CAP. 8
A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA.
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8.1 Sospetto di un Dio antropomorfo? Ascoltiamo allora i teologi!
Segretario: Dopo aver parlato della creazione degli animali mammiferi, parliamo allora finalmente dell'uomo e della donna, che costituirebbero il vertice di perfezione.
I tre versetti successivi di Genesi aggiungono infatti a questo riguardo:1
E Dio disse:
«Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra ».
Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra ».
Qui il senso del testo letterale di Genesi sembrerebbe chiaro...
Dio avrebbe creato il 'mammifero' uomo 'a propria immagine e somiglianza'.
L'uomo: un mammifero, che avrebbe dovuto 'dominare' su tutti gli altri esseri viventi.
L'uomo: un essere fatto ad immagine e somiglianza di Dio!
Il testo letterale ci offre a quest'ultimo riguardo una prospettiva alquanto sorprendente rispetto a quella che è la concezione diffusa di un Dio che sarebbe invece una Entità spirituale, e come tale priva sia di sostanza corporea che di forma.
Hanno forse dunque ragione quei critici che sostengono che questo concetto dell'uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, corrisponde ad una visione antropomorfa di Dio tipica delle religioni mitiche?
Bastian Contrario: 'Antropomorfo'...? Qualcuno ha qui per caso un dizionario?
Mimì l'Enciclopedico: Lasci stare il dizionario..., l'antropomorfismo è l'attribuzione di aspetto o caratteristiche umane a ciò che non è umano.
In particolare, in campo religioso, l'antropomorfismo è una rappresentazione di Dio a immagine dell'uomo, con aspetto fisico ed emozioni - come gelosia, ira e amore - umani.
Mentre le religioni politeistiche presentano prevalentemente divinità antropomorfiche, quelle monoteistiche in genere ritengono sia sconveniente attribuire tratti umani a un Dio onnipotente e onnipresente.
In filosofia e in teologia si usano concetti e termini apparentemente antropomorfici perché è impossibile pensare Dio senza attribuirgli tratti umani.
Nella Bibbia giudeo-cristiana, per esempio, gli si attribuiscono caratteristiche ed emozioni umane, ma nello stesso tempo egli è pensato come trascendente...
Segretario: E' vero, se c'era un popolo che rifuggiva letteralmente dall'idea di voler immaginare Dio come un essere umano, quello era proprio il popolo ebraico che di Dio non osava neppure pronunciare il nome e che aveva un divieto assoluto di farsene immagini, per non cadere nel rischio di un culto idolatrico.
Se dunque non era un concetto antropomorfico quello che l'ebreo Mosé aveva voluto esprimere - considerando egli in realtà Dio come un essere trascendente e purissimo spirito - la immagine e somiglianza con l'uomo di cui Mosé parla non possono alludere che ad un concetto diverso.
Mi ricordo che nella prima sessione2 della nostra Conferenza - quando era stato sfiorato il discorso del Cristocentrismo - Padre Jean-Marie de la Croix aveva fatto un accenno al problema della immagine e somiglianza dell'uomo a Dio...
Anzi, nella sessione di ieri3 anche Don Pablo Martin Sanguiao aveva accennato ad un concetto teologico del genere.
Mi piacerebbe che De la Croix e Don Pablo, che sono sacerdoti e per di più specialisti in teologia, ci rinfrescassero ora in sintesi il concetto da essi già illustrato...
Jean-Marie de la Croix:4 L’atto di amore che ha spinto la Trinità a creare, dona alla creatura una certa somiglianza con Lei.
Essendo infatti la Trinità la somma e la sorgente di tutte le perfezioni, qualunque cosa Ella voglia creare non può essere che una imitazione, al di fuori di Sé, delle sue perfezioni, come l’esistenza, la sapienza, l’amore.
Ma creando me, gli angeli e questo mondo in cui viviamo, la Trinità ha voluto fare di più: Ella ci ha voluti non solo come imitazioni di alcune Sue perfezioni essenziali, ma come imitazione dello stesso Figlio incarnato, nel quale «il Padre pone ogni sua compiacenza».
Nel creare il mondo, il primo pensiero di Dio è stato Gesù, il suo unico Figlio fatto uomo; e solo in Lui, Dio e uomo, lo ha progettato e realizzato.
Proprio come un artista che prima ha in mente l’opera d’arte e poi la realizza all’esterno.
Perciò Gesù, il figlio di Dio incarnato, è veramente il prototipo di ogni cosa creata, il «Primogenito di tutta la creazione» (Colossesi 1,15) e come tale è - nella mente eterna di Dio - preesistente alla creazione stessa del mondo, degli angeli e degli uomini, che saranno tutti creati in Lui e ad imitazione di Lui (cfr. Colossesi 1,16).
