(A.Norrito: ‘Quale interpretazione del terzo segreto di Fatima?’)
(G.Landolina: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ – Cap. 16 – Vol. II – Ed. Segno)
(don S. Gobbi: ‘Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna’ – Mov. Sacerd. Mariano)

11. I segni dei tempi: Grande apostasia, Uomo iniquo e Anticristo

 
11.1 Ma sei proprio sicuro di aver detto tutto su Daniele?

 E con questo episodio di Gesù dodicenne al Tempio si conclude – col Vangelo di Luca – la prima fase della vita nota di Gesù.
Non sentiremo più parlare di Gesù, nei Vangeli, per circa diciotto anni, vale a dire fino al momento dell’inizio della sua missione pubblica che coinciderà con i suoi trent’anni di età.
Rivedremo Gesù, nel seguito di questo libro, quando sarà ormai uomo fatto e pronto alla missione, e cioè al Battesimo presso il fiume Giordano ad opera di Giovanni Battista.
Questo nostra prima conoscenza con il Gesù dell’infanzia è dunque finita.
Il prossimo sarà il Gesù della Evangelizzazione seguito dal Gesù della Redenzione.
Tuttavia mi sento come se alla conclusione di questo libro manchi ancora qualcosa. Mi rileggo allora il capitolo precedente. Bello, mi piace.
Vi ho fatto leggere il brano di Vangelo che parla dell’episodio di Gesù al Tempio, poi l’ho commentato, quindi vi ho fatto rivivere l’episodio attraverso la visione di Maria Valtorta, vi ho anche letto e commentato Daniele, mi sono per bene ‘autocitato’ trascrivendo un brano da un mio precedente libro che riguardava ‘Il peccato e la condanna di Israele’, abbiamo parlato anche di Vittorio Messori, e infine – seguendo Messori – abbiamo parlato dello storico ebreo Giuseppe Flavio, quel bel furbone che – prigioniero di guerra dei Romani che assediavano Gerusalemme – aveva dimostrato un notevole senso di opportunità…politica, dote evidentemente presente anche a quei tempi  – facendo a credere all’Imperatore Vespasiano che il famoso ‘Re dei re’, di cui si favoleggiava e si prediceva da tempi immemorabili la venuta, altri non era che lui, proprio Lui, Vespasiano, l’Imperatore del Romano Impero, e non quell’oscuro Messia di quella oscura setta ebraica composta da ‘cristiani’ esaltati.
Insomma il capitolo precedente mi sembrava ieri proprio perfetto, avevamo chiuso in bellezza e in allegria, contento Vespasiano, contento Giuseppe Flavio, e soprattutto contenti noi: io di scrivere e voi di leggere.
Ma…, ma c’era un qualcosa che mi mancava, come un pensiero sottile che si insinuava nelle pieghe della mia mente ma non riusciva a prendere forma…, un pensiero al quale non riuscivo a dare corpo.
Era come se una mia voce interiore, quella che io chiamo ‘Subconscio creativo’ e che a volte pare mi soccorra nei miei libri, mi sussurrasse all’orecchio della mente: ‘Ma sei proprio sicuro di aver detto tutto su Daniele? C’è ancora qualcosa, ricontrolla bene! Parli poi molto della Valtorta, come al solito, ma di te non parli abbastanza…

Di me? Ma come?! Il capitolo è di quasi trenta pagine, di mio ce ne ho messe  una ventina, oltre alla fatica di scrivere che tu non consideri mai, e non ti pare abbastanza? Cosa si può dire, di più, sulla profezia di Daniele? Lo sai che le profezie sono velate e quella, nonostante i chiarimenti dell’Angelo a Daniele, quella non si capisce un tubo, tanto che gli antichi ebrei ci hanno impiegato cinque secoli a capire quando avrebbe dovuto realizzarsi e quando è arrivato il momento della venuta del Messia non se ne sono nemmeno accorti e l’hanno crocifisso?
Cosa c’è da dire ancora sulla venuta di Gesù? Vuoi che aspettiamo altri cinque secoli? Dimmelo tu, allora, magari stanotte in sogno, perché io non ci capisco proprio più niente, il libro è finito, io sono stanco e tu…, e tu? Non ti stanchi mai, tu? Certo tu fai soltanto il lavoro intellettuale, perché a quello materiale ci devo pensare io!’.

E così avevo messo da parte i fogli del capitolo con un’alzata di spalle sperando che la notte avrebbe magari portato consiglio.
Per rilassarmi avevo poi preso – ieri, dopo cena - un floppy disk, che un amico mi aveva fatto pervenire per posta perché gli dessi un’occhiata e per avere un parere sul contenuto, l’avevo infilato nella unità disco del mio computer e mi ci ero messo a ‘navigare’ dentro, leggendo un file dopo l’altro.
Il titolo di un capitolo mi incuriosisce: ‘Quale interpretazione per il terzo segreto di Fatima?’
E’ la trascrizione di un articolo di  Antonio Norrito che tratta della interpretazione del terzo segreto di Fatima del quale i giornali hanno tanto parlato nei mesi scorsi in occasione della grande cerimonia di beatificazione dei due pastorelli Giacinta e Francesco.
Si capisce che chi ne scrive è un ‘teologo’, e sembra anche molto preparato in questa materia.
In questi ultimi quaranta anni si è molto detto di questo famoso segreto, segreto anche perché la Chiesa gerarchica, anziché svelarne il testo, ha preferito – nonostante le numerose sollecitazioni che le pervenivano da tutto il mondo – tenerlo…appunto segreto.
Poi Papa Giovanni Paolo II, in occasione della beatificazione di due dei tre pastorelli di Fatima avvenuta nel 2000, ha dato disposizioni per la sua rivelazione.
Il Norrito spiega come interpretare a suo avviso il ‘segreto’ delle apparizioni di Fatima, ne chiarisce la struttura ‘letteraria’ composta da quattro visioni, quattro profezie e due segni di conferma.
Le visioni dei pastorelli riguardavano l’inferno con anime dannate e demoni, poi la Madonna che fermava l’angelo con la spada di fuoco, quindi un Vescovo vestito di bianco perseguitato ed ucciso, infine la visione di due Angeli con due innaffiatoi sotto i bracci della Croce.
Le profezie riguardavano la fine della prima guerra mondiale e l’inizio della seconda, il fatto poi che la Russia avrebbe sparso i suoi errori in tutto il mondo, la richiesta di consacrazione della Russia, la vittoria finale del Cuore Immacolato di Maria che avrebbe trionfato.
I segni di conferma erano invece costituiti dall’effettivo inizio di una seconda guerra mondiale e da una luce sconosciuta (aurora boreale del 1938) che avrebbe contrassegnato l’inizio dei castighi, cioè della guerra, della fame e delle persecuzioni.
Non è in sede di questo nostro libro che dobbiamo trattare approfonditamente di questo segreto, se non per il fatto che il famoso ‘Vescovo vestito di bianco’ di cui parlavano i tre pastorelli è stato identificato da Lucia, l’unica sopravvissuta dei tre, nella persona dell’attuale Papa Giovanni Paolo II.
Tuttavia la profezia parlava di un vescovo ‘ucciso’, mentre il Papa, come tutti sanno, ha solo rischiato di essere ucciso, perché in realtà – in occasione dell’attentato del 1981 ad opera di Alì Agca - si salvò.
Lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha ritenuto di identificarsi nel papa della profezia.
Non rimane quindi che concludere – mi dico io -  che, vi siano almeno tre alternative:

