(La Sacra Bibbia – Luca: Atti degli apostoli -  Ed. Paoline, 1968)
(M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X – Cap. 640 – Centro Ed. Valtortiano)
(G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 51 e 52 -  Ed. Segno, 1997)

21. Il mio Essere  si estende su tutto l’universo; la mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le valli, l’erbe, gli animali; la mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell’alto, educa alla ricerca di Dio; la mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.

  

Luca: Atti degli apostoli:

1, 12-14:
Allora se ne ritornarono a Gerusalemme dal monte detto Oliveto, distante da Gerusalemme come il percorso di un sabato. Appena giunti, salirono nel cenacolo dove di consueto si trattenevano.
Erano: Pietro, Giovanni, Giacomo, Andrea, Filippo, Tommaso, Bartolomeo, Matteo, Giacomo, figlio di Alfeo, Simone lo zelatore  e Giuda, fratello di Giacomo.
Tutti questi perseveravano uniti nella preghiera con alcune donne e con Maria, madre di Gesù, e i parenti di lui.

1,15-22:
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone unite era di circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si adempisse quanto lo Spirito Santo nella Scrittura ha predetto per bocca di Davide riguardo a Giuda, il quale si fece guida di coloro che catturarono Gesù.
Egli era annoverato fra noi ed era parte del nostro ministero.
Quest’uomo acquistò un campo col prezzo del nostro delitto, poi si impiccò, e cadendo a capofitto, il suo corpo si squarciò nel mezzo e si sparsero tutte le sue viscere. Il fatto è divenuto noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che nella loro lingua chiamarono quel campo Acèldama, cioè campo del sangue.
Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: ‘La sua dimora diventi deserta e non ci sia chi abiti in essa’. E: ‘Il suo ufficio l’occupi un altro’.
E’ necessario dunque che fra gli uomini che sono stati in nostra compagnia nel tempo in cui il Signore Gesù visse con noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui ci fu tolto in cielo, ce ne sia uno che divenga con noi testimonio della sua resurrezione».

1, 23-26:
Ne presentarono due: Giuseppe, chiamato Bar-Sàbba, il quale era soprannominato Giusto, e Mattia; poi pregarono così: «Signore, tu che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per assumere l’ufficio di questo ministero e di questo apostolato, dal quale prevaricò Giuda per andare al posto suo».
Poi tirarono la sorte e la sorte cadde su Mattia, che fu aggregato agli undici Apostoli.

2, 1-13:
Venuto poi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nel medesimo luogo.
All’improvviso scese dal Cielo un suono come di una violenta raffica di vento e riempì tutta la casa dove erano riuniti.
Apparvero dunque ad essi come delle lingue di fuoco separate e si posarono sopra ciascuno di loro.
Tutti furono ripieni di Spirito Santo e incominciarono a parlare lingue diverse, secondo che lo Spirito Santo dava ad essi di esprimersi.
C’erano allora in Gerusalemme dei pii Giudei, venuti da tutte le nazioni che sono sotto il cielo.
All’udire quel suono, si radunò tutta la moltitudine e rimase stupefatta, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua.
Ammirati e stupiti, dicevano: «Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? E come mai noi li sentiamo parlare ciascuno nella nostra lingua natia? Parti, Medi. Elamìti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e dei paesi della Libia, che è intorno a Cirène, pellegrini romani Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, li sentiamo annunziare nella propria lingua le grandezze di Dio».
Tutti erano stupiti e perplessi e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?».
C’era anche chi li scherniva dicendo: «Sono pieni di vino nuovo».

 

