CAP. 20

QUARTO GIORNO
(3)

SOLE, LUNA E...  ANTENATI MILLENARI.
UNA CREAZIONE ED UNA LONGEVITA' CHE NON CI SAREMMO MAI ASPETTATI

 

20.1 I circhi, i mari lunari, le tradizioni millenarie dei boscimani e le due lune...

 F. Sacco1: La solidificazione esterna del globo lunare deve essersi verificata piuttosto rapidamente, almeno rispetto a quella del globo terrestre, giacché il suo volume è di appena 1/49 del nostro, essendo di conseguenza la massa lunare molto meno ricca di calorie e anche, forse, a causa della costituzione un po' differente.

F. Crombette: La luna dovette così perdere progressivamente la sua luminosità propria; in seguito si coprì di una scorza opaca.  Questa scorza tenne sotto pressione i gas che erano racchiusi nel magma lunare, ma continuando il raffreddamento ad attivare la liberazione dei gas, l'enorme pressione da essi esercitata su una parete ancora debole, vi provocò dei sollevamenti e delle esplosioni seguite da affossamenti e da sollevamenti.  
É così che si sono prodotti i "circhi" e i "mari" (senz'acqua) che si vedono alla superficie della luna.
La formazione della scorza non dovette certamente necessitare di decine o centinaia di migliaia di anni; dei secoli bastarono. 

De Lapparent2: Ogni corpo che perde una provvista originale di calore per irraggiamento in uno spazio indefinito deve, secondo la teoria, offrire in prossimità della superficie libera, una variazione ben più rapida che all'interno della sua massa.  Il suo calore primitivo tende a diffondersi sempre più uniformemente a partire dal centro, e non è che avvicinandosi al mezzo refrigerante che deve farsi un rapido cambiamento tra la temperatura del corpo e quella dello spazio in cui è contenuto.  I lavori di Fourier, di Poisson, di Elie de Beaumont, non lasciano alcun dubbio in merito, e la sperimentazione non è meno affermativa.

Segretario: Devo ammettere che con tutte queste spiegazioni - d'ora in avanti, ammirandola nelle notti stellate - potremo guardarla con un occhio diverso, anche se credo - e me ne dispiaccio per gli innamorati romantici - che ne avremo una perdita in poesia.

