CAP. 26
E LA FERITA DI EVA GENERO' LA SOFFERENZA, CHE NON SI PLACHERA'
FINCHE' NON SARA' ESTINTAL'ULTIMA COPPIA DELLA TERRA.
26.1 La vendetta di Satana e la risposta di Dio.
Segretario: Penso che potremmo a questo punto considerare ampiamente esaurito il tema della prima manifestazione di sessualità della storia umana, argomento che già faceva discutere i cristiani duemila anni fa ma che oggi é ancor più oggetto di discussioni, con contestazioni a quella che viene considerata una bigotta morale cristiana alla quale Freud ed i suoi epigoni moderni contrappongono una sessualità libera presentata come un valore curativo per le nostre ansie quotidiane.
Luce:1
Quello della sessualità è uno dei temi più controversi e complessi.
Eva, persa la Grazia dopo il peccato di Disubbidienza e Superbia, peccò nel 'Sesso'. Infatti l'uomo senza Grazia, cioè con lo spirito morto, non è più 'uomo' ma animale. Solo che – come ho già detto - l'animale non fa 'sesso' ma si riproduce, mentre l'uomo - nella sua 'perversione' conseguente al peccato originale: perversione fisica, spirituale e morale - non fa 'riproduzione' ma sesso.
Ecco perchè è ‘sesso’ per l'uomo ma non per l'animale: perchè l'animale non ha il senso morale e spirituale dell'uomo.
Satana, cacciato dal Paradiso Celeste - invidioso prima di Dio e poi degli uomini, figli di Dio - giurò vendetta, la giurò di fronte a Dio promettendogli che avrebbe impedito agli uomini di diventare Figli di Dio e di popolare quel Cielo per essi creato.
Dio rispose che nulla avrebbe potuto Satana se non con gli uomini di mala volontà, che comunque non avrebbero voluto essere figli di Dio ma figli suoi, perchè per quelli di buona volontà Egli avrebbe mandato il suo Figlio, il Cristo, il Redentore, il Verbo di Dio che, fattosi Uomo, incarnatosi - per parlare da Uomo quale Verbo di Dio - avrebbe insegnato la Dottrina vera per riportare il gregge perduto sulla strada del Paradiso.
L'offesa di Satana, la sofferenza conseguente alla perdita della Grazia e della perfezione umana di Adamo ed Eva, sarebbero diventate strumento per guadagnarsi il Cielo.
Le imperfezioni dell'io, quelle dello spirito sottomesso all'io a causa del Peccato, il loro combatterle, sarebbero diventate per l'uomo elemento di merito che l'avrebbe reso meritevole del Paradiso che - è bene non dimenticarlo mai - è Vita che dura in eterno.
La sessualità, dunque, il governo della sessualità - ma non solo di questa ma anche delle altre passioni che travolgono l'io e anche lo spirito imperfetto - diventa un elemento di prova e di vaglio.
Essa è un punto debole: il più debole dell'uomo decaduto.
Satana punta su essa.
A voi uomini fa credere che la sessualità è il massimo della virilità. E voi, superbi, vi costruite dentro un'immagine di superuomo che per essere tale, cioè 'virile', supervirile, deve essere sopratutto 'sessuale'.
La donna pure crede che la femminilità, cioè la massima realizzazione di se stessa, sia la 'sessualità' ed a tal fine esercita il suo fascino sottile, come Eva fece con il Primo.
Ora, come ti dissi, il 'guaio' - quello del Peccato Originale - è fatto.
Bisogna risalire la china, e la sessualità è uno degli ostacoli.
Dio non pretende, perchè non è più possibile, che l'uomo dimentichi la sessualità, che ormai fa parte della sua natura pervertita dal Peccato d'origine, ma chiede che l'uomo la governi.
Ho già detto che l'amor sessuale non è amore.
Esso è puro godimento della carne, che è sempre di Satana, di quel Satana che avendo voluto trasformare l'uomo-spirituale in uomo-carnale, ha voluto orrendamente storpiare il concetto di amore spirituale.