Segretario: Mi permetto di interpretare io - con linguaggio profano ma forse più comprensibile ai 'non addetti ai lavori' - quanto Padre Jean-Marie de la Croix ha espresso in una più corretta forma teologica.
Se non sbaglio, Dio avrebbe creato il mondo e con esso anche gli esseri umani, destinati a divenire 'figli suoi', avendo in mente per essi - fin da prima della Creazione - l'immagine fisica che Egli aveva pensato per il suo Verbo quando Questi un giorno si fosse incarnato per redimerli e salvarli, sapendo Dio già in anticipo che gli uomini - abusando della libertà loro concessa - avrebbero sbagliato.
Don Pablo, le pare giusto questo concetto di 'immagine'?
Don Pablo Martìn:5 Nella prima sessione avevamo parlato della vera Forma e del funzionamento dell’Universo secondo la Genesi tradotta da Fernand Crombette.
Si legge in Genesi che ‘in principio Dio creò il cielo e la terra’ mentre il Vangelo di Giovanni dice che ‘In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste’.
San Paolo precisa infine che il Figlio diletto ‘è l’immagine del Dio invisibile… Per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla Terra. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte le cose sussistono in lui’.6
8.2 Adamo ed Eva: Dio li fece maschio e femmina o... bisex?
Segretario: Bene! Don Pablo Sanguiao Martin ci ha confermato il concetto: Dio nel creare l'uomo ha donato alla sua creatura una certa rassomiglianza con Lui, o meglio gli ha donato una 'forma' che sarebbe stata come una imitazione del Verbo che in seguito si sarebbe incarnato.
Don Pablo ci ha ulteriormente tranquillizzato ricordandoci che lo ha detto anche San Paolo: e cioé che il 'Figlio diletto' - vale a dire il Verbo incarnato, Gesù-Uomo - è l'immagine visibile del Dio invisibile.
Poiché dunque il Verbo - che vive fuori del Tempo - avrebbe assunto nella Storia l'immagine fisica di quello che sarebbe stato il Gesù-Uomo, se ne deduce che l'uomo stesso é fatto ad immagine di Dio, come ha scritto Mosé.
Sentiamo allora - con una punta di curiosità anche a quest'ultimo riguardo - come Crombette decritta e 'parafrasa' i tre versetti precedenti sulla creazione dell'uomo.
F. Crombette: In ebraico:
Coordinandolo, questo testo diviene:
Operando saggiamente, Ehélohidjm incominciò poi a far vivere una specie a partire dalla Forma Generatrice, facendo diffondersi una parte di questa forma in un'altra e in modo che la forma di questa fosse fatta quindi a somiglianza di quella, ed Egli disse: "Questa specie splendida, elevata per l'intelligenza, capeggi e superi (quelle) dell'immensa distesa del cielo, (quelle) numerosissime che hanno il potere di inseminare le acque, (quelle) che sono simili al gatto, e (quelle) che vivono dentro la superficie della terra, e (quelle) che fanno rigurgitare molte volte il loro cibo, secondo le varietà delle cose inviate da una parte e dall'altra alla superficie della terra".
Facendo uscire un essere definitivo, Ehélohidjm volle produrre, in colui che stava per diventare capo genealogico, una forma d'uomo secondo l'immagine dell'Uomo di luce e proveniente da Lui.
Ehélohidjm fece, con la sua Parola, in modo che, per un piccolo lasso di tempo, questi possedesse le borse dove si produce la vita, e inoltre, all'interno, la cavità dove ha luogo il concepimento, fino al momento in cui la sua Parola gli avrebbe fatto per innesto una simile.
Ehélohidjm gli impose di astenersi dall'usare quelle parti fino al momento in cui Lui, Ehélohidjm, sarebbe venuto a dirgli di mangiare qualcosa di particolare producente lo stato passionale, di prolificare da allora e di produrre altri rampolli sino a far andare la specie al grande mare, diffondendosi sulla superficie della terra, e finché la misura degli eletti fosse sufficiente.
E quest'essere splendido, elevato per l'intelligenza, capeggiò e superò (quelli) dell'immensa distesa del cielo, (quelli) numerosissimi che avevano il potere d'inseminare le acque e (quelli) che abitavano la terra ancora non coltivata, secondo le varietà distinte, inviate da un lato e dall'altro sulla superficie della terra.
