamente successivi alla crocifissione di Gesù.
Attraverso una cosiddetta critica ‘scientifica’, attraverso la ‘demitizzazione’ dei testi sacri il cui ‘inventore’ è stato Rudolph Bultmann 1si è cercato di eliminarne tutti gli aspetti soprannaturali, a cominciare dai miracoli ritenuti impossibili in quanto - come sostenuto dallo scientismo - contrari alle leggi della fisica e della natura.
Si è arrivati a cercare di demolire la stessa figura di Gesù Cristo che scrittori famosi come Renan2 e Loisy3 avevano sostenuto essere un personaggio mai esistito e inventato dai primi ‘adepti’ cristiani, oppure come un uomo comune che venne in seguito ‘deificato’ dai suoi ‘seguaci’.
Mitica pure l’idea dell’Incarnazione di un Dio in un uomo, mitica la verginità della Madonna fecondata da Dio, mitica la Resurrezione, mitica l’Ascensione.
Mitica – come già accennato - la creazione, in Genesi, dell’Universo da parte di Dio, mitica la creazione dell’uomo, mitica la credenza nell’anima ‘insufflata’ da Dio.
Non si è invece considerata mitica ma ‘scientifica’ la pura teoria (negazionista della Creazione da parte di Dio) che l’Universo dal nulla si sia creato da sé, che - dal Caos - l’Ordine si sia creato da sé, che la Vita - con la sua enorme complessità - sia nata da sé e per caso fortuito.
Tutto ciò: il Nulla che da solo crea la materia, il Caos che da solo crea l’ordine e la vita che, nella sua enorme complessità e finalismo, fa tutto da sola, sono ‘miracoli’ che lo Scientismo ammette e che, a ben pensarci, sono ben più grandi di quelli che si vorrebbero negare a Dio.
Pur di negare a Dio il ruolo di Creatore si è poi preferito inventarsi l’Autogenesi e trovare all’uomo un progenitore animale nella scimmia, per evoluzione.
Oggi – a spanne - il 30% dei battezzati non crede in Gesù-Uomo-Dio e nel Dio dei cristiani, ed un altro 60% dice di crederci ma si comporta come se non ci credesse. Rimane il 10%.
Si è professato infatti per centocinquanta anni il materialismo ateo, lo si è diffuso in tutto il mondo, lo si è insegnato nelle scuole e nelle università, e dove tale materialismo non si dichiarava ateo, diveniva ‘ateo’ nei comportamenti, si presentava come agnosticismo e laicismo con la rinuncia a tutti quei valori che caratterizzano una società cristiana che sia tale di fatto e non solo di nome.
Non sono mie elucubrazioni ma è la realtà che potete constatare ogni giorno sotto i vostri occhi guardandovi attorno o aprendo giornali e televisioni.
Se l’Ottocento è stato il periodo delle rivoluzioni e delle guerre ‘civili’ politico-religiose fra cristiani che hanno insanguinato l’Europa, il Novecento, è stato il coronamento, il trionfo delle ideologie totalitariste nate dall’Illuminismo che hanno dato vita, in poco più di vent’anni, alle prime due guerre mondiali in attesa che ne scoppi ora una terza per ridefinire gli assetti ed il Nuovo Ordine Mondiale.
La prima metà del Novecento è stata quella che ha assistito ai peggiori stermini di massa, oltre cento milioni di morti, ed al massimo livello di odio fra gli uomini e nei confronti di Dio di cui molti avrebbero trionfalmente decretato la ‘morte’.
La seconda metà è il periodo storico che ha visto una ulteriore proliferazione di guerre in tutto il globo ma anche visto nascere e svilupparsi la peggior crisi di fede dalle origini del Cristianesimo.
Non solo crisi della Chiesa dei fedeli, ma anche e soprattutto della Chiesa gerarchica, perché è sempre nella Testa che risiedono le responsabilità maggiori.
Il Cristianesimo viene considerata la più diffusa religione al mondo con il suo miliardo e settecento milioni di ‘fedeli’.
Fedeli per modo di dire, però, perché – come abbiamo già sopra accennato - sia nel mondo cattolico che in quello protestante i veri ‘praticanti’ si aggirerebbero oggi mediamente intorno al 10%.
Siamo in sostanza oggi di fronte ad una scristianizzazione della società ‘cristiana’, con la demolizione di quelli che sono stati in duemila anni i suoi valori fondanti.
Quali sono, infatti, i valori che caratterizzano oggi la nostra società?
