CAP. 8
TERZO GIORNO
(3)
VANNO RIMESSI IN DISCUSSIONE I TRE PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA MODERNA TEORIA STRATIGRAFICA
8.1 Le prime sedimentazioni stratigrafiche.
Segretario: So che l'argomento della deriva dei continenti e del Diluvio universale è estremamente interessante ed è anche una questione 'intrigante' di cui noi tutti vorremmo essere messi meglio al corrente, ma preferirei che questa materia non venisse qui trattata oltre.
Ad essa dedicheremo invece, come già detto e secondo i nostri progetti, una specifica sessione di questa nostra Conferenza - quella di dopodomani, successiva al sesto giorno della Creazione - riservata alla storia dei discendenti di Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso terrestre.
Parleremo della storia di Caino ed Abele, dei primi discendenti di Caino e di Set (altro figlio di Adamo ed Eva che ne ebbero comunque anche altri), della formazione delle prime tribù, dei loro primi conflitti e conquiste militari, della ripartizione dei rispettivi territori in Mesopotamia, delle due stirpi di quelli che in Genesi (Cap. VI) vengono misteriosamente chiamate dei ' figli di Dio' e dei 'figli dell'uomo', la convivenza contemporanea di uomini ed ominidi, la progressiva sempre maggiore idolatria e perversione assoluta di costumi, che avrebbe indotto Dio a distruggere l'Umanità con la sola eccezione di Noè e della sua famiglia.
Tuttavia, prescindendo dal Diluvio, il precedente discorso sull'anello acqueo e sulle sue ripetute cadute sulla Terra darebbe una logica spiegazione alla misteriosa realtà che tutti possiamo oggi osservare guardando molti spaccati di colline o di montagne.
Vorrei che d'ora in avanti cominciaste a guardarli con più attenzione anche voi visto che sono molto frequenti e si vedono agevolmente viaggiando in auto sulle strade.
Mi riferisco a quelle strane formazioni di terreni con formazioni orrizzontali stratificate, l'una sovrapposta all'altra...
o spesso anche oblique se non addirittura verticali e persino ondulate come se una forza immensa le avesse brutalmente sollevate dal basso verso l'alto spezzando il loro originario parallelismo rispetto al 'piano' orizzontale originario del terreno.
In tali casi - diffusi su tutta la superficie terrestre - le forze tangenziali messe in moto da Dio sia pur sfruttando fattori di movimento naturali - si sarebbero esercitate su delle precedenti sedimentazioni stratigrafiche provocandone sia l'ondulazione sia, in altri casi, la rottura delle stesse con la spinta verso l'alto.
Ecco spiegata allora l'origine delle montagne e delle colline, frutto appunto di queste spinte.
Una terra piatta sarebbe stata monotona, ed ecco che Dio allora la abbellisce 'scolpendola' e dotandola di monti superbi con le loro bianche cime innevate, vallate splendide dove tra foreste maestose scorrono fiumi o riposano bellissimi laghi, pianure infine dove - grazie alla frammentazione del materiale solido originario in finissime argille (la 'gleba') - sarà possibile esercitare l'agricoltura in maniera redditizia.
Credo dunque di poter ancora così riepilogare, per maggior chiarezza anche del pubblico meno preparato su questa specifica materia, i termini dell'operato che Crombette ha attribuito a Dio:1
01) L'anello acqueo - nel secondo 'giorno' - viene messo in orbita, e si dimezza così l'altezza delle acque che ricoprono la terra.
02) Un'ampia porzione di terra, molto più ampia di quella attuale, rimane dunque all'asciutto.
03) Comincia ad aver luogo un movimento orogenetico che attraverso forze tangenziali produce delle pressioni che, come per effetto di una morsa concentrica, fanno restringere ed innalzare la terra al di sopra del livello dell'oceano universale, la Pantalassa.
04) In sostanza si forma una enorme isola che - sempre per effetto di questa forza tangenziale concentrica, analoga ad una forza provocata da due mani che stringano a tenaglia una forma pastosa - presenta dei bordi esterni rialzati. Questi costituiranno un insieme di catene montuose che proteggeranno l'isola dalla forza delle tempeste oceaniche che potrebbero assumere grande violenza.
