CAP. 10
TERZO GIORNO
(5)
L'ETA' E LA FORMAZIONE DELLA TERRA: L'IMMENSITA' DEL TEMPO PUO' SUPPLIRE ALL'INSUFFICIENZA DEI 'MEZZI'.
10.1 Il 'Dio-Tempo' degli attualisti.
Segretario: In tutta questa spiegazione dell'origine del mondo e della formazione di una Terra che avrebbe dovuto divenire in seguito adatta alla vita e sopravvivenza dell'uomo, spiegazione che si presume di attribuire ad un Disegno intelligente, continuo a domandarmi come sia possibile sul fronte opposto imputare tutto al Caso e non ad una Entità che - a monte - abbia pensato al Progetto prima ancora di attuarlo.
De Lapparent1: Tutte le volte che si è cercato di spiegare il mondo al di fuori dell'intervento divino, ci si è sentiti portati, come per una inclinazione irresistibile, a deprezzare innanzitutto l'importanza delle forze necessare alla spiegazione dei fenomeni materiali. Sembrava in effetti che, meno queste forze avevano bisogno di essere considerevoli, e meno era necessario cercarne il principio nell'esistenza di un Essere infinitamente potente.
Da ciò, senza dubbio, la tendenza delle scuole materialiste a voler spiegare tutto per piccole cause. Ma siccome gli effetti restano quel che sono, cioè considerevoli, bisogna pur sostituire qualcosa a quell'intensità dinamica che non si vede più.
Per ciò si è ricorsi al Tempo.
Questa divinità che i nostri antenati pagani riverivano a causa del suo potere distruttore, e che essi non avrebbero pensato di rappresentare se non con la falce in mano, è divenuta ai nostri giorni una potenza creatrice di prim'ordine.
Col suo soccorso tutto è possibile, anche alle forze più insignificanti.
'Datemi una leva e solleverò il mondo', diceva Archimede.
'Lasciatemi del tempo e io renderò conto di tutti i fenomeni', ci dice la scuola uniformitaria.
Voi avete visitato le Alpi o l'Himalaya; i vostri sguardi si sono fermati con stupore davanti a quelle masse enormi che si innalzano quasi a sbalzo sulla pianura e portano le loro cime ad altezze dove l'uomo non può vivere.
Davanti ad un tale spettacolo, voi avete compreso d'istinto che solo un fenomeno grandioso, fuori proporzione con ciò che si osserva oggi, ha potuto produrre un tale ammasso.
Errore! gridano gli uniformitari, e mentre gli uni spiegano come la pioggia, cadendo goccia a goccia per migliaia di secoli non ha lasciato sussistere di un antico continente quasi distrutto che uno scheletro montagnoso, gli altri vi porteranno l'esempio di un terremoto accaduto in Cile all'inizio del secolo.
Saprete da loro come, di colpo, una certa porzione della terra si è sollevata di un metro sopra il suo livello primitivo.
Accordate loro che lo stesso fenomeno abbia potuto ripetersi 8000 volte, a intervalli di numerosi secoli tra una tappa e l'altra, ed ecco ciò che basta per drizzare in aria le cime dell'Himalaya...!
Lucien Cayeux2: Da un secolo la geologia si è sviluppata sotto l'impero della teoria delle cause attuali concepita da Charles Lyell, per reagire contro la teoria dei cataclismi di Cuvier...
'Gli antichi cambiamenti prodotti alla superficie della terra - scrive Charles Lyell - sono dovuti a delle cause analoghe, quanto a natura ed intensità, a quelle che agiscono ai nostri giorni'.
Non c'é bisogno di darsi a laboriose inchieste sull'economia attuale della natura per convincersi che non basta richiamarsi sempre a dei fenomeni attuali per spiegare gli avvenimenti del passato.
Non sappiamo forse che la terra è stata sottoposta a più riprese a fenomeni orogenetici, di cui l'epoca moderna non conosce la minima manifestazione... ?
Sono stato portato, nel corso delle mie ricerche sui depositi sedimentari, a concludere che molte delle cause antiche non hanno il loro equivalente tre le cause attuali.
10.2 Attualismo ed evoluzione.
Segretario: L'attualismo è dunque in parte viziato?
Fernand Crombette3: L'attualismo è dunque fondamentalmente viziato; diremo meglio: è una truffa.
Lyell pone come principio di volersi occupare solo dei fatti attuali per giudicare quelli passati e lascia credere così di essere più realista, persino più obiettivo di Cuvier, oltre che più modesto. In realtà mentre Cuvier osserva senza alcun preambolo, Lyell ammette un postulato falso: ammette solo le cause moderne e nega, senza prova alcuna, che ve ne siano mai state altre, negando così a Dio, per un orgoglio insensato, la possibilità di intervenire nella sua opera, allorché sono accaduti visibilmente dei fatti antichi la cui importanza supera di molto le forze che si esercitano sotto i nostri occhi e nessuna delle quali d'altronde li riproduce....
