CAP. 12

‘HO DETTO CHE DAL CAOS DIO CREO’ L’UNIVERSO’…

 

 12.1 La ‘scala ascensionale’ ed i quattro ordini della creazione. É l’anima che fa della creazione dell’uomo l’opera più perfetta, ma la Perfezione è Gesù. L’Uomo-Dio. La Perfezione è il Figlio di Dio e dell’Uomo.

Segretario: In tutto questo quadro di spiegazioni esaurienti, mi rimane l’amaro in bocca per non aver ancora capito bene cosa sia la ‘luce’ e se la sequenza creativa che Crombette ha delineato con le sue traduzioni e spiegazioni scientifiche sia effettivamente corretta…
Vi avevo infatti detto fin dall’inizio di questa sessione che sarei stato curioso di verificare Crombette alla luce delle rivelazioni fatte alla mistica Maria Valtorta e… viceversa.
Il ‘viceversa’ era in realtà di troppo perché tutti vi sarete resi conto che i pochi misurati interventi di Azaria e di quella che qui chiamiamo ‘Voce’, che in realtà è una Voce che viene dall’Alto, esprimono livelli intellettuali, sapienziali e spirituali decisamente superiori, anche se si sforzano di rendersi comprensibili – dal punto di vista antropologico – alla nostra psicologia e capacità intellettiva…
Avrete anche notato che questi interventi – nel rispetto della nostra libertà di pensiero – non erano volti a confermare o smentire quanto detto dai vari partecipanti quanto piuttosto a tracciarci un labile sentiero affinché, con le nostre forze, potessimo meglio individuare la giusta direzione, magari rinunciando un poco alle nostre consolidate convinzioni personali…

