18. L’acqua battesimale vi rende ‘cristiani’ e vi dà la Grazia, ma è la fedeltà alla Grazia – nel seguire la Legge – che vi mantiene cristiani, non soltanto di nome ma di fatto.
18.1 La Colpa, il frutto della Colpa e… l’ipoteca.
Nel capitolo precedente abbiamo parlato della natura del Peccato originale dove il termine ‘colpa d’origine’ e ‘peccato originale’ sono stati utilizzati come sinonimi, cioè come due termini con analogo significato atto ad indicare quel lontano evento delle origini dell’Umanità che modificò la nostra sorte ed il rapporto con Dio.
Ma Colpa d’origine e Peccato d’origine sono davvero la stessa cosa?
A questo proposito ricordo una spiegazione che mi aveva dato quella 'Luce' del mio Subconscio creativo della quale vi ho già parlato e che è sempre in agguato per fornire al mio Io-cosciente le risposte alle domande più intime che a volte mi rivolgo.
Tanto per cambiare, anche allora stavo riflettendo su una visione di Maria Valtorta.
Dai dialoghi si comprendeva che la Madonna, con il suo ‘sì’ umile di ubbidienza alla richiesta di Dio portatagli dall’Arcangelo Gabriele (un ‘sì’ che Lei – per via di quel discorso che abbiamo fatto sulle ‘reminescenze’ – presagiva le avrebbe portato un sacco di dolori…), aveva annullato la disubbidienza di Eva.
Riflettevo e mi sembrava strano che vi fosse spiegato che la Colpa – anziché lavata dal Sangue di Gesù, come si sente dire – fosse stata annullata dalla ubbidienza di Maria.
Ma non era stato Gesù Cristo a levare o lavare la Colpa con quel suo Sacrificio in croce?
E la Luce del mio Subconscio creativo così mi aveva spiegato:
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Luce:
Il frutto della Colpa! Si dice, comunemente, che la mia Redenzione levò la Colpa, levò il frutto della Colpa, cioè il peccato, il Peccato.
Ma, come la Colpa nacque a seguito della Disobbedienza di Eva - e con la Colpa il Peccato primo, e quelli successivi - con l'Ubbidienza di Maria fu lavata e cancellata la Colpa prima, venendo - con la Redenzione da me operata - riscattati i peccati dei primi due e di tutti i successivi affinché - con la buona volontà - potessero sperare di tornare al Padre senza rimanere, i migliori, nel Limbo.
Quindi la Colpa cancellata fu dalla Madre mia. Il frutto della Colpa: il Peccato, riscattato fu da Me.
Questo devi capire. Questo devi capire per comprendere quanto sia stato grande il ruolo della vera Eva, la seconda, l'Ancella di Dio, quella che, non regina del Paradiso terrestre, non 'dominatrice' sulla Terra, aveva saputo, aveva voluto essere serva e dominata dall'Amore del suo Signore.
Mai abbastanza sarà compreso il ruolo della Madre mia, seconda - senza saperlo - dopo Dio.
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Ma io – anche dopo questa spiegazione - non riuscivo a far quadrare i miei conti.
Dunque, se Maria levò o lavò Lei la Colpa, e non Gesù - che invece 'riscattò' il frutto della Colpa, cioè il Peccato, con il suo incarnarsi per sacrificarsi - come è mai possibile che Lei avesse tolto la Colpa prima ancora che Lui si sacrificasse sulla Croce, 33 anni dopo?
I conti non mi tornavano perché sembrava che Lei avesse lavato la Colpa prima ancora che Lui avesse 'riscattato' il Peccato. Mi pareva un controsenso…
E la ‘Luce’- non senza un filino di ironia finale unita ad una non comune conoscenza sulle modalità di emissione delle cambiali bancarie – aggiungeva ancora:
E' come se tu avessi avuto un'ipoteca con il Signore...
Quando hai un'ipoteca devi:
. pagare, cioè riscattarla
. cancellarla dagli 'Atti'
Maria e Gesù 'operarono' insieme'. Maria cancellò 'in anticipo' quel che Gesù avrebbe 'riscattato', pagando di persona, 'dopo'.
