(Padre M. Penasa: ‘Il Libro della speranza’)
(Padre M. Penasa: ‘Viene Gesù – La venuta intermedia del Signore’ – Ed. Segno)
(J. C. De Fontbrune: ‘Nostradamus, le nuove profezie fino al 2025’ – Ed. Mondadori)
(G. Landolina: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ - Vol. I° – Ed. Segno)
(G. Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 89 – Ed. Segno, 1997)
(Padre P. Ernetti: ‘La catechesi di Satana’ – Ed. Segno)
(Epiphanius: ‘Massoneria e sette segrete – La faccia occulta della Storia’ - Ed. Ichthys)
(M. Valtorta: ‘Quaderni 1943, 1944, 1945/50’ – Centro Ed. Valtortiano)
Come si fa a parlare della Chiesa di Laodicea senza leggere prima quello che Padre Penasa scrive sul Patto di Dio con l'Umanità?
Egli - nella parte introduttiva del suo Libro della Speranza – a pag. 14 dice infatti:
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Un importante gruppo di abbreviazioni simboliche, da tenere sempre presenti, è quello dell'Alfa e dell'Omega, e derivati.
Sono i simboli dell'inizio e della fine, rispettivamente, entro la cornice del Patto dell'Alleanza di Dio con l'uomo.
Essi stanno alla base di tutta la struttura dell'Apocalisse, anzi di tutta la storia della salvezza, dalla creazione dell’uomo fino alla fine del mondo.
Nell'intenzione di Dio, la terra doveva essere un vivaio di pianticelle da trapiantarsi in Cielo al momento giusto.
Ma non tutte indiscriminatamente, bensì solo quelle che avessero liberamente acconsentito a ciò, con le parole e coi fatti.
Per rendere facile e chiaro il criterio di scelta, Iddio è ricorso al sistema di prova mediante un patto: un Patto divino, redatto in termini espliciti e progressivi, secondo le tappe di sviluppo degli uomini lungo il corso della storia.
Le tappe sono segnate dall'apparire di qualche nuovo eminente capostipite e riformatore, suscitato da Dio.
L’Alfa e l'Omega servono appunto per designare il momento iniziale e finale della prova, secondo il Patto prestabilito.
Essi appartengono a Dio, come Creatore e come Giudice rispettivamente.
Ma per la distinzione chiara dei vari momenti dell'evolversi della prova, abbiamo dovuto aggiungere anche le due lettere Beta e Omicron, per designare i momenti intermedi tra l'inizio e la fine, momenti in cui il protagonista è l'uomo, sottomesso alla prova: col Beta intendiamo designare la prima accoglienza fatta dall'uomo alla proposta di Dio, e con l'Omicron la maturazione finale, che avviene sempre come lotta fra il bene e il male, sotto gli interventi potenti del Tentatore per impedire il buon esito, e di Dio per aiutare a compiere coraggiosamente le necessarie correzioni di rotta, onde assicurare un esito positivo e soddisfacente per ambedue, Dio e l'uomo.
Quindi i momenti principali della dinamica del Patto sono i seguenti:
Alfa: Dio Creatore prende l'iniziativa e fissa alla sua creatura la meta, che è sempre la ‘VITA’, ed assicura i mezzi per svilupparla, in forma di ‘PROMESSÉ.
Ma fissa pure alcune determinate condizioni, ch’Egli assolutamente esige come espressione pratica del consenso per il trapianto, da parte dell'interessato.
Chi non adempie quelle condizioni, praticamente rifiuta il consenso, e perciò cade in braccio alla ‘MORTÉ.
Ciò costituisce la ‘LEGGÉ che può essere osservata, o trasgredita, col ‘PECCATO’.
Beta: l'uomo saggio, intelligente e sapiente, CONFIDA nella bontà e sincerità di Dio, e quindi accetta la meta proposta e le condizioni imposte per raggiungerla, rispondendo con ‘fede, speranza e carità’ (intelletto, cuore e volontà).
Lo stolto invece DIFFIDA e rifiuta.
Omicron: il tempo passa, il fervore si affievolisce, si affaccia all'orizzonte, anche per i saggi, il TENTATORE. Spesso la tentazione ha il sopravvento.
D’altra parte Dio ha pietà delle sue creature e quindi interviene con tutti i mezzi per perfezionare i saggi e salvare i peccatori, con la conversione e la penitenza.
Ecco quindi le grandi manifestazioni carismatiche e di profetismo.
Omega: scaduto il termine previsto, Dio interviene come GIUDICE, per concludere la prova e dare a ciascuno quello che si è meritato.
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Rifletto su quel che ho letto e - detto fra noi - confesso che il discorso della Prova, anche se l'ho capito nella sua profondità, mi è risultato in realtà sempre difficile da accettare.
Io mi sono sempre detto: non sono stato io a chiedere di essere creato, ma è stato Dio che ha creato la mia anima nel momento in cui – anche qui indipendentemente dal mio parere - sono stato concepito dai miei genitori. Poi è venuta la vita, e con la vita le sofferenze, e anche le difficoltà, ma soprattutto quelle imperfezioni dovute al Peccato originale (anche quello non per colpa mia) che ci rendono molto più facile sbagliare perché la volontà è debole e gli istinti son quello che sono…
E ora Padre Penasa mi dice che c’è una Prova, superata la quale vai in Paradiso, e va bene, ma se non la superi finisci all'inferno, per l'eternità.
Ma allora non sarebbe stato meglio che fossi stato lasciato nel nulla, cioè che non fossi stato generato e creato, né come uomo né come anima?
Meglio non essere mai nato che soffrire per l'eternità, no?
Tuttavia devo onestamente anche ammettere che se Dio mi domandasse ora se, piuttosto che continuare nella prova, io volessi ritornare allora nel nulla, con l'oblio completo di me stesso, della mia esistenza, di mia moglie, dei miei figli, dei miei nipotini, dei miei amici, dei miei interessi, dei miei cani, insomma di tutto, io gli chiederei di non farmelo questo ‘miracolo’, perché mi parrebbe praticamente un ‘assassinio’.
Quindi significa che alla vita ci tengo. E allora, se è vero che ci guardiamo bene dal mollarla, o anche solo dallo scambiare il nostro ‘Io’ con quello di un altro, vuol dire che questa Vita che ci è stata data a nostra insaputa val comunque la pena d’essere vissuta, nonostante la Prova.
E quindi – ricapitolando - mi pare alla fine giusto che, in questa vita terrena di breve durata, il Padre ci chieda una prova - che in fin dei conti è solo di buona volontà - in cambio di una vita felicissima di durata eterna.
Una volta, nel mio primo libro ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – ragionando a proposito di questa Prova, del suo Premio finale e del mio essermi domandato se fosse mai giusto essere stati lasciati in mezzo al ‘guado’ del Peccato originale e comunque se fosse mai giusto che solo i cristiani si salvassero andando in Paradiso accreditando così in molti anche l’immagine di un ‘Dio parziale’ ad uso esclusivo dei cristiani e quindi poco credibile - la ‘mia’ Luce mi aveva risposto:
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89. La Prova d' appello: misericordia di Dio.
Dio sa tutto e, ab-aeterno, sa che l'uomo sbaglierà, peccando di ribellione. Ma poiché sbaglierà non per propria autonoma iniziativa ma dietro istigazione di Satana, Intelligentissimo dopo Dio, merita la Prova d'appello, contrariamente a quanto non fu concesso a Lucifero che volle sbagliare in un bagliore di Superbia, Ribellione, Arroganza, Provocazione, coscientemente volendo essere come Dio.
Ed allora, per l'uomo, Dio - per Giustizia - dette la Prova ma - per Bontà - dette anche il Mezzo del suo superamento: Suo Figlio, che avrebbe insegnato a tutti la sua Dottrina, facendo ascendere dopo la sua morte i 'giusti' dal Limbo al Cielo, lasciando ai cristiani il beneficio del suo Sangue, l'Eucarestia, i Sacramenti.
E l'uomo di buona volontà, solo quello, avrebbe potuto salvarsi, gli altri essendo amici di Satana.
Ma anche i 'giusti' non cristiani si salveranno, o meglio sono salvi i 'passati' e si salveranno i 'futuri' perché ascenderanno al Cielo al momento giusto, e ciò sempre in virtù del Sangue del Cristo venuto anche per loro.
Perché Dio sempre trae, sa trarre, dal Male il Bene:
- dalla Colpa dei Primi due ha tratto la Redenzione
- dalla cattiveria del Faraone egizio - con la sua punizione - 'confermò' il popolo ebreo nella fede, mantenendo in piedi per i futuri il concetto di Dio unico, Dio spirituale, Dio Padre, che fu il terreno del cristianesimo: terreno arato
- dalla Colpa di Israele deicida, trasse la sicurezza - fondamentale per i cristiani - che la risurrezione dei corpi era possibile, che era possibile ascendere al Cielo col corpo glorificato
Dio vi fa soffrire, vi lascia soffrire.
Ma anche suo Figlio soffrì: fame, persecuzioni, povertà, dolori, scherni, percosse, tradimenti atroci, morte ignominiosa. Soffrì infine per i peccati dell'Umanità, e tutto per Amore.
É giusto quindi che, con la buona volontà, anche voi un poco soffriate, ricordando sempre che il tempo terreno è limitato e l'eternità è infinita.
Come dire che di fronte all'eternità infinita la vostra sofferenza limitata è poco più di un nulla. E anche questo, più che Misericordia, è Amore.
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Ora che – fra Padre Penasa e me - abbiamo chiarito il concetto del Patto e della Prova (la quale poi non è altro che la Legge dei Dieci comandamenti - rispettati i quali la prova è superata con la media del ‘sei’, perché per aver la promozione con l'otto oltre alla buona volontà ci vuole un po’ più di sforzo, e per aver quella col nove bisogna essere santi, ma non è il nostro caso) possiamo passare alla Chiesa di Laodicea.
Cosa dice la ‘lettera’ a Laodicea?
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Ap 3, 14-22:
E all’Angelo della Chiesa di Laodicea scrivi: ‘Ecco quello che dice l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere; so che tu non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca.
Tu vai dicendo: Io sono ricco, dovizioso, non mi manca niente; e non sai d’essere meschino e miserabile, povero, cieco e nudo!
Io ti consiglio a comprar da me dell'oro raffinato nel fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per rivestirti, affinché la vergogna della tua nudità non apparisca, e del collirio per ungere i tuoi occhi, affinché tu possa vedere.
Io riprendo e castigo quelli che amo. Abbi, dunque, zelo e pèntiti.
Ecco, io sto alla porta e busso: se uno sente la mia voce e mi apre, io entrerò da lui e cenerò con lui e lui con me.
Colui che vincerà, lo farò sedere con me sul mio trono, come anch’io, che ho vinto, mi sono assiso col Padre mio sul suo trono.
Chi ha orecchi intenda ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
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Stiamo parlando – è bene non dimenticarlo – della fase storica della Chiesa universale che parte grosso modo dagli ultimi decenni dell’ottocento, che continua in questo secolo e che è tutt’altro che finita.
Mi colpiscono tre concetti fondamentali in questo discorso che Dio fa agli uomini di quest’epoca storica, concetti che potrei esemplificare nei termini seguenti:
- ‘Conosco le tue opere e so anche che tieni i piedi in due scarpe: deciditi, o con Me o contro di Me, perché stiamo arrivando alla resa dei conti e a me gli ipocriti né caldi né freddi e con i piedi in due scarpe non sono mai piaciuti, mi fanno schifo, anzi mi fanno vomitare…e se non decidi da che parte stare, Io ti ‘vomiterò’ davvero perché sei un vile, sei uno che ha meno coraggio di chi sceglie dichiaratamente il male ma speri di farla franca senza aver scelto il bene…’
- ‘Tu vivi in una tua realtà opulenta e materialista, ti credi tutto e non sai invece che dentro all'anima sei un povero miserabile. Il tuo ‘corpo’ mostra la tua miseria morale e spirituale. Copriti le tue vergogne, affinché non si vedano più, e pulisciti bene gli occhi col collirio perché – spiritualmente parlando – sei un cieco che ha smarrito la retta via e non potrà far altro che perdersi…’.
