1. Preparati: è tempo di Maria! E’ tempo del Dogma della Corredenzione!
1.1 Nel mondo dei sogni...
Potete ora comprendere come mai io da allora – per tema di sbagliare per eccesso di diffidenza – abbia sempre cercato di porre attenzione alle ispirazioni che sembravano salire dal mio ‘Subconscio creativo’ sia pur sottoponendole – così almeno credo - al vaglio di un sano ed equilibrato giudizio della ragione.
Dopo il primo libro “Alla ricerca del Paradiso perduto, ovvero i Dialoghi di un ‘catecumeno’ ”, finalmente ‘appagato’ avrei potuto – a quel punto - riporre la penna e dedicarmi a tempo pieno all’agricoltura.
A quel punto però – di sogno – ne ebbi un altro.1
Mi ero svegliato presto, fuori era ancora buio. Stavo sognando una nenia che continuava a girarmi nella testa, una nenia dolce ad un ritmo lento, altalenante, ondulato, ed io mi sentivo e mi vedevo in barca a vela come una volta e - con le vele gonfie e aperte al lasco - mi lasciavo ‘portare’ dal vento, con la barca un po' inclinata sottovento che infilava la prua nell'onda, salendo e poi ridiscendendo dolcemente, scivolando veloce sul mare blu, con le grandi vele bianche che si stagliavano nell’azzurro del cielo ...
Ad un certo punto - sempre in sogno - mi vedo nella mente, come un lampeggiarea caratteri di stampa, il titolo del mio primo libro che avevo appena passato all'Editore e che sarebbe stato pubblicato fra poco:
e poi, più chiaro, dopo il primo ‘lampeggio’, ne vedo un secondo:
L'immagine è 'forte' ed io mi sveglio di colpo, forse perché il mio 'subconscio', od il mio 'io' che stava emergendo dal sonno e stava prendendo ‘coscienza’, mi avvertono confusamente che c'è qualcosa che non va.
E infatti c'è un errore: non 'Alla scoperta’ ma 'Alla ricerca’ del Paradiso perduto’ èil titolo giusto del libro che ho scritto.
Rimango insonnolito sul letto, cercando di raccapezzarmi. Non capisco il senso del titolo, e neanche del mare e della barca a vela sospinta dal vento, nemmeno della nenia. So che ci deve essere un 'simbolismo': vi ho già detto che è così nei sogni. Ma non capisco quale.
Ecco, mi dico, deve essere l'ansia. Ora me lo sogno anche di notte, il libro. Ma di che mi preoccupo? Ormai è in stampa...
Semmai, ora, è l'Editore che ci ha investito dei soldi quello che si deve preoccupare…!
Faccio per rigirarmi nel letto e riprendere il sonno quando decido di vedere che ora è. Accendo l'abat-jour, spengo subito per non svegliare mia moglie. E' buio ma sono già le sei e un quarto.
La sera prima mio figlio mi aveva detto che avrebbe dovuto alzarsi alle sei e trenta e con un sorriso disarmante mi aveva chiesto se, come faccio talvolta, lo avessi svegliato, portandogli magari un bel caffè a letto...
Al mio grido di indignazione - perché l'indomani sarebbe stata domenica, e almeno la domenica uno come me ha il diritto di dormire un po' di più - lui aveva battuto in ritirata in buon ordine ...
Ma ora che ero sveglio tanto valeva che gli portassi il ‘cafferino’ e facessi bella figura...
Scendo al piano di sotto in cucina, accendo la macchina espresso e aspetto che si ‘riscaldi’ e vada in pressione. Mi sorprendo a canticchiare la nenia che stavo sentendo in sogno quando mi ero svegliato e, di colpo, mi rendo ora conto che era il motivo musicale della canzone 'Romanza', lanciata anni fa da quel giovane tenore, Andrea Bocelli.
‘Bella… - mi dico - dolce e ‘fascinosa’.
E intanto, mentre metto un misurino di caffè mi sento rigirare per la testa - sopra il sottofondo della nenia - la parola 'paralipomeni', una, due, tre volte, quattro...
Avevo alzato la testa meravigliato. Che roba era? Cosa erano questi 'paralipomeni'? Da dove saltava fuori questa parola? Sarà stato mica il solito Subconscio creativo che si diverte?
Mi sembrava una parola di derivazione greca. Doveva essere il titolo di qualche poema studiato al Liceo, chissà..., non riuscivo più a ricordare.
Guardare sul vocabolario? Già…, buona idea!
Apro…, cerco: paglia... pappa... paradiso...paralipomeni...!
C'è! C'è e leggo: Paralipòmeni, sm. pl. lett. (dal greco 'paraleipòmena', cose tralasciate): ‘composizione letteraria che è continuazione e compimento di un'altra...'