Ma in realtà, nello stesso momento in cui Maria disse il grande 'Sì', il Figlio si incarnò. E cancellazione e riscatto furono contestuali anche se il ... 'pagamento' fu 'cambializzato' nel tempo... 33 anni dopo.
18.2 La Colpa d’origine sarà cancellata nei credenti in Me…
Ma, dimenticando questo intermezzo della mia ‘Luce’, io vi invito ora a meditare ancora un attimo quell’ultimo dialogo fra Gesù e Sintica che ci lascia intuire delle altre verità.
Lei, dopo avergli detto di aver capito che la Colpa d’origine sarebbe stata annullata dalla Redenzione, poi aggiunge: « Credo di non essere in errore dicendo che sarà annullata non per tutti ma solo per coloro che crederanno in Te ».
E Gesù risponde: « E’ vero ».
Poco dopo è Gesù che - continuando il colloquio e per fare comprendere le conseguenze della Colpa d’origine – ribadisce: ‘la Colpa d’origine sarà cancellata nei credenti in Me. Ma lo spirito conserverà una tendenza al peccato che senza la colpa originale non avrebbe avuto’.
Ora qui dobbiamo ragionarci sopra insieme.
Avevo spiegato in uno dei capitoli precedenti che San Paolo aveva scritto che la realtà psicosomatica dell’uomo è costituita da spirito, anima e corpo.
Avevo anche spiegato – per farvi capire che anima e spirito non sono la stessa cosa – che per anima propriamente detta si deve intendere quella ‘animale’, cioè quel principio vitale ed intelligente, anche se misterioso, che consente ad un animale, dal meno evoluto al più evoluto, di sopravvivere e riprodursi per realizzare le finalità specifiche che gli sono state affidate dalla Creazione.
L’uomo - in quanto animale, con il suo livello di intelligenza e di autocoscienza - è posto al vertice della scala gerarchica animale.
Ma in più l’uomo ha lo spirito, che lo differenzia da qualsiasi altro animale, e cioè un ‘quid’ squisitamente spirituale, quello che noi chiamiamo ‘anima’ ma che non va confuso con l’anima animale, quid che viene creato da Dio ogni qualvolta un essere umano viene concepito.
Dio lo infonde nell’embrione umano che da quel momento - oltre a possedere l’anima-animale (cioè il ‘principio vivente e intelligente’ frutto dell’atto fecondativo dei genitori principio che, con le dovute differenze di qualità, hanno come già detto anche gli altri ‘animali’) - beneficerà anche del dono di quella spirituale.
Mentre però alla morte del corpo l’anima animale si dissolve nel nulla, l’anima spirituale sopravvive, perché - più che ‘anima’ - essa è spirito che è stato creato da Dio immortale come quello, ancora più puro, degli angeli.
Redenzione significa liberazione di un popolo dalla schiavitù, in questo caso dalla schiavitù del Demonio e del peccato.
Con questo termine si intende il riscatto del genere umano operato da Gesù Cristo.
L’uomo, grazie alla Redenzione, viene riammesso all’ingresso nel Regno dei Cieli ma nel Regno dei Cieli si entra solamente quando si è privi del Peccato originale o , meglio, quando si è privi delle conseguenze del Peccato originale, vale a dire privi di quella ‘natura di peccato’ assunta a causa e come conseguenza del Peccato primo.
Il Verbo – per operare la Redenzione, cioè per riscattare l’uomo e farlo riammettere dal Padre nel Regno dei Cieli – si è incarnato per insegnare con voce d’uomo all’uomo, il quale se ne era dimenticato, che egli non era un ‘animale’ come gli altri, perché la sua vera natura, la sua ‘essenza’, era invece spirituale.
L’uomo è quindi uno spirito incarnato che come spirito vivrà in eterno, beato o dannato a seconda di come si è condotto in vita.
La dottrina cristiana, applicata coerentemente, non è facile da mettere in pratica perché comporta una dura vita di combattimento contro gli istinti tendenti al male della nostra ‘personalità di peccato’.