Voce: 1
Ho detto che dal caos Dio creò l’Universo, ordinando le caotiche materie ed elementi in quella perfezione di mondi, stagioni, creature ed elementi che da milioni di secoli dura. Ma pochi, osservando il Creato, sanno meditare come la Creazione sia simile ad una scala ascensionale, ad un canto che sempre più sale da nota a nota sino a toccare la nota perfetta e sublime. Come simile ad un generarsi di vite che dalla precedente escono sempre più complete e perfette, sino a raggiungere la completezza perfetta.
Guarda: prima dalle molecole solide, dai vapori e fuochi disordinati che erano la nebulosa primitiva, si formano la Terra e le acque, e nella Terra e nelle acque ancor mescolati ai futuri mari, laghi, sorgenti, fiumi, vengono chiusi o diluiti minerali. Mentre le molecole solide fanno crosta e forno agli interni fuochi e agli interni zolfi e metalli e fondo alle acque.
L’atmosfera si purifica alquanto, liberata come è in parte, da ciò che rendeva pesante la nebulosa originaria, il nulla caotico, e la terra, lanciata nella sua traiettoria, ancor nuda, sterile, muta, trascorre pei muti spazi con le creste calve delle sue montagne emergenti appena dalle cupe acque dei futuri bacini.
Poi fu la luce.
Non quella solare, non quella lunare, non quella stellare.
Il sole, la luna, le stelle, sono creature più giovani del globo terrestre.
Dopo la loro creazione il cielo, ossia l’elemento ‘aria’, fu mondo da ogni resto della nuvola primitiva, e gli astri e i pianeti splendettero dando col loro splendore elementi vitali al globo terrestre.
Ma la luce fu prima di essi.
Una luce propria, indipendente da ogni altra sorgente che non fosse il volere di Dio.
Una luce misteriosa, che solo gli angeli videro operare misteriose operazioni a favore del globo terrestre. Perché nessuna delle cose create da Dio è inutile, né nessuna è stata creata senza una ragione d’ordine perfetto.
Così, se prima fu la luce che non gli astri e pianeti, segno è che la Perfezione volle quest’ordine creativo per motivo utile e ragionevole.
Poi fu il sole, la luna, le stelle.
E l’elemento ‘aria’, privato dai gas deleteri e ricco di quelli utili alla vita, favorì il persistere delle nuove creature: i vegetali.
Quelle che ancora sono creature schiave nelle radici, ma che già hanno moto nelle fronde; quelle che create una volta, hanno già in se stesse elementi per riprodursi, cosa che non è concessa alla polvere della Terra, ai minerali, alle acque.
Queste tre cose possono mutare aspetto e natura, da legna sommersa diventar carbone, da fuochi zolfi, da carboni gemme, trasformarsi da acque in vapori e da questi in acque, o consumarsi, ma riprodursi non possono.
Il mondo vegetale sì. In esso è già la linfa, gli organi riproduttivi atti a fecondare e ad essere fecondati. Manca però ad essi la libertà del volere, anche istintivo. Ubbidiscono a leggi climatiche, stagionali, al volere degli elementi e dell’uomo. Non può la palma vivere e fruttificare nelle terre fredde, né il lichene polare decorare le rocce delle zone torride. Non può la pianta fiorire fuor della stagione della fioritura o sfuggire al ciclone, all’incendio, alla scure. Eppure la vita vegetale è già un prodigio di ascesa dal caos alla perfezione della Creazione.
Ascesa che aumenta con la vita animale, libera nei moti, negli istinti, nel volere dei suoi esseri. Vi è un ordine anche in essa. Ma l’animale gode già della libertà di scegliersi una tana e una compagna, di fuggire dall’insidia dell’uomo e degli elementi; ha anzi un istinto, più: un magnetismo suo proprio, che lo avverte dell’avvicinarsi di un cataclisma e lo guida nel cercare salvezza, così come ha una rudimentale capacità di pensare e decidere sul come nutrirsi, e difendersi, e offendere, sul come farsi amico l’uomo ed essergli amico.
Nell’animale, oltre che perfezioni creative della linfa vitale (il sangue) e gli organi riproduttori come sono nelle piante, sono anche le perfezioni creative della polvere, della pietra, dei minerali. Lo scheletro, il midollo, il sangue, gli organi, non vi insegnano forse gli scienziati che sono composti e contengono quelle sostanze chiamate minerali delle quali è, in fondo, composta la Terra che l’uomo abita  e che popolano gli animali?
Dunque negli animali è già rappresentato e perfezionato ciò che è nei regni inferiori: il minerale e il vegetale.
E la scala ascende. La nota si fa più alta e pura, più completa, più magnificante Iddio.
Ed ecco l’uomo. L’uomo nel quale ai tre regni precedenti - privo di linfa il primo, di moto il secondo, di ragione il terzo - è aggiunto il quarto regno: quello della creatura ragionevole dotata di parola, di intelligenza, di ragione.
Ragione che regola gli istinti. Intelligenza che apre il pensiero a comprensioni e visioni che sono molto, talora infinitamente, superiori a quelle che danno agli animali capacità di pensare ad un bene materiale.
Parola che lo fa capace di esprimere i suoi bisogni e affetti, capire quelli del suo simile e soprattutto lodare Dio suo Creatore e pregarlo o evangelizzarlo a chi lo ignora.
Nell’uomo sono il regno minerale, quello vegetale, quello animale, quello umano e, perfezione nella perfezione, quello spirituale.
Ecco la scala che dal disordine del caos sale all’ordine soprannaturale passando per quello naturale.
Ecco che alla creatura naturale in cui sono rappresentati e riuniti in sintesi tutti gli elementi e caratteri di ciò che forma le altre creazioni, riuniti e perfezionati; alla creatura - medita bene - fatta col fango, ossia con la polvere nella quale sono sminuzzati i sali minerali, e con l’elemento acqua, dotata di calore (elemento fuoco), di respiro (elemento aria), di vista naturale e intellettiva (elemento luce), di sangue e umori, di glandole e organi riproduttivi (linfa), di istinti e di pensiero, di moto, libertà e volere, Dio infonde il suo soffio, ossia il ‘soffio della Vita’.
L’anima: la parte immortale come tutto ciò che viene dato direttamente dall’Eterno, lo spirito che non muore, lo spirito libero da tutte le leggi di tempo, di malattie, di cataclismi metereologici, di insidie umane, lo spirito creato per riunirsi al suo Fonte, possederlo, goderlo eternamente, lo spirito che l’uomo soltanto, di sua propria volontà, può fare schiavo di un re crudele, ma che, per sua natura e volontà divina, non ha schiavitù alcuna, ma solo dolce figliolanza, sublime destino di eredità al Signore e al suo Regno.
Coloro che negano l’anima e la sua immortalità (immortalità perché creazione, infusione; ‘parte’2 di Dio eterno) e dicono che l’uomo ha l’intelletto, il genio, la libertà e volontà e capacità di rapire al Creato le sue forze e i suoi segreti solo perché è ‘l’uomo’, ossia la creatura che si è evoluta al grado perfetto, e non per l’anima, sono simili a cocciuti che pretendessero che una perfetta opera di artista (scultore o pittore) abbia vita e vista solo perché è stata modellata o dipinta con una realtà perfetta.
Anche l’animale ha vita e vista. Ha anche una rudimentale ragione.
Nell’animale da secoli addomesticato dall’uomo, questa rudimentale ragione si è ancor più sviluppata, raggiungendo più una ragione che un istinto, per comportarsi nei suoi rapporti con l’uomo, cosa che manca negli animali selvatici e selvaggi nei quali predomina solo l’istinto. Ma nessun animale, per addomesticato che sia, amato, istruito, può avere quella potenza di intelletto e di capacità multiformi che ha l’uomo.
É l’anima quella che distingue l’uomo dall’animale, e lo fa dio sopra tutti gli esseri creati, dio-re che domina, soggioga, comprende, istruisce, provvede, e lo fa dio per sua origine e destino futuri.
É l’anima quella che, illuminata dalla sua divina origine, sa, vuole, può, con forza già semidivina. Forza che Dio potentemente sorregge e aiuta quanto più l’anima si eleva nella giustizia e l’uomo si divinizza con una vita di giustizia.
É l’anima che dà all’uomo il diritto di dire a Dio: ‘Padre mio’.
É l’anima che fa dell’uomo un vivente Tempio dello Spirito di Dio.
É l’anima che fa della creazione dell’uomo l’opera più perfetta del Creato.
E allora si potrebbe dire. ‘Ecco che con l’uomo, e uomo giusto, si è toccato l’ultimo gradino della scala ascensionale, la nota più alta di questo divino canto, la perfezione della perfezione creativa’.
No. Tutto ciò è creazione di un creato sensibile. É processione da processione. É unione della creazione naturale con una creazione soprannaturale. Ma non è ancora la Perfezione.
La Perfezione è Gesù. La Perfezione è il Cristo. L’Uomo-Dio.
La Perfezione è il Figlio di Dio e dell’Uomo, Colui che per la Divinità non ebbe che il Padre, Colui che per l’Umanità non ebbe che la Madre.
Colui che in veste di carne rinchiuse due Nature. Unite queste due nature, che l’infinita distanza - che è fra la perfezione anche dell’uomo più santo e quella di Dio -  tiene sempre separate.
Solo in Gesù è la natura divina e quella umana unite e non confuse e pur facenti un sol Cristo. In Lui, Figlio dell’uomo, è rappresentato tutto il creato sensibile così come in ogni uomo; è rappresentato tutto il creato soprasensibile: la natura spirituale; è infine rappresentato l’Increato, l’Eterno: Dio, Colui che, senza mai essere stato generato, è, Colui che, senza altra operazione che il suo amore, genera.
Il Cristo: Colui che divinizza la materia, la glorifica, restituisce all’Adamo la sua dignità; il Cristo: anello che ricongiunge ciò che si è spezzato, l’Agnello che riverginizza l’uomo nell’innocenza che è Grazia.
Per la sua natura divina può tutto; per la sua carità umano-divina può tutto; per la sua volontà può tutto, poiché dà tutto.
Chi sa contemplare il Cristo possiede la Sapienza. Perché Egli è la Perfezione non solo divina ma anche umana. Chi lo contempla con sapienza vede l’ammirabile persona del Figlio dell’Uomo nel quale è la pienezza della santità…’.

