CAP. 3

ILLUSTRAZIONE SINTETICA DELLA STRUTTURA E DEI CONTENUTI DELL’APOCALISSE
(3)

 

3.1 La prostituta seduta sopra una Bestia scarlatta, la disfatta della Bestia e dei re della terra, l’instaurazione del Regno di Dio.

Nel precedente capitolo – percorrendo le varie fasi del racconto dell’Apocalisse – eravamo arrivati al punto in cui ciascuno dei sette Angeli dei sette flagelli cominciava a versare sull’Umanità perversa e non pentita la propria coppa colma dell’ira di Dio.
Era di fatto un susseguirsi di calamità dove, alla sesta coppa, tre demoni uscivano dalla bocca del Drago e delle due Bestie e cominciavano a percorrere la terra con il compito di sobillare i popoli ed i governanti.
Il Signore Gesù, che era sulle nubi, annunciava a questo punto la sua prossima ‘venuta’, ma una venuta improvvisa, che nessuno si aspettava, come quelle dei ladri.[1]
I demoni avevano radunato i re con i loro eserciti nel luogo che in ebraico viene chiamato Armagheddon, località che nell’Antico Testamento era stata teatro di una tremenda sconfitta di Israele ad opera dell’esercito egiziano.
Siamo dunque ora arrivati, dopo questo nostro riepilogo, all’imminente versamento della settima coppa.[2]
Il settimo Angelo procede, mentre una voce possente che esce dal trono di Dio dice: «E’ fatto!».
Sulla terra avviene come un tremendo terremoto, la ‘grande città’, che a questo punto abbiamo ormai capito essere ‘Babilonia la grande’, si squarcia in tre parti e crollano le città delle varie nazioni. Il flagello è veramente ‘apocalittico’ ma la vita continua perché vi si dice che gli uomini continuano a bestemmiare Dio.
A questo punto uno dei sette angeli che avevano versato le varie coppe si avvicina a Giovanni e gli dice che gli mostrerà  la condanna della grande prostituta – tale perché con lei si sono prostituiti re e abitanti della terra - che siede presso le grandi acque.[3]
Giovanni viene trasportato in spirito in un luogo dove egli vede una donna seduta sopra una bestia scarlatta, quest’ultima coperta di nomi blasfemi.
La donna è ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d’oro e di pietre preziose, e sulla sua fronte è scritto:«Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra».
L’angelo precisa trattarsi di una donna ebbra del sangue dei santi e dei martiri, e gli spiega il mistero di questa donna  e della bestia che la porta in groppa.
A dire il vero la spiegazione dell’Angelo è tutt’altro che chiara, ma si vede che di più non poteva dire, perché ad un certo punto precisa sibillino: «La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall’Abisso ma per andare in perdizione…».
Questo è un passo misterioso: ‘La bestia era ma non è più…, salirà dall’Abisso ma per andare in perdizione…’.
Ma leggendo bene questo passo ci accorgiamo che questa bestia sulla quale è seduta la donna con le vesti di porpora ha sette teste e dieci corna, esattamente come la Bestia del mare di cui abbiamo già parlato a lungo.
Si tratta non ancora dell’Anticristo finale, ma dello spirito dell’Anticristo che regna sulla terra, adorato dall’Umanità.
E’ però il Gesù valtortiano a chiarire questo passo molto misterioso quando spiega come segue alla sua mistica[4] : ‘La Bestia – dice Giovanni – fu e non é. Alla fine del mondo così sarà. Fu, perché realmente è stata; non è perché Io, il Cristo, l’avrò vinta e sepolta perché non sarà più necessaria, allora, ai trionfi del mondo’ .
Quindi, dopo la sconfitta della Bestia-Anticristo e la distruzione di Babilonia, la Bestia rimarrà solo un ricordo del passato.
