I SEI GIORNI DELLA CREAZIONE…
(LA GENESI BIBLICA IN SEI ‘LEZIONI’)
(Primo giorno)
di Guido Landolina
1.1 L’interpretazione dell’antico testo ebraico della Genesi.
Nella Prefazione1 avevo introdotto con alcune considerazioni questo breve ciclo di sei piccole ‘lezioni’ sui sei giorni della Creazione di cui si parla nella Genesi biblica.
Avevo in sostanza argomentato e sviluppato alcuni concetti:
. il racconto della Creazione contenuto nel Libro della Genesi viene considerato un ‘mito’ dalla scienza che si basa solo sulla ‘ragione’, ma può apparire invece come una verità realmente ‘scientifica’ per la scienza che è illuminata dalla Fede.
. il ‘Progetto creativo’ di Dio era stato quello di crearsi un popolo di figli da amare e dai quali essere riamato che – combattendo contro i propri istinti degenerati a causa delle conseguenze del Peccato originale – mostrassero in tal modo, con sacrificio, il proprio amore nei confronti di Dio che li vuole ‘buoni’ e meritassero così di accedere al Paradiso eterno che il Padre aveva preparato per loro.
. la contraddizione di una scienza che – non credendo a Dio e ai ‘miracoli’ - non ritiene possibile la Creazione dell’Universo da parte di Dio, ma poi si smentisce teorizzando un Universo nato dal nulla e per di più per caso.
. l’incongruenza di una scienza che ipotizza un universo governato da una evoluzione cieca pur vedendo che esso si regge su leggi ‘intelligenti’.
. l’illogicità di immaginare un universo che dal Caos disordinato, e da sé, avrebbe prodotto l’ordine.
. una scienza, inoltre, che prevede che anche la vita (questo principio misterioso che anima mondo vegetale ed animale ed assicura la riproduzione del mondo dei viventi) sia nata da sé, sempre per caso e grazie ad una indimostrabile alchimia, e che pure per caso si sia data da sé delle ‘finalità’ intelligenti.
Ad accreditare siffatte posizioni, tutt’altro che ‘razionali’, è stato il clima illuminista, razionalista e positivista dell’Ottocento – clima ancora oggi diffuso più che mai dalla cultura dominante – con il suo connesso tentativo ideologico di combattere la dottrina cristiana e la fede in un Dio Creatore dell’Universo e dell’uomo.
Ciò ha potuto essere fatto cominciando a mettere in discussione – in nome della Ragione - la ‘scientificità’ del racconto creativo della Genesi, e quindi la sua ‘non verità’ e quindi la non attendibilità dell’intera rivelazione sulla quale il Cristianesimo poggia.
Considerando ad esempio un mito il racconto sul Peccato originale dei due progenitori, verrebbe a questo punto a risultare ‘falso’ anche il successivo ‘ruolo’ di Gesù Cristo, il ruolo cioè del Dio-Verbo che si è incarnato in un uomo per redimere l’Umanità dalle conseguenze di un ‘Peccato’ che - secondo i ‘detrattori’ - non sarebbe stato mai commesso in quanto frutto di una invenzione mitica.
Chiariti dunque così, un poco brutalmente, i termini di fondo della questione, ognuno è libero di credere come di non credere, ma noi ci proponiamo ora di esporre una ‘lettura’ della Creazione della Genesi, ed in particolare dei passi più controversi, alla luce della fede ma anche della logica e della razionalità, sapendo che Fede e Ragione possono andare d’accordo.
La Genesi è il primo dei primi cinque libri della Bibbia (detti Pentateuco) e affronta il problema delle origini dell’universo, dell’uomo, la preistoria biblica (cc.1-11), infine la storia dei patriarchi di Israele (cc. 12-50).
Si ritiene che Mosé abbia avuto una gran parte nella sua redazione ma – quanto al racconto della Creazione – non è affatto difficile pensare che esso sia dovuto alla Rivelazione che Adamo ed Eva ricevettero direttamente da Dio affinché essi conoscessero la storia della loro origine e la potessero trasmettere ai loro discendenti e questi ai propri figli, di generazione in generazione fino ai giorni nostri.
A molti pare impossibile che i sei ‘giorni’ della Creazione possano essere stati effettivamente dei ‘giorni’.
Questa asserzione – secondo critici non credenti come i famosi Renan, Loisy, Bultmann e tanti loro emuli più moderni – rivelerebbe una credulità del tutto primitiva da parte degli uomini di qualche millennio fa e andrebbe già da sola a detrimento della attendibilità dell’intero racconto creativo.