21.1 Gesù dopo l’Ascensione ha lasciato un ‘vuoto’, dicendo che l’avrebbe riempito lo Spirito Santo…

Vi confesso una cosa. Dopo tre anni e quattro libri che, insieme a quest’ultimo, ho scritto sui tre sinottici, senza contare i tre libri precedenti sul Vangelo di Giovanni – mi ero talmente abituato a vivere con Gesù, per di più approfondendone il pensiero, che ora, dopo la sua Ascensione, sento come un vuoto terribile nel mio cuore.
Mi manca, e questa Ascensione del capitolo precedente mi lascia un senso di irreparabile distacco.
Non ho più la possibilità di gioire e soffrire con lui se non riandando a leggermi i brani già scritti che rendono però ancora più cocente la sensazione di averlo ormai perduto per sempre.
Lui aveva detto ai suoi di allora che sarebbe stato sempre con noi perché la sua seconda venuta era iniziata con la Resurrezione e non sarebbe terminata che con la fine del mondo, culminando nel Giudizio universale.
Ma io – guardandomi intorno – non vedo Gesù, anzi vedo l’assenza di Dio.
Qualcuno, qualche decennio fa, aveva detto ‘Dio è morto’.
L’Umanità si sta forse davvero addentrando nell’epoca di una nuova Passione nella quale anche noi dobbiamo cominciare a sentire l’abbandono di Dio per rivivere nella nostra carne misticamente la Passione di Gesù Cristo?
Ogni giorno apro i giornali, ogni giorno vedo i telegiornali: sono tutti bollettini di guerra!
Guerra nella società civile dove predominano i conflitti tra fazioni, guerra fra i popoli, per di più all’insegna delle ‘religioni’, guerra di egoismi dove il più forte prevarica sul più debole e dove il ‘buono’ viene fagocitato dal ‘cattivo’.
Crollano gli antichi valori che avevano garantito alla società un minimo di ordine e di sviluppo equilibrato.
Crolla il senso della famiglia, prima cellula della società.
I matrimoni diventano ‘gay’, i figli si fanno in provetta, e come se non bastasse si vorrebbero produrre embrioni – cioè esseri umani in sviluppo - per costituire in un futuro non troppo lontano i pezzi di ricambio per una umanità – di ricchi e ‘fortunati’ - che non accetta la morte e può permettersi il lusso di prolungarsi la vita facendo ‘a pezzi’ quella degli altri.
E per chi non ha voglia di attendere i futuri progressi della scienza e della genetica, la Stampa ci fa conoscere l’orrendo mercato di bambini uccisi nel terzo mondo i cui organi per i trapianti vengono poi venduti nel ricco Occidente.
Viene difeso – con delle leggi - il diritto alla vita degli animali ma nessuno difende il diritto alla vita dell’embrione umano, che pochi credono abbia un’anima, per cui l’aborto viene presentato come un diritto sacrosanto alla libertà delle scelte e della persona, garantito ed incoraggiato persino da talune Organizzazioni delle Nazioni Unite.
L’amore non è più vero amore, e dalle suggestionanti immagini delle televisioni penetrano ogni sera nelle nostre case, nei nostri giovani figli o nipotini, seduzioni di sesso e film di violenza quando non dell’Horror che rappresentano il massimo sprezzo della vita umana.
In Francia, in nome della religione laica dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese, intendono ora vietare i simboli religiosi e – in nome dell’egalitè – vietare sia il ‘chador’ che le studentesse islamiche indossano, sia la croce, la quale non potrà più essere ‘ostentata’ in pubblico, perché potrebbe offendere la ‘sensibilità’ degli ‘altri’ ma semmai tenuta ben nascosta con la sua catenina sotto una camicia, finché a qualcuno non verrà in mente di andare a frugare anche lì, per sapere di che pasta siamo fatti…
E state ben attenti a non dire pubblicamente che condividete questi miei pensieri perché rischiate di sentirvi dire che siete dei cattolici ‘integralisti’ – grande offesa, perché sottintende una mentalità ‘medioevale’ – per non dire  ‘fondamentalisti’, insomma quasi come dei potenziali terroristi ‘islamici’.
Dio è dunque davvero morto o non sarà magari questo il periodo in cui – come profetizzava anche Nostradamus cinquecento anni fa – il Dio della Gran Tribolazione di cui parlava anche l’Apocalisse si appresta a dare agli Angeli delle sette trombe e delle sette coppe l’ordine di versare sulla Terra, divenuta la Gran Babilonia, tutto il loro amaro contenuto?
Attenzione, però, perché anche solo pensando in via di pura ipotesi così, vi potrebbero sempre dire che siete magari un tantino ‘millenaristi’, come certe sette quali i Testimoni di Geova che pensano che siamo agli sgoccioli della fine del mondo, o come se il solo fatto di pensare ad una eventuale  fine del mondo, più o meno imminente, sia – da un punto di vista della ‘religione laica’ - addirittura una pessimistica …bestemmia.
Non siamo però alla fine del mondo, ve l’ho spiegato bene nei capitoli precedenti e, a maggior conforto ricordiamoci che Gesù ci aveva detto che non ci avrebbe mai abbandonato, anzi che ci avrebbe lasciato se stesso nell’Eucarestia.
Ma è dunque a quella che dovremmo rivolgerci per non sentire oggi l’abbandono di Dio?
In effetti l’Eucarestia è come una Medicina: la prendete, la mandate giù, non provate nessuna sensazione particolare, e magari vi domandate – come vi ho già detto esser successo tante volte a Me - se sarà proprio vero che dentro quell’Ostia bianca, che sa un poco come di farina cotta, vi sia proprio Gesù in Carne, Sangue, Anima e Divinità.
Eppure – come una medicina – l’Eucarestia guarisce: lo spirito innanzitutto, se si ha fede.
Certo. Qualcuno ha la possibilità di vivere una più intima unione con Gesù.
I mistici, ad esempio, come la Valtorta.
Non so però se quelli siano veramente dei ‘fortunati’, umanamente parlando.
Gesù ha infatti una ‘brutta’ abitudine: ai suoi amici chiede sempre di aiutarlo a portare la Croce soffrendo un ‘pochino’ anch’essi per la salvezza degli ‘altri’, o magari – per i vigliacchetti come me - accettando di portare più volentieri la propria, ‘offrendola’.
Meglio accontentarsi allora della nostra aurea mediocrità?
Dunque Gesù – con la sua Ascensione - ci ha lasciato perché è andato a prepararci un ‘posto’ e ci ha mandato intanto lo Spirito Santo.
Ma se Gesù, bene o male, lo abbiamo conosciuto, lo Spirito Santo…, beh, quello è un autentico mistero.

 

21.2 Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell’arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino...

