(M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Cap. 265, par. dal 7 al 10 – Centro Ed. Valtortiano)
(La Sacra Bibbia – ‘Il Vangelo secondo Matteo, Luca e Marco’ – Edizioni Paoline, 1968)
(La Sacra Bibbia – Il Profeta Zaccaria – Edizioni Paoline, 1968)
10. Ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Perché io vi dico: non mi vedrete più finché non diciate: ‘Benedetto Colui che viene nel nome del Signore’
Mt 10, 1-3:
Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro potere sopra gli spiriti immondi per cacciarli e guarire ogni malattia ed ogni infermità. Questi sono i nomi dei dodici apostoli: primo, Simone, detto Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo, il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda Iscariote, colui che poi lo tradì.
Mt 10, 16-23:
Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate adunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi però dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe, e sarete condotti davanti a governatori e a re per cagion mia, per dare testimonianza ad essi ed ai Gentili.
Ma quando vi consegneranno nelle loro mani, non vi date pensiero del come o di che dovrete dire; perché vi si comunicherà in quel momento ciò che dovrete dire. Non sarete infatti voi che parlerete, ma lo Spirito del Padre vostro che parlerà in voi. Il fratello denuncerà il fratello perché lo si condanni a morte, e il padre il figlio, e i figli si solleveranno contro i genitori e li faranno morire. E voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato fino alla fine, questi sarà salvo.
Quando vi perseguiteranno in una città fuggite in un’altra, poiché vi dico in verità: non finirete le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo.
10.1 Quando Israele sarà tutto sotto il manto della Chiesa di Cristo, allora Io verrò…
Dopo la spiegazione agli apostoli della parabola del seminatore che noi abbiamo commentato nel capitolo precedente, Gesù - sempre accompagnato da loro – continua infaticabile a ‘seminare’, viaggiando e predicando di paese in paese.
Egli racconta fra l’altro la parabola del grano e del loglio, quindi lo vediamo nell’episodio della tempesta sedata e della liberazione dei due indemoniati di Gerasa.
Infine – approssimandosi la Pasqua, la seconda dall’inizio della sua vita pubblica - Egli si dirige alla volta di Gerusalemme.
A Naim resusciterà il giovane figlio di una vedova e successivamente, in un altro paese, racconterà la parabola del ricco Epulone, insegnerà poi la preghiera del ‘Padre nostro’1 e la parabola del ‘Figliol prodigo’.
E ancora tanti e tanti episodi come quello, raccontato dall’evangelista Giovanni, della guarigione a Gerusalemme del paralitico nella piscina di Betsaida.
Altri viaggi ancora, guarigioni di ciechi e indemoniati, la parabola della pecorella smarrita, la cena in casa di Simone il fariseo dove avviene l’episodio di quella bella e ignota peccatrice che si getta ai piedi di Gesù, glieli bagna e glieli lava con il suo pianto, glieli asciuga con i suoi lunghi capelli, glieli unge di unguento prezioso, glieli bacia e gli chiede perdono per i propri peccati.
E un episodio evangelico che ha colpito la fantasia di molti lettori – non esclusa la mia - ma solo dall’opera valtortiana apprendiamo essersi in realtà trattato della Maddalena, cioè Maria di Magdala, sorella di Marta e di Lazzaro, finalmente pentita e convertita, e che ripeterà poi un simile gesto una settimana prima della morte di Gesù, come racconta Giovanni alla fine del suo vangelo2.
A questo punto della sua predicazione Gesù comincia ad essere veramente famoso e comincia pure a dare molto fastidio alle autorità religiose di Gerusalemme.
Queste lo fanno continuamente spiare sperando nell’occasione buona per metterlo fuori causa in prigione, buttandone via la chiave.
Non è tuttavia ancora maturata in esse la determinazione di ucciderlo, cosa che accadrà invece alcuni mesi dopo – come racconta l’evangelista Giovanni – dopo il miracolo della resurrezione di Lazzaro.
Questo miracolo strepitoso sarà la goccia che farà traboccare il vaso a causa della ammirazione e dell’accresciuto seguito di Gesù presso le masse che ne conseguì, fatto che indurrà il Sinedrio a muoversi.
