I SEI GIORNI DELLA CREAZIONE…
(LA GENESI BIBLICA IN SEI ‘LEZIONI’)
(Secondo giorno)
di Guido Landolina
2.1 Ai confini della realtà.
Nel capitolo precedente – discutendo sul primo giorno della Creazione - abbiamo accennato alla nascita dell’Universo secondo il ‘modello’ del Big-Bang che la scienza ci sta proponendo e propinando da qualche decennio.
Steven Weinberg, premio Nobel per la fisica nel 1979, ci ha offerto al riguardo la sua descrizione dei primi tre minuti dell’origine dell’universo senza che la stessa – anche se non dimostrata e non da tutti accettata – abbia causato ‘scandalo’ nel mondo scientifico.1
Al momento del Big-bang, nato da una esplosione di Energia sorta dal nulla, la materia sarebbe stata formata da fotoni, protoni, neutroni ed altre particelle che ad una temperatura inimmaginabilmente elevata non potevano mantenere alcuna coesione ma si scontravano come scintille in un vuoto caotico.
Con il proseguire dell’esplosione la temperatura iniziale del ‘punto zero’, pari a cento miliardi di gradi centigradi, cala passando in un decimo di secondo a trenta miliardi, in un secondo a dieci miliardi, dopo circa quattordici secondi a tre miliardi, fino a toccare un miliardo di gradi alla fine dei primi tre minuti.
A quel punto le particelle elementari avrebbero cominciato a combinarsi fra di loro formando dei nuclei più complessi che, combinandosi a loro volta con altri, avrebbero dato origine alla prima forma di materia sotto forma di nebulose, galassie stelle e pianeti. Questi ultimi - inizialmente costituiti, come le stelle, da masse di elementi minerali allo stato magmatico e gassoso - raffreddandosi sarebbero divenuti ‘solidi’, quanto meno nella superficie esterna, come la Terra.
Ho voluto ricordare questa teoria – condivisa oggi a livello di ‘modello scientifico’ da molti astrofisici, almeno finché qualcuno non tirerà fuori un ‘modello’ più convincente - solo per avvertire il lettore che non si dovrà stupire di fronte ad un’altra teoria concernente invece il secondo giorno della Creazione.
Nel Cap. 1 della Genesi biblica2 si legge al riguardo:
1,6 Dio disse: “ Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque ”. 1,7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne, 1,8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Analizziamo insieme i suddetti versetti.
Vi si dice che le acque furono separate dal 'firmamento' che vi venne posto in mezzo, il che presuppone che prima le acque formassero un tutto unico, fatto quest’ultimo che coincide con quanto si dice in Genesi-primo giorno quando si prospetta una Terra inizialmente informe e deserta coperta dalle acque.
Tuttavia, in questo secondo giorno, Dio avrebbe diviso queste acque mettendone una parte sopra il firmamento ed un'altra sotto il firmamento, cioè presumibilmente sulla Terra.
Prima contraddizione: il testo letterale fa supporre che al momento della separazione delle acque nel secondo giorno esistessero già le stelle che fanno parte del firmamento, ma é la Genesi stessa che dirà pochi versetti dopo che stelle, sole e luna vennero creati solo nel quarto giorno.
Seconda incongruenza: sappiamo tutti che se è vero che sotto il firmamento, cioè sotto il cielo che ci sovrasta, vi sono le acque dei mari e degli oceani, è anche vero che sopra il firmamento non vi è alcuna presenza di acque a meno che non si voglia sostenere che si tratti del vapore acqueo delle nuvole che tuttavia sono anch'esse sotto il firmamento e non sopra.
Se vi è allora chi definisce del tutto mitica questa visione cosmogonica del secondo giorno, vi è anche chi - fra i teologi - giustifica questi 'errori scientifici' (che non sarebbero ammissibili se si parte dal presupposto che la Genesi sia una 'Verità rivelata') facendo ricorso alla nozione di 'genere letterario', vale a dire l’uso di forme letterarie adatte al tipo di cultura di quell’epoca.