E' sempre la Scimmia, l'eterna Scimmia, eterna perchè dannata in Eterno, che Dio vuole imitare, ma nel Perverso.
L'uomo può governare gli istinti sessuali della carne coniugandoli con l'amore spirituale, quello del coniugio benedetto da Dio.
L'amore sessuale nel Matrimonio, che oltre che coniugio è Sacramento, è benedetto da Dio ma esso deve essere rivolto ad una riproduzione santa, perchè quando non è riproduzione è 'sesso' ma se è sesso vi deve essere almeno quell'amore spirituale fra le due anime che lo sublimi, e lo 'sublima' - si fa per dire - solo se non è sesso fine a se stesso ma se il sesso è quasi un prodotto indotto dell'unione spirituale. Ecco cosa vuol dire 'castità nel matrimonio'.
Dio - cosciente di tutto - non voleva, all'uomo decaduto, inibire il rapporto sessuale, perchè il suo precetto fu quello che gli uomini - dico: uomini e donne - fossero uni nella carne, ma alla luce dello spirito, quello spirito che mai, mai, mai devi dimenticare.
La castità, o meglio la verginità del 'sacerdozio', sacerdotale o laico, rappresenta dunque una volontaria amputazione - sia da parte dell'uomo che della donna - di una delle pulsioni più forti.
L'uomo casto è un eroe: l'uomo casto sino in fondo, anche nei pensieri, perchè si amputa volontariamente di uno dei bisogni più forti, se non il più forte.
Questo dal punto di vista della carne, mentre dal punto di vista morale e sociale rinuncia ad una delle prerogative che egli si è costruito, fra quelle primarie: l'essere 'virile' o 'femminile'.
La Castità è 'autocastrazione', è il massimo della 'virilità': la virilità morale e spirituale, non quella carnale, perchè 'Vir' significa 'Uomo' e il vero uomo, quello che Dio creò perfetto, è quello dello spirito, non della Carne.
Per questo i Sacerdoti, i ministri di Dio, devono essere casti.
26.2 La 'scaletta' del Peccato originale
Bastian Contrario: Non vorrei che - dopo aver prima raccontato quella innocente storiella su Eva e sulla costola di Adamo - qualcuno possa avere pensato che io ce l'abbia con lei per via del Peccato originale.
Anzi, nonostante le conseguenze su di noi provocate da questo fatto mi sento - e non per essere il solito Bastian contrario - in una certa misura solidale con lei..., un poco per un mio innato spirito di cavalleria e poi perché è stata pur sempre la madre di tutti noi viventi che di lei possediamo quindi un 'qualcosa' nelle latebre più profonde del nostro essere.
Ci sono però alcune cose che, in tutto questo discorso complessivo, mi sfuggono...
Prima avevamo parlato di un io-animale dotato di intelletto e quindi anche di un io-spirituale che sono entrambi in noi.
Eva, con quale dei due ha sbagliato, con il primo o con il secondo? O con tutti e due?
Non mi sembra che la sua disubbidienza a quel comando fosse poi stata in definitiva tanto grave.
Inoltre, intellettualmente parlando, lei era inferiore a Satana che era un angelo, e quindi - nella sua pur relativa ingenuità - era anche una facile preda.
Forse non sono riuscito a stare sempre del tutto attento ma non mi è neanche ben chiaro come mai - semplicemente disubbidendo - essa volesse essere come Dio e nemmeno come mai una semplice questione di disubbidienza sia finita a 'tarallucci e vino', cioé in sesso, al punto che ancora oggi le manifestazioni di sessualità - checché ne dicano le femministe - sono da molti considerate un peccato.
Infine - a proposito di libero arbitrio - io avrei preferito essere meno libero ma non rischiare di passare la vita eterna nel posto sbagliato, e cioé all'inferno, per il solo gusto di aver voluto essere del tutto libero.
Un gusto da masochisti!
Insomma, nonostante tutte le spiegazioni che ho ascoltato, non ho ancora le idee chiare su tutta quella che è stata la 'sequenza' e le implicazioni del Peccato originale...