 

12.2 A conclusione della prima ‘azione creativa’

Segretario: La risposta autorevole sull’ordine creativo che io quasi invocavo è giunta.
Credevo di aver finito, quando avevo fatto quella mia sintesi precedente, ma ora – sulla base di quanto si può capire e dedurre dall’intervento della Voce – capisco che è da parte mia necessaria una ulteriore messa a punto.
Quello della Voce – la quale per sua scelta raramente entra nella discussione dei dettagli, anche importanti, che lascia all’uomo perché egli abbia il merito delle sue ‘conquiste’ intellettuali – è un intervento che va attentamente analizzato, parola per parola, e riesaminato poi in… controluce.
Le parole e le frasi, anche quando sembrano discorsive, non sono mai dette a caso, e allora bisogna sforzarsi di meditarle con attenzione e di capirle.
Vediamo allora di fare questo esercizio.
La Creazione è una scala ascensionale.
Il concetto di ‘scala’ – cioè un susseguirsi di gradini creativi – presuppone una discontinuità e si contrappone al concetto evoluzionista che è di ‘continuità’. É una differenza sottile ma molto importante dal punto di vista ‘filosofico’ e soprattutto… pratico.
Vediamo la ‘scala’ ascensionale anche nella natura che ci circonda: mondo minerale, vegetale, animale, dove all’interno di ognuno di questi tre ‘scalini’ vi sono una serie di altri scalini ascendenti e tendenti a forme sempre più perfette.
Ad esempio, un animale che noi considereremmo biologicamente più ‘perfetto’ non è il prodotto naturalmente evolutivo di quello supposto precedente, ma piuttosto un gradino creativo di livello superiore: ogni vegetale e animale è infatti creato secondo la sua ‘specifica’ specie e non deriva da una specie vegetale o animale precedente, come non è vero che l’uccello è la derivazione evolutiva in scala-micro degli antichi dinosauri volanti, né che il gatto è una evoluzione dalla tigre o viceversa.
Con la scala evolutiva è un po’ come se un Artista spirituale eccelso – per propria Gloria e per convincerci della propria Realtà – volesse dimostrare agli increduli che la Sua Esistenza è nell’evidenza delle cose e che non c’è limite alla sua capacità e fantasia ‘creativa’.
All’inizio della Creazione, anzi direi subito dopo il calcio di pallone dell’inizio, vi è una nebulosa caotica.
L’astrofisica ci spiega oggi che le nebulose sono masse enormi di gas e di particelle di polvere situate nello spazio interstellare.
Oggi ne esistono parecchie, distinte da stelle e pianeti, ma all’inizio, prima della formazione di stelle e pianeti, tutto doveva essere una estesa e indifferenziata nebulosa.
La nebulosa conteneva dunque gas, molecole, elementi vari.
Questa potrebbe essere dunque la situazione che viene descritta dagli astrofisici odierni come immediatamente successiva a quello che viene chiamato Big-bang, cioè l’enorme esplosione di ‘Energia’ che avrebbe dato inizio alla Nebulosa e poi, per successive trasformazioni, all’universo che noi conosciamo, che però non è infinito ma finito: un uovo!
Prima della Nebulosa, che era già di per sé un prodotto della creazione materiale, esisteva evidentemente quello che noi chiamiamo il ‘nulla’, cioè la ‘non materia’.
Esisteva però già la creazione spirituale, quella degli Angeli.
Crombette avanza l’ipotesi che gli Angeli siano una sorta di ‘Energia’ intelligente dotata di personalità, energia che – analogamente a quella delle anime degli uomini – non è stata trasformata in materia.
La Terra – sempre seguendo analiticamente la Voce – è il primo atto di trasformazione di una parte della nebulosa, una piccolissima parte, che in qualche modo sconosciuto viene ‘condensata’ e trasformata negli elementi minerali e chimici che conosciamo. Dopo la Terra viene la ‘luce’.
La Terra è dunque il primo significativo atto creativo di un qualcosa che sia più di un agglomerato nebulare di gas e molecole varie.
Ciò sembrerebbe in contraddizione con quanto dice Crombette quando spiega che dalle sue traduzioni è emerso che la Terra è venuta dopo perché è uscita dal sole che era stato ‘creato’ per primo.
Qui bisogna fare molta attenzione. Innanzitutto in linea di principio non è detto che la traduzione di Crombette sia sempre e del tutto precisa. In secondo luogo quando Crombette traduce che la Terra è uscita dal sole emerge chiaro che non si tratta del sole attuale, ma di una agglomerazione di ‘materia’ (probabilmente una condensazione di una parte di nebulosa) dal quale la Terra e gli altri pianeti sarebbero poi stati espulsi a seguito delle ‘accelerazioni’ di rotazione, fino alla velocità ‘critica’ di fuga delle parti più esterne, che Dio avrebbe imposto a tale massa.
Dunque anche se la Terra è uscita dal Sole, come dice Crombette, non si tratterebbe ancora del Sole che conosciamo noi oggi, trasformato cioè in un astro di fuoco, ma del suo embrione iniziale, massa di materia più o meno condensata, rotante nello spazio ma non ancora ‘sole’ in senso proprio.
Il sole e le stelle (e cioè queste prime condensazioni di materia nebulare che si sono già differenziate dalla primitiva diffusa massa nebulare) diverranno ‘soli e stelle’ solo successivamente quando verranno ‘accese’ da Dio, perché lo stadio ‘evolutivo’ della terra ne renderà utile la presenza attiva.
Crombette – presupponendo ovviamente che nella Creazione ci sia stato l’intervento di Dio – spiega con le sue traduzioni ‘copte’ che Dio deve avere operato mettendo queste masse in rapida rotazione su se stesse, così da provocarne il surriscaldamento e quindi la loro ‘infiammazione’ con relativa emissione di radiazioni luminose e di altro tipo.
Fin qui mi sembra che quanto spiegato da Crombette non sia distante dalle spiegazioni della Voce.
Quelle che divergono invece dalla Voce sono le ipotesi scientifiche odierne che presentano la terra come un prodotto tardivo della nascita dell’universo che secondo queste teorie sarebbe sorto quindici o anche venti  miliardi di anni fa con una Terra che verrebbe datata a circa 5 miliardi di anni fa.
Avrete già capito che questi parlano di decine di miliardi di anni  come se fossero noccioline e loro fossero stati presenti al momento della creazione.
Non so proprio su cosa di realmente attendibile questi teorici si basino visto che anche i criteri di calcolo della velocità di fuga delle galassie (utilizzati per stimare la datazione dell’universo) vengono oggi sempre più messi in discussione da numerosi altri scienziati nei loro principi di base.
La Voce dice dunque che la Terra è stata creata per prima, dunque prima degli altri pianeti.
Crombette ipotizza invece che l’astro nero sia stato creato prima della Terra, quindi sarebbe venuta la Terra per seconda e gli altri pianeti a seguire.
Sbaglia dunque Crombette, in questo punto?
Bisogna però stare attenti a come usiamo termini come ‘creazione’ che possono assumere significati diversi a seconda di come li impieghiamo.
Crombette non dice che l’astro nero è stato ‘creato’ per primo ma che la sua massa informe è stata espulsa per prima dal sole originario come sarebbe avvenuto in seconda battuta per quella che in seguito sarebbe  diventata la ‘Terra’.
In senso lato tutto è ‘creazione’, compreso il Caos che è venuto dopo il Nulla, compresa la Nebulosa che è venuta dopo il Caos, compreso il Sole, parte di Nebulosa, e le stelle in genere.
Ma niente in questo tipo di ‘creazione’, pur nella sua perfezione relativa, è neanche lontanamente paragonabile a quella della Terra dove esiste la Vita in tutte le sue innumerevoli varietà vegetali ed animali e, ancor di più, l’uomo spirituale.
Dunque è giusto dire che la Terra è stata la prima creazione degna veramente di questo nome, anche se è uscita da una nebulosa o – come dice Crombette – da un ‘sole’ che – non ancora sole vero e proprio – era un ‘agglomerato’, una massa che faceva parte della Nebulosa.
La Voce sembra poi accennare alla presenza di ‘mondi’ dispersi nell’immensità dell’universo.
Non sappiamo cosa si debba intendere per ‘mondi’, se pianeti privi di vita o pianeti con forme di vita, anche molto intelligenti, ma non dotate di spirito immortale come lo è l’uomo, vertice creativo, anche se poi decaduto.
Evidentemente la Voce non vuole soddisfare la nostra curiosità.
Azaria nel suo ultimo intervento aveva già detto che la Creazione era cominciata con quel ‘Sia fatta la luce!’, per cui gli elementi cominciarono ad ordinarsi.
Insieme alla Terra egli dice che venne fatto il cielo, che tuttavia egli precisa consistere non nel firmamento ma negli strati dell’atmosfera che circondano la Terra.
É solo dopo, spiegava Azaria, che vengono fatti gli astri ai quali Dio impone le leggi che disciplinano il loro ordinato vagare nello spazio.
Dopo aver reso compatta e ordinata la materia della Terra, separando le acque e le terre, Azaria dice che Dio provvede a creare le piante e gli animali.
La Voce, subito dopo quell’intervento di Azaria, chiariva ancora meglio quel concetto di ‘luce’ iniziale, creata con un suo potere proprio, dal nulla.
La Voce diceva che Dio è Luce ed è il Padre della Luce e delle luci, e che alla Terra, sua prima creatura, aveva concesso e donato la luce così come all’uomo, perfezione della creazione e ultima delle opere delle sei giornate divine, Egli concesse l’attributo a lui somigliante: lo spirito libero, immortale, l’alito divino infuso nella sua ‘carne’ perché essa fosse animata da Dio e avesse diritto al Cielo, dimora del Padre.
É un parallelismo che dà da pensare.
Che la ‘luce’ sia un qualche cosa che dà vita alla terra come lo spirito dà vita all’uomo?
Cosa sarà mai la luce? Che sia – anche – quel principio vitale intelligente che anima vegetali e animali che nascono avendo già dentro al proprio germe quelle leggi di forma e di sviluppo che ne disciplinano perfettamente caratteristiche e finalità? Cosa è che trasforma un semino di pigna in un pino, sempre e invariabilmente? Cosa è questo ‘genoma’ che presiede alla formazione dell’Uomo dandogli forma e sostanza, oltre che vita?
C’è poi da fare una riflessione sulla datazione dell’universo.
Abbiamo detto che l’astrofisica avanza ipotesi dell’ordine di quindici e anche venti miliardi di anni per quanto attiene l’universo, e di cinque miliardi per la Terra.
La Voce, in questo suo ultimo intervento, parla invece molto più modestamente di ‘milioni di secoli’. Avrete capito dal contesto che è una ‘Voce’ che non parla a caso, e se dice ‘milioni di secoli’ (e non decine o centinaia di milioni) vorrà dire che ciò va verosimilmente interpretato proprio come ‘milioni’ e non come ‘decine di milioni’.
Parlando dunque solo di ‘milioni’ e non di ‘decine’, per quanto concerne l’età dell’universo e della Terra dovremmo allora intendere un’età che non supera la prima decina di milioni di secoli, e cioè una antichità che va da un minimo di tre milioni di secoli ad un massimo di dieci milioni, il che – tradotto in anni – fa da un minimo di trecento milioni di anni a un massimo di un miliardo, quindi ben lontano dai quindici miliardi ipotizzati dalla scienza.
Ecco che, di fronte a ciò, crollerebbero così tutte quelle tesi geologiche, paleontologiche ed evoluzioniste che – per non ammettere una creazione nei tempi relativamente brevi della Bibbia da parte di Dio – hanno dovuto ipotizzare una antichità di creazione e poi di evoluzione con ordini di grandezza smisurati, come avevo già spiegato parlando dell’attualismo geologico e dell’evoluzionismo.
Anche Crombette nelle sue opere di Geologia e Geografia arriva per altre vie più ‘scientifiche’ a datazioni enormemente inferiori a quelle della ‘scienza ufficiale’, non solo per la formazione originaria della Terra costituita in passato da un continente unico chiamato dai geografi ‘Pangea’ al quale seguì la ‘deriva’ degli attuali continenti, ma anche per la apparizione dell’uomo che egli riesce a datare conformemente ai seimila anni fa previsti dalla Bibbia, cosa che a noi – imbottiti di attualismo ed evoluzionismo – sembra quasi impossibile.
Non mi ricordo se Pascal o non so chi altro avesse scritto qualche secolo fa che Dio pare ci abbia lasciato un 50% di possibilità di credere e un 50% di non credere, nonostante a me sembri che tutta l’evidenza dimostri l’esistenza di un Dio creatore.
Sembra dunque un Dio che ci voglia lasciare la libertà del dubbio.
Me ne sono chiesto il perché e mi sono risposto che il restante 50% Egli vuole che sia riempito dalla nostra fede, e cioè da un nostro sforzo di volontà che ‘voglia’ credere anche contro le apparenze contrarie: il ‘voler credere’ è infatti uno spontaneo ‘atto di amore’ verso Dio, che è Amore, che ci ama ma vuole anche sentirsi ‘amato’, anche se imperfettamente.
Un Dio che ci togliesse la libertà del dubbio, sarebbe anche un Dio che ci toglierebbe il merito di ‘voler credere’.
Se ci siamo fino ad ora soffermati su certe cose dette qui da Azaria e dalla Voce – come ad esempio che la ‘luce’ è stata ‘fatta’ subito dopo la creazione della massa informe del globo terracqueo – non abbiamo invece ancora ragionato sulle cose ‘non dette’ dalla Voce e che noi pur abbiamo affrontato abbastanza ampiamente quando ne abbiamo in precedenza parlato.3
Mi riferisco in particolare al fatto che la Terra sia centrale o meno, e cioè se essa giri intorno al Sole o sia il Sole a girare intorno a lei, anche in rapporto al centro gravitazionale dell’Universo.
La ‘Voce’ che ogni tanto sentiamo venire dall’Alto rifugge infatti dalle dimostrazioni e dagli esperimenti scientifici che preferisce lasciare agli uomini, perché Lei li ‘vuole’ assolutamente liberi.
‘Lei’ non vuole scendere a ‘dimostrare’ se stessa perché ‘Lei’ è l’Evidenza e se l’uomo non vuol credere all’Evidenza non vorrà nemmeno credere a qualsiasi altra ‘dimostrazione’.