- ‘Ma io non ti respingo, anzi son qui che busso alla tua porta, solo che tu, oltre che cieco, non voglia mostrarti sordo. Le mie ‘voci’ lo stanno gridando dai tetti che la mia Parusìa è vicina, e farò giudizio. Dunque, datti da fare e pèntiti, finché sei in tempo. Io ti sto maltrattando con i miei rimproveri e soprattutto con i castighi che ti sto mandando, ma ricordati che lo faccio perché ti voglio bene e spero che col dolore tu ti ravveda…’.
- ‘Se tu ascolterai le mie parole, e mi aprirai la porta, e osserverai le mie parole, e le praticherai, io siederò a cena con te e tu con me, e siederai con me sul Trono eterno…’.
Bene, mi sembra un discorso chiaro, al quale non si può proprio dar torto, no?
Vediamo allora cosa dice Padre Penasa di questa Chiesa, nel suo Sommario:
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Realtà raffigurata: la Chiesa e il mondo dal 1800 al 2000. É l'ultima tappa per la selezione definitiva di tutta l'Umanità, fatta di caldi rispetto al Nuovo Patto, di freddi ad esso (atei), e di tiepidi, che l'hanno conosciuto, ma abbracciato solo in parte, credendo di poter unire Dio e diavolo, paradiso in terra e paradiso in Cielo. No!
Parallelismi: ultimi mesi della vita di Gesù, con ritiro in Efraim, settimana santa, Ultima Cena, Passione e morte, in attesa di Pasqua e Pentecoste.
Storia ebraica: successive deportazioni in Babilonia, fino alla distruzione totale del Tempio e della Città, con 70 anni di schiavitù, in attesa del ritorno.
Gesù invita la Chiesa tutta a rivivere l'ultimo mezzo anno della sua vita pubblica, oppresso dall'ostilità decisa dei Giudei: ritiro in Efraim, entrata solenne in Gerusalemme, discorsi coraggiosissimi e franchi al Sinedrio, coi Sacerdoti, Scribi, Farisei e Sadducei: invito pressante a fare le scelte decisive: o con Lui nella sua Chiesa, che è Regno dei Cieli, e non della terra; oppure col diavolo; e allora vedranno la Città Santa e il Tempio distrutti e il popolo disperso per sempre.
La maggioranza è tiepida: metà con Dio, metà per i beni della terra (ORO, SESSO, SAPIENZA E POTENZA UMANA: mano, cuore, occhi terreni!)
Gesù invita i suoi all'ULTIMA CENA: v. 20!
Ivi darà tutto se stesso, coi suoi tesori soprannaturali: il suo cibo celeste come ricchezza, il suo sangue divino per lavare le vesti (cuore!), la sua Parola che rivela tutti i misteri (occhio della fede…!). Possono fidarsi: è l'Amen, il Testimone fedele, il Principio…
Promette: a chi lo accompagnerà sul trono della CROCE darà anche il trono del POTERE GERARCHICO, e poi lo farà salire con sé sul Trono del Padre in Cielo.
Il suo Spirito sarà la loro gioia e forza per sempre: v. 22.
Destinatari: la Chiesa di Laodicea, di cui non si sa quasi nulla…!
Vera destinataria è la Chiesa contemporanea dal 1800 al 2000 circa. Essa porta i guai dei secoli precedenti: scisma ort., protestantesimo, laicizzazione dei governi (massoneria) e viene a scontrarsi con quelli nuovi: IL MARXISMO ATEO e il FREUDISMO PSICHICO, che annullano l'Eucarestia e la Penitenza, rispettivamente, e adorano Satana col suo denaro e la sua carne sensuale e libidinosa.
Il testo di Omega: contro, le pretese della GIUSTIZIA UMANA, Dio fa correre la sua giustizia divina, per dar soddisfazione anche ai suoi Santi che hanno tanto sofferto ingiustamente da parte dei malvagi: vv. 8,1-6.
La finalità dei mali annessi alle sette trombe è quella di servire da vaglio per i tiepidi:
- se imitano l'agnello immolato, diventano fervorosi ed eroi di virtù soprannaturali (caldi!).
- se reagiscono come gli animali feroci, istintivamente, bestemmiando la divina Provvidenza, perdono tutta la fede, e diventano atei, facendo comunella coi nemici di Dio (freddi!).
Nelle prime sei trombe, Dio lascia agire la cattiveria umana, arrivata al demoniaco.
Nell'ultima, simile alle 10 piaghe d’Egitto, interviene Lui a protezione dei suoi.
Così si completa la REDENZIONE EFFETTIVA di tutta l ‘ Umanità…!
La prima allude alla I^ guerra mondiale, motivata da irredentismi di terre, e sfociata nella rivoluzione del PANE (Lenin).
La seconda allude alla II^ guerra mondiale, motivata da irredentismi di Sangue (Hitler) e sfociata nel trionfo del SESSO con Freud.
La terza allude alla guerra fredda successiva, sfociata nella rivoluzione culturale della gioventù e dei partiti, con le amarezze del Terrorismo.
La quarta allude alla CRISI DI FEDE della contestazione conciliare, seguita da tante fughe.
Me ne rimango pensieroso a riflettere sul periodo storico della ‘Chiesa di Laodicea’ che Padre Penasa interpreta oltre ogni dubbio essere quello che stiamo vivendo ora.
É questo dunque il periodo durante il quale dovremo assistere alla manifestazione dell’Anticristo, dell’Uomo Iniquo, alla Grande Tribolazione e infine alla sconfitta dell’Anticristo da parte di Gesù che verrà - con la sua Venuta o Parusia intermedia - per instaurare il cosiddetto millennio di Pace.
Ma di che venuta si tratta?
Nei Capp. 3 e 4 di questo libro avevamo già chiarito che il termine di ‘venuta’ come quello di ‘parusia’ possono prestarsi a dei fraintendimenti.
Abbiamo poi anche chiarito che – contrariamente all’opinione di Sant’Agostino – tale ‘venuta parusiaca’ non fosse da assimilare a quella iniziale della Incarnazione, né tantomeno a quella finale per il Giudizio universale.
Avevamo piuttosto precisato trattarsi – per un Dio che è uno e trino - di una sorta di ‘venuta di Gesù in Spirito Santo’, di una sorta di ‘Gesù Risorto’ che appare e scompare, che si materializza e smaterializza, come al tempo degli apostoli, di una sorta di Nuova Pentecoste che – dopo la Tribolazione di tutta l’Umanità – avrebbe dato il via ad un processo mondiale di Evangelizzazione: quella del cosiddetto Millennio di Pace.
Gesù è già oggi presente sulla Terra come Gesù-Eucarestia.
Non dobbiamo quindi attenderci una ‘venuta’ di un Gesù materiale, magari per instaurare un Regno terreno, ma piuttosto di un Gesù-spirituale.
Ricordo anzi che su questo punto, e cioè sul fatto di venire ‘in carne e ossa’, la mia ‘Luce’ si era espressa negativamente in un brevissimo capitolo del mio libro precedente:
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(G. Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 70 – Ed. Segno, 1997)
70. É per pietà dell’uomo che Dio non scende nuovamente sulla Terra…
Rifletto sul ruolo di Gesù - nato 2000 anni fa in un insignificante paesino della Palestina - che visse e predicò in quella che, allora, era la 'periferia' del grande Impero romano, parlando non a gente 'colta' ma ad un 'pubblico' di masse diseredate. Mi domando cosa sarebbe successo se - anziché 2000 anni fa, quando per comunicare con gli altri si usava ancora la tavoletta di cera o il rotolo di papiro portati, nei casi importanti, da corrieri a dorso di cavallo - Gesù fosse venuto sulla terra ora, con una civiltà più evoluta, e con la possibilità di trasmettere il suo 'messaggio' spirituale attraverso i mass-media e attraverso le televisioni via satellite negli angoli più sperduti del mondo. Perché si sarà incarnato allora e non ora?
Luce:
In questo mondo depravato e satanico, ora più di allora il mio Amore vorrebbe una seconda crocifissione per lavare con nuovo Sangue le colpe dell'uomo. Ma la mia Giustizia, giustamente, non lo consente. Del resto non servirebbe perché l'uomo moderno, intriso di superbia e razionalismo, è meno disposto ad ammettere il concetto di un Dio che si incarna oggi più che non 2000 anni fa, quando era barbaro rispetto ad oggi ma meno contaminato sul piano morale e meno consapevolmente materialista.
Il mondo oggi non crederebbe e non accetterebbe perché - ora più di allora, in proporzione - è 'scientemente' di Satana ed un secondo rifiuto di un mio secondo sacrificio potrebbe veramente indurre Dio a distruggere la razza umana: colpevole, infingarda, arrogante, prepotente, irridente. Capisci? Cosa dovrebbe più trattenere Dio a quel punto? É ancora una volta per Pietà - dopo l'Amore e la Giustizia - che Dio non scende nuovamente sulla Terra, perché la sua ulteriore discesa, ora, non sarebbe strumento di salvezza ma di definitiva dannazione.
E allora è meglio che i giusti 'operino', in tutto il mondo. É meglio che la nuova evangelizzazione operi, è meglio che mia Madre interceda per voi. Solo così l'Amore potrà operare e la Giustizia accettare: giustizia nei confronti dei meriti di Maria. Per questo devi imparare a vivere con Lei ed in Lei. In Lei troverai la Mamma attenta e premurosa che la Sorte non ti ha concesso. Capito?
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Dopo aver dunque letto – all’inizio del capitolo - la settima lettera a Laodicea, vediamo finalmente cosa si dice ora al momento della ‘sentenza’, cioè all'apertura del settimo sigillo:
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Ap 8, 1-5:
Quando l'Angelo ebbe aperto il settimo sigillo, si fece nel cielo un silenzio di circa mezz’ora.
Io vidi i sette Angeli che stanno in piedi davanti a Dio, e furono date loro sette trombe.
Poi venne un altro Angelo e si fermò in piedi presso all'altare, con un turibolo d’ oro in mano, e gli furono dati molti profumi affinché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi sull'altare d’oro che è davanti al trono.
E dalla mano dell'Angelo il fumo degli aromi salì, con la preghiera dei santi, davanti a Dio.
Poi l'Angelo prese il turibolo, lo riempì di fuoco dell'altare e lo lanciò sulla terra.
E ne vennero tuoni e lampi e voci e terremoti.
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É una scena potente e solenne.
Padre Penasa – nel suo ‘Il libro della speranza’ - dice però, a pag. 186, che bisogna inserire la scena delle sette trombe nel contesto giusto.
Quale? Ce lo dice egli stesso e io ve lo riassumo:
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1) SINTESI DELL’AZIONE DI SATANA: con la menzogna e la violenza, vuole decapitare la Chiesa, la società, la famiglia e il lavoro, e subentrare come CAPO.
Satana ottiene ciò attraverso due suoi ‘collaboratori’, due demoni che ispirano gli uomini:
. la Bestia della terra (finto agnello) che utilizzando la Ragione, in termini però di menzogna, procura la morte dell’anima sia con l’ateismo (freddo) che con la cecità spirituale provocata dalle false ideologie psico-scientifiche e filosofiche.
. la Bestia del mare che utilizza la violenza anche politica e scatena il pansessualismo nonché la tecnica portata all’esasperazione, con eccessi di efficienza e pragmatismo.
2) SINTESI DELLA SITUAZIONE DEL NOSTRO SECOLO: la lettera a Laodicea ci rinfaccia l'amore all’oro, alla nudità, alla cecità spirituale e alla tiepidezza nauseante. Il 7° sigillo ci commina castighi in terra, in mare, nelle fonti e nel firmamento, nonché tre tremendi guai, per la venuta dell'Anticristo e poi del vero CRISTO.
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Chiarito da Padre Penasa il ‘contesto giusto’ della scena delle sette trombe, cerco da parte mia il ‘contesto giusto’ dei sette Angeli di cui si parla.
Poiché i sette Angeli sono quelli che ‘stanno in piedi davanti a Dio’, e poiché l’Azaria del Libro di Tobia aveva detto ai due Tobia ‘Io sono Rafael, uno dei sette angeli che stanno davanti alla gloria del Signore’ - deduco che questi sette angeli sono in realtà sette arcangeli e che, per stare davanti al Trono del Signore, debbano avere una bella ‘potenza’.