  • l’uccisione del vescovo vestito di bianco aveva un significato puramente simbolico, per fare intendere un ‘martirio’ spirituale’
  • o Dio – attraverso quella Grande Mediatrice di Grazie che è la Madonna - è intervenuto nella Storia cambiandone il corso  e salvando il papa, ad onta della profezia che in origine lo dava invece per martirizzato
  • oppure la profezia non si è ancora del tutto realizzata, il che ci porta a fare un pagano scongiuro augurando ancora molta vita al nostro papa

Le gerarchie ecclesiastiche – pur avendo correttamente premesso che il loro era un ‘tentativo’ di interpretazione e quindi non aveva la pretesa di essere accettato come verità assoluta – hanno considerato come ormai realizzata la profezia.
Sembra invece a me di comprendere che l’autore dell’articolo propenda piuttosto per la conclusione che – anche se il Papa della profezia è quasi certamente il nostro Papa attuale – se la profezia del Vescovo ucciso è una ‘profezia’ da interpretare in senso ‘reale’ e cioè non in maniera simbolica ma per il suo significato letterale – essa si potrà considerare ‘avverata’ solo quando tutti gli elementi della stessa troveranno il loro riscontro storico.
E comunque A. Norrito così continua:

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Molte altre rivelazioni mariane e gesuane si concentrano su questo Papa.
Ne citiamo solo due a conclusione della nostra riflessione lasciando ancora aperto il mistero di Fatima che, ricordiamo, è alla fine un mistero di vittoria e di pace di Maria e di Dio sul mondo rinnovato dal sangue dei martiri, dalla seconda Pentecoste e dalla Venuta intermedia di Cristo.
Ecco il primo testo carismatico: “La Madonna rivela a Conchita Gonzalez la profezia dei tre papi. La ragazzina confidò il suo “segreto” alla madre il 3 giugno 1963, in occasione della morte di Papa Giovanni XXIII.
Fu allora che Conchita disse apertamente a sua madre e poi ad altri: “Ora restano solo tre Papi”; -Ma come fai a saperlo? – “Me l’ha detto la Madonna”. - Allora sta per venire la fine del mondo? - “La Madonna non ha parlato di “fine del mondo”, ma di “fine dei tempi” -. E che differenza c’è? - “Questo non lo so. So solo che mi ha detto che dopo questo Papa ce ne saranno altri tre (Paolo VI, Giovanni Paolo I e l’attuale Giovanni Paolo II, NdR) poi (alla morte di Giovanni Paolo II, NdR) giungerà la “fine dei tempi” (mess. 20 dicembre 1962. Cit. in E. De Pesquera, Garabandal. La continuazione di Fatima, Gribaudi 1993, pp. 126-127).

In Italia ha avuto una diffusione notevole il libro di messaggi mariani comunicati ad un sacerdote carismatico utile per l’interpretazione spirituale del III° segreto di Fatima, in cui si ribadisce che Giovanni Paolo II è il Papa del terzo segreto e che l’apostasia attraverserà sia la Chiesa che l’umanità.

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A. Norrito - a conferma che è proprio Giovanni Paolo II il papa del terzo segreto di Fatima e che l’apostasia attraversa sia la Chiesa che l’umanità – trascrive a questo punto il testo parziale di un paio di ‘messaggi’ ricevuti a questo riguardo dal sacerdote carismatico di cui sopra, il primo del 13 maggio 1991 e l’altro dell’11 marzo 1995.
Convinto io del fatto che nelle ‘citazioni’ di queste faccende a volte anche una virgola omessa od una aggiunta possano cambiare il senso delle cose, decido di leggerne il testo integrale, cerco nella mia libreria il libro del Movimento Sacerdotale Mariano che contiene circa venticinque anni di ‘messaggi profetici, lo apro e leggo:

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Salisburgo (Austria), 13 maggio 1991

Anniversario della prima apparizione a Fatima

Il Papa del mio segreto
Oggi siete raccolti qui, in questo mio venerato Santuario, in un Cenacolo così numeroso di sacerdoti e di fedeli del Mio Movimento Sacerdotale Mariano.
Ricordate così l’anniversario della mia prima Apparizione, avvenuta in Fatima il 13 maggio 1917.
Spiritualmente vi sentite molto uniti al mio Papa Giovanni Paolo II, questo dono prezioso che il mio Cuore Immacolato vi ha fatto e che, in questi stessi momenti, si trova in preghiera nella Cova di Iria, per ringraziarmi della materna e straordinaria  protezione che Io gli ho dato, salvandogli la vita, nella circostanza del cruento attentato, avvenuto dieci anni fa in piazza S. Pietro.
Ora vi confermo che questo è il Papa del mio segreto; il Papa di cui ho parlato ai bambini durante le apparizioni; il Papa del mio amore e del mio dolore.
Con tanto coraggio e con sovrumana fortezza, Egli va in ogni parte del mondo, non curandosi delle fatiche e dei numerosi pericoli, per confermare tutti nella fede, adempiendo così al suo ministero apostolico di Successore di Pietro, di Vicario di Cristo, di Pastore universale della santa Chiesa Cattolica, fondata sulla roccia da mio figlio Gesù.
Il Papa dona a tutti la luce di Cristo, in questi tempi di grande oscurità.
Conferma con vigore nelle verità della fede, in questi tempi di generale apostasia.
Invita a camminare sulla strada dell’amore e della pace, in questi tempi di violenza, di odio, di disordini e di guerre.
Il mio Cuore Immacolato è ferito nel vedere come, attorno a Lui, si diffondano il vuoto e l’indifferenza; la contestazione da parte di alcuni miei poveri figli vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli; la superba opposizione al suo Magistero.
Per questo oggi la mia Chiesa è lacerata da una profonda divisione; è minacciata dalla perdita della vera fede; è pervasa da una infedeltà che si fa sempre più grande.
Quando questo Papa avrà compiuto il compito che Gesù gli ha affidato ed Io scenderò dal Cielo ad accogliere il suo sacrificio, tutti sarete avvolti da una densa tenebra di apostasia che sarà allora diventata generale.
Rimarrà fedele solo quel piccolo resto che, in questi anni, accogliendo il mio materno invito, si è lasciato racchiudere dentro il rifugio sicuro del mio Cuore Immacolato.
E sarà questo piccolo resto fedele, da Me preparato e formato, che avrà il compito di ricevere il Cristo che tornerà a voi nella gloria, dando così inizio alla nuova era che vi attende.