Il Dio cristiano – e la Storia ce lo dimostra – non è un Dio che ami soddisfare quelle che sono le nostre curiosità umane, specialmente se poi sono curiosità meramente ‘scientifiche’.
Il segreto fondamentale della Vita e della Morte ci viene tenuto velato.
A volte però Egli dissemina il nostro percorso nella ‘foresta’ di piccole tracce appena visibili che ad un occhio attento possono indicare la strada giusta.
Quando ad esempio la Voce dice che la Terra è stata creata per prima, non vuole forse farci implicitamente dedurre che la Terra ha una sua importanza ‘centrale’ nella creazione dell’Universo?
Che senso avrebbe avuto crearla ‘per prima’ se non l’avesse?
E quando, ancora, la Voce spiega che la Creazione è stata fatta in funzione dell’uomo, anzi di più, in funzione dell’Uomo-Dio, il Verbo che si sarebbe incarnato e lasciato crocifiggere per ottenere dal Padre la riapertura delle porte del Cielo al popolo decaduto dei ‘figli di Dio’, non è forse questa una conferma implicita del Cristocentrismo?
Un Dio che sulla Terra si incarna in un uomo e che, da uomo, vi ‘muore’ sia pur risorgendo in un corpo glorificato per indicarci quale sarà un giorno il nostro futuro glorioso di ‘risorti’, non è forse sufficiente a farci capire che la posizione della Terra non possa essere che ‘centrale’?
Dio lascia la ricerca delle ‘prove’ alla libertà degli uomini.
Egli lascia a un Michelson il ‘dimostrare’ o meno che la terra non si sposta intorno al sole, lascia a un Crombette il compito di una ‘dimostrazione’ che, anche se pur sempre teorica, è tuttavia dotata di buon senso e di un buon corredo di argomentazioni scientifiche.
La ‘Voce’ di Dio non entra nemmeno nel concetto di ‘Cristocentrismo’, lasciando alla Dottrina cristiana, magari sotto la guida discreta dello Spirito Santo, la dimostrazione del suo ‘perché’ teologico.
Se però la Creazione … Cristocentrica è stata fatta in vista del futuro Gesù Cristo, Verbo incarnato che, come tradotto anche da Crombette, ha rappresentato sin da prima della Creazione la ‘forma esemplare’ del Dio invisibile che si rende visibile, immaginata dal Padre, perché mai la Terra non dovrebbe essere al Centro dell’Universo anche se ciò viene negato dalla Scienza che, basandosi sulla sola Ragione, vuole fare a meno di Dio?

