CAP.11

TERZO GIORNO
(6)

LA CREAZIONE DELLA VITA.
DIO HA   CREATO PRIMA IL SEME O LA PIANTA?
PRIMA L’UOVO O LA GALLINA?

 

11.1 Una domanda oziosa?

Segretario: Bene, adesso che sappiamo tutto o quasi tutto sulla formazione della Terra e sulla sua graduale preparazio­ne ad accogliere le prime manifestazioni della vita, possiamo finalmente passare agli ultimi tre versetti di Genesi che fanno parte del terzo ‘giorno’ creativo:

1,11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che produ­cono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie».
E così avvenne.

1,12 La terra produsse germogli, erbe che producono seme, cia­scuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie.
Dio vide che era una cosa buona.

1,13 Fu sera e fu mattina: terzo giorno...

Questo mi sembra finalmente un testo che non si presta ad errate interpretazioni.
Dio crea innanzitutto germogli di piante e di erbe che pro­durranno poi i semi destinati a loro volta a riprodurre erbe e piante, e lo stesso dicasi per gli alberi che poi faranno frutti destinati a produrre i semi dei futuri alberi.
In sostanza sembrerebbe che siano state create prima le piante o erbe già ‘fatte’ e che poi queste, sviluppandosi, a­vrebbero prodotto i semi per la loro riproduzione.
Però..., però, qui -  a pensarci bene -  si pone un problema.
La Genesi non ha forse voluto stabilire un nesso di causa­lità fra pianta e seme o viceversa. Non voleva cioè stabilire delle priorità nella creazione del seme o della pianta. La so­stanza spirituale del messaggio divino potrebbe essere inve­ce del tutto generica: ‘Dio, nel creare la Vita, per prima co­sa ha creato le piante!’, cioè la vegetazione.
Ciò premesso, Dio  -  secondo voi  -  ha creato prima i semi che producono le piante o le piante che producono i semi?
Secondo me - premesso che a Dio nulla risulterebbe im­possibile  - credo che Egli debba aver scelto, come vediamo spesso in natura, una soluzione che prevede il massimo del risultato con il minimo ‘sforzo’: cioè la soluzione più razionale.
Partiamo dal presupposto che il mondo vegetale sia stato creato anch’esso dal nulla, come l’Universo.
Se io - modestamente parlando - dovessi essere il Creato­re, creare per creare, mi sembrerebbe più ‘logico’ e semplice fare un minimo ‘sforzo’ creando un piccolo seme che pro­gressivamente si sviluppa, piuttosto che fare un ‘grande’ sfor­zo creando di colpo dal nulla una sequoia alta 40 metri.
Non ne faccio una questione di grandezza del miracolo, nel senso che non ritengo che a Dio sia impossibile creare dal nulla... puff, una sequoia, quanto invece che sia stato più semplice e più conforme ad un ordine progressivo naturale il seguire uno sviluppo che parta dal seme.
Anzi, dal punto di vista del miracolo, forse è più ‘miraco­loso’ creare un seme infinitesimale che in potenza racchiude nel proprio Dna tutte le caratteristiche di natura e di forma di una sequoia che non creare di colpo una gigantesca sequoia.
La Terra così come noi la conosciamo oggi -  per esempio - è il risultato finale della Creazione, dove per ‘risultato finale’non intendo la fine di un processo ‘evolutivo’ intrinseco, ma quello di una trasformazione per gradi successivi operata da Dio al fine di renderla capace di ospitare la Vita.
La Vita..., vale a dire la Realtà più affascinante e indeci­frabile che ci troviamo davanti.
La statua del ‘Davide’ di Michelangelo non si è ‘evoluta’ da so­la dall’originario blocco informe di marmo ma è stata il frutto di una serie di manipolazioni ‘scultoree’ dell’artista che ne hanno via via sgrossato la forma fino a trasformarla nel capo­lavoro che tutti conosciamo.
In definitiva -  seguendo questa legge di gradualità -  mi sa­rebbe dunque sembrato più logico che, nel caso della crea­zione del mondo vegetale, il Dio di Genesi fosse partito dai semi che, sparsi per terra, avrebbero essi dato vita ai germogli e quindi agli alberi.
Ma spostando il ragionamento dal piano vegetale a quello animale, chissà quante volte anche voi vi sarete chiesti se é nato prima l’uovo o la gallina...
E’ un dilemma antico quanto l’uomo ma non è un dilemma ozioso, ora che cominciamo a parlare della Vita, e forse sa­rebbe meglio che cominciassirno a ragionarci sopra.
Se seguissimo la logica per cui é dal ‘seme’ che dovrebbe in teoria essere derivata la pianta, dovremmo pensare che Dio abbia creato prima l’uovo dal quale sarebbe derivata la ‘gallina’.
Ma siamo sicuri che per il mondo animale Dio debba aver seguito questa logica?
Mi sembra infatti che contrasti con un apparente buon sen­so.
Mentre un seme è in grado di ‘badare a se stesso’ per cui se mettete un seme in piena terra quello - da sé, se non gli viene a mancare l’acqua che viene dal cielo -  diventa germo­glio e poi pianticella, al contrario nel caso dell’uovo questo non è possibile. Il pulcino neonato, almeno in linea di massima, ha infatti bisogno di cure... ‘materne’.
Anche prescindendo dal problema che l’ovulo della gallina avrebbe dovuto essere precedentemente fecondato da un gal­lo, e non si sa come questo avrebbe potuto avvenire se il gal­lo ancora non fosse stato a sua volta creato insieme alla gal­lina, l’embrione dell’uovo da solo non avrebbe potuto svilup­parsi. Se infatti non fosse stato covato dalla gallina per un numero preciso di giorni ad una determinata temperatura i­deale non avrebbe potuto trasformarsi in pulcino, ed il pulci­no all’inizio non avrebbe neanche potuto sopravvivere se non fosse stato in qualche modo amorevolmente nutrito e protetto dalla madre-chioccia.
Quindi, contrariamente al metodo seguito per i vegetali, è stata creata per prima la gallina.
Mi sembra di poter dunque concludere che nel caso della creazione della vita Dio - nella sua fantasia e creatività - ab­bia seguito almeno due strade principali diverse.
Per la vita vegetale è partito dal seme, dove è la ‘terra’ che ha svolto la funzione di incubatrice e nutrice.
Nel caso della vita animale è partito invece dall’animale stesso, quello già formato: fatto maschio e femmina, tanto per intenderci. La messa a punto non mi sembra accademica, ma anzi e­stremamente importante, perché se la vita animale è nata da una coppia di animali maschio e femmina appositamente creati dal nulla, non si vede perché dal nulla non possa es­sere accaduta la stessa cosa anche per la creazione del­l’uomo, checché ne pensino gli evoluzionisti che -  non vo­lendo ammettere una Creazione specifica dal nulla da parte di Dio - lo farebbero derivare in prima istanza da una cellula primordiale indifferenziata, nata non si sa come e non si sa da cosa.

