(La Sacra Bibbia – Il Libro dei proverbi –  Ed. Paoline, 1968)

2. ‘La Sapienza’ parla di Maria SS, Madre della Sapienza: cioè di Dio, Gesù, perché Gesù è Sapienza.

 

Dal Libro dei proverbi: 8, 22-31:
Dio mi creò fin dall’inizio dei suoi atti, prima ancora delle opere sue.
Fin dall’eternità io fui costituita, dalle origini, dai primordi della terra.
L’abisso ancor non era: io fui concepita quando ancora non zampillavano le fonti.
Prima che sorgessero le maestose montagne, prima dei colli, io fui generata; quando ancor non aveva fatto né terra, né campi, né le prime zolle del mondo.
Quando fissava i cieli io ero presente, quando tracciava un cerchio sulla faccia dell’abisso; quando condensava in alto le nubi, quando distribuiva le sorgenti nel cuor della terra, quando fissava al mare il suo limite, affinché le sue acque non ne varcassero la sponda, quando gettava le fondamenta della terra, io ero a suo fianco, quale architetto, e mi compiacevo giorno per giorno, gioivo di continuo in sua presenza, mi dilettavo sul globo della terra, deliziandomi nei figli dell’uomo.

 

 2.1 Maria: il Capolavoro della Creazione

Ero dunque stato sollecitato a scrivere un libro sulla Madonna, anzi sulla Madonna in quanto Corredentrice, Dogma – questo – che non è stato ancora riconosciuto dalla Chiesa e che richiede quindi molte preghiere.
Una sera mi trovavo in vacanza in Sardegna in casa di amici.
Cena squisita, come l’ospitalità, e poi quattro chiacchere in relax sui divani con l’immancabile bicchierino in mano.
I miei amici sapevano che stavo scrivendo un libro spirituale, fatto che - per un omaccio come me virile e d’azione - doveva sembrare quasi una bestemmia.
Inoltre erano quasi del tutto agnostici, anzi con in più una vena di ironico scetticismo, specie da parte della padrona di casa, peraltro colta e affascinante.
Lei aveva quindi portato il discorso sullo spirituale, tanto per ‘sfrugugliarmi’ un po’, per malizia tipicamente femminile o forse solo per sana curiosità ed Io – che con le donne sono sempre stato ingenuo e poco psicologo – avevo cominciato dalla Creazione parlando quindi di Eva e del Peccato originale.
Non avevo pensato – e non me ne vogliate, voi donne che leggete - che questo, per alcune donne, avrebbe potuto essere un tasto dolente, specie se femministe.
Il Dio della Genesi  ha condannato l’uomo a guadagnarsi il pane con il sudore della fronte ma loro – in quanto prime colpevoli del Peccato – le ha condannate a partorire con dolore e ad essere soggette – salvo le eccezioni che diventano sempre più frequenti - all’uomo.
Non parliamo poi della sessualità.
A scanso di equivoci mi ero premurato di premettere che – contrariamente a quanto molti pensano – il Peccato originale non consistette nella sessualità di Eva tentatrice, la donna, precisando che la sessualità fu solo la conseguenza della perdita della Grazia dovuta alla disubbidienza e cioè alla mancanza di amore verso Dio, per aver voluto cogliere il frutto dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male e voler così essere pari a Dio in potenza.