Voce:4
Quando il Creatore creò la Terra, la trasse dal nulla adunando i gas dall’etere, già creato e divenuto il firmamento, in una massa che rotando si solidificò come valanga meteorica che sempre più cresceva  intorno ad un nucleo primitivo.
Anche la vostra Negazione (chiamo Negazione la Scienza che vuole dare spiegazioni negando Dio) ammette la forza centripeta, la quale permette ad un corpo di roteare senza sperdere parte di sé, ma anzi attirando tutte le parti al suo centro.
Avete le macchine che, se pur grandiose, ripetono in maniera microscopica la potenza centripeta creata da Dio per creare i mondi e tenerli obbligati a rotare intorno al sole, pernio fisso, senza precipitare fuor delle celesti vie, loro segnate, turbando l’ordine creativo e provocando cataclismi di una distruzione incalcolabile.
La Terra formandosi così nella sua corsa di proiettile nebulare che si solidifica traversando gli spazi, dovette per forza rapire ad essi emanazioni ed elementi provenienti da altre fonti, i quali e le quali sono rimaste chiuse in essa sotto la forma di fuochi vulcanici, zolfi, acque e minerali diversi, i quali affiorano alla superficie testimoniando la loro esistenza ed i misteri, che con tutta la vostra scienza non riuscite a spiegare con esatta verità, della Terra, pianeta creato dal nulla da Dio, Padre mio.
Quante forze buone ancora ignorate voi che siere maestri nello scoprire ed usare le forze malvagie! Queste ultime al Male le chiedete, ed esso ve le insegna per farvi suoi torturati ed i torturatori dei vostri simili in suo nome e per suo servizio.
Ma le forze buone non le chiedete al Bene che paternamente ve le insegnerebbe come insegnò ai primi uomini, che pure erano colpevoli e condannati da Lui, i mezzi, e i modi da usarli, della loro esistenza terrena.
Vi sono sorgenti benefiche e succhi salutari che ancora ignorate e che vi sarebbe così utile conoscere. Non solo: ve ne sono taluni che conoscete ma che non volete usare preferendone altri, vere droghe d’inferno, che vi rovinano anima e corpo.
Cessano forse per questo di esistere quelle sorgenti nelle cui stille sono disciolti sali rapiti ai minerali chiusi nel seno del vostro pianeta ed affioranti da strati e per vene dal suolo sino alla superficie, algide o bollenti, insapori, incolori, inodori, o dal sapore, dal colore, dall’odore sensibile ai vostri sensi? No. Esse continuano a crearsi come il sangue del vostro corpo, nell’interno della terra, per un processo di assimilazione e trasformazione continua come è quella del cibo che nel vostro stomaco si fa sangue nutrendo i tessuti ed i midolli, gli organi e le cellule, che poi sono produttori del sangue. Esse continuano a gemere così come il sudore continua ad affiorare attraverso ai tessuti. Esse obbediscono. Quando ciò non fosse più, avverrebbero le esplosioni terrestri e la Terra, come caldaia senza aperture, deflagrerebbe dandovi la morte…

