(Il Vangelo secondo San Giovanni – La Sacra Bibbia – Cap. 4, 43-54 – Ed. Paoline, 1968)
(M.V.: L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Cap. 151 – Centro Ed. Valtortiano)

7. Come è difficile comprimere la sessualità… Ci vuole un miracolo!


Gv 4, 43-54:

Dopo quei due giorni, Gesù partì di là per la Galilea. Poiché Gesù stesso aveva affermato che un profeta non gode stima nella propria patria.
Quando giunse in Galilea, fu accolto dai Galilei, perché avevano visto tutte le meraviglie da lui compiute in Gerusalemme durante la festa, alla quale anch’essi erano andati.
Si recò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva mutato l’acqua in vino.

C’era un dignitario di corte il cui figlio si trovava ammalato a Cafarnao.
Avendo sentito dire che Gesù dalla Giudea era tornato in Galilea, andò a trovarlo e lo pregò di recarsi a guarire suo figlio che era moribondo.
Gesù gli disse: ‘Se non vedete segni e prodigi, non credete’.
Il dignitario insistè: ‘Signore, vieni prima che muoia il mio bambino’.
Gesù gli disse: ‘Và, tuo figlio vive’.
Quell’uomo prestò fede alle parole dettegli da Gesù, e partì.
Nel ritorno, gli andarono incontro i servi a dirgli che il bambino stava bene.
Egli volle conoscere l’ora in cui si era sentito meglio, e quelli risposero: ‘Ieri, all’ora settima, lo lasciò la febbre’.
Il padre riconobbe essere appunto quella l’ora in cui Gesù gli aveva detto: ‘Tuo figlio vive’, e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece al ritorno dalla Giudea in Galilea.

Dopo i due giorni passati a Sichar, in Samaria, dove aveva convertito il paese nonostante che i samaritani non fossero nella ‘fede’ come i giudei credevan d’essere, Gesù procede il suo viaggio verso la Galilea. I Galilei – non parlo dei Nazareni – lo accolgono con calore perché la sua fama di grande taumaturgo, dopo i miracoli compiuti a Gerusalemme dove molti di loro usavano recarsi in occasione delle periodiche festività - era stata riportata a tutti gli altri.
Certamente Gesù avrà fatto una ‘scappatella’ a Nazareth a trovare la mamma. Tuttavia Giovanni qui non ne parla, e ce lo descrive invece a Cana, quel paesino appunto vicino a Nazareth dove Gesù, dopo il miracolo del vino, doveva essersi conquistato cuori e casa.
Ed è lì, proprio in quella casa (che fosse in quella casa non ce lo dice Giovanni ma la Valtorta), che si presenta a cercare Gesù quell’ufficiale di Erode che aveva il suo bambino moribondo a Cafarnao.
Andiamo a vedere cosa ha visto la Valtorta.

 