Il copto ci dice che Ehelohidjm intraprese di fare una specie nuova: la specie umana, specie, di conseguenza, ben distinta dalle precedenti, essendo qui la parola specie presa nella sua accezione più rigorosa.
Questa specie fu fatta, non a partire dalla forma modificata, spontaneamente o no, di una scimmia, come vorrebbero il Padre Teilhard de Chardin e quelli della sua scuola, ma a partire dalla forma generatrice sdoppiata in un altra fatta a sua somiglianza.
Se l'uomo fosse uscito dalla scimmia, bisognava che la forma fetale della scimmia ricevesse profonde modificazioni e, pertanto, la forma dell'uomo non sarebbe più stata simile a quella da cui avrebbe tratto la sua origine; sarebbe stata una creazione ascendente; un uomo "ascendente" dalla scimmia, secondo la formula che il Padre Teilhard de Chardin ha giudicato molto abile per far accettare la tesi trasformista.
Non è affatto così: la forma dell'uomo è simile alla sua forma generatrice.
Ora, la forma umana è nettamente superiore alle forme animali; la forma generatrice di quella dell'uomo è dunque quella di un essere superiore a tutta la creazione.
La creazione di Adamo non è dunque stata né ascendente nè discendente, ma condiscendente.
Chi è questo Essere superiore di cui l'uomo è la copia se non Quello di cui l'Apostolo san Giovanni ha detto: "Prima di tutto era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Per Lui tutte le cose sono state fatte e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In Lui era la vita e la vita era la luce che illumina ogni uomo che viene sulla terra." ?
Il Verbo era la luce degli uomini perché questa luce, dice S. Giovanni, è la vita che era in Lui e che Egli trasmette ad ogni uomo che viene in questo mondo.
San Giovanni sa benissimo che il Cristo ha illuminato gli uomini con la sua dottrina, ma non è di questa luce morale che qui parla, giacché egli sa pure che Cristo ha detto: "Io sono la Via, la Verità e la Vita".
Cioè: "Io sono la Via; seguite dunque la mia strada. Io sono la Verità; ascoltate dunque il mio insegnamento. Io sono la Vita, è da Me che voi avete la vostra e sono Io che posso rendervela quando l'avete perduta".
Le spiegazioni allegoriche immaginate da molti esegeti cadono davanti alla luminosa semplicità che noi scopriamo oggi nel testo mosaico.
Ed è lo stesso per tutte le teorie evoluzioniste comprese quelle che si credeva d'accordo con l'ortodossia.
Così l'uomo è l'essere definitivo della creazione e Adamo è l'unico capo genealogico dell'umanità.
La sua forma è l'immagine di Dio, il Verbo, che è al contempo il Figlio unico di Dio e che ci ha fatto conoscere Dio, perché Lui, in quanto Uomo-Dio, è visibile.
Per questo Mosè dice ancora che Adamo era un essere splendido, elevato, per l'intelligenza, al di sopra di tutti gli altri esseri della creazione, e che egli doveva dominare su tutta la terra fino a quando fosse riempita di eletti nella misura fissata da Dio: disegno ammirabile della divina Provvidenza che il peccato ha scompigliato ma che è stato restaurato dalla Redenzione del Cristo stesso.
Rimarchiamo, di sfuggita, che la terra è detta ancora incolta, il che spiega che l'uomo doveva coltivarla.
Segretario: Molto interessante. Rilevo ancora che, mentre la Genesi dice che Dio creò gli uomini maschio e femmina, dalla traduzione dei monosillabi copti di Crombette sembra quasi emergere il concetto di un uomo super 'attrezzato' ed 'indipendente' dalla donna, avendo egli dentro al proprio corpo persino quella che Crombette traduce come 'cavità dove ha luogo il concepimento', 'cavità' che, tradotta in parole povere, non sarebbe altro che l'utero.
Forse non ho capito bene, ma Crombette ritiene dunque che il primo uomo, Adamo, fosse originariamente una sorta di 'bisex'?
2 G.Landolina: 'La Genesi biblica tra scienza e fede' - Vol. I, Cap. 7: 'Il progetto creativo di Dio' - Edizioni Segno - Vedi sito internet dell'autore www.ilcatecumeno.net, opera citata.
3 Come sopra, opera citata, Vol. II, Cap. 2: "La 'Forma esemplare' e l'immagine visibile del Dio... invisibile".
4 Jean-Marie de la Croix: teologo, autore di varie opere. Vedi ‘Il Credo’ Vol. 1°, pagg. 207/209 - Ed. Mimep-Docete
6 S.Paolo: Colossesi (1, 15-17)