Segretario: Da quanto abbiamo appena sentito mi sembra che sia doveroso fare ancora qualche ulteriore riflessione.
Innanzitutto abbiamo qui la conferma di quanto sosteneva Gustave Plaisant circa la esistenza dell’etere nello spazio.
L’affermazione della Voce è esplicita ‘…Quando il Creatore creò la terra la trasse dal nulla adunando i gas dall’etere, già creato e divenuto il firmamento…’
L’etere è dunque stato ‘creato’, quindi è  un ‘qualcosa’ di reale, anche se invisibile, e occupa lo spazio che noi chiamiamo il firmamento.
Se l’etere è stato creato ed è un ‘qualcosa’, anche se invisibile alla nostra vista, esso non è però l’equivalente dello ‘spazio vuoto’, perché il vuoto è il ‘nulla’ e il nulla per definizione non lo si crea, ma è anzi partendo dal nulla che si crea qualcosa.
La ‘macchina’, l’interferometro, del Premio Nobel eliocentrista Michelson aveva dunque ‘ragione’ quando – volendo lo scienziato misurare la velocità nello spazio della Terra rispetto all’etere, nel supposto movimento di rivoluzione intorno al Sole – essa si ostinava a dargli nei vari ripetuti esperimenti una velocità ‘nulla’.
L’esperimento continuava a dare velocità nulla della Terra rispetto all’etere non perché l’etere non esistesse ed al suo posto ci fosse il ‘vuoto’, - come aveva creduto di poter dedurre Einstein, l’altro ‘eliocentrista’ alla Laplace, avversario di Tolomeo e della Chiesa – ma perché la Terra, come spiegato da Plaisant e da Fernand Crombette anche con quei suoi disegni, di fatto non si sposta intorno al Sole,  come esplicitato dal paragone con la ‘Ruota a cane’.
Inutile poi disquisire troppo su particolari relativamente poco importanti quali il fatto che la Terra sia uscita dal Sole o piuttosto da una ‘Nebulosa’ della quale il sole originario non ancora ‘infiammato’ poteva far parte.
Come spiega la ‘Voce’, il nucleo primitivo di quella che sarebbe divenuta la Terra  (da qualunque parte detto nucleo fosse uscito), a mo’ di valanga meteorica, simile ad una palla di neve che ingrossa rotolando a valle, raccolse sempre più intorno a sé gli altri elementi che incontrava attraversando nello spazio la nebulosa, attraendoli a sé grazie alla forza centripeta creata da Dio.
Quel nucleo si è via via sempre più ingrossato e condensato, raffreddandosi all’esterno durante la sua corsa nei gelidi spazi e racchiudendo al suo interno, con la sua scorza esterna ormai solidificata, i ‘fuochi’ vulcanici, i minerali, le acque che vediamo uscire dalle vene della Terra per alimentare le nostre sorgenti.
Non è detto che ad esempio quel nucleo abbia trovato ‘acqua’ nello spazio, ma è sufficiente che abbia attratto atomi di idrogeno e ossigeno assimilandoli a sé e producendo l’H2O, cioè l’acqua dei mari e delle sorgenti sotterranee.  
La ‘Voce’ – lo ribadisco – ‘non vuole’ entrare nel merito delle varie ipotesi scientifiche, comprese quelle di Crombette, sulla centralità della Terra rispetto all’Universo o sulla ‘Ruota a cane’.
 La Terra potrebbe per altro essere ‘spiritualmente’ Cristocentrica pur trovandosi ‘spazialmente’ all’estremità dell’Universo, come il vertice di una piramide rimane il ‘vertice’ pur non essendone il centro.
Il fatto tuttavia che la Terra – come dicono la Genesi, Crombette, Azaria e la Voce – sia stata creata per prima e tutto il resto le è stato posto  intorno per fare splendida corona al luogo dove sarebbe sceso  il Verbo divino per salvare gli uomini e farli ‘figli di Dio’, mi fa sospettare che essa – come traduce e spiega Crombette –  si trovi veramente collocata al centro ‘spaziale’ dell’Universo. Perché no?
In tal caso non si può negare che sia estremamente originale ed avvincente la traduzione del testo mosaico fatta con il copto di Crombette con quella sua spiegazione scientifica di come la Terra possa considerarsi ‘ferma’ pur girando intorno al sole ma senza spostarsi nello spazio grazie al meccanismo già illustrato, dando per di più ragione sia a Tolomeo che a Galileo.
Mi sembra di ricordare che il famoso fisico contemporaneo Antonino Zichichi, convinto sostenitore della teoria eliocentrica e grande ammiratore di Galileo, ma ciò non di meno fervente uomo di Fede, avesse detto un ‘qualcosa’ riguardo alla prova capitale ancora mancante sulla realtà scientifica dell’eliocentrismo.
Zichichi, uno dei massimi esponenti della cultura scientifica moderna,  sfatando il mito dell’ateismo di Galileo Galilei, dimostrava come il ‘divin uomo’, con la sua totalmente innovativa indagine sulla ‘Logica del Creato’, debba essere considerato il Padre della Scienza, una figura di grandezza straordinaria…

Antonino Zichichi:5 ‘Eppur si muove’ è la frase che la cultura dominante attribuisce a Galileo Galilei dopo la sentenza dell’Inquisizione.
E’ come se Galilei avesse detto: ‘La Terra si muove, ma la Chiesa mi costringe a dire che sta ferma e io, per evitare la condanna, dico che non è vero quello che ho scoperto sul moto della Terra’.
Vediamo cosa c’è di vero in questa affermazione che la cultura dominante ha lanciato come cavallo di battaglia sulle prove galileiane del moto terrestre.
Galilei non era un fanatico della teoria copernicana.
Impiegò due decenni per convincersi che a muoversi dovesse essere la Terra. Non il Sole né le Stelle.
Galilei sapeva però che la prova sicura che la Terra non stesse ferma  al centro del mondo – ma girasse attorno al Sole – mancava.
La prova era la ‘parallasse’ delle stelle che Tycho Brahe (1546-1601) cercò disperatamente di misurare.
Galilei aveva tanti argomenti a favore  dei movimenti della Terra ed era riuscito a spiegare molte proprietà osservate nel movimento delle stelle erranti (‘pianeti’) e nella caduta delle pietre qui sulla Terra.
Ma la prova ‘principe’ mancava.
Ecco perché, era molto prudente e voleva capire una cosa alla volta.
Anche se tante cose lo inducevano a credere che fosse la Terra a muoversi, lui era alla ricerca di una prova sicura.
Fu così che pensò, sbagliando, alle maree; e cercò in tutti i modi di evitare alla sua Chiesa l’errore gravissimo di schierarsi in difesa di uno dei ‘due massimi sistemi’: quello tolemaico (Terra ferma al centro del mondo) o quello copernicano (Sole fermo al centro del mondo).
La grandezza di Galilei…. non sta nelle sue – pur straordinarie – scoperte astronomiche. Né nell’aver stabilito che è la Terra a muoversi.
Infatti, proprio sulle maree, da lui considerate la prova effettiva dei due movimenti della Terra – in quanto avrebbero dovuto essere il risultato della composizione del movimento orbitale attorno al sole e di quello rotatorio a trottola – il Padre della Scienza si era sbagliato.
Galilei aveva pensato alle maree in quanto mancava la prova sicura: la ‘parallasse’.
Galilei fu uomo di vera e profonda Fede cattolica. La sua grandezza sta nell’avere avuto una Fede incrollabile nella esistenza del Libro scritto da Colui che ha fatto il mondo. Fu così che – cercando di capire una cosa alla volta, senza fare di tutta l’erba un fascio – incominciò  a scoprire le prime Leggi Fondamentali della Natura. Leggi da lui considerate impronte del Creatore negli oggetti ‘volgari’…’.6

