CAP. 18
QUARTO GIORNO
(1)
SOLE E LUNA.
LA LUCE SOLARE DEL PRIMO E DEL QUARTO GIORNO.
18.1 Una grave incongruenza scientifica, nel quarto giorno, che ora proviamo a risolvere.
Segretario: Eccoci finalmenti giunti al quarto giorno creativo, o meglio alla quarta azione creativa.
Dice il testo di Genesi:
1,14-15 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per
le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci del
firmamento del cielo per illuminare la Terra».
E così avvenne.
1,16-19 Dio fece due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la Terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle
tenebre. E Dio vide che era una cosa buona.
E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Ci troviamo, qui, di fronte a dei versetti che non lasciano adito al minimo dubbio.
E' proprio nella quarta azione creativa che Dio crea sole, luna e stelle.
Le finalità di questa creazione vengono individuate con precisione: con il sole illuminare e riscaldare bene la Terra di giorno, con la luna illuminarla anche di notte, consentire infine all'uomo il calcolo dei mesi e degli anni ed il variare delle stagioni.
Non possiamo però non rilevare a questo punto la contraddizione con il primo giorno creativo della stessa Genesi dove è scritto:
Primo giorno
1,1. In principio Dio creò il cielo e la terra.
1,2. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.
1,3. Dio disse: « Sia la luce! ». E la luce fu.
1,4. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
1,5. e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.
E fu sera e fu mattina: primo giorno
Il chiaro riferimento nella prima azione creativa alla creazione della luce che serve a separare dalle 'tenebre', per cui le tenebre vengono chiamate notte e la luce viene chiamata giorno, ci fa intuire qui che c'è qualcosa di grosso che non quadra con il quarto giorno.
Verrebbe oltretutto logico - nel primo giorno - pensare alla creazione del sole che, mentre la terra gira giornalmente intorno al proprio asse, distribuisce equamente a tutti i meridiani sia il giorno che la notte.
Sembrerebbe chiaro che il testo di Genesi, qui nel primo giorno, parli della luce del sole. Vi si dice infatti chiaramente - lo ripeto - che Dio avrebbe chiamato la luce 'giorno' e le tenebre 'notte'.
Siamo dunque di fronte ad una cattiva traduzione come dice Crombette?
Nel quarto giorno, invece, non c'é nemmeno la possibilità di un malinteso. Non siamo di fronte ad un modo di dire, ad una credenza, ad una allegoria, siamo di fronte a frasi precise che riguardano la creazione di sole, luna e stelle ed evidenziano una palese contraddizione con il primo giorno.
Ma se consideriamo il sole creato nel quarto anziché nel primo giorno, ci si aprono degli altri interrogativi ancora.
Se dovessimo infatti pronunciarci e decidere in quale fase collocare la creazione specifica di sole, luna e stelle - escludendo per un momento il primo giorno, come parrebbe logico - dovremmo collocarla poco dopo, e comunque almeno nel terzo giorno, vale a dire prima della creazione della vegetazione che, per la sua crescita, ha infatti assoluta necessità di luce solare...
Abate Brevet:1 Una forte luce solare non è 'assolutamente necessaria' alle parti verdi dei vegetali; una mezza luce produce sovente più effetto che dei raggi più brillanti...
E' unicamente per la produzione delle parti colorate in blu, giallo, rosso, violetto, come avviene nei fiori, che la luce è assolutamente indispensabile, e può essere fornita anche da una sorgente diversa dal sole. Ma siccome non conosciamo.... nel passato, altra sorgente di luce, possiamo concludere che, il giorno in cui i fiori si mostrarono, il sole aveva già la luce attuale, il che ebbe luogo, secondo i dati della paleontologia, verso la metà delle formazioni cretacee, cioè nel periodo cenomaniano.
Segretario: Mi chiedo allora se la Terra, all'inizio della creazione della vegetazione nel terzo giorno, non ricevesse che una luce diffusa, quella cioè di un sole non ancora 'infiammato' come lo sarebbe divenuto all'inizio del quarto quando magari apparvero i fiori con i loro colori bisognosi di luce solare.