Lo spirito di Eva - fino ad allora in Grazia - ‘governava’ le passioni dell’io  e della ‘carne animale’ ma dopo il Peccato mortale la donna – con lo spirito morto alla Grazia - si ritrovò ad essere solamente ‘animale’.
Io – oltre che ingenuo e poco psicologo  - sono anche poco osservatore e credo di non essermi accorto dello sguardo truculento che lei certo mi doveva aver lanciato. Io ero ospite, lei era anche molto educata e si era trattenuta, ma dopo che ebbi spiegato – facendo il paragone con Eva – il ruolo nella salvezza redentiva di Maria, nuova Eva e vergine, è scoppiato un putiferio.
La mia simpatica padrona di casa infatti, donna intelligente, polemica, positivista e, ovviamente, evoluzionista, si era dialetticamente 'scatenata' dicendomi che francamente non capiva tutta  questa 'favola' di Adamo ed Eva: che male c'era se invece fossimo discesi da una scimmia?
Non era forse bella la scimmia?
Perché mai, poi, Maria doveva essere ‘vergine’?
E cosa  era tutta quella storia della libidine e della lussuria dei Primi Due che Dio sembra tanto 'stigmatizzare', visto che poi è Dio stesso che ha fatto gli uomini di carne dicendo loro ‘Crescete e moltiplicatevi’?
Per essere 'figli di Dio' è  semmai sufficiente comportarsi 'eticamente' bene!
Discussione accesa - l'avrete capito -  qui accennata peraltro solo per 'argomenti', ma intellettualmente interessante.
Avevo spiegato con calma, avevo ribattuto in maniera riflessiva finché, rimasti a corto entrambi di argomenti, o forse semplicemente 'esausti', ci eravamo dati una calmata salvo alla fine, con un abbraccio riconciliatore, darci appuntamento alla cena seguente…, l’anno prossimo!
Però su un punto mi sentivo di non darle torto: quello della verginità di Maria.
Questo concetto mi è sembrato a lungo una assurdità logica tanto che qualche anno dopo ho finito per scriverne a fondo su di un libro, trovando ovviamente tutte le risposte che la mia mente razionalista esigeva.1
Che necessità c'era – mi dicevo però durante quella discussione con l’amica - che la Chiesa sostenesse l’assunto di questa verginità? Che male c'era se, essendo sposa di Giuseppe, Maria non fosse stata vergine? Quale era la 'logica' per cui, dal punto di vista teologico e spirituale, 'doveva' essere vera una cosa così poco verosimile che cozza contro il più comune buonsenso?
Ecco - mi dissi riflettendoci qualche tempo dopo - quella volta mi erano mancati gli argomenti fondamentali da opporre alla mia piccola amica scatenata  mentre il marito se la rideva sotto i baffi.
Fu allora che la ‘Luce’, insomma quella del mio ‘Subconscio Creativo che doveva aver tenuto d’occhio i pensieri del mio ‘Io conscio’...:2