L’Evangelo di Maria Valtorta è composto da oltre seicento capitoli, e ogni capitolo comprende talvolta più episodi, impossibile per me il commentarveli tutti.
Non posso però tralasciare quello raccontato nei due brani di Matteo citati all’inizio di questo nostro capitolo quando Gesù – episodio da non confondere con quello per certi aspetti simile di cui parla Luca (6, 12-19) che abbiamo già commentato nel precedente Cap. 4 di questo volume – chiamati a sé i dodici apostoli, decide di mandarli nuovamente in missione impartendo loro insegnamenti validi anche per le generazioni future.
Ve li commento perché mi consente di chiarire meglio quel discorso fondamentale sulla ‘grande tribolazione’ e sulla ‘venuta intermedia’ di Gesù che avevo affrontato nei capitoli precedenti.
Matteo – come al solito – è magistrale nel suo sintetico racconto, ma ancor più lo è Maria Valtorta nel descrivere interamente quanto ella vede3.
Gesù concede dunque agli apostoli il potere di far miracolo, affinché essi vengano più facilmente creduti e cercati dalla gente.
Essi dovranno pertanto guarire gli infermi, mondare i lebbrosi, resuscitare i morti nel corpo e nello spirito facendo tuttavia una vita di fervente preghiera e penitenza, umiltà profonda, con un sincero desiderio di far brillare la potenza di Dio, tutti presupposti necessari alla potenza di miracolo, e potranno infine anche cacciare i demoni.
Tutto per conquistare anime al Signore.
Capiterà anche che essi vengano cacciati ed in tal caso dovranno andarsene scuotendo la polvere dai loro calzari affinché la superbia e la durezza di quei luoghi non si attacchi neppure alle loro suole…
Poi il Gesù valtortiano così ancora continua il suo discorso:
265. Istruzioni ai dodici apostoli che iniziano il loro ministero 4
28 agosto 1945
…
« …Ecco: lo vi mando come pecore fra i lupi. Siate dunque prudenti come le serpi e semplici come le colombe. Perché voi sapete come il mondo, che in verità è più di lupi che di pecore, usa anche con Me che sono il Cristo. lo posso difendermi col mio potere e lo farò finché non è l'ora del trionfo temporaneo del mondo. Ma voi non avete questo potere e vi necessita maggior prudenza e semplicità. Maggiore accortezza, perciò, per evitare per ora carceri e flagellazioni.
In verità voi, per ora, nonostante le vostre proteste di volere dare il sangue per Me, non sopportate neppure uno sguardo ironico o iracondo. Poi verrà un tempo in cui sarete forti come eroi contro tutte le persecuzioni, forti più di eroi, di un eroismo inconcepibile secondo il mondo, inspiegabile, e verrà detto 'Follia". No, che follia non sarà! Sarà l'immedesimazione per forza di amore dell'uomo con l'Uomo Dio, e voi saprete fare ciò che Io avrò già fatto. Per capire questo eroismo occorrerà vederlo, studiarlo e giudicarlo da piani ultraterreni. Perché è cosa soprannaturale che esula da tutte le restrizioni della natura umana. I re, i re dello spirito saranno i miei eroi, in eterno re ed eroi...
In quel tempo vi arresteranno mettendovi le mani addosso, trascinandovi davanti ai tribunali, davanti ai presidi e ai re, onde vi giudichino e vi condannino per il grande peccato, agli occhi del mondo, di essere i servi di Dio, i ministri e tutori del Bene, i maestri delle virtù. E per essere questo sarete flagellati e in mille guise puniti, fino ad essere uccisi. E voi renderete testimonianza di Me ai re, ai presidi, alle nazioni, confessando col sangue che voi amate Cristo, il Figlio vero di Dio vero.
Quando sarete nelle loro mani, non vi mettete in pena su ciò che avete a rispondere e di quanto avrete a dire.
Nessuna pena abbiate allora che non sia quella dell'afflizione verso i giudici e gli accusatori che Satana travia al punto da renderli ciechi alla Verità. Le parole da dire vi saranno date in quel momento. Il Padre vostro ve le metterà sulle labbra, perché allora non sarete voi che parlerete per convertire alla Fede e professare la Verità, ma sarà lo Spirito del Padre vostro quello che parlerà in voi.