L’Angelo fornisce a Giovanni una serie di chiarimenti sul significato delle sette teste e delle dieci corna possedute dalla Bestia. Le sette teste sono ‘i sette colli sui quali è seduta la donna’, il che qualche secolo fa ha indotto taluni – ai tempi della ribellione di Martin Lutero - a pensare trattarsi di una allusione neanche troppo velata ai sette colli su cui è costruita la città di Roma, quella dei Borgia, vista a quel tempo  come la sede dell’Anticristo-Papa.
Poi però, figura dentro alla figura, l’Angelo dice che le sette teste sono anche sette re e via di seguito. Le dieci corna rappresenterebbero altri dieci re che combatteranno contro Gesù Cristo ma ne usciranno vinti.
In realtà tutto pare alquanto allegorico e rimane circondato da un alone di mistero destinato evidentemente a rimanere tale finché il ‘mistero di Dio’ di cui si è parlato non si sarà realizzato.
L’Angelo chiarisce ancora – sempre in tema di allegoria – che le acque presso le quali siede la prostituta sono ‘figura’ dei vari popoli della terra.
I dieci re, simboleggiati dalle dieci corna, odieranno la prostituta, la spoglieranno e la bruceranno con il fuoco. I re sono uniti nel desiderio di affidare il loro regno alla Bestia. La donna simboleggia inoltre la ‘città grande’, che regna su tutti i re della Terra.
Per essere un chiarimento dell’Angelo a Giovanni, potremmo tranquillamente concludere che ci ha confuso ancora di più le idee. Cercheremo però di capire meglio in seguito.
Le profezie escatologiche sono velate, servono a seminare indizi atti a farci capire la sostanza della questione ma - come nei gialli - non ci rivelano quasi mai il nome dell’Assassino se non all’ultimo atto.
A questo punto Giovanni vede scendere dal cielo un altro Angelo che – illuminando la terra con il suo splendore sfolgorante – grida a gran voce: ‘É caduta, è caduta Babilonia la grande, che era diventata covo di demoni e terra di prostituzione’.[5]
Essa – continua l’Angelo - si illudeva di essere immune da ogni flagello ma subirà lutti e fame per venire poi bruciata dal fuoco, essendo stata condannata da Dio. I re della terra che hanno vissuto nel fasto e i grandi mercanti che si sono arricchiti, perderanno tutto.
Possiamo capire che non è la fine del mondo perché da quanto dice l’Angelo essi, cioè re e mercanti, assistono alla rovina e piangono per avere perduto tutto ciò, vedendo per di più che tutta quella ricchezza è stata ridotta ad un deserto in un’ora, e cioè in pochissimo tempo.
Un altro Angelo[6] – quasi a voler rendere ancor più evidente la fine della ‘gran città’, cioè ‘Babilonia la grande’ o la ‘donna’ che dir si voglia - solleva un masso enorme e lo scaraventa nel mare per fare capire con quale violenza verrà distrutta la ‘Gran Babilonia’.
Prorompe a questo punto un coro immenso che dal cielo inneggia a questa condanna.[7]
I ventiquattro vegliardi ed i quattro viventi si prostrano davanti al Trono di Dio e lo adorano.
Allora un altro coro possente grida che finalmente il Signore ha preso possesso del suo Regno.
La Gran Babilonia è stata dunque abbattuta e Giovanni vede allora in cielo una immagine gloriosa.
Appare Gesù su di un cavallo bianco. L’aspetto di Gesù è maestoso e imponente e anche tremendo. E’ il Vincente che viene a sconfiggere definivamente il Nemico e a governare i popoli ribelli con scettro di ferro.[8]
Egli guida un esercito di cavalieri su cavalli bianchi. Sono gli eserciti celesti composti da angeli e santi che combattono la tremenda battaglia spirituale.
Sul mantello di Gesù Vincente sta scritto ‘Re dei re e Signore dei signori’.
Assistiamo a questo punto alla disfatta della Bestia e dei re della terra, con i loro eserciti, che avrebbero voluto sconfiggere Gesù: la Bestia del mare viene infatti catturata, e con essa la Bestia della terra, detta anche ‘falso profeta’. Entrambe vengono gettate nello stagno di fuoco, cioè rinchiuse definitivamente nell’Inferno.


