CAP. 5
I CUGINI DELLO SCIMPANZE'
5.1 L'incubo di Mosé, gli scienziati evoluzionisti e i telefoni cellulari.
Segretario: Dopo aver fatto queste premesse possiamo finalmente avventurarci nell'esame del testo di Genesi relativo al sesto giorno della Creazione.
Dice la Genesi nei primi due versetti: 1
Dio disse:
« La terra produca esseri viventi secondo la loro specie:
bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie ».
E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie.
E Dio vide che era cosa buona.
Avevamo già visto nel corso della sessione della Conferenza di ieri che - secondo la traduzione ufficiale della Genesi - nel quinto giorno Dio aveva creato esseri viventi adatti a vivere nelle acque e a volare nel cielo.
Non vi si parlava dunque di esseri 'terrestri', il che appariva per un certo verso strano: dato infatti che Dio aveva creato in tale giorno animali acquatici e volatili, perché non anche animali terrestri?
Peraltro nella Genesi la creazione degli animali terrestri viene inserita, come sopra visto, nel sesto giorno creativo, giorno nel quale verrà creato anche l'uomo.
Al contrario, dalla decrittazione relativa al quinto giorno fatta da F. Crombette, era emerso che gli animali terrestri erano stati anch'essi creati nel quinto giorno insieme a tutti gli altri acquatici ed ai volatili. 2
Ora, qui nel sesto giorno, si ripropone il problema: quando sono stati creati gli animali terrestri, nel quinto o all'inizio del sesto giorno?
O Mosè, ritenuto l'autore del testo di Genesi, ha erroneamente collocato nella sesta fase una creazione che in realtà era già avvenuta nella fase creativa precedente del quinto giorno, oppure Crombette si è sbagliato quando ha creduto di poter decrittare come appartenente al quinto giorno anche la creazione di animali terrestri che sarebbero stati in realtà creati nel sesto giorno.
Non vedo comunque in questi versetti dei particolari problemi di sostanza ... se non per il fatto che anche qui, come pure nella creazione della vita vegetale ed animale del terzo e quinto giorno, Mosé ripete a più riprese - quasi ossessivamente - che ogni animale è stato fatto secondo la sua specie.
Bastian Contrario: Io, invece, mi sarei fatta una certa idea sulla 'ossessione' di Mosè...
Mosè, era un profeta ed aveva anche delle visioni...
Secondo me lui deve aver avuto in anticipo anche la 'visione' dell'evoluzionismo di Darwin nonché dei suoi continuatori post-evoluzionisti o neo-evoluzionisti, paleontologi, antropologi, attualisti. etc. che nella nostra epoca moderna avrebbero negato a Dio la capacità di creare dal nulla delle singole e differenti specie di animali e vegetali.
Quello dell'evoluzionismo gli deve essere sembrato un incubo, anziché una visione, ed ecco perché allora si deve essere affannato a ripetere 'ossessivamente' che Dio ha invece creato specie differenti: Mosé lo ha fatto a futura memoria!
Gli evoluzionisti da centocinquanta anni scavano e riscavano nel terreno alla disperata ricerca dell'animale intermedio fra una specie e l'altra, ma trovano di tutto fuorché l'anello mancante.
Anzi..., a proposito di scavare e trovare di tutto, la mia amica Francesca - quella di cui vi avevo già parlato - mi ha detto che sulla pagina della Scienza di un importante quotidiano nazionale é apparso recentemente un articolo di fede evoluzionista che dice che - una volta tanto - anche gli scienziati 'darwiniani' italiani hanno fatto una sensazionale scoperta...
Dice dunque l'articolo scientifico che una spedizione internazionale di ricerca - composta da scienziati evoluzionisti multidisciplinari esperti anche in stratigrafia, geologia, paleontologia ed antropologia - aveva iniziato degli scavi in un sito dell'Italia dove erano state già scoperte mandibole di 'uomo di Neanderthal'.