Rimango perplesso, mentre la melodia della canzone di Andrea Bocelli riprende insistente a suonarmi dolcemente nella testa.
All'improvviso mi si illumina la mente come con una lampadina…
Il titolo!
Il titolo del libro...
Alla scoperta del Paradiso perduto!
quel titolo non era un 'errore' del mio 'Subconscio'...
Il titolo ‘lampeggiante’ era ‘giusto’!
Infatti quello non era il titolo (sbagliato) del vecchio libro ma quello (giusto) del nuovo.
Paralipomeni: cioè 'composizione letteraria che è continuazione e compimento di un'altra...'
Avrei dovuto scrivere un nuovo libro!
Ecco perché la parola 'paralipomeni' - dopo il sogno con quella nenia e con le parole della canzone che mi facevano intravvedere un futuro allettante - continuava a ‘martellarmi’ in testa.
Mi voleva avvisare - il mio 'Subconscio creativo' - che avrei dovuto scrivere un nuovo libro con 'quel' titolo, e che sarebbe stato continuazione e compimento del precedente.
Ma perché - mi domandai - il 'subconscio' si deve esprimere per 'simboli' non solo quando sogna ma anche quando sono sveglio e preparo il caffè?
Non sarebbe stato più semplice parlar chiaro in sogno – già che c’era - e dirmi solo che avrei dovuto scrivere un nuovo libro che continuasse e completasse il precedente?
E cosa dicevano le parole della canzone, mentre andavo a vela sull’onda del mare.La ricordate?
Quando sono solo
sogno all'orizzonte
e mancan le parole
sì lo so che non c'è Luce
in una stanza quando manca il Sole
se non ci sei Tu con me, con me.
Su le finestre, mostra a tutti il mio cuore
che hai acceso
chiudi dentro me
la Luceche
hai incontrato per strada...
Con Te..., partirò...
paesi che non ho mai
veduto e vissuto con Te
adesso sì li vivrò...
Con Te partirò...
su navi per mari
che io lo so
no no non esistono più
con Te io li rivivrò
Tralascio di spiegarvi il simbolismo delle immagini, della ‘nenia’ e delle ‘parole’ della canzone, perché altrimenti questo mio libro finirebbe per diventare non un trattato di psicologia…ma di psichiatria!
E così finì che scrissi il secondo libro, avendo l’onore questa volta di una ‘Presentazione’ fatta direttamente dall’Editore ma con una didascalìa nel Retrocopertina, che era frutto del mio ‘Subconscio’:
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L’autore de ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ ritorna con una nuova Opera.
E’ un’opera didattica’ sul più dibattuto di tutti gli argomenti del pensiero umano…, cioè il dolore.
Perché è l’incomprensione del dolore che spesso porta a negare Dio, come è la sua comprensione che aiuta a sopportarlo meglio.
Ma è mai possibile parlare del dolore facendovi sorridere?
Provate a leggere.
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Vi ricordate che vi avevo detto che la mancata spiegazione del perché del dolore era la cosa che più mi rendeva diffidente nei confronti del Dio cristiano che veniva dipinto come ‘buono e giusto’ mentre invece consentiva ingiustizie e dolori?
Ebbene in quel libro ci sono le risposte più importanti senza però che l’argomento vi spinga a piangere, anzi piuttosto a sorridere per i tanti episodi di vita vissuta che vi vengono raccontati.
1.2 Un altro sogno ed il mio primo incontro con Papa Wojtila.
Dopo aver finito il mio secondo libro - e cioè il primo volume de ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ e avendo ormai imparato la ‘lezione’ - il mio ‘Io’ pensò di bruciare sul tempo il ‘Subconscio creativo’, e quindi prese l’iniziativa di scriverne il seguito: un commento al Libro dell’Apocalisse.2
Ignoravo completamente l’argomento ma, poiché oltre che ignorante ero anche incosciente, avevo deciso di cimentarmi con l’Opera più difficilmente comprensibile del Nuovo Testamento.
E’ un testo nel quale pochi – persino i sacerdoti quando, raramente, lo commentano nelle omelìe - si avventurano.
Certi ‘teologi’, proprio perché è un testo redatto in una forma e con dei significati spesso oscuri - tipici del linguaggio profetico velato dell’Antico Testamento e quindi non facilmente comprensibili - possono permettersi talvolta di dire tutto e il contrario di tutto, specialmente interpretandola allegoricamente anziché seguendone il significato letterale.
Se avessi avuto buon senso l’avrei interpretata anch’io in maniera allegorica, e così la mia interpretazione – proprio perché ‘allegorica’, cioè fondata su ‘illazioni’, avrebbe potuto valere – opinione per opinione – come quelle ‘allegoriche’ degli altri, titoli accademici a parte.