Luce:
'La Sapienza' parla di Maria SS., Madre della Sapienza: cioè di Dio, Gesù, perché Gesù è Sapienza.
Maria è stata il capolavoro della 'Creazione'.
Se non ci fosse stata Lei - concepita ab initio, nella Sua perfezione ed umiltà - la Creazione, per l'uomo come sarebbe diventato, non avrebbe avuto senso. Quindi la 'creazione perfetta', cioè l'uomo perfetto, non furono Adamo ed Eva, ma fu Maria.
Lei fu l'anima creata perfetta, 'concepita' prima ancora perfetta, che seppe però mantenersi perfetta, e che giustificò - per la sua perfezione avuta e mantenuta, soprattutto mantenuta - che la creazione non venisse distrutta, non tanto per il Peccato dei primi due ma per le atroci empietà dei successivi. Perché è empio non solo chi non ama Dio, ma chi odia l'uomo nel quale è lo 'spirito' dato da Dio : l'anima infusa da Dio a sua immagine e somiglianza.
Per questo devi passare per Maria,  per questo Lei, la Tutta Bella, è l'Ineffabile Mediatrice, perché Dio : in quanto Padre, il Figlio : in quanto Figlio, lo Spirito : in quanto Sposo, nulla possono negare alla sua Bellezza spirituale - data ma soprattutto mantenuta - ed alla sua Umiltà.
Maria fu tanto umile da apparire quasi insignificante. Poco ne parlarono gli Apostoli. E' questo il capolavoro dell'umiltà: essere l'elemento centrale ed apparire secondario.
Per questo Io salverò ancora una volta la Creazione: per la Sua intercessione !
Perché, Dio, ha creato allora l'uomo, l'assassino della propria anima, anzi il suicida ?
Perché l'uomo potesse godere del Creato ed amare il suo Dio : il Padre.
E per far ciò, Il Padre, stabilì il Mezzo : il Cristo, e quindi lo Strumento: Maria SS.
Poiché Io sono Dio di Libertà e poiché l'uomo avrebbe peccato con il suo libero arbitrio, Io - nel mio Amore - proposi (ed il Figlio - nel suo Amore - accettò) il Sacrificio di un Dio per riparare agli errori e lo Spirito - anch'esso Amore, anzi l'Amore - operò, operò in  Maria SS. Vergine, ricorda bene, vergine, purissima.
E non paia 'bestemmia', a voi bestemmiatori, la sua verginità.
Solo un bestemmiatore incallito può pensare che a Dio sia impossibile provocare un concepimento in una vergine. Solo chi non vede Dio nel Creato, solo chi non crede che Dio possa aver creato il Creato, può veramente pensare che Dio - dopo aver concepito la Vergine senza Macchia d'Origine, poiché Essa doveva salvare, poiché Essa era la Salvatrice sublime - non potesse incarnarsi, con un atto di volontà intellettuale, in un corpo umano.
Chi come Dio?!, disse Michele. Chi come Dio?!, ripeto a voi bestemmiatori eterni, perché, se non cambiate, continuerete a bestemmiarmi - con il vostro 'Dio' - per l'Eternità, nell'Inferno, creato per lui, mantenuto per Voi !
Ed ecco dunque che Dio si fece Carne, la Carne si fece Uomo, l'Uomo fece di sé Sacrificio, sacrificio vivente sulla Terra, sul Gòlgota, sacrificio 'eterno', sulla Terra, nell'Eucarestia...
Perché mai (vi prendo per mano e vi conduco nel ragionamento ) - se Io ho potuto creare  l'Universo, creare la Terra, creare la Materia, le specie viventi di vegetali ed animali, dal protozoo all'uomo, la vostra anima, la vostra Anima !, per quanto da voi rovinata - perché mai non dovrei essere capace, come mi incarnai in una vergine, di incarnarmi in un'Ostia per compiere il Sacrificio Eterno, iniziato sul Gòlgota ma concepito ab-initio, che durerà eterno finché l'uomo durerà, perché l'uomo - nella sua dannazione vivente da lui stesso voluta sulla Terra, dannazione della sua Anima - avrà sempre bisogno di un Dio che, attraverso questo Sacramento, da Me nel Mio Amore istituito, scenda a salvarlo?    
E' per questo che l'uomo non discende dalla scimmia.
Una sola semmai è la Scimmia dalla quale lui discende: Lucifero, l'eterno antagonista, 'eterno' perché lo sarà in Eterno, anche quando alla Fine del Tempo verrà rinchiuso in Eterno.
Solo 'quello' è l'uomo che discende dalla scimmia : quello che rinnega i miei comandi, quello che calpesta la sua Anima, quello che si sceglie un altro Padre, la Scimmia appunto: quella con la S maiuscola, S maiuscola come Superbia, S maiuscola come Satana, e che della Scimmia, come del Padre putativo, sceglierà la Sorte, liberamente, liberamente. Perché Io sono Dio di Libertà.
Dillo alla tua amica, falle leggere queste Parole, illuminale la mente perché deponga la 'corona', non umile di spine come la Mia ma della 'superbia', questa superbia dell'uomo inculcata dai padri terreni fin dall'infanzia, che vi trasforma da Figli miei in figli della scimmia, Figli della Scimmia.
Quella superbia, quella che volle esser di Lucifero, che si antepose a Dio gridando : 'Perché non Io, Dio !', e che vi fa ora dire, poveri figli, figli del Peccato d'Origine : ' Perché 'figli di Dio? Perché non figli di una scimmia? Non è forse bella la scimmia ...? '.
Certo è bella la scimmia, come tutte le cose che Io ho creato, ma non è bello l'Uomo-Scimmia, quello che con il suo libero arbitrio si è creato da sé: figlio di Satana.
Dillo alla tua amica, lei dolce è ma povera di spirito, come tutti voi.
Dillo alla tua amica perché sappia che Dio, nella sua dolcezza, le è Padre, la carezza, le sta vicino, l'ama. Ricordale di essere mia Figlia.
Io sono:Padre, Io sono:Amore, Io sono:Colui che è !

