(don Gianni Baget Bozzo: ‘L’Anticristo’ – Mondadori)
(‘Corriere della sera’ e ‘il Giornale’ dell’8.2.2001)
12. Conclusione
Bene, e con questo posso finalmente considerare di aver chiuso.
Bella, plastica quella ‘firma’ della mia ‘Luce’ che aveva concluso l’Epilogo dell’altro libro.
Ricordo che m’era quasi venuto un colpo!
Ora che ho finito di scrivere – a parte i nuovi tempi, quelli cioè futuri – posso finalmente rilassarmi un poco.
Oggi è Giovedì 8 febbraio 2001, fra qualche giorno sarà San Valentino e io mi dimentico regolarmente i fiori…, quelli per mia moglie, intendo dire. Lo marcherò in stampatello sull’agenda per tre giorni consecutivi.
Dò un’occhiata ai giornali ancora intonsi che avevo comprato questa mattina portando i miei due nipotini all’asilo, e che avevo appoggiato su un angolo della scrivania.
Scorro i titoli delle pagine interne…
Siamo in pre-campagna elettorale, centro-sinistra contro centro-destra, governo contro opposizione. Tutti ‘contro’, insomma. E’ la ‘dialettica degli opposti’. Dei centomila morti del terrificante terremoto in India di circa due settimane fa e della situazione drammatica dei sopravvissuti – questa sì che è ‘apocalisse’ – non se ne parla più.
Evidentemente non fanno più ‘notizia’. Si parla invece della altre cose importanti: par condicio e conflitto di interessi, Dalema che assicura l’ineleggibilità di Berlusconi, Berlusconi che assicura a sua volta l’ineleggibilità di Rutelli, crisi arabo-israeliana, elezione plebiscitaria del falco Sharon al vertice di Israele che blocca subito le trattative di pace ma assicura nel contempo ad Arafat la pace, Arafat che anziché fargli le boccacce gli fa i sorrisi e gli assicura da parte sua di essere invece pronto a riprendere le trattative interrotte. Valli a capire tu, questi…|
Poi dò un’occhiata ai titoli di prima pagina dei due giornali:
Il ‘Corriere della Sera’:
‘Conflitto d’interessi, Ciampi incalza’ …
e Berlusconi si incavola, concludo io.
Sharon: ‘Gerusalemme unita!’,
e qui si incavolano gli arabi.
Il ‘Giornale’ di Berlusconi:
‘Aumenti di stipendio (del governo agli statali), ma senza soldi’,
e qui si incavolano D’Alema, il governo e soprattutto gli statali.
‘L’Anticristo si firma con il codice a barre’…,
e qui mi incavolo io!
Ma come?! Qui mi rubano l’argomento. Come sarebbe a dire?
Dell’Anticristo ne parlano anche i giornali ora, e in prima pagina?
Leggo la firma, è di Rino Cammilleri, il noto (dal che capirete che è uno che mi piace) giornalista e scrittore..
Leggiamocelo un po’ (le sottolineature in ‘grassetto’ sono mie), visto che Cammilleri l’hanno messo in prima pagina:
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Paure
L’ANTICRISTO
SI FIRMA
CON IL CODICE
A BARRE
Quando tenevo sul Borghese (ora defunto) la rubrica Nazionali Esportazione, mi capitò di dedicare una puntata al ‘codice dell’Anticristo’.
Subito mi telefonò l’amico Baget Bozzo, nota firma del Giornale, e mi disse solo: ‘Eh, l’Anticristo, sì, sì!’.
Pensai ad un apprezzamento complimentoso, come si fa fra noi lavoratori della penna.
Ora che ho visto il suo ultimo libro (L’Anticristo, Mondadori) ho capito che già allora ci stava lavorando. Io non ho certo la preparazione teologica di Don Gianni, davanti alla cui fatica faccio tanto di chapeau consigliandone la lettura.
Ma il tema ha da sempre affascinato anche me, e da anni raccolgo materiali, chicche, ‘tracce’, di quel Grande Spiritosone che – ne sono convinto – si intronizzerà proprio come profetizzato e si farà sarcastiche beffe di noi, che sapevamo, abbiamo sempre saputo, ma non ci abbiamo mai veramente creduto.
L’Anticristo, ‘scimmia di Dio’ (così lo definivano i Padri della Chiesa), ripercorrerà in modo empio la parabola di Cristo: anche quest’ultimo era stato annunciato in tutti i modi, ma pochi ci credettero.
Tornai ancora sul tema in una garbata polemica condotta (anche su Internet) con Umberto Eco, al nome del quale avevo applicato un trucchetto esoterico ricavandone il numero 666, che secondo l’Apocalisse (13,18) è quello della ‘Bestia’, cioè l’Anticristo.