F.Crombette: Tutte queste constatazioni degli studiosi suppongono una luna preliminarmente portata all'incandescenza. 
Ora, è appunto ciò che dice Mosè, che ci ha detto anche che le montagne terrestri erano state formate per plissettamenti a mezzo di sedimenti depositati dall'acqua, il che spiega perchè, secondo l'espressione di Sacco, la selenologia sia essenzialmente plutonica, mentre la geologia è particolarmente nettunica.
Il fatto che la luna finì per divenire scura in seguito al peccato originale, sarebbe tale da spiegare la tradizione dei "Boscimani dell'Africa australe la quale afferma che molto tempo fa la terra era rischiarata da due lune "3. 
In effetti, se si considera che il nostro satellite non ci rischiara veramente che per la metà del tempo, questi indigeni hanno potuto credere che vi era una 'seconda' luna quando tutte le notti erano rischiarate...
... In quale momento la luna ha definitivamente smesso di essere rischiarante da se stessa e ha presentato il regime delle fasi che noi conosciamo? 
É difficile rispondere con certezza a questa domanda.  Il culto della luna, benchè molto antico, sembra posteriore, o almeno poco anteriore al Diluvio. 
In Colombia, l'apparizione della luna attuale è messa in rapporto con una terribile inondazione4. Secondo il cardinale Wiseman, risalendo all'origine delle dinastìe che hanno regnato in India, si arriva a due razze reali distinte dai nomi di sole e di luna.  La prima linea, quella dei principi-lune, comincia poco dopo il Diluvio5...
... D'altra parte, il nome Sélènè non designa la luna incandescente ma il satellite che noi conosciamo, con le sue fasi, giacché Selènè si comprende in greco Selas-Nea = Luce-Nuova, cioè nuova luna, l'astro di cui si salutava con delle feste, le Néomenie, il ritorno regolare dopo le sue sparizioni periodiche. 
É possibile che si ritrovino nei monumenti antidiluviani delle tracce di un culto lunare; le tavolette dell'isola di Pasqua, che risalgono a circa 3000 anni a.C., al massimo, da 600 a 650 prima del Diluvio, portano frequentemente il segno ) caratteristico del mese nella scrittura geroglifica
In ogni modo, noi pensiamo che l'estinzione della luna dovette aver luogo verso l'epoca del Diluvio; diciamo "verso" quest'epoca perché Noè, che nacque 600 anni prima del Diluvio, contava già in mesi lunari prima di entrare nell'Arca. 
Se non temessimo di retrocedere troppo, potremmo far ricorso all'analisi onomastica per cercare di essere più precisi. 
In effetti, il patriarca Enoc (quello che fu portato in cielo), ha un nome che si scrive (1 Cron I, 3) i e si legge effettivamente Echanoouke.  Ora, sotto questa forma, questo nome si può tradurre col copto in chiaro:
'Quello che è nato nel momento in cui la luna aveva perso la sua attività.'
Siccome Enoc nacque nel 3382 e il peccato Originale, causa dell'estinzione della luna, è stato commesso nel 3904, si potrebbe dedurne che la faccia del nostro satellite sarebbe divenuta oscura circa 522 anni dopo l'arresto della sua rotazione su se stessa. 
È solo dopo questo tempo che sarebbero iniziati i fenomeni eruttivi la cui durata è moto difficile da apprezzare, ed è ancora molto più tardi che l'astro si sarebbe completamente raffreddato.  È vero che, prima della sua totale estinzione, una forte diminuzione dell'illuminazione della luna aveva potuto farvi apparire le fasi della sua luce riflessa.  Fino ad allora non sembra che i mesi siano stati indicati con la luna.  Mosè d'altronde non lo menziona.
All'origine, il sole e la luna dovevano separare la notte dal giorno e permettere, con la loro successione, di contare i giorni della vita degli uomini e, con dei raggruppamenti convenientemente scelti di questi giorni, formare delle divisioni del tempo costituenti dei punti di riferimento nella sua lunga continuità; per esempio: settimane di sette giorni, mesi di quattro settimane, ossia 28 giorni, anni di tredici mesi di 28 giorni pari a 365 giorni (364+1), secoli di cento anni, millenni di dieci secoli. 
É qui l'origine del calendario, che dovette essere, inizialmente, solare.
Ma dovrà venire un'epoca in cui non ci sarà più il tempo, in cui gli eletti, vivendo eternamente, raggiunto il loro numero, la riproduzione della specie non sarà più necessaria e il conto dei giorni superfluo; è quello che Mosè indica con la frase: "Fino al tempo della vita superiore in cui le generazioni esisteranno in permanenza".

Bastian Contrario: Ormai della luna possiamo dire di sapere quasi tutto, tanto da poterlo raccontare anche ai nostri amici. Faremmo una bellissima figura, insomma una figura da 'marziani'! Oppure da 'seleniti', dei quali ci ha parlato Crombette, e se non ci crederanno potremmo sempre dire di essere dei 'selenologi' e scrivere almeno un piccolo 'Saggio di selenologia', come aveva fatto F. Sacco. 

 

20.2 Adamo, i suoi discendenti e le informazioni tramandate dai Patriarchi sulle Origini. Le genealogie della Bibbia e le tavole genealogiche di Crombette,