Luce:1
Il mondo naturale è organizza/o per processi ascendenti, per ‘stati’ evolutivi, non ‘evoluzioni’ ascendenti.
Cioè:  mondo minerale, vegetale, animale.
Lo stesso dicasi per il mondo animale nel quale si trovano espressioni di vita semplice, direi primordiali, ed altre più complesse.
L‘uomo, che tende a ragionare per criteri di causa ed ef­fetto, tende a vedere, se non sorretto dalla Fede, un rapporto di ‘causalità’, cioè di evoluzione fra le diverse situazioni ‘di fatto’ del regno animale, e quindi considerare lo stato cosid­detto superiore come una naturale ‘evoluzione’ di quello in­feriore.
E’ un modo di ragionare semplicistico, da uomo spiri­tualmente semplice’ che, non potendo accettare, o non riu­scendo ad accettare, per il razionalismo, il concetto di ‘Dio-Creatore’, deve almeno spiegarsi il Creato e trovare l’unica spiegazione nella evoluzione: dalla cellula all’uomo, dalla cellula all’elefante, dal microbatterio alla forma più evoluta di vita.
Tutto questo non sta in piedi ed è al di fuori del più elementare buon senso, solo che uno voglia guardare le cose in maniera non prevenuta.
Con questo non si vuol dire che nel Creato non c’è stata ‘evoluzione’. Io stesso dissi di aver creato per ‘giornate', per giornate evolutive, per creare le premesse alla vita.
Ma una volta create le premesse alla vita, animale e u­mana, creai gli animali e poi il 'perfetto’, umanamente per­fetto, l’uomo.
Questo bisogna far capire.
L’uomo che non ha fede nella Potenza di Dio-Creatore ragiona come il selvaggio, vuole ragionare come il selvag­gio, che vede il lampo, sente il tuono e pensa che il tuono sia la conseguenza del lampo.
Uomo 'selvaggio’, sì, perchè dotato di scienza umana ma privo della Sapienza di Dio.