05) Comincia a quel punto il processo di 'triturazione' della parte emersa, cioè della superficie della Terra attraverso ripetute cadute e risalite in orbita dell'anello acqueo. La caduta era provocata dalla progressiva diminuzione della velocità di rotazione intorno alla Terra dell'anello acqueo mentre la risalita era provocata da un acceleramento della rotazione intorno al proprio asse della Terra, allora ancora priva di vita, che 'lanciava in orbita' una parte delle acque che erano in terra.
06) A causa delle forze tangenziali si sono nel frattempo create catene montuose anche all'interno dell'isola continentale.
07) Si triturano anche le pianure e le rocce di superficie, sconvolte dall'immensa violenza della caduta acquea da grandi altezze, cominciano a rompersi in frammenti sempre più piccoli, si 'sciolgono' e si depositano.
08) Vengono triturate e scarnificate anche le montagne la cui terra più fine, sotto diluvi torrenziali, viene portata in basso, a fondovalle, in un miscuglio grandioso di acqua e fango che si stratifica.
09) L'acqua di questi diluvi con correnti spaventose trasporta per ogni dove il materiale dilavato che poi depositerà formando sulla terra quelli che geologicamente vengono chiamati strati e banchi.
10) Le operazioni dell'anello vengono effettuate a più riprese sia durante la formazione dell'isola continentale che dopo.
11) Quindi anche quelli che sono oggi fondi marini sono in parte coperti da strati sedimentari. Infatti, quando l'anello acqueo tornava in cielo la terra prima ricoperta dall'acqua rimaneva scoperta in attesa della precipitazione successiva e si solidificava.
12) Alla successiva caduta dell'anello si formavano ulteriori sedimentazioni.
13) Con il Diluvio universale la Terra è stata nuovamente sommersa per l'ultima volta, anche se in forma molto meno distruttiva ma anzi con una certa gradualità, con la produzione di ulteriori nuove sedimentazioni.
Quantità enormi di foreste sono state sepolte, e con esse anche animali di tutte le specie, dai giganteschi dinosauri alle minuscole conchiglie che tanto spesso si ritrovano e che hanno finito per annegare o soffocare, immersi in strati o banchi all'interno dei quali si sono fossilizzati.
8.2 La teoria su cui si basa la stratigrafia moderna... contraddetta dalle prove sperimentali.
Ora però mi viene un dubbio...
Qui si continua a parlare di 'giorni', o meglio di una serie di 'azioni generative', svincolate dal giorno di 24 ore come comunemente saremmo portati a pensare: si pone quindi il problema dei 'tempi' in cui tutto ciò è avvenuto.
Non è un mistero - come già detto - che la Geologia, basandosi sul numero e sullo spessore degli strati sovrapposti che ricoprono la superficie della Terra - strati all'interno dei quali vengono spesso ritrovati i già menzionati reperti fossili di vegetali ed animali - ipotizza datazioni ed ere geologiche che ammontano a centinaia di milioni di anni...
Le datazioni vengono calcolate sulla base delle sedimentazioni...
Bruno Accordi2: Il termine 'sedimentazione', usato in molte scienze (Chimica, Medicina, ecc.) indica, nel nostro caso, la deposizione, su terre emerse o sul fondo di bacini acquei, di materiali di varia origine, inorganica od anche organica.
La parte più notevole di materiali sedimentatisi nel passato, e in corso di deposizione anche oggi, è dovuta ai frammenti di rocce disgregate e trasportate dai ghiacciai e dai fiumi.
In ordine decrescente di abbondanza seguono i gusci, o scheletri, di organismi (macro e micro) animali e vegetali, le sabbie trasportate dal vento, le ceneri vulcaniche, le polveri cosmiche e i prodotti di disgregazione dei meteoriti che entrano nell'atmosfera.
Il processo avviene quotidianamente sotto i nostri occhi sul fondo delle valli (depositi fluviali), ai piedi delle montagne, dove cadono i frammenti rocciosi (detriti di falda) che si staccano dalle masse sovrastanti, nel deserto (sabbia eolica), sul fondo dei laghi (fanghi argillosi o calcarei) o delle paludi (torba), in riva al mare (depositi sabbiosi o ciottolosi), in pieno oceano (argille e calcari); in ambiente marino o lacustre non di rado si formano sedimenti anche per l'abbondante accumulo di gusci o scheletri di organismi...
La crosta terrestre è formata essenzialmente da rocce ignee, ma la sua superficie è composta da un mantello quasi continuo di rocce sedimentarie, di varia età (da attuali fino a centinaia di milioni di anni fa) e di spessori molto diversi (da pochi centimetri a migliaia di metri)....