In realtà queste mie sono però solo domande retoriche, fatte per il numeroso pubblico e anche per gli scienziati e studiosi che non hanno partecipato alla sessione di ieri interamente dedicata alla cosmologia o che - presenti per la prima volta oggi - non hanno prestato troppa attenzione al 'ripasso' che abbiamo fatto questa mattina di alcune cose del primo giorno discusse ieri con quelle illustrazioni di F. Crombette e le ulteriori spiegazioni sulla formazione del Sole, sulla Terra e sull'Asse gravitazionale dell'Universo, Cristocentrismo compreso.
Ai 'nuovi' partecipanti della sessione odierna - che, oltre agli astrofisici già presenti ieri, oggi sono geologi, geofisici, evoluzionisti, botanici, biologi e ... cibernetici - diremo dunque di leggere gli Atti della Conferenza relativi alla giornata di ieri, Atti che sono già disponibili. 2
18.2 La misteriosa 'luce' del primo giorno. Materia e antimateria? Energia o etere?
Intanto però, per guadagnare tempo e poter procedere oggi nei lavori senza lasciare punti oscuri, ci limiteremo almeno alle conclusioni di sintesi che hanno toccato questo particolare aspetto fra i tanti trattati.
Prima della globo terraqueo, che non era però ancora Terra in senso proprio, esisteva la massa stellare del sole.
Era però una massa pastosa, un condensato di minerali allo stato incandescente, come lo è la lava che fuoriesce dai nostri vulcani, ma che non era stato ancora portato alla sua massima incandescenza e gassificazione.
Vi sarà capitato di vedere quelle lampade moderne al gas, no? Si accendono, emanano all'inizio una luce fioca che poi però aumenta di intensità con il passare dei secondi finché non la potete più guardare senza che i vostri occhi ne rimangano abbagliati.
Non conosco i processi elettrochimici che producono questo risultato, ma è un risultato che chiunque può notare.
Ebbene ieri è emerso che Dio creò il sole, ma non lo mise subito in incandescenza. Lo mantenne in una prima fase come un astro pastoso, di materiali non ancora pienamente gassificati da una temperatura troppo elevata.
Poi ne fece aumentare vertiginosamente la rotazione sul proprio asse così da proiettare nello spazio, per forza centrifuga, dei 'brandelli' della sua materia più esterna che - disperdendosi e raffreddandosi nello spazio siderale, ma rimanendo in orbita solare - avrebbero poi dato vita ai pianeti del sistema solare che noi conosciamo, e ovviamente anche alla Terra, che inizialmente era una massa informe.
La 'luce' creata nel primo giorno non era dunque quella del sole odierno, perché quel sole originario non era ancora del tutto incandescente e non emanava ancora luce nella sua misura attuale.
Lo stesso Crombette mi è parso forse in difficoltà quando ha cercato di darsi una spiegazione della 'luce', congetturando che potesse trattarsi di una qualche forma di luminosità proveniente dal firmamento stellare.
F. Crombette ha però decrittato che la parola tradotta comunemente con il termine 'tenebre', di cui si parla nel primo giorno, non significava le 'tenebre' intese come contrapposizione alla luce solare (che non c'era ancora) ma andava tradotta come 'energia allo stato latente', cioè energia non ancora trasformata in materia, e perciò 'invisibile', ed in quanto tale da considerare come 'tenebra'.
La teoria più recente, quella del cosiddetto Big-bang (ma è, al momento, solo la teoria più accreditata che propone un suo possibile 'modello') dice anch'essa che la materia dell'Universo sarebbe stata frutto di una immane esplosione dal nulla, o meglio un'esplosione derivata da un preesistente immenso 'oceano di energia' allo stato puro.
Questa energia, per qualche misteriosa causa, si sarebbe trasformata in materia, quella che a sua volta avrebbe dato origine agli ammassi stellari di un universo supposto in espansione.