Segretario: Dunque da quanto dice la ‘Luce’ sembrerebbe di intendere che Dio abbia creato gli animali già fatti non fa­cendoli evolvere dalla cellula ma per quello che sono, e cioé ognuno secondo la propria specie senza far quindi loro seguire un lunghissimo processo evolutivo.
La vegetazione ed il mondo animale potrebbero dunque avere una età molto più recente di quanto non sia lecito im­maginarsi perché non hanno avuto bisogno di ere lunghissi­me per avere il tempo di evolversi.
Non dimentichiamo d’altra parte che la Bibbia fa risalire la creazione di Adamo ed Eva a soli seimila anni fa: un nulla rispetto alle teorie attualiste che, da centocinquanta anni a questa parte, vagheggiano tempi immemorabili!

Bastian Contrario: Qui bisogna stare attenti a quel che diciamo...
Se diciamo che l’uomo si è evoluto da una cellula ci qua­lifichiamo come ‘evoluzionisti'.
Se cerchiamo una soluzione intermedia che dice che la cellula l’ha creata Dio ma che Egli ci ha fatto poi evolvere fi­no a diventare uomini, ci accusano di voler tenere i piedi in due scarpe e di essere ‘concordisti’.
Se - poiché noi siamo invece tutti d’un pezzo - diciamo che Dio ha creato l’uomo così com'é e dal nulla, per non dire dal fango della 'terra’, ci accusano della peggiore atrocità, e cioè di essere non solo ‘creazionisti’ ma anche ‘fondamentali­sti’.
Insomma ai ‘critici’ non ne va bene una...

Segretario: ...E allora sentiamo cosa ne pensa F. Crom­bette...

Fernand Crombette: Con i versetti 11, 12 e 13 deI primo capitolo della Genesi, noi passiamo alla creazione delle piante; in ebraico si scrivono:

i

Questo testo, coordinato, diviene: Operando saggiamen­te, Ehélohidjm concepì di nuovo di produrre germi di specie di piante forniti a partire dalla terra, germi di specie di piante della specie dell’erba atti a dare molti semi simili dif­fondentisi intorno sempre più; alberi di numerose specie portanti frutti e germi simili, producenti ancora frutti por­tanti germi, ciascuno da parte sua riproducente la sua specie e che, riuniti in massa, si sarebbero sparsi nelle al­tre nude zone lasciate sulla superficie anteriore della terra. Ciò fu fatto molto convenientemente. Apparvero serie di va­rie specie fornite a partire dalla terra, germi di specie di piante, numerose specie di erbe atte a dare semi simili dif­fondentesi intorno sempre più, ciascuno da parte sua ripro­ducente la sua specie d’erba, ed anche alberi portanti frutti e semi che, raccolti in massa, si sono sparsi nelle altre vaste zone nude, ciascuno da parte sua riproducente la sua spe­cie. Ehélohidjm osservò saggiamente che queste cose era­no pure. Ciò che, prima della Parola, era nascosto al princi­pio, fu, dopo la Parola, ciò che fu visto alla fine. Terza gene­razione prodotta.

Rimarchiamo subito che, per dire tre, gli Ebrei dicono: “simile a una forca”, giacché la forca, primitivamente, ave­va tre denti.
Notiamo in seguito che Mosè insiste a più riprese sul fatto che ciascuna specie d’erba o pianta riproduce la sua propria specie e non un’altra, il che si oppone alla teoria del trasformismo di cui anche i suoi partigiani più dotti sono obbligati a confessare l’irrealtà. Mosè, pur essendo un veggente, non era nelle nuvole, ma restava, lui, nel reale; sono gli evoluzionisti che divagano.