Luce:2
Facciamo questa 'scaletta':
. Satana destò innanzitutto la curiosità 'intellettuale' - cioè dell'Intelletto, dell'Io - di Eva.
. Infatti curiosità 'intellettuale' è in realtà curiosità 'spirituale', perchè la psiche è 'spirito', anima.
. Peraltro il 'comando' dato da Dio ai due di non toccare l'Albero del Bene e del Male era un comando di obbedienza, e pertanto un comando 'spirituale'.
. Era, notare, l'unico comando dato da Dio ai primi due uomini. L'unico comando spirituale ai Due che avevano tutto, sopratutto Dio, ed erano i 're' della Terra.
. Questo comando obbediva alla 'Legge della Prova', legge creata da Dio come le altre leggi del Creato, fisiche queste ultime, spirituale la prima.
. Alla legge della prova, per prevenire l'obbiezione che non era 'giusto', non fu sottratto nemmeno il Cristo, che fu 'tentato', che Dio permise fosse (da Satana) tentato come Uomo e come Dio, in più occasioni, e che specie nella sofferenza della Croce fu messo a dura prova.
. La ‘legge della prova’ è legge giusta, invece, perchè è giusto che i grandi doni vengano meritati.
. I primi due avevano tutti i 'doni' per resistere alla Prova, perchè erano perfetti, perfetti nella Ragione che sottometteva il senso, perfetti nell'Io che era sottomesso allo 'spirito' dello spirito. Essi, ripeto, erano inoltre 'congiunti' con Dio che parlava loro nei 'silenzi della sera', cioè nei momenti di pace spirituale.
. Essi, tuttavia, erano anche liberi, sopratutto liberi, perchè il Dio di Libertà non poteva che lasciare 'liberi' i suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza. La mancanza di libertà, anche nel Bene, sarebbe stata 'schiavitù'.
. Eva dunque per curiosità intellettuale disubbidì, volle essere pari a Dio nel 'creare', cominciando dai figli: fu dunque un desiderio di potenza misto ad una ribellione e quindi ad una volontà di prevaricazione. Aveva già tutto, ma non bastava parlare con Dio, voleva essere come Dio, Dio.
. Dopo il peccato di disubbidienza e di superbia, peccato contro l’Amore, Eva perse la Grazia e tutte le 'protezioni' della Grazia. Disubbidendo essa perse l'unione con Dio e gli attributi che, umanamente, Dio le aveva dato. Persa la Grazia, ucciso lo spirito, di Eva rimase l'animale, cioè la natura solo animale, posto che quella spirituale era morta nello spirito.
. E, essendo diventata 'animale', Satana potè risvegliare gli istinti animali: cioè la sessualità negli aspetti più torbidi, prima in se stessa e poi in Adamo.
. La sessualità fu dunque una conseguenza della animalità. Ma ciò che negli animali, non depravati da Satana, è mezzo di riproduzione, negli uomini è mezzo di godimento puro, cioè di depravazione spirituale.
. Diventata animale a seguito della lussuria spirituale: quella di 'potere' come Dio, Eva ebbe la lussuria morale: quella di voler tutto conoscere, cioè il Bene e il Male. E conoscendo il Male ne conobbe l'aspetto peggiore, per cominciare, quello sessuale. Aspetto 'peggiore' relativamente a quel momento ed al peccato di potenza che era quello della riproduzione secondo la legge naturale, cioè 'animale'.
Il Resto del Male lo conobbe dopo.
26.3 Una pianta non solo metaforica, ma anche simbolica.
Bastian Contrario: Bene, questa volta credo di aver capito, anche se a dire il vero non ho del tutto compreso il 'ruolo' dell'Albero della Scienza del bene e del male: albero reale e nello stesso tempo metaforico!
E poi, Eva..., perché condannarla ancor più dell'uomo?
In fin dei conti avevano sbagliato in due...!
Voce:3
Non si legge nella Genesi che Dio fece l'uomo dominatore su tutto quanto era sulla terra, ossia su tutto meno che su Dio e i suoi angelici ministri?
Non si legge che fece la donna perché fosse compagna all'uomo nella gioia e nella dominazione su tutti i viventi?
