5. LE CONSEGUENZE DEL PECCATO ORIGINALE
Abbiamo conosciuto la reale natura del peccato originale.
Rimangono però ancora da vedere quali furono le sue ‘conseguenze’ sui primi due progenitori e sul resto dei loro discendenti.
In effetti se oggi, come e anzi più che all’epoca di Voltaire, è difficile credere al peccato originale, resta ancora più difficile immaginare come quella ‘cosa’ che fu questo peccato di intenzione, e cioè di mente, si sia trasmesso dai primi due anche ai figli, e ai figli dei figli, provocando, in tutta la catena della successiva umanità, malattie, morte, ingiustizia, dolore.
Se la ‘Colpa’ di origine fu dunque solo dei primi due, perché Dio ne fece subire le conseguenze anche ai loro poveri e innocenti discendenti? Non è stato sempre detto che i figli non sono responsabili delle colpe dei padri?
Non sono domande da poco, anzi sono domande serie alle quali noi potremmo darci le seguenti risposte. (1)
L'uomo viveva nell' Eden . Era una vita bella, una vita dolcissima.
Le creature gli erano amiche perchè l'uomo 'amava' ed esse 'percepivano' l'amore... Poi venne però il Peccato, poi ci fu la Colpa e, con questa, la 'macchia' che deturpò l'anima dell'uomo facendogli contrarre la terribile malattia.
Così come un virus può intaccare la sanità di un corpo umano perfetto e portarlo ad una progressiva degenerazione, così un altro tipo di ‘virus’, il peccato, può intaccare la sanità dello spirito e portarlo esso pure a degenerazione.
Bisogna partire dal presupposto che la vera essenza dell'uomo è quella spirituale, non essendo il corpo che un completamento della stessa: in ciò la differenza con gli Angeli, esseri solo spirituali.
Intaccata l'essenza dello spirito, se ne è avuta immediatamente una conseguenza sulla carne, anch’essa corrotta in proporzione.
Nè questo deve stupire. Anche la scienza moderna, pur così ignorante ancora nello studio della Psiche, ha intravisto chiaramente il rapporto fra psiche e corpo. E la ‘Psiche’ è l'Anima.
Le malattie psicosomatiche, sono un indizio, un esempio, di questo 'rapporto' che in realtà è molto, molto più profondo.
La Psiche, corrotta dal Peccato, dalla perdita della Grazia, ha inquinato il corpo, creato perfetto: si è inquinata lei, innanzitutto, e subito ha contagiato lui.
Da tutto ciò sono nate l'abbiezione, l'odio, l'invidia, l'egoismo.
Da ciò sono nate le tare fisiche da debolezza congenite che - a causa di un indebolimento delle difese immunitarie - hanno progressivamente aperto la strada alle malattie e poi alle alterazioni funzionali dei geni umani che venivano ritrasmessi tarati ai discendenti.
Ma, in tutto ciò, non bisogna dimenticare la prevalenza dello spirito, non bisogna dimenticare che l'uomo - prima che essere animale - è essere spirituale', e quindi bisogna vedere tutto alla luce dello spirito e della vita spirituale futura: soprattutto la vita materiale terrena.
Quindi l'evoluzione dell' uomo è stata veramente 'discendente'.
La ‘civiltà’ dei primi due non era di tipo 'tecnologico' ma di tipo naturale. L'uomo viveva, il primo uomo viveva, in un habitat naturale che più perfetto non poteva essere.
Dopo vennero le caverne, dopo la scoperta del fuoco, dopo il lento progredire verso un destino di crescita intellettuale, morale, civile.
E l'ambiente dove il primo uomo viveva, l'Eden, divenne - per volontà di Dio - ostile. Ostile la terra, che dava frutti con fatica, ostile la natura in genere, con i suoi elementi come il caldo e il gelo. Ostili gli animali, contaminati anch'essi dal virus 'spirituale' così come anch'essi potrebbero contrarre oggi dall' uomo dei virus interessanti il corpo.
Ed in quest’ostico ambiente l’uomo decadde ed iniziò la sofferenza. Sofferenza fisica, ma anche morale.
L' uomo perse - con la perdita dell' intelligenza, a causa dalla sua psiche tarata - la coscienza della sua spiritualità e divenne qualcosa di molto simile al 'bruto'. E solo per Misericordia divina i 'Profeti', depositari della Rivelazione, ebbero concesso di ricordare all'uomo la sua origine soprannaturale per ridargli la coscienza del proprio vero essere e la sicurezza del fine a cui tendere.
La storia dell' Umanità più recente, quella delle ultime migliaia di anni, è già storia di evoluzione superiore, ascendente e non discendente, in quanto l'uomo - per religioni ed educazioni progressive - doveva prepararsi ad accogliere la vera religione: l'unica vera.
Ma non c' è mai fine alla depravazione morale dell'uomo che - pur nella fase ascendente di una nuova civiltà, pur nella conoscenza di religioni ‘rivelate’, pur nella conoscenza della Dottrina divina - ha saputo ancora una volta ritoccare le vette dell’abbiezione, quelle che avevano indotto una prima volta a mandare il diluvio.