La cosa, pubblicata da Studi cattolici, rimbalzò…(N.d.r: l’articolo di Cammilleri continua nell’interno a pagina 6) a sensazione sui giornali, che subissarono di interviste l’Umberto nazionale, e solo un fortuito incontro sul treno tra me e lui chiarì che si trattava di un jeu d’espri, come tanti lo stesso Eco ne aveva fatti. Il dibattito confluì nel mio libro I mostri della Ragione (Ares) e tutto finì lì.
Solo che, l’anno scorso, la chiesa ortodossa russa entrò in fermento, con manifestazioni e marce di protesta che mi fecero drizzare le orecchie: il clero russo si ribellava contro l’introduzione del codice a barre, quello che troviamo ormai su tutte le merci, perché contenente, secondo lui, il famoso 666.
Scrissi un pezzo sul Giornale, avvertendo che non si trattava di una notizia folcloristica: i pope ortodossi sono famosi per la loro drammatica serietà (ne hanno dato prova facendosi ammazzare a legioni dai comunisti). Ma l’articolo uscì sotto la voce ‘curiosità’.
Apprendo adesso che il 19 febbraio si riunirà la Commissione teologica della chiesa russa alla presenza del Gotha del clero e degli starets ortodossi, proprio per esaminare al più alto livello la questione.
L’archimandrita Kirill, del Monastero della Trinità e di San Sergio (uno dei centri religiosi più austeri di tutta la Santa Russia), dichiara senza mezzi termini che il codice a barre è ‘l’inizio della fine che si avvicina’, forse memore che nel famoso Racconto dell’Anticristo di Vladimir Soloviev è proprio uno starets il primo a riconoscere l’Anticristo.
Ma che cosa avrebbe di demoniaco questo codice a barre? Fu creato nel 1977 per la lettura ottica binaria, e in un libro di qualche anno fa mal tradotto in italiano, L’Anthechrist, il francese Marc Dem rivelò che tre barre sono più lunghe delle altre. Potete vederle su qualsiasi oggetto: due ai lati e una al centro. Non servono a niente, sono ‘di riferimento’. Pare che corrispondano a tre 6.
Ora, l’Apocalisse dice appunto che nessuno potrà ‘venderee comprare’ senza ‘il marchio della Bestia’.
E’ vero, dice anche che tale marchio dovrà essere ‘sulla fronte e sulla mano’. Ma sappiamo che esperimenti di massa per impiantare microchip di riconoscimento sottocutanei sono già stati effettuati. E che tatuaggi invisibili al laser o lo scanning della retina o dell’impronta della mano sono realtà da un pezzo.
Ma sì, volete mettere la comodità di una card con tutto quanto dentro (bancomat, codice fiscale, tessera sanitaria, ecc) impressa visibilmente fin dalla nascita?
Se poi fungesse anche da braccialetto elettronico, saremmo tutti contenti per il duro colpo inferto alla criminalità.
Oh, mirabile mondo nuovo!
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Rimango a meditare pensieroso su questo articolo: tutto vero quello che Cammilleri dice, se non altro perché lo scrivo anch’io.
Però questa volta con ‘il Giornale’ gli è andata meglio. Per il grande pubblico il suo sarà infatti un pezzo folcloristico, una ‘curiosità’ come quella precedente, ma questa volta - per farsi perdonare la sottovalutazione della volta precedente - in Redazione gli hanno messo il titolo e l’inizio dell’articolo in prima pagina, a parte tutto il resto in sesta.
Poi rifletto su don Baget Bozzo, noto personaggio, giornalista, scrittore, che si interessa sempre molto di politica.
Vedo che il Cammilleri dice che anche come teologo é apprezzato.
Prendo allora dal cassetto della mia scrivania ‘L’anticristo’ (Mondadori) di don Gianni Baget Bozzo.
E’ un libro uscito da poco e ve lo avevo riposto in attesa di riguardarmelo meglio in un momento di calma.
Nella presentazione di copertina si spiega che ‘In questo libro Gianni Baget Bozzo richiama gli odierni uomini di Chiesa alle loro gravi responsabilità. Hanno fatto morire la figura spirituale del sacerdote e gli hanno assegnato un ruolo esclusivamente sociale: «deve diventare Orso Balù con gli Scout, operatore turistico, esperto in generosità», senza essere più in grado di esercitare il suo compito specifico, quello di introdurre al Mistero. Hanno svuotato le parrocchie della vita spirituale e le hanno orientate sempre più verso la beneficienza e il turismo religioso. Hanno costituito la Chiesa delle commissioni e delle sottocommissioni, dei segretariati e delle circolari, la cui finalità è ‘aiutare i poveri’, gli emarginati ed emarginare quelli che non lo sono’. Hanno trasformato la Chiesa da corpo di Cristo in una immensa organizzazione non governativa. Dal pulpito non parlano più del Dio provvidente e giudice, della grazia e della vita eterna, ma solo di etica e di solidarietà umana. Hanno abbandonato la gloriosa tradizione metafisica delle cattedrali del pensiero cristiano e l’hanno sostituita con l’utopia della non violenza. Ma chi è il responsabile ultimo di tutto ciò? Chi sta dietro a questa svendita ecclesiastica a buon mercato del patrimonio accumulato lungo secoli di santità? Senza mettere in gioco la figura di Satana, del grande avversario di Cristo, questi interrogativi sono destinati a rimanere senza risposta’.