Facendo certi calcoli, alcuni dei nostri scienziati sospettano persino che nell'Universo, nel 'vuoto', vi sia anche dell'antimateria invisibile, come un 'qualcosa' che faccia da antitesi o da 'supporto' alla materia.
L'energia allo stato latente che in Genesi viene presentata come 'tenebre' per Crombette non sarebbe altro che l'etere che, invisibile ancor più dell'aria della nostra atmosfera, che pur è composta di gas, occuperebbe lo spazio interstellare che noi chiamiamo 'vuoto'.
L'etere sarebbe la 'sostanza' invisibile - che non va confusa con l'aria - attraverso la quale possono propagarsi le radiazioni solari e la stessa luce delle stelle.
Tale luce non potrebbe infatti arrivare sulla Terra senza un 'supporto' che ne consenta la trasmissione, così come il suono di una tromba ha bisogno del 'supporto' aria per propagarsi in onde sonore fino a raggiungere il nostro orecchio.
Per quanto concerne comunque l'enigma di quel 'Fiat Lux' del primo giorno, la soluzione vera ci è stata però brillantemente offerta dalla 'Voce' con un intervento che non sono capace di riassumervi ma che a beneficio di coloro che ieri non c'erano, debbo assolutamente farvi riascoltare, perché... 'repetita juvant'.
^^^^
Voce: 3
Ho detto che dal caos Dio creò l’Universo, ordinando le caotiche materie ed elementi in quella perfezione di mondi, stagioni, creature ed elementi che da milioni di secoli dura.
Ma pochi, osservando il Creato, sanno meditare come la Creazione sia simile ad una scala ascensionale, ad un canto che sempre più sale da nota a nota sino a toccare la nota perfetta e sublime. Come simile ad un generarsi di vite che dalla precedente escono sempre più complete e perfette, sino a raggiungere la completezza perfetta.
Guarda: prima dalle molecole solide, dai vapori e fuochi disordinati che erano la nebulosa primitiva, si formano la Terra e le acque, e nella Terra e nelle acque ancor mescolati ai futuri mari, laghi, sorgenti, fiumi, vengono chiusi o diluiti minerali. Mentre le molecole solide fanno crosta e forno agli interni fuochi e agli interni zolfi e metalli e fondo alle acque.
L’atmosfera si purifica alquanto, liberata come è in parte, da ciò che rendeva pesante la nebulosa originaria, il nulla caotico, e la terra, lanciata nella sua traiettoria, ancor nuda, sterile, muta, trascorre pei muti spazi con le creste calve delle sue montagne emergenti appena dalle cupe acque dei futuri bacini.
Poi fu la luce.
Non quella solare, non quella lunare, non quella stellare.
Il sole, la luna, le stelle, sono creature più giovani del globo terrestre.
Dopo la loro creazione il cielo, ossia l’elemento ‘aria’, fu mondo da ogni resto della nuvola primitiva, e gli astri e i pianeti splendettero dando col loro splendore elementi vitali al globo terrestre.
Ma la luce fu prima di essi.
Una luce propria, indipendente da ogni altra sorgente che non fosse il volere di Dio.
Una luce misteriosa, che solo gli angeli videro operare misteriose operazioni a favore del globo terrestre. Perché nessuna delle cose create da Dio è inutile, né nessuna è stata creata senza una ragione d’ordine perfetto.
Così, se prima fu la luce che non gli astri e pianeti, segno è che la Perfezione volle quest’ordine creativo per motivo utile e ragionevole.
Poi fu il sole, la luna, le stelle.
E l’elemento ‘aria’, privato dai gas deleteri e ricco di quelli utili alla vita, favorì il persistere delle nuove creature: i vegetali.
Segretario: La Voce aveva poi ieri proseguito individuando le caratteristiche principali dei tre ordini: minerale, vegetale ed animale. Il primo 'inerte', il secondo vivente ma legato al terreno dalle sue radici, dotato di sensibilità ma privo di intelligenza, il terzo dotato di mobilità e di forme via via più progredite di sensibilità ed intelligenza, per giungere infine ad un quarto ordine di ascesa, un quarto scalino: quello dell'uomo, dotato non solo di parola, intelligenza e di una ragione enormemente superiore a quella degli animali, ma anche di anima spirituale capace di colloquiare con Dio suo Creatore, lodarlo, ringraziarlo ed evangelizzarlo nei confronti di chi non lo conosce.