Essi speravano, scavando più profondo, di scoprire reperti fossili di corpi interi e soprattutto anche utensili da lavoro che potessero dare una idea della civiltà di quelle popolazioni locali italiane che - in base a graffiti artistici raffinati raffiguranti scene di caccia con bisonti e cervi trovati in alcune caverne della zona - si sospettava fossero state molto più evolute, anche rispetto alle popolazioni di altri paesi, di quanto non sembri oggi.
Lo spessore e la profondità dei vari strati di terreno sovrapposti, nei quali avrebbero eventualmente trovato i reperti, avrebbero indicato loro la datazione.
Il gruppo degli scienziati inglesi hanno scavato 50 metri sottoterra e hanno scoperto piccoli pezzi di cavi di rame.
Dopo averli analizzati, sono arrivati alla conclusione che quegli uomini antichi italiani, conoscevano la telefonia.
Tuttavia essi hanno osservato che si era già scoperto che gli antichi britannici avevano avuto una rete nazionale di telefonia ben 25.000 anni fa.
Agli scienziati americani non è però sembrato niente di così straordinario e hanno deciso di scavare più profondo.
A 100 metri di profondità hanno trovato piccoli pezzi di cristallo che secondo loro formavano parte di un sistema di fibre ottiche. Ma essi hanno obiettato che gli antichi uomini americani le avevano già inventate 35.000 anni fa.
Gli scienziati italiani - che erano anche addetti di norma al vettovagliamento della spedizione scientifica - non si sono però lasciati impressionare. Messe da parte forchette, coltelli, arrosti e spaghetti, e dato mano alle vanghe, si sono messi a scavare fino a 200 metri senza però trovare niente.
Gli scienziati darwinisti italiani sono dunque arrivati alla conclusione (ritenuta ragionevole) che gli antichi italiani, più di 55.000 anni fa, avevano già i telefoni cellulari...!
5.2 Il verme marino ed il prolungamento del cervello degli scienziati darwinisti.
Richard Dawkins:3 Chi mette in dubbio Darwin si mette contro la ragione...
Tutte le risposte alle domande 'che cosa è l'uomo', o 'la vita ha un significato', datate prima del 18594 sono da rigettare perché sbagliate e prive di valore...
Paolo Bracalini: Professore, secondo un sondaggio della Cbs, il 55% degli americani pensa che l'evoluzionismo di Darwin sia aria fritta. Lei che dice?
Richard Dawkins: Facciamo due ipotesi: se queste persone credono che il libro della Genesi sia letteralmente vero, e che l'intero universo sia nato meno di diecimila anni fa, allora ogni persona di media cultura di ogni paese del mondo direbbe che queste persone sono semplicemente ignoranti.
Se invece accettano che l'universo sia molto più antico, e che la teoria evoluzionistica sia sostanzialmente vera tranne alcuni aspetti sbagliati, allora sarebbe una posizione rispettabile.
P.Bracalini: Quindi?
R. Dawkins: Quindi la colpa è del sistema educativo americano, delle scelte politiche sbagliate, di chi cerca di omettere anche la minima conoscenza della teoria evoluzionista.
Questa gente non sa nemmeno di cosa sta parlando. Perché le idee creazioniste contraddicono non solo la biologia, ma anche la fisica, la cosmologia, la geologia, l'archeologia.
Ogni singola scienza è incompatibile con le idee di chi rifiuta a priori Darwin...
P.Bracalini: Negli Stati uniti si pensa anche di toglierlo dai libri scolastici. Perché Darwin fa così paura?
R. Dawkins: Penso che si possa girare la domanda in questo modo.
Perché un evoluzionista come me ha tanta diffidenza verso la religione?
Bene il problema é che la scienza, e in particolare la biologia, cerca di spiegare ciò che è altrimenti difficile o molto improbabile spiegare in altra maniera.
La teoria della evoluzione darwiniana é un meccanismo molto semplice che spiega molti problemi enormemente complicati.