Non si legge che di tutto potevano mangiare fuorché dell'albero della scienza del Bene e del Male?
Perché? Quale sottosenso è nella parola "perché domini"?
Quale in quello dell'albero della scienza del Bene e del Male?
Ve lo siete mai chiesto, voi che vi chiedete tante cose inutili e non sapete chiedere mai alla vostra anima le celesti verità?
La vostra anima, se fosse viva, ve le direbbe, essa che quando è in grazia è tenuta come un fiore fra le mani dell'angelo vostro, essa che quando è in grazia è come un fiore baciato dal sole e irrorato dalla rugiada per lo Spirito Santo che la scalda e illumina, che la irriga e la decora di celesti luci.
Quante verità vi direbbe la vostra anima se sapeste conversare con essa, se l'amaste come quella che mette in voi la somiglianza con Dio, che è Spirito come spirito è la vostra anima.
Quale grande amica avreste se amaste la vostra anima in luogo di odiarla sino ad ucciderla; quale grande, sublime amica con la quale parlare di cose di Cielo, voi che siete così avidi di parlare e vi rovinate l'un l'altro con amicizie che, se non sono indegne (qualche volta lo sono) sono però quasi sempre inutili e vi si mutano in frastuono vano o nocivo di parole, e parole tutte di terra.
Non ho Io detto: "Chi mi ama osserverà la mia parola, e il Padre mio l'amerà, e verremo presso di lui e faremo in lui dimora"?
L'anima in grazia possiede l'amore e, possedendo l'amore, possiede Dio, ossia il Padre che la conserva, il Figlio che l'ammaestra, lo Spirito che la illumina. Possiede quindi la Conoscenza, la Scienza, la Sapienza. Possiede la Luce.
Pensate perciò quali conversazioni sublimi potrebbe intrecciare con voi la vostra anima. Sono quelle che hanno empito i silenzi delle carceri, i silenzi delle celle, i silenzi degli eremitaggi, i silenzi delle camere degli infermi santi. Sono quelle che hanno confortato i carcerati in attesa di martirio, i claustrati alla ricerca della Verità, i romiti anelanti alla conoscenza anticipata di Dio, gli infermi alla sopportazione, ma che dico?, all'amore della loro croce. Se sapeste interrogare la vostra anima, essa vi direbbe che il significato vero, esatto, vasto quanto il creato, di quella parola "domini" è questo: "Perché l'uomo domini su tutto.
Su tutti i suoi tre strati. Lo strato inferiore, animale. Lo strato di mezzo, morale. Lo strato superiore, spirituale. E tutti e tre li volga ad un unico fine: possedere Dio".
Possederlo meritandolo con questo ferreo dominio, che tiene soggette tutte le forze dell'io e le fa ancelle di questo unico scopo: meritare di possedere Dio.
Vi direbbe che Dio aveva proibito la conoscenza del Bene e del Male, perché il Bene lo aveva elargito alle sue creature gratuitamente, e il Male non voleva che lo conosceste, perché è frutto dolce al palato ma che, sceso col suo succo nel sangue, ne desta una febbre che uccide e produce arsione, per cui più si beve di quel suo succo mendace e più se ne ha sete.
Voi obbietterete: "E perché ce l'ha messo?". E perché!
Perché il Male è una forza che è nata da sola, come certi mali mostruosi nel corpo più sano.
Lucifero era angelo, il più bello degli angeli. Spirito perfetto, inferiore a Dio soltanto. Eppure nel suo essere luminoso nacque un vapore di superbia che esso non disperse. Ma anzi condensò covandolo. E da questa incubazione è nato il Male.
Esso era prima che l'uomo fosse. Dio l'aveva precipitato fuor dal Paradiso, l'Incubatore maledetto del Male, questo insozzatore del Paradiso. Ma esso è rimasto l'eterno Incubatore del Male e, non potendo più insozzare il Paradiso, ha insozzato la Terra.
Quella metaforica pianta sta a dimostrare questa verità.