Siccome oggi non si vedono in nessun luogo sollevarsi delle montagne plissettate di 4, 6 e anche 9000 metri, e i depositi annuali che si formano negli estuari dei fiumi e nel fondo dei mari sono solo dell'ordine del millimetro, l'attualismo ha un'altra invenzione: l'immensità del Tempo può supplire all'insufficienza dei mezzi.
Ammettiamo, per un istante, che lo si possa fare. Vuol dire che effettivamente l'ha fatto? Se un fenomeno può essere stato prodotto sia bruscamente che lentamente, perché asserite senza prove che si sia prodotto lentamente ed eliminate sistematicamente dal dibattito l'eventualità contraria? E' obiettività questa?
Chrysogone:4 Abitualmente il Diluvio non appartiene alla visione del mondo contemporaneo. Relegato nella categoria del mito, di cui l’Antico testamento sarebbe pieno, improntato anch’esso sulle tradizioni sumere anteriori, esso è ridotto eventualmente ad una inondazione locale di cui si trova talvolta l’eco nei popoli.
Qui siamo, in effetti, nella concezione del mondo uscita dalla scienza moderna secondo la quale l’uomo discende dalla scimmia dopo una graduale evoluzione. E dove la terra non è che un pianeta tra gli altri.
L’origine di questa visione del mondo risiede, in particolare, nella volontà deliberata di eliminare il Diluvio universale dalla storia della Terra, realizzata specificatamente da Lyell (1797-1875) nei suoi ‘Principi di Geologia’ (1830-1833).
A tal fine egli riprese la tesi dello scozzese James Hutton (1726-1797) che dava una spiegazione della Terra sul modello della meccanica di Newton, facendo intervenire due forze contraddittorie e alternate: l’erosione e l’incremento.
Nacque così l’uniformitarismo che Lyell perfezionò:
- le stesse cause agiscono da sempre con la stessa intensità;
- le forze che si esercitano attualmente bastano a spiegare l’evoluzione della crosta terrestre.
Ricordandoci che in inglese ‘attuale’ significa reale, si distinguerà, con lo storico delle scienze R. Hooykaas, l’uniformitarismo come sistema, dall’attualismo che rimanda per di più a un metodo.
Questo sistema si oppone al catastrofismo, di cui un eminente rappresentante fu Cuvier (1763-1832), l’autore di ‘Discours sur les Rèvolutions du Globe’ (1812), che spiegava la storia della Terra in modo discontinuo, cioè con dei cataclismi (tra cui il Diluvio).
Non solo l’uniformitarismo si oppone al catastrofismo, ma lo squalifica sminuendolo ad una ‘credenza’, a un ‘pregiudizio’, secondo i termini propri di Lyell, risultante dal racconto Mosaico, a differenza della scienza ‘positiva’ che si rifà a delle leggi naturali tuttora agenti, che suppone le lunghe durate, e contribuendo così allo sviluppo della scala stratigrafica.
Comunque sia, in seguito alla posizione di Lyell in rapporto alla evoluzione degli esseri viventi, senza le lunghe durate richieste dall’uniformitarismo, la discendenza delle specie per il meccanismo della selezione naturale come la elaborò il suo amico Darwin (1809-1882), era impossibile.
Ed è con il titolo di geologo che quest’ultimo si imbarcò nel 1831 sul ‘Beagle’, portando con sé il tomo I dei ‘Principi di Geologia’. E, al suo ritorno, divenne Segretario della Geological Society, nel 1837, l’anno in cui fissò nel suo spirito l’idea della evoluzione delle specie.
L’idea aveva fatto la sua strada: delle modificazioni progressive nel passato bastano per rendere ragione di ciò che si constata oggi.
E così il diluvio scomparve dai saperi positivi dell'istituzione scientifica.
Da un lato si andava contro l’autorità sacra del Libro della Genesi ridotto sempre più ad un genere letterario, perfino ad ‘un racconto orientale’ allorché nostro Signore stesso aveva dichiarato, parlando di Mosè: ‘Se non credete ai suoi scritti, come crederete alle mie parole?’5, e dall’altro andava anche contro i numerosi racconti di popoli molto diversi fra loro.