Allora il fratello darà la morte al fratello, il padre al figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.
No, non tramortite e non vi scandalizzate! Rispondete a Me. Per voi è più grande delitto uccidere un padre, un fratello, un figlio, o Dio stesso? ».
« Dio non si può uccidere » dice secco Giuda Iscariota.
« E’ vero. E’ Spirito imprendibile » conferma Bartolomeo. E gli altri, pur tacendo, sono dello stesso parere.
« Io sono Dio, e Carne sono » dice calmo Gesù.
« Nessuno pensa ad ucciderti » ribatte l'Iscariota.
« Vi prego, rispondete alla mia domanda ».
« Ma è più grave uccidere Dio! Si intende! ».
« Ebbene, Dio sarà ucciso dall'uomo, nella Carne dell'Uomo Dio e nell'anima degli uccisori dell'Uomo Dio. Dunque, come si giungerà a questo delitto senza orrore in chi lo compie, parimenti si giungerà al delitto dei padri, dei fratelli, dei figli, contro i figli, i fratelli, i padri.
Sarete odiati da tutti a causa del mio Nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvo. E quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra. Non per viltà, ma per dare tempo alla neonata Chiesa di Cristo di giungere ad età non più di lattante debole e inetto, ma ad una età maggiore in cui sarà capace di affrontare la vita e la morte senza temere Morte.
Quelli che lo Spirito consiglierà a fuggire, fuggano. Come Io sono fuggito quando ero pargolo. In verità, nella vita della mia Chiesa si ripeteranno tutte le vicende della mia vita d'uomo. Tutte. Dal mistero del suo formarsi all'umiltà dei primi tempi, ai turbamenti e insidie date dai feroci, alla necessità di fuggire per continuare a esistere, dalla povertà e dal lavoro indefesso fino a molte altre cose che lo vivo attualmente, che patirò in seguito, prima di giungere al trionfo eterno.
Quelli invece che lo Spirito consiglia di rimanere, restino. Perché, anche se cadranno uccisi, essi vivranno e saranno utili alla Chiesa. Perché è sempre bene ciò che lo Spirito di Dio consiglia.
In verità vi dico che non finirete, voi e chi vi succederà, di percorrere le vie e le città di Israele prima che venga il Figlio dell'uomo. Perché Israele, per un suo tremendo peccato, sarà disperso come pula investita da un turbine e sparso per tutta la terra, e secoli e millenni, uno dopo un altro uno, e oltre, si succederanno prima che sia di nuovo raccolto sull’ara di Areuna Gebuseo.
Tutte le volte che lo tenterà prima dell’ora segnata, sarà nuovamente preso dal turbine e disperso, perché Israele dovrà piangere il suo peccato per tanti secoli quante sono le stille che pioveranno dalle vene dell'Agnello di Dio immolato per i peccati del mondo. E la Chiesa mia dovrà pure, essa che sarà stata colpita da Israele in Me e nei miei apostoli e discepoli, aprire braccia di madre e cercare di raccogliere Israele sotto il suo manto come una chioccia fa coi pulcini sviati.
Quando Israele sarà tutto sotto il manto della Chiesa di Cristo, allora Io verrò.
Ma queste saranno le cose future. Parliamo delle immediate…
10.2 I tempi della ricostituzione dello Stato di Israele e la conversione del suo popolo al Cristianesimo: ‘Uno dopo un altro uno, e oltre’.
Vi avevo detto che l’Opera di Maria Valtorta è un forziere di gemme incredibilmente fulgide che illuminano la comprensione anche dei passi più oscuri dei quattro vangeli ‘ufficiali’.
Vi avevo anche detto che ogni tanto se ne trova qualcuna come coperta da un velo che, per essere pienamente apprezzata ed intesa, deve essere ‘spolverata’ un pochettino.
Nel brano valtortiano che avete sopra letto, Gesù - profetizzando agli apostoli le persecuzioni e tribolazioni che la sua Chiesa avrebbe subito anche nei secoli futuri - parla ancora una volta della sua venuta intermedia, presentata qui non come una venuta alla fine del mondo ma nel corso della storia, ed accenna anche al futuro del popolo di Israele che si converte al Cristianesimo.