Qui precisiamo tuttavia che – come hanno fatto osservare molti specialisti - il termine dell’antico ebraico tradotto con la parola ‘giorno’ può essere interpretato e tradotto, a seconda dei contesti, come ‘giorno di 24 ore’, come ‘giorno di 12 ore solari’, come generica ‘unità di tempo’ e infine anche come una ‘fase di tempo indeterminato’.
Veniamo ora ai primi cinque versetti del Cap. 1 della Genesi concernenti il primo giorno (o ‘fase di tempo’) della Creazione:2
«1,1. In principio Dio creò il cielo e la terra. 1,2. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.1,3. Dio disse: « Sia la luce! ». E la luce fu.1,4. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre1,5. e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno».
1.2 Le teorie cosmogoniche moderne e quella della Genesi.
La scienza - secondo la già accennata teoria del Big-bang attualmente ‘dominante’, teoria nella quale sono tuttavia più i ‘buchi neri’ che lascia che quelli che riempie – ipotizza che l’Universo sia sorto grazie ad una immane esplosione iniziale di Energia, scaturita dal nulla, che si sarebbe trasformata in particelle promordiali e successivamente in una immensa ‘nebulosa’ di gas infuocati che avrebbero dato vita a galassie, stelle e – raffredddandosi – a pianeti fra i quali la Terra.3
Ne avevamo già parlato nella nostra Prefazione.
Facciamo solo osservare che questi astrofisici - che hanno pensato di poter applicare la teoria darwiniana dell'evoluzionismo della specie anche all'universo – per poter in qualche modo sostenere la 'fattibilità' delle loro teorie hanno la necessità di ipotizzare e postulare miliardi e miliardi di anni per dare tempo al Tempo, questa sorta di loro Grande Dio Creatore, il quale - con il tempo - sarebbe riuscito a fare tutto.
La Genesi – al contrario – non parte da una ipotesi cosmologica come quella sopra accennata ma – come già detto in precedenza - da una Rivelazione.
In tale quadro il pianeta Terra sarebbe stato non l’ultimo ma il primo atto della Creazione, pianeta dapprima informe ma che Dio avrebbe successivamente plasmato per consentire a tempo debito il radicamento e lo sviluppo della vita e renderlo gradevole ed abitabile per l’uomo.
Secondo la Genesi, Dio avrebbe corredato il firmamento di stelle e pianeti solo in una fase molto successiva alla creazione del globo terraqueo: la quarta.
La Scienza atea – al di là delle ipotesi evoluzionistiche dell’universo immaginate - non può accettare il concetto della creazione della Terra per prima, perché ciò – come aveva affermato il celebre astronomo e matematico Laplace - significherebbe il dover accettare un ruolo privilegiato del nostro pianeta e quindi un ruolo speciale dell’uomo, che ne è il ‘re’, un ruolo in qualche modo riconducibile a quel Dio cristiano che questa scienza vuole negare.
Indipendemente da questa diversità di visioni, bisogna riconoscere però che – come abbiamo già avuto occasione di accennare nella Prefazione in relazione ai sei giorni creativi - ad una prima superficiale lettura il racconto del primo giorno presenta una serie di incongruenze che davvero appaiono ‘poco scientifiche’.
Dopo la premessa che Dio creò dal principio il ‘cielo’ e la ‘terra’, vi si aggiunge che Egli creò anche la luce, e che la luce venne separata dalle tenebre, e che infine Dio chiamò la luce ‘giorno’ e le tenebre ‘notte’.
Nella Genesi apprendiamo però, qualche versetto dopo, che sole, luna e stelle furono creati solamente nel quarto giorno, e in particolare che sole e luna vennero posti nel firmamento proprio per illuminare il giorno e la notte con la separazione fra luce e tenebre.
Delle due quindi l’una: o la Genesi sbaglia nel dire che il sole e la luna vennero creati nel quarto giorno dando luogo al giorno e alla notte, oppure sbaglia nell’affermare che è nel primo giorno che giorno e notte vennero creati, perché questo fatto presuppone la creazione del sole con la sua luce nel primo giorno.
Rimane peraltro abbastanza incomprensibile, in questi primi versetti, l’allusione a delle tenebre che coprivano un misterioso abisso.
Questi sono elementi che hanno fatto pensare ad una concezione cosmologica preistorica e quindi superficiale, oppure ad errori di trascrizione o di traduzione degli scribi.