La maggior parte delle rocce sedimentarie é prodotta dall'accumulo meccanico di frammenti derivati da rocce preesistenti disgregati ad opera di agenti quali il gelo, le acque dilavanti, i fiumi, il vento, la caduta per gravità, ecc.
Segretario: Bene questa è la visione della geologia ufficiale..., tutti d'accordo?
Maurice Clonat3: Non è possibile non evocare qui, ma è un esempio fra cento altri, i lavori del nostro caro amico e scienziato, Guy Berthault, sulla stratigrafia.
Egli ha spazzato via la teoria evoluzionista - basata arbitrariamente sulle sedimentazioni sovrapposte degli strati di terreno, determinando così la loro supposta antica età - sperimentando in laboratorio il processo reale di stratificazione, dovuto a fattori fisici diversi, ma non da depositi successivi.
Per dirla in sintesi, è il sistema della 'grano-classificazione' ed il fatto che in una fase alluvionale gli elementi pesanti si depositano per primi, i più leggeri al di sopra o più lontano.
Ma per non dirvi delle sciocchezze io vi rinvio a Guy Bertault stesso ed alle 'comunicazioni' che egli, con Pierre Julien, ha fatto all'attenzione degli specialisti in sedimentologia...
Guy Berthault:4 Attraverso i miei esperimenti di laboratorio, condotti negli USA, in cooperazione con P. Julien, presso il Centro delle ricerche di idraulica di Fort-Collins nel Colorado, è stato rimesso in causa il concetto iniziale di stratificazione sul quale si fonda la scala dei tempi geologici.
Io posso oggi dire che, molto prima dell'abate Giraud-Soulaire, é Nicolas Stenon che nel 1667, nella sua opera 'Canis Carchariae', teorizza che gli strati sovrapposti siano delle antiche formazioni sedimentarie successive.
Ed è ancora lui che nella sua opera 'Prodromus' enuncia, sulla base di questa sua concezione, i primi tre principi della stratigrafia: sovrapposizione, continuità e orizzontalità originale del deposito degli strati.
Principi tutti contraddetti dai nostri esperimenti che hanno invece provato che la stratificazione del deposito dei sedimenti provocati da una corrente a velocità variabile, non obbedisce a questi principi ma alla legge di Walter, vale a dire che gli strati si sovrappongono sviluppandosi simultaneamente da monte a valle, nel senso della corrente.
Ora i sedimenti che costituiscono le rocce sedimentarie, in particolare quelle di tipo marino che costituiscono la scala dei tempi geologici, sono state giocoforza prodotti da delle correnti.
Nella scala dei tempi geologici, la durata arbitrariamente attribuita secondo il principio dell'attualismo di Lyell alle 'trasgressioni' marine, corrisponde a delle correnti di velocità infinitesimale, che sono incapaci di erodere e di trasportare la minima particella.
E' per questo che bisogna rifondare la storia geologica su delle altre basi che non siano più solo 'concettuali' ma che si basino su fatti sperimentali.
Bastian Contrario: Ah..., dunque é così che risulterebbero alterati i tempi geologici della Terra e anche quelli dell'età dei vari fossili di animali e vegetali che vi si scoprono sepolti.
Per paleontologi e geologi attualisti delle cattedre universitarie, che insegnano e scrivono libri su un universo nato da sé quindici miliardi di anni fa e su una Terra nata ed evolutasi da sé cinque miliardi di anni fa, piuttosto che ammettere di essersi tutti sbagliati sarebbe ora preferibile il suicidio!
8.3 Rilassiamoci e sorridiamoci sopra...
Segretario: Pregherei il sig. Bastian Contrario di moderare le sue ironie. Le idee degli altri, anche se diverse dalle sue, meritano comunque rispetto...
Bastian Contrario5: Il fatto è che - a proposito di stratificazioni, formazioni di depositi alluvionali, diluvi ed età di questi avvenimenti - sono gli stessi geologi e paleontologi che talvolta non sanno più cosa pensare...
Ecco, combinazione!..., ho qui in tasca la fotocopia di un articolo con tanto di fotografie apparso su una nota rivista che spesso sembra prediligere attualismo ed evoluzionismo.
Nei titoli e sottotitoli vi si dice: 'Sequoie al Polo Nord? Impossibile: troppo freddo e buio. Però c'erano. E sono vissute lì per oltre mille anni'.