Segretario: non sono certo io nella condizione di poter addurre argomentazioni scientifiche ‘personali’ intorno al fatto che siano la Terra o piuttosto il Sole a stare al centro del mondo.
Prendo però atto del fatto che lo stesso Prof. Zichichi conferma con la sua autorevolezza quanto Galilei potesse sbagliare e che il ‘problema’ di Galileo era costituito dalla famosa prova mancante: quella sulle parallassi.
Al riguardo, tuttavia, senza qui entrare in dettagli scientifici estremamente complicati, rimando alle osservazioni di Guy Berthault sulle ‘parallassi’ dove egli conclude che F. Crombette (in ‘Galileo aveva torto o ragione?’) ‘toglie ogni credito alla ‘prova’ avanzata dagli astronomi sulla base della misura delle parallassi. E’ anzi un’arma che si ritorce contro di loro e che va a favore della teoria di F. Crombette’.7
Per contro il fenomeno delle maree addotto da Galileo, e cioè l’alzarsi e abbassarsi dei mari, era dovuto non alla rotazione della Terra o al suo movimento di rivoluzione intorno al Sole ma alla attrazione della Luna.
Oggigiorno, la comune ‘conoscenza’, cioè la ‘cultura dominante’ del momento, non mette in dubbio l’eliocentrismo.
Anche il noto scrittore e giornalista Vittorio Messori, come il Prof. Zichichi, é di questa opinione che ci viene inculcata fin dai primi passi a scuola.
Non ci si deve stupire: questa credenza eliocentrica dominante odierna è infatti dello stesso tipo di quella geocentrica che nel seicento, prima di Copernico, non faceva venire in mente nemmeno agli scienziati più geniali e più brillanti di allora, come lo sono oggi il Prof. Zichichi o Messori, la possibilità – sia pur in via di ipotesi – che si potesse sostenere il contrario di quanto ritenuto ‘pacifico’.
A proposito di quel ‘Eppur si muove!’, ricordo comunque che Vittorio Messori  aveva scritto:8 ‘In quel 1633 del processo a Galileo, sistema tolemaico (Sole e pianeti ruotano attorno alla Terra) e sistema copernicano difeso dal Galilei  (Terra e Pianeti ruotano attorno al Sole), non erano che due ipotesi quasi in parità, su cui scommettere senza prove decisive. E molti religiosi cattolici stessi stavano pacificamente per il ‘novatore’ Copernico, condannato invece da Lutero.
Del resto, Galileo non solo sbagliava tirando in campo le maree, ma già era incorso in un altro grave infortunio scientifico quando, nel 1618, erano apparse in cielo delle comete.
Per certi apriorismi legati appunto alla sua ‘scommessa’ copernicana, si era ostinato a dire che si trattava solo di illusioni ottiche e aveva duramente attaccato gli astronomi gesuiti della Specola romana che invece – e giustamente – sostenevano che quelle comete erano oggetti celesti reali.
Si sarebbe visto poi che sbagliava ancora, sostenendo il moto della Terra e la fissità assoluta del Sole, mentre in realtà anche questo è in movimento e ruota intorno al centro della Galassia.
Niente frasi ‘titaniche’ (il troppo celebre ‘Eppur si muove!’) comunque, se non nelle menzogne degli illuministi e poi dei marxisti – vedasi Bertholt Brecht – che crearono a tavolino un ‘caso’ che faceva (e fa ancora) molto comodo per una propaganda volta a dimostrare l’incompatibilità fra scienza e fede.

Bastian Contrario: Io di parallassi e di astronomia me ne capisco poco quanto il Segretario, ma…, questo Galileo…, sarà stato anche un buon cristiano come dice Zichichi…, però…,  a proposito del movimento della Terra, prima ‘scommetteva’ su ‘Copernico’ senza però avere la prova mancante, poi ha sbagliato sulle maree, quindi sosteneva la fissità assoluta del Sole, mentre Messori conferma che in realtà anche il Sole è in movimento e ruota attorno al centro della Galassia come dice anche Crombette, infine raccontava in giro che le comete erano illusioni ottiche…, che se te ne cade una in testa poi te ne accorgi di che ‘illusione’ si tratta.
Non è per caso che qualche piccola ‘illusione ottica’ ce l’avesse invece lui a proposito della Terra che secondo lui girerebbe intorno al Sole?

Dominique Tassot, uno degli studiosi che si cimentano da anni nello approfondimento delle opere di Fernand Crombette, in un suo libro9 ha scritto (traduco liberamente dal testo francese…) che, mentre nel Medioevo verità di fede e verità scientifiche coincidevano, con il Rinascimento avviene invece la svolta che porta ad un conflitto fra le due ‘autorità’ di cui l’affare ‘Galileo’ è un prototipo.
Galileo – dice Tassot - aveva voluto tentare una conciliazione fra la tesi copernicana e la Bibbia, riformulando le regole dell’esegesi…
Egli poneva come principio che il senso ‘letterale’ delle Scritture fosse destinato alla gente ‘semplice’, che la certezza delle proprie dimostrazioni rendeva la scienza indipendente dalla teologia, che l’autore delle Scritture si proponeva solamente lo scopo della salvezza delle anime e che comunque l’onere di portare la ‘prova contraria’, contro Copernico, spettava semmai ai teologi…
Nel corso dei secoli successivi la filosofia, poi l’antropologia e la paleontologia imposero delle spiegazioni sull’universo e sull’uomo totalmente indipendenti dalla Rivelazione: il più antico dei Libri, la Bibbia, diveniva un reperto ormai superato che perdeva la sua ‘universalità’, un reperto al quale Darwin finirà per attribuire una credibilità di fede non maggiore di quella che si attribuisce ai libri di tante altre credenze…
Così, la contraddizione fra quanto detto dalla Bibbia e le ipotesi scientifiche furono interpretate dagli ‘scientisti’ (che orgogliosamente presumevano di avere nella scienza la chiave della soluzione di tutto il pensiero umano) come una prova della erroneità della Bibbia, una prova che questa era un libro come tanti altri e che, infine, anche i miracoli descritti dagli evangelisti non erano altro che la ‘testimonianza’ delle credenze dei popoli orientali. Da lì un vasto lavoro di critica testuale che sembra essere sfociata, verso la fine del XIX secolo, nella negazione pratica dell’ispirazione divina delle Scritture.
É in tale contesto che P. Lagrange si era proposto di difendere i diritti della Rivelazione con le armi della ragione.
Alla fine è però parso chiaro che la ‘visione scientifica’ del mondo non è affatto una scienza, ma una costruzione elaborata sulla base di ‘teorie scientifiche’. Ma in quanto supposizione fondata su delle supposizioni, quale potrà mai essere la sua validità’? Cosa le riserverà la prova del Tempo?