Il campo d’attività degli Arcangeli (e questo non ve lo avevo detto quando, all'inizio del libro, vi avevo parlato degli angeli) potrebbe non essere solo limitato al campo umano ed alla visione ristretta dell’uomo, ma esso potrebbe spaziare in tutto l’universo con i suoi miliardi di galassie, ognuna contenente centinaia di miliardi di stelle e pianeti, e che potrebbero avere – se non altro per una ipotetica probabilità di tipo matematico-statistico - anche altre forme di vita.
Non credo infatti che nessuno – così come coesistono svariate tipologie di vita vegetale ed animale sulla terra - possa pretendere di limitare a priori la capacità e libertà creativa di Dio nel resto dell’universo intergalattico, ferma restando l’assoluta primazia – rispetto ad altre eventuali forme di vita intelligenti o diversamente intelligenti – della razza umana, non quale è ora, ma come lo era all’inizio della Creazione con l’Uomo intelligentissimo e perfettissimo nella Pienezza della Grazia divina, prima che a causa del Peccato originale cadesse e decadesse sia intellettualmente, spiritualmente e moralmente, sia fisicamente con le malattie ed una durata di vita ormai limitata.
Un arcangelo – per fare un paragone in termini umani – è come se avesse, da solo, una ‘potenza di fuoco’ terrificante, incredibilmente superiore a quella di tutte le forze terrestri, aeree e navali della terra messe insieme. Pensate ad esempio all'Arcangelo Michele che ha sconfitto a suo tempo spiritualmente il Nemico in una battaglia in cielo che definire ‘intergalattica’ è riduttivo.
Questo ci dà però un'idea anche della ‘potenza’ distruttrice delle forze del Male, se esse fossero da Dio lasciate libere di agire nei nostri confronti come esse vorrebbero.
Mi sono sempre detto – aggiungo continuando con le mie divagazioni e riflessioni ‘a voce alta’ - che noi abbiamo di Dio e delle forze celesti una visione riduttiva, antropomorfica: nel senso di dire ‘ristretta alla nostra ridotta visione mentale’, così come pure ridotta è la visione materiale che abbiamo del mondo stesso in cui viviamo.
Difficilmente riusciamo a osservare bene la maestosa bellezza della natura che ci circonda, come pure a riflettere sul fatto che essa è una ‘proiezione’, un ‘riflesso’ sul piano materiale del Pensiero spirituale divino.
Raramente ci spingiamo a meditare sulla complessità, perfezione e varietà del nostro mondo…, e gli stessi rapporti umani - poi - li vediamo nell'ottica ristretta della nostra famiglia, del nostro ambiente di lavoro, di qualche amico, senza alzare lo sguardo - se non guardando la televisione o leggendo qualche giornale - sul livello più generale, nazionale o mondiale.
Di fatto noi viviamo chiusi in un mondo chiuso, circoscritto agli interessi che ci toccano più da vicino e raramente apriamo la mente a Dio e al resto dell'universo, neanche con la fantasia.
Ritornando però al settimo sigillo vediamo che all'apparizione degli arcangeli, che vediamo maestosi l'uno affiancato all'altro, si fa un gran silenzio in cielo: come dire un silenzio di tomba!
Mezz’ora di silenzio che deve essere sembrata un'eternità, lassù in cielo dove il tempo non esiste. Ma la precisazione di San Giovanni serve a far capire quanto fosse solenne e gravido di conseguenze quello che stava per accadere.
E ai sette angeli, come fossero cavalieri del medioevo che vengono ‘vestiti’ ed armati dai loro paggi per esser pronti al combattimento, vengono solennemente consegnate sette trombe: armi terribili.
Poi, mentre essi attendono maestosi, si presenta un altro Angelo - con un turibolo d’oro.
Gli vengono dati dei profumi per offrirli al Signore insieme alle preghiere dei Santi, forse per consolarlo delle offese infinite che l'Umanità gli arreca.
Dopodiché l'Angelo prende il turibolo, lo riempie delle braci ardenti che sono sull’altare davanti al trono di Dio, e scaglia con violenza turibolo e braci sulla terra…, fatto questo che non necessita di alcun commento perché anche un bambino ne capirebbe il significato.
E allora… ‘ne vennero tuoni e lampi e voci e terremoti’.
12.5 - Le prime quattro trombe del Giudizio… e l’Aquila dei tre guai
É tutto finito? No è tutto appena cominciato!
Perché cominciano ad aprirsi a questo punto le scatole cinesi – una dentro all’altra - di cui vi avevo già parlato: e cioè nel settimo sigillo si vedono gli angeli delle sette trombe, al suono della settima tromba si vedono in cielo i sette segni, nel settimo segno si vedono i sette angeli con le sette coppe.
Ma procediamo con ordine:
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Ap 8, 6-12:
I sette Angeli che avevano le sette trombe si prepararono a suonarle.
Il primo suonò la tromba: e venne grandine e fuoco misto a sangue, che furono gettati sopra la terra: la terza parte della terra fu arsa, la terza parte degli alberi fu bruciata, e venne incenerita tutta l'erba verdeggiante.
Il secondo Angelo suonò la tromba: e come una grande montagna tutta ardente di fuoco fu gettata nel mare, e la terza parte del mare diventò di sangue, e morì la terza parte delle creature che nel mare hanno vita, e la terza parte delle navi venne distrutta.
Il terzo Angelo suonò la tromba: e dal cielo cadde una grande stella, ardente come una fiamma, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti delle acque.
Il nome della stella è ‘Assenzio’. E la terza parte delle acque diventò assenzio, e molti uomini morirono a causa di queste acque, perché erano diventate amare.
Il quarto Angelo suonò la tromba: e fu colpita la terza parte del sole, la terza parte della luna, e la terza parte delle stelle: si oscurarono un terzo di esse, e il giorno perdette un terzo del suo splendore, come pure la notte.
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Siccome avete visto che Padre Penasa ha già detto tutto delle quattro trombe, a me non rimane che farvene qui sotto una sintesi:
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Nelle prime quattro trombe Dio lasciaagire la cattiveria umana!
Prima tromba: prima guerra mondiale
La Terra viene colpita per un terzo: grandine di bombe, fuoco d’armi, sangue degli uccisi, Lenin
Seconda tromba: seconda guerra mondiale
I mari per un terzo diventano rossi di sangue, Hitler, Freud…
Terza tromba: successiva guerra fredda
Dall'alto piove Assenzio: inquinando le acque dolci della convivenza umana. Rivoluzione culturale: nei partiti, nelle scuole, nei mass-media: porno e aggressività fanno l'Uomo-Bestia che uccide l'Uomo-Ragione.
Quarta tromba: crisi di fede della contestazione conciliare e apostasia
Apostasia di un terzo del personale sacro. L’Aquila avvisa sulla tremenda gravità dei 3 prossimi ‘Guai!’
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Mi fermo a guardare soddisfatto il mio schema e mi domando intanto pensoso chi le avrà dette, queste cose, a Padre Penasa…
Ma andiamo avanti con le trombe, anzi… con l'Aquila dei tre guai…
Dice infatti San Giovanni:
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Ap 8, 13:
Poi guardai e sentii che un'aquila con le ali spiegate, in mezzo al cielo, diceva a gran voce: ‘Guai, guai, guai, a coloro che abitano sulla terra, a causa degli altri squilli di tromba che i tre Angeli stanno per suonare!’
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Qui i commenti sono superflui. Non ci resta quindi che andare avanti a ‘vedere’ i singoli ‘guai’:
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Ap 9, 1-12:
Il quinto Angelo suonò la tromba: e vidi una stella che dal cielo era caduta sulla terra.
All'Angelo fu data la chiave del pozzo dell'abisso: egli aprì il pozzo dell'abisso e dal pozzo salì un fumo, come il fumo di una grande fornace, tanto che il sole e l'aria furono oscurati per il fumo del pozzo.
E dal fumo si sparsero locuste sulla terra, e fu dato loro un potere simile a quello che hanno gli scorpioni sulla terra.
Tuttavia fu ordinato loro di non danneggiare né l'erba della terra, né alcunché di verde, né alcuna pianta, ma solo tutti gli uomini che non hanno il segno di Dio sulla fronte.
Fu dato loro ordine di non ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, con un dolore simile a quello che dà lo scorpione quando punge un uomo.
Anzi, in quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la potranno trovare, brameranno di morire ma la morte fuggirà da loro.
Le locuste, a vederle, parevano cavalli preparati per la guerra, e sulle loro teste vi erano come delle corone somiglianti all'oro e le loro facce erano come volti umani.
Esse avevano i capelli simili a quelli delle donne e i denti come i leoni.
Il loro torace somigliava a corazze di ferro, e il rumore delle loro ali era simile allo strepito di carri a molti cavalli che corrono alla battaglia.
Hanno le code come quelle degli scorpioni, e pungiglioni, e nelle code il potere di nuocere agli uomini per cinque mesi.
Esse hanno come loro re l'Angelo dell'Abisso; il suo nome in ebraico è Abaddon, e in greco Apollion.
Il primo ‘Guai!’ è passato; ecco che vengono gli altri due ‘Guai!’ dopo queste cose.
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Vediamo ora cosa dice Padre Penasa nel suo Sommario a pag. 208 del ‘Libro della speranza’ - dove egli riassume tutto quello che dirà su questo argomento a proposito della 5ª tromba che - attiro l’attenzione - si riferirebbe a qualcosa che dovrebbe realizzarsi intorno all’ultimo decennio del XX° secolo:
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Realtà raffigurata: la Chiesa nei primi anni dell’ultimo decennio di questo secolo.
Gesù realizza la grande purificazione al vertice, lasciando che Satana prenda possesso del cuore di un nuovo Giuda e che si serva di lui per polarizzare attorno a sé tutti coloro che non hanno optato per il pieno fervore eroico, e si sono fissati nel sonno mortale della tiepidezza.
Quel Giuda, sopraffatto dalla sete della gloria umana, chiede aiuti a Satana per poter salire al vertice; e riceve le ‘somme chiavi’ dell'inferno, in opposizione alle ‘Somme Chiavi’ di Pietro.
Tutti gli elementi infetti di superbia lo seguono…
Per spingere alla decisione definitiva, i demoni tormentano in modo insopportabile quegli infelici; finché alla fine cedono tutto.
Giovanni vede i demoni in forma di cavallette all'assalto; e il tormento che provocano lo paragona a quello della puntura di scorpione: tutto in senso spirituale.
Parallelismi: nella vita di Gesù, abbiamo il caso di Giuda all'ultima Cena. Pur ammonito ripetutamente, non si umilia, non si pente, finge fino all’estremo, finché Satana entra in lui e lo mette a capo dei nemici di Gesù, come loro guida beffarda e traditrice.
Nella storia ebraica: la figura dell'uomo ambizioso all'estremo, che sfida Dio e si fa adorare al suo posto, condannando a morte chi si rifiuta, è NABUCODONOSOR: distrugge Gerusalemme e il suo Tempio, trasporta tutto per far brillare la sua BABILONIA, della quale si proclama creatore e DIO UNICO, al di sopra di ogni altra grandezza.
Ricordiamo le parole di S. Paolo (2 Ts 2, 3-14):
‘Nessuno v’inganni in alcun modo (quasicchè il giorno del Signore fosse imminente).
Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà essere rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e si innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel Tempio di Dio, additando se stesso come Dio.
Non ricordate che, quando ero ancora tra voi, venivo dicendo queste cose?
E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora.
Il mistero dell'iniquità è già in azione, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. (Ndr: Sono gli angeli buoni, guidati da San Michele, che trattengono dagli estremi i loro ex- compagni ribelli, finché riceveranno ordine di cedere il passo: vedi Ap 9, 13-15).
Solo allora sarà rivelato QUELL’EMPIO, CHE IL SIGNORE GESU’ DISTRUGGERA’ CON IL SOFFIO DELLA SUA BOCCA E CHE ANNIENTERA’ ALL’APPARIRE DELLA SUA VENUTA: L’INIQUO, LA CUI VENUTA AVVERRA’ NELLA POTENZA DI SATANA, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in perdizione, per non aver accolto l'amore della verità onde esser salvi’.
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Bene, ora siamo arrivati al dunque…!
Ci voleva proprio San Paolo per dire che sta arrivando l'Anticristo, o meglio, l’uomo iniquo!