L'uomo è dunque una unità psico-fisica molto più di quanto la scienza oggi ammetta.
Anzi, l'uomo è più ‘Psiche’ (cioè Anima) che 'materia' la quale – come già detto - è un 'accessorio' che completa l'anima.
E poiché la Genesi spiega che Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza (e, poichè Dio non ha corpo, l'immagine e la somiglianza riguardano l'anima) l’anima - essendo a somiglianza di Dio - è la cosa più importante: anzi, è l' uomo!
Rovinata dunque l'anima dal Peccato, si è distrutto il suo 'equilibrio'. Si è cioè introdotto 'disordine' dove prima era ordine.
L'ordine era la prevalenza della parte più spirituale dell'anima (lo spirito dell'anima) su quella più materiale (cioè l'Io). Il disordine fu il prevalere dell'Io.
Il prevalere dell'Io, con tutte le sue tendenze negative, si è ripercosso - proprio per l'unità psicosomatica - anche sul corpo, come si è ripercossa sul corpo la perdita della Grazia con tutte le conseguenze sulla sfera morale e spirituale.
E' questo che ha provocato una degenerazione sempre maggiore nella sfera spirituale e fisica: degrado spirituale e morale, degrado fisico, malattie e morte. Di qui il dolore e tutto il resto.
Il Dna umano ne rimase sconvolto, sconvolti tutti i centri che presiedono ad una corretta regolazione endocrina, cioè i sistemi ghiandolari. E poichè l'evoluzione spirituale dell'uomo è in discesa, è anche negativa l'evoluzione fisica dell' uomo.
Non è dunque vero che la 'razza' stia migliorando. Essa sta decadendo, e solo la scienza, quella scienza fallace priva di Sapienza che ci ha allontanato da Dio, è riuscita a dare un’impressione fallace di benessere, di crescita evolutiva fisiologica.
Oggi l'uomo, senza medicine, senza conforti umani, è un uomo morto: morto come il suo spirito!
Quest’ultima conclusione potrebbe sembrare eccessiva.
Tuttavia consideriamo ora le cose da un punto di vista ‘evoluzionistico’, e cioè partendo dalla affermazione scientifica, questa sì difficilmente contestabile, per cui è la selezione naturale quella che migliora e preserva la specie eliminando i soggetti più deboli e lasciando in vita per una riproduzione sana quelli geneticamente più forti.
E’ allora ovvio che il ricorso sempre più massiccio alle medicine, per non parlare del trapianto di organi, se da un lato consentirà alla specie umana una maggior durata ed una miglior qualità di vita fisica alla quale non vogliamo certo rinunciare, dall’altro potrebbe far sì che nella futura riproduzione - in una prospettiva di millenni e millenni a venire – nascano e si diffondano individui geneticamente sempre più deboli e più vulnerabili alle malattie.
L’alternativa alla mancata selezione naturale ed al peggioramento della specie potrebbe essere una graduale e massiccia modificazione genetica a livello di cellule embrionali per selezionare una nuova razza umana, ma - come già detto precedentemente e conoscendo ormai la natura umana e le conseguenze del peccato originale - è meglio non pensare a dove una strada del genere ci potrebbe invece portare, anche se non escludo che qualche illustre personaggio – in nome ovviamente della Scienza (senza Sapienza) - ci stia già da tempo studiando.
Ma il peccato originale ha prodotto anche altre conseguenze.
Ricordo infatti di aver letto nell’opera valtortiana (‘Il libro di Azaria’ – Centro Edit. Valtortiano) che l’angelo custode della mistica, Azaria - il quale la istruiva sulle cose del Cielo - una volta le aveva spiegato:
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'...L'Eterno Abramo si è congiunto all' Umanità, metaforicamente parlando, per generare figli che del Padre hanno l'immagine e somiglianza soprannaturale e della madre avrebbero dovuto avere la somiglianza naturale, perfetta come il Padre e Creatore dell' Umanità aveva data ai primi semi dell' Umanità.
Nella prolificazione usuale delle razze, sia umana che animali, si vede che i caratteri somatici famigliari si fanno più marcati quando due stretti parenti si uniscono generando figli che fissano, dirò così, fortemente, le caratteristiche dei genitori, fra loro consanguinei...'
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Questo è un concetto che potrebbe essere sviluppato nei termini seguenti: come nella riproduzione della razza umana ed in quella animale i caratteri somiglianti dei due genitori - nel bene come nel male – si sommano nei figli, così avviene nel campo spirituale.
Se Adamo ed Eva fossero rimasti in grazia e perfetti, la loro grazia e perfezione (essendo escluso ogni difetto morale e fisico) si sarebbe trovata moltiplicata nei figli, e nei figli dei figli, dando il via ad un processo ascendente di assimilazione a Dio.
Ecco cosa ha perso l' uomo a causa del Peccato originale!