Segretario: Quando parliamo di Genesi e delle età degli antenati non dobbiamo ragionare facendo lo stesso errore degli attualisti della geologia che - come aveva detto Berthault parlando della stratigrafia - si sono basati sulle apparenze né più né meno di come avevano fatto gli Antichi vedendo che il sole apparentemente girava intorno alla Terra.
Sbagliato dunque pensare alla durata della vita degli antenati basandoci sulla durata di quella attuale. Una cosa che colpisce nella Genesi - che pur al riguardo è molto precisa - è l'elencazione della durata della vita dei vari patriarchi post adamitici.
Abbiamo già avuto occasione di dire che - sbagliata la teoria dell'evoluzionismo progressista che ci vede diventare 'superuomini' - gli antenati non erano più ignoranti di noi. Anzi lo studio delle antiche civiltà ci mette di fronte a delle scoperte artistiche e scientifiche che ci lasciano sbalorditi e che il mondo cosiddetto civile occidentale è riuscito ad eguagliare e superare tecnologicamente solo negli ultimi tre secoli.
Dunque non erano sciocchi e dovevano rendersi ben conto che parlare di vite che all'inizio - fino a prima del diluvio - duravano quasi mille anni, doveva essere una autentica idiozia se non fossero stati assolutamente certi che così doveva essere stato perché così era stato con assoluta precisione tramandato di generazione in generazione.
La Bibbia, con il racconto della Creazione dell'universo, della Terra e dell'uomo, ci deve allora fare riflettere sul fatto che devono essere successi fatti grandiosi che alla fine - con il Peccato originale, un Peccato tale da richiedere una incarnazione di un Dio per la Redenzione - hanno veramente toccato e anzi colpito l'uomo nel profondo della sua essenza psichica, spirituale e fisica.
La Dottrina cristiana ci insegna peraltro che il Peccato sconvolse non solo l'Uomo ma anche la Creazione in senso lato.
Per quanto concerne il racconto di Genesi - a meno che non la si ritenga veramente un mito - dobbiamo partire dal presupposto che le rivelazioni sulla origine e formazione della Terra Adamo le avesse ricevute direttamente da Dio. Poi - cessate le rivelazioni ma rimasta la 'memoria' delle stesse - Adamo dovette trasmetterle ai figli, nipoti e così via non dimenticando che la Genesi dice che Adamo è vissuto più di novecento anni ed ha potuto quindi convivere contemporaneamente con moltissimi discendenti successivi.
Egli - uomo non comparabile con gli uomini attuali perché creato intellettualmente e psichicamente perfetto - viveva nella pienezza della 'scienza' umana che gli era stata trasmessa da Dio prima del Peccato originale. La Parola - come dice Genesi - lo istruiva 'nei silenzi della sera', e cioè durante i momenti di pace spirituale. Adamo, che significa 'uomo fatto con la terra', avrebbe dunque tramandato le proprie conoscenze ai propri discendenti e da questi sarebbero via via arrivate fino a Noè.
Scomparsa l'Umanità ma sopravvissuto Noè con i suoi tre figli e nuore, tutto il patrimonio di conoscenze che egli aveva maturato nella sua lunga vita venne trasmesso dai sopravvisuti ai loro figli ed alle generazioni successive e - gradino per gradino, generazione per generazione - alle razze uscite dalla dispersione dei popoli fino a Mosè che le avrebbe infine messe per iscritto.
Le informazioni sulla origine dell'Universo e della Terra - tenendo conto della convivenza temporale delle generazioni precedenti con le successive a causa della lunghezza di vita di ciascuno - non sarebbero scomparse dalla memoria collettiva ma anzi sarebbero state tramandate con notevole precisione e si sarebbero anche potute conservare con una certa facilità.