Il grande filosofo Kant3, meditando su questo brano della Genesi ed in particolare su quel mistero delle acque al di sopra e di quelle al di sotto del firmamento, aveva scritto (i grassetti sono i miei): 4
«… non potremmo immaginarci che la Terra abbia un tempo posseduto un anello come Saturno?... Quale magnifico spettacolo per gli esseri creati in vista di abitare la Terra come un paradiso!...
Ma non è ancora niente rispetto alla conferma che una tale ipotesi può dare alla testimonianza della storia della Creazione, conferma che non può essere di poco peso per rapire il suffragio degli spiriti che non credono di degradare la Rivelazione, bensì di renderle omaggio, quando la fanno servire a dare una forma alle divagazioni della loro propria immaginazione.
L'acqua del firmamento, di cui parla il racconto di Mosè, ha imbarazzato non poco i commentatori.
Non si potrebbe far servire l'esistenza dell'anello della Terra per eliminare questa difficoltà?
Questo anello era senza dubbio formato da vapori acquei; cosa impediva, dopo averlo impiegato ad ornamento dei primi tempi della creazione, di romperlo in un determinato momento, per castigare con un diluvio il mondo che si era reso indegno di un sì bello spettacolo?
Che una cometa, con la sua attrazione, abbia portato turbamento alla regolarità dei movimenti delle sue parti, o che il raffreddamento dello spazio abbia condensato le sue particelle vaporose e le abbia, per il più spaventoso dei cataclismi, precipitate sulla terra, si vedono facilmente le conseguenze della rottura dell'anello.
Il mondo intero si trovò sotto l'acqua, e, nei vapori strani e sottili di questa pioggia soprannaturale, assimilò quel lento veleno che accorciò da allora la vita di tutte le creature.
Nello stesso tempo, la figura di quell'anello luminoso e pallido era sparita dall'orizzonte, e il mondo nuovo, che non poteva richiamare il ricordo della sua apparizione senza risentire lo spavento del terribile strumento della vendetta celeste, vide forse con minor terrore nella prima pioggia quell'arco colorato che, per la sua forma, sembrava riprodurre il primo, e che, tuttavia, secondo la promessa del cielo riconciliato, doveva essere un segno di perdono e un monumento di certezza di conservazione per la terra rinnovata.
La somiglianza di forma di questo segno commemorativo con l'avvenimento che esso richiama, potrebbe raccomandare una simile ipotesi per quelli che sono invincibilmente portati a legare in un sistema le meraviglie della Rivelazione e le leggi ordinarie della natura…».
L’idea di un anello acqueo ruotante intorno alla Terra sembrerebbe incredibile se questa possibilità – riferita proprio a Saturno, non fosse stata confermata pochi anni fa da una sonda spaziale americana che, avvicinatasi a quel pianeta, ha analizzato con i suoi sensori gli anelli in questione scoprendo che - se non proprio esattamente di acqua - quelli più esterni sono costituiti da una gigantesca massa di fiocchi di neve mantenuti in orbita dalla loro velocità di rotazione intorno al pianeta.
Se dunque l’idea di un anello di neve o acqueo è valido per il Saturno di oggi, perché non avrebbe potuto esserlo per la Terra delle origini, come aveva pensato Kant?
E’ quanto sostiene lo studioso francese Fernand Crombette.5
Crombette parte da un presupposto di fondo. E’ Dio che ha creato l’universo, la terra e il primo uomo. E’ Dio che ha conferito ad astri e pianeti le ‘leggi’ che ne disciplinano i movimenti e - poiché Dio può tutto - è concettualmente errato pensare che le leggi che regolano il movimento degli astri oggi, quando l’Universo o quanto meno il sistema solare è ormai ‘stabile’, debbano per forza essere state le stesse di quando Egli si è accinto ad una Creazione per fasi graduali di trasformazione che presupponeva interventi di diverso tipo.