Nel suo ‘Discours sur l’Histoire Universelle’, alla fine della prima epoca, Bousset osserva: ‘La tradizione del Diluvio universale si trova in tutta la terra. L’Arca, dove si salvarono i resti del genere umano, è stata da sempre celebre in Oriente, principalmente nei luoghi dove si arrestò dopo il diluvio. Molte altre circostanze di questa famosa storia si trovano annotate negli annali e nelle tradizioni dei popoli antichi: i tempi concordano, e anche la storia, come meglio non si potrebbe sperare in una antichità così remota’.
Ma dato il peso sempre crescente della scienza e della sua dimensione ideologica nella cultura, la stessa esegesi biblica, nella sua grande maggioranza, prese atto di questo stato del sapere (con la notevole eccezione dei creazionisti americani H.M Morris e J.C. Whitcomb che pubblicarono nel 1961: ‘The Genesis Flood’).
Accettando tutt’al più come storica un’inondazione locale della quale sussistono tracce in Mesopotamia, rilevate dall’archeologia e confermate dai testi sumeri, dimenticando anche che l’universalità del Diluvio è chiaramente affermata dalla Bibbia, si attentava alla sua storicità e alla sua inerranza.
Eppure S. Pietro stesso, nella sua seconda epistola (II, 3-6), aveva messo in guardia dai falsi dottori degli ultimi tempi che non considerano come ‘il mondo d’allora perì, essendo sommerso dal diluvio delle acque’!
10.3 Una domanda quasi... maliziosa ed un esperimento di Bastian Contrario che lo è altrettanto!
Segretario: Tuttavia, ripensando alle diapositive di quelle fotografie di sedimentazioni stratigrafiche che abbiamo visto, e di cui ve ne faccio qui riproiettare una ...:
vi è un aspetto che mi lascia perplesso e che non capisco. La mia è probabilmente una domanda ingenua che avrà certo una risposta appropriata.
Molti geologi continuano a pensare a stratificazioni prodottesi nel corsi di milioni di anni, che presuppongono quindi un indurimento delle stesse fino a farle diventare 'rocciose' e cioé dure come granito.
Ora, le fotografie delle stratificazioni ci mostrano - con tutte quelle curvature dovute alle pressioni laterali provocate evidentemente da spinte tangenziali o anche dal basso subite dalla scorza terrestre - che quella roccia sedimentaria, che vediamo ben rigida, non si è spezzata sotto delle spinte che l'hanno sollecitata fino all'inverosimile.
Alain Fournier:6 La domanda è pertinente e non è affatto 'ingenua', anzi la definirei quasi 'maliziosa'...
E' una domanda che mi sono fatto anch'io già da tempo e mi sono anche dato una risposta. Non sono un geologo e non vorrei rubare loro il 'mestiere', ma vi è qui una constatazione che è di tutta evidenza.
Queste stratificazioni così fortemente ondulate e non spezzate, dimostrano senza alcuna ombra di dubbio che quelle sedimentazioni che avrebbero dovuto lentamente formarsi e solidificarsi nel corso di milioni di anni - all'epoca in cui esse si sono prodotte - dovevano invece essere tutte 'molli', cioè bagnate.
Non doveva essere cioè bagnato un solo strato ma, all'evidenza delle fotografie, molti strati contemporaneamente.
Ciò sarebbe però incompatibile con l'ipotesi attualista di una serie di successive lentissime stratificazioni, seguite da indurimenti, poi ricoperte da altre stratificazioni e indurimenti e così via.
Con riferimento agli straordinari esperimenti di laboratorio di Guy Berthault - che portano a considerare la reale possibilità che molti strati si siano realizzati a seguito di un deposito improvviso e non per fasi successive - ciò non può non far pensare ad una sedimentazione subitanea di carattere catastrofico intervenuta su delle sedimentazioni che dovevano essere dunque 'molli', quali avrebbero potuto essere quelle dovuta alle varie cadute dell'anello acqueo o anche all'ultima caduta dell'anello al Diluvio Universale.
Una caduta dell'anello acqueo con contemporanea sedimentazione a strati ed una spinta tangenziale - dovuta a movimenti tellurici contestuali o come quelli che si possono essere ad esempio verificati in occasione della catastrofica deriva improvvisa dei continenti nel periodo del Diluvio universale, come scoperto da Fernand Crombette - può spiegare un fenomeno come questo, da considerare altrimenti inesplicabile.
Poiché la geologia - come prima detto da Crysogone - ricorre alla teoria dell'attualismo e non ammette per principio la catastrofe né la Verità della Bibbia , essa non sa spiegare in maniera convincente questi fenomeni peraltro molto diffusi e cerca di arrampicarsi sui vetri aggiungendo teorie alle teorie.
L'ammissione del Diluvio sconfiggerebbe infatti le basi attualiste su cui posa - per ragioni innanzitutto ideologiche - la scienza stratigrafica moderna e lo stesso evoluzionismo.