Anche se…, anche se - a proposito di questi ‘due’ – un dubbio mi tormenta sempre e nessuno me lo scioglie: non sono infatti mai riuscito a capire bene se l’uomo iniquo, di cui parla San Paolo qui, e l’Anticristo siano due termini diversi per definire la stessa persona, o se siamo di fronte a due personaggi differenti che operano in parallelo, uno nel campo religioso e l’altro magari in quello politico.
E adesso? E adesso mi metto a riflettere a voce alta su quello che San Paolo aveva scritto nella sua seconda lettera ai Tessalonicesi.
L’apostasia (non i soliti ‘periodi’ di apostasia ricorrenti nella storia, ma la grande apostasia, mi dico io) è già arrivata da un pezzo: non so neanche come abbia fatto – io - ad andare controcorrente ed a ‘convertirmi’.
L’uomo iniquo - siamo ora nell’anno del Signore 2001 - sarà forse già acquattato da qualche parte, magari relativamente ‘giovane’ ma pronto a far le sue mosse in attesa di poter sedere… nel Tempio di Dio.
Se, per la legge dei parallelismi di Padre Penasa, l’uomo iniquo dovrà essere un Giuda e se, per la ‘legge delle affinità’ del mio gioco del ‘puzzle’, costui dovrà far parte – per essere un ‘traditore’ - del ‘collegio apostolico’ (altrimenti non sarebbe un ‘Giuda’, no?), non può non tornarmi alla mente la profezia di San Malachia alla quale avevo già accennato nel mio libro precedente, dove già avevo cominciato ad affrontare queste tematiche.
Andiamo dunque a rileggere una parte di quel capitolo:
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(G. Landolina: ‘Alla scoperta del Paradiso Perduto’ – Cap. 22 – Ed. Segno)
(……….)
Rimango a meditare su tutto questo quadro che non so se definire fosco o radioso: dipenderà dai punti di vista.
Riesaminandolo alla luce di quello che hanno scritto Padre Penasa e gli altri deduco - pur non essendo io un ‘esperto’ – che questo terzo millennio, cioè il terzo ‘giorno’ dopo i due ‘tempi’ o millenni precedenti, potrebbe essere il Tempo dello Spirito.
Ecco la cosiddetta Parusia!
Ecco la Nuova Evangelizzazione del Millennio Felice, felice…, ma dovrebbe essere preceduto da una fase turbinosa di transizione.
Quando questa transizione? Dopo questo attuale Papa (Giovanni Paolo II°) al quale farebbe seguito (come sembra alludere San Malachia, che parla anche di 'persecuzione', un per ora misterioso 111°papa, chiamato Petrus Romanus: l'ultimo di questa Era, o il primo della Nuova Era?
E se Petrus Romanus fosse stato invece indicato come l'ultimo papa in assoluto perché - a causa della 'persecuzione' - cade il Papato?
Ma possibile che cada il Papato?
Mi pare impossibile. Se Gesù disse che contro la sua Chiesa non avrebbero prevalso le forze dell'Inferno, possibile che Egli permetta la caduta del Papato, dove il Papa, almeno per i cristiani cattolici, costituisce - se ho ben capito - il rappresentante 'visibile' di Cristo in terra?
Se invece Petrus Romanus non dovesse essere l'ultimo papa in assoluto ma l'ultimo dell'attuale Tempo, il tempo cioè che si concluderà con la sconfitta dell'Anticristo, ma anche il primo papa del Nuovo Tempo e cioè l'Era dello Spirito e della Nuova Evangelizzazione?
Se fosse insomma una sorta di 'secondo Pietro' a capo di una Chiesa rinnovata del famoso millennio felice - finito il quale, speriamo il più tardi possibile - si scatenerà la battaglia finale, quella della 'seconda venuta' vera e propria di Gesù al Giudizio Universale?
Mi ricordo ancora però che nell'Opera della Valtorta vi era un altro punto dove si parlava di Nuova Evangelizzazione in concomitanza - mi pare di ricordare - con il periodo dell'Anticristo.
Mi pare che se ne parlasse nel Commento all'Apocalisse, nei 'Quaderni 1945/1950'.
Vado, cerco e trovo.
Rileggo con calma e mi rendo conto che è una spiegazione che viene data alla Valtorta (pagina 578) sul significato di un versetto (8°dell'Apocalisse di San Giovanni) prendendo lo spunto dalle parole 'Colui che ha da venire...').
Prima però – per maggior sicurezza - vado a prendermi La Sacra Bibbia delle Edizioni Paoline e controllo cosa dice il testo originale.
Vedo che queste parole fanno effettivamente parte del Prologo, che vi riporto integralmente, dell'Apocalisse:
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PROLOGO (1,1-8) (da 'IL LIBRO DELL' APOCALISSÉ)
1 Prologo. - Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio, per istruire i suoi servi sulle cose che devono ben presto accadere, ha fatto conoscere per mezzo del suo Angelo al proprio servo Giovanni, il quale attesta come Parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo tutto quello che ha veduto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia, osservando le cose scritte in essa, perché il tempo è vicino.
Saluto alle sette Chiese e lode a Cristo. - Giovanni, alle sette Chiese che sono nell'Asia: grazia a voi e pace da parte di Dio che è, che era, che viene, e da parte dei sette spiriti che stanno dinanzi al suo trono, e da parte di Gesù Cristo, il fedele testimone, il primogenito fra i morti, il capo dei re della terra. A colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati mediante il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e sacerdoti di Dio, suo Padre: a lui sia gloria e impero nei secoli dei secoli. Amen
Ecco che egli viene fra le nubi! Ogni occhio lo vedrà, anche coloro che l'hanno trafitto, e gemeranno su di lui tutte le tribù della terra. Sì, amen!
'Io sono l'Alfa e l'Omega', dice il Signore Dio, colui che è, che era e che viene, il Creatore di tutto.
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Ed è dunque a questo punto del Prologo che comincia la spiegazione data alla Valtorta sul versetto 8° dell'Apocalisse:
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v. 8°: Colui che ha da venire…
'In che modo? Non certo riprendendo carne. Se certo è il suo ritorno, altrettanto certo è che non assumerà più mai un'altra carne, avendone una perfetta dalla prima volta che se ne vestì, eterna, glorificata da Dio suo Padre.
Né verrà per una seconda Redenzione. Non vi sarà una seconda redenzione, la prima essendo stata sufficiente e perfetta. Gli uomini hanno da allora tutti gli elementi e gli aiuti soprannaturali per permanere nel popolo dei ricreati figli di Dio e per passare dalla ricreazione alla super-creazione, sol che lo vogliano fare. Perché se, come è stato detto, e detto con sapienza, 'l'uomo è una capacità che Dio empie di Sè', e se, anche, 'la grazia è un seme che Dio pone nell'anima', o anche 'un raggio che scende ad illuminare e fecondare', è logico che, se l'uomo seconda la volontà e le ispirazioni divine, la sua capacità di contenere Dio cresce e si dilata più tutto l'uomo cresce in età e in capacità di intendere e volere.
Intendere le spirituali parole di Dio, ossia i movimenti che Dio suscita in ogni uomo per condurlo a sempre maggior giustizia, e volontà di raggiungere il fine per cui fu creato. E ugualmente il seme della Grazia, se l'uomo ne seconda la crescita con la fedeltà ad essa e con la pratica della Legge e delle virtù, da piccolo seme si fa gran pianta, dante frutti di vita eterna, e il raggio, più l'anima cresce in grazia e si eleva sulla via della perfezione, aumenta la sua potenza di luce, come avviene per chiunque da una valle salga verso le vette di un monte.
Questa capacità che si dilata per contenere sempre di più Dio, questa pianta che cresce sovrana nel giardino dell'anima, questo raggio che da Sole eterno che da raggio si fa oceano di luci più l'uomo si eleva verso il Padre delle Luci, porta l'uomo, ri-creato per mezzo della Grazia ottenuta per i meriti di Cristo, alla sua supercreazione, ossia alla identificazione con Gesù, assumendo una umanità nuova, a suo esempio e forma, umanità nuova che trasforma l'uomo, creatura razionale, in creatura divinizzata che pensa, parla, agisce in modo quanto più può simile a quello che ebbe il suo Maestro eterno nel tempo mortale, e che comandò ai suoi fedeli di avere. ' Il discepolo, per esser perfetto, sia come il suo Maestro' (Luca c. VI v.40).
Per aver avuto da 20 secoli tutto quanto è necessario perché l'uomo possa possedere il Regno eterno e raggiungere il fine per cui fu creato, non vi sarà una seconda redenzione da parte dell'Uomo-Dio. L'uomo, che per debolezza perda la Grazia, ha i mezzi per riacquistarla e redimersi. Come da sé cade, così da sé può redimersi, usando i doni perpetui che Cristo ha istituiti per tutti gli uomini che vogliano attingervi.
E non verrà per una seconda Evangelizzazione, il Verbo del Padre. Non verrà personalmente.
Eppure evangelizzerà.
Susciterà nuovi evangelizzatori che evangelizzeranno in suo Nome. Evangelizzeranno in una forma nuova, consona ai tempi, forma nuova che sostanzialmente non cambierà il Vangelo eterno, né la grande Rivelazione, ma li amplierà, completerà e renderà comprensibili e accessibili anche a coloro che, a causa del loro ateismo o della loro incredulità sui Novissimi e su molte altre verità rivelate, adducono la ragione che 'non possono credere cose che non comprendono, né amare esseri di cui si conosce troppo poco, e quel poco è tale da spaurire e sconfortare in luogo di attirare e incoraggiare'.
Nuovi evangelizzatori. In verità ci sono già, anche se il mondo in parte li ignora e in parte li osteggia.
Ma saranno sempre più numerosi, e il mondo dopo averli ignorati, o scherniti, o osteggiati, quando il terrore prenderà gli stolti che ora deridono i nuovi evangelizzatori, si volgerà a loro perché siano forza, speranza, luce nelle tenebre, nell'orrore, nella tempesta della persecuzione degli anticristi in atto.
Perché se è vero che prima della fine dei tempi sorgeranno sempre più dei falsi profeti servi dell'Anticristo, altrettanto è vero che il Cristo Signore opporrà ad essi sempre più numerosi suoi servi, suscitando novelli apostoli là dove meno lo si crede.
E dato che l'infinita Misericordia, per pietà dei miseri uomini travolti dalla bufera di sangue, di fuoco, di persecuzione, di morte, farà risplendere sul mare di sangue e d'orrore la pura Stella di Maria, Maria, che sarà la precorritrice del Cristo nella sua ultima venuta, questi nuovi evangelizzatori evangelizzeranno Maria, in verità troppo lasciata in ombra dagli Evangelisti e dagli Apostoli e Discepoli tutti, mentre una più vasta conoscenza di Lei avrebbe ammaestrato tanti, impedendo tante cadute. Perché Ella è corredentrice e Maestra. Maestra di vita pura, umile, fedele, prudente, pietosa, pia, nella casa e tra le genti del suo tempo. Maestra sempre, nei secoli, degna d'esser tanto più conosciuta più il mondo scende verso il fango e la tenebra, per esser tanto più imitata onde riportare il mondo verso ciò che non è tenebra e fango.
I tempi che avanzano saranno tempi di guerra non solo materiale, ma soprattutto di guerra fra materialità e spirito.
L'Anticristo cercherà di trascinare le creature razionali verso il pantano di una vita bestiale.
Il Cristo cercherà di impedire questo rinnegamento, non solo della religione ma persino della ragione, aprendo orizzonti nuovi e vie illuminate di luci spirituali, suscitando, in chiunque apertamente non lo respinga, un risveglio potente dello spirito, risveglio aiutato da questi nuovi evangelizzatori non soltanto del Cristo ma della Madre di Dio.
Alzeranno lo stendardo di Maria. Porteranno a Maria. E Maria, che già una volta fu causa e fonte, indiretta ma sempre potente, della redenzione dell'uomo, lo sarà ancora, perché Ella è la santa Avversaria del perfido Avversario, e il suo calcagno è destinato a schiacciare in perpetuo l'infernal dragone, come la Sapienza, che ha fatto in Lei sede, è destinata a vincere le eresie che corrompono anime e intelletti.