E poi ancora : 'Dopo 45 milioni di anni il loro legno si può ancora bruciare. Eppure quegli alberi, dicono i biologi, qui non avrebbero neppure potuto nascere'.
E infine: 'Erano alberi alti trenta metri, poi sepolti da 28 strati'.
Segretario: Bene, però non ci legga tutto l'articolo anche perché lo conosco. Si tratta delle famose sequoie delle isole di Axel Heiberg a soli 800 chilometri dal Polo Nord. Mi è sembrato di capire che queste sequoie vivessero nell'ultimo posto al mondo in cui avrebbero dovuto crescere e svilupparsi: vicino al Polo Nord. Segno che i poli sono cambiati nel tempo per cui, dove prima vi era un clima caldo, dopo è subentrato il gelo: è un fenomeno registrato anche in altre parti del globo.
L'articolista diceva che gli esperti avevano congetturato che la foresta in questione fosse stata annegata da gigantesche alluvioni.
Lo spessore dell'interramento mi fa pensare al Diluvio universale. Allora potrebbe avere ragione F. Crombette nei suoi vari libri di 'Saggio di Geografia... divina' anche quando accenna a più di un cambiamento della posizione dei poli avvenuti nell'antichità. Uno sarebbe avvenuto in occasione della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre che secondo la Bibbia è avvenuta circa seimila anni fa.
Datazione che fa peraltro ridere gli attualisti al solo pensarci, tanto è 'vicina'!
Tali ribaltamenti avrebbero prodotto peggioramenti del clima in alcune parti del globo e miglioramenti in altre, a conferma della punizione divina sulla razza umana che dopo il Peccato originale avrebbe dovuto guadagnarsi la vita combattendo contro i rigori della natura.
Bastian Contrario: D'accordo, quelli possono ridere fin che vogliono ma se dopo quarantacinque milioni di anni il legno si può ancora bruciare significa che a ridere sono adesso io, semplicemente perché non si tratta evidentemente di 45 milioni di anni ma dei soliti calcoli degli 'attualisti', come quelli dei cinque miliardi di età della Terra e dei quindici miliardi dell'Universo...
Segretario: Se tuttavia le stratificazioni dovessero avvenire con il ritmo millimetrico annuale odierno di cui parlano gli attualisti, quelle piante di 30 metri poi sepolte vive da 28 strati avrebbero davvero dovuto vivere milioni di anni prima di essere poco alla volta coperte del tutto.
Questo non è possibile e allora la possibile spiegazione logica é che davvero quelle foreste siano state sommerse da un'unico grande Diluvio dove la terra alluvionale si è stratificata interrando gli alberi in un colpo solo, mostrando all'apparenza stratificazioni multiple ma di tipo granulometrico, come ha spiegato G. Berthault dopo le sue sperimentazioni.
Mi sembra tuttavia che potremmo considerare esaurito il discorso sulla formazione della Terra, continenti, monti, sedimentazioni e via dicendo.
Potremmo allora passare così alla cosa a mio avviso più interessante: la nascita della vita vegetale.
Bastian Contrario: D'accordo, sospendiamo pure, ma se la ricorda la più bella, quella con cui si concludeva quell'articolo di cui parlavo prima? Diceva che siccome i geologi non sapevano spiegarsi da dove potesse essere mai arrivata la enorme quantità di acqua piovana necessaria a fare crescere quel tipo di foresta di sequoie, essi - in base ai loro 'studi' - erano arrivati alla conclusione che l'acqua fosse arrivata al Polo Nord addirittura dai ... tropici, 'anche se nessuno - concludevano loro - è ancora riuscito a creare un 'modello' capace di spiegare una simile circolazione atmosferica'.
Segretario: Ma è un'altra delle sue battute?
Bastian Contrario: No, no! C'é tutto scritto... E' una delle loro!
2 Bruno Accordi-Elvidio Lupia Palmieri:'Il globo terrestre e la sua evoluzione'- Pag. 149 - Zanichelli Editore
3 Maurice Clonat: 'L'apport de Fernand Crombette a l'eschatologie traditionnelle' , pag. 5 - Science et Foi - n° 34 - 1994, Ceshe-France
4 Guy Berthault: 'La science en marche' - Colloque CESHE 18/19 settembre 1999 - CESHE-FRANCE
5 Focus - (Scoprire e capire il mondo) - n° 117 - luglio 2002 - Misteri - pag. 79/84