Il racconto dei Vangeli dei tre sinottici, Matteo, Marco e Luca, è terminato con l’Ascensione.
Non vi era cenno alla discesa dello Spirito Santo, pur preannunziato da Gesù, ed è allora Luca che colma la ‘lacuna’ parlandone all’inizio dei suoi ‘Atti degli Apostoli’, una sorta di continuazione del suo Vangelo.
E’ solo dopo la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo che si può parlare di effettiva conclusione del ciclo messianico e dell’avvio del nuovo ciclo.
Con il suicidio di Giuda, il traditore deicida, gli apostoli erano rimasti in undici, bisognava dunque reintegrare il posto per completare il gruppo dei ‘dodici’, numero ‘perfetto’, numero anche delle dodici tribù di Israele.
L’onore di diventare apostolo era davvero grande, ma i discepoli potenziali ‘candidati’ ritenevano di essere indegni di tale onore, anche se sospetto che fossero ‘scaramanticamente’ preoccupati di andare ad occupare proprio il posto del Traditore.
Gli apostoli individuano dunque un paio di candidati ma - nel dubbio di chi fosse il più adatto a ricoprire quel ruolo - decidono di giocarsela a dadi.
Non voleva certo essere una cosa irriverente, ma era come dire che affidavano la sorte della scelta del dodicesimo apostolo al giudizio di Dio.
E la buona sorte segna Mattia, che probabilmente deve poi essere finito martire, come tutti gli altri apostoli tranne Giovanni che subì anche lui prigionìa e persecuzioni ma che sembra sia poi morto di vecchiaia, centenario.
Gli apostoli, tornati nuovamente in numero di dodici, erano tutti riuniti nel Cenacolo  che era diventato di fatto la prima Chiesa cristiana.
Con loro c’era anche Maria, che – quale Madre del Redentore - ha il ruolo d’essere anche loro Madre e Guida.
Ecco allora come Maria Valtorta vede in visione lo Spirito Santo:1


640. La discesa dello Spirito Santo. Fine del ciclo messianico.

27 aprile 1947.
Non ci sono voci e rumori nella casa del Cenacolo. Non c'è presenza di discepoli, almeno io non sento nulla che mi autorizzi a dire che in altri ambienti della casa siano raccolte delle persone. Ci sono soltanto la presenza e le voci dei Dodici e di Maria Ss., raccolti nella sala della Cena.
Sembra più ampia la stanza, perché le suppellettili, messe diversamente, lasciano libero tutto il centro della stanza e anche due delle pareti. Contro la terza è spinto il tavolone usato per la Cena, e fra esso e il muro, e anche ai due dei lati più stretti del tavolo, sono messi i sedili-lettucci usati nella Cena e lo sgabello usato da Gesù per la lavanda dei piedi. Però non sono, questi lettucci, messi verticalmente alla tavola, come per la Cena, ma parallelamente, di modo che gli apostoli possono stare seduti senza occuparli tutti, pur lasciando un sedile, l'unico messo verticale rispetto alla tavola, tutto per la Vergine benedetta, che è al centro della tavola, al posto che nella Cena occupava Gesù.
La tavola è nuda di tovaglie e stoviglie, nude le credenze, denudati i muri dei loro ornamenti. Solo il lampadario arde al centro, ma con la sola fiamma centrale accesa; l'altro giro di fiammelle che fanno da corolla al bizzarro lampadario sono spente.
Le finestre sono chiuse e sbarrate dalla pesante sbarra di ferro che le traversa. Ma un raggio di sole si infiltra baldanzoso da un forellino e scende come un ago lungo e sottile sino al pavimento, dove mette un occhiolino di sole.
La Vergine, seduta sola sul suo sedile, ha ai lati, sui lettucci, Pietro e Giovanni: alla destra Pietro, alla sinistra Giovanni.
Mattia, il novello apostolo, è tra Giacomo d'Alfeo e il Taddeo.
Davanti a Lei, la Madonna ha un cofano largo e basso di legno scuro, chiuso. Maria è vestita di azzurro cupo. Ha sui capelli il velo bianco e sopra questo il lembo del suo manto. Gli altri sono tutti a capo scoperto.
Maria legge lentamente a voce alta. Ma, per la poca luce che giunge sin là, io credo che più che leggere Ella ripeta a memoria le parole scritte sul rotolo che Ella tiene spiegato. Gli altri la seguono in silenzio, meditando. Ogni tanto rispondono se ne è il caso.
Maria ha il viso trasfigurato da un sorriso estatico. Chissà cosa vede di così capace da accenderle gli occhi, come due stelle chiare, e da arrossarle le guance d'avorio, come se su Lei si riflettesse una fiamma rosata? E’ veramente la mistica Rosa...
Gli apostoli si sporgono in avanti, stando un poco per sbieco, per vederla in viso mentre così dolcemente sorride e legge, e pare la sua voce un canto d'angelo. E Pietro se ne commuove tanto che due lucciconi gli cascano dagli occhi e per un sentiero di rughe, incise ai lati del suo naso, scendono a perdersi nel cespuglio della barba brizzolata. Ma Giovanni riflette il sorriso verginale e si accende come Lei di amore, mentre segue col suo sguardo ciò che la Vergine legge sul rotolo e, quando le porge un nuovo rotolo, la guarda e le sorride.
La lettura è finita. Cessa la voce di Maria. Cessa il fruscio delle pergamene svolte e avvolte. Maria si raccoglie in orazione segreta, congiungendo le mani sul petto e appoggiando il capo contro il cofano. Gli apostoli la imitano...
Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell'arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino.
Si avvicina, sempre più armonico e più forte, ed empie delle sue vibrazioni la Terra, le propaga e imprime alla casa, alle pareti, alle suppellettili. La fiamma del lampadario, sino allora immobile nella pace della stanza chiusa, palpita come se un vento l'investisse, e le catenelle della lumiera tintinnano vibrando sotto l'onda di suono soprannaturale che le investe.
Gli apostoli alzano il capo sbigottiti e, come quel fragore bellissimo, in cui sono tutte le note più belle che Dio abbia dato ai Cieli e alla Terra, si fa sempre più vicino, alcuni si alzano pronti a fuggire, altri si rannicchiano al suolo coprendosi il capo con le mani e il manto, o battendosi il petto domandando perdono al Signore, altri ancora si stringono a Maria, troppo spaventati per conservare quel ritegno verso la Purissima che hanno sempre.
Solo Giovanni non si spaventa, perché vede la pace luminosa di gioia che si accentua sul volto di Maria, che alza il capo sorridendo ad una cosa nota a Lei sola e che poi scivola in ginocchio aprendo le braccia, e le due ali azzurre del suo manto così aperto si stendono su Pietro e Giovanni, che l'hanno imitata inginocchiandosi.
Ma tutto ciò, che io ho tenuto minuti a descrivere, si è fatto in men di un minuto.
E poi ecco la Luce, il Fuoco, lo Spirito Santo, entrare, con un ultimo fragore melodico, in forma di globo lucentissimo, ardentissimo, nella stanza chiusa, senza che porta o finestra sia mossa, e rimanere librato per un attimo sul capo di Maria, a un tre palmi dalla sua testa, che ora è scoperta, perché Maria, vedendo il Fuoco Paraclito, ha alzato le braccia come per invocarlo e gettato indietro il capo con un grido di gioia, con un sorriso d'amore senza confini. E dopo quell'attimo in cui tutto il Fuoco dello Spirito Santo, tutto l'Amore è raccolto sulla sua Sposa, il Globo Ss. si scinde in tredici fiamme canore e lucentissime, di una luce che nessun paragone terreno può descrivere, e scende a baciare la fronte di ogni apostolo.
Ma la fiamma che scende su Maria non è una lingua di fiamma dritta sulla fronte che bacia, ma è una corona che abbraccia e cinge come un serto il capo verginale, incoronando Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, l'incorruttibile Vergine, la Tutta Bella, l'eterna Amata e l'eterna Fanciulla che nulla cosa può avvilire e in nulla, Colei che il dolore aveva invecchiata ma che è risorta nella gioia della Risurrezione, avendo in comune col Figlio un accentuarsi di bellezza e di freschezza di carni, di sguardi, di vitalità... avendone già un anticipo della bellezza del suo glorioso Corpo assunto al Cielo ad essere il fiore del Paradiso.
Lo Spirito Santo rutila le sue fiamme intorno al capo dell'Amata. Quali parole le dirà? Mistero! Il viso benedetto è trasfigurato di gioia soprannaturale e ride del sorriso dei Serafini, mentre delle lacrime beate sembrano diamanti giù per le gote della Benedetta, percosse come sono dalla luce dello Spirito Santo.
Il Fuoco rimane così per qualche tempo... E poi dilegua...
Della sua discesa resta a ricordo una fragranza che nessun terrestre fiore può sprigionare... Il profumo del Paradiso...
Gli apostoli tornano in loro stessi... Maria resta nella sua estasi. Soltanto si raccoglie le braccia sul petto, chiude gli occhi, abbassa il capo... Continua il suo colloquio con Dio... insensibile a tutto... Nessuno osa turbarla.
Giovanni, accennandola, dice: «E’ l'altare. E sulla sua gloria si è posata la Gloria del Signore ... ».
«Sì. Non turbiamo la sua gioia. Ma andiamo a predicare il Signore e siano manifeste le sue opere e le sue parole fra i popoli» dice Pietro con soprannaturale impulsività.
«Andiamo! Andiamo! Lo Spirito di Dio arde in me» dice Giacomo d'Alfeo.
«E ci sprona ad agire. Tutti. Andiamo ad evangelizzare le genti».
Escono, come fossero spinti o attratti da un vento o da una forza gagliarda...