Analizziamocelo bene, questo brano:
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In verità vi dico che non finirete, voi e chi vi succederà, di percorrere le vie e le città di Israele prima che venga il Figlio dell’Uomo. Perché Israele, per un suo tremendo peccato, sarà disperso come pula investita da un turbine e sparso per tutta la terra, e secoli e millenni, uno dopo un altro uno, e oltre , si succederanno prima che sia di nuovo raccolto sull’aia di Areuna Gebuseo. Tutte le volte che lo tenterà, prima dell’ora segnata, sarà nuovamente preso dal turbine e disperso, perché Israele dovrà piangere il suo peccato per tanti secoli quante sono le stille che pioveranno dalle vene dell’Agnello di Dio immolato per i peccati del mondo. E la Chiesa mia dovrà pure, essa che sarà stata colpita da Israele in Me e nei miei Apostoli e discepoli, aprire braccia di madre e cercare di raccogliere Israele sotto il suo manto come una chioccia fa coi pulcini sviati. Quando Israele sarà sotto il manto della Chiesa di Cristo, allora io verrò’.
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Eccoci dunque di fronte ad un’altra profezia velata di non facile comprensione ma che possiamo cercare di intendere anche senza l’aiuto dell’Arcangelo Gabriele.
Il popolo di Israele – pur innocente - a causa del tremendo delitto commesso dai suoi capi politici e religiosi di allora, subirà in futuro le conseguenze delle colpe dei ‘padri’, così come tutti gli uomini, discendenti carnali di Adamo ed Eva – pur innocenti della Colpa di origine – hanno subito e subiranno nello spirito e nella ‘carne’ le conseguenze della antica Colpa commessa dai progenitori.
Il popolo di Israele, con Gerusalemme distrutta, verrà disperso in tutto il mondo ed a nulla serviranno vari suoi tentativi nel corso della storia di ricostituire la propria unità nazionale.
Israele – prima di riuscirci - dovrà infatti attendere secoli e ‘millenni, uno dopo un altro uno, e oltre’.
E solo quando il popolo di Israele, ricostituitosi finalmente in nazione - avendo finalmente compreso la causa prima di tutte quelle sofferenze e che il famoso Messia che esso ancora attendeva non era un ‘Re terreno’ dominatore del mondo, ma era proprio quel Gesù messo in croce dai suoi antenati - invocherà il Nome di Gesù riconoscendolo inviato di Dio, allora assisteremo al ‘ritorno’ di Cristo, cioè alla sua venuta intermedia, per la realizzazione del Regno di Dio in terra, nel cuore degli uomini.
Gesù tornerà infatti dopo che l’ultima pecorella, che era anche la prima dispersa, sarà rientrata al sicuro nell’ovile.
Credete forse che il Gesù valtortiano alluda qui ad un suo ritorno alla fine del mondo?
Sarebbe come dire che Israele, per la sua conversione, dovrebbe attendere fino alla fine del mondo.
Non vi pare troppo tardi?
A meno che non si voglia interpretare, da pessimisti, che con la costituzione dell’attuale Stato di Israele - un fatto che ormai credo si possa considerare politicamente definitivo, anche se travagliato - siamo già entrati nell’epoca delle fine del mondo...
Il Gesù di Maria Valtorta, nella visione, parlava alla mistica il 28 agosto del 1945 mentre lo Stato di Israele è stato costituito solo nel 1948 per concessione delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale quale ‘compenso’ per le sofferenze del popolo ebraico nell’Olocausto.
Il Gesù valtortiano ( il quale nella visione parlava a 30 anni di età, circa duemila anni fa e cioè praticamente in quello che potremmo definire l’anno 30 d.C.) dice dunque - con linguaggio velato ma non troppo, forse per darci la soddisfazione di scoprirne il significato da soli - che Israele per la sua ricostituzione in nazione avrebbe dovuto attendere ‘millenni, uno dopo un altro uno, e oltre’, il che tradotto con altre parole significa ‘un millennio dopo un altro che lo ha preceduto, e oltre’, o – più chiaramente ancora - ‘due millenni e più’.