Quando Dio non viene negato, sovente gli viene imputato quanto al mondo non va, addebitandogli la colpa delle miserie, delle atrocità, degli orrori delle guerre che sono invece addebitabili unicamente all’uomo.
Se Dio è ‘buono’ – si dice – perché non impedisce tutto questo?
Le famiglie sono alla sfascio con tradimenti, infedeltà, adulteri. Il libertinaggio sessuale è ai suoi massimi livelli, basta guardare quanto senza alcun pudore ci mostrano le televisioni.
La convivenza omosessuale viene ostentata orgogliosamente e considerata un diritto da riconoscere per legge e da equiparare all’istituto matrimoniale visto come un contratto e non come un Sacramento.
L’istituto della famiglia, nucleo della società, viene mortificato, venendogli sempre più preferita dai giovani la semplice convivenza che non impone doveri, deresponsabilizza la coppia e degenera facilmente in separazioni che lasciano i figli nell’abbandono.
La prostituzione e la pornografia dilagano ovunque. L’aborto - ‘terapeutico’ e non - è diventato una prassi pagata dallo Stato anche quando la ‘terapia’ è solo una copertura ipocrita per mascherare la soppressione di una gravidanza non desiderata.
La pedofilia non risparmia talvolta neanche ambienti ecclesiastici, come emerso da fatti di cronaca eclatanti a livello mondiale, a tutti noti.
Embrioni creati in provetta e poi congelati per portare avanti ricerche tremende volte a produrre organi di ricambio o a creare dei superuomini.
Autorizzazione di Governi alla sperimentazione con la creazione di ibridi uomo-animale sempre con il fine ‘ufficialmente’ dichiarato di combattere le malattie, oppure apparente ‘divieto di sperimentazione’ senza che però vengano previste sanzioni in caso di sperimentazione.
Non tralasciamo infine le guerre etniche, con genocidi di interi popoli a milioni, specie in Africa, alle quali ormai la Stampa - assuefatta o indifferente – non dedica il minimo spazio, come del resto fanno i Governi delle Potenze che potrebbero limitarle ma invece non di rado le fomentano per assecondare interessi funzionali ai propri obbiettivi economico-strategici.
Rimane la fame nel mondo per combattere la quale, anziché intervenire con risorse volte allo sviluppo economico e civile di quei Paesi, vi sono Organizzazioni internazionali che finanziano campagne promozionali volte a pianificare l’aborto di massa e Governi che anziché aiutarli preferiscono devolvere risorse immense per la produzione di armi di sterminio di massa.
Fermiamoci qui…
Se dunque dovessimo pensare a quale società storica può alludere il Gesù dell’Apocalisse scrivendo l’ultima lettera alla Chiesa di Laodicea, non vi pare che ve ne sia a sufficienza per pensare che sia proprio quella degli ultimi due secoli ed in particolare quella dell’epoca storica che noi stiamo oggi vivendo?
Penso che non abbiate alcun dubbio, se non altro perché le società storiche precedenti non avevano mai toccato il fondo attuale, anche se non è detto che quello attuale sia veramente il fondo.
Sono convinto che i tragici avvenimenti profetizzati nell’Apocalisse riflettano fatti concreti, situazioni storiche, ma non dimentico che dal punto di vista di Dio siano molto più gravi quegli aspetti suscettibili di provocare la caduta spirituale dell’uomo perché è questa che coinvolge la salvezza dell’anima e la vita eterna.
A quest’ultimo riguardo vi è un altro elemento che ci può far pensare che il periodo sia proprio questo: mai - nei secoli precedenti – vi è stato un intervento straordinario nella Storia da parte di Dio come quello connesso alle apparizioni della Madonna a Fatima, alle quali abbiamo già prima accennato.
Ne parleremo nei due prossimi capitoli.
1 Rudolf Bultmann (1884-1976), tedesco, teologo protestante, attribuì i fatti dei Vangeli e dell’Antico Testamento all’ignoranza e al fanatismo religioso, i cui personaggi egli volle ‘smitizzare’ riconducendoli a dimensioni umane.
2 Ernest Renan (1823-1892), francese, ex seminarista, storico, filosofo e scrittore. Esponente del positivismo, scrisse la ‘Vita di Gesù’ che ebbe enorme risonanza influendo profondamente nella cultura e nella letteratura francese.
3 Alfred Loisy (1857-1940), francese, sacerdote poi scomunicato. Fu l’iniziatore del modernismo.