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Vado quindi a cercarmi, nel libro, anche il testo integrale del secondo messaggio che è di quattro anni dopo:

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Fatima (Portogallo), 11 marzo 1995

                                               Cenacolo coi sacerdoti e fedeli del M.S.M. del Portogallo

Il mio segreto
In questo mio venerato Santuario tutti vi accolgo, miei prediletti e figli a Me consacrati, per racchiudervi nel sicuro rifugio del mio Cuore Immacolato.

  • Qui Io sono apparsa come la Donna vestita di sole, per indicarvi il cammino da percorrere, in questo vostro secolo, così insidiato e posseduto dalla Spirito del male.
  • Qui Io sono venuta dal cielo per offrirvi il rifugio, in cui ripararvi, nel momento della grande lotta fra Me e il mio Avversario e nelle ore dolorose della grande tribolazione e del castigo.
  • Qui Io ho fatto sorgere il Movimento Sacerdotale Mariano e, per mezzo di questo piccolo figlio, che ho portato in ogni parte del mondo, in questi anni, mi sono formata la schiera pronta ormai alla battaglia ed alla mia grande vittoria.
  • Qui vi voglio spiritualmente uniti a questo mio figlio, oggi in cui viene fatto un grande Cenacolo del mio Movimento, davanti alla Immagine della vostra Mamma Celeste, posta nello stesso luogo in cui sono apparsa ai tre bambini Giacinta, Francesco e Lucia.
  • Qui vi raccolgo tutti intorno a Me e vi manifesto la mia compiacenza, per il modo con cui avete accolto il mio invito ad aderire al Movimento Sacerdotale Mariano, a consacrarvi al mio Cuore Immacolato ed a diffondere ovunque i Cenacoli di preghiera fra i sacerdoti, i bambini, i giovani e nelle famiglie.

Vi voglio spiritualmente qui con Me, perché ormai entrate nell’ultimo periodo di tempo di questo vostro secolo, in cui gli avvenimenti che vi ho predetto avranno il loro pieno compimento.
Per questo oggi, nello stesso luogo dove sono apparsa, voglio manifestare a voi il mio segreto.

Il mio segreto riguarda la Chiesa
Nella Chiesa sarà portata a termine la grande apostasia, che si diffonderà in tutto il mondo; lo scisma verrà compiuto nel generale allontanamento dal Vangelo e dalla vera fede.
In essa entrerà l’uomo iniquo, che si oppone a Cristo, e che porterà al suo interno l’abominio della desolazione, dando così compimento all’orribile sacrilegio, di cui ha parlato il profeta Daniele (Mt. 24,15).

Il mio segreto riguarda l’umanità
L’umanità giungerà al culmine della corruzione e della empietà, della ribellione a Dio e della aperta opposizione alla sua Legge di amore.
Essa conoscerà l’ora del suo più grande castigo, che vi è già stato predetto dal profeta Zaccaria (Zc. 13, 7-9)

Allora questo luogo apparirà a tutti come un segno luminoso della mia presenza materna, nell’ora suprema della vostra grande tribolazione.
Da qui la mia luce si diffonderà in ogni parte del mondo e da questa fonte sgorgherà l’acqua della divina misericordia, che scenderà ad irrorare l’aridità di un mondo, ridotto ormai ad un immenso deserto.
Ed in questa mia straordinaria opera di amore e di salvezza, apparirà a tutti il trionfo del Cuore Immacolato di Colei, che viene invocata come la Madre della misericordia.

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11.2 Parli poi molto della Valtorta, come al solito, ma di te non parli abbastanza!

Ora voi vi starete chiedendo cosa c’entri tutto questo discorso di Fatima con il mio capitolo precedente che parlava della profezia di Daniele.
C’entra, c’entra, perché il mio Subconscio creativo mi aveva chiesto se io ero proprio sicuro di aver detto tutto su Daniele e ora questo articolo che vi ho riassunto e che mi è capitato fortuitamente fra le mani mi illumina improvvisamente sul fatto che, in effetti, qualcosa da dire ci sarebbe ancora.
E ora ve lo spiego.
Quel sacerdote carismatico a cui si accenna sopra, è Don Stefano Gobbi, conosciuto oggi in tutto il mondo fra gli ‘addetti ai lavori’.
Egli ricevette nel maggio 1972 una ‘ispirazione’ dalla Madonna  e nel 1973, con pochi altri, divenne ‘cofondatore’ del Movimento Sacerdotale Mariano, un movimento cresciuto progressivamente nel silenzio e nella preghiera ma che annovera oggi in tutto il mondo fra i propri iscritti oltre quattrocento vescovi e centomila sacerdoti consacrati alla Madonna, oltre a tanti altri sacerdoti non iscritti ma che condividono la spiritualità del Movimento insieme a parecchi milioni di simpatizzanti ‘laici’.
Ma Don Gobbi non è solo un ‘ispiratore’ e ‘cofondatore’, egli è anche uno ‘strumento’ che riceve delle ‘locuzioni interiori’ – io direi da parte mia più chiaramente: ‘comunicazioni’ della Madonna – con le quali Lei, se ho ben capito la sostanza dei messaggi contenuti nel libro divulgato e tradotto in tutte le principali lingue dallo stesso Movimento Sacerdotale Mariano, forma il suo esercito di consacrati in previsione di una ‘battaglia’ spirituale che avverrà ad un certo punto della Storia all’interno della Chiesa e dell’Umanità.
Parrebbe anche di capire che la battaglia spirituale sia già iniziata anche se per ora non è visibile esternamente.
La Madonna – in queste sue ‘comunicazioni’ - non fa mancare né chiarimenti all’Apocalisse né profezie, come appunto le due che abbiamo letto.
E cosa c’è di tanto strano in queste due rivelazioni?
Me lo sottolinea  e lo riassume allora nuovamente il mio Subconscio creativo.
Nel primo messaggio si conferma in primo luogo che Papa Giovanni Paolo II è proprio il Papa del segreto di Fatima.
In secondo luogo si chiarisce che è la Madonna stessa che gli ha salvato la vita nell’attentato del 13 maggio 1981.
Questo mi induce a pensare che possa essersi quindi trattato di un intervento ‘straordinario’ di Dio nella Storia il cui corso naturale ed infausto sarebbe stato così in parte favorevolmente modificato.
Non dovremmo quindi aspettarci – mi auguro allora io - una sua seconda ‘disavventura’ futura ancora più grave della prima.
Mi lascia però perplesso il fatto che la Madonna dice – rileggete bene un po’ anche voi fra le righe - che se questo è il papa della sua gioia, lo è però anche del suo dolore e che Lei – in futuro – scenderà dal Cielo ad accoglierne il sacrificio quando la sua missione sarà terminata e il mondo sarà avvolto nella apostasia diventata generale.
L’apostasia – e cioè la perdita della fede con un generale allontanamento da Dio in seno all’umanità ma, e ciò è ancor più grave, anche in seno alla Chiesa - porterà ad una profonda divisione, e solo rimarrà fedele un ‘piccolo resto’ che sarà quello che avrà il compito di ricevere il Cristo che tornerà a noi nella gloria, dando così inizio alla nuova era che ci attende.