Bastian Contrario: Quest'ultima considerazione fatta da Alain Fournier e quanto detto da Chrysogone in relazione al al mondo di allora 'che perì sommerso dalle acque del diluvio', mi deprime alquanto.
Tutto ciò mi fa tuttavia pensare di essere profeta nel dire che verrà un giorno in cui questa geologia sarà sepolta anch'essa, se non da un diluvio che essa non ammette, quanto meno dal ridicolo, per non dire sepolta dal crollo su di essa di tutte quelle 'stratificazioni' sedimentarie successive che si è voluta costruire sulla propria testa.
Se non fosse per il fatto che il Signore aveva detto a Noé che non avrebbe più mandato un Diluvio penserei - con tutti gli 'effetti serra', terremoti, tsunami, tifoni, uragani e tornados che imperversano da qualche tempo a questa parte in tutto il mondo - che questi siano solo un 'aperitivo' per prepararci ad un altro Diluvio, visto che oggi la Terra è in condizioni morali certamente peggiori di quelle del diluvio di allora: infatti 'errare humanum est, sed perseverare... diabolicum!'.
A proposito..., anch'io posso dare una testimonianza scientifica simile all'esperimento che ha fatto Guy Berthault anche se poi - contrariamente a quanto era stato fatto nel suo caso - i geologi italiani non hanno ritenuto di darne alcuna comunicazione all'Accademia delle Scienze francese...
Sono passati tanti anni, neanche io - come Alain Fournier - sono un geologo e questo ricordo lontano non è forse del tutto preciso, ma ve lo racconto come meglio posso.
Anche allora si trattò di particelle 'minerali', cioè di pietrisco grosso e piccolo e inoltre di sabbia fine, il tutto posto in un contenitore trasparente di vetro.
Era il tempo delle scuole superiori e il professore di filosofia - in piedi davanti alla classe, prima della lezione - aveva davanti a sé alcuni oggetti.
Quando la lezione cominciò, senza profferire parola, il professore prese un grosso contenitore di vetro per la maionese, vuoto, e lo riempì con dei frammenti di roccia di 5/6 centimetri di diametro. Quindi egli chiese a noi studenti se il vaso fosse pieno. Noi annuimmo.
Allora il professore prese una scatola di sassolini, e li versò nel vaso, scuotendolo un poco. I sassolini, ovviamente rotolarono negli spazi vuoti tra i frammenti di roccia. Il professore, quindi, chiese ancora se il vaso fosse finalmente pieno, e tutti fummo d'accordo.
Cominciammo però a ridere quando vedemmo che il professore prendeva una scatola di sabbia e la versava nel vaso. La sabbia riempì tuttavia ogni spazio vuoto.
«Ora - disse il professore di filosofia - voglio che riconosciate che questo contenitore è come la vostra vita.
Le rocce sono le cose importanti: la famiglia, il partner, la salute, i figli. Anche se ogni altra cosa dovesse mancare, e solo queste rimanere, la vostra vita sarebbe comunque piena.
I sassolini sono le altre cose che contano: come il lavoro, la casa, l'auto.
La sabbia rappresenta qualsiasi altra cosa, le piccole cose.
Se voi riempite il vaso prima con la sabbia, non ci sarà più spazio per rocce e sassolini. Lo stesso è per la vostra vita: se voi spendete tutto il vostro tempo ed energie per le piccole cose non avrete più spazio per le cose veramente importanti.
Stabilite le vostre priorità, il resto è solo sabbia!»
Segretario: Bello, questo insegnamento morale del professore di filosofia. Meglio che studiare Kant...
B. C.: Guardi che però l'esperimento di cui parlavo non è ancora terminato...
Infatti dopo le parole del professore, uno di noi studenti si alzò e prese il contenitore contenente rocce, sassolini e sabbia, che tutti consideravano pieno, e - mentre Guy Berthault nel suo ci aveva messo dell'acqua - il nostro compagno cominciò a versargli dentro un bicchiere di birra. Ovviamente la birra si infilò nei rimanenti spazi vuoti, e riempì veramente il vaso fino all'orlo!
Segretario: Non vedo però la 'morale'...
B.C.: La morale è: non importa quanto 'piena' é la vostra vita, c'é sempre spazio per una BIRRA!!!
1 'Le role du temps dans la nature' - Vromant, Bruxelles, 1885. Vedi anche di F.C. 'Sintesi preistorica e schizzo assirologico' (il cronometro geologico), pag. 57 segg. in:
http://digilander.libero.it/crombette
2 'Causes anciennes et causes actuelle en géologie', Masson, Paris, 1941
6 Alain Fournier, Presidente del Ceshe-France, architetto, economista e specialista in studi egittologici e di architettura antica