Dio – secondo F. Crombette - ha dunque formato l’universo e plasmato la terra con semplici atti di volontà che hanno spinto la materia a comportarsi così come Egli riteneva confacente allo scopo che si prefiggeva in quel momento.
E’ molto interessante la spiegazione fornita da Crombette – sulla base di uno studio di decrittazione di alcuni geroglifici egiziani - su come Dio dovette realizzare il famoso miracolo biblico del ‘Fermati, o sole’ di Giosué, miracolo che sarebbe stato ottenuto grazie ad un progressivo rallentamento della rotazione della Terra su se stessa che avrebbe di fatto prolungato la durata della giornata solare, salvo poi fare riprendere alla Terra, in maniera molto graduale, la sua abituale velocità di rotazione a regime. Tutto ciò in analogia – spiega ed argomenta con numerose considerazioni scientifiche Crombette nella sua Opera6 - a quanto avvenne nel caso del miracolo solare di Isaia, narrato sempre nella Bibbia.7
Basta leggere le sue opere per rendersi conto che la capacità di analisi e scientifica di Crombette non era certo inferiore a quella di un Kant né tantomeno a quella del fisico Nobel Steven Weinberg o di Stephen Hawking.
A proposito dell’anello di di Kant, e di questi versetti della Genesi sulla separazione delle acque del secondo giorno, Crombette scrive:8
«…non si tratta più di un firmamento chiamato cielo separante le acque del basso dalle acque dell'alto, e queste acque dell'alto non sono nè le nubi che viaggiano nell'atmosfera, nè delle acque ipotetiche che si estenderebbero al di là delle stelle, come si è creduto.
Tutti conoscono l'esperimento del fisico belga Plateau.9 Questo studioso mise una piccola sfera pastosa in sospensione in un vaso pieno d'acqua addizionata ad alcool; attraversò questa sfera con un ago verticale al quale impresse un movimento di rotazione; girando, l'ago trascina la sfera che si appiattisce ai poli; il che, nel pensiero di Plateau, dimostrava che doveva essere lo stesso per la terra. Ma se si attivava la rotazione dell'ago, si formava un rigonfiamento all'equatore e, a partire da una certa velocità, questo si staccava dalla sfera sotto forma di un anello rotante.
Plateau ha fatto, senza saperlo, ciò che Dio aveva fatto per la terra, benchè senza l'aiuto di un meccanismo.
La terra era allora interamente avviluppata dalle "acque profonde" della pantalassa.
Dio fece girare rapidamente la terra e le acque si accumularono in rigonfiamento all'equatore, "sollevandosi come della pasta".
Le acque "si elevarono salendo finchè il movimento le ebbe allargate e liberate proiettandole". La meccanica ci dice che esse si staccarono dalla terra dopo che questa ebbe superato la sua velocità critica, cioè quando la forza centrifuga dovuta alla rotazione fu superiore alla forza centripeta dovuta alla gravitazione, il che richiese una rotazione del nostro globo 17 volte più rapida dell'attuale.
Quando Dio ebbe constatato che la metà delle acque era passata nell'anello… riportò progressivamente la terra alla sua velocità di rotazione normale e le acque restanti si ripartirono sul globo. L’oceano universale aveva così perso metà della sua profondità.
Quanto all'anello, il suo "allargamento", facilitato anche dall'aumento della temperatura conseguente all'aumento momentaneo della velocità, lo fece passare allo stato di vapore. E ciò che gli impedì di ricadere sulla terra non è, come si è tradotto, un firmamento, o un'espansione solida, è … perché questo anello "girava" in alto.