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Rileggendo però quest’ultima visione di Maria Valtorta, a parte il rombo di tuono, la melodia musicale e le fiammelle, avete capito voi cosa è lo Spirito Santo?

Chi è? Quale è la sua personalità?

Cerco un aiuto sfogliando il Catechismo della Chiesa cattolica, tante citazioni ma non ne vengo a capo.
Ricorro allora alla mia soluzione per i casi estremi, il ‘Dizionario del Cristianesimo’ di Padre Enrico Zoffoli che alla voce Spirito Santo testualmente cita:

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E’ la terza persona della SS. Trinità, la quale, come Amore, procede dal Padre e dal Figlio come unico Principio Spirante. E’ detto anche ‘Dono’, ‘Paraclito’ (= Avvocato), ‘Carità’, ecc. ed ha per simboli la colomba, la lingua di fuoco, la nube, ecc.
Egli, Amore del Figlio e Principio vitale del Corpo Mistico, è ‘mandato’ nell’anima da lui santificata, in quanto riceve nell’amore la soprannaturale energia che la potenzia nella vita della grazia.

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Ora, ditemi la verità, ci avete capito niente? Avete capito Chi è e Quale è la personalità dello Spirito Santo?
Dicono che bisogna amarlo, ma per amare qualcuno bisogna almeno conoscerlo, ma non astrattamente, dico conoscerlo in concreto.
Sapreste mai amare, voi donne o uomini che leggete in questo momento, un uomo o una donna che qualcuno vi descrivesse in misure e colore,  dicendovi che ha anche due gambe, due braccia, una bocca, due orecchie, un naso e magari anche degli occhi belli?
Neanche a chi decide di sposarsi per corrispondenza sarebbe sufficiente, perché quella che ci interessa è soprattutto la sua personalità.
Come si fa ad amare un Dio come lo Spirito Santo se non riusciamo prima a stabilire con lui un minimo di conversazione, che so…, un rapporto più ‘umano’?
Gesù – l’ho già detto – attraverso i Vangeli lo conosciamo bene, perché oltretutto si era fatto uomo.
Il Padre molto meno, ma potremo anche fidarci di Gesù che una volta ci aveva detto che oltre che Padre suo era anche Padre nostro, ed infatti ci aveva anche insegnato la Preghiera, e che chi conosceva Lui, cioè Gesù, conosceva anche il Padre suo.
Ma lo Spirito Santo?
Gesù lo aveva annunciato più volte, ma quanto al presentarcelo per farcelo conoscere meglio, neanche parlarne.
Forse perché diceva anche che sarebbe stato Lui – lo Spirito Santo – a farci capire ogni cosa di quelle che Gesù aveva detto.