Ora non può sfuggire che Israele – dopo l’infausto tentativo del 132 d.C. conclusosi con una nuova strage e una nuova distruzione di Gerusalemme ad opera dei romani – è riuscito appunto a ricostituirsi in nazione proprio sul finire del secondo millennio.
Io formulo dunque due ipotesi:
- anche questo tentativo di Israele verrà spazzato via dagli arabi di oggi, come nel 132 dopo Cristo successe ad opera dei romani di allora, e dovremo allora attendere un ulteriore tentativo fra qualche anno, cioè dopo che saranno interamente trascorsi quei ‘duemila anni e oltre’: vale a dire dall’anno 2030 in poi.
- i tempi di quella profezia vanno invece intesi in maniera approssimativa, cioè ‘decennio più-decennio meno’, per cui – anche se anzitempo rispetto ai ‘due millenni e oltre’ - ci troveremmo ora all’incirca nei tempi della sua realizzazione. Magari perché Dio - rispetto ai tempi di quando Gesù parlava nell’Evangelo di Maria Valtorta – si è commosso, specie dopo l’immane Olocausto ebraico della seconda guerra mondiale, e ha deciso di anticipare, abbreviando di qualche anno l’attesa del suo popolo, come già successe nella sua prima venuta rispetto ai tempi inizialmente previsti dalla profezia di Daniele.
In ogni caso, con il metro della Storia che solitamente si misura con i secoli, oggi dovremmo essere comunque agli ‘sgoccioli’...
Per quanto la cosa ci possa oggi sembrare incredibile questi sarebbero allora ‘sgoccioli di tempo’… prima della conversione di Israele al Cristianesimo, alla quale dovrebbe far seguito il ‘ritorno’ di Gesù.
Sembra quasi una ipotesi pazzesca, ma non tanto più di quella di duemila anni fa di un Dio che si incarna in un uomo.
Se devo essere sincero mi sembra, umanamente ragionando, più ‘credibile’ credere ad un ‘ritorno’ di Gesù nel corso della Storia - se non altro per il fatto che i santi Padri della Chiesa lo predicarono fermamente per vari secoli prima di Sant’Agostino - che non il credere alla conversione al cristianesimo degli ebrei.
Dovete però sapere che della conversione di Israele al Cristianesimo – oltre alla Valtorta e a San Paolo in quella sua ‘Lettera ai romani ‘ (11, 25-32) – ne parla pure il profeta Zaccaria nelle sue rivelazioni ‘apocalittico/escatologiche dei suoi Capp. 12,13,14 del suo libro, situandola proprio dopo una ‘grande tribolazione’ in cui Israele, assediato da tutti i suoi nemici, viene presentato come terribilmente provato da una guerra, dopodiché i superstiti invocheranno il nome di Colui che avevano ‘trafitto’, riconoscendolo come Dio.
Zc 12, 1-3:
Preannunzio del Signore riguardante Israele. Parla il Signore che ha steso i cieli, fondato la terra, creato lo spirito nell’intimo dell’uomo: « Ecco, io farò di Gerusalemme una coppa inebriante, per tutti i popoli circostanti.
Ma anche per Giuda verrà l’angoscia con l’assedio di Gerusalemme. In quel giorno io farò di Gerusalemme una pietra pesantissima per tutti i popoli: e chiunque la vorrà sollevare ne rimarrà gravemente ferito; poiché tutte le genti della terra si raduneranno contro di lei.
Zc 12, 9-10:
In quel tempo io comincerò a distruggere tutte le genti ostili a Gerusalemme, poi effonderò sulla casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme lo spirito di misericordia e di preghiera: essi mireranno a colui che hanno trafitto e faranno su di lui il lamento, come si fa per la morte di un figlio unico: e piangeranno su di lui, come si piange la scomparsa di un primogenito.
Zc 13, 8-9:
E avverrà in tutto questo paese, dice il Signore, che due terzi degli abitanti periranno e un terzo sarà conservato. L’ultimo terzo lo farò passare per il fuoco, lo monderò come si purifica l’argento e lo saggerò, come si prova l’oro.