Dio aveva detto all'uomo e alla donna: "Conoscete tutte le leggi ed i misteri del creato. Ma non vogliate usurparmi il diritto di essere il Creatore dell'uomo. A propagare la stirpe umana basterà il mio amore che circolerà in voi, e senza libidine di senso ma per solo palpito di carità susciterà i nuovi Adami della stirpe. Tutto vi dono. Solo mi serbo questo mistero della formazione dell'uomo".
Satana ha voluto levare questa verginità intellettuale all'uomo, e con la sua lingua serpentina ha blandito e accarezzato membra e occhi di Eva, suscitandone riflessi e acutezze che prima non avevano, perché la Malizia non li aveva intossicati.
Essa "vide". E vedendo volle provare. La carne era destata.
Oh! se avesse chiamato Dio! Se fosse corsa a dirgli: "Padre! Io son malata. Il Serpente mi ha accarezzata e il turbamento è in me". Il Padre l'avrebbe purificata e guarita col suo alito, che, come le aveva infuso la vita, poteva infonderle nuovamente innocenza, smemorandola del tossico serpentino ed anzi mettendo in lei la ripugnanza per il Serpente, come è in quelli che un male ha assalito e che, guariti di quel male, ne portano una istintiva ripugnanza.
Ma Eva non va al Padre. Eva torna dal Serpente
Quella sensazione è dolce per lei.
"Vedendo che il frutto dell'albero era buono a mangiarsi e bello all'occhio e gradevole all'aspetto, lo colse e ne mangiò". E 'comprese'.
Ormai la malizia era scesa a morderle le viscere. Vide con occhi nuovi e udì con orecchi nuovi gli usi e le voci dei bruti. E li bramò con folle bramosia.
Iniziò sola il peccato. Lo portò a termine col compagno.
Ecco perché sulla donna pesa condanna maggiore.
E' per lei che l'uomo è divenuto ribelle a Dio e che ha conosciuto lussuria e morte.
E' per lei che non ha più saputo dominare i suoi tre regni: dello spirito, perché ha permesso che lo spirito disubbidisse a Dio; del morale, perché ha permesso che le passioni lo signoreggiassero; della carne, perché l'avvilì alle leggi istintive dei bruti.
"Il Serpente mi ha sedotta " dice Eva.
"La donna m'ha offerto il frutto ed io ne ho mangiato " dice Adamo. E la cupidigia triplice abbranca da allora i tre regni dell'uomo.
Non c'è che la Grazia che riesca ad allentare la stretta di questo mostro spietato. E, se è viva, vivissima, mantenuta sempre più viva dalla volontà del figlio fedele, giunge a strozzare il mostro ed a non aver più a temere di nulla.
Non dei tiranni interni, ossia della carne e delle passioni; non dei tiranni esterni, ossia del mondo e dei potenti del mondo. Non delle persecuzioni. Non della morte.
E' come dice l'apostolo Paolo: 'Nessuna di queste cose io temo, né tengo alla mia vita più di me, purché io compia la mia missione ed il ministero ricevuto dal Signore Gesù per rendere testimonianza al Vangelo della Grazia di Dio'...
Bastian Contrario: In tutto questo discorso sono sicuro che una cosa almeno l'ho capita con chiarezza.
La Voce ha infatti detto che la pianta con il frutto della Conoscenza del bene e del male, oltre che metaforica, era effettivamente una pianta reale anche se mi sembra che il Segretario avesse detto in precedenza che la pianta era simbolica.
Forse non mi é ben chiara la differenza fra metafora e simbolo...
Qui ci vorrebbe uno che la sapesse lunga, insomma uno geniale come come Mimì l'Enciclopedico che è un po' che non sento più...
Mimì l'Enclicopedico: La metafora é una figura retorica di tipo semantico che consiste nello spostamento di significato da un ambito proprio a uno non proprio in base a un rapporto di somiglianza.
La metafora può essere infatti considerata una similitudine abbreviata.
Vorrei fare a Bastian Contrario un esempio pratico che, se dal punto di vista della 'metafora' non é del tutto esatto, rende cionondimeno l'idea.
