(Il Vangelo secondo San Giovanni - La Sacra Bibbia – Cap. 4, 1-30 – Ed. Paoline, 1968)
5. Un Dio onnipotente che non riesce a farsi credere, anzi … che riesce a farsi crocifiggere
Gv 3, 22-36:
Dopo questo Gesù si recò con i suoi discepoli nel territorio della Giudea, ove si trattenne insieme con essi e battezzava.
Intanto Giovanni pure battezzava in Ennon, vicino a Salim, perché, essendo in quel luogo abbondanti le acque, molti andavano lì e si facevano battezzare.
Giovanni, infatti, non era stato ancora messo in carcere.
Or, nacque disputa fra i discepoli di Giovanni e un Giudeo, circa la purificazione.
Presentatisi a Giovanni, gli dissero: ‘Maestro, colui che era con te oltre il Giordano, al quale tu rendesti testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui’.
Giovanni rispose: ’L’uomo non può ricevere cosa alcuna, se non gli viene data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io dissi: ‘non sono io il Cristo, ma fui mandato innanzi a lui. E’ sposo chi ha la sposa; ma l’amico dello sposo, che gli sta vicino e l’ascolta, si riempie di gioia alla voce dello sposo. Questo mio gaudio si è compiuto. Bisogna che egli cresca e io diminuisca. Colui che viene dall’alto è superiore a tutti; chi viene dalla terra, alla terra appartiene e parla secondo la terra. Colui che viene dal cielo è superiore a tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, ma nessuno accetta la sua testimonianza. Ma chi accetta la sua testimonianza, conferma che Dio è verace. Colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio, il quale gli dà lo spirito senza misura. Il padre ama il Figlio e nelle sue mani ha messo ogni cosa. Chi crede nel figlio ha la vita eterna, ma chi rifiuta di credere nel Figlio non vedrà la vita, ché anzi sopra di lui rimane sospesa l’ira di Dio’.
5.1 Un ‘concorrente’ che fa le ‘scarpe’ al Battista…
Il concetto che Gesù è il ‘Figlio di Dio’, mandato dal Padre sulla terra per illuminare e redimere l’Umanità, è ribadito in questo brano del Vangelo dalla testimonianza di Giovanni Battista.
A Gerusalemme – dopo l’episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio, episodio che aveva messo Gesù – animato dal suo ardore – contro le classi sacerdotali che invece avevano accettato che nel Tempio venisse fatto quell’indegno mercato – cominciava già sin da allora a tirar aria di burrasca, come si era capito anche dal colloquio notturno con Nicodemo.
E Gesù – che voleva tutto il tempo necessario per svolgere la sua missione di predicazione e non finire anzitempo in croce – lascia per prudenza Gerusalemme e se ne va in altri territori della Giudea dove si dà a predicare e – i suoi discepoli – a battezzare.
Ma là in Ennon anche Giovanni Battista – il ‘testimone’ di Gesù - stava battezzando, e i suoi discepoli – forse un po’ invidiosetti perché Gesù cominciava a fare sempre più proseliti – corrono a riferirgli che Gesù, senza alcuna riconoscenza per la testimonianza che gli aveva dato tempo prima lo stesso Giovanni Battista al Giordano, si comportava da ‘concorrente’ perché ora si permetteva di fargli le ‘scarpe’…battezzando come lui.
Credo che Giovanni dovesse aver alzato pazientemente gli occhi al cielo…, nel dare quella risposta che l’evangelista riferisce.
Il Battista riconferma dunque l’origine divina di Gesù e, con riferimento alla sua predicazione travolgente, egli spiega che essa è tale perché in lui è Dio stesso che parla e non vi è dunque nessuno che possa parlar meglio delle cose del Cielo se non chi dal Cielo viene e può quindi parlare con cognizione di causa.
E’ la riconferma indiretta – poiché Giovanni Battista era uno spirito ‘profetico’ - di quanto Gesù aveva già detto nel colloquio con Nicodemo dove - alla sua esclamazione ‘Ma come è possibile tutto questo?’ – aveva risposto ‘Noi parliamo di quello che conosciamo e attestiamo quanto abbiamo visto, ma voi non accettate la nostra testimonianza…’.
In quel ‘noi’ di Gesù non c’è un plurale ‘majestatis’ ma l’intera Trinità che è presente in Gesù, Verbo, sì, ma sempre Unito alle altre due Persone: Padre e Spirito Santo.
E anche il Battista – come aveva detto Gesù a Nicodemo – conclude sconsolato dicendo che tuttavia nessuno vuole accettare la ‘testimonianza’ di Gesù.
In queste parole sta tutto il dramma dell’Umanità che preferisce perdersi, ma anche quello di un Dio Onnipotente che – rispettoso fino all’eccesso della libertà degli uomini - non li converte con potenza di miracolo, perché ciò sarebbe ‘violenza’.