Così è degli anelli di Saturno che, senza il loro movimento di rotazione, ricadrebbero sul pianeta… Questo anello era come un velo simile a una scia viscosa, ossia, all'apparenza, una Via Lattea in miniatura… Vi sarebbero alcune ragioni d’essere dell’anello acqueo formato da Dio attorno alla terra; esso doveva più tardi, quando il sole sarebbe divenuto brillante e l'uomo avrebbe occupato la terra, formare una cortina protettrice dal calore eccessivo dell'astro del giorno e, nello stesso tempo, in seguito alla rifrazione dei raggi solari attraverso la nuvola, ornare in permanenza la volta celeste del più brillante degli arcobaleni.
Perché le acque si siano formate in anello sfuggendo alla terra, bisogna che, durante la sua rotazione, il suo asse di rotazione sia stato verticale, altrimenti le acque non si sarebbero distribuite simmetricamente. É dunque probabile che in quel momento l'asse della terra non fosse inclinato sull'eclittica, quantunque questa condizione non sia rigorosamente indispensabile.
Darwin vorrebbe che l'inclinazione attuale di 23° dell'asse terrestre sia stata originale, ma Wolf10 risponde molto assennatamente: "Se l'obliquità dell'equatore era già di 23° all'epoca in cui si è formata la luna, perché l'orbita di quest'ultima è inclinata di soli 5° sull'eclittica?"
Ora, se era così quando il sole cominciò a brillare sulla terra, la temperatura doveva esservi regolarmente ripartita, cioè le variazioni stagionali non esistevano; la temperatura era evidentemente più elevata all'equatore che ai poli, ma era costante; era, secondo i luoghi, un'estate o una primavera perpetue. Non diciamo un inverno, benché avesse fatto relativamente freddo ai poli, ed ecco perché.
Al versetto 26 del capitolo XXX di Isaia è scritto, secondo la Volgata: "E la luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà settuplicata, uguale alla luce dei sette giorni".
Ed ecco la ragione della separazione delle acque dell'alto e di quelle del basso: Dio ne fece una cortina contro l'eccesso del calore solare; è quanto ci ha detto Mosè.
Siccome questa cortina aveva la sezione di un anello, aveva il suo massimo di spessore, e quindi di effetto protettore, sopra l'equatore, là dov'era più necessario, e il suo spessore diminuiva a misura che ci si avvicinava alle zone sub-polari che non avevano bisogno di schermo…».
2.2 Può Dio aumentare, arrestare o rendere più veloci le forze del Cosmo? Ascoltiamo le rivelazioni fatte alla mistica Maria Valtorta.
Io credo fermamente che Dio abbia creato l'Universo con tutte le sue leggi di rotazione, rivoluzione, orbite ellittiche, forze elettromagnetiche, forze nucleari deboli e forze nucleari forti, velocità della luce, ecc. ecc., vale a dire atti creativi che denotano una enorme potenza, una assoluta precisone matematica ed un disegno intelligente.
E’ a tutti noto - anche perché è stato un avvenimento relativamente recente e oggetto di cronaca a livello mondiale – che nel 1917 a Fatima, nel corso di una apparizione della Madonna, il sole venne visto roteare e cambiare di colpo movimento e velocità di fronte a circa settantamila persone fra le quali molti atei e giornalisti: la Madonna voleva in tal modo confermare con questo segno la veridicità delle apparizioni e delle rivelazioni fatte ai tre pastorelli.
Tuttavia nella mia mentalità, che nonostante tutto é sempre un poco razionalista, fatico a pensare che un Dio, anzi Dio, abbia potuto - come nei miracoli di Giosué e di Isaia narrati nella Bibbia - rallentare sia pur gradualmente la velocità di rotazione su se stessa della Terra oppure, come dice F. Crombette riferendosi alla messa in orbita dell’anello acqueo, aumentare di 17 volte la sua velocità di rotazione, salvo poi ricondurla alla sua velocità 'normale'.