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Lo dissi alla mia amica, anzi glielo feci leggere, ed è ancora oggi evidentemente un’amica se continua ad invitarmi a pranzo parlando anche di cose spirituali dopo che quella volta, dopo aver letto, mi tolse il saluto per sei mesi.

 

 2.2 Maria si affidò a Dio. E Dio cosa ne fece? Una regina? La fece felice? Ricolma di ogni piacere? Ne fece una corredentrice…

Sempre con riguardo alla Madonna, un’altra volta stavo leggendo un brano valtortiano3 dove la mistica descriveva in visione la scena della apparizione dell’Arcangelo Gabriele a Maria SS., cioè l’Annunciazione, che venne seguita – dopo il ‘sì’ di Maria – dalla Incarnazione del Verbo per opera dello Spirito Santo.
Mi rivedevo mentalmente la scena. Il possedere una buona padronanza della tecnica di ‘training autogeno’ mi permetteva una grande concentrazione sulle cose che meditavo ed anche la capacità di visualizzarmi bene mentalmente le scene che la Valtorta descriveva.
Rivedevo Maria, la sua stanzetta, mentre lei seduta su uno sgabello, tesseva il lino cantando e pensando a Dio, alla prossima venuta del Messia annunziato dai Profeti per quei tempi - come aveva detto Daniele4 con quella sua profezia sulle settanta settimane di anni rispetto all’epoca in cui lui era vissuto – ed augurandosi di poter essere sua ‘serva’.
Lei aveva appoggiato il capo al muro rivolgendo gli occhi sognanti al Cielo quando una tenda di porta aveva palpitato come smossa dall’aria, una luce perlacea…, un bagliore, e nel bagliore l’Arcangelo che le si materializza e le si prosterna davanti.
E l’Angelo comunica a Maria che lo Spirito Santo scenderà in lei, vergine, e lei ‘concepirà’, senza rapporto d’uomo. E il figlio sarà chiamato ‘Figlio di Dio’.

Bella la scena, ma mi era sembrata una scena fantascientifica, come pure il fatto di poter concepire senza aver avuto rapporto con un uomo, quando…:5

Luce:
Guardati intorno. Non è ancora più fantascientifica la natura che ti circonda?
Immagina di venire da un altro pianeta.
Cielo azzurro, sole caldo, stelle luminose, uccelli, profumi, fiori, api che ronzano e suggono nettare, alberi, alberi colossali, fiumi, laghi, mari, pesci, monti, cime nevose, deserti aridi, foreste, tutto, di tutto.
Cosa c'è di più fantascientifico del caleidoscopio di colori che ti circonda? E dei suoni? E gli uomini? Tutti diversi uno dall'altro. Lo stesso gli animali, le piante, i fiori: non uno che sia identico all'altro. Non uno!
E i minerali? Quanti minerali. Tutti diversi.
E la materia? Di cosa è composta? Molecole, atomi, protoni, neutroni, elettricità? O cosa?
Cosa c'è di più fantascientifico?
E l'universo? La terra, il sole, i pianeti, le stelle, la tua galassia, con miliardi di stelle e pianeti, e miliardi di galassie ognuna con miliardi di stelle. E ogni stella distante miliardi di anni luce, le più lontane. E l'universo è finito? E' infinito? Non lo sai. Non puoi saperlo. Non riesci a saperlo. La tua ragione vacilla.
Cosa c’è di più fantascientifico?
Dio! C'è Dio!
Ma Dio non è fantascienza. Dio è realtà!
E, come Dio ha creato tutto questo, Dio tutto può.
Dimmi, ti pare proprio che Dio, lo Spirito di Dio, non abbia potuto fare una cosa, una piccola cosa, come quella di incarnarsi e rendere feconda una Vergine lasciandola 'vergine'?
Chi come Dio? Ecco cosa devi dire ai 'razionalisti, cioè a quelli come te: a quelli che  dicono di credere, vogliono anzi credere ma poi - nell'angolo del loro cervello - conservano il tarlo che rode e dice, piano, fra sé: 'Ma è mai possibile?'