Dio ha fatto per gli uomini un meraviglioso creato, li ama in un modo ed in una misura umanamente incomprensibile ma essi non ricambiano questo amore.
Dio – il Verbo - decide, Egli Spirito purissimo, di entrare in una carne umana, cioè di incarnarsi nel corpo di una vergine purissima per assumere la forma di Gesù: l’Uomo-Dio
Lo fa allo scopo di spiegare agli altri uomini che essi sono spiriti in carne umana , che erano stati creati per regnare con lui in Paradiso, che i primi due son ‘caduti’ coinvolgendo nella caduta i ‘successivi’, ma che ora è arrivata il momento del perdono ed Egli è venuto a insegnar loro la via: quella della spiritualizzazione, che consente di riaccedere al Paradiso una volta che lo spirito abbia lasciato il corpo umano.
Ma nonostante la sua Onnipotenza, nonostante il suo Amore, nonostante Egli insegni una dottrina d’Amore, anzi proprio per questo, egli viene respinto da una Umanità che – avendo ormai assaporato la ‘droga’ di Satana - non vuole più disintossicarsi e imparare ad ‘amare’ e che non si limita a respingerlo, ma anzi lo crocifigge.
Incredibile! Un Dio crocifisso, un Dio che si lascia crocifiggere pur di dimostrarci quanto sia importante l’amore e a qual punto giunga l’amore di Dio per l’Umanità.
5.2 … e un Battista che morirà decapitato…, anzi beato!
Me ne sto qualche momento e riflettere su quel che ho scritto: mi convince!
Però c’è un particolare nel Vangelo di Giovanni che mi inquieta.
Vi si dice infatti (e Gesù aveva già cominciato la sua predicazione da un bel po’ di tempo) che Giovanni Battista stava battezzando a Ennon, vicino a Salim, perché – precisa lo stesso evangelista – il Battista non era stato ancora messo in carcere.
Nella visione invece che la Valtorta ci aveva descritto – laddove si vedeva Giovanni che seguiva e poi raggiungeva Gesù al guado del Giordano chiedendogli poi di accettarlo come suo discepolo – Giovanni apostolo spiegava la sua richiesta dicendo che Giovanni Battista, del quale egli era discepolo, era già stato incarcerato a Macheronte.
Non mi ci raccapezzo più. Il Battista, era o non era in carcere?
Sarà ‘sbagliata’ la visione della Valtorta e allora non è sempre ‘affidabile’, oppure - Dio ce ne scansi e liberi – non è affidabile Giovanni?
Matteo, però, dà ragione alla Valtorta (ed anche Marco 1,14-15) perché - subito dopo il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto (cioè prima dell’inizio dell’attività di predicazione) – parla dell’arresto di Giovanni, che appare collocato temporalmente proprio nella fase iniziale della predicazione pubblica di Gesù, prima della elezione ufficiale ad apostoli di Giovanni, Giacomo, Pietro e Andrea:
Dice infatti Matteo (4,12-17):
‘Or Gesù, avendo udito che Giovanni era stato messo in carcere, si ritirò in Galilea, e, lasciata Nazareth, andò ad abitare a Cafarnao, posta sulla riva del mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, affinchè si adempisse quello che era stato annunziato dal profeta Isaia: ‘Terra di Zabulon e terra di Neftali, via verso il mare, al di là del Giordano, Galilea dei Gentili; il popolo che sedeva nelle tenebre ha veduto una gran luce; per coloro che sedevano nella regione e nell’ombra di morte si è levata una luce’.
Da quel momento Gesù cominciò a predicare e a dire: ‘Ravvedetevi, perché il Regno dei cieli è vicino’.
Scorro allora gli indici dei dieci volumi dell’opera valtortiana e mi accorgo ad un certo punto – dal titolo di un capitolo che poi mi vado a leggere - che Giovanni era stato incarcerato due volte.
La prima, quella cioè di cui parlava Giovanni apostolo al guado del Giordano in occasione del suo incontro con Gesù, nel carcere di Macheronte dal quale però i seguaci del Battista – racconterà poi la Valtorta - riuscirono a farlo uscire in maniera fortunosa.
E’ dopo questa liberazione che il Battista tornò a predicare e battezzare ad Ennon.
La seconda carcerazione fu quella definitiva, che si concluse con la sua decapitazione per ordine di Erode Antipa su istigazione della moglie Erodiade.
La Valtorta vede appunto in visione Gesù che – prima del secondo arresto – va a trovare nottetempo Giovanni che dopo aver lasciato il primo carcere, si nascondeva e dormiva nei boschi, lo ringrazia per avergli fatto da ‘precursore’ con la sua predicazione, gli predice una sua nuova imminente cattura e la fine ‘gloriosa’ – nel martirio – della sua missione.
Vi immaginate un Battista disperato?
Macchè, era beato!