3.2 L’incatenamento di Satana per mille anni.

Un angelo scende allora possente dal cielo, tenendo in mano la chiave dell’Inferno ed una grande catena.[9]
Credo non possa essere che l’Arcangelo Michele. Egli agguanta il Dragone - cioè il Serpente antico, Satana – e lo incatena: per mille anni!
Lo getta nell’Inferno e con la chiave ve lo rinchiude affinché questi non possa più sedurre i popoli della terra fino al compimento dei mille anni.
Satana – continua l’Apocalisse – dopo i mille anni dovrà essere sciolto, ma solo per un po’ di tempo.
E’ pertanto chiaro che la sconfitta della Bestia, cioè dell’Anticristo non avviene alla fine della storia dell’Umanità, ma prima, cioè prima di quel lungo periodo di tempo che qui viene simboleggiato con quei ‘mille anni’.
Giovanni vede anche le anime dei martiri e di coloro che non avevano adorato la Bestia.
Vi si dice che essi ripresero vita, cioè ‘resuscitarono’, e regnarono con Cristo per mille anni.
Gli altri morti (e qui io interpreto:i ‘morti’ nello spirito, cioè i dannati) invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni.
Questa di coloro che ripresero vita – dice sempre l’Apocalisse - è la prima resurrezione, su di loro non ha potere la seconda morte e regneranno con Gesù per mille anni.[10]
Non mi azzardo a spiegarvelo io, perché questo passo di difficile comprensione ha già fatto versare fiumi di inchiostro agli esegeti che hanno da secoli cercato di rompere il velo della profezia.
Vi avevo però detto che quando le profezie sono velate Gesù – se ritiene – le svela attraverso altri profeti.
Anche qui Gesù utilizza come strumento la Valtorta, alla quale – commentandole questo brano facente parte di un ciclo sull’Apocalisse – Egli le spiega:[11]

«Prima di chiudere questo ciclo vi è da dire delle due risurrezioni. La prima ha inizio nel momento in cui l’anima si separa dal corpo e appare davanti a Me nel giudizio singolo. Ma non è che risurrezione parziale. Più che risurrezione si potrebbe dire: liberazione dello spirito dall’involucro della carne e attesa dello spirito di ricongiungersi alla carne per ricostruire il tempio vivo, creato dal Padre, il tempio dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio. Un’opera mancante di una parte è incompleta e perciò imperfetta. L’opera-uomo, perfetta nella creazione sua, è incompleta e imperfetta se non è riunita nelle diverse sue parti. Destinati al Regno luminoso o al soggiorno tenebroso, gli uomini devono essere in eterno in questi con la loro perfezione di carne e spirito.
Perciò si parla di prima e seconda resurrezione.  Però osserva.
Colui che ha ucciso il suo spirito con vita terrena di peccato viene a Me, nel giudizio particolare, con uno spirito già morto. La risurrezione finale farà sì che la sua carne riprenda il peso dello spirito morto per morire con esso totalmente. Mentre colui che ha vinto la carne nella vita terrena viene a Me, nel giudizio particolare, con uno spirito vivo che, entrando nel Paradiso, aumenta il suo vivere.
Anche i purganti sono dei ‘vivi’. Malati ma vivi. Conseguita la guarigione nell’espiazione, entreranno nel luogo che è Vita.
Nella risurrezione finale il loro spirito vivo della Vita mia, alla quale saranno indissolubilmente uniti, riprenderà la carne per renderla gloriosa e vivere con essa totalmente così come Io con essa vivo.
Ecco perché si parla di morte prima e seconda e, di conseguenza, di risurrezione prima e seconda.
A questo eterno possesso della Luce – poiché nel Paradiso possedete Dio, e Dio è Luce – l’uomo ci deve giungere per volontà propria, come per volontà propria ha voluto perdere la Luce e il Paradiso. Io vi do gli aiuti, ma la volontà deve essere vostra…».


3.3 La liberazione di Satana dopo i mille anni, la guerra di Gog e Magog, la sconfitta definitiva di Satana e il Giudizio universale.