Rifletto ancora, pensieroso, su queste parole e scorro meccanicamente il libro.
L’occhio mi cade su alcuni concetti che avevo sottolineato.
Ad esempio nel secondo capitolo (La salvezza delle anime) l’autore - che certo, quale uomo di Chiesa di ‘rango’, quale teologo e uomo di cultura, deve poter disporre di una postazione privilegiata di valutazione - osserva che mentre una volta l’occhio della Chiesa era diretto alla vita oltre la morte per cui il destino eterno può essere perduto o guadagnato in questa vita, ora questa non è più la predicazione della Chiesa di oggi e il concetto di vita eterna è assente dall’annuncio.
Dal pensiero cristiano è stato rimosso il tema del male in tutte le sue forme: Satana, il Peccato originale, i peccati individuali e la Chiesa non affronta l’unico problema che per il singolo sarebbe un vero problema: la sua eternità. E questo fatto – continua l’autore - ‘apre lo spazio a forme neoprotestanti, a religioni orientali e a sette di ogni genere, sino alle peggiori; ma tutte le sette hanno parole che riguardano il singolo, gli promettono la pienezza della vita individuale, gli aprono le vie all’eterno…’.
L’essenza dell’uomo viene ridotta a ‘un po’ di cervello’, mentre ‘l’anima non viene più pensata spirituale e immortale. Sull’anima c’è silenzio e il linguaggio ecclesiastico, che dell’anima non parla più, è il linguaggio del Cattolicesimo’.
Poi salto all’ultimo capitolo, che si intitola appunto ‘L’Anticristo’ dal quale il libro prende il titolo.
E l’autore esprime qui un concetto: lo spirito dell’Anticristo ha spesso combattuto la Chiesa da un lato attraverso il potere politico, dall’altro attraverso le eresie, perché Satana ‘opera nella Chiesa attraverso gli anticristi e contro la Chiesa dal di fuori, mediante il potere politico’ .
E così don Gianni Baget Bozzo conclude il suo libro: ‘La vita della Chiesa è la lotta contro la doppia potenza di Satana. In questo modo la Chiesa partecipa alla Redenzione come Corpo di Cristo, associata all’atto redentore di Gesù sulla Croce. E’ per questa via che la divinoumanità nasce nella storia e si diffonde nel mondo. Il fatto che la potenza politica di Satana si sia manifestata con il suo massimo vigore nel XX secolo indica che sono più vicini i tempi di quest’ultimo potere tirannico che il ritorno di Gesù Cristo annienterà? Questa è una domanda che rimane e che mostra come l’esistenza della Chiesa cattolica sarà sempre insidiata dal potere e dall’errore sino a quando verrà il giorno del Signore’.
Io non sono un teologo e non posso giudicare ma – da catecumeno e da ‘uomo della strada’ - posso concludere che don Gianni Baget Bozzo di ‘teologia’ se ne intende e, sul tema dell’Anticristo, ci è andato anche molto ma molto vicino.
Cammilleri chiama da parte sua l’Anticristo ‘quel Gran Spiritosone’.
Ha evidentemente il senso dello humour, il Cammilleri nazionale, vedremo però se rideranno tanto quelli che – lui dice - ‘sapevano, hanno sempre saputo, ma non ci hanno mai veramente creduto’.
Lui, il Cammilleri, dice invece di essere convinto che il Grande Spiritosone si intronizzerà.
E con me siamo almeno in due a esserne convinti: forse perché amiamo entrambi il ‘folclore’.
Ma poi c’è anche la Chiesa Ortodossa che – mentre qui da noi magari ci spiritoseggiano sopra – là ‘rumoreggia’, discute, mette ufficialmente l’argomento all’ordine del giorno della sua Commissione teologica alla presenza del Gotha del clero.
Che qui da noi li abbiano già messi tutti a tacere, quelli che potevano aprire bocca?
Ma già prima ancora che arrivi l’Anticristo? Ma nooo…!
Ma che allora ci sia già l’uomo iniquo, magari dietro le quinte?
Ma noooo…!
Mi scappa un sospiro…
Oh, mirabile ‘mondo nuovo!’, per dirla con Cammilleri.
( Fine della prima parte)