Fin qui Dominique Tassot…, ma – come diceva anche Jean Guitton – la Scienza moderna degli ultimi settanta anni ha provocato – con certe straordinarie scoperte che lasciano senza fiato ma soprattutto con una miglior conoscenza del macrocosmo e dei segreti del microcosmo atomico – una nuova lettura della Bibbia ed un riavvicinamento fra scienza e fede.
Non sarà ciò l’indizio che la Bibbia, correttamente letta e… tradotta, possa suscitare una nuova lettura degli enunciati della scienza?

Per ora ci fermiamo qui, tralasciando le altre cose importantissime che la Voce diceva riguardo alla creazione di vegetali, animali e infine dell’uomo-spirituale, per non parlare dell’Uomo-Dio, Gesù Cristo, che formeranno oggetto di valutazione nel corso dei successivi giorni creativi.
Lascio comunque a voi decidere se Fernand Crombette – non solo rispetto a quanto sostenuto da altri scienziati ma anche rispetto a quanto detto da Azaria e dalla …Voce – sia riuscito almeno a grandi linee a ‘centrare’ il problema della prima azione creativa.
Le modalità della stessa, così come sono state desunte dalla traduzione del testo ebraico/copto che egli poi spiega ‘scientificamente’, sono interessanti ma non è detto che esse debbano essere del tutto esatte.
Crombette – lo abbiamo già detto a più riprese – ne era ben consapevole, e anzi, nella sua umiltà, diceva di essere uno che aveva solo iniziato ad aprire una strada che avrebbe dovuto essere controllata e completata da quelli che sarebbero venuti dopo di lui.
La sua ‘traduzione’ non si discosta in nulla dalle verità della Fede cristiana ma, anzi, le sue spiegazioni concernenti certi particolari rafforzano la scientificità della Bibbia rinfrancando forse il morale di tanti studiosi e teologi cristiani.
Non pochi di loro, di fronte alla spinta di quella che ormai viene da tutti chiamata la ‘cultura dominante-politically correct’, forse troppo frettolosamente si sono sbrigati ad abbandonare le ‘armi’, a togliersi le scarpe per correre più ‘leggeri’, ad alzare infine le mani in segno di resa, accettando di declassare il racconto della Genesi e del Dio Creatore a livello di ‘racconto mitologico’ di popolazioni infantili.
Molti di costoro saranno stati in buona fede, non lo dubito, e avranno magari così sperato – con questo ‘ripiegamento’ – di ‘salvare il salvabile’, ma quanti di loro lo avranno invece fatto per non correre il rischio di essere messi al bando nel ‘recinto’ intellettuale di quegli ‘animali’ che non possono essere lasciati in libertà senza il rischio che possano far danno agli altri?
Quello che invece emerge dalla sue traduzioni è il fatto – negato dagli anticreazionisti – che la Terra sia stata creata da Elèhoidjm, che l’abbia creata per prima e non dieci miliardi di anni dopo il Sole come dicono quelli del Big-bang, e che infine essa sia al Centro dell’asse gravitazionale dell’Universo, essendo per di più… Cristocentrica.
Non solo ne esce confermata e anzi scientificamente rafforzata  la sostanziale verità biblica da sempre tramandata, ma trova ulteriore conferma, ove ce ne fosse bisogno, la stessa dottrina ‘Cristocentrica’ cristiana che, in quanto ‘Dottrina’, non ha bisogno di Crombette ma che, grazie anche a lui, può trovare un più ‘razionale’sostegno.

Io, quale Segretario della Conferenza, gli ho lasciato spesso la parola perché mi è sembrato che le sue traduzioni dall’ebraico/copto fossero molto plausibili e che fossero pure ben coerenti le sue spiegazioni scientifiche su come possano essersi svolti i fatti ed infine che le sue tesi fossero sostenibili molto più di tante altre famose del passato (apparse e poi scomparse  come meteore) su come Dio abbia potuto ‘fisicamente’ operare per giungere a determinati risultati.
Ritengo dunque – non fosse altro che per l’estremo interesse di quanto Fernand Crombette ci ha fatto oggi conoscere – che gli si possa dare fiducia e parola anche per la sessione della Conferenza di domani destinata alle azioni creative successive a quella del primo ‘giorno’.


1 Maria Valtorta: ‘Lezioni sull’Epistola di Paolo ai romani’: pagg. 86/87 - Centro Ed. Valtortiano

2 Il termine ‘parte’ va inteso non come ‘parte della natura divina’ ma come ‘partecipazione’

3 Vedi i Capp. 4, 5, 6 della presente opera

4 Maria Valtorta: ‘I Quaderni del 1943’. Dettato 11.12.43, pagg. 653/654 – Centro Ed. Valtortiano

5 Antonino Zichichi: ‘Galilei, divin uomo’ – Cap. 3: L’astrofisica galileiana, pag. 89 - Ed. Il Saggiatore, Milano - 2001

6 Le sottolineature in grassetto del testo del Prof. A. Zichichi non sono dello scienziato ma dell’autore.

7 Su quanto Guy Berthault scrive, vedi Appendice II al presente libro: Le parallassi.

8 Vittorio Messori: ‘Pensare la Storia’: 178. Galileo Galilei, pag. 385 – Ed. San Paolo – Le sottolineature in grassetto sono dell’autore.

9 Dominique Tassot: ‘La Bible au risque de la Science (de Galilèe au P. Lagrange)’ - F. X. de Guibert, Paris, 1997