Nel secondo messaggio del 1995 si svela la natura del famoso terzo segreto, e si  preannunciano ore dolorose di grande tribolazione e  castigo, perché ormai siamo entrati nell’ultimo periodo di tempo in cui gli avvenimenti predetti avranno avveramento.
Nella Chiesa sarà portata a termine la grande apostasia, si assisterà ad uno ‘scisma’, in essa entrerà l’uomo iniquo che si oppone a Cristo e che porterà al suo interno quell’abominio della desolazione e quell’orribile sacrilegio di cui ha parlato il profeta Daniele (Mt. 24,15).
L’umanità conoscerà allora il suo più grande castigo: quello predetto dal profeta Zaccaria (Zc. 13, 7-9).

Ora voi dovete sapere che quando siamo di fronte a messaggi profetici per interpretarli bisogna saper leggere bene fra le righe ed avere anche una discreta conoscenza di Vangelo e dei profeti del Vecchio Testamento.
E il più delle volte non basta, perché per una loro corretta interpretazione  Gesù si serve di altri ‘profeti’, e cioè strumenti ‘carismatici’, come appunto Don Gobbi  o una Maria Valtorta e tanti altri ancora.
La Madonna di Don Gobbi – dopo aver parlato dell’uomo iniquo che entrerà nella Chiesa opponendosi a Cristo - aggiunge che questi vi porterà dentro l’abominio della desolazione, cioè il sacrilegio di cui aveva pure parlato il profeta Daniele, del quale aveva – nel suo Vangelo - a sua volta parlato Matteo (Mt 24,15)
Ma se aprite il Vangelo di Matteo in quel punto vi accorgete che quello è un brano in cui non è Matteo ma è Gesù stesso in persona che ne parla.
Gesù e i discepoli sono qui sul Monte degli Ulivi, probabilmente seduti all’ombra.
Gli apostoli - dopo aver sentito Gesù che all’uscita dal Tempio aveva predetto fatti catastrofici per il futuro come la distruzione del Tempio, una sua successiva venuta e una fine del mondo – ora che riposano nella calma e all’ombra del monte degli Ulivi ritornano sull’argomento e  gli chiedono ansiosi quando avverranno queste cose e quale sarebbe stato il ‘segno’ della sua venuta e (sottolineo l’uso della congiunzione  ‘e’) della fine del mondo.
E Gesù allora risponde, in questo brano specifico del Cap. 24 del Vangelo di Matteo, non indicando la data ma appunto i ‘segni’ di questa venuta (che chiameremo ‘intermedia’ per far capire che è successiva a quella dell’Incarnazione ma precedente a quella finale del Giudizio universale).
E infatti è solo alla fine del capitolo seguente (Mt 25, 31-46) che Gesù – esaurito il primo argomento della sua venuta intermedia  - parlerà della sua venuta alla fine del mondo per decretare la risurrezione dei corpi ed il giudizio universale.
Nelle profezie escatologiche e sul futuro Dio non dà mai – per pietà degli uomini che però vuole comunque ‘avvisare’ – l’indicazione delle date esatte.
E anche qui non dice ‘quando’ ma indica le ‘circostanze’ esterne che  faranno riconoscere la ‘venuta’.
Ed Egli stesso – nel Vangelo di Matteo - indica temporalmente fra i ‘segni della sua venuta’ anche la ‘abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele posta nel luogo santo’, invitando poi chi legge a cercare di comprendere il significato vero di ciò che egli sta profetizzando.
Ora vi conduco quindi per mano su un ragionamento dove ci vuole molta attenzione.
A quale predizione di Daniele si riferiva Gesù?
Ma proprio alla famosa profezia delle settanta settimane (di anni) di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente!
Quella stessa profezia della quale il mio Subconscio creativo mi aveva poi fatto notare che - di Daniele - non avevo ancora detto tutto, e aveva ragione.
Ma… attenzione, la profezia di Daniele - fatta un circa cinquecento anni prima di Cristo - viene considerata un po’ da tutti i teologi cristiani come una profezia messianica, cioè anticipatrice della data della venuta del Messia.
E infatti persino gli ebrei duemila anni fa la interpretavano così, salvo poi concludere che dovevano essersi sbagliati quando – anziché un Messia di Guerra – si eran visti arrivare un Messia d’Amore.
Ma se siamo d’accordo sul fatto che questa profezia di Daniele annuncia la prima venuta del Messia, oltre alla successiva distruzione di Gerusalemme del 70 d.C., come mai Gesù stesso in Matteo la cita per rispondere ai discepoli alla domanda sulla data della sua successiva venuta?
Ora vi propongo tre risposte e vi lascio trovare da soli quella giusta con un telequiz da cinquecento milioni:

  • O la profezia di Daniele non era una profezia messianica, per cui hanno avuto ragione gli ebrei di allora a concludere poi che dovevano essersi  sbagliati, che la profezia non si riferiva al loro ‘Messia di Guerra’ o che magari le settanta settimane di anni che si aspettavano loro dovevano interpretarsi come settimane di… secoli.
  • O la profezia era messianica perché - come fanno osservare i teologi cristiani - le settanta settimane di anni, anno più anno meno – coincidono bene con l’epoca della prima venuta di Gesù per la Redenzione. In tal caso hanno ragione i teologi cristiani ma avrebbe però torto Gesù  che – rispondendo agli apostoli, con Matteo presente – ‘applica’ quell’abominio della desolazione nel luogo santo (cioè nel Tempio) di cui parla Daniele ad una sua successiva futura ‘venuta’ indicandolo quale segno di realizzazione.
  • Oppure ho ragione io – ma ha ragione anche Gesù – quando vi dico che questa è una cosiddetta profezia ripetitiva per cui le circostanze di peccato e le conseguenti sanzioni divine della prima venuta si sarebbero ripetute ad onde concentriche anche in quella che viene chiamata ‘seconda venuta intermedia’ e in quella finale del giudizio universale, quando circostanze di emergenza eccezionali avrebbero richiesto un intervento straordinario di Dio nella Storia, come quello della prima venuta, anche se in forma diversa.