Nella frase "Bastian Contrario é un genio' è sottintesa l'equivalenza "Bastian Contrario é come un genio".
Si può dire che due termini tra loro lontani (cioé Bastian Contrario e il genio), avendo una caratteristica in comune (la presunta intelligenza di B.C.) vengono connessi tra loro e identificati.
Quanto più i due termini sono distanti (cioé Bastian Contrario e il genio), tanto più la metafora acquista forza!
B.C.: Ok. Ho capito..., Break!
Voce4:
Ho detto: "metaforica pianta".
Dirò ora: "simbolica pianta".
Forse capirete meglio. Il suo simbolo è chiaro: dal come i due figli di Dio avrebbero agito rispetto ad essa, si sarebbe compreso come era in loro tendenza al Bene o al Male.
Come acqua regia che prova l'oro e bilancia d'orafo che ne pesa i carati, quella pianta, divenuta una "missione" per il comando di Dio rispetto ad essa, ha dato la misura della purezza del metallo d'Adamo e di Eva.
Sento già la vostra obbiezione: "Non è stata soverchia la condanna e puerile il mezzo usato per giungere a condannarli?".
Non è stato. Una disubbidienza attualmente in voi, che siete gli eredi loro, è meno grave che non fosse in essi.
Voi siete redenti da Me. Ma il veleno di Satana rimane sempre pronto a risorgere, come certi morbi che non si annullano mai totalmente nel sangue.
Essi, i due progenitori, erano possessori della Grazia senza aver mai avuto sfioramento con la Disgrazia. Perciò più forti, più sorretti dalla Grazia, che generava innocenza e amore.
Infinito era il dono che Dio aveva loro dato. Ben più grave perciò la loro caduta nonostante quel dono.
Simbolico anche il frutto offerto e mangiato.
Era il frutto di una esperienza voluta compiere per istigazione satanica contro il comando di Dio.
Io non avevo interdetto agli uomini l'amore.
Volevo unicamente che si amassero senza malizia; come Io li amavo con la mia santità, essi dovevano amarsi in santità d'affetti, che nessuna libidine insozza.
Non si deve dimenticare che la Grazia è lume, e chi la possiede conosce ciò che è utile e buono conoscere.
La Piena di Grazia conobbe tutto, perché la Sapienza la istruiva, la Sapienza che è Grazia, e si seppe guidare santamente.
Eva conosceva perciò ciò che le era buono conoscere.
Non oltre, perché è inutile conoscere ciò che non è buono.
Non ebbe fede nelle parole di Dio e non fu fedele nella sua promessa di ubbidienza.
Credette a Satana, infranse la promessa, volle sapere il non buono, lo amò senza rimorso, rese l'amore, che Io avevo dato così santo, una corrotta cosa, una avvilita cosa.
Angelo decaduto, si rotolò nel fango e sullo strame, mentre poteva correre felice fra i fiori del Paradiso terrestre e vedersi fiorire intorno la prole, così come una pianta si copre di fiori senza curvare la chioma nel pantano.
Non siate come i fanciulli stolti che Io indico nel Vangelo, i quali hanno udito cantare e si sono turati gli orecchi, hanno udito suonare e non hanno ballato, hanno udito piangere e hanno voluto ridere.
Non siate gretti e non siate negatori. Accettate, accettate senza malizia e cocciutaggine, senza ironia e incredulità, la Luce.
E basta su ciò.
Per farvi capire di quanto dovete esser grati a Colui che è morto per rialzarvi al Cielo e per vincere la concupiscenza di Satana, ho voluto parlarvi... di questo che è stato il primo anello della catena con cui il Verbo del Padre fu tratto alla morte, l'Agnello divino al macello.
Ve ne ho voluto parlare perché ora il novanta per cento fra voi è simile ad Eva intossicata dal fiato e dalla parola di Lucifero, e non vivete per amarvi ma per saziarvi di senso, non vivete per il Cielo ma per il fango, non siete più creature dotate d'anima e ragione ma cani senz’anima e senza ragione.
L'anima l'avete uccisa e la ragione depravata. In verità vi dico che i bruti vi superano nella onestà dei loro amori».