A coloro che però accettano con buona volontà di farsi cristiani comportandosi in maniera coerente, il Dio-Verbo-Gesù – prima di ascendere al Cielo - ha lasciato degli aiuti, dei doni che renderanno loro più agevole il cammino: i sette sacramenti, fra i quali il primo è il Battesimo che fa ‘cristiani’.
E’ questo sacramento quello che – per un atto di volontà divina che carica di significato concreto e spirituale l’acqua battesimale, che di per sé in quanto acqua non avrebbe alcun valore particolare – consente agli uomini la liberazione dal Peccato originale, e dei peccati che ne sono conseguenza, rigenerandoli come ‘figli di Dio’.
Il Sacramento del Battesimo ha il potere conferitogli da Dio di cancellare i peccati e rendere l’anima pura così da consentirle l’ingresso in Paradiso.
E’ il battesimo che rende cristiani, cioè credenti in Cristo’, ed è a questa peculiarità che Sintica si riferisce quando dice a Gesù di aver appreso dai suoi insegnamenti precedenti che la Colpa d’origine viene annullata dalla Redenzione e che detta Colpa non sarà annullata per tutti gli uomini ma solo per ‘i credenti in Cristo’.
I ‘credenti in Cristo’ non sono altro che i battezzati, cioè i ‘cristiani’.
Ma se è vero che la Redenzione riscatta l’uomo e gli riapre le porte del Paradiso, è anche vero che l’uomo deve da parte sua meritarselo e guadagnarselo combattendo contro la tendenza al male della propria natura rovinata dal Peccato d’origine.
E’ come se il Signore di tutti gli uomini – in un momento di gravissima crisi sociale e occupazionale in cui si rischia di morire di fame – dicesse loro: ‘Io vi offro un posto sicuro che vi darà da vivere, ma voi ve lo dovete guadagnare faticando, perché altrimenti perdete il posto e siete perduti’.
So che i nostri Sindacati potrebbero avere molto da ridire su questa logica…’padronale’: sarebbe infatti molto meglio avere il posto gratis e mantenerlo senza faticare…
Questo ‘lavoro’, e cioè questo ‘combattimento spirituale’ contro il proprio io, sarà però quello che – dopo una sosta nel Limbo che è attesa ma anche purificazione – farà guadagnare all’uomo ‘giusto’, alla fine del Tempo, il premio di una vita eterna…beata.
Ma se quell’uomo decidesse non solo di comportarsi da ‘giusto’ ma addirittura da giusto cristiano, cioè seguace della dottrina di Cristo che è dottrina faticosa che dura tutta la vita, dottrina di perfezione spirituale e di ascesi, ecco per esso il dono del Battesimo che lo rende ‘cristiano’ e lo aiuta perché lo libera subito dal Peccato facendolo puro come un innocente di due mesi.
Il suo spirito non dovrà più aspettare la fine del Tempo per andare in Paradiso, ma potrà farlo subito dopo la morte del corpo.
Se l’uomo appena battezzato morisse in quell’istante – mi dico – troverebbe davanti a sé – mondato da ogni peccato - le porte del Paradiso spalancate.
Quello del Battesimo – come avevo una volta già spiegato, ma è bene ribadirlo - non è però un privilegio dato ai ‘cristiani’ ma un dono spirituale che viene messo a disposizione di tutti gli uomini.
Gesù, il Verbo – completata la sua missione in terra – lo ha voluto lasciare per stimolare tutti i giusti-non cristiani a farsi giusti-cristiani, per poter beneficiare da subito dopo la morte fisica, quali suoi seguaci ed imitatori, della gloria in Cielo.
Il battesimo cancella dunque nell’uomo la Macchia del Peccato originale.
L’uomo rigenerato tuttavia - come certi pneumatici d’auto ‘ricoperti’ che potete trovare dai gommisti quando volete risparmiare - non sarà più perfetto come quello originale che era stato appena sfornato dalla ‘Fabbrica’ divina.
Egli rimarrà spiritualmente più debole, maggiormente soggetto ad incidenti di percorso.
Riepilogando, alla luce dell’Opera valtortiana:
- la Redenzione opera per tutti gli uomini di qualsiasi religione e razza.