 

11.2 Una Creazione vegetale ed animale utilizzando molecole di... ‘argilla’.

Segretario: Il testo decrittato, a dire il vero, non mi sem­bra del tutto chiaro. Da un lato sembra infatti dire che sono stati creati germi (cioé 'semi’) che hanno prodotto delle pian­te, dall’altro delle piante che hanno prodotto dei semi.
Si tratta probabilmente di un problema di interpretazione sia del testo biblico sia della decrittazione di Crombette.
Tuttavia - a meno che non si voglia essere negatori per principio e siccome tutto è possibile a Dio - io preferisco al­lora senz’altro pensare che per il mondo vegetale Egli abbia creato prima i semi che hanno prodotto le piante e che per il mondo animale Egli abbia prima creato le coppie dei geni­tori che avrebbero prodotto i figli: coppie adulte, già ben formate, maschio e femmina e pronte alla riproduzione.
E, se tutto è possibile a Dio, è possibile - anche se questo tema lo affronteremo quando parleremo della creazio­ne dell’uomo nel sesto giorno -  che Dio non abbia avuto bi­sogno di fare discendere l’uomo da una scimmia nè tanto­meno - come dicono taluni evoluzionisti - da un ominide, un essere in qualche modo simile all’uomo, ma molto animale­sco e con un cervello che era molto meno sviluppato di quel­lo dell’uomo.
Non oso pensare - lo dico con rimpianto - a quale livello di perfezione sarebbe giunta l’Umanità nelle generazioni suc­cessive se i Primi Due, già in partenza creati perfetti fisica­mente ed intellettualmente, non avessero commesso il Pecca­to originale e non avessero meritato il castigo della perdita dei doni naturali e soprannaturali con conseguente cacciata dall’Eden.
E’ vero che essi commisero un Peccato d’orgoglio quando, appetendo al frutto dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, essi vollero essere pari a Dio, loro Creatore e Be­nefattore, ma è anche vero che in fin dei conti essi erano pur sempre degli ‘uomini’, con tutte le loro debolezze e limi­ti...

Voce:2 '
‘A chi più ha ricevuto più viene chiesto’, ad Adamo ed Eva, che avevano tutto ricevuto e non avevano tare ereditarie in loro, ma unicamente la perfezione di essere usciti formati dalle mani di Dio, dal Pensiero di Dio – perché Dio con suo solo pensiero comandò all’argilla di formarsi secondo il suo disegno, e le molecole dell’argilla, materia inerte e sorda, ubbidirono, perché tutto obbedisce al comando di Dio. Tutto fuorché Satana e l’uomo più o meno ribelle, Adamo ed Eva, usciti formati dal Pensiero di Dio e animati dal suo soffio.
Ad Adamo ed Eva tutto doveva esser chiesto e preteso, e in caso di peccato tutto doveva esser levato e castigo senza fine doveva esser dato.
Essi conoscevano Dio. Conversavano con Lui nel vento della sera.
Egli, oltre essere il loro Autore, era il loro Maestro, ed essi erano le prime ‘voci’ destinate a rivelare ai futuri le verità imparate da Dio. E ciononostante, pur avendo conosciuto la Perfezione, furono curiosi dell’Orrore e ascoltarono l’Orrore non seguendo la Parola di Dio.
 Offesero duramente il Padre Creatore, il Figlio Verbo che li istruiva sul Bene e sul Male, sulle cose e animali e piante create, e l’Amore perché, ingrati, dimenticarono per un lubrico Seduttore che li tentava ad un frutto, a uno solo, tutta quanto la Carità aveva loro dato perché fossero felici…

Segretario: Ecco dunque - dalla 'Voce' - un’altra conferma sulla creazio­ne degli ‘animali’. Non so se lo avete notato ma la ‘Voce’ che abbiamo ascoltato dall’Alto - nel parlare delle ragioni della severa punizione inflitta ai Primi Due - ha precisato per ben due volte che Adamo ed Eva erano ‘usciti formati’dal divi­no Pensiero.
Usciti ‘formati’ e fatti secondo la loro specie dal Divino Pensiero, cioé non derivati per trasformazioni successive da una scimmia o da embrione di altro animale preesistente.
Nessuna ‘evoluzione’ del mondo vegetale ed animale dun­que, ma un semplice ‘comando’ di Dio alle molecole dell’ar­gilla.
Dire argilla, o fango, o terra, equivale - allegoricamente parlando - a dire ‘sostanze minerali’ che, come a tutti noto, compongono la materia ed in particolare quella vegetale ed animale.
Le molecole di queste sostanze hanno dunque ricevuto un misterioso ‘comando’ e si sono aggregate come i tasselli di un mosaico per formare organi e corpi secondo la ‘forma’ idea­le che Dio nel suo Pensiero aveva  immaginato per ogni sin­gola creatura:  cioé secondo la sua specie.


2 G.Landolina: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 7 - Ed. Segno, 1997 o: https://www.ilcatecumeno.net

2 Maria Valtorta: 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani' - Centro Editoriale Valtortiano - Isola del Liri