CAP. 25
SATANA, IL MALE, SI É FATTO INCONSAPEVOLMENTE STRUMENTO DEL BENE...
25.1 L'autodifesa dei due Progenitori.
Segretario: Avevamo lasciato Adamo al versetto di Genesi in cui - alla domanda di Dio su dove mai fosse stato, visto che 'non lo vedeva' - egli rispondeva che si era nascosto nel folto della vegetazione perché, vedendosi nudo, ne aveva provato paura.
Adamo dunque mente, quanto alle vere ragioni della sua paura, ma - preda ormai delle conseguenze istantanee del Peccato - non ha più lucidità di idee e non si rende neanche conto della puerilità della sua scusa. Confonde la causa con l'effetto, attribuisce la sua paura alla nudità anzichè ammettere onestamente il peccato di tradimento che poi lo ha portato all'animalità e quindi ad una sessualità prematura per il subitaneo risveglio degli istinti animali.
Dio non batte ciglio, é un Dio buono, comprensivo, sempre disposto al perdono, ma è anche un Dio che vuole mettere ancora alla prova Adamo per vedere se in lui vi possa essere un ritorno di sincerità e possa sorgere un moto di pentimento. E allora quasi con noncuranza, per non spaventarlo, Dio gli domanda come abbia fatto a rendersi conto della propria 'nudità', visto che 'nudo' lo era anche prima, e se per caso non avesse mangiato il frutto proibito:1
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«Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
Rispose l'uomo:«La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero ed io ne ho mangiato».
Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?»
Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Questo testo, nella sua semplicità - che bada alla sostanza spirituale del dialogo e non ai fronzoli - mi sembra anche qui di una sottigliezza psicologica notevole.
Adamo avrebbe potuto facilmente dire a questo punto: 'Ebbene sì, Signore, ho disubbidito all'unica proibizione che ci avevi fatto ed ho mangiato proprio il frutto di quell'albero'.
Sarebbe stata una ammissione di colpa, e quindi di fatto una sorta di confessione. E Dio perdona chi si confessa e si pente.
Ma Adamo se ne guarda bene e anzi - pur ammettendo implicitamente che la domanda di Dio era quella giusta - non si assume la sua responsabilità ma dà la colpa ad Eva e persino a Dio stesso che glie l'ha messa accanto:'La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero ed io ne ho mangiato...'.
Solo la gravità del Peccato commesso, con la perdita completa della Grazia, poteva aver indotto un uomo perfetto intellettualmente e soprattutto spiritualmente - avviato sulla via della santità, come aveva spiegato la 'Voce' - a rispondere a Dio con una simile improntitudine.
Dio prende atto e si rivolge allora alla donna chiedendole cosa lei avesse fatto, e quella: 'Il Serpente mi ha ingannata ed io ne ho mangiato'.
Non c'é che dire, siamo di fronte a quello che in gergo viene chiamato uno 'scaricabarile': Adamo dà la colpa a Dio e alla donna la quale a sua volta dà tutta la colpa al Serpente.
Nessuno dei due si assume la responsabilità della ammissione della propria colpa!
Vediamo comunque cosa dice F.Crombette...
Fernand Crombette: L'interrogatorio divino prosegue così nella Volgata: "Dio gli disse: 'Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo proibito di mangiare?'
Rispose: 'La donna che Tu mi hai posta accanto mi ha dato (del frutto) dell'albero, ed io ne ho mangiato'.
Il Signore Dio disse alla donna: 'Perché hai fatto questo?' Ella rispose: 'Il serpente mi ha ingannata, ed io ho mangiato'."
Versetti 11, 12, e 13 del capitolo III:
Ossia, in testo coordinato: "Perché hai sospeso una cintura per coprire i tuoi organi eccitati se non per aver mangiato qualcosa che mette in fuoco, sapendo di fare ciò che è male?
Avresti potuto sposarti senza aver bisogno di nascondere il tuo stato passionale se soltanto ti fossi permesso di farlo quando Io stesso te l'avrei concesso. Hai attirato contro di te grandi disgrazie".