In quel tempo che è inevitabile che venga, in cui le tenebre lotteranno con la luce, la bestialità con lo spirito, la satanicità con i superstiti figli di Dio, Babilonia con la Gerusalemme celeste, e le lussurie di Babilonia, le triplici lussurie, strariperanno come acque fetide e incontenibili, infiltrandosi per ogni dove, sin nella Casa di Dio, come già fu e come è detto che dovrà di nuovo essere, in quel tempo di separazione aperta tra i figli di Dio e di Satana, in cui i figli di Dio avranno raggiunto una potenza di spirito sin ora mai raggiunta, e quelli di Satana una potenza di male talmente vasta che nessuna mente può immaginarla quale sarà realmente, verrà la Nuova evangelizzazione, la piena nuova evangelizzazione, che per ora ha i primi avversati risvegli.
Ed essa opererà grandi miracoli di conversione e di perfezione. E grandi conati d'odio satanico, contro il Cristo e la Donna.
Ma ambedue non potranno essere raggiunti dai loro nemici. Non sarebbe né conveniente né utile che lo fossero. Non si può recare offesa suprema a Dio colpendo i Due a Lui più cari: il Figlio e la Madre, che già, nel loro tempo, tutte le più odiose e dolorose offese subirono, ma che ora, già glorificati da secoli, non potrebbero, senza immediato orrendo castigo divino sugli offensori, venire offesi.
Per questo, con mezzi nuovi, sarà al giusto modo operante l'estrema evangelizzazione, e coloro che sono ansiosi di Luce e di Vita le avranno, piene, perfette, date con un mezzo noto solo ai due Donatori, da Gesù e Maria.
Soltanto chi avrà eletto per sé tenebra e fango, eresia e odio a Dio e a Maria, ossia i già morti prima d'essere morti, gli spiriti putridi, gli spiriti venduti a Satana e ai suoi servi, ossia i precursori dell'Anticristo ed esso stesso, avranno tenebre e fango e tormento e odio eterno, come è giusto che sia, quando Colui che deve venire verrà.
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Rimango senza parole…, preoccupato, riflettendo su quello che ho letto.
Faccio ora, anzi, una piccola sintesi:
1°) Gesù, il Verbo del Padre, non verrà personalmente ‘in carne ed ossa’ per una seconda evangelizzazione. Eppure Egli evangelizzerà, con nuovi evangelizzatori.
2°) Il mondo osteggerà ed irriderà questi evangelizzatori ma poi – di fronte al terrore di quello che succederà – gli uomini si rivolgeranno per conforto proprio a loro.
3°) I tempi che sarebbero seguiti (notare che la Valtorta riceveva i suoi ‘dettati’ negli anni 43/50) sarebbero stati anni di guerra materiale ma soprattutto di guerra fra materialità e spirito.
Mi faccio allora una domanda.
Se la Valtorta ‘riceveva’ tutto questo cinquant’anni fa, non potrebbe darsi che le ‘guerre’ di cui si è parlato siano quelle che sono scoppiate ovunque nel mondo in questo mezzo secolo?
E quanto alla ‘guerra’ fra materia e spirito, il conflitto non consisterà in tutto questo dilagante fenomeno del materialismo, del consumismo, della corruzione generalizzata, della perdita del senso della moralità, dell’allontanamento dai valori cristiani, persino da parte di quelli che – cristiani - lo nascono?
Oppure, questo è niente perché il ‘bello’ deve ancora succedere?
Ragionando su tutto quello che ho letto concludo che veramente ne esce un quadro che non è affatto rassicurante, ove gli accadimenti mai si riferissero a 'questi tempi', questi tempicioèche io e voi stiamo vivendo, intendo dire i tempi dell'ultimo dei papi profetizzati da S. Malachia, quello dopo Papa Wojtila attualmente regnante…
Nel brano della Valtorta si parla della Casa di Dio: ‘… e le lussurie di Babilonia, le triplici lussurie, strariperanno come acque fetide e incontenibili, infiltrandosi per ogni dove, sin nella Casa di Dio, come già fu e come è detto che dovrà di nuovo essere…’
Cosa vorrà dire la parola 'Casa'? La 'sede' del Papato, cioè il Vaticano? Oppure il 'cuore dell'uomo’, uomo che si dice sia 'Tempio' dello Spirito Santo?
E se il riferimento fosse al Vaticano, starà allora a significare che in esso si anniderà un traditore come già fu con Giuda in seno al collegio apostolico?
In altre parole un alto membro del Clero tradirà ora come allora? Ma è mai possibile?
Ma Gesù non aveva detto che contro la sua Chiesa non avrebbero prevalso le forze dell'Inferno?
É una frase - questa - molto forte, mi dico. Molto forte.
Ma il fatto che non prevarranno le forze dell'Inferno contro la Chiesa non significa che la Chiesa non possa avere ancora i suoi tradimenti, come li ebbe lo stesso Gesù, con Giuda, e come – sempre lo stesso Gesù - li ebbe con la triplice rinnegazione di Pietro, che era addirittura Capo della Chiesa nascente, e come la Chiesa li ebbe anche poi con tanti prelati e papi successivi che non onorarono la loro missione.
Sembra quasi – questa frase delle ‘forze dell'inferno’ - voler rendere l'idea di tutte le 'potenze infernali' che - con astuzia, intelligenza, inganno, violenza - si scagliano nei secoli contro la Chiesa per minarla alle fondamenta.
Mi chiedo se quello futuro sarà un pericolo che sorgerà dall'interno della Chiesa o che verrà dall'esterno.
Vado a cercarmi il testo esatto di quel brano evangelico che parla delle 'forze dell'inferno'. Lo trovo, è Matteo 16, 18.
É l'episodio che narra di Gesù che, arrivato dalle parti di Cesarea di Filippo, chiede ai suoi discepoli cosa ne dica la gente di lui.
Quelli rispondono che vi è chi lo considera Giovanni Battista, chi Geremia, chi Elia, oppure un profeta.
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'Ma voi, domandò loro, chi dite ch'io sia?'. Rispose Simon Pietro: 'Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente'. E Gesù a lui: 'Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non la carne né il sangue ti ha rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. Ed io dico a te, che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno mai prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: qualunque cosa legherai sulla terra sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa scioglierai sulla terra sarà sciolta anche nei cieli'...'
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Gesù, qui, parla proprio di 'Chiesa'. E poi, anziché di 'forze dell'inferno' parla di 'porte'. Ma deve essere la stessa cosa, un modo di dire. Già, ma in 'quale' Chiesa – se si riferisce al futuro e non al passato - si infiltreranno ‘le acque fetide delle triplici lussurie’? La ‘Chiesa’ composta da noi gente comune, i cristiani, cioè: per capirci, la Chiesa 'militante', cioè la chiesa degli attuali ‘cristiani’ corrotti dal razionalismo, dal materialismo e dall’apostasia, oppure la Chiesa 'docente', insomma la Chiesa gerarchica?
Doveva riferirsi a tutte e due…, mi dico.
Sono nel dubbio e capisco che ho una gran confusione in testa su questa 'Chiesa'.
Vado allora a prendere il Dizionario del Cristianesimo di padre Enrico Zoffoli e cerco cosa si intende esattamente per 'Chiesa':
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Chiesa. - Società visibile, religiosa, gerarchica, fondata da Cristo e da Lui organizzata come suo 'Corpo mistico', a cui chiama incessantemente tutti gli uomini; i quali in essa professano la medesima fede, accettano la medesima morale, partecipano al medesimo culto; sono istruiti, santificati e diretti dalla medesima Gerarchia; che fa capo al Vescovo di Roma, successore di Pietro, Vicario di Cristo... La Chiesa non è uno Stato... non è il Vaticano, dimora fisica del Vescovo di Roma. Non è un partito politico... Non è il Clero, che rappresenta - nell'esercizio delle sue facoltà - solo il Capo, non l'intero Corpo Mistico, o Cristo Totale... In sintesi: la C. è un Persona Mistica, di cui Cristo è il Capo, i fedeli compongono il suo Corpo, lo Spirito Santo ne è l'Anima. Sarebbe assurdo affermare che i fedeli 'sono' la Chiesa: ciò può dirsi solo del Cristo che la costituisce, l'organizza, la vivifica, la sostiene, la feconda, la ripara, la santifica, la salva. I singoli membri del clero e del popolo (elemento sempre passivo quanto alla propria umanità, bisognosa di redenzione) possono soltanto sottrarsi all'influenza del Cristo e costituirsi come 'l'anti-Chiesa', donde la possibilità (e il fatto storico) di tutti gli scandali, gli scismi, le eresie...; che tuttavia neppure sfiorano l'essenza profonda della Chiesa per quanto essa vanta di divino: il Potere delle tenebre non potrà mai prevalere (Mt 16,18) ...
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Dunque – rifletto - secondo quanto ho letto sullo Zoffoli, io capisco che la Chiesa è una specie di 'Società': un 'Corpo Mistico', che è composta da clero e popolo che ne sono un po' come degli ‘azionisti’ che però – per il fatto di essere ‘azionisti’ – non possono considerarsi ‘la società’, la quale ha una sua propria ‘personalità giuridica’ con a Capo Gesù Cristo.
Anzi - da parte loro – gli ‘azionisti’ possono anche 'vendere' le loro 'azioni' alla ‘concorrenza’, 'sottrarsi' all'azione del Cristo e costituirsi in 'Anti-Chiesa', donde la possibilità (e il fatto storico) di tutti gli scandali, gli scismi, le eresie..., che tuttavia neppure sfiorano l'essenza profonda della Chiesa per quanto essa vanta di divino..., con il suo Capo Mistico: Gesù Cristo.
Non è che ci abbia capito molto, a dire il vero, perché mi sembra più facile capire 'cosa non è' la Chiesa, piuttosto che capire 'cosa è'.
Comunque una cosa credo di averla capita: la Chiesa – lo dice il Dizionario dello Zoffoli - non è il Clero!
Il che, ovvio, vuol dire – all'inverso - che il Clero non è la Chiesa.
Anzi – come dice sempre lo Zoffoli – è anche possibile che membri del Clero possano ergersi a Antichiesa, come ad esempio nel caso di scismi, eresie, etc.
Infatti da chi è che sono sempre venute storicamente le divisioni, cioè gli scismi, le eresie, gli 'scandali'?
Dal 'popolo'? No. Dal Clero! Cioè dalle 'gerarchie' della Chiesa, cioè dagli uomini di chiesa.
Io in passato - da 'laico' - mi sforzavo di vedere negli uomini di chiesa dei 'santi', o per lo meno degli uomini che dovessero in qualche modo esser dei 'santi' almeno in senso improprio.
Da giovane ho studiato due anni coi salesiani. Lo ricordo come il più bel periodo della mia vita. Avevo un professore di lettere, era anche il mio confessore. A distanza di tanti anni me lo ricordo come un ‘santo’… Andava avanti e indietro lungo le fasce laterali del campo di pallone – ma non intendo dire che ‘giocava’ – con il suo breviario in mano, e pregava, pregava… e ogni tanto – fra un tempo e l'altro, quando mi distraevo e gli passavo vicino - mi ‘agguantava’ e mi ‘catechizzava’. Poi nella vita io mi sono perso ma lui l'ho sempre ricordato: magro, alto, con quegli occhiali ed i capelli bianchi a spazzola, lo sguardo dolce…
Ma il constatare poi che tanti non erano ‘santi’ come il mio, mi aveva ispirato diffidenza e aveva concorso a tenermi lontano dalla Chiesa, e anche dalla Dottrina cristiana che - guardando a 'quegli' uomini - non riuscivo più – da adulto - a considerare come una 'via' che potessi considerare credibile ed apprezzabile.
Da lì un mio atteggiamento, oltre che diffidente, anche cinico e distaccato.
Una chiesa di 'uomini' - mi dicevo infatti quasi inconsciamente fra me e me - non poteva essere una 'Chiesa di Dio’… e non poteva neanche essere una ‘Chiesa da Dio’. Mi capite?
Ma poi, mentre scrivevo l'altro mio libro: 'Alla ricerca...' mi fu spiegato qualcosa che mi fece cambiare idea facendomi vedere le cose in una prospettiva diversa.
La mia 'Luce' mi aveva chiarito che in effetti la sua non era una chiesa di 'santi', come pensavo dovesse essere io, ma proprio di uomini: clero e popolo!
Ed è ben per santificarli - aggiungendo alla loro buona volontà quello che a loro, di buona volontà, manca - che Gesù Cristo continua ancora oggi a stare in croce.