E invece no, decisi di interpretarla secondo il testo letterale, proprio come gli altri di solito non fanno, ma come facevano invece i primi Padri della Chiesa che fin da allora insegnavano il metodo corretto per cui il primo criterio di interpretazione dei sacri testi deve essere letterale, e solo quando questo non sia sufficiente a dare ragione del significato provare con quello allegorico.
In questo mio libro sull’Apocalisse ne sono uscite delle belle, credetemi, anche per via del mio Subconscio creativo e dei soliti sogni.
Fu appunto durante la stesura di quel libro che – di sogni – me ne arrivarono ad un certo punto non uno ma …sei.
Tutti uno dopo l’altro, nel corso di una stessa notte.3
Ero andato nel viterbese a trovare mia fratello dove lui – con la sua dolce moglie svedese – si era stabilito, dopo essersi ritirato dall’attività, fra quei stupendi castagneti del monte Cimino, una specie di parco naturale.
Anche lui si era ritirato in ‘campagna’, solo che ‘lui’ faceva il ‘gentiluomo’, cioè niente, mentre ‘io’ invece ‘lavoravo’ scrivendo libri e facendo il ‘contadino’.
Lo studio dell’Apocalisse – ero a metà del mio lavoro – era non solo faticoso ma anche stressante, se per un momento solo riflettete al fatto che, pur utilizzando immagini simboliche del passato, l’Opera non si riferisce ad avvenimenti passati – come dice qualche ‘teologo’ di superficiale lettura - ma futuri, come scrive molto chiaramente nel testo lo stesso S. Giovanni, il famoso evangelista, che ne fu l’autore ispirato.
Ecco lo stress! E’ un futuro inquietante, come certi film televisivi con la scritta ‘per soli adulti’, anche se poi l’Apocalisse è a lieto fine
Mi ero già svegliato cinque volte, quella notte, ed ogni volta accendevo, scrivevo il sogno sul block notes, spegnevo e mi rimettevo a dormire.
Dicono gli specialisti che la fase dei sogni durante il sonno duri solo alcune ore, ma a me era sembrata una eternità.
Non so se l’ultimo sogno - il sesto - sia stato una conseguenza deleteria dello stress provocato dalla lettura dell’Apocalisse quanto piuttosto di quella continua tortura di interruzione del sonno, fatto sta che – fate attenzione - mi sognai che stavo sognando di guardare un notiziario TV, un ‘Telegiornale’.
Vedevo delle immagini confuse che si muovevano in maniera agitata e caotica con delle voci concitate.
Intravvedevo, oltre il mucchio che si agitava nello schermo, una figura bianca, come un sacerdote vestito di bianco che stava di fronte ad un altare dando le spalle al pubblico. Poi capivo che quello non era il pubblico di uno ‘spettacolo’ ma una ‘messa’ e che il sacerdote di spalle era il Papa, Wojtila.
Confusione, mani e corpi che si agitavano verso il Papa. Lo speaker parlava in maniera concitata, mi arrabbiavo perché non si capiva niente, ma in fin dei conti mi dicevo in sogno che quello che vedevo in TV era solo un sogno. Doveva esser però successo qualcosa di grave, mi allarmo, non capisco che cosa fosse stato, questa televisione non è mai chiara quando ti interessa. Anche io scatto in piedi agitato e dico allarmato: ‘L’avranno mica ammazzato una seconda volta?’. Poi mi rendo contoche se uno l’hanno già ammazzato una volta non possono ammazzarlo una seconda volta, e questa era dunque una cretinata, e poi mi rendevo conto ancora che Papa Wojtila non l’hanno ammazzato neanche la prima volta, perché il realtà, in quei lontani anni ottanta, lui – il ‘Totus tuus, Mariae’ – si era salvato…
Non per niente era un Papa ‘mariano’ e lui ha sempre detto che a salvarlo da quel proiettile che avrebbe dovuto essere mortale è stata la Madonna, con la quale aveva un ‘filo diretto’.
A quel punto però mi sveglio.
Credete che sia finita così? No, perché in realtà mi ero svegliato ma solo in sogno, e io invece continuavo a sognare come se il mio Subconscio creativo, una specie di ‘regista’, volesse farmi rivedere meglio la scena che io prima non ero riuscito a cogliere bene o che non ero riuscito a ricordare.
Vedo infatti che – come con una moviola di quelle partite di calcio in televisione che debba fare un ‘replay’ - il filmato del Notiziario TV viene fatto tornare indietro per poi riprendere dall’inizio.
Questa volta sto bene attento a quello che vedo.