 

21.3 Il mio difficile ‘rapporto’ con lo Spirito Santo.

Vi confesso di aver sempre avuto una gran paura dello Spirito Santo.
E’ sempre stato l’oggetto misterioso.
Quando vi presentano qualcuno ma voi non riuscite ad inquadrarlo bene, come il sapere chi è, che mestiere fa, ecc. non vi sembra di restare sempre un poco sulla difensiva?
Chi è, che ‘mestiere’ fa – allora – lo Spirito Santo?
Dicono che porti con sé un sacco di doni, sette per la regola.
Ma al tempo dell’antica Grecia c’era il detto latino ‘Time Danaos, et dona ferentes’, vale a dire ‘Attento ai Greci, specie se portano doni’.
Forse c’era un riferimento al famoso cavallo che essi avevano lasciato in dono di morte davanti alle mura inespugnabili della città di Troia, il che però non è certamente il caso dello Spirito Santo che tutt’al più espugna la nostra anima per darle la Vita.
A proposito di ‘espugnazione’, qui nel Cenacolo lo abbiamo visto entrare a porte chiuse con un rombo armonico di tuono e posarsi sulle teste sotto forma di fiammelle.
Al Giordano, lo Spirito Santo si era fatto vedere sotto forma di colomba sulla testa di Gesù, per far capire al Battista che quello che lui stava battezzando era il Messia.
Glielo aveva fatto capire dicendoglielo? Niente affatto, lo Spirito Santo è sempre zitto-zitto, non lo senti mai, ma Lui trova sempre il modo di farsi capire, perché ti sussurra nella mente al punto che tu ti convinci di essere tu a pensare quelle cose.
Ecco perché Gesù aveva detto più volte agli apostoli: ‘Dopo di Me verrà Uno che vi farà capire tutte le cose…’.
Non erano in realtà loro a capirle, ma era Lui che era tanto bravo da lasciargli credere – dopo avergliele silenziosamente suggerite – di averle capite da soli…
Lo Spirito Santo dunque opera misteriosamente e – meraviglia! – senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo. Se poi mostriamo di volergli essere amici, allora si sistema persino nel nostro ‘cuore’, cioè nella nostra anima.
Racconta la Genesi che ‘In principio Dio creò il Cielo e la terra. La terra era deserta e vuota; le tenebre ricoprivano l’abisso e sulle acque aleggiava lo Spirito di Dio…’.
Eccolo qui di nuovo, Lui come al solito non parla, ma in compenso ‘aleggia’…, come un Vento leggero.
E cosa ha poi fatto Lui, sempre zitto-zitto?
La Creazione!
Ma come?! Non ha detto San Giovanni nel Prologo del suo Vangelo che a far tutte le cose è stato il Verbo?
Certo! Ma voi, al volante della vostra auto, sapreste mai farla camminare se non faceste ricorso ad una fonte energetica, cioè alla benzina?
Ebbene, io mi immagino lo Spirito Santo, come la Benzina del motore della Creazione, ma anche del motore dell’anima.
La benzina però è solo un ‘mezzo’, lo Spirito Santo è invece una persona, la terza Persona della Trinità, una Persona che decide e agisce  anche autonomamente.
La Trinità! Altro mistero…
Mi sarebbe sempre piaciuto conoscere meglio questo misterioso ‘rapporto’ che lega le Tre Persone, ma per quanto mi sia sforzato non vi sono mai riuscito.
Una volta però, circa sette anni fa, la ‘Luce’ del mio ‘Subconscio Creativo’ mi aveva detto: 2

Luce:
La Trinità. Quale mistero ineffabile. Ineffabile perché ‘non si può dire’, ineffabile perché è un Segreto di Grazia: Tre Persone in Una, un Dio solo in Tre Persone.
Non è un gioco di parole, ma una Verità.
Invano voi uomini vi affannate a scoprire il significato dell'arcano segreto. Mente umana non può concepire.
Non riuscite a comprendere l'immensità dell'universo. Intuite, ma non riuscite a comprendere appieno, l'intima struttura della materia e pretendereste di capire l'immensità e l'intima struttura di Dio?
Per questo, attraverso i miei profeti, attraverso mio Figlio mandato in mezzo a voi, ho voluto spiegarvi che Io sono ‘Padre’, che mio Figlio è 'Figlio', e che lo Spirito Santo è 'Amore' che ci unisce.
Questo, ed è già tanto, è sufficiente a farvi capire l'essenziale della vostra e della mia natura: voi siete ‘figli’, Io vi sono Padre.
Ecco perché dovete riposare fiduciosi nel mio seno. Non è solo il seno di un Dio, di Dio, è soprattutto il seno di vostro Padre, quello celeste, quello vero, il Padre della vostra anima, quella che sopravvive eterna, ché il padre terreno, pur nella nobiltà del compito che ha, compito non sempre bene assolto, è uno strumento, strumento della mia volontà di avere tanti figli spirituali da amare.
Ricordati sempre, nella vita, di avere un Padre. Ricordati sempre di chiamarmi. Posso resistere al richiamo di un figlio che mi invoca? Troppe volte ti dimentichi del Padre, che ti tiene in braccio.
Non farti di Me un'immagine austera, severa, lontana, inaccessibile, terribile nella sua Maestà. Pensa, di Me, al 'Padre', ché Padre migliore non v'è.