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Questa me l’ero proprio meritata. Infatti il discorso della 'verginità' l'avevo 'rimosso', ma il 'tarlo' – dentro di me - rodeva, rodeva...
Ma non era ancora finita…

Luce:
E Maria si 'affidò'...
'Sia fatto secondo la sua volontà, secondo la volontà del Signore...'
Maria si affidò a Dio. E Dio cosa ne fece? Una regina? La fece felice? Ricolma di ogni piacere? Ne fece una corredentrice.
Come suo figlio, il Redentore.
Non gioia, non onori, ma dolori, perché questa è la missione a cui Dio chiama i figli suoi come a questa chiamò il Figlio Suo.
La Missione del Dolore: per essere Corredentore.
Perché l'Umanità non cessa, perché l'Umanità continuerà a peccare, e la Redenzione continua.
E Dio chiama i suoi figli in aiuto del Figlio suo.
E Cristo chiama i fratelli in aiuto di sé, non per gravare essi del suo peso ma per renderli compartecipi della sua Gloria: perché il Dolore è Gloria come 'gloria' sono le ferite del soldato in guerra.
E, questa, guerra è! Guerra di Satana ai figli di Dio, guerra di Satana a Dio attraverso i figli di Dio.
Non ci riesci? Non sei un eroe? Pazienza.
Non vuoi, non puoi soffrire? Almeno ama. Ama i fratelli tuoi.
Ama, e vedrai che l'Amore sarà ancora più forte del Dolore.

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Ferma tutto! Torna indietro.
Cos’è che aveva detto la ‘Luce’?

E Maria si 'affidò'...
'Sia fatto secondo la sua volontà, secondo la volontà del Signore...'
Maria si affidò a Dio. E Dio cosa ne fece? Una regina? La fece felice? Ricolma di ogni piacere? Ne fece una corredentrice.
Come suo figlio, il Redentore.

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2.3 Il parere sulla ‘mariologia valtortiana’ di un celebre ‘Mariologo’.

Ecco ci siamo. Sono passati degli anni e quel brano della mia ‘Luce’ non me lo ricordavo nemmeno più.
Io stesso – o meglio la ‘Luce’– mi aveva parlato per prima di Maria Corredentrice…, e magari – se vado a cercare nei miei libri – chissà quante altre volte lo avrà fatto.
Mi ricordo però che c’era stato un altro personaggio, legato all’opera valtortiana, che ne aveva parlato pure molto.
Si tratta di un famoso ‘mariologo’, Padre Gabriele Maria Roschini.
La Valtorta, come Padre Pio ed altri santi, è stata ‘strumento di contraddizione’ e – come Gesù - ha avuto – insieme a tantissimi autorevoli ed anche entusiasti estimatori - anche critici e qualche denigratore.
Neppure Galileo Galilei – quando come astronomo aveva osato difendere il sistema eliocentrico contro quello geocentrico, allora  predicato dalla Bibbia e dalla Chiesa - era stato molto fortunato con i tribunali dell’Inquisizione, anche se tutto sommato gli alti prelati erano stati con lui piuttosto benevoli, visti i tempi.
A Padre Pio erano state invece ad un certo punto vietate le Messe in pubblico, se ben ricordo, prima di venire ‘riabilitato’.
Emilio Pisani, curatore dell’Opera di Maria Valtorta edita dal Centro Editoriale Valtortiano, ha scritto un interessante volumetto di circa duecento pagine ‘Pro e contro Maria Valtorta’, con pareri di insigni personaggi.
E’ una pubblicazione di grande interesse.
Per me lo è anche perché – una volta che uno abbia letto senza prevenzioni l’Opera della grande mistica – questi si può rendere conto della fragilità e superficialità delle critiche, quasi incredibili in personaggi che dovrebbero essere di un certo livello intellettuale e morale se – a loro parziale discolpa - non fosse in loro la prevenzione e talvolta la non approfondita conoscenza a renderli ciechi.
Ebbene ecco cosa scrive del ‘Mariologo’ (le sottolineature in grassetto sono le mie) l’autore del volumetto, Emilio Pisani, alle pagine 98 e segg.:

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Gabriele M. Roschini

Nel 1973 Padre Roschini è ancora tenuto in grande conside­razione nell'Ordine dei Servi di Maria, al quale ha dato lustro come mariologo famoso. E’ stato il fondatore e il primo preside della Facoltà Teologica "Marianum" (poi insignita del titolo di Pontificia) che continua ad averlo come professore. Insegna an­che alla Pontificia Università Lateranense. E’ consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazio­ne per le Cause dei Santi. Ha partecipato come Perito al Conci­lio Ecumenico Vaticano Il (1962‑1965).
Sono passati ventisette anni da una sua misurata dichiara­zione, sottoscritta in data 27 agosto 1946. Eccola:

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Dietro incarico del Rev.mo P. Generale ho riveduto il primo volume dell'Opera (che potrebbe intitolarsi: Ai marginì del Vangelo),dal Concepimento di Maria SS. alla vita pubblica di N.S.G.C., e non vi ho riscontrato nulla contro la fede e i costumi. Vi ho riscon­trato invece un soffio di grande spiritualità ed una potenza di rico­struzione delle scene evangeliche singolarissima. Se ne può quindi permettere la stampa alle seguenti condizioni:
che si dichiari espressamente che a quanto si racconta non si deve altra fede che l'umana, e che si tratta di ricostruzione umana;
che si tolga completamente tutto ciò che, in un modo esplicito o equivalente, si riferisce all'origine divina dell'Opera, origine che non consta, es­sendovi alcuni indizi che depongono contro di essa;
che vengano fatte tutte le correzioni indicate, suggerite dalla prudenza ecc.

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Da allora ha seguito le vicende dell'Opera con interesse di­staccato ma a volte determinante, giacché fu per suo consiglio che si pensò di proporne la stampa al tipografo‑editore Michele Pisani dell'Isola del Liri.
Quando, però, si mostrò sorpreso della condanna all'Indice pur facendo parte del Sant'Uffizio, qualcu­no mise in dubbio la sua sincerità.
Comunque sia, da un anno (precisamente dall'estate del 1972) Padre Roschíni è completamente cambiato.
Ed il primo ad averlo saputo è stato l'editore Emilio Pisani, figlio di Miche­le, che in quel tranquillo pomeriggio di agosto era con sua mo­glie Claudia a Viareggio, ospite come al solito di Marta Diciotti nella casa Valtorta.
Sentì suonare alla porta e andò ad aprire, trovandosi di fronte il celebre Servita.
Si conoscevano bene. Padre Roschini, poi, si ricordava della casa per esservi stato nel lontano 1949, quando volle fare una visita di cortesia a Maria Valtorta, che lo lasciò indifferente. (“Una ragazzotta" soleva definirla, per dire che gli era sembrata una donna del tutto comune).
La Valtorta ora non c'era più, ma c'era la Marta a prolun­garne il ricordo, ed egli era venuto a chiederle "perdono". Per­ché? Lo spiegò subito.
Tornava da Píetralba, sulle Dolomiti, dove ogni anno tra­scorreva le vacanze estive nel convento del suo Ordine. Questa volta aveva voluto riposarsi leggendo tutta l'Opera, con il risul­tato di aver sottratto al sonno molte ore di ogni notte, tanto lo aveva avvinto la lettura di quei volumi.
Nel viaggio di ritorno verso Roma aveva ritenuto doveroso sostare a Viareggio per un atto di riparazione alla sua lunga tiepidezza.
Aveva già deciso di inserire Maria Valtorta nel corso di le­zioni sulle "intuizioni marìane dei grandi mistici", che avrebbe tenuto al "Marianum" nel prossimo anno accademico.
Nel 1973 egli rielabora la parte valtortiana di quelle lezioni e ne fa un libro dal titolo La Madonna negli scritti di Maria Valtorta. Con la seguente prefazione:

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E’ da mezzo secolo che mi occupo di Mariologia: studiando, inse­gnando, predicando e scrivendo. Ho dovuto leggere perciò innume­revoli scritti mariani, d'ogni genere: una vera «Biblioteca maria­na».
Mi sento però in dovere di confessare candidamente che la Ma­riologia quale risulta dagli scritti, editi e inediti, di Maria Valtor­ta, è stata per me una vera rivelazione.
Nessun altro scritto ma­riano, e neppure la somma degli scritti mariani da me letti e stu­diati, era stato in grado di darmi, del Capolavoro di Dio, un'idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affasci­nante: semplice e insieme sublime.
Tra la Madonna presentata da me e dai miei colleghi (i Mario­logi) e la Madonna presentata da Maria Valtorta, a me sembra di trovare la stessa differenza che corre tra una Madonna di cartape­sta e una Madonna viva, tra una Madonna più o meno approssi­mativa e una Madonna completa in ogni sua parte, sotto tutti i suoi aspetti.
Per questo fondamentale motivo, nell'esporre la Mariologia de­gli scritti valtortiani, ho preferito che parlasse, quasi di continuo, la stessa Valtorta, limitando la mia azione a coordinare quanto el­la ha scritto, in vari luoghi, in modo insuperabile. Dove gli altri forse vedranno, in questo mio modo di agire, un difetto, io amo ve­dere un pregio.
E’ bene, inoltre che si sappia che io non sono stato un facile ammiratore della Valtorta.
Anch'io infatti sono stato, un tempo, tra coloro che, senza un'adeguata conoscenza dei suoi scritti, han­no avuto un sorrisolino di diffidenza nei  riguardi dei medesimi.
Ma dopo averli letti e ponderati, ho dovuto ‑ come tanti altri ‑ lealmente riconoscere di essere stato troppo corrivo; e ho dovuto concludere: «Chi vuol conoscere la Madonna (una Madonna in perfetta sintonia col Magistero ecclesiastico, particolarmente col Concilio Vaticano II, con la S. Scrittura e la Tradizione ecclesiastica) legga la Mariologia della Valtorta!».

A chi poi volesse vedere, in questa mia asserzione, uno dei soliti iperbolìci «slogan» pubblicitari, non ho da dare che una sola risposta: «Legga, e poi giudichi! ... »

Roma, 1973                                               P Gabriele M. Roschìnì O.S.M.

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Nello stesso anno 1973, il 2 luglio, P. Gabriele M. Roschini accompagna come sacerdote i Resti mortali di Maria Valtorta da Viareggio a Firenze, per la sepoltura privilegiata nel complesso monumentale della Ss. Annunziata.

Nato a Castel Sant'Elia (Viterbo) nel 1900, morirà a Roma, stroncato da un cancro, il 12 settembre 1977.