Quando i mille anni saranno compiuti – continua l’Apocalisse - Satana verrà liberato.[12]
Egli uscirà dall’Inferno per sedurre le nazioni dei quattro punti cardinali, cioè di tutta la terra (Gog e Magog), al fine di riunire i popoli per la guerra. Sarà un numero immenso di moltitudini e aggredirà i ‘giusti’, rispettosi della Legge di Dio, e la ‘città diletta’, che io interpreto come la Chiesa universale, docente e militante.
Dio interviene però nuovamente dal Cielo, distrugge gli Eserciti del Male, sconfigge definitivamente Satana che viene gettato uno volta per tutte nello stagno di fuoco, cioè all’Inferno, dove l’Apocalisse precisa che vi erano già la Bestia (del mare) e il Falso Profeta (Bestia della terra) che – come ricorderete – vi si trovavano da quando erano stati sconfitti ‘mille anni’ prima.
Satana, Bestia del Mare e Bestia della terra rimarranno nell’Inferno per l’Eternità.
San Giovanni aveva in precedenza detto che - dopo la battaglia di Armagheddon, con la sconfitta delle due ‘Bestie’ - Satana era stato ‘incatenato’ e rinchiuso all’Inferno per mille anni, ma aveva ribadito questo concetto dei ‘mille anni’ per ben sei volte di seguito in poche righe.
Ora – a leggere il testo nel suo significato letterale senza fantasiose o gratuite interpretazioni allegoriche – appare chiaro, come vi avevo brevemente già fatto notare prima con riferimento alla battaglia di Armagheddon, che non siamo di fronte alla fine del mondo, poiché si dice non solo che Satana verrà poi liberato al compimento dei mille anni ma che da quel momento ricomincerà a sedurre le nazioni del mondo.
Se Satana sobillerà re e nazioni dopo il millennio, significa che la vita nel mondo avrà continuato a seguire il suo corso.
Le due ‘Bestie’, Luogotenenti di Satana, non vengono dunque sconfitte alla fine del mondo, come molti teologi credono poiché collocano l’Anticristo alla fine del mondo, ma molto tempo prima, dopo la cosiddetta battaglia di Armagheddon anteriore al ‘millennio’.
Quando successivamente – dopo la sconfitta finale nella guerra di Gog e Magog – anche Satana viene rinchiuso per sempre nell’Inferno, l’Apocalisse dice che le due Bestie erano già lì da prima.
Mille anni separano dunque Armagheddon da Gog e Magog: mille anni, ripetuto per ben sei volte.  Possiamo discutere sul fatto che i mille anni possano essere mille anni solari effettivi, oppure vogliano semplicemente esprimere allegoricamente il concetto di un lunghissimo periodo di tempo.
Se negli scritti del Nuovo Testamento è detto esemplificativamente che mille anni del Signore – che vive fuori del Tempo, nell’Eternità – sono come un giorno dei nostri, ciò vuol dire che un giorno dei nostri è come mille anni del Signore e conseguentemente un millennio dei nostri può essere – nell’Eternità del Signore che è fuori del Tempo - un periodo di tempo per noi enormemente più lungo. I ‘nostri’ mille anni simbolici dell’incatenamento, insomma, potrebbero anche essere, in pratica, come duecentomila anni nella nostra Storia.
Mille o duecentomila, sarà quella la durata del ‘Regno di Dio in terra’, regno spirituale, nel cuore degli uomini, visto che finalmente Satana è stato ‘incatenato’?