La fede, invece, la spiegazione religiosa, dice che l'universo, il mondo, la vita, è creata da una intelligenza soprannaturale, e in questo modo parla di una entità che é ancora più complicata e difficile da spiegare di quello che dovrebbe spiegare.
Quindi c'é una difficoltà fondamentale per ogni vero scienziato nell'accettare la fede.
P.Bracalini: Però molti scienziati non la pensano così.
R. Dawkins: E' vero. Ma credo che non possano conciliare veramente le due cose. Penso dividano in qualche modo la loro intelligenza in due compartimenti separati....
P.Bracalini: Ci sono anche suoi colleghi che hanno qualche dubbio in più sulla teoria evoluzionista, sul suo fondamento scientifico. Lei non ammette sbagli?
R. Dawkins: Non credo si possa negare la teoria dell'evoluzione. Sono convinto che nessuno possa ragionevolmente mettere in dubbio la verità dell'evoluzione naturale. Certo, si può dubitare dei meccanismi proposti da Darwin, cioè della selezione naturale.
Ma se non si crede che gli uomini e gli scimpanzé siano cugini, allora non ci si può chiamare scienziati...
Bastian Contrario: Quando Dawkins dice - e forse interpreto troppo maliziosamente - che gli 'scienziati credenti' dividono la loro intelligenza a metà in due compartimenti separati, mi sembra che insinui che la metà 'intelligente' dello scompartimento che crede in Dio è in realtà la loro metà 'deficiente'.
Tuttavia - in merito a quanto egli dice che 'se non si crede che gli uomini e gli scimpanzé siano cugini, allora non ci si può chiamare scienziati...' - ricordo, a proposito degli scienziati 'cugini degli scimpanzé', di aver letto un articolo di un giornalista5, inviato speciale a Heidelberg.
Nell'articolo si diceva che uno dei più grandi enigmi dell'evoluzione è certamente quello dell'occhio umano, e che lo stesso Charles Darwin ammise che la teoria evoluzionistica (basata sulla mutazione casuale e sulla selezione del più adatto) non era in grado di spiegare come il mero Caso fosse riuscito a produrre un organo così raffinato e complesso.
Fin qui tutto bene ma la cosa interessante era che il giornalista raccontava che due scienziati evoluzionisti tedeschi sono riusciti a trovare una spiegazione (basata ovviamente sulle 'leggi' dell'evoluzione) per questo sconcertante fatto dell'occhio umano, mettendo così a tacere una volta per tutte gli avversari dell'evoluzionismo...
Gli evoluzionisti tedeschi - veniva spiegato - avevano analizzato il cervello di un comune verme marino, il Platynereis dumerilii'...
Sì, un verme, un vero e proprio 'fossile vivente' che essi hanno precisato essersi sviluppato circa seicento milioni di anni fa e che da allora è rimasto del tutto immutato...
Per farla breve..., i due scienziati che hanno studiato a fondo la questione hanno avanzato l'ipotesi che l'occhio di quel verme, dal quale anche noi saremmo evoluzionisticamente discesi, non rappresenti altro che un sofisticato prolungamento del cervello verso l'esterno, arrivando così a formare (grazie al tradizionale meccanismo evolutivo della mutazione e della selezione) il nostro stesso sistema visivo...
1 Gn 1,24-25 (I testi sacri citati nella presente opera sono tratti da 'La Sacra Bibbia' - Edizione ufficiale della C.E.I 1974 - Edizioni San Paolo 1985)
2 G.Landolina: 'La Genesi biblica...' - Vol. II, Cap. 23.1 - Ed. Segno 2006
3 Richard Dawkins: importante biologo dell'evoluzionismo, autore di best-seller divulgativi, titolare cattedra di zoologia alla Oxford University - da una intervista di Paolo Bracalini - 'Il Giornale', 16.2.2005 - pag. 31, Cultura
4 Data di pubblicazione di 'L'origine della specie' di Charles Darwin
5 Libero - 4 novembre 2004 - Scienza, pag. 24