Narra la Genesi che quando Dio pose Adamo nel giardino di Eden gli disse che egli non sarebbe morto se non avesse mangiato il frutto dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Ciò che conduce l'uomo alla morte è la degenerazione del sistema genetico, metabolico ed endocrino. Possiamo paragonare l'Umanità ad una Fabbrica che produce autovetture.
La Progettazione è stata corretta ma una 'manovalanza' tecnica ed operaia non più all'altezza della situazione ha finito per produrre delle parti con dei difetti congeniti.
Sarà dunque solo questione di tempo, ma dopo un certo numero di chilometri, i difetti - che all'inizio non erano evidenti - cominceranno a saltare fuori con l'uso.
La situazione peggiorerà progressivamente finché l'autovettura non si fermerà del tutto, pronta per la ... rottamazione.
Adamo - privo di tare genetiche in quanto creato fisicamente e psichicamente perfetto - aveva dunque davanti a sé una vita enormemente lunga fino a quando Dio non avesse ritenuto opportuno farlo 'trapassare' al Cielo così come la Dottrina cristiana insegna a proposito dell'Assunzione al Cielo della Madonna e la stessa Ascensione di Gesù Cristo.
Dopo il Peccato originale perse tuttavia quei doni di sostanziale 'immortalità' pur continuando a vivere molto a lungo.
La 'Luce' ci ha spiegato le ragioni della vita sempre più corta dell'Umanità, rispetto a quella lunghissima di Adamo e dei suoi primi discendenti.
Fu dovuta al fatto che il 'virus' psicosomatico del Peccato originale produsse progressivamente - di generazione in generazione - i suoi effetti più nefasti sulla salute dell'uomo modificandone progressivamente in peggio il metabolismo ed il sistema endocrino mentre i difetti genetici - con la riproduzione - venivano trasmessi sempre più frequentemente di padre in figlio.
Adamo - dice la Bibbia - visse 930 anni e si trovò a convivere con suo figlio Set che visse a sua volta 912 anni, e ancora con il figlio di Set, Enos, che visse in tutto 905 anni, e così via..., per generazioni e generazioni che nei primi due millenni proprio grazie a questa eccezionale longevità si trovarono a vivere contemporaneamente, quasi fino Noè.
Lamech, padre di Noè, visse 777 anni e si trovò a convivere con la fase finale della vita stessa di Adamo.
Noé, dice la Genesi, visse fino a 950 anni, generò i suoi tre figli Cam, Sem e Japhet all'età di 500 anni, e ne aveva 600 - con i figli che dunque avevano già 100 anni - quando avvenne il Diluvio.
Dio - nella Bibbia - disse peraltro a Noè che dal Diluvio in poi la vita dell'uomo si sarebbe di molto accorciata fino a diventare di '120 anni': cosa molto misteriosa ed apparentemente inesplicabile. La chiariremo in seguito.
Poiché Noè aveva al Diluvio 600 anni ma visse fino a 950 anni, egli sopravvisse al cataclisma ancora 350 anni potendo così trasferire in prima persona ai figli ed alle loro generazioni successive, quantomeno l'essenza del bagaglio di conoscenze anche 'scientifiche' di Adamo che egli aveva ereditato e 'memorizzato' nei 600 anni precedenti vissuti a contatto con tutti quegli antenati longevi che avevano a loro volta convissuto direttamente anche con Adamo ed Eva.
Quando parleremo del Diluvio e di tutto quanto successe sulla Terra sconvolta anche dalla deriva improvvisa dei continenti capiremo meglio perché la vita si abbreviò in maniera ancora più drastica del prevedibile, come Dio aveva predetto a Noé. Tutte queste età lunghissime paiono onestamente incredibili e le stesse note di commento a Genesi, che si trovano nei testi biblici e che di norma accompagnano questi brani sulla longevità dei discendenti antidiluviani, cercano di spiegarsi il fatto con l'antica 'credenza' che i progenitori fossero vissuti molto più a lungo e che l'età fosse poi diminuita con il passare dei secoli.