L'uomo riassume in sé i tre ordini: dotato di minerali come lo è il mondo minerale, dotato di sangue come lo è il mondo vegetale con la sua linfa, dotato di mobilità, sensibilità e ragione come il mondo animale, raggiunge la perfezione grazie alla sua anima spirituale ed immortale che viene infusa da Dio nell'embrione.
Una vita animale trasmessa dai genitori ed una vita spirituale infusa con il suo 'soffio' da Dio.
E' infatti l'anima quella che rende l'uomo l'opera più perfetta del Creato, una perfezione che si conclude tuttavia solo con Gesù, l'Uomo-Dio.
Questa è la scala ascensionale che - dal disordine del caos e passando dall'ordine naturale - giunge a quello soprannaturale.
Poiché in questo intervento di ieri della Voce, che poc'anzi abbiamo fatto riascoltare, è stato detto che la natura della luce del primo giorno non è quella solare ma è un 'mistero', non possiamo certo essere qui né io né F. Crombette a spiegarvelo.
Si vuole evidentemente che essa continui a rimanere un mistero, ed è inutile metterci a ipotizzare 'teorie' come quella che a me piacerebbe tanto per cui la 'luce' avrebbe potuto essere una qualche forma di energia che potrebbe aver consentito la vita alla vegetazione anche senza luce solare.
E' stato peraltro dimostrato sperimentalmente che le piante possono vivere anche senza la luce solare e con altre forme di 'illuminazione'.
La luce della comunissima lampadina è un esempio di fonte luminosa che non è 'solare'.
Le radiazioni solari - indipendentemente dalla quantità di luce emessa - comunque servirono, perché la Voce precisa anche che la creazione del sole nel quarto giorno, in una atmosfera ormai privata dei gas più deleteri, favorì il persistere della vita vegetale.
Parole queste che lasciano intuire che i vegetali preesistenti alla luce solare traessero comunque giovamento dal sole, se non ancora in termini di luce certo in termini di maggior calore e condizioni ambientali di maggiore umidità atmosferica relativa ai processi di evaporazione delle acque.
Aggiungo infine che la 'Voce' proprio all'inizio del suo intervento avveva accennato alla Creazione di mondi, etc, 'che da milioni di secoli dura'...
Ora io non vorrei prendere tutto proprio alla lettera ma nemmeno sottovalutare. La mia è solo una riflessione a voce alta.
Un milione di secoli equivale a cento milioni di anni e dire semplicemente 'milioni di secoli', e non per esempio 'decine di milioni ' o 'centinaia di milioni ' potrebbe voler implicitamente significare che la datazione dell'origine della Creazione dell'Universo, e della Terra in particolare, andrebbe collocata all'interno di una decina di milioni di secoli.
In altre parole - fatto un rapido calcolo matematico aggiungendo un paio di zeri per trasformare i secoli in anni - la datazione della creazione dell'Universo dovrebbe collocarsi in un ambito che va da alcune centinaia di milioni di anni ad un massimo di un miliardo di anni.
Saremmo ben lontani dai quindici miliardi di anni immaginati dalla teoria del Big-bang per l'Universo e dai 4/5 miliardi per la Terra ipotizzati dagli evoluzionisti con tutte quelle loro età... stratigrafiche.
Mi sembra però che qui non ci sia altro da aggiungere a quanto più ampiamente spiegato ieri, a meno che Crombette non ci proponga ora qualcuna delle sue solite sorprese...
1 Abate Brevet: 'La géologie et la Bible', pag. 199, Stamperie salesiane, Parigi, 1895
2 Dell'autore: 'La Genesi biblica...' - Vol. I,
3 Maria Valtorta: ‘Lezioni sull’Epistola di Paolo ai romani’: pagg. 86/87 - Centro Ed. Valtortiano