CAP. 19

QUARTO GIORNO
(2)

SOLE, LUNA E... PECCATO ORIGINALE

  

19.1 Una creazione che non ci saremmo mai aspettati.

Segretario: Chiarito dunque che la luce di cui si parlava nel primo giorno non era quella solare, possiamo finalmente affrontare il problema della apparizione del sole e della sua luce in questo quarto giorno della creazione.
Dice, qui, il testo della Genesi:

1,14-15 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte;
servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni
e servano da luci del firmamento del cielo per illuminare la Terra».
E così avvenne.

F. Crombette: leggiamo in ebraico...

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Ossia, in testo coordinato: Oltre alle parole da Lui proferite anteriormente, Ehélohidjm concepì di nuovo di lanciare questa parola: "É giunto il momento di portare all'infiammazione il sole e la luna deficienti che si muovono circolarmente, posti sospesi, privi di luce; di renderli gassosi per farli risplendere affinché separino i tempi della notte e del giorno, e separino ciò che è vecchio da ciò che è nuovo, e dividano in tempi convenienti la lunga durata delle generazioni, e misurino esattamente i giorni della vita degli uomini e il posto delle generazioni fino al tempo della vita superiore (in cui) le generazioni esisteranno in permanenza".  Per far giungere alla loro piena gloria il sole e la luna deficienti che si muovevano circolarmente disposti sospesi privi di luce, Egli li portò all'infiammazione accelerando il moto interno di cui erano dotati, affinché risplendendo facessero vedere la faccia della terra.  Ciò fu fatto molto convenientemente.
Questa traduzione può sembrare, nell'insieme, analoga a quella della Volgata; ma ne differisce fondamentalmente su un punto capitale che ha sollevato molte obiezioni alle quali non è stata data risposta soddisfacente. 
S. Gerolamo ha tradotto: "Che siano fatti dei luminari nel firmamento del cielo", essendo questi luminari il sole e la luna.  Ora, è contraddittorio che il sole sia stato fatto alla quarta generazione allorchè la terra, uscita dal sole, è stata creata alla prima. 
D'altra parte, è inverosimile che il sole e la luna circolino in questo "firmamento" che la Volgata ha detto esser stato fatto per sostenere le acque dell'alto; è evidente che questi astri si trovano ben al di là.  Il rabbinato francese ha creduto di eliminare le obiezioni traducendo: "Che dei corpi luminosi appaiano nello spazio"; ma prosegue, come S. Gerolamo: "Dio fece i due grandi luminari e li pose nello spazio celeste".  
Questo è uno dei tanti fatti che provano quanto Mosè sia stato mal compreso da quelli che l'hanno tradotto secondo i procedimenti precedentemente in vigore.
Mosè parla un linguaggio quanto mai sensato: egli non dice che il sole e la luna sono stati fatti e piazzati alla quarta generazione, ma che questi astri, che fino ad allora erano scuri o non avevano ancora che una luminosità deficiente, furono portati in quel momento all'infiammazione.  E il grande profeta precisa come questa incandescenza fu ottenuta: facendo girare più rapidamente questi globi sul loro asse finchè fossero, in seguito all'aumento della temperatura causato dagli sfregamenti correlativi ai movimenti di convezione, portati allo stato gassoso.  Quale vero sapiente parlerebbe diversamente?  Notiamo ancora che Mosè fa girare sia il sole che la luna attorno alla terra; è dunque certamente geocentrista.
Per quanto riguarda la luna, la nostra traduzione del testo mosaico apporta sulla storia del nostro satellite una luce definitiva che riduce a niente una contraddizione che sembrava apparire in questo passaggio della Bibbia. 

Laplace:1 Alcuni partigiani delle cause finali hanno immaginato che la luna era stata data alla terra per rischiararla durante le notti.  In questo caso, la natura non avrebbe raggiunto lo scopo che si sarebbe proposta, poiché, sovente, noi siamo privati sia della luce del sole che di quella della luna.  Per pervenirvi, sarebbe bastato mettere, all'origine, la luna in opposizione al sole, nel piano stesso dell'eclittica, a una distanza dalla terra pari alla centesima parte della distanza della terra dal sole, e dare alla luna e alla terra delle velocità parallele proporzionali alle loro distanze da questo astro.  Allora la luna, costantemente in opposizione al sole, avrebbe descritto attorno a lui un'ellisse simile a quella della terra; questi due astri si sarebbero succeduti uno all'altro sull'orizzonte, e siccome, a questa distanza, la luna non avrebbe potuto essere eclissata, la sua luce avrebbe costantemente rimpiazzato quella del sole.