In quel tempo invocherà il mio nome e io lo esaudirò, anzi dirò: ‘Questo è il mio popolo! Ed egli confesserà: ‘Il signore è mio Dio!
Si tratta – è stato già detto – di passi di controversa interpretazione, come del resto lo sono anche quelli dell’Apocalisse.
Taluni esegeti interpretano ad esempio il primo brano suddetto di Zaccaria, quello sull’assedio a ‘Gerusalemme’, in chiave ‘allegorico-spirituale’ per cui la ‘Gerusalemme’ attaccata dai nemici andrebbe intesa come ‘simbolo’ della Chiesa universale, del ‘Regno di Dio’, attaccata dai nemici del Cristianesimo.
Poi però quegli stessi esegeti - commentando il terzo brano che riguarda il paese di Israele ed i suoi abitanti – in un certo senso si ‘contraddicono’ perché non lo fanno più ‘allegoricamente’, interpretando cioè ‘il paese’ e gli ‘abitanti’ come se fossero rispettivamente ‘Chiesa’ e ‘popolo di Dio’, ma al contrario proprio come se si trattasse veramente di ‘Israele’ e del ‘popolo ebraico’, fatto questo che però ci porta a dedurre, come dice Zaccaria, che fisicamente due terzi di questo popolo perirebbe ed un terzo sopravviverebbe.
A cosa allude, dunque, questa tremenda profezia di cinque secoli prima di Cristo?
Ad avvenimenti ‘storici’ o a fatti allegorico-spirituali? O ad entrambi?
E nel secondo brano, chi sono gli abitanti di Gerusalemme che hanno trafitto Dio? Non vi pare logico che possa trattarsi degli abitanti di Gerusalemme che a suo tempo – molto concretamente e poco allegoricamente - hanno crocifisso Gesù Cristo?
Se la profezia per Gerusalemme intende alludere alla ‘Chiesa universale’, insomma alla cristianità apostata, vuole dire che due terzi di questa periscono spiritualmente perché si dannano? E’ dunque la Cristianità quell’Israele che ha ‘trafitto’ Dio allontanandosi da Lui?
E se Israele è invece proprio il ‘paese di Israele’, che dire di quei due terzi di Israele che periranno? Periranno fisicamente in qualche guerra, magari con gli arabi, o periranno spiritualmente nel senso che andranno spiritualmente all’inferno perché rifiuteranno di convertirsi a Dio? Molti di loro, però, credono in Dio. Possibile che se ne vadano all’inferno due terzi del popolo di Israele per l’eternità? E allora perché andrebbero all’inferno i due terzi di Israele e non invece anche i due terzi dell’Umanità che certo non è migliore di Israele?
E che ne è del terzo del ‘paese di Israele’ che si salva ma che è stato passato per la la prova del fuoco? Cosa è questa ‘prova’? E’ un qualche avvenimento materiale che lo farà soffrire ma lo purificherà anche?
E se, infine, la profezia di Zaccaria – pienezza della Parola di Dio - avesse entrambi i significati e Gerusalemme rappresentasse da un lato la Chiesa universale ‘trafitta’ dagli avversari del Cristianesimo e dall’altro la città di Gerusalemme, intesa come popolo di Israele, devastato militarmente?
Non vorrei avervi confuso di più le idee, ma queste profezie velate che riguardano il futuro – come ho già in precedenza spiegato – possono essere allegoriche e nel contempo letterali e, ancora, possono essere ‘ripetitive’, e cioè avverarsi una volta e poi ancora avverarsi un’altra volta al rideterminarsi di analoghe circostanze.
Nella stessa Bibbia sono frequenti i fatti che sono figura di un qualcosa di analogo che succederà più tardi nel tempo.
Dall’Opera Valtortiana, ad esempio, si comprende che si succedono nel corso della storia umana tanti ‘Anticristi’ che sono ciascuno precursori e figura dell’Anticristo ultimo. Costui, un personaggio storico, è tuttavia a sua volta figura e precursore di Satana in persona, che tuttavia verrà sconfitto da Gesù alla fine del mondo in occasione del Giudizio universale.