151. A Cana in casa di Susanna, che diventerà discepola.  L'ufficiale regio.

1 maggio 1945.
Gesù è diretto forse verso il lago.  Certo è che giunge a Cana dirigendosi alla casa di Susanna.  Sono con Lui i cugini.
Mentre sostano nella casa e prendono riposo e vitto, e mentre, ascoltato come dovrebbe sempre esserlo dai parenti o amici di Cana, Gesù ammaestra semplicemente queste buone persone e consola la pena dello sposo di Susanna - che sembra ammalata perché non è presente e sento che insistentemente si parla del suo soffrire - entra un uomo ben vestito che si prosterna ai piedi di Gesù.
« Chi sei?  Che vuoi? ».
Mentre questo ancora sospira e piange, il padrone di casa tira Gesù per un lembo della veste e sussurra:,, E' un ufficiale del Tetrarca.  Non ti fidare troppo.
« Parla dunque.  Che vuoi da Me? ».
« Maestro, ho saputo che sei tornato.  Ti attendevo come si attende Iddio.  Vieni subito a Cafarnao.  Il mio maschio giace tanto ammalato che le sue ore sono contate.  Ho visto Giovanni tuo discepolo.  Da lui ho saputo che Tu eri diretto qui.  Vieni, vieni subito prima che sia troppo tardi ».
« Come?  Tu che sei servo del persecutore del santo d'Israele puoi credere in Me?  Non credete al Precursore del Messia. Come potete credere nel Messia, allora? ».
« E' vero.  Siamo in peccato di incredulità e di crudeltà.  Ma abbi pietà di un padre!  Io conosco Cusa.  E ho visto Giovanna.  Prima e dopo il miracolo l'ho vista.  E ho creduto in Te».
« Già!  Siete una generazione tanto incredula e perversa che senza segni e prodigi non credete.  Vi manca la prima qualità necessaria ad ottenere il miracolo».
« E' vero!  E' tutto vero!  Ma lo vedi... Io credo in Te ora e ti prego: vieni, vieni subito a Cafarnao.  Ti farò trovare una barca a Tiberiade perché Tu venga più veloce.  Ma vieni, prima che il mio bambino muoia! », e piange desolatamente.
« Io non vengo per ora.  Ma va' a Cafarnao.  Tuo figlio da questo momento è guarito e vive ».
« Dio ti benedica, mio Signore.  Io credo.  Ma, poiché voglio che tutta la casa mia ti festeggi, vieni poi a Cafarnao, nella mia casa ».
« Verrò.  Addio.  La pace sia con te ».
L'uomo esce con fretta e si sente subito dopo il trotto di un cavallo.
« Ma è proprio guarito quel ragazzo? », chiede lo sposo di Susanna.
« E tu puoi credere che Io menta? ».
« No, Signore.  Ma Tu sei qui e il ragazzo è là ».
« Non vi sono barriere per lo spirito mio e non distanze ». 
« Oh! mio Signore, che hai cambiato l'acqua in vino per le mie nozze, cambia il mio pianto in sorriso, allora.  Guariscimi Susanna ».
« Che mi darai in cambio di questo? ».
« La somma che vuoi ».
« Non sporco ciò che è santo col sangue di Mammona.  Chiedo al tuo spirito che mi darà ».
« Ma me stesso, se vuoi ».
« E se ti chiedessi, senza parole, un grande sacrificio? ».
« Mio Signore, io ti chiedo la salute corporale della mia sposa e la santificazione di tutti noi.  Credo che io, per avere questo, non possa chiamare nulla troppo grande... ».
« Tu spasimi per la donna tua.  Ma se Io te la rendessi alla vita conquistandola per sempre come discepola, che diresti tu? ».
« Che... che Tu ne hai diritto... e che... e che imiterò Abramo nella prontezza al sacrificio ».
     « Bene hai detto. Udite tutti: il tempo si avvicina del mio sacrificio.  Come un'acqua esso scorre veloce e senza sosta alla foce.  Io devo compiere tutto ciò che devo.  E la durezza umana mi preclude tanto campo di missione.  Mia Madre e Maria d'Alfeo verranno con Me quando mi allontanerò per andare fra popolazioni che non mi amano ancora o non mi ameranno mai.  La mia sapienza sa che le donne potranno aiutare il Maestro in questo campo precluso.  Io sono venuto a redimere anche la donna e nel secolo futuro, nel mio tempo, si vedranno le donne simili a sacerdotesse servire il Signore e i servi di Dio.  Io ho scelto i miei discepoli.  Ma per eleggere le donne, che libere non sono, devo chiederlo ai padri e ai mariti.  Lo vuoi tu? ».
« Signore... io amo Susanna.  E per ora l'ho amata come carne più che come spirito.  Ma sotto il tuo ammaestramento già qualcosa è mutato in me e guardo la mia donna come anima oltre che corpo.  L'anima è di Dio e Tu sei il Messia Figlio di Dio.  Non ti posso contendere il tuo diritto su ciò che è di Dio.  Se Susanna vorrà seguirti io non le sarò ostile.  Solo, ti prego, opera il miracolo di sanare lei nella carne e me nel senso…».
 « Susanna è guarita.  Ella verrà entro poche ore a dirti la sua gioia.  Lascia che la sua anima segua il suo impulso senza parlare di quanto ora ho detto.  Vedrai che l'anima sua verrà a Me spontaneamente come la fiamma tende a salire.  Né per questo morrà il suo amore di sposa.  Ma salirà al grado più alto, che è quello di amarsi con la parte migliore: con lo spirito ».
« Susanna ti appartiene, Signore.  Ella doveva morire, e lentamente, con spasimi forti.  E morta che fosse l'avrei davvero perduta sulla terra.  Essendo così come Tu dici, io l'avrò ancora al fianco per condurmi con sé sulle tue vie.  Dio me l'ha data e Dio me la leva.  Sia benedetto nel dare e nell'avere l'Altissimo ».

***

Rimango un bel pò a riflettere su questo miracolo, non quello del bambino dell’ufficiale regio, e neanche quello di Susanna, ma quello del … marito di Susanna, che per amor della vita della moglie rinuncia alla sessualità.
Qui non è una questione semplicemente di ‘sesso ordinato’, come vi avevo spiegato nel capitolo precedente, qui – quella del marito - è proprio ‘rinuncia’ alla sessualità: come dire – al giorno d’oggi – una vita in cambio dell’altra!