Ma poi l’Angelo Azaria spiega ancora:
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' ... Or dunque che sempre aumentabile perfezione di somiglianza divina sarebbe venuta nei Figli nati dal Padre Creatore e dall'Umanità da Lui creata! Meravigliosa somiglianza! Ma per averla doveva l' Umanità conservare intatta la sua somiglianza del Padre. Invece la forma perfetta fu deturpata da Lucifero, e nell' esterno e nel profondo e la somiglianza non crebbe, non si perfezionò, ma anzi ebbe lacune, regressi, ebbe aspetti diversi nei figli di Dio e dell' Umanità di modo che dal seno che generò l' angelico Abele, in cui era palese la somiglianza divina, già era uscito il satanico Caino, nel quale era palese la prostituzione dell'Umanità al Seduttore. E sempre, sempre così, nei secoli. Anche dopo che l'innesto di Cristo fu sulla pianta imbastardita dell' Umanità.
Or dunque l' Eterno Abramo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno dalla libera. I due rami dell' Umanità. E il figlio della schiava - attenta bene - nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa, ossia secondo lo spirito.
Credi che l'allegoria sia stata solo per quel tempo? No. E' realtà che si perpetua. Tuttora nei figli del Creatore, dell' eterno Abramo - perchè figli del Creatore sono tutti gli uomini, essendo Egli il Datore della vita - vi sono i due grandi rami. Quelli dei nati dello spirito e quello dei nati della carne.
E questi ultimi sono nemici ai primi e nemici di Dio e delle due Gerusalemmi, perchè non della Religione santa e del Regno santo sono, ma dell' Arabia, ossia del popolo pagano, e più ancora: satanico, che adora Satana, la carne, il mondo, le concupiscenze in luogo di Dio, che segue le male dottrine in luogo della Religione di Dio, che si perverte e scende, scende, scende sempre più in basso, e dal suo basso esala fetori e lancia strali ai figli dello spirito, per traviarli, ferirli, torturarli, per nuocere, nuocere, dare dolore, dare morte, spogliare il Padre dei suoi figli più cari...'
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Come si può dunque semplificare e schematizzare questo discorso di Azaria?
Nella razza umana avviene come negli incroci fra comuni animali: i caratteri genetici più somiglianti dei due genitori (sia quelli positivi che negativi) tendono a sommarsi, specie se i genitori sono stretti ‘parenti’.
Ma la stessa cosa, nell'uomo, avviene nel campo spirituale.
Se Adamo ed Eva non fossero stati 'corrotti' dal Peccato originale e fossero quindi rimasti in 'Grazia' e perfetti sul piano fisico, morale e spirituale, la loro grazia e perfezione si sarebbe trovata moltiplicata nei figli dando il via ad un processo ascensionale che avrebbe sempre più avvicinato l' uomo a Dio.
Al contrario la corruzione spirituale (cioè, la corruzione della 'psiche' o anima) e quella fisica prodotta dal Peccato fece sì che nei discendenti di Adamo ed Eva si sommassero le tare genetiche e le degenerazioni spirituali e morali, dando il via ad un processo 'selettivo' verso il basso, con una Umanità nella quale diventava sempre più evidente la sua 'prostituzione' a Satana, e ciò anche dopo l' innesto di Cristo su tale pianta imbastardita.
E così come Abramo ebbe due rami di discendenza, quello dei figli della donna 'libera' (nello spirito), e cioè Sara, ed il ramo dei figli della schiava (nella carne), e cioè Agar, anche l'Eterno Abramo, cioè Dio, ebbe nell'Umanità due rami di discendenza, il ramo degli uomini dediti al Bene e quelli dediti al Male.
Il primo, detto dei 'figli di Dio', derivò dai discendenti 'buoni' di Adamo ed Eva, che vennero dopo Abele.
Il secondo ramo, detto dei 'figli dell' uomo', derivò dai figli di Caino.
Questi due rami tuttavia, come spiegheremo nel prossimo capitolo, col tempo finirono per incrociarsi sessualmente fra di loro corrompendosi.
Dio ne decretò allora l'estinzione per mezzo del Diluvio - salvando però Noè con la sua famiglia, perchè Noè era un 'giusto' - per dare nuovamente il via ad un nuovo ciclo riproduttivo della razza umana che sarebbe tornata ad essere simile a quella originaria dei 'figli di Dio', prima che questi si ‘imbastardissero’ con i ‘figli dell'uomo’.
Ancora oggi però, nell' Umanità, sono presenti - spiritualmente parlando - questi due rami, tutti figli dell'Eterno Abramo, perchè Egli come Datore della vita è 'Padre' di tutti gli uomini.
E questi due rami sono quelli degli uomini nati dello 'spirito' e quelli dei nati della 'carne'.
E, come Caino nei confronti di Abele, anche questi ultimi sono nemici dei primi e nemici di Dio, adorano Satana, la 'carne', il 'mondo' e tutte le peggiori dottrine per nuocere infine ai 'buoni' con le loro malefatte, spogliando il Padre dei suoi figli più cari...
Nota 1: vedi G.Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Capp. 21 e 22 – Ed. Segno, 1997