Rispondendo a queste parole, Adamo così parlò: "Questa stessa donna che m'avete dato per essere mia compagna, eccitata da questa pianta, contrariamente alla vostra grave proibizione, mi ha proposto di mangiarne; io ho fatto ciò che è male e ne ho mangiato".
Rispondendo a queste parole Djehoouôh-Ehélohidjm così parlò: "Donna ingannatrice, perché hai fatto questa cattiva azione di mangiare?".
Rispondendo a queste parole, la donna così parlò: "Sia destinato alla maledizione degli uomini e dei loro discendenti eternamente colui che mi ha mentito".
Mosè è qui più preciso di San Girolamo; dai dettagli che ci ha fornito, la vergogna provata da Adamo non gli veniva tanto dalla sua nudità, lasciante apparire il suo stato di eccitazione, ma dal fatto che egli sentiva che il suo stato era irregolare nelle circostanze delittuose che l'avevano prodotto; giacché, col permesso di Dio, egli non avrebbe dovuto arrossire della sua virilità; anzi, poiché era una partecipazione alla potenza generatrice di Dio.
Ed Eva non disse: "il serpente mi ha ingannata" ma, nel suo furore, maledisse il suo seduttore, disposizione di spirito che è ben femminile e che… Corneille ha saputo esprimere con forza nelle imprecazioni di Camilla contro Roma.
All'opposto, l'uomo confessa umilmente la sua colpa.
Segretario: Nelle mie analisi 'esegetiche' io mi baso sul testo ufficiale, ma non così Crombette in quanto le sue non sono esegesi in senso religioso ma - come abbiamo già ben spiegato - parafrasi frutto di una sua particolare tecnica di decrittazione.
Devo tuttavia rilevare che nella sostanza - a parte i particolari - l'interpretazione di Crombette conferma la linea di difesa scelta dall'uomo e dalla donna.
Il resto sono sfumature: io avevo ad esempio interpretato l'autodifesa di Adamo in maniera psicologicamente negativa, anche perché in lui non avevo colto dal testo ufficiale di Genesi alcun segno di pentimento, mentre secondo la parafrasi di Crombette Adamo avrebbe almeno ammesso umilmente la propria colpa.
Vi è però un aspetto che non mi convince sull'opinione di Crombette che Adamo si fosse pentito: se Adamo si fosse pentito Dio - che perdona sempre chi si pente - non lo avrebbe condannato.
25.2 E' lo stato di colpa quello che salva, se c'è anche la buona volontà.
Possiamo a questo punto però dire di avere esaminato tutta la sequenza del Peccato originale con sufficiente completezza.
Una cosa che tuttavia balza agli occhi - e mi sembra quasi di sentir fiorire la domanda sulle vostre labbra - è piuttosto questa: perché mai Dio ha consentito che l'intelligentissimo ed astutissimo Satana fuorviasse l'uomo, o donna che sia, dando così la stura alle conseguenze del Peccato originale?
Quante volte ho sentito dire dagli scettici che se Dio fosse stato veramente buono non avrebbe dovuto consentire a Satana di 'tentare' l'uomo o non avrebbe dovuto permettere agli uomini di 'sbagliare'?
La domanda sottintende in realtà la convinzione della inverosomiglianza dell'assunto della Dottrina cristiana sulla incommensurabile bontà divina e comunque insinua l'idea di un Satana di potenza eguale se non superiore a quella di Dio, sempre che Satana e Dio esistano!
Luce:2
Dio creò l'uomo 'perfetto': destinato al Paradiso perpetuo.
Satana, invidioso dell'uomo, perchè rabbioso di essere stato cacciato dal Paradiso, volle - anche in 'odio' a Dio - rovinare - con la sua 'tentazione' ed il Peccato originale - l'opera di Dio!
L'uomo perse la Grazia, divenne imperfetto e perse il Paradiso.
Ma proprio lo stato di colpa - che rende imperfetti e soggetti alle malattie fisiche e spirituali, soggetti al peccato - permette agli uomini meritevoli di 'guadagnarsi' il Paradiso.