E ne rimasi convinto.
Come ho fatto a cambiare idea? Vi ho incuriosito?
Beh, se non vi ricordate quel capitolo, o non avete ancora letto il mio primo libro di tre anni fa, ve la faccio vedere io la risposta della mia ‘Luce’…
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(G. Landolina: ‘Alla ricerca del paradiso perduto’ Cap. 60 – Ed. Segno, 1997)
60. - La 'mia' Chiesa. La gente 'giudica', e giudica 'Me' dalla mia Chiesa...
Rifletto ancora sulla 'sorte' dell'arcivescovo Milingo e di Padre Pio, entrambi 'perseguitati'. Quale è il nesso che li lega - al di là dei 'motivi' specifici o dei rilievi che sono stati loro mossi? Mi rispondo che le persecuzioni nei loro confronti sono arrivate non tanto dalla Chiesa come 'istituzione' quanto da singoli personaggi o gruppi di potere interni che avevano la possibilità di muovere certe ‘leve’ e ‘orientare’ il giudizio degli altri.
Renzo Allegri nella biografia di Padre Pio cita le seguenti parole pronunciate dal Cardinale Lercaro in una commemorazione di Padre Pio, poco dopo la sua morte:
'...Ma ad addolorarlo nel profondo, a farlo agonizzare come il Salvatore nell'Orto degli Ulivi, era il fatto che egli non tanto per la Chiesa soffriva - ciò che lo avrebbe confortato con la luce della beatitudine annunziata a chi soffre per l'Evangelo - quanto il fatto che dalla Chiesa soffriva: dagli uomini della Chiesa, che portano, nella comunità, che Cristo anima del suo spirito e rende mirabile sacramento di salvezza, il peso delle loro miserie, avidità, ambizioni, meschinità, deviazioni...'
Ma anche altri santi famosi (ad esempio Santa Teresa D'Avila e San Giovanni della Croce, poi riconosciuti entrambi non solo 'santi' ma anche 'dottori della Chiesa') subirono a titolo diverso azioni avverse o persecuzioni all'interno della stessa Chiesa.
Si deve allora pensare che i 'persecutori' fossero tutti in malafede? Renzo Allegri nella sua biografia dice che invece molti di questi erano personaggi al di sopra di 'ogni sospetto', anzi di meriti spirituali comprovati. Quale modo migliore però - da parte del 'Nemico' per eccellenza - che cercare di far 'screditare' i suoi santi dalle stesse strutture interne della Chiesa, o cercare di combatterli, strumentalizzando l'umanità di altri uomini di Chiesa, l'umanità cioè di cui parla il cardinale Lercaro oppure l'umanità che possiedono anche gli uomini migliori? Ma se fosse così - mi dico - come ha mai potuto essere possibile? Mi viene in mente un brano che avevo letto di Padre Ernetti, l'esorcista, nel suo libro 'La Catechesi di Satana', lo cerco, è un passo di pagina 184.
Padre Ernetti indica quelle che secondo gli esperti sono considerate le principali forme di attività diabolica, delle quali ho già succintamente parlato nel capitolo precedente, dove - dopo la 'soggezione diabolica', i 'disturbi esterni', le 'infestazioni diaboliche', le 'vessazioni diaboliche' ma immediatamente prima delle 'possessioni diaboliche' e delle 'ossessioni diaboliche' - trovo:
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e) invasioni diaboliche: sono sindromi intellettuali e sdoppiamento intellettivo, ma non volitivo, per cui la volontà resta ancora libera di agire secondo i dettami del libero arbitrio. Sono, queste, delle situazioni quanto mai difficili, sia da diagnosticare e sia da curare. Occorrono vere analisi neuropsichiatriche e parapsicologiche ben approfondite, prima di agire. Infatti: in nessuna attività straordinaria il demonio agisce così 'subdolamente' come in questi casi. Si tratta infatti di separazione dell'intelletto dalla volontà, per cui l'intelletto segue il demonio e la volontà rimane nello smarrimento totale. Ma in filosofia risulta che l'intelletto è la luce della volontà, la quale obbedisce ad esso proporzionatamente a come l'intelletto presenta la verità alla volontà stessa. Se però l'intelletto è distorto dalla vera luce della verità, a causa dell'azione demoniaca, la volontà rimane orfana, senza guida. Questo fatto ci dice che le azioni commesse da una persona, sotto 'invasione diabolica', non sono peccati attribuibili alla persona che li commette, anche se - ripeto - la volontà rimane libera: non è illuminata nella verità da operare.
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Quanto precede, mi dico, lo scrive Padre Ernetti che è un 'esperto'. Ma - rifletto allora io - se il Male, anzi il Maligno, è una 'realtà' operante - come afferma la Dottrina cristiana e come affermava Gesù Cristo stesso nel Vangelo - è mai possibile escludere che gli uomini, senza neanche accorgersene, possano rimanere 'vittima' di questa 'sindrome' in qualche particolare circostanza della loro vita?
Perché mai dovremmo ritenere di doverne essere 'esenti'? A provocare queste persecuzioni 'anomale' non a carico di chicchessia ma nei confronti di 'santi' non potrebbe essere stata una 'attività di disturbo' demoniaca quale quella così ben descritta da Padre Ernetti? É chiaro che non saranno state tutte 'invasioni diaboliche' ma ne possono essere bastate una o due che poi hanno innescato le 'persecuzioni', a catena, semplicemente basate 'umanamente' sul credito o sul prestigio goduto dalla persona 'invasa' che però non sospettava di esserlo ma anzi faceva una battaglia in buona fede perché vedeva la 'verità' in quel modo.
Certo, per perseguitare una persona basterebbe anche solo un poco di comunissima 'buona volontà', senza 'scomodare' le 'invasioni' diaboliche. Ma nel caso di Padre Pio, ad esempio, Renzo Allegri racconta che le persecuzioni sono iniziate praticamente da quando egli - con le stigmate - mostrò all'esterno i primi segni di santità e sono finite... sessant'anni dopo, con la sua morte (momento questo in cui le stigmate - così raccontano - miracolosamente 'scomparvero' nell'istante del trapasso).
Anzi, neanche con la morte se è vero quello che sostiene Renzo Allegri quando dice che la 'persecuzione' continua strisciante e sotterranea anche ora per ritardare al massimo se non impedire la canonizzazione di Padre Pio auspicata da tantissimi religiosi e richiesta in tutto il mondo a 'furor di popolo'. Ecco, un 'accanimento' di questo genere verso un uomo di riconosciuta 'santità' mi sembra proprio sospetto.
Riflettendo ancora mi dico che questa sindrome intellettuale - come viene del resto chiaramente spiegato - non è altro che una banalissima 'deformazione' della realtà. É un po' come se qualcuno ci mettesse davanti agli occhi una lente deformante od uno specchio deformante che ci fa apparire una immagine diversa che, se non conoscessimo quella giusta, ci sembrerebbe del tutto reale. E perché mai il demònio non potrebbe allora influire sul nostro senso critico, sulla nostra 'luce intellettiva', così da provocare da parte nostra reazioni che in condizioni 'normali' non avremmo mai avuto?
Dovendo fare un altro paragone per rendermi più chiaro il concetto mi dico che deve essere - questa specie di sindrome intellettiva, questo sdoppiamento fra intelletto e volontà - un po' come se l'Altro rappresentasse davanti all'occhio della nostra mente una certa 'immagine' di verità, una 'illusione ottica' anzi una 'illusione mentale', sulla cui base la volontà dell'individuo prende liberamente posizione ed agisce secondo quello che gli pare 'giusto' in funzione di quello che ha creduto di vedere.
Oppure, altro esempio, è come se di fronte al 'proiettore' della nostra mente, del nostro intelletto, vi fosse una determinata 'diapositiva' della ‘realtà’, e poi uno la sostituisse con un'altra.
Noi non vedremmo la 'realtà' vera ma quella rappresentata dalla 'diapositiva' che viene inserita nel proiettore, cioè davanti al nostro 'occhio mentale', oppure ancora, ma qui termino con i paragoni, è come se davanti all'immagine della diapositiva che rappresenta un paesaggio di un mare blu sovrastato da un cielo azzurro con un sole splendente, mettessimo un 'filtro' di color grigio che trasformerebbe quel paesaggio splendido e ridente in quello di un mare e cielo plumbeo che preannuncia tempesta e deprime l'umore.
D'altra parte non sono un po' tutti gli esperti religiosi d'accordo sulla capacità del demonio di influire sui nostri centri nervosi destando immagini e visioni false? San Giovanni della Croce, mi pare, ammoniva contro questo rischio.
Al riguardo le testimonianze stesse rese dai santi e le loro biografie parlano non di rado di apparizioni o visioni prodotte dal 'Nemico' che poi - anche perché si sa che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi - venivano 'smascherate' dal 'santo' che, grazie al suo discernimento, lo intuiva - anche da certi particolari stonati - oppure lo capiva a posteriori facendo dei riscontri.
Mi pare di ricordare che San Giovanni della Croce nelle sue opere invitasse a diffidare alquanto delle 'visioni', maggiormente suscettibili di interferenze malefiche che colpiscono più agevolmente i 'sensi', o comunque ad esercitare un serio discernimento.
Mi dico, dunque, che se si entra nell'ordine di idee che il 'Nemico' possieda - come hanno detto i 'Padri della Chiesa' - una grandissima intelligenza (in fin dei conti era una volta il primo degli angeli di Dio) e che agli altri angeli 'decaduti' siano rimaste - oltre alla grande intelligenza - anche le originarie capacità ‘soprannaturali’, allora si può ammettere che tutto è possibile, anche quello che dice Padre Ernetti.
D'altra parte mi viene in mente, per 'analogia', che questo potrebbe essere anche il 'meccanismo' della famosa 'tentazione'. Cosa è poi in definitiva una 'tentazione', non quella che proviene dal nostro 'io', ma quella 'demoniaca'? Non la si potrebbe anche considerare come la rappresentazione di una immagine di realtà fortemente appetibile e suggestiva che induce, anzi 'spinge' il nostro 'io volitivo' ad assecondare il 'desiderio' che ne consegue?
Ciò premesso, rifletto ancora sulle parole del cardinal Lercaro che disse che anche gli 'uomini' della Chiesa 'sbagliano'...
A questo proposito non posso non pensare alle scuse, anzi alla richiesta di perdono, presentata nel '97 a Parigi da Papa Giovanni Paolo II a proposito della strage degli 'ugonotti' protestanti, oppure alla richiesta di perdono pure presentata dal clero francese agli ebrei in ordine alla mancata difesa - se non acquiescenza - da parte della Chiesa cattolica di fronte alle persecuzioni loro inflitte dal nazismo durante la seconda guerra mondiale.
Penso un poco alla Chiesa, intesa quale apparato, quale struttura. Che storia controversa quella della Chiesa. Di tutto! É successo di tutto in duemila anni. Quante volte mi è capitato di sentire persone che, con riferimento alla storia della Chiesa contrassegnata da periodi non edificanti od oscurantisti, hanno detto di non poter credere in essa, vista come una struttura di potere politico-temporale, e quindi nemmeno nella religione cristiana che in certi periodi storici è stata così mal rappresentata. E quante volte non l'ho pensato anch' io, riandando con la memoria a certi 'Papi', come ad esempio il 'Borgia', a certe 'abitudini', come la vendita delle 'indulgenze', ecc. ecc.?
Luce:
Anche la Chiesa è fatta di uomini... anche la Chiesa ha quindi avuto i suoi tradimenti. E come Pietro tradì e poi si pentì rinnovellando il suo cuore, così la storia della Chiesa è stata una storia a spirale di tradimenti e riconversioni: spirale discendente, come discendente è stata l'Umanità.
Ma, cionondimeno, la Chiesa rimane Santa per mezzo dei suoi Santi che con il loro sacrificio spesso oscuro la riscattano.
La Chiesa rimane Santa perché presantificata dal sangue e dai meriti di tanti martiri.
La Chiesa rimane Santa perché ha per Sacerdote supremo il suo Cristo, che rimane Santo, anche se 'crocifisso'.