Oggi molti scienziati ipotizzano che la Terra si sia formata distaccandosi dal sole e raffreddandosi successivamente nella sua crosta esterna al contatto con il freddo siderale. L’ipotesi viene comunemente accettata, poche persone si domandano però come possa essere avvenuto il distacco dal sole rimanendo poi la Terra in orbita attorno allo stesso. 11
Anche in quel caso – spiega Crombette - Dio avrebbe impresso un aumento alla velocità di rotazione del sole intorno al proprio asse, portandolo alla sua velocità critica e poi riducendola di nuovo.
La velocità critica – come ha giustamente osservato Crombette commentando l’esperimento del fisico Plateau - è quella velocità di rotazione in cui la forza centrifuga, nata dalla rotazione dell'astro su se stesso, fa equilibrio alla forza centripeta.
Il sole è una sorta di sfera rotonda che ruota su se stessa. La circonferenza esterna, intuitivamente, ‘gira’ a parità di tempo ad una velocità superiore alle parti più interne.
Superata la velocità critica, la massa di materia della superficie esterna del sole - non essendo più trattenuta dalla forza centripeta poiché l'aumento della velocità di rotazione aveva aumentato la forza centrifuga - era suscettibile di staccarsi e partire per la tangente dando origine, raffreddandosi, ai pianeti del sistema solare ed alla stessa Terra.
Dai calcoli di Crombette emerge che il sole aveva dovuto aumentare la propria velocità di 220 volte rispetto a quella di oggi.
«…La nostra astronomia – osserva ancora Crombette - che noi chiameremo "statica" giacché si regge, per deliberato proposito, sull'invariabilità del mondo attuale, è, per principio, ostile alle catastrofi bibliche.
L'ipotesi di Kant non era che un'intuizione di genio, e, come il suo autore l'ha presentata, non è che un'idea avente il merito della verosimiglianza oltre a quello di un'interpretazione giudiziosa del testo sacro…».
La nostra astronomia sostiene dunque l’invariabilità del mondo attuale ed esclude le catastrofi… bibliche perché – come già detto – è sostanzialmente atea o nel migliore dei casi agnostica, per cui pare ad essa impossibile persino per Dio, ove mai esistesse veramente, cambiare le leggi di natura attuali ed in particolare la velocità degli astri.
A quest’ultimo riguardo, sempre pensando alle rivelazioni ricevute negli anni ’40 del secolo scorso dalla mistica Maria Valtorta, ricordo un passo di un ‘Dettato’ in cui il Gesù delle sue visioni – raccontandole della incredulità dei ‘compaesani’ di Nazareth nei suoi confronti e poi in genere della incredulità degli stessi credenti odierni nella potenza dei suoi miracoli – le diceva ad un certo punto (i grassetti sono i miei):
31.12.43
Dice Gesù:12
«…Voi pregate. Vi è ancora chi prega. Ma mentre mi chiedete una grazia pensate, senza dirlo neppure a voi stessi, ma lo pensate con il profondo dello spirito: ‘Dio non mi ascolta. Dio questa grazia non può farmela’.
Non può!! Cosa non può Dio? Pensate che dal nulla ha fatto l'Universo, pensate che da millenni lancia i pianeti negli spazi e ne regola il percorso, pensate che contiene le acque sui lidi e senza barriere d'argini, pensate che dal fango ha fatto quell'organismo che voi siete, pensate che in esso organismo un seme e poche gocce di sangue che si mescolano creano un nuovo uomo, il quale nel formarsi è in rapporto con fasi astrali lontane migliaia di chilometri, ma che pure non sono assenti nella opera di formazione di ciascun essere, così come regolano, coi loro eteri e i loro sorgere e tramontare sui vostri cieli, il germinare delle biade e il fiorire degli alberi; pensate che nel suo potere sapiente ha creato i fiori dotati di organi atti a fecondare altri fiori ai quali fanno da pronubi i venti e gli insetti. Pensate che non vi è nulla che non sia stato creato da Dio, così perfettamente creato, dal sole al protozoo, che voi a tale perfezione non potete nulla aggiungere. Pensate che la sua sapienza ha ordinato, dal sole al protozoo, tutte le leggi per vivere, e convincervi che nulla è impossibile a Dio, il quale può disporre a suo agio di tutte le forze del cosmo, aumentarle, arrestarle, renderle più veloci, sol che il suo Pensiero lo pensi.