Errori di traduzione? Non è possibile saperlo ma ben giustamente Papa Pio XII aveva scritto in un suo documento4 che era estremamente importante approfondire gli studi e la conoscenza delle lingue antiche per poter interpretare correttamente i testi sacri.
1.3 Proviamo a chiarire cosa sia la misteriosa ‘luce’ del ‘Fiat Lux’ del primo giorno creativo che tante perplessità può suscitare.
Nella Prefazione alla quale ho sopra accennato avevo trascritto una spiegazione di ‘Azaria’, vale a dire l’Angelo Custode di Maria Valtorta, in merito alla Creazione.
A proposito però della ‘luce’ del primo giorno ecco ora un’altra interessante spiegazione (i grassetti nella trascrizione sono i miei) che Azaria dà a Maria Valtorta: 5
Azaria:
«…Dio disse: ‘Sia fatta la luce’.
Ecco subito che il Verbo espresse il comando che il Padre aveva pensato, e la luce fu. Fu la luce e il Verbo prese presso gli uomini Carne dichiarandosi più volte ‘Luce’, e Luce è detto dalla bocca ispirata di Giovanni Apostolo: ‘In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Questi era in principio presso Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui, e senza di lui nessuna delle cose create è stata fatta. In lui era la Vita e la Vita era la Luce degli uomini. E la Luce splendè nelle tenebre, ma le tenebre non la compresero…’ .
Il Verbo ha avuto a sua caratteristica il nome di ‘Luce’. Ha quasi battezzato se stesso di questo nome che è stato detto da Lui nel primo suo atto di ubbidienza al Padre: ‘La Luce sia!’…
Nel Creato. Gli elementi, che erano confusi nel Caos, ubbidirono ordinandosi.
Ricordati qui le parole della Genesi… ‘Dio creò il cielo e la terra, e la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso, e lo Spirito di Dio si librava sulle acque e Dio disse ‘Sia fatta la Luce’.
Aria, acqua. fuoco, luce erano dunque fatti, ma non erano separati e ordinati. Dio comandò loro di separarsi e di ordinarsi, secondo la legge che Egli dava loro, ed essi ubbidirono e ubbidiscono da migliaia di anni, facendo il giorno e la notte, i mari e le terre, e lavorando, il fuoco, nelle vene del globo, a preparare i minerali dei quali l’uomo necessita…».
Azaria ci fa dunque comprendere che il Caos era già una forma di creazione, perché era costituito da elementi di ‘materia’, sia pur non ancora ‘ordinati’.
Egli conferma che il Padre ‘pensò' e volle la Creazione, e il Verbo - Parola che traduce in opere il Pensiero del Padre – la attuò… grazie allo Spirito di Dio: lo Spirito Santo, terza Persona della Trinità, che ‘aleggiava’ sulle acque.
Al ‘Sia fatta la Luce’ del Verbo, gli elementi (aria, acqua, fuoco, luce) già creati ma ancora confusi nel Caos, cominciano a separarsi ed ordinarsi.
Forse non è qui per noi ancora chiaro in quale esatto stadio del processo creativo compaia la ‘luce’ – cioè se all’inizio della creazione o in una fase successiva - né quale sia stato o sia eventualmente ancora oggi il suo ‘ruolo’ nella Creazione, ma un ulteriore passo in avanti ce lo fa però fare lo Spirito Santo che – come ben sanno i conoscitori della monumentale Opera valtortiana – parlava ed istruiva anch’Egli la mistica affinché tramite i suoi scritti anche noi potessimo conoscere alcuni dei misteri della Creazione:
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Dice il Divinissimo Autore…:6
«…Lo Spirito di Dio si librava sulle acque’, è detto, ed è una delle prime parole della meravigliosa storia della Creazione. Già era Dio. Sempre Egli fu. E per suo Essere poté creare dal nulla il tutto; dal disordine l’ordine; dall’incompleto - più: dall’informe - il completo, il formato con legge di sapienza potentissima. Dal caos sorse l’universo. Dai vapori carichi di molecole confuse, dalla anarchia degli elementi, ‘creò il cielo e la terra’ e subito il suo Spirito ‘si librò sopra le acque’.
E mano a mano che le successive opere della creazione si compievano, ‘lo Spirito del Signore’ si librava su esse con le sue leggi e provvidenze. Successive opere e sempre più potenti.
Dal caos che si separa e ordina per, dirò, famiglie – parti solide con parti solide per formare il globo del pianeta Terra, parti umide con parti umide per formare successivamente i mari, laghi, fiumi, ruscelli – alla luce, la prima delle cose non solo ordinate con elementi già esistenti nel caos, ma creata, con potere proprio, dal nulla.