Era però sempre il ruolo dello Spirito Santo nella Trinità quello che mi metteva a disagio, e allora quella mia solita ‘Luce’ aggiunse…:

Luce:
Cerchiamo di mettere a fuoco un concetto: il rapporto fra Padre, Figlio e Spirito Santo, affinché - a titolo di esempio - tu lo possa far capire meglio agli altri.
E’ sempre lo Spirito Santo l'Autore di ogni insegnamento divino, anche quando 'parla' Gesù che è la Parola del Pensiero del Padre che parla a mezzo dello Spirito Santo. Ma lo Spirito Santo - attento! - è mezzo ma non un 'mezzo', cioè uno 'strumento' del Padre, perché lo Spirito Santo è Dio, come il Padre, come il Figlio, ed è Dio in unità con Padre e Figlio, perché Dio è Uno ma Trino nelle Persone come un 'poliedro' con tre facce triangolari uguali: le facce sono tre, come le Persone della Divinità. Il poliedro, cioè Dio, è uno. Capito meglio? E a chi per cultura razionalista o per propensione filosofica preferisce un altro approccio – diciamo filosofico-cosmico - potrai dire, potrai 'spiegare', con il concetto di certe filosofie orientali a mo' di paragone, che la 'Trinità' possono provare ad immaginarla come Pensiero Potente del Padre, che attraverso l'Energia Intelligente dello Spirito - che è mezzo ma non strumento - si 'realizza' attraverso la 'Creazione', che è la Parola del Figlio. Il Padre dunque esprime il suo Pensiero attraverso il Figlio, che è Parola, per mezzo dello Spirito che non è però un 'mezzo', cioè uno strumento, ma è Dio. E’ cioè la Persona della Divinità che ha il compito di illuminare le menti, oltre che di 'creare' la Creazione. Comunque sia, tu, uomo finito', non potrai mai capire con la tua mente l'Infinità di Dio - che non devi dunque 'capire ma 'sentire', cioè amare - ma tanto ti basti, a te e agli altri, per 'avvicinarti' psicologicamente a questo mistero. Ricordati comunque, sempre, che Dio è puro Spirito e che qualsiasi raffigurazione l'uomo ne faccia non sarà mai simile alla realtà.

  

21.4 Ecco, tu dirai questa preghiera ed Io ogni volta verrò.

Poiché però la ‘Luce’ mi aveva mortificato ricordandomi la mia ‘finitezza’ decisi di mettermi il cuore in pace e di rinunciare – non potendolo conoscere meglio -  alla amicizia con lo Spirito Santo.
Ciò anche perché Isaia – alludendo alla futura venuta del Redentore, Figlio di Dio – aveva profetato: «E sopra di lui riposerà lo Spirito del Signore, spirito di Sapienza e di Intelletto, spirito di Consiglio e di Fortezza, spirito di Scienza e di Pietà…’ (Is 11, 2).
Tutte cose da spaventare un santo, figuriamoci un razionalista come me, anche perché – se prendete in mano un buon libro di teologia, come avevo avuto io l’idea di fare una volta – e poi andate a curiosare cosa siano e cosa comportino quegli attributi ed i doni che lo Spirito Santo può dare agli uomini, vi viene una paura da morire: è lo snaturamento completo del nostro Io.
Vero è che il nostro attuale Io è il prodotto degenere del Peccato originale.
Prima del Peccato originale era l’Anima spirituale che dominava l’io animale.
Dopo fu l’io animale a dominare l’anima spirituale.
Non è che io mi senta ‘animalista’, ma in fin dei conti al mio ‘Io’, anche se ha qualche difettuccio, mi ci sono abituato, ci convivo non male, anzi mi è perfino simpatico con certe sue idee maliziose e divertenti, con certe stravaganze, con quello spirito libertario insofferente alle regole ed ai rimbrotti dell’anima spirituale – chiamatela anche ‘voce della coscienza’ - che gli ricorda talvolta un pochino pedantemente tutti quei suoi ‘doveri’.
Ebbene avevo praticamente rinunciato allo Spirito Santo perché sapevo che non sarebbe potuto andare d’accordo con il mio Io, o viceversa.
Appunto sette anni fa – come già vi ho detto – mi era venuta l’idea di scrivere un libro, quel ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ che vi ho più volte citato nelle note di richiamo in alcuni di questi capitoli.
Dopo anni di studio sull’Opera della Valtorta, avevo persino rinunciato alla mia attività professionale per ritirarmi in campagna, dedicarmi alla vita agricola e soprattutto alla… meditazione.
Doveva essere un libro solo, e anzi ero convinto che nessuno me lo avrebbe mai pubblicato.
Avevo però degli amici che – nella speranza di convertirmi – non facevano che ripetermi: ‘Chiedi aiuto allo Spirito Santo…, chiedi aiuto…, chiedi aiuto!’.
Ma ve lo immaginate uno come me, razionalista e per di più con quelle fobie sui doni dello Spirito di cui vi ho parlato, chiedergli aiuto per scrivere?
Al massimo avrei chiesto aiuto all’Angelo Custode. E così feci.
E fu allora che un giorno…:3

Luce:
Vieni o Spirito Santo, vieni.
Creatore del Cielo e della Terra,
Santissimo Dio che mi illumini,
Datore di ogni Bontà,
Forgiatore delle anime e delle coscienze,
Spirito di Amore,
Dolcezza infinita,
Fuoco che brucia e arde sull'Altare del Signore,
Acqua che disseti,
Forza che rigeneri,
Vita che alimenti l'anima,
Vieni, Spirito Santo, vieni.