Quante volte nel corso dei millenni gli abitanti della Terra non sono rimasti stupiti per fenomeni stellari di inconcepibile grandezza: meteore dalle luci strane, sole nella notte, comete e stelle che nascono come fiori in un giardino, nel giardino di Dio, e che vengono lanciati negli spazi come giuoco di bimbo a stupirvi?
I vostri scienziati danno ponderose spiegazioni di disgregazione e di nucleazione di cellule o di corpi stellari per rendere umane le incomprensibili germinazioni dei cieli. No. Tacete. Dite una sola parola: Dio.
Ecco il formatore di quelle lucenti, rotanti, ardenti vite! Dio è quello che, a monito per voi dimentichi, vi dice che Egli è attraverso le aurore boreali, attraverso le guizzanti meteore, che fanno di zaffiro, di smeraldo, di rubino o di topazio l'etere da loro solcato, attraverso le comete dalla fiammante coda simile a manto di celeste regina trasvolante per i firmamenti, attraverso l'aprirsi di un altro occhio stellare sulla volta del cielo, attraverso il rotare del sole percepibile a Fatima per persuadervi al volere di Dio.
Le altre vostre induzioni sono fumo di umana scienza e nel fumo avviluppano l'errore…»
La conclusione che ne possiamo trarre – dando credito al Gesù che parla alla nostra grande mistica - è dunque la seguente: nulla è veramente impossibile a Dio ‘il quale può disporre a suo agio di tutte le forze del cosmo, aumentarle, arrestarle, renderle più veloci, sol che il suo Pensiero lo pensi’, come anche a Fatima, appunto.
Nel prossimo capitolo affronteremo gli avvenimenti del terzo ‘giorno’ della Creazione, con riferimento alle straordinarie modalità della formazione della parte emersa della Terra ed in particolare del continente unico originario Pangea, circondato dall’Oceano Universale, prima che fatti successivi provocassero la sua frammentazione negli attuali continenti andati poi alla ‘deriva’.
Conosceremo inoltre gli albori della vita, quella vegetale.
Immanuel Kant
1724-1804 |
Fernand Crombette
1880-1970 |
1 Steven Weinberg: ‘I primi tre minuti’ – Cap. 1, pagg. 17/20- Oscar Saggi Mondadori, 1996
2 Nel presente scritto i testi di Genesi sono tratti da ‘La Sacra Bibbia’ – Edizione ufficiale della Conferenza Episcopale italiana, 1974, Edizioni San Paolo, settima ristampa, 1996
3 Immanuel Kant (Konigsberg 1724-1804), filosofo, matematico, fisico tedesco, uno dei fondatori del pensiero moderno. Scrisse numerosi trattati anche su vari argomenti scientifici, in particolare su questioni di geofisica. La sua più importante opera scientifica fu la ‘Storia universale della natura e teoria del cielo’ (1755), nella quale avanzò l'ipotesi della formazione dell'universo da una nebulosa in moto rotatorio, congettura che in seguito venne sviluppata indipendentemente dal fisico e matematico Pierre-Simon de Laplace.
4 ‘Les hypothèses cosmogoniques’, Wolf, 2 ediz, p. 189, Gauthier-Villars, Parigi, 1886.