Poiché la luce non era, ‘le tenebre coprivano la faccia dell’abisso’, ossia del caos nel quale confusamente si urtavano masse di vapori, carichi di umidità, di gas, di molecole. E Dio creò la luce. La sua luce. Egli concesse al mondo, che sorgeva dal nulla per suo volere, l’attributo, uno degli attributi suoi: la luce.
Dio è Luce ed è il Padre della Luce e delle luci. E alla Terra, sua prima creatura, concede e dona la luce. Così come all’uomo, perfezione della creazione e ultima delle sue opere delle sei giornate divine dopo le quali Dio si riposò, concede l’attributo che lo fa a Lui somigliante: lo spirito libero, immortale, l’alito suo divino, infuso nella materia perché essa sia animata da Dio e abbia diritto al Cielo, alla dimora del Padre…».
Comprendiamo fra l’altro a questo punto cosa si debba intendere – nei primi cinque versetti della Genesi - con la parola ‘abisso’ e con quella di ‘tenebre’.
«1,1. In principio Dio creò il cielo e la terra. 1,2. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.1,3. Dio disse: « Sia la luce! ». E la luce fu.1,4. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre1,5. e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno».
Il termine ‘abisso’ sta ad indicare il Caos che si stendeva nello spazio infinito e le ‘tenebre’ che ricoprivano l’abisso stanno ad indicare la ‘mancanza della luce’, questa misteriosa opera della Creazione, che non aveva ancora cominciato a porre ordine nelle particelle della materia che costituivano il Caos.
Lo Spirito Santo che parla alla mistica aggiunge però ancora :
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Dice il Divinissimo Autore: 7
«Ho detto che dal caos Dio creò l’Universo, ordinando le caotiche materie ed elementi in quella perfezione di mondi, stagioni, creature ed elementi che da milioni di secoli dura.
Ma pochi, osservando il Creato, sanno meditare come la Creazione sia simile ad una scala ascensionale, ad un canto che sempre più sale da nota a nota sino a toccare la nota perfetta e sublime. Come simile ad un generarsi di vite che dalla precedente escono sempre più complete e perfette, sino a raggiungere la completezza perfetta.
Guarda: prima dalle molecole solide, dai vapori e fuochi disordinati che erano la nebulosa primitiva, si formano la Terra e le acque, e nella Terra e nelle acque ancor mescolati ai futuri mari, laghi, sorgenti, fiumi, vengono chiusi o diluiti minerali. Mentre le molecole solide fanno crosta e forno agli interni fuochi e agli interni zolfi e metalli e fondo alle acque.
L’atmosfera si purifica alquanto, liberata come è in parte, da ciò che rendeva pesante la nebulosa originaria, il nulla caotico, e la terra, lanciata nella sua traiettoria, ancor nuda, sterile, muta, trascorre pei muti spazi con le creste calve delle sue montagne emergenti appena dalle cupe acque dei futuri bacini.
Poi fu la luce.
Non quella solare, non quella lunare, non quella stellare.
Il sole, la luna, le stelle, sono creature più giovani del globo terrestre.
Dopo la loro creazione il cielo, ossia l’elemento ‘aria’, fu mondo da ogni resto della nuvola primitiva, e gli astri e i pianeti splendettero dando col loro splendore elementi vitali al globo terrestre.
Ma la luce fu prima di essi.
Una luce propria, indipendente da ogni altra sorgente che non fosse il volere di Dio.
Una luce misteriosa, che solo gli angeli videro operare misteriose operazioni a favore del globo terrestre. Perché nessuna delle cose create da Dio è inutile, né nessuna è stata creata senza una ragione d’ordine perfetto.
Così, se prima fu la luce che non gli astri e pianeti, segno è che la Perfezione volle quest’ordine creativo per motivo utile e ragionevole.
Poi fu il sole, la luna, le stelle.
E l’elemento ‘aria’, privato dai gas deleteri e ricco di quelli utili alla vita, favorì il persistere delle nuove creature: i vegetali…».
Mi sembra pertanto che potremmo così schematizzare le varie fasi della Creazione:
. il Creato non è frutto di una ‘evoluzione’ ma di creazione per gradi, ed è paragonabile ad una scala ascensionale di ‘gradini’ o ‘salti’ creativi, dal più imperfetto al più perfetto.
. in via del tutto preliminare Dio crea le particelle elementari (protoni, elettroni, neutroni, ecc.) che – frammiste – costituiscono il Caos. Queste particelle sono già elementi primordiali di ‘materia’ e costituiscono la ‘nebulosa’ iniziale.