Questo aspetto è molto interessante e verrà affrontato successivamente.
Si tratta di avvenimenti che soprattutto nel mondo protestante ma anche nel mondo cattolico sono oggi al centro di un dibattito teologico, e anche esponenti della Chiesa cattolica cominciano a riconoscere che effettivamente su questi aspetti escatologici vi è un ‘vuoto teologico’ da approfondire. E poi vedremo il perché.
Rimane ora il fatto che Giovanni, dopo la guerra di Gog e Magog e la sconfitta definitiva di Satana, ci presenta la scena imponente e tremenda del Giudizio universale e della Resurrezione dei corpi.[13]
Risorgono i giusti e i dannati, e costoro subiscono tutti il loro giudizio definitivo in anima e corpo. I dannati vengono gettati nello stagno di fuoco: la seconda morte!
Giovanni ha a questo punto la visione di un Nuovo Cielo e una Nuova Terra, perché la realtà fisica precedente era scomparsa.[14]
Questa è senza alcun dubbio la visione allegorica della Città santa, la Nuova Gerusalemme, quella che noi siamo soliti chiamare Paradiso e dove un giorno – se ci sforzeremo di comportarci da giusti – vivremo con anima e corpo, corpo glorificato, come quello di Gesù risorto, che si materializzava e smaterializzava, non più soggetto alle leggi della attuale fisica e neanche ai bisogni dei sensi.
Giovanni ne fa una descrizione piena di simbolismi, ma alla fin fine quello che si evince è che essa sarà favolosa, eterna e che tutti ‘i re della terra e le nazioni’ cammineranno alla sua luce.
Poiché vi è stato il Giudizio universale con la resurrezione dei corpi glorificati,  si può supporre che – in questa visione – si alluda a moltitudini immense che vivranno in un Paradiso celeste, in cui esisteranno ancora ‘re e nazioni’, ma che questi – vivendo per l’eternità e con dei corpi ‘glorificati’ – vivranno una vita diversa in una sorta di quinta dimensione psico-fisica, quella della ‘ Nuova Terra’.
Siamo ormai alla fine dell’Apocalisse.
L’Angelo mostra a Giovanni un fiume d’acqua viva che scaturisce dal trono di Dio mentre, in mezzo alla piazza della ‘Città’, c’è un Albero di Vita che produce frutti e foglie che servono a guarire le nazioni.[15] Tutto sarà perfetto, il trono di Dio e di Gesù-Dio sarà al centro della Città ed il popolo dei figli di Dio adorerà Dio per l’Eternità. Anche qui vi è un simbolismo e persino una analogia ed un richiamo alla Genesi (Gn 2, 8-10) dove si parla di un fiume nel Paradiso terrestre che si divide in quattro bracci e di un albero della vita.
L’albero della vita potrebbe rappresentare il legno della Croce di Gesù, un albero che dà frutti di vita eterna, mentre il fiume  d’acqua viva potrebbe essere quello della Grazia divina che ci mantiene ‘vivi’ per l’Eternità..
L’Angelo che ha mostrato a Giovanni queste visioni gli dice che esse sone certe e veraci.[16]
Il Dio che ispira i profeti – dice l’Angelo – lo ha mandato per mostrare ai suoi servi, cioè i profeti stessi, ciò che deve accadere tra breve, perché Gesù verrà e verrà presto.
Poi Giovanni conclude certificando quasi in maniera notarile che egli ha proprio visto e udito tutte queste cose.
L’Angelo invita Giovanni a non mettere sotto sigillo le parole profetiche del Libro dell’Apocalisse perché il ‘tempo del loro avveramento è vicino’, a significare che l’Umanità deve essere informata per non farsi cogliere impreparata.
Gesù conclude ribadendo che Egli verrà, portando con sé il suo salario, per dare a ciascuno secondo le sue opere[17] e conferma di aver mandato il suo Angelo per informare l’Umanità riguardo alle ‘Chiese’.[18]
Poiché il Libro dell’Apocalisse dovrà essere trascritto e ritrascritto per essere tramandato nei secoli - e potrebbe sorgere in qualcuno la tentazione di modificarne il contenuto, aggiungendo o togliendo - ecco che allora Gesù pronuncia un tremendo anatema: chi dovesse fare ciò si attirerà addosso tutti i flagelli dell’Apocalisse e verrà condannato alle pene dell’Inferno.
Gesù conclude infine con un: «Colui che attesta queste cose dice: ‘Sì, verrò presto!’».
Eccovi ora, quale promemoria di tutto quanto vi ho raccontato, un riepilogo che vi potrà tornare utile per chiarirvi ancor meglio le idee.