Sempre nell’Opera, la cosiddetta seconda venuta del Signore è figura della terza per il Giudizio finale e talvolta quando il Signore ‘valtortiano’ parla in profezia escatologica velata della sua venuta è difficile, anche analizzando e soppesando attentamente le parole, comprendere chiaramente se si riferisca alla venuta intermedia o a quella finale del Giudizio universale, perché l’impressione è che in questi casi Egli alluda sia all’una che all’altra.
Stavo meditando un brano di commento (Quaderni del 1943 – dettato 11.12.43, C.E.V.) del Gesù valtortiano proprio su quei tre capitoli di Zaccaria - di cui abbiamo sopra citato solo qualche versetto – quando quella ‘Luce’ del mio ‘Subconscio creativo’, che talora mi soccorre quando vado in confusione, una volta mi aveva spiegato:5
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Luce:
Rileggiamo insieme questo brano.
E’ un commento a Zaccaria che parla dei ‘tempi ultimi’ di tribolazione, purificazione, e della mia Venuta, dopo la conversione di Israele, per instaurare il Regno di Dio in terra.
La mia Chiesa – e per essa intendo questa volta quella gerarchica – è fatta di uomini.
E quando questi hanno adorato la Bestia politica e gli interessi terreni ne sono derivati solamente guai: in passato antipapi e scismi, con rovine incalcolabili di anime, in futuro l’Errore, cioè l’Abominio nella Casa di Dio che sarà un segno precursore della fine del mondo.
Dopo questo periodo di travaglio doloroso (Gesù parlava alla Valtorta nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, periodo - quello - dei precursori dell’Anticristo) la Chiesa, a somiglianza della mitica Donna dell’Apocalisse – si rifugerà nel cuore dei migliori, che la guideranno nell’ora difficile della tribolazione che precederà i ‘tempi ultimi’ di questo ciclo di tempo, cioè i tempi dell’Anticristo.
Sarà allora che Io verrò e la difenderò, e spanderò il mio Spirito su tutta la Terra.
E anche Israele, che espia le colpe dei Padri, non le sue – perché già ti dissi che esso è vittima sacrificale – si convertirà.
Due terzi periranno, ma il terzo – di Israele - che si salverà sarà mio, dopo che lo avrò saggiato alla prova del fuoco.
E Gesù-Spirito Santo inizierà nel Millennio il suo secondo ammaestramento, dopo quello fatto nella Prima Venuta Redentiva, perché il mondo del terzo Millennio dovrà essere convertito e preparato al Giudizio finale dopo il ‘millennio’.
Quest’opera di Nuova Evangelizzazione (dice sempre il Gesù del 1943) sta già iniziando e andrà accelerando il suo corso per controbattere le eresie culturali, sociali e spirituali del Nemico.
Sulla debolezza di Israele scenderà la mia carezza e la sua terza parte sarà degna di possedere il futuro Regno di Dio, in terra.
Ed Io allora verrò a prendere possesso della mia Gerusalemme terrena, finalmente unificata e…purificata, preludio della Gerusalemme finale…, in cielo.
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Mi è sempre stato ostico cercare di interpretare le profezie velate come pure cercare di interpretare il Gesù valtortiano che spiega in parte le profezie velate tenendosi però sempre qualche carta di riserva quasi volesse lasciarci un certo margine di dubbio e non rivelarci l’intera profezia.
Ma devo ammettere che anche il mio ‘Subconscio creativo’ non scherza.
Secondo voi parla qui in maniera ‘materiale’ o ‘spirituale’? Parla di un prossimo futuro intermedio o di quello del tempo finale? E la famosa Gerusalemme di Zaccaria non è per caso qui, ora, intesa come la Chiesa gerarchica, anziché come quella universale? Ma quando poi parla di Israele, sembra proprio che parli di popolo di Israele, non vi pare? E alla fine, comunque, quando parla della Gerusalemme, parla di quella terrena, cioè della Gerusalemme cosiddetta militante, costituita dagli uomini attuali che combattono la loro battaglia di vita.
Ricordo che una volta il Gesù valtortiano, proprio a proposito di queste profezie apocalittico/escatologiche che pare si ripetano in un futuro più lontano tanto da non lasciare capire bene a quale parte della storia esse appartengano, se intermedia o finale - parlando nel 1943, e cioè nel pieno della seconda guerra mondiale - aveva spiegato alla mistica:6
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27.8.43
Dice Gesù:
Anche nell’Apocalisse pare che i periodi si confondano, ma non è così. Sarebbe meglio dire: si riflettono nei tempi futuri con aspetti sempre più grandiosi.