Ecco, tu dirai questa preghiera ed Io ogni volta verrò.
Non temere, non temermi. Io sono Amore e mai farei di te qualcosa che tu non voglia sia fatto. Io sono Dolcezza e Abbandono e desidero che tu ti abbandoni nelle mie braccia, nella mia Luce affinché Io possa trasformarti lasciandoti qual sei. Io non violento la personalità, ma la esalto, valorizzandola agli occhi di Dio. Non temere, dunque. Non mi tenere fuori dalla tua porta, la porta del cuore. Aprila e vedrai che Io entrerò in punta di piedi e non mi farò neanche sentire, come si fa quando qualcuno dorme e non deve essere svegliato. Ma tu in realtà vivrai in Me ed Io vivrò in te, solo che tu apra quella porta che ora hai socchiuso tenendola ferma con il piede. Lascia che la Luce entri da quella fessura e vedrai che stanza luminosa diventerà la tua anima. E allora rilassati. Abbandonati e non pensare a niente, sapendo, essendo certo, che non farò niente che tu - anche in maniera inespressa - non voglia. Ma chiamami: 'Vieni, Spirito Santo, Creatore del Cielo e della Terra...'.

 

21.5 Ecco, o voi che cercate di conoscere anche più che necessario non sia, chi è Quello che può darvi questa conoscenza da voi cercata.

Beh, ci credereste? Lui – che è Dio - aveva preso l’iniziativa di rompere per primo il ‘ghiaccio’.
Forse il merito è stato del mio Angelo custode che certamente ha saputo pregare per me meglio di me.
A forza di dire però quella preghiera, quando mi sedevo di fronte alla tastiera del computer domandandomi cosa mai avrei potuto scrivere quel giorno, di libri - compreso questo – ne ho scritto undici, per ora.
Sarà stato lo Spirito Santo o piuttosto la mia grafomania?

Ma ecco cosa dice invece di Sé lo Spirito Santo a Maria Valtorta - che, con Lui, Lei sì proprio ci conviveva - a commento di un brano di Isaia:

10 - 1 - 44.
Isaia Cap. 45 v. 11-16-18-19.21-23.
Dice lo Spirito di Dio:
« Non manchi a chiamarti la parola di Colui che è Sapienza e Amore di Dio, Colui che si effonde da eternità ad eternità su tutto quanto è per santificarlo a Dio, Colui che ha presieduto con la sua forza a tutte le opere della Trinità nostra e che non è estraneo a tutto ciò che è santo nel tempo e nell'eternità, perché lo sono il Santificatore, Quello che col suo settemplice dono vi santifica e a Dio vi porta  facendovelo conoscere nei suoi voleri sulla Terra e nella sua gloria in Cielo.
Io sono la Sapienza di Dio. Sono Colui che la Seconda Persona della nostra Triade santissima chiama " Maestro di ogni vero, Colui che non vi parlerà da Se stesso, ma dirà tutto quello che ha udito e vi annunzierà l'avvenire " .
Ecco, o voi che cercate di conoscere anche più che necessario non sia, chi è Quello che può darvi questa conoscenza da voi cercata.
Io sono. Io, Luce della Luce, Io, Spirito dello Spirito, Io, Intelligenza dell'Intelligenza, sono il custode, il depositario di tutte le verità passate, presenti, avvenire, il conoscitore di tutti i decreti di Dio, l'amministratore delle sue luci agli uomini.
lo sono Quello, che, non assente col suo consiglio alle opere del Creatore, che non assente al decreto della Redenzione, neppure è assente presso voi per consigliarvi, e con dolcezza d'amore guidarvi nel rendere atto compiuto le volontà che il Padre vi propone.
Io sono più ancora. Sono l'Amore che vi ispira ciò che è atto a darvi l'abbraccio di Dio e per sentiero di santità vi porta sul suo seno.
Come nutrice pietosa, Io piglio la vostra incapacità di neonati alla Vita e vi educo e allevo. Tenendovi fra le mie braccia, vi do calore per farvi assimilare il latte dolcissimo della Parola di Dio onde divenga in voi vita.
Di Me stesso vi faccio scudo contro i pericoli del mondo e di Satana perché l'Amore è forza che salva. Io vi guido e sorreggo e come maestro di amorosa pazienza vi istruisco.
Faccio di voi, pesanti e tardi, pusillanimi e deboli, degli eroi e degli atleti di Dio.
Faccio di voi, poveri spirituali, dei re dello spirito, poiché il vostro spirito lo copro coi miei splendori divini e lo pongo su un trono che più grande non vi è, poiché il mio è trono di santità eterna.
Ma per conoscermi occorre non avere idolatria in cuore. Occorre credere a ciò che Io ho santificato. Credere alle verità che Io ho illuminato. Occorre abbandonare l'errore. Occorre cercare Dio là dove Egli è. Non dove vi è il Nemico di Dio e dell'uomo.
Volete conoscere la Verità? Oh! venite a Me! Io solo ve la posso dire. E ve la dico nel modo che la mia bontà sa a voi confacente, per non turbare la vostra debolezza d'uomini e la vostra relatività.
Perché amate ciò che è contorto, complicato, tenebroso? Amate Me che sono semplice, lineare, luminoso; Me che sono gioia di Dio e dello spirito.
Volete conoscere il futuro dello spirito? Ed Io ve lo insegno parlandovi di una eternità che vi attende in una beatitudine che per voi è inconcepibile, nella quale, dopo questa ora di sosta, unica sosta sulla Terra, riposerete in Dio di tutte le fatiche, di tutti i dolori, dimenticherete il dolore perché la Gioia sarà vostro possesso; e se anche l'Amore, che mai come in Cielo è vivo, vi darà palpiti per i dolori dei viventi, non sarà pietà che vi darà dolore, ma solo amore attivo che sarà pur esso gioia.
Volete conoscere le perfezioni del Creatore nelle cose, i misteri della creazione? Io ve li posso dire, lo che, Sapienza, "uscii primo dalla bocca di Dio, primogenita avanti tutte le creature ", Io che sono in tutto quanto è, perché tutto porta sigillo d'amore ed Io sono Amore.
Il mio Essere si estende su tutto l'Universo; la mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le valli, l'erbe, gli animali; la mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell'Alto, educa alla ricerca di Dio; la mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.
Attiro a Me i giusti della Terra, e anche ai retti non conoscitori del Dio vero dò riflessi di questo santo Dio vostro, per cui un rivo di Verità è in tutte le religioni rivelate, messo da Me che son Colui che irriga e feconda.
Io, poi, come possente zampillo di sorgente eterna, trabocco da ogni lato della Cattolica Chiesa di Cristo, e con la Grazia, coi sette doni e coi sette sacramenti, faccio, dei cattolici fedeli, dei servi del Signore, degli eletti al Regno, dei figli di Dio, dei fratelli del Cristo, degli dèi la cui sorte è così infinitamente sublime che merita qualunque sacrificio per possederla.
Volgetevi a Me. Saprete, conoscerete e sarete salvi perché conoscerete la Verità. Staccatevi, staccatevi dall'errore che non vi dà gioia e pace. Curvate il ginocchio davanti al Dio vero. Al Dio che ha parlato sul Sinai e che ha evangelizzato in Palestina. Al Dio che vi parla attraverso la Chiesa da Me, Spirito di Dio, fatta Maestra.
Non vi è altro Dio all'infuori di Noi: Uno e Trino. Non vi è altra Religione che la nostra secolare. Non vi è altro futuro, sulla Terra ed oltre, fuor di quello che vi dicono i Libri santi. Tutto il resto è Menzogna destinata ad essere svergognata da Colui che è Giustizia e Verità.
Chiedete a Noi - Potenza, Parola e Sapienza - la luce acciò non camminiate più oltre su torti sentieri di morte, ma possiate venire anche voi, erranti, nella via sulla quale trovarono salvezza quelli che per la loro umile, sapiente, santa fede, piacquero a Dio che ne fece i suoi santi».

 

21.6 L’Opera è finita

Ora, dello Spirito Santo, potete dire di conoscere quasi tutto, potete tranquillamente chiamarlo anche voi e le sue parole sono un degno commento conclusivo a quella silente visione valtortiana dove l’unico segno della sua Presenza era stata quella celeste Fiammella e Armonia.
Possiamo dunque anche noi concludere l’opera composta da questi nostri quattro volumetti sui “Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni” con le stesse parole di commento del Gesù valtortiano alla visione della discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo:

Dice Gesù:
«L'Opera è finita. E con la sua fine, con la discesa dello Spirito Santo, si conclude il ciclo messianico, che la mia Sapienza ha illuminato dal suo albore: il Concepimento immacolato di Maria, al suo tramonto: la discesa dello Spirito Santo.
Tutto il ciclo messianico è opera dello Spirito d'Amore, per chi sa ben vedere. Giusto, dunque, iniziarlo col mistero dell'immacolato Concepimento della Sposa dell'Amore e concluderlo con il sigillo di Fuoco Paraclito sulla Chiesa di Cristo.                    
Le opere manifeste di Dio, dell'Amore di Dio, hanno fine con la Pentecoste.
Da allora in poi continua l'intimo, misterioso operare di Dio nei suoi fedeli, uniti nel Nome di Gesù nella Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana; e la Chiesa, ossia l'adunanza dei fedeli - pastori, pecore e agnelli – può procedere e non errare per la spirituale, continua operazione dell'Amore, Teologo dei teologi, Colui che forma i veri teologi, che sono coloro che sono persi in Dio ed hanno Dio in loro – la vita di Dio in loro per la direzione dello Spirito di Dio che li conduce - che sono coloro che veramente sono "figli di Dio" secondo il concetto di Paolo.
E al termine dell'Opera devo mettere ancora una volta il lamento messo alla fine di ogni anno evangelico, e nel mio dolore di veder spregiato il dono mio vi dico: "Non avrete altro, poiché non avete saputo accogliere questo che vi ho dato".
E dico anche ciò che vi feci dire per richiamarvi sulla via retta nella passata estate: ‘Non mi vedrete finché non venga il giorno nel quale diciate: 'Benedetto colui che viene in nome del Signore’.

Fine


1 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X - Cap. 640 – Centro Ed. Valtortiano

2 G.L.; ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 51 – Ed. Segno, 1997

3 G.L. ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 52 – Ed. Segno, 1997

4 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’  - Vol. X – Cap. 640.7/8 – Centro Ed. Valtortiano