E la mia Chiesa 'crocifissa' è! Dall'umanità delle sue membra, delle vostre membra, e di quelle altrettanto umane dei suoi sacerdoti, dei 'miei' sacerdoti, che dunque vanno aiutati, non combattuti, aiutati perché - attraverso il vostro amore - riscoprano la freschezza del loro amore di un tempo, perché attraverso il vostro coraggio riscoprano il gusto di morire - moralmente, umanamente - per il loro Dio, 'sacrificando', essi sacerdoti, la loro umanità al Sacerdote supremo, sull'Altare di un nuovo Amore: il Mio Amore.
Opera in questa direzione. Aiuta i miei sacerdoti. Sappi anche tu, piccolo servo, essere 'sacerdote' mio sacrificando sul mio altare, giorno per giorno, un poco della tua 'umanità'.
Già...! 'Aiuta i miei sacerdoti'... ha detto. E come? Cosa gli dico a questi? Varie volte mi sono sentito dire da certe persone che esse non vanno più a Messa a causa del comportamento poco edificante di taluni suoi 'ministri', come pure di altri 'fedeli' cosiddetti praticanti, che frequentano assiduamente quando non bigottamente i luoghi di culto. E quante volte d'altra parte ne parlano anche i 'mass-media', che talvolta sembrano goderne e ne trattano con enfasi amplificando a dismisura...
Tempo addietro - in occasione di uno dei viaggetti e delle visite periodiche che ogni tanto ci scambiamo per tenerci in contatto - ne avevo discusso a pranzo in un ristorante con mio fratello e sua moglie, svedese e di religione protestante, la quale aveva detto - del resto molto garbatamente e da buona 'protestante' - di essere appunto di quella opinione...
C'ero rimasto male. Infatti mia moglie, che è dolcissima ma quando le si tocca la 'fede' ed il cattolicesimo alza lo scudo e sfodera la spada, le replicava 'sostenuta' che non si può generalizzare così, qualunquisticamente, facendo di ogni erba un fascio.
Giusto! Non si può! Lo dico anch'io. Ma lei lo diceva col tono sbagliato. Da parte mia, io - che avrei voluto vedere se riuscivo a mettere a profitto quanto avevo imparato e che volevo 'provare' un pochino con 'una' di religione protestante - mi ero trovato a corto di argomenti e, quel che è peggio, persino in qualche modo d'accordo con mia cognata, mentre mio fratello - da gran 'marpione' ed incallito 'peccatore' quale lui dice d'essere - se la rideva sotto i baffi.
Insomma la pizza era stata eccellente, ma l'apostolato... lasciamo perdere. Ho finito per litigare persino con mia moglie! Mai più, mi son detto, mai più.
Luce:
La gente 'giudica'... e giudica 'Me' dalla mia Chiesa.
Guarda i miei ministri, non li trova conformi al mio insegnamento, e dà la colpa a Me.
Guarda gli altri 'cristiani', non li trova coerenti con il mio comportamento, e dà la colpa a Me.
Cosa c'è di nuovo? É la Storia che si ripete...Anche il Padre mio Buonissimo non ha forse voluto addossare a Me, che ho accettato, la colpa dei vostri peccati, per salvarvi?
I miei crocifissori non mi hanno forse voluto addossare, crocifiggendomi, colpe che non avevo?
Ecco, dalla mia 'chiesa', dal 'giudizio' che la gente ha della mia Chiesa di cui Io sono il Capo, Io stesso vengo giudicato, vengo giudicato Io perché la Chiesa che ho voluto Io non si comporta come Io vorrei...
Non ti pare ingiusto? Io mi sono sacrificato per la Chiesa ed i cristiani, questi non si comportano bene ed allora vengo ancora una volta sacrificato sull'altare della incomprensione con l'accusa che, se i miei non si comportano sempre bene, la 'colpa' è Mia.
Questa è l'ingratitudine degli uomini, ora come allora, che sovente - senza rendersene spesso neanche conto - cercano, tu diresti: inconsciamente, di scaricare la propria coscienza attribuendo agli altri la colpa della loro indifferenza.
La 'gente' giudica la Chiesa, e Me con essa.
La 'gente' pensa che la Chiesa, se Io fossi Dio, dovrebbe essere una chiesa di 'Santi'.
Ma è invece una chiesa di 'uomini' che Io cerco di santificare mettendo, per quelli di buona volontà, quello che a loro manca.
E come Io fui tentato e poi crocifisso, anche la mia Chiesa è stata sempre tentata e 'crocifissa', perché il Satana vede nella Chiesa le mie Membra mistiche e vuole furiosamente, continuamente, crocifiggerle per tenere sempre Me inchiodato alla Croce per impedirmi di salvarvi, senza rendersi conto che è proprio la Croce quella che salva.
Ancora una volta egli si fa 'strumento', come nel Peccato originale, della volontà divina di salvezza che volge il Male in Bene.
La mia Chiesa, la Storia lo dimostra, e lo ricordi, non è una chiesa di 'santi' ma di uomini, con le loro debolezze. E gli uomini sono il prodotto della società, dei valori, della cultura dei tempi. E anche quando gli uomini vi entrano puri, la Società e l'Altro li corrompono, per crocifiggermi sempre più, per dare scandalo, allontanare anche voi e perdervi del tutto.
E allora, voi, diventate strumenti inconsapevoli di questo gioco tragico, giudicate e, invece di compatire Me, crocifisso per niente, crocifiggete anche Me.
Ma i miei Santi... Oh, quanti santi belli mi ha dato la 'mia' Chiesa...
Oh quanto profumo di amore, di bontà, di dolcezza, è salito dalle loro anime fino a questa Croce per farsi balsamo delle mie ferite, etere stordente che lenisce le mie atroci sofferenze, acqua che mi disseta dall'arsura, che deterge il sangue delle mie ferite, che rinfresca la mia pelle che brucia dalla febbre della morte imminente.
Oh quanto ristoro ho avuto dalla visione dei miei santi futuri...!
E come è bastato un Crocifisso a liberare l'Umanità dal Peccato originale, basteranno i miei martiri e tutti i miei santi a liberare l'Umanità che non si sa convertire, che non sa amare - per debolezza congenita - ma che solo vi metta un po' di buona volontà.
Ecco quello che dovrai dire a tutti quelli che crocifiggeranno Me, ancora una volta, crocifiggendo i sacerdoti che sbagliano, i cristiani che sbagliano.
Spiega loro che non sono 'essi' le vittime di tutto questo, ma ancora una volta Io, che solo per i miei Santi mi posso consolare di non essermi sacrificato per niente.
Dì a costoro di mostrare carità verso i miei figli che sbagliano.
Non basta una tonaca ad essere santi, essi erano 'santi', erano giovani, erano belli nell'anima, volenterosi della Luce, ma l'Altro li ha poi sedotti, come i Primi Due. Loro sono le prime vittime, voi quelle successive se permettete che l'Altro, prendendo spunto dall'esempio di quei miei che santi non sono, induce anche voi ad allontanarvi.
Quando vedete uno di questi sacerdoti che tanto vi fanno gridare allo scandalo, non pensate a lui, pensate a Me, che sono in Croce per voi come per loro, e piangete Me.
E questo pianto sarà per voi benedizione perché mi avrete portato l'ultimo conforto.
'Padre - dirò prima di andarmene - perdona loro, perdona a questi miei piccoli, perdona loro, perché non sanno quello che fanno...
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Rimedito su questa 'Chiesa', così come me l'aveva spiegata nell’altro libro la mia ‘Luce’.
Ma mi ricordo a questo punto che su questo argomento vi era un brano dei 'Quaderni' della Valtorta (1945/1950) - inserito nel più ampio Commento all'Apocalisse (pagg. 602 e seguenti) - dove pure si parlava della Chiesa, ma nel quadro dei tempi futuri e della venuta dell'Anticristo:
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'...Il Cristianesimo è carità. Carità dei potenti verso i piccoli, dei piccoli verso i potenti, carità dei superiori verso gli inferiori, sempre carità.
Se non c'è carità il cristianesimo si spegne e gli succedono l'egoismo e la tiepidezza, il sale diviene insipido, la lucerna non splende ma fuma, o viene messa sotto al moggio perché non sia disturbata. E le anime, le povere anime degli agnelli, restano abbandonate, non trovano calore, luce, sapore, si indeboliscono, si smarriscono. Povere anime che hanno tanto bisogno di aiuto più sono deboli!
Queste manchevolezze, vive e forti nelle Chiese non più alimentate dalle Acque vive che sgorgano da sotto i fianchi dell'altare del vero Tempio (Ezechiele c. 47° v. 1-2), non sono assenti anche nella Chiesa vera.
Santo è il suo Corpo, santissimo il suo Capo e la sua Anima. Non tutte sante ne sono le membra, perché l'appartenenza più o meno intrinseca col Corpo non muta la natura umana dell'uomo.
É l'uomo che deve costantemente lavorare a rigenerarsi, a ricrearsi, a supercrearsi per raggiungere la perfezione ed avere somiglianza quanto più si può perfetta col Cristo, Capo della Chiesa, con lo Spirito santo, Anima della Chiesa. Somiglianza col Cristo mediante una vita di 'Alter Christus'. Somiglianza con lo Spirito Santo mediante la carità, santità, purezza, fortezza, pietà, e ogni altro attributo proprio del Santificatore.
Più le membra si sforzano di essere sante, e più la Chiesa trionfa. Perché la santità delle membra, parlo delle più elette, si riversa sulle membra inferiori, le eleva, le accende, le rende strumento di santificazione e di conversione verso membra già quasi morte o morte affatto.
L'apostolato sacerdotale, se è quale Gesù lo volle e lo vuole, suscita la grande forza dell'apostolato laico.
Grande forza perché penetra con più facilità per ogni dove. Nelle famiglie, nelle fabbriche, nelle diverse categorie di professionisti, può avvicinare dei pervertiti da capi partito o da perversioni psicofisiche; smantellare i castelli di menzogne; distruggere i falsi miraggi suscitati dai servi dell'Anticristo, in atto ora come mai nella storia del mondo; neutralizzare, con la carità di fatti e non di parole, con la verità delle azioni e non con le false parole delle più false ideologie, il velo sparso astutamente dall'astuto serpente di ora, che per ora ancora si limita ad esser 'serpente', in attesa di assumere il suo ultimo aspetto di Anticristo trionfante per il suo breve e orrendo trionfo...
E presto nella Chiesa, per orgoglio o per tiepidezza, sorsero separazioni ed eresie. Ecco gli gnostici, i nicolaiti, i simoniti, i bileamiti. E più tardi gli antipapi, l'epoca trista della corte pontificia in Avignone, e quella ancor più trista del nepotismo e di quanto ad essa fu congiunto.
Astro perpetuo, come ogni astro, anche la Chiesa ha le sue fasi. Fiamma che non si spegne, come ogni fiamma ha alternative di divampamento e di affievolimento.
Ma poiché il suo Capo, Gesù, e la sua Anima, lo Spirito Santo, sono eterni e perfettissimi, ed eterno e infinito è il loro potere e volere, così Essa può avere momentanee fasi di discesa e di affievolimento. Ma non può cadere del tutto, né del tutto spegnersi.
Anzi, dopo una di queste fasi, come persona scossa da assopimento o persona rinvigorita da una medicina potente, Essa torna desta e vigorosa nel suo servizio e nella sua mirabile missione universale.
Ed è da dirsi che proprio in ciò che è penoso vedersi in Essa - momentanei rilassamenti o persecuzioni di nemici - è la causa di una sua novella fase ascendente...
Dopo questa ripassata di quanto avevo già scritto – perché i ‘ripassi’ a volte servono - rifletto ancora su tutto questo discorso dell'Anticristo che sembra una figura ricorrente lungo la storia della Chiesa dove pare che ogni epoca abbia avuto un suo ‘Anticristo’, e mi domando se il prossimo periodo dell’Anticristo sarà finalmente quello definitivo oppure se ce ne sarà ancora uno alla fine del mondo.
Mi ricordo però che a questo riguardo il Gesù della mistica Valtorta doveva aver detto qualcosa in piena seconda guerra mondiale (ai tempi di Hitler, Stalin, etc.)…, cerco e ne ‘I Quaderni del 1943’, a pag. 288 trovo:
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27.8.43
Dice Gesù:
Anche nell'Apocalisse pare che i periodi si confondano, ma non è così. Sarebbe meglio dire: si riflettono nei tempi futuri con aspetti sempre più grandiosi.