Voce:5
Il mio Gesù ha spiegato di qual colpa si macchiò la Coppia prima. Io ho annullato quella colpa rifacendo a ritroso, per ascendere, le tappe della sua discesa.
Il principio della colpa fu nella disubbidienza. "Non mangiate e non toccate di quell'albero" aveva detto Iddio.
E l'uomo e la donna, i re del creato, che potevano di tutto toccare e mangiare fuor che di quello, perché Dio voleva non renderli che inferiori agli angeli, non tennero conto di quel divieto.
La pianta: il mezzo per provare l'ubbidienza dei figli.
Che è l'ubbidienza al comando di Dio? E' bene, perché Dio non comanda che il bene.
Che è la disubbidienza? E' male, perché mette l'animo nelle disposizioni di ribellione su cui Satana può operare.
Eva va alla pianta da cui sarebbe venuto il suo bene con lo sfuggirla o il suo male coll'avvicinarla.
Vi va trascinata dalla curiosità bambina di vedere che avesse in sé di speciale, dall'imprudenza che le fa parere inutile il comando di Dio, dato che lei è forte e pura, regina dell'Eden, in cui tutto le ubbidisce e in cui nulla potrà farle del male.
La sua presunzione la rovina. La presunzione è già lievito di superbia.
Alla pianta trova il Seduttore il quale, alla sua inesperienza, alla sua vergine tanto bella inesperienza, alla sua maltutelata da lei inesperienza, canta la canzone della menzogna.
"Tu credi che qui sia del male? No. Dio te l'ha detto, perché vi vuol tenere schiavi del suo potere. Credete d'esser re? Non siete neppur liberi come lo è la fiera. Ad essa è concesso di amarsi di amor vero. Non a voi. Ad essa è concesso d'esser creatrice come Dio. Essa genererà figli e vedrà crescere a suo piacere la famiglia. Non voi. A voi negata è questa gioia. A che pro dunque farvi uomo e donna se dovete vivere in tal maniera? Siate dèi. Non sapete quale gioia è l'esser due in una carne sola, che ne crea una terza e molte più terze? Non credete alle promesse di Dio di avere gioia di posterità vedendo i figli crearsi nuove famiglie, lasciando per esse e padre e madre. Vi ha dato una larva di vita: la vita vera è di conoscere le leggi della vita. Allora sarete simili a dèi e potrete dire a Dio: 'Siamo tuoi uguali'
E la seduzione è continuata, perché non vi fu volontà di spezzarla, ma anzi volontà di continuarla e di conoscere ciò che non era dell'uomo.
Ecco che l'albero proibito diviene, alla razza, realmente mortale, perché dalle sue rame pende il frutto dell'amaro sapere che viene da Satana. E la donna diviene femmina e, col lievito della conoscenza satanica in cuore, va a corrompere Adamo.
Avvilita così la carne, corrotto il morale, degradato lo spirito, conobbero il dolore e la morte dello spirito privato della Grazia, e della carne privata dell'immortalità.
E la ferita di Eva generò la sofferenza, che non si placherà finché non sarà estinta l'ultima coppia sulla terra.
1 G.Landolina: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 69 - Edizioni Segno, 1997 - vedi anche sito internet già citato
2 G. Landolina: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 24 - Ed. Segno, 1997
vedi anche www.ilcatecumeno.net
3 Maria Valtorta: 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' - Cap. 17, Pagg. 100/103 - Centro Editoriale Valtortiano - Isola del Liri (FR) - Dettato del 5.3.1944 - Vedi anche dell'autore "I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del 'picco' Giovanni" - Vol. I, Cap. 3 - anche https://www.ilcatecumeno.net
4 Maria Valtorta: 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' - Cap. 17, Pag.108/109 - Centro Editoriale Valtortiano - Isola del Liri (FR)
5 Maria Valtorta: 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' - Cap. 17, Pagg. 105/106 - Centro Editoriale Valtortiano - Isola del Liri (FR) - 'Dettato' dell'8.3.1944 di Maria SS.