Nessuno pare abbia pensato agli effetti del tremendo virus del peccato 'psicosomatico' né a quelli connessi alla catastrofe del Diluvio con la definitiva caduta dell'anello acqueo e la conseguente perdita della sua coltre protettiva rispetto alle radiazioni cosmiche e solari nocive.
Se il Peccato psichico - come farebbe lo stress nel produrre un'ulcera o un cancro, fenomeno che la medicina psicosomatica conosce bene - si è ripercosso sul corpo alterando l'equilibrio interno ed indebolendo le barriere immunitarie, cosa può aver prodotto una esposizione a radiazioni solari non più filtrate dal vapore acqueo dell'anello ma ormai solo dall'atmosfera?
Sappiamo quanto possano essere tremende le radiazioni solari che ci priverebbero della vita dopo pochi minuti di esposizione se non fossimo protetti dalla nostra atmosfera che fa da filtro.
Oggi parliamo di buco nell'ozono, e ci preoccupiamo per le radiazioni cancerogene, ma cosa successe allora, quando il Peccato originale sconvolse la Creazione e la coltre protettiva costituita dall'anello acqueo venne meno?
Pensando ai primi progenitori viene allora da sorridere quando sentiamo ora ripetere - e ne andiamo orgogliosi - che grazie alla medicina e al progresso 'moderno' la vita dell'uomo si sta splendidamente allungando per cui dopo la seconda età, c'é la terza età e già si parla della quarta età dei novantenni.
Fra poco ci dichiareremo davvero superuomini quando arriveremo - sempre con le medicine e a forza di trapianti  - a diventare centenari dovendo però utilizzare protesi meccaniche per svolgere le nostre funzioni.
E' la lunga durata originaria della vita degli uomini di allora che fornisce dunque una ragionevole spiegazione sul perché certe tradizioni sulle origini, anche se deformate e trasformate in miti dai popoli pagani, sono rintracciabili presso le popolazioni più svariate della terra: sono tutte popolazioni discese da Noé che è tutt'altro che un personaggio mitico.
Il 'popolo eletto' non fu tale per i propri meriti, che in più di una occasione hanno lasciato invece a desiderare, ma grazie alla predilezione di Dio verso i suoi Patriarchi ed i loro meriti speciali.
E' in virtù di questo amore che il 'popolo eletto'- grazie anche ai profeti suscitati da Dio affinché almeno questo popolo, con i suoi patriarchi fedeli al vero Dio, non perdesse la conoscenza della propria origine spirituale - riuscì a mantenere abbastanza intatta la Tradizione delle Origini.
Le tradizioni ebraiche, sembrate successive a quelle più antiche di cui era stata trovata traccia presso i popoli sumeri e babilonesi, non rappresentano dunque un racconto spiritualizzato di un precedente mito pagano, ma sono il racconto spirituale originario che gli altri popoli avevano invece paganizzato e che il popolo eletto aveva invece ben conservato e solo successivamente 'codificato' nel testo mosaico lasciando pensare - a chi non credeva alla Bibbia - ad una tradizione che gli ebrei avevano copiato agli altri.
Anche in questo specifico caso l'apparenza di cui parlavamo prima ha tratto in inganno ed é stata sostanzialmente confusa la causa con l'effetto, come suol dirsi.
Dobbiamo dunque entrare nell'ordine di idee per cui o cerchiamo veramente di capire le 'ragioni' che fanno propendere per la veridicità del racconto biblico, oppure, taglia-taglia, del racconto biblico resta davvero quello che dicono ironicamente certi critici 'razionalisti': «Quello che rimane alla fine è semplicemente: 'Dio ha creato il mondo'».
Del resto - quello di ridurre le Scritture a niente - è quanto hanno fatto positivisti e modernisti 'alla Bultmann' anche con il Vangelo come aveva già sottolineato Carsten Peter Thiede.
Bene, credo che possiamo 'chiudere' la discussione sul quarto 'giorno', anche perché mi accorgo che i seguenti versetti dal 16 al 19 li abbiamo già discussi in anticipo...:

1,16-19 Dio fece due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte,
e le stelle.

Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la Terra e per regolare giorno e notte
e per separare la luce dalle tenebre.
E Dio vide che era una cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno


1 - Essai de sélénologie, p. 44, Clausen, Torino, 1906.

2 - Traité de géologie, p.511, Masson e Cle, Parigi, 1906.

3 - L'énigme de l'Atlantide, p. 76, Braghine, Payot, Parigi, 1939.

4 - Braghine, L'énigme de l'Atlantide, p. 34 e 74, Payot, Parigi, 1939.

5 - Plaisant, X Catholique, p. 64, Douriez, Lille, 1928-1929.

6 - Rimandiamo il lettore all'Appendice per la consultazione delle varie tabelle comparative edite da Ceshe-France sulle cronologie antidiluviane e post-diluviane ricavate dalla Bibbia e dalle opere di Fernand Crombette. Apparirà con tutta evidenza che i numerosi Patriarchi discendenti da Adamo avevano quasi tutti convissuto insieme. Lo stesso Adamo ha vissuto per alcuni anni contemporaneamente a Lamech, penultimo Patriarca antidiluviano, padre di Noe'.