Ora siamo al periodo che Io chiamo: dei precursori dell'Anticristo. Poi verrà il periodo dell'Anticristo che è il precursore di Satana.
Questo sarà aiutato dalle manifestazioni di Satana: le due bestie nominate nell'Apocalisse.
Sarà un periodo peggiore dell'attuale. Il Male cresce sempre di più.
Vinto l'Anticristo, verrà il periodo di pace per dare tempo agli uomini, percossi dallo stupore delle sette piaghe e della caduta di Babilonia, di raccogliersi sotto il segno mio.
L’epoca anticristiana assurgerà alla massima potenza nella sua terza manifestazione, ossia quando vi sarà l'ultima venuta di Satana.
Avete capito? Credere occorre, e non cavillare. Veramente tu avevi capito, appunto perché non cavilli.
I dettati non si contraddicono fra loro. Occorre saperli leggere con fede e semplicità di cuore.
Come uno a cui prema di far intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa e che qui è il mio Regno.
Perché nel Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto.
Perché nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza.
Perché nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice.
Perciò quando ho parlato per spiegare l'Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso, nella sua creatura, nei precursori.
Leggete bene e vedrete bene che non vi è contraddizione. Quello che ho detto ho detto.
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Quindi, riepilogando quanto abbiamo letto:
1°) Quello del 1943 era il periodo dei Precursori dell'Anticristo: creatura di Satana.
2°) Poi verrà l’Anticristo, la caduta di ‘Babilonia’, cioè l’Umanità pervertita, con la sconfitta dell’Anticristo cacciato all’inferno come recita l’Apocalisse e infine il lungo periodo di pace.
3°) Dopo i mille anni ci sarà un altro periodo ‘anticristiano’ che sarà guidato da Satana in persona, e non più dall’Anticristo ormai sconfitto dal ‘millennio’ precedente.
OK. Ma allora l’Anticristo che si dice debba venire prossimamente, quando arriverà?
Come faremo a riconoscere il ‘momento’ per poterci regolare meglio e non essere colti alla sprovvista?
Certo sarà però prima della cosiddetta Parusìa, perché Gesù viene ad annientarlo!
A questa domanda risponde Maria SS. a Don Gobbi.
Don Gobbi, è stato il fondatore – oltre venticinque anni fa – del Movimento Sacerdotale Mariano, oggi diffuso in tutto il mondo e che raggruppa oggi sacerdoti, religiosi e laici particolarmente consacrati al Cuore Immacolato di Maria: vera e proprio milizia, apostoli degli ultimi tempi.
Aderiscono al Movimento, in quanto iscritti, centinaia di vescovi e decine di migliaia di sacerdoti in tutto il mondo, oltre a vari milioni di ‘consacrati’ laici.
Ho davanti agli occhi la 22ma Edizione del libro ‘Ai sacerdoti figli prediletti della Madonna’, edito dal Movimento, che contiene oltre un migliaio di pagine di quelle che vengono chiamate ‘locuzioni interiori’.
‘Ufficialmente’ vengono presentate come una raccolta di ‘meditazioni’ dell'autore Don Gobbi ma – dico io - potreste benissimo - ‘ufficiosamente’ - considerarle alla stregua di rivelazioni private vere e proprie o in altre parole, messaggi dettati dalla Madonna ad un suo strumento, così come già fatto con altri strumenti, ad esempio con Maria Valtorta o con i fanciulli di Fatima.
Avevo già spiegato, all'inizio di questo libro, come la Chiesa gerarchica – in caso di miracoli, apparizioni o ‘locuzioni’ – sia forse fin troppo ‘prudente’ ed eviti riconoscimenti ufficiali.
Voi potete però leggere questo libro, che ad oggi contiene le ‘meditazioni’ dal 1973 al 1998, e farvene una idea personale
Ebbene, Maria SS. svolge una sua particolarissima ‘catechesi’, in previsione di questi ultimi tempi, e fornisce preziosi chiarimenti sull'Apocalisse.
E Maria SS. - neanche un anno fa e a chiusura di venticinque anni di messaggi e soprattutto a chiusura di un'epoca – diceva:
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Milano, 31 dicembre 1997
Ultima notte dell'anno
Figli prediletti, nel silenzio, nella preghiera passate con Me le ultime ore di quest’anno che sta per finire.
Non trascorretele nella dissipazione e nei divertimenti, come fanno tanti miei figli.
Questo anno è stato particolarmente importante per il mio disegno.
Ora entrate nei miei tempi.
Per questo vi ho tracciato una strada luminosa, su cui tutti dovete camminare, per vivere la consacrazione al mio Cuore Immacolato che mi avete fatto.
Ormai tutto vi è stato svelato.
Tutto vi è stato svelato: il mio disegno vi è stato profeticamente annunciato a Fatima e, in questi anni, Io l'ho realizzato attraverso il mio Movimento Sacerdotale Mariano.
Esso vi è stato svelato nella sua lenta preparazione.
Questo vostro secolo, che sta per finire, è stato posto sotto il segno di un forte potere concesso al mio Avversario.
Così l'Umanità è stata sedotta con l'errore dell'ateismo teorico e pratico: al posto di Dio si sono costruiti gli idoli che tutti adorano:
il piacere, il denaro, il divertimento, il potere, l'orgoglio e la impurità.
Veramente Satana, con la coppa della lussuria, è riuscito a sedurre tutte le nazioni della terra.
All'amore ha fatto subentrare l'odio; alla comunione la divisione; alla giustizia le molte ingiustizie; alla pace una continua guerra.
Infatti questo secolo è trascorso tutto sotto il segno di guerre crudeli e sanguinose, che hanno fatto milioni di vittime innocenti.
Allora la Santissima Trinità ha disposto che il vostro secolo fosse posto sotto il segno di una mia forte, materna e straordinaria presenza.
Così a Fatima ho indicato il cammino che l'Umanità doveva percorrere per il suo ritorno al Signore: quello della conversione, della preghiera e della penitenza.
E vi ho offerto come sicuro rifugio il mio Cuore Immacolato.
Tutto vi è stato svelato: il mio disegno vi è stato indicato anche nella sua dolorosa attuazione.
L’Umanità è caduta in balìa di Satana e del suo grande potere, esercitato con le forze sataniche e massoniche; la mia Chiesa è stata oscurata dal suo fumo che è penetrato dentro di essa.
Gli errori vengono insegnati e propagandati, facendo perdere a molti la vera fede in Cristo e nel suo Vangelo.
La santa legge di Dio è apertamente violata.
Il peccato è commesso e spesso viene anche giustificato e così si perde la luce della Grazia e della divina presenza.
L’unità è profondamente incrinata da forti contestazioni al Magistero, soprattutto al Papa, e si estende sempre più la piaga di dolorose lacerazioni.
Per dare alla Chiesa, sofferente e crocifissa del vostro tempo, il mio aiuto materno ed un sicuro rifugio, ho fatto sorgere il Movimento Sacerdotale Mariano e l'ho diffuso in ogni parte del mondo, per mezzo di questo mio Libro, che ritraccia la strada che dovete percorrere per diffondere la mia Luce.
Con questo Libro vi insegno a vivere la consacrazione al mio Cuore Immacolato, con la semplicità dei bambini, in spirito di umiltà, di povertà, di fiducia e di filiale abbandono.
Sono ormai venticinque anni che vi guido, con le parole che ho detto al cuore di questo mio piccolo figlio, che io ho scelto come strumento per l'attuazione del mio materno disegno.
In questi anni Io stessa l'ho portato più volte in ogni parte del mondo, e lui si è lasciato docilmente condurre, piccolo e timoroso, ma totalmente a me abbandonato, come un bimbo in braccio a sua Madre.
Ormai quanto vi dovevo dire vi è stato detto, perché tutto vi è stato svelato.
Così, in questa notte, terminano i messaggi pubblici, che da venticinque anni vi ho dato: ora dovete meditarli, viverli, metterli in pratica.
Allora le parole che ho fatto scendere dal mio Cuore Immacolato, come gocce di celeste rugiada sul deserto della vostra vita tanto insidiata, produrranno frutti di grazia e di santità.
D’ora innanzi mi manifesterò attraverso la parola, la persona e l'azione di questo mio piccolo figlio, che Io ho scelto per esservi guida e che ora conduco al vertice doloroso della sua missione.
Tutto vi è stato svelato: il mio disegno vi è stato predetto soprattutto nel suo meraviglioso e vittorioso compimento.
Vi ho annunciato il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo.
Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà.
Questo avverrà nel più grande trionfo di Gesù, che porterà nel mondo il suo glorioso regno di amore, di giustizia e di pace e farà nuove tutte le cose.
Aprite i cuori alla speranza.
Spalancate le porte a Cristo che viene a voi nella gloria.
Vivrete l'ora trepida di questo secondo Avvento.
Diventate così i coraggiosi annunciatori di questo suo trionfo, perché voi piccoli bambini a Me consacrati, che vivete del mio stesso spirito, siete gli apostoli di questi ultimi tempi.
Vivete come fedeli discepoli di Gesù, nel disprezzo del mondo e di voi stessi, nella povertà, nella umiltà, nel silenzio, nella preghiera, nella mortificazione, nella carità e nell'unione con Dio, mentre siete sconosciuti e disprezzati dal mondo.
É giunto il momento di uscire dal vostro nascondimento per andare a illuminare la terra.
Mostratevi a tutti come i miei figli, perché Io sono sempre con Voi.
La fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di oscurità, e vi consumi solo lo zelo per l'onore e la gloria di mio figlio Gesù.
Combattete, figli della Luce, perché l'ora della mia battaglia è ormai giunta.
Nel più crudo inverno voi siete le gemme che sbocciano dal mio Cuore Immacolato e che io depongo sui rami della Chiesa, per dirvi che sta per giungere la sua più bella primavera.
Sarà per essa la seconda Pentecoste.
Per questo vi invito a ripetere spesso nei Cenacoli la preghiera che vi ho domandato: ‘Vieni Spirito Santo; vieni per mezzo della potente intercessione del Cuore Immacolato di Maria, tua Sposa amatissima’.
Con l'amore di una Mamma che, in questi anni, è stata da voi ascoltata, seguita e glorificata, tutti vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
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Bene – dopo aver sentito questo ‘Dettato’ della Madonna a Don Gobbi - mi sembra di poter concludere senza ombra di dubbio che i tempi dell'Anticristo sono questi che stiamo vivendo ora: se l'Anticristo non si è ancora a tutti noi manifestato in maniera ‘evidente’ è solo perché aspetta il momento giusto per calare la sua mano di assi, senza però pensare al fatto che ‘vince bene chi vince ultimo…’
Sono un paio di giorni che mi son fermato a meditare su tutto questo ‘discorso’ che mi ‘intriga’ da matti…
L’Anticristo, San Malachia, Petrus Romanus, mi fan venire in mente… Nostradamus.
Come? Dite che parlare di Nostradamus non è ‘serio’? E perché mai? Nostradamus – ho letto - fu apprezzatissimo dalla Chiesa dei suoi tempi, forse un pochino meno da quella razionalista dei tempi ultimi.
Magari non sarà ‘infallibile’ perché anche i ‘profeti’ sbagliano, se non lo aveste capito, e possono ‘vedere’ o ‘sentir’ male, ma ha fatto numerosissime profezie con centinaia d’anni di anticipo su piccoli e grandi avvenimenti, profezie che si sono avverate al di là di ogni più piccolo dubbio.
Sulle profezie di Nostradamus sono state scritte oltre trecento opere, in tutti i tempi e in tutte le lingue, e non sono stati pochi i ‘potenti’ che hanno cercato di interpretarle per trarne vantaggi ‘pratici’ per i propri scopi.
E Nostradamus parla anche lui dell'Anticristo, e della seconda Venuta intermedia di Gesù e del millennio di Pace.
Se non credete a San Giovanni e al Signore che ci parla nell'Apocalisse potete almeno credere a Nostradamus, no?
Una volta – quando non lo conoscevo che di nome e di fama – lo consideravo solo come una sorta di mago-cartomante abituato a guardare in una sfera di cristallo nelle notti di luna piena, a metà strada fra profezia e divinazione, e di ispirazione magari dubbia, quanto alla fonte.
Poi, qualche tempo fa, ho voluto saperne di più – del futuro apocalittico – perché, se proprio