- I ‘giusti non cristiani’ - cioè gli uomini di buona volontà che avranno seguito senza alcun insegnamento cristiano la legge naturale incisa da Dio nel loro cuore e che avranno seguito in buona fede la loro religione creduta giusta - alla fine del Tempo, quando ci sarà il Giudizio universale, entreranno in Paradiso. Per dirla con le parole dello Spirito Santo che parlava a Maria Valtorta nel Cap. 2 di questo nostro libro ‘…sarà la folla immensa... di ogni nazione, tribù, popolo, linguaggio, sulla quale, nell'ultimo giorno, per i meriti infiniti del Cristo immolato sino all'estrema stilla di sangue e di umore, verrà impresso il sigillo del Dio vivo a salvezza e premio prima dell'estremo inappellabile giudizio. La loro virtù, la loro spontanea ubbidienza alla legge di virtù, li avrà battezzati senza altro battesimo, consacrati senza altro crisma che i meriti infiniti del Salvatore. Il Limbo non sarà più dimora dei giusti. Così come la sera del Venerdì Santo esso si svuotò dei suoi giusti, perché il Sangue versato dal Redentore li aveva detersi dalla macchia d'origine, così alla sera del Tempo i meriti del Cristo trionfante su ogni nemico li assolverà dal non essere stati del suo gregge per ferma fede di essere nella religione giusta, e li premierà della virtù esercitata in vita. E se così non fosse, Dio farebbe frode a questi giusti che si dettero legge di giustizia e difesero la giustizia e la virtù. E Dio non defrauda mai. Lungo talora a compiersi, ma sempre certo il suo premio...’.
- I cristiani – che avendo avuto la sorte di nascere o di farsi cristiani, avranno poi voluto vivere da autentici cristiani – avranno il dono di poter andare in Paradiso subito dopo morti, ma se non avranno voluto apprezzare l’opportunità di perfezionamento spirituale e morale loro offerta da Dio subiranno invece il contrappasso di dover prima molto soffrire in Purgatorio per purificarsi ed espiare per i doni divini mal corrisposti.
- Sia i giusti-cristiani che i giusti-non cristiani - dopo la morte, in Paradiso – non avranno corpo ma saranno ‘entità psichiche’, una sorta di ‘scintilla’ spirituale. Alla fine del Tempo tuttavia – e cioè al Giudizio universale – essi si rivestiranno ad un comando divino dei loro corpi, corpi che saranno tuttavia ‘glorificati’ come quello di Gesù risorto, cioè non più soggetti alle leggi della materia.
18.3 Ma allora, se è il Battesimo che leva la Colpa d’origine, basta il Battesimo per salvarci…?
Ora vi faccio una confidenza.
Mio padre era sempre stato molto ‘laico’ e molto ‘agnostico’, in gioventù.
E anche in vecchiaia, ora che ci penso.
Era di lucida mente e di carattere forte e, giunto alla bella età di novantatre anni, scrutava ancora con un suo piccolo telescopio il cielo notturno. Mi parlava di galassie, di pianeti, di stelle, supernove e buchi neri e diceva che Qualcuno doveva aver pur creato tutte quelle meraviglie.
Egli credeva in Dio, ma il suo ‘Dio’ era più quello di Einstein che quello dei cristiani, era un ‘dio’ astratto, un Architetto dell’Universo che non aveva tempo per occuparsi degli uomini, visto che sulla terra dominano la cattiveria ed il dolore.
Non ho mai potuto cercare di convertirlo, visto che per ‘convertire’ lui avrei dovuto prima di tutto essere convinto io, ma quando – ormai ‘convertito’ - prendevo alla larga il discorso per cominciare a parlargli del ‘mio’ Dio, anche lui girava al largo parlando del ‘suo', e si finiva regolarmente per discutere di antimateria e di materia, di protoni, neutroni, quarks e di astronomia, la sua passione, il che gli consentiva anche di evitare di affrontare le domande ‘ultime’ sulla vita.
Sono tanti quelli come lui che preferiscono ‘non pensare’.
Sono convinto che quando si è presentato nell’Aldilà egli deve essere rimasto molto stupito e deve aver detto a Dio: ‘Ah…, ma allora era tutto vero!’.