Dell’autore G.L. vedi ‘La Genesi biblica fra scienza e fede’ - Vol. II, Cap. 4 oppure sito internet
5Fernand Crombette: (1880-1970) un vero e proprio genio multidisciplinare della scienza che ha composto oltre quaranta ponderose opere nel campo della decrittazione della lingua egizia, ittita, etrusca, cretese, copta, atzeca, opere di Fisica, di Astronomia, Geografia della Terra antica e moderna, Geologia, sulla deriva dei continenti e sulla reale storia di Atlantide, sull’Isola di Pasqua, sul Diluvio Universale, sulla ricostruzione della storia biblica da Adamo in giù attraverso lo studio dell’onomastica e la decrittazione dei geroglifici egiziani e del copto. In morte ha lasciato al CESHE (una Associazione internazionale di studiosi e scienziati cristiani che si propone di dimostrare l’infallibilità scientifica della Bibbia) i suoi manoscritti scientifici che sono oggetto da trenta anni di studi approfonditi. Ha voluto morire nell’anonimato, firmando i suoi lavori come ‘un cattolico francese’, rinunciando alla ‘gloria’ terrena ed è ancor oggi ignorato dalla scienza ufficiale forse perché molte sue teorie scientifiche vanno controcorrente rispetto alle opinioni della cultura scientifica attualmente dominante. L’ultima sua opera, scritta quando era quasi novantenne, è stata una lettura approfondita della Genesi, analizzandone il testo alla luce dell’ebraico antico e sulla base delle originarie radici monosillabiche copte dalle quali la lingua ebraica era composta.
Numerose sue opere sono state tradotte in italiano negli ultimi quindici anni da Rosanna Breda (rappresentante del CESHE in Italia) che le ha rese anche disponibili per libero scarico e studio dal suo sito internet http://digilander.libero.it/crombette
6 F. Crombette: ‘Galileo aveva torto o ragione?’ Vol. I, n.42.33 e Vol. II, n. 42.34 – CESHE-ITALIA, vedi http://digilander.libero.it/crombette
Guido Landolina:‘La Genesi biblica fra scienza e fede’ – Vol I – Cap. 5.1: Il miracolo del sole di Giosuè… spiegato dai geroglifici egiziani’ – Ed. Segno, oppure sito internet dell’autore https://www.ilcatecumeno.net
7 Guido Landolina: ‘L’arretramento del sole nel miracolo di Isaia e l’annientamento con Tsunami dell’armata assira di Sennacherib’ – Vedi Sezione Opere, N° 37: Pensieri a voce alta-articoli stampa - sito internet www.ilcatecumeno.net
8 G.L.: ‘La Genesi biblica fra scienza e fede’ - Vol II, Cap. 4, Ed. Segno, vedi anche sito internet
9 G.L.: ‘La Genesi…’, Vol. I, Cap. 4.2, Ed. Segno, 2005, disponibile in sito internet
Nota dell’autore: gli esperimenti di Plateau sono stati riprodotti in laboratorio dall'ingegnere minerario Lenicque ( 'Geologia nuova', pag. 202 e segg. - Hermann e Figli, Parigi, 1910) con un esperimento che non era stato tuttavia ben compreso e del quale non erano state quindi valutate tutte le possibili implicazioni.
Vedi inoltre di Fernand Crombette: 'Galileo aveva torto o ragione?', Vol. I, 42.33 e Vol. II 42.34 in sito internet Ceshe-Italia, http://digilander.libero.it/crombette
10 - ‘Les hypothèses cosmogoniques’, pag. 59, Gauthier-Villars, Parigi, 1886.
11 Vedi, dell'autore, 'La Genesi biblica...', Vol. I, Cap. 3.1 Ed. Segno ed inoltre nel sito internet Ceshe-Italia, http://digilander.libero.it/crombette l'opera di F.C.: 'Galileo aveva torto o ragione?', Vol. I, 42.33 e Vol. II 42.34
12 Maria Valtorta - 'I Quaderni del 1944' . Dettato 31.12.43, pagg. 10/11 - Centro Editoriale Valtortiano, Isola del Liri
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