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Riepilogando, al Roschini – in quanto esperto – era stato dato il compito di ‘periziare’ l’Opera Valtortiana. Era il 1946.
Con la prudenza – talvolta davvero eccessiva per timore di sbagliare - che Santa Madre Chiesa usa anche con i santi più santi per la cui canonizzazione lascia passare anche secoli, egli aveva detto con formula classica che ‘non vi aveva riscontrato nulla contro la fede e i costumi’ , che vi era un soffio di grande spiritualità ed una potenza di ricostruzione delle scene evangeliche singolarissima, che se ne permettesse pure la stampa purché non si dicesse che era opera di ispirazione divina.
La cosa mi ricorda per certi versi papa Pio XII al quale - contro il parere di alcuni personaggi che in quell’epoca detenevano in Vaticano le leve del potere - si erano rivolti i direttori spirituali della Valtorta per ottenere invece l’Imprimatur.
Pio XII (e chi ha detto che i Papi possono fare quello che vogliono?) non poteva contrastare i contrari ma – durante l’udienza che gli era stata richiesta – aveva risposto: ‘Pubblicate questa Opera così come sta, senza pronunciarvi dell’origine straordinaria o meno di essa: chi legge capirà…’.

E infatti – morto lui – i ‘nemici’ riuscirono dopo dodici anni a farla mettere all’Indice!
Ma nel 1973, quasi trent’anni dopo quel suo parere espresso sul primo volume, il mariologo Roschini, dopo aver letto e meditato in un periodo di vacanza anche i volumi successivi, ha capito.
 Egli scrive infatti che – dopo essersi occupato per mezzo secolo di studi di mariologia, - la Madonna quale emerge dagli scritti di Maria Valtorta è stata per lui una vera rivelazione.
Nessun altro scritto e neppure la somma degli scritti mariani da lui letti e studiati, era stato in grado di dargli, del Capolavoro di Dio, un’idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affascinante semplice e insieme sublime.
Nella Madonna presentata da Maria Valtorta – come avete notato più sopra scorrendo le sue parole - a lui sembrava di trovare la stessa differenza che corre fra una Madonna di cartapesta e una Madonna viva, tra una Madonna più o meno approssimativa e una Madonna completa in ogni sua parte, sotto tutti i suoi aspetti.
Credo che Padre Roschini si sarebbe comunque salvato l’anima, ma certo questo parere conclusivo deve aver a mio avviso concorso a dargli una spintarella decisiva non tanto per avere ‘un posto’ in Cielo, quanto per averne uno ancora migliore, grazie alle preghiere della Valtorta e alla ‘gratitudine’ della…Madonna.
Infatti Padre G.M. Roschini dedicò un libro particolare alla Madonna valtortiana La Madonna negli scritti di Maria Valtorta’, vale a dire una preziosa raccolta dei brani valtortiani che ne parlavano e che gli erano sembrati più pertinenti.
Se Padre Roschini dopo questo libro sulla Madonna della Valtorta  non è stato scomunicato, perché dovrebbero farlo allora con me, visto poi che - in sogno - Papa Giovanni Paolo II mi ha dato anche l’Imprimatur?
Mi viene un dubbio: che Giovanni Paolo II – con il dovuto rispetto - se la sia cavata al meglio potendo poi sempre dire che tanto io me lo son solo ‘sognato’?
Allora anch’io – anche se sono tutt’altro che un ‘mariologo’ - scriverò della Madonna corredentrice come emerge dagli scritti di Maria Valtorta, aggiungendovi poi qualcosa anche di mio - ovviamente da ‘catecumeno’ e da uomo della strada - qualcosa di mio o… del mio ‘Subconscio creativo’.


1 G.L. “Il Vangelo di Matteo, Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni” – Vol. I, Capp. 5 e 9 – Ed. Segno, 2001

2 G.L. ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 61 – Ed. Segno, 1997

3 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. I, Cap. 16 – Centro Ed. Valtortiano

4 G.L.: “I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni” – Vol. I, Capp. 10 e 11 – Ed. Segno

5 G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 62 – Ed. Segno, 1997