Ciò per merito della 'buona volontà' e di quel Libero Arbitrio che Dio aveva loro donato.
Quindi Satana, il Male, si è fatto inconsapevolmente strumento del Bene, perchè per l'uomo è più merito 'conquistarsi' il Paradiso che riceverlo in dono senza alcuno sforzo.
Dio, Dio ha fatto gli uomini a sua immagine e somiglianza!
Dio è Amore, e ama gli uomini come figli, di un amore intensissimo, infinito.
L'uomo, a causa del libero arbitrio, e quindi della sua 'volontà', si è dato al Male perdendo la Grazia e ottenendo morte e dolore.
Satana imperversa fra gli uomini. Dio, immenso nella sua bontà, ha per amore voluto riscattare l'uomo ed i suoi peccati offrendo in sacrificio se stesso.
Dio si è fatto uomo, ha sofferto, si è immolato dopo aver evangelizzato ed insegnato all'uomo la Dottrina dell'Amore che è necessaria alla sua salvezza.
Così come l'uomo con il suo libero arbitrio si è perduto, così ora l'uomo - grazie all' insegnamento della Dottrina dell'Amore consacrata nella Passione - con lo stesso libero arbitrio potrà imparare ad amare e riconquistare lo stato di 'grazia' perduto.
Dio ha fatto dunque sacrificio di se stesso per salvare i suoi figli uomini.
E' come se un padre o una madre offrissero la propria vita per la salvezza di quella dei figli.
Segretario: Mi sembra dunque di cogliere alcuni aspetti fondamentali da questo chiarimento.
L'uomo era perfetto.
Perfetto non solo fisicamente ma anche intellettualmente e spiritualmente, una perfezione però funzionale alla sua natura di creatura pur sempre limitata.
Possedeva il massimo della Sapienza consentita ad un uomo 'perfetto' e sapeva dunque come doversi regolare, anche perché veniva continuamente ed ulteriormente ammaestrato da Dio.
Possedeva però anche il libero arbitrio, dono inestimabile perché la libertà dà dignità all'uomo che altrimenti sarebbe un automa, e per di più non potrebbe acquisire meriti.
La libertà era stata però concessa anche a Lucifero che - pur condannato da Dio - non era stato privato dei suoi doni angelici e della sua dignità di spirito libero, e dunque era libero di tentare.
Dio - che pur aveva 'visto' in anticipo la futura tentazione di Satana e la libera caduta dell'uomo - ha tuttavia lasciato fare per rispettare la libertà delle sue creature ma anche perché è proprio la libertà quella che consente all'uomo - andando controcorrente e combattendo contro il proprio io decaduto - di guadagnarsi con la buona volontà e quindi con merito la felicità e la salvezza eterna.
Dio scrive dritto sulle righe storte: la libertà di Satana e dell'uomo, la tentazione, il Peccato originale sarebbero stati funzionali ad una felicità eterna conseguita con pieno merito!
Satana - convinto di colpire l'uomo e di mortificare Dio - é stato così, in realtà, uno strumento inconsapevole del Progetto stesso di Dio!
In ben altra maniera Dio avrebbe invece un giorno dimostrato la propria Bontà ed Amore per l'uomo.
Il suo Verbo si sarebbe personalmente incarnato nella Storia non solo per insegnare all'uomo la piena Verità sulla creazione da parte di Dio, sulle sue origini spirituali e sul proprio destino immortale ma soprattutto - lasciandosi immolare su una croce - per offrirsi al Padre quale vittima sacrificale per ottenere il riscatto, il perdono e la salvezza eterna degli uomini: quelli di Buona Volontà, ovviamente!
Dio ha salvato dunque l'uomo con quello stesso libero arbitrio sul quale Satana - eterogenesi dei fini - aveva fatto leva allo scopo di perderlo.
2 G.Landolina: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' , Cap. 20 - Edizioni
Segno, 1997 - https://www.ilcatecumeno.net