F. Crombette: ... Ma, "le vie di Dio non sono le nostre"; il Creatore non ha dovuto consultare il cittadino Laplace, che pretendeva di volerlo ignorare, per organizzare il mondo. 
Mosè aveva risposto in anticipo, se si fosse saputo leggerlo, alle obiezioni dell'astronomo: la luna era luminosa da sè all'origine, ed è così che, secondo quanto dice Isaia, la luna ha potuto possedere allora un chiarore simile a quello dell'aurora.  Inoltre, il suo stato di incandescenza riscaldava l'aria e manteneva la notte a una temperatura mite. 
Padre Placet2 non si è dunque ingannato quando ha scritto: "Che la luna è stata creata piena, e di conseguenza "Luna nuova" è la Luna piena prima del peccato".  Questa costanza della luminosità della luna non era dovuta, come potrebbe supporre Laplace, unicamente a delle posizioni particolari del sole, della terra e della luna, ma innanzitutto al fatto che Dio aveva portato la luna, già creata anteriormente ma ancora relativamente fredda, all'incandescenza attivandone la rotazione come fece per il sole.
La luna non aveva dunque, propriamente parlando, delle fasi, o piuttosto, siccome essa rifletteva in più la luce del sole, presentava delle differenze di luce secondo i quarti, ma differenze estremamente deboli e difficilmente apprezzabili ad occhio nudo, e che si possono valutare a 1,7 lux sulla superficie della terra, poiché la sua luminosità massima attuale è di 0,24 lux in luce riflessa e il sole aveva un tempo 7 volte più luce di oggi.

Padre Placet3 risponde a un'obiezione: "Voi opponete, dice, che se la luna fosse stata brillante come il sole oggi, non vi sarebbe stata notte nello stato di innocenza, il che contraddice le Scritture.  Io rispondo che, come oggi, anche quando la luna è piena noi diciamo che è notte, così pure agli inizi, quando essa presiedeva, sarebbe stata chiamata notte (benché questo tempo chiamato notte fosse brillante e luminoso) in comparazione alla luce del sole, che sarebbe stato allora sette volte più luminoso di oggi". 
Aggiungiamo che l'anello acqueo che circondava la terra doveva anche filtrare la luce della luna.

 

19.2 Facciamo un 'break'... e riassumiamo.

Segretario: Chiedo una breve interruzione perché non vorremmo entrare tutti in confusione.
Mi sembra di aver capito che vi sia stata la seguente sequenza.
Il Sole - nella fase iniziale della Creazione - espelle la Terra e gli altri pianeti. Questo succede nel primo giorno creativo.
Poi la Terra espelle la luna.
Quando? Non nel terzo giorno o quarto giorno, ma verosimilmente del secondo giorno, e comunque prima della formazione del continente unico.
A che scopo infatti fare un continente a forma di fiore ad otto petali se poi avesse dovuto essere deturpato da un pezzo di terra grande come la luna che gli viene strappata via?
Abbiamo sentito in precedenza che una delle decrittazioni faceva comprendere che l'espulsione della luna era servita a creare una cavità che sarebbe stata un primo embrione dell'Oceano universale.
Quindi la luna poteva essere stata benissimo espulsa da una zona della Terra coperta dalle acque, oppure prima ancora che Dio - con quei restringimenti concentrici di cui avevamo parlato - cominciasse a formare quel bellissimo continente unico a forma di fiore.
Pertanto - rifletto - la fuoriuscita della luna, ottenuta con un aumento della velocità di rotazione terrestre, dovrebbe essere avvenuta quando la Terra non era che parzialmente e superficialmente solidificata, quando cioè, sotto la scorza superficiale pur ricoperta di acque, era ancora una massa pastosa perché - più in profondità - doveva essere relativamente 'calda'.
 Vediamo però poi dalla Genesi - la cui sequenza creativa è confermata in pieno dagli studi di Crombette - che la luna viene creata, cioè 'appare', vale a dire che viene portata all'incandescenza, nel corso della quarta azione creativa insieme al sole che diventa anch'esso incandescente.
Il sole riscalderà ed illuminerà la Terra di giorno, mentre la luna, anche se in maniera più tenue, lo farà di notte. Mi sembra che questa 'incandescenza' anche notturna mitigasse il freddo e si possa forse considerare come il presupposto del clima mite del futuro Eden dove l'uomo non aveva probabilmente bisogno di vestirsi.
Quella della luna allora non era dunque luce del sole riflessa come quella di oggi, ma era una sua luce propria derivante dal fatto che essa ruotava su se stessa molto più rapidamente e pertanto per attrito interno si 'riscaldava' emettendo luce oltre che calore. Giusto?

Ma se all'inizio la luna era come la Terra, in quanto era fuoriuscita dalla Terra, come mai la vediamo oggi tanto più fredda della Terra?

F. Crombette: Al peccato originale, che sconvolse la natura, Dio, per castigare l'uomo, arrestò quasi completamente la rotazione della luna su se stessa che cominciò così a raffreddarsi.  
La dispersione del calore che essa aveva accumulato poté evidentemente richiedere un certo numero di secoli...

Segretario: ... E sarebbe così spiegato anche il fatto che la luna presenti oggi - rispetto a noi che la guardiano da terra - sempre la stessa faccia!


1 - Exposition du systèm du monde, p. 94, Bachelier, Parigi, 1824.

2 - La corruption du grand et petit monde, Vve Gervais Alliot, Parigi 1668, c. III

3 - La corruption du grand et petit monde, Vve Gervais Alliot, Parigi 1668, c. III