. successivamente Dio ordina queste materie per formare – con le più pesanti - i mondi che sono nell’Universo e fra questi la Terra.
. la Terra, ancora muta e sterile, prosegue intanto la sua corsa nello spazio secondo la traiettoria impressale da Dio mentre le creste nude delle sue montagne emergono appena dalla superficie delle acque: dunque la terraferma odierna, in questa fase, non era ancora emersa.
. pare di comprendere che è più o meno a questo punto che Dio crea la ‘luce’ e viene chiarito senza ombra di dubbio che non si tratta di luce solare, né tantomeno stellare o lunare.
. viene infatti chiarito che sole, luna e stelle sono state create dopo il globo terrestre informe, confermando in ciò la Genesi che colloca la loro creazione al quarto giorno, venendo così confermato pure il fatto che la luce del primo giorno di cui si parla nei primi versetti della Genesi non è affatto quella solare che divideva il giorno dalla notte.
. il ‘cielo’ di cui parla la Genesi come creato nel primo giorno non sarebbe propriamente il ‘firmamento stellare’ bensì l’atmosfera, cioè l’insieme di gas che circondano la Terra. Dire dunque che Dio in principio creò il 'cielo' e la 'terra' significa dire che in principio creò il 'globo terràcqueo informe' con una 'atmosfera gassosa' che lo circondava.
. i gas venefici dell’atmosfera vengono poi ulteriormente depurati delle parti più ‘pesanti’ ed è allora che astri e pianeti splendono irraggiando in maniera benefica la Terra.
. la ‘luce’ creata, indipendente da ogni altra sorgente che non fosse la volontà di Dio, aveva delle ‘proprietà’ speciali, così come ci aveva fatto comprendere Azaria con quel suo ‘parallelo’ fra la luce-creata e il Verbo-Increato che è Luce.
. essa operava misteriose operazioni a favore del globo terrestre, fatto questo che ci fa forse comprendere come la vegetazione abbia potuto essere creata e abbia potuto sopravvivere nel terzo giorno, cioè prima della creazione del sole nel quarto.
I primi cinque versetti della Genesi concernenti il primo giorno, così chiariti ed interpretati con particolare riferimento alla natura ed al ruolo della ‘luce’, vengono dunque in sostanza confermati.
Sarebbe a questo punto interessante, ora che ci siamo ‘riconciliati’ con le apparenti incongruenze del primo ‘giorno’ creativo, conoscere come faremo a risolvere le altre del secondo giorno, dove si dice che Dio creò un ‘firmamento’ per separare le acque che erano sopra il firmamento da quelle che gli erano poste di sotto.
Ma questo lo faremo nel prossimo capitolo.
1 Vedi dell’autore l’articolo su ‘Il Segno del soprannaturale’ – marzo 2008 – Edizioni Segno
2 Il tema della Creazione è stato affrontato dall’autore in una trilogia, edita da Segno negli anni 2005 e 2006. L’opera: ‘LA GENESI BIBLICA FRA SCIENZA E FEDE' (I sei giorni della Creazione dal Big-Bang al Peccato originale) è comunque resa dall'autore consultabile e liberamente scaricabile dal suo sito internet ‘ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO’ digitando https://www.ilcatecumeno.net
Nel primo volume viene affrontata – in un’ottica spirituale e scientifica - la creazione dell’Universo e quella della Terra del primo giorno della Genesi. Nel secondo volume quella dei successivi quattro giorni creativi. Nel terzo volume, la creazione dell’uomo nel sesto giorno con l’approfondimento della tematica del Peccato originale.
3 Stephen Hawking: ‘Dal Big-bang ai buchi neri’ – B.U.R.
Steven Weinberg: ‘I primi tre minuti’ – L’affascinante storia dell’origine dell’universo’ - Mondadori
4 Pio XII: Enciclica Divino Afflante (II, 27)
5 M.Valtorta: ‘Il libro di Azaria’, pagg. 375 e segg.- Dettato del 5 gennaio 1947 – Ed. 1988, C.E.V.
6 M.V.: Dettato del 2.2.48 da ‘Lezioni sull’Epistola ai romani’ - pagg. 82/83 - Centro Ed. Valtortiano.
7 M.V.: Dettato del 12.2.48 da ‘Lezioni sull’Epistola di Paolo ai romani’ (c. 5° v. 1-5 pagg. 86/87) - Centro Ed. Valtortiano