(Il Vangelo secondo San Giovanni  - La Sacra Bibbia -  Cap. 1,1-14 – Ed. Paoline, 1968)

1. ‘Ecco il senso della mia divinità…’

Gv. 1, 1-18:

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio.
Tutto fu fatto per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu fatto di quanto esiste.
In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini.
E la luce risplende fra le tenebre, ma le tenebre non l’hanno ricevuta.
Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne, come testimone, per rendere testimonianza alla luce, affinchè tutti credessero per mezzo suo. Non era egli la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.
Era la luce vera, che illumina ogni uomo, che viene al mondo.
Era nel mondo; il mondo fu creato per mezzo di lui, ma il mondo non lo conobbe.
Venne a casa sua e i suoi non lo ricevettero.
Ma a quanti lo accolsero, a quelli che credono nel suo nome, diede il potere di diventare figli di Dio; i quali  non sono nati dal sangue, né da volere di carne, né da volontà di uomo, ma da Dio.
Il Verbo si fece carne e abitò fra noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria che come Unigenito egli ha dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza, proclama e dice: ‘Egli è quello di cui dicevo: colui che viene dopo di me, è superiore a me, perché era prima di me’.
Dalla pienezza di lui noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. Infatti la legge fu data per mezzo di Mosè: la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.
Nessuno ha mai visto Dio; l’Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, egli ce lo ha fatto conoscere.

Medito pensoso il Prologo del Vangelo di Giovanni…
Questo è un brano che mi ha sempre affascinato!

‘In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio…’

Luce:
Ecco il senso della Mia Divinità, Dio Uno e Trino, di cui il Verbo era una Persona.
Dio nella sua Trinità, Dio Padre nella sua Potenza e Volitività che ‘realizza’  attraverso il Figlio grazie alla Forza dello Spirito Santo.
E’ questo il senso – che tu diresti ‘cosmico’, ma il cosmo è un ‘creato’ – di Dio.
E’ questo il senso della mia natura: Dio perché parte di Dio, Figlio perché generato dal Padre.
Quando Dio – nella sua Essenza di purissimo Spirito – decise di venire in soccorso dell’Umanità, di una Umanità chiusa alle luci ed alle ispirazioni del Divino, cosa poté fare se non ‘incarnarsi’?
E la Parola, nella Potenza del Padre, grazie all’Azione dello Spirito Santo, sprigionò nel seno di Maria la scintilla creativa, e lei divenne ‘feconda’.
Alla sua natura umana fu dato quel che di divino mancava: il ‘Figlio di Dio’, che in germe – come succede ad ogni uomo – cominciò a svilupparsi, in anima e corpo e… Spirito Santo.
Dio Padre era in Lei, lo Spirito Santo era in Lei, il Verbo soprattutto era in Lei perché era ben il Verbo che doveva – attraverso la parola – annunciare la Parola.
Cosa se non la ‘parola’ poteva essere usato per comunicare con gli uomini sordi alle ispirazioni dello Spirito?
Ecco, il Mistero dell’Incarnazione non è un mistero. E’ la cosa più semplice che Dio potesse fare: la più semplice, non la più facile, perché era un Dio che si incarnava sapendo in anticipo che gli uomini lo avrebbero condannato e lo avrebbero mandato a morte fra atroci sofferenze.
Ma ciò nonostante Dio non rinunciò, anzi il Verbo si fece forza di questo Sacrificio per reclamare al Padre la salvezza di tutta l’Umanità, salvezza voluta dal suo Amore ma meritata dal Figlio, guadagnata dal Figlio grazie a quel sacrificio di un Dio.
Poteva mai il Padre rifiutare?
Poteva rifiutare il perdono, cioè la riammissione nei Cieli, quando a chiederlo era il proprio stesso Figlio in virtù della sua personale immolazione?
E’ per amore del Figlio, oltre che per amore dell’uomo che però nulla più meritava, che il Padre disse il suo ‘sì’.
Anche sapendo che le Tenebre non avrebbero voluto la Luce.
Fisicamente le tenebre tendono a chiudersi sulla luce, e la luce tende a rompere le tenebre.
Ma dove la Luce non si spinge, perché non viene accolta, allora lì è Tenebra.
E le Tenebre di quell’Umanità respinsero il faro di Luce, la soppressero senza sapere che la Scintilla aveva ormai acceso un fuoco lento che sarebbe diventato Incendio, sempre in lotta con le Tenebre.
Guarda l’ironia della sorte.
Dio, puro Spirito, vuol redimere l’Umanità, cioè salvarla, salvarla con il Sacrificio e con l’Annuncio della Parola che è Luce.
Ma l’Umanità, assatanata, non vuole essere salvata, e lo respinge, anzi lo inchioda.
E Lui, anziché distruggerla, si lascia inchiodare e si offre al Padre.
Non è amore, questo? E cosa, se no?
Ecco, questo è il tema dell’Amore, e con Giovanni parleremo dell’amore, dell’amore di Dio verso l’uomo.
Dio sapeva in anticipo quali uomini – nel corso dei millenni – avrebbero accettato la sua Parola e avrebbero voluto diventare ‘figli di Dio’.
Poteva Lui – nel suo Amore – non incarnarsi e non concedere ad essi quella possibilità di salvezza che essi meritavano ‘in potenza’?
Indipendentemente dalla sua ‘Parola’, vi erano poi i ‘giusti’ di tutte le razze, anch’essi ‘figli di Dio’.
Sarebbe stato giusto negare a costoro l’accesso al Paradiso se avevano saputo mantenersi giusti in un mondo che era di Satana?
Vedi dunque che – oltre che l’Amore e la Misericordia – fu la Giustizia quella che si mosse, perché la Giustizia non è solo rigore ma anche amore.