Ora siamo al periodo che Io chiamo: dei precursori dell’Anticristo. Poi verrà il periodo dell’Anticristo che è il precursore di Satana.
Questo sarà aiutato dalle manifestazioni di Satana: le due bestie nominate nell’Apocalisse.
Sarà un periodo peggiore dell’attuale. Il Male cresce sempre di più.
Vinto l’Anticristo, verrà il periodo di pace per dare tempo agli uomini, percossi dallo stupore delle sette piaghe e della caduta di Babilonia, di raccogliersi sotto il segno mio.
L’epoca anticristiana assurgerà alla massima potenza nella sua terza manifestazione, ossia quando vi sarà l’ultima venuta di Satana.
Avete capito? Credere occorre, e non cavillare. Veramente tu avevi capito, appunto perché non cavilli.
I dettati non si contraddicono fra loro. Occorre saperli leggere con fede e semplicità di cuore.
Come uno a cui prema di far intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa e che qui è il mio Regno.
Perché nel Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto.
Perché nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza.
Perché nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice.
Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso, nella sua creatura, nei precursori.
Leggete bene e vedrete bene che non vi è contraddizione. Quello che ho detto ho detto.
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Se aveste ancora qualche dubbio sappiate che la Babilonia di cui parla qui il Gesù valtortiano è quella citata nel testo del’Apocalisse e non va intesa come l’antica città di Babilonia ma come figura di tutta l’Umanità che ha abbandonato Dio, Umanità che – essendosi volutamente allontanata da Dio ha aperto i varchi al suo Avversario, Satana, al quale Dio ha dovuto lasciare campo libero.
Ad un certo punto della storia l’Umanità verrà dunque punita e colpita dalle sette ‘piaghe’ dell’Apocalisse: non credo solo ‘spirituali’.
Israele, dunque, si convertirà.
Non una conversione generica a Dio ma al Cristianesimo, perché riconoscerà in Gesù Cristo il vero Messia annunziato da Dio attraverso gli antichi profeti e ne invocherà il nome.
Solo allora si realizzerà quell’altra profezia di Gesù nel Vangelo di Matteo (Mt 23, 33-39) contenuta in quella sua terribile invettiva contro scribi e farisei ‘che si erano assisi sulla cattedra di Mosé’, profezia che si concludeva con quelle parole che, se preannunciano la futura distruzione di Gerusalemme del 70 d.C. con la dispersione degli ebrei ad opera dei romani, sono però anche profezia di speranza per la loro futura conversione e per il ‘ritorno’ di Gesù:
‘Serpenti, razza di vipere! Come scamperete alla condanna della Geenna? Perciò, ecco, io vi mando profeti e savi e scribi, ma di questi alcuni li ucciderete e li metterete in croce, altri li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su di voi tutto il sangue innocente sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele fino a quello di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il santuario e l’altare.
In verità vi dico: tutto ciò avverrà su questa generazione.
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto!
Ecco la tua casa ti sarà lasciata deserta! Poiché io vi dico: non mi vedrete più, finché non diciate: ‘Benedetto colui che viene nel nome del Signore’.
1 Matteo (Mt 6, 9-14), probabilmente per esigenze didattico-catechetiche, avrebbe poi ‘infilato’ questa preghiera fra gli insegnamenti di Gesù nel Discorso della Montagna di cui abbiamo già parlato.
2 Su Maria di Magdala vedi anche il secondo volume di questa serie di commento ai vangeli.
3 M.V. ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Cap. 265, par. 1 al 6 – Centro Edit. Valtortiano
4 M.V. ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Cap. 265, par. 7 al 10 – Centro Edit. Valtortiano
5 G.L.: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ – Apocalisse e nuovi tempi – Cap. 13.18 - Ed. Segno, 2001
6 M.V.: ‘Quaderni del 1943 – Dettato del 27.8.43, pag. 288 – Centro Ed. Valtortiano