Vedo Papa Wojtila che dice messa di fronte all’altare come si faceva una volta, e cioè con le spalle rivolte a chi guarda, insomma con le spalle ai fedeli e con il volto rivolto a Gesù che è nel Tabernacolo.
Oggi invece – si tratta qui di novità liturgiche introdotte per adeguarsi ai ‘tempi’ - nelle chiese il Sacerdote volta le spalle a Gesù nel Tabernacolo e rende onore ai fedeli che guardano.
Il Papa si volta ad un certo punto verso i fedeli, tutto bianco, e come vediamo fare talvolta ai sacerdoti quando celebrano una messa, allarga le mani e le braccia in segno di pace.
Si vede allora un trambusto di persone, come se qualcuno volesse da dietro farsi avanti e spintonasse quelli che gli ingombrano il passaggio.
Si vede uno che si butta addosso al Papa, lui guarda senza capire, sembra un po’ sorpreso - l’azione continua ora al ‘rallentatore’, evidentemente per paura che io non capisca bene – il Papa è sempre stupito, apre la bocca meravigliato, l’altro ha in mano un pennello, è un pennello intinto in vernice nera, lo alza e – al rallentatore - imbratta Papa Wojtila dipingendogli una croce nera sulla faccia…
Il Papa è inorridito, il gesto – in sogno lo si percepisce chiaramente – è orribile nel suo significato profondo.
In sogno, mentre assisto impotente, ne percepisco la violenza spirituale: la croce nera è un simbolo satanico, di sfregio!
Il Papa è inorridito, capisce, piange di dolore, poi afferra quella cosa che i sacerdoti hanno sulle spalle, sarà la stola, e – non più al rallentatore ma freneticamente - si pulisce il volto, proprio freneticamente, come se volesse assolutamente togliersi subito di dosso quella sozzura repellente.
Con orrore, si cancella con forza la pittura dal volto.
Capisco in sogno che la stola utilizzata per pulirsi è un ‘simbolo’: è come se essa rappresentasse una ‘liberazione’, ma non capisco che simbolo esattamente sia.
Sento che lo Speaker TV – nella confusione e nelle voci agitate – commenta: ‘…gesto sconsiderato di un folle…!’.
Ma io e il Papa, ci guardiamo profondamente negli occhi attraverso lo schermo TV, e ci capiamo, perché sappiamo entrambi che così non è.
Mi ero poi svegliato di colpo per la sesta volta ma, visto che erano quasi le sette del mattino e di incubi non ne volevo più sapere, avevo buggerato il mio Subconscio creativo prima che fosse tentato di fare – come i sette Angeli, le sette trombe e le sette coppe dell’Apocalisse - un ulteriore sogno settenario, cioè il settimo sogno.
Mi sono dunque alzato, sono andato in camera di mio fratello a chiedergli se voleva che gli facessi un caffè, e lui, posando il libro che stava leggendo, mi fa: ‘Hai dormito bene con quei piumoni svedesi, vero? Fanno un caldo d’inferno…’.
‘Appunto…!’, mi sono risposto mentalmente, ma poi gli ho sorriso anch’io come se avessi dormito dieci ore di fila, in paradiso.
1.3 Da quella volta siamo diventati amici…e abbiamo cominciato a vederci più spesso…
Bene, da quella volta non è stato più come prima, io e Papa Woytila – attraverso quello sguardo reciproco in Tv, occhi negli occhi - avevamo rotto il ghiaccio perché ci eravamo ‘capiti’ e – quando terminavo un nuovo libro lui ‘veniva’ non di rado a darmi la sua ‘benedizione’, ovviamente in sogno.
Ne rimasi talmente condizionato che qualche volta che si era dimenticato di venire a ‘trovarmi’ ero stato persino tentato di non spedire la bozza del libro all’Editore, pensando che magari non andasse bene, salvo poi essere confortato, ovviamente, dalla solita ‘Luce’ del mio Subconscio creativo.
Non potete quindi immaginare ora la mia sorpresa quando poco tempo fa – avendo in programma di terminare presto il mio undicesimo libro mentre già stavo pensando ad un successivo sulla Genesi, un libro di fede scientifica – Papa Wojtila, al secolo Giovanni Paolo II – me lo sono visto arrivare ancor prima che avessi terminato il libro per dirmi: ‘Preparati: è tempo di Maria! E’ tempo del Dogma della Corredenzione. Scrivilo in un libro dedicato alla Corredentrice di questa Umanità’.
1 G.L.: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ (ovvero il Dio interiore) -Vol. I, Cap. 3 - Ed. Segno, 1999
2 G.L.: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ Vol. II – (La Rivelazione del Dio nascosto – Apocalisse e Nuovi Tempi) – Ed. Segno, 2001
3 G.L.: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ – Vol. II – Cap. 13.13 – Ed. Segno, 2001