SCHEMA E SUCCESSIONE CRONOLOGICA NELLA APOCALISSE

. Prologo                 : Il Signore annuncia la sua prossima venuta in potenza e gloria
. Visione introduttiva: Gesù appare, sette stelle in una mano, spada a doppio taglio dalla bocca, e invita a scrivere l’Ap.

. Sette lettere alle Chiese e sette sigilli

. Prima Chiesa=Efeso=Primo Sigillo
. Seconda Chiesa= Smirne=Secondo Sigillo
. Terza Chiesa=Pergamo= Terzo Sigillo
. Quarta Chiesa=Tiatira= Quarto Sigillo
. Quinta Chiesa=Sardi=Quinto Sigillo
. Sesta Chiesa=Filadelfia=Sesto Sigillo
. Settima Chiesa=Laodicea=Settimo Sigillo

: cavallo bianco
: cavallo rosso
: cavallo nero
: cavallo verdastro
: anime dei martiri sgozzati a causa del Vangelo e della testimonianza
: segni di finimondo
: mezz’ora di silenzio in Cielo, poi appaiono gli Angeli delle 7 trombe


Prima Tromba
Seconda Tromba
Terza Tromba
Quarta Tromba
Quinta Tromba

Sesta Tromba

Settima Tromba

: un terzo della terra perisce
: un terzo delle acque del mare perisce
: un terzo delle acque della terra perisce
: giorno e la notte diventano più oscuri
: un astro cade dal cielo, si apre l’Inferno

(Oggi potremmo già essere qui)
: liberazione dei quattro angeli incatenati sull’Eufrate, guerra tremenda, sterminio di un terzo dell’Umanità, che non si pente.
: coro di ringraziamento dei Santi: è finalmente arrivato il momento di far giustizia sui malvagi

Intermezzo

Primo Segno
Secondo Segno
Terzo Segno
Quarto Segno
Quinto segno
Sesto Segno
Settimo Segno

: la Donna e il dragone - combattimento
: la bestia del mare
: la bestia della terra
: i centoquarantaquattromila ‘vergini’
: i tre Angeli
: la falciatura del Figlio dell’ uomo
: gli Angeli delle sette piaghe e coppe

Sta per giungere il momento di un giudizio e della caduta di Babilonia la grande

Prima Coppa:
Seconda Coppa:
Terza Coppa:
Quarta Coppa:
Quinta Coppa:
Sesta Coppa:

Settima Coppa:

piaghe sugli adoratori della Bestia
morte nei mari
morte nei fiumi e sorgenti
il sole aumenta la temperatura
viene colpito il trono delle  Bestia
Eufrate-arrivo dei re d’oriente

Gesù annuncia che sta per arrivare come un ladro
conclusione battaglia di Armagheddon

  • Gesù Vincente si manifesta sul cavallo bianco alla guida degli eserciti celesti
  • Sconfitta delle due Bestie che vengono mandate nell’Inferno
  • Incatenamento di Satana all’Inferno per mille anni
  • Liberazione di Satana dopo il millennio e guerra finale di Gog e Magog
  • Sconfitta di Satana recluso poi all’inferno per l’Eternità
  • Resurrezione dei corpi e Giudizio Universale
  • La Gerusalemme celeste: Nuovi Cieli e Nuova Terra
  • Epilogo: Io verrò presto e porterò con Me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere!

[1] Ap 16, 13-16
[2] Ap 16, 17-21
[3] Ap 17, 1-18
[4] Maria Valtorta: ‘Quaderni del 1943’ – Dettato del 22.8.43 – Pag. 158 – Centro Edit. Valtortiaqno
[5] Ap 18, 1
[6] Ap 18, 21-24
[7] Ap 19, 1-10
[8] Ap 19, 11-21
[9] Ap 20, 1-3
[10] Ap 20, 4-6
[11] Maria Valtorta: ‘Quaderni del 1943’ – Dettato del 22.8.43 – pagg. 161-162 – Centro Ed. Valtortiano
[12] Ap 20, 7-10
[13] Ap 20, 11-15
[14] Ap 21, 1-27
[15] Ap 22, 1-5
[16] Ap 22, 6-9
[17] Ap 22, 10-15
[18] Ap 22, 16-20