Per lui – ad esempio - Gesù Cristo era un grand’uomo ed il battesimo cristiano era solo un simbolo, anzi una ‘superstizione’, una cosa da ‘preti’, insomma.
Per fortuna, però, mia mamma mi fece battezzare a sua insaputa mettendolo così di fronte al fatto compiuto.
Nonostante il Battesimo che cancella i peccati, neanch’io mi ero però comportato da modello di virtù. Anch’io ero cresciuto con le sue idee e c’è voluto il dolore, proprio quello che faceva dire a mio padre che il ‘dio dei cristiani’ non c’era, per convincermi che dovevo cambiare vita.
Ma anche dopo aver cominciato a ‘documentarmi’ per capire se Gesù Cristo era solo un grand’uomo – e ditemi voi se potevo farlo con qualcosa di diverso che non fosse l’Opera della Valtorta che mi era stata consigliata – l’effetto prodotto dal Battesimo non mi è stato mai tanto facile da capire e meno ancora da spiegare.
Mi vorrete quindi perdonare se non sono riuscito ad essere tanto chiaro, perché a me non capita come a Maria Valtorta che vedeva materializzarsi al fianco Gesù che, mano sulla spalla, le illustrava un poco meglio le questioni…
Ricorrerò allora a quanto mi aveva spiegato una volta – dandomi un garbato ‘cicchetto’ - la ‘Luce’ del mio Subconscio creativo.
Era un periodo di quaresima di circa sei anni fa, quindi periodo di penitenza, e – per penitenza – stavo meditando una brano della Prima lettera di S.Pietro (3, 18-22) dove, prendendo esempio dal diluvio la cui acqua salvò Noè, Pietro diceva che quell’acqua era ‘figura’ del Battesimo che salva.
E allora – forse con il retropensiero di essermela cavata, da battezzato, a buon mercato - mi ero detto : ‘ma allora ci basta il Battesimo, per salvarci!’
E, subito, la Luce il mio Subconscio Creativo:
L'acqua battesimale vi rende 'cristiani' e vi dà la Grazia, ma è la fedeltà alla Grazia - nel seguire la Legge - che vi mantiene cristiani, non soltanto di nome ma di fatto.
L'acqua di cui parla san Pietro è il Segno del Battesimo che salva, così come salvò gli otto componenti della famiglia di Noè. Ma quest'acqua è anche simbolo della Grazia che lava e ripulisce l'uomo morto per il peccato e - grazie ai meriti della crocifissione di Gesù - lo pulisce e lava dalle colpe in cui è caduto.
Quello che dunque vi rende cristiani non è solo il Battesimo (perché un cristiano che vive nel peccato non può dirsi 'cristiano', cioè seguace di Cristo ) ma il voler rispettare la legge spirituale operando con la vostra volontà, con la vostra fatica, con il vostro libero arbitrio, una vostra seconda 'ricreazione' in Cristo perché cerchiate di vivere - senza stanchezza - e modellarvi sull'esempio e somiglianza di Cristo.
Gesù, sapendovi deboli nella carne e quindi peccatori, vi ha lasciato l'Eucarestia, grande, grandissimo dono perché, grazie al Sacrificio divino che l'Eucarestia rappresenta, essa vi riconsacra nuovamente templi in cui può abitare la 'Grazia-Dio', rinnovandovi, risuscitandovi, guariti dopo la morte del peccato.
Cerca di mantenerti non solo cristiano di battesimo ma cristiano di fatto, utilizza questo periodo di quaresima per una riflessione di penitenza in preparazione della morte di Gesù e della sua resurrezione, sapendo che come Gesù è morto per salvarvi dal Peccato, e poi è risorto, voi - grazie alla morte di Gesù, con l'impegno cristiano e con l'Eucarestia che vi dà l'Acqua che lava, cioè la Grazia - potete resuscitare e, da cristiani morti, tornare cristiani vivi.
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Ecco dunque perché – concludo - nonostante il Battesimo non ero poi mai stato un modello di virtù: mi era mancata la ‘fedeltà alla Grazia nel seguire la Legge’, che è quella che ci mantiene cristiani, non soltanto di nome ma di fatto.