Le circostanze eccezionali sono appunto quelle – nonostante il cristianesimo diffuso un poco ovunque - di una apostasia mondiale, sono quelle di una Umanita sempre più ‘barbara’ e atea che con le sue ‘ideologie’ (i falsi profeti) sfida ogni giorno Dio e che con la sua Scienza (falsa Sapienza) sovverte le leggi del Creato e si fa ‘creatrice’ di terribili mezzi di sterminio e della modificazione genetica dell’uomo stesso e del mondo animale rischiando di perderne il controllo. Circostanze eccezionali sono quelle dell’uomo iniquo dentro alla stessa Chiesa di Cristo di cui parla la Madonna di Don Gobbi, e sono, per terminare, quelle della venuta dell’Anticristo, l’uomo che l’Apocalisse ha ‘contrassegnato’ con il numero 666, segno di Satana.
 Sono queste le stesse circostanze, ancor più future, che – come racconta l’Apocalisse di San Giovanni – caratterizzeranno un giorno lontano la storia dell’Umanità dove non sarà più l’Anticristo a portare scompiglio nel mondo ma sarà Satana in persona che – liberato dall’incatenamento del ‘millennio’ felice – troverà nuovamente fra gli uomini dei seguaci pronti a seguirlo creando una situazione che indurrà Dio a decretare la fine del mondo con la risurrezione dei corpi ed il giudizio universale.
In sostanza la profezia di Daniele è la profezia della prima venuta dell’Incarnazione, ma è anche ‘figura’ della cosiddetta ‘venuta intermedia’ della quale pure parla la Madonna di don Gobbi quando accenna a quel suo ‘piccolo resto fedele’ che avrà il compito ‘di ricevere il Cristo che tornerà a noi nella gloria’ dando così inizio alla nuova era di pace che ci attende.
Il riferimento che la Madonna fa al ritorno di Gesù nella gloria per l’Era di Pace è dunque lo stesso riferimento al ritorno su un cavallo bianco del Cavaliere dagli occhi di fuoco e dal mantello tinto di sangue di cui parla S. Giovanni (Ap 19, 11-16), cioè Gesù che torna per soccorrere i suoi giusti, sconfiggere il demonio e i suoi alleati (Ap 19, 17-21) instaurando l’Era di pace (Ap 20, 1-6) che durerà un ‘millennio’, come dire cioè un periodo molto lungo.
Ma l’Era di Pace sarà preceduta da un grande castigo divino, e l’Apocalisse ci dice che perirà un terzo dell’Umanità, la Gran Babilonia
La Madonna di Don Gobbi profetizza a sua volta che l’Umanità empia sarà colpita dal castigo già predetto da Dio al Profeta Zaccaria.
Zaccaria infatti – dopo aver parlato del giorno in cui il Signore laverà il peccato e l’immondezza sulla terra facendo sparire i falsi profeti e lo spirito immondo continua dicendo:

Zc. 13, 7-9:
Insorgi, o spada, contro il mio pastore, contro l’uomo, mio compagno, dice il Signore degli eserciti.
Percuoti il pastore e siano disperse le pecorelle! Ma sulle più deboli stenderò la mia mano.
E avverrà in tutto questo paese, dice il Signore, che due terzi degli abitanti periranno e un terzo sarà conservato.
L’ultimo terzo lo farò passare per il fuoco, lo monderò come si purifica l’argento e lo saggerò, come si prova l’oro.
In questo tempo invocherà il mio nome e io lo esaudirò, anzi dirò: Questo è il mio popolo! Ed egli confesserà: ‘Il Signore è mio Dio!’.

Ma di che castigo si tratta, qui? Non capite proprio a che si riferisca questa misteriosa allusione di Zaccaria ai due terzi degli abitanti che periranno e ad un terzo solo che si salva?
Pensate che si riferisca all’Umanità intera? Ma l’Apocalisse – ve l’ho già detto - in un altro brano (Ap 9, 13-21) dice che dell’Umanità  ne sarebbe perito solo un terzo, come dire due miliardi di persone al giorno d’oggi, quando l’Angelo di Dio avrebbe dato fiato alla sesta tromba, cioè prima della venuta intermedia.
Capisco che sono cifre pazzesche, e mi domando se il fatto di dire ‘un terzo’ o ‘due terzi’ non debba essere interpretato ‘alla lettera’ ma piuttosto come un modo generico per indicare una gran quantità di persone, oppure mi chiedo se l’allusione alla morte di così tante persone  non vada intesa come una ‘morte’ spirituale anziché materiale.

Per l’interpretazione di questi brani profetici non basta però il buon senso ma, come già detto, serve anche l’aiuto delle voci carismatiche, come appunto quelle di un Don Gobbi o di una Maria Valtorta, perché è ai suoi ‘profeti’ che Dio di solito  affida il compito di ripetere – anche se a volte essi non capiscono neanche bene quello che dicono – quello che Dio stesso vuole che essi dicano in merito a certe profezie.
Come ho già detto, il tema ‘profetico’ è molto delicato da trattare.
Noi – non conoscendo il futuro e non riuscendo a comprendere le profezie escatologiche che sono quasi sempre velate, cioè ‘sigillate’ fino al momento della loro attuazione nel tempo – tendiamo ad attribuire loro significati meramente simbolico-allegorici, o di carattere generale, oppure  - interpretandole a posteriori - riferirle non al futuro ma solo ad episodi del passato che si sono già verificati e che ci pare che si attaglino bene  alla profezia che pertanto si considera ‘realizzata’, come magari potrebbe essere stato fatto recentemente nel caso della ‘interpretazione’ del terzo segreto della profezia di Fatima.
Ed operiamo secondo questo tendenza psicologica anche quando l’interpretazione della profezia – anziché in maniera simbolico-allegorica - andrebbe fatta in maniera letterale, metodo di approccio che invece dovrebbe essere quanto meno il primo da valutare, prima di studiare se vi siano anche altre possibili interpretazioni allegoriche.
Ne è un esempio classico l’interpretazione corrente che si cerca di dare nella Apocalisse di San Giovanni al tema appunto della ‘seconda venuta’ di Gesù, tema che viene toccato proprio nel citato brano del Vangelo di Matteo.
Questa venuta - nella corrente di opinione attuale, opinione che tuttavia non è ‘dogma’– viene interpretata come riferita o alla prima venuta dell’Incarnazione o meglio della Resurrezione (come dedusse S. Agostino dopo aver inizialmente creduto ad una venuta intermedia) o alla venuta finale di Gesù per il Giudizio universale, cioè alla fine del mondo,  della quale  ultima parla successivamente anche il Gesù di Matteo ( Mt 25, 31-46) ma in termini ed in un quadro generale profondamente diverso da quello in cui si descrivono ‘i segni’ della venuta intermedia di cui Matteo pure parla nel suo precedente Cap. 24. Da questi segni e circostanze ambientali indicati da Gesù si capisce chiaramente – a meno che uno non voglia aprioristicamente e pregiudizialmente  rifiutare il concetto di una possibile ‘venuta’ intermedia - che l’Umanità, nonostante quelle distruzioni di cui si parla,  sopravvive.
Questo della seconda venuta intermedia è un tema del quale non vorrei dirvi troppo perché lo ho già approfondito in un mio libro precedente, concernente un commento all’Apocalisse, ed è un tema sul quale la Chiesa pare non abbia ancora maturato una posizione univoca e dogmaticamente definitiva, tanti sono i dubbi di interpretazione dei passaggi dell’Apocalisse in cui si parla appunto di questa venuta di Gesù e di un regno di pace della durata (forse quest’ultima sì, simbolica, per significare un lunghissimo periodo di tempo) di ‘mille anni’, prima della fine del mondo.
Se infatti il Regno di pace di ‘mille anni’ previsto dall’Apocalisse – come si evince dal testo letterale – è instaurato da una venuta di Gesù, e se è a sua volta seguito da una venuta finale per la risurrezione dei corpi e il Giudizio universale (Ap 20, 7-15) è chiaro – sin da una prima lettura che non voglia essere forzosamente ‘allegorica’ – che la venuta per instaurare il Regno di Pace è ‘intermedia’ fra la prima venuta dell’Incarnazione e l’ultima della fine del mondo.
Il problema sarà semmai di stabilire la natura di questa venuta, che dovrebbe essere (a mio avviso) non di un Gesù ‘in carne ed ossa’.
Non mi pare infatti tanto ‘realistica’ una venuta di quest’ultimo genere, e penso dovrebbe trattarsi semmai di una venuta di natura ‘spirituale’, in quanto Verbo, o magari un Gesù ‘nella gloria’, come quel Gesù Risorto dal ‘corpo glorificato’ - che appariva veloce come il lampo  contemporaneamente qui e là e scompariva - che si materializzava davanti agli apostoli nel Cenacolo e si smaterializzava attraversando muri e porte chiuse, come si racconta nei Vangeli.
Oppure – e qui non riesco a trovare le parole adatte per esprimere questo concetto – una venuta di Gesù – che è Dio e quindi uno e trino - in Spirito Santo (e quindi neanche qui in carne ed ossa) per inaugurare ‘in Spirito Santo’ la Nuova Pentecoste, l’Era della Grande Evangelizzazione.
I Padri della Chiesa dei primi secoli (come si evince da una lettera di San Paolo), avevano già allora la incrollabile certezza di una ‘venuta’ di Gesù , che speravano imminente.
San Paolo aveva loro detto che essi dovevano ‘pazientare’ e solo S. Agostino, dopo quattro secoli di attesa inutile che cominciava a creare seri imbarazzi di credibilità alla Chiesa di allora, si convinse che questa venuta intermedia non ci sarebbe mai stata per la semplice ragione che doveva già essere avvenuta.
Egli, come già spiegato, aveva infatti concluso – seguendo la impostazione allegorica della interpretazione dell’Apocalisse adottata da Origene per farla quadrare con le sue tesi filosofiche (poi dichiarate eretiche) – che S. Giovanni, parlando nell’Apocalisse di questa benedetta venuta, avesse appunto alluso allegoricamente alla prima venuta dell’Incarnazione o meglio ancora a quella della Resurrezione.
Il periodo del millennio di pace – secondo Agostino di Tagaste - doveva essere quindi quello che lui stava già vivendo, intorno al quarto/quinto secolo dopo Cristo, in una società che, dopo la fine della grande tribolazione delle persecuzioni dei primi tempi,  si stava ormai sempre più convertendo al cristianesimo in un clima di pace religiosa.
E’ da questo grande equivoco di Sant’Agostino  – dove i mille anni di pace di cui parla l’Apocalisse finirono per essere conteggiati dalla data dell’Incarnazione - che si diffuse nei secoli successivi la credenza del ‘millenarismo’, e cioè che il mondo sarebbe finito al compimento dell’anno mille con il giudizio universale, credenza poi ripresa successivamente da numerose sette, anche moderne, che non hanno fatto altro che aggiornare e ‘ridatare’ la fine del mondo dell’anno mille al… 2000, avendo forse alcune di esse interpretato i ‘segni’ che nel Vangelo e nell’Apocalisse accompagnano la venuta intermedia come se essi fossero riferiti alla venuta… finale.
Non ci sarà la fine del mondo, ma semmai un ‘mondo nuovo’, più spirituale, quei Nuovi Cieli e Nuova terra della Gerusalemme terrena che sono figura dei Nuovi Cieli e Nuova Terra della Gerusalemme celeste.
Un meraviglioso ‘mondo nuovo’ che non è però quello che va ‘profetizzando’ la letteratura New Age che lo prevede, sì, ‘nuovo’ ma… ‘materiale’, cioè un’Era dorata, un mondo della ‘carne’.
Qui è l’eterno Scimmiottatore che edulcora e inietta il suo anestetico, come a dire: ‘Non penserete mica che quel che dice l’Apocalisse sia vero, vero? State tranquilli, non ravvedetevi, niente tribolazioni, niente Spirito, ma la ‘Carne’ io vi prometto’.
Ed è questa disinformazione che spesso spinge anche a definire ‘millenaristi’ – cioè da fine del mondo – non solo quelli che credono ad una imminente venuta con conseguente fine del mondo ma anche quelli che in realtà credono ad una venuta intermedia che con la fine del mondo non ha niente a che spartire, a parte qualche dettaglio come la grande tribolazione, dentro al ‘luogo santo’ e fuori del ‘luogo santo’.
Non so se il vescovo Agostino di Tagaste, che dopo morto è stato riconosciuto come un gran sant’uomo, fosse indenne da errori, in vita.
Nelle sue ‘Retractationes’ aveva già dovuto far ammenda di molti errori nelle sue opere.
Fatto sta che il primo millennio storico che Agostino identificava nel millennio di Pace dell’Apocalisse non è stato affatto felice, ed il secondo millennio che noi abbiamo appena concluso neppure.
E il mondo non è neppure finito dopo il suo primo millennio, segno che anche in questo Sant’Agostino aveva sbagliato.
Ma tutti gli altri teologi successivi – come succede anche oggi di fronte al carisma dei grandi leaders  ideologici o culturali - vi si sono accodati acriticamente, per cui l’opinione di Sant’Agostino circa la retrodatazione della ‘seconda’ Venuta dell’Apocalisse, anche se smentita dai fatti, continua oggi a tenere banco, anche perché forse manca il coraggio – tranne che a pochi teologici e a molti carismatici – di confutarla andando controcorrente e rischiando l’emarginazione culturale, e non solo.
Dunque, nell’interpretazione delle profezie, bisogna tener conto della loro possibile ripetitività.
Una determinata situazione profetizzata può essere figura di un’altra situazione successiva.
Ad esempio la Pasqua della liberazione del popolo di Israele e del passaggio mosaico del Mar Rosso, grazie a quel sangue salvifico di agnello, spennellato sugli stipiti delle porte delle case ebraiche in Egitto per difenderli dal passaggio dell’Angelo sterminatore, fu figura di una ben più importante Pasqua e Liberazione successiva dove fu il Sangue dell’Agnello divino sacrificato a salvare e redimere l’Umanità dal Peccato.
Certe profezie possono insomma essere come onde concentriche che si propagano a cerchi sempre più ampli come quando si getta un sasso in uno stagno.
Nulla può impedire che alla prima abominazione (omicidio/deicidio) in Gerusalemme, con un castigo quale la distruzione del Tempio e la grande tribolazione del popolo di Israele, ne possa seguire una successiva quando il popolo di Dio della seconda Gerusalemme, la Chiesa, o in senso più allargato: l’Umanità, dovesse macchiarsi di colpe diverse ma altrettanto gravi.
E’ dunque realmente possibile, come dice la Madonna di don Gobbi, che la profezia di Daniele si riferisca anche a questi nostri tempi.

Tutto chiaro ora? No? Dite che non avete però capito bene chi è lo spirito immondo?
Dite anche che vi ho parlato abbastanza, anzi troppo, di Daniele ma che non ho detto invece altro ‘di mio’, come mi aveva fatto osservare il mio Subconscio creativo dicendomi all’inizio del capitolo quel: ‘Parli poi molto della Valtorta, come al solito, ma di te non parli abbastanza!’?
Ma come, non ho già parlato di mio in tutto questo capitolo?
Ah, vorreste sentire qualcosa su questo argomento della profezia di Daniele che sia però ‘mio-mio’?
Magari su questi ‘ultimi tempi’ di cui, oltre a Daniele, parlano l’Apocalisse e la Madonna di don Gobbi?
Volete sapere qualcosa di più di quell’uomo iniquo di cui parlò 2000 anni fa S.Paolo (2 Ts 2,3-14) e di cui ha riparlato la Madonna di Don Gobbi?
Volete capire meglio  a chi si riferisce esattamente quell’allusione ai due terzi degli abitanti che periranno e al terzo che si salva?
Beh, ne ho già parlato a fondo  – combinazione! - in quel mio libro di cui vi ho già detto dove tratto dell’Apocalisse e del ritorno glorioso del Gesù parusiaco nella venuta intermedia,  il famoso cavaliere sul cavallo bianco seguito da altri cavalieri su cavalli bianchi dell’esercito celeste.
Non posso trascrivervi qui il libro intero ma – di mio - vi darò, a mò di conclusione sull’argomento della profezia di Daniele e di questa parte di questo nostro primo volume, le ultime pagine del capitolo di quel libro dove - dopo aver commentato l’Epilogo dell’Apocalisse di S. Giovanni e pieno ancora di dubbi nonostante le precedenti spiegazioni del Gesù della Valtorta e della mia stessa ‘Luce’ (chiamatela però Subconscio creativo) così terminavo:

(G.Landolina: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ – Cap. 16.2 – Vol. II – Ed. Segno)

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16.2 Ora risponderò ai tuoi dubbi finali e – come tu hai dato il tuo – Io ti darò il mio…Epilogo

Mi fermo qui perché il discorso diventerebbe molto lungo e vi sono persone ben altrimenti competenti che hanno scritto libri e libri su questo argomento.

Quanto poi al Gesù della Valtorta, quando ti sembra che l’hai capito  ti accorgi invece che non l’hai capito ancora bene, e hai sempre il dubbio di esserti sbagliato, e non capisci inoltre se l’Anticristo ce lo dobbiamo veramente aspettare adesso o alla fine del mondo, il che ci potrebbe anche star bene.
Ad esempio, negli ultimi dettati alla Valtorta dei capitoli precedenti -  ed in particolare in quello di commento a quel brano del profeta Zaccaria - mi sembra si facesse un raffronto fra la Chiesa di quei tempi (cioè i tempi della seconda guerra mondiale: i tempi dei precursori dell’ Anticristo futuro) e quella dei nostri tempi (in teoria quelli dell’ Anticristo vero e proprio), e infine con la Chiesa degli ultimissimi tempi, quelli della fine del mondo.
E poi vi è ancora un raffronto fra la grande tribolazione dei nostri tempi prossimo-futuri (insomma quella che ha previsto anche Nostradamus) e la tribolazione ancor più grande degli ultimissimi tempi
Ecco, devo dire che con tutte queste ‘tribolazioni’ e ‘anticristi’ – che si succedono uno dopo l’altro, una più tribolazione dell’altra, e uno sempre più ‘anticristo’ dell’ altro, fino alla Tribolazione e all’ Anticristo finale (che però non è finale della Fine del mondo ma finale di questi nostri ‘ultimi tempi’, perché alla fine del mondo sarà Satana a scendere direttamente in campo senza più anticristi intermediari) – ecco finisce che io non ci capisco di nuovo più niente.
E comunque – e questi sono dubbi finali - anche considerando ‘buono’ quello che ha detto Teofilo il Siculo e comparandolo con quanto detto dalla Valtorta sull’Anticristo, non riesco più a capire (e ora c’è in aggiunta la complicazione della profezia di La Salette che parla di suore e vescovi) se l’Anticristo sia un personaggio politico e di governo, cioè un uomo che ad un certo punto sarà in condizione di orientare le sorti del mondo oppure -   vero e proprio ‘Giuda’ nel collegio apostolico - una altissima espressione della gerarchia ecclesiastica cattolica.
E’ questa contraddizione, soprattutto,  che mi lascia perplesso, come pure ancora – dulcis in fundo -  il mio dubbio interiore se sia prudente, considerate le prossime persecuzioni anticristiane di cui parla anche Nostradamus,  andar a scrivere di queste cose proprio ora, in un libro come questo…

Luce:
Gesù, in questi brani, parla in perfetto ‘stile profetico’ muovendosi fra passato, presente e futuro dove ogni epoca sembra che comprenda quelle future o passate, tanto che – come nei Vangeli – quasi non si capisce se si riferisca a questi tempi o agli ultimi tempi.
Ed allora, poiché sei confuso, ti guiderò Io tenendoti per mano.
Rileggi con calma e seguimi.
La Chiesa, come ‘Ente’, è opera perfetta perché perfetto è stato il suo Fondatore.
Ma la ‘chiesa degli uomini’ è fatta di uomini, e come tale sbaglia.
Quando le sue ‘gerarchie’ sono vissute nel rispetto della Legge e del Vangelo, la Chiesa conobbe momenti di splendore.
Quando invece essa si lasciò asservire ad interessi terreni, precipitò nel baratro.
E così questi errori, come nei secoli passati hanno dato vita alle controversie e agli scismi, così nei secoli futuri provocheranno l’Errore per eccellenza, il famoso ‘abominio della Casa di Dio’, figura finale di tanti abomini minori precedenti, che sarà il ‘segno precursore’ della fine del mondo, così come altri sono ora i segni precursori di ‘questi’ ultimi tempi.
Gesù, parlando nel 1943, spiegava che dopo quel periodo di travaglio doloroso, quello dei ‘precursori’ dell’Anticristo, la Chiesa, quella autentica, si sarebbe rifugiata nei suoi figli migliori che saranno pronti a guidarla quando i prossimi tempi saranno maturi per preparare i vari popoli alla Venuta intermedia di Gesù.

Allora Io verrò, e spanderò il mio Spirito su tutta l’Umanità redenta, e anche sugli Ebrei - il mio popolo,  che non ha colpe ma meriti: quelli di espiare per le colpe dei padri – i quali finalmente mi riconosceranno come Messia invocando su loro stessi, ed essi stessi, quel Sangue che con altro spirito i padri invocarono su di loro.

E come il primo fu un sangue di maledizione invocata, il secondo sarà un sangue di liberazione voluta, perché sempre, sempre, il mio Sangue libera. Ricordati.
E allora, con il mio gregge ricomposto perché l’ultima pecora, la prima sperduta, sarà rientrata nell’Ovile, Io ritornerò per l’ultimo ammaestramento, quello che dovrà preparare l’Umanità del Millennio alla rassegna finale, quella che scaturirà dalla Battaglia di Gog e Magog per terminare nel Giudizio finale che aprirà le porte ai Nuovi Cieli e alla Nuova Terra: celeste!

Ed eccoci ora all’ Epilogo.
Vedi quanta strada abbiamo percorso insieme in questi due volumi?
Ricordi quella canzone? Ricordi quelle parole del primo volume?
Ecco che siamo alla fine del mistico viaggio ma all’inizio di una Nuova Avventura.

Ora risponderò ai tuoi dubbi finali e – come tu hai dato il tuo  – Io ti darò il mio…

Epilogo

La mia Pace sia con te, il mio Spirito risvegli in te la Verità senza timore alcuno.
O temi l’uomo o temi Me, Giudice di Verità.
La mia Parola in questo libro è scritta nella Verità, in verità velata, perché non voglio tu  conosca tutto alla perfezione.
Tante cose, scritte nei Tempi da diversi ‘interpretatori’ della mia Apocalisse, sono vere e sono concordi, altre cose non sono vere, non perché il Nemico abbia  sviato i miei strumenti ma perché Io non voglio che tutto sia svelato.
L’uomo di cui tu parli – nella sfera religiosa – è l’Antipapa o, come è stato detto, il ‘Papa nero’.
Nella sfera umana invece vi sarà l’Anticristo, e opererà grandi miracoli e prodigi, e si dichiarerà ‘il Cristo’ atteso  da millenni.
L’attesa è nel mio popolo eletto a cui Io ho girato le spalle perché rinnegato, tradito, ucciso.
Ma tornerò a loro e mi manifesterò nei loro cuori, e farò in modo che i loro occhi si aprano e vedano che colui che siede non è il vero Cristo, e allora sarà destituito.
E ungerò i miei eletti che godranno della mia Gloria, non solo ‘finale’ ma anche ‘intermedia’.
Sì, figlio. I due iniqui sobilleranno la Fede e la Ragione, dando inizialmente oro che poi si cambierà in carbone acceso di sofferenza.
E solo allora si ritornerà alle catacombe per poter celebrare il mio mistero in unione ai neo-ristabiliti.
E quella è la vera ‘Unione’, non quella che voi uomini avete creato, creato soltanto per valorizzare una nazione di fronte all’ altra, con a capo le due nazioni che – insieme ad una terza – ingaggeranno la terza guerra mondiale.
Giorni di terrore e di sangue attendono questa Umanità, giorni che stanno per abbattersi contro la mia Chiesa, che sarà preservata, e contro il mio popolo che invece soffrirà terribilmente e che in buona parte verrà sterminato.
Guai, guai, guai a quel soldato che verrà trovato impreparato alle verità che vi sto rivelando sul prossimo futuro.
Guai perché Io, il Giudice eterno, non avrò nessuna misericordia e compassione per coloro che diserteranno e per coloro che non ‘accetteranno’ dopo i grandi segni che avverranno.
O voi, o ultima Chiesa, radunatevi a battaglia! L’ora è giunta.
La mia Parusìa, come Spirito Santo trionfatore, sta per giungere.
I ‘tempi’ sono brevi e la Grande Tribolazione è alle porte: non i ‘segni’, ma la Grande Tribolazione.
Combattete, e vi salverete.
Se non combatterete verrete estromessi come ho estromesso tanti dalla mia Gloria e dal mio Progetto.
Ora è il tempo che diciate ‘Maranathà’, cioè : ‘Vieni, Signore Gesù’.
Attendo da voi tutti, soldati e figli della Luce, che acclamiate Me vostro Signore e Re, e – invocandomi – desideriate la mia Parusìa intermedia, dove vi prenderò con Me per il Tempo infinito.
Ora vado, ma tornerò ancora a parlarti di ciò che non sai e di ciò che sai a metà e di ciò che non devi  sapere fino al giorno del suo compimento.
Shalom.

Pace a voi
 Il Vincente sul cavallo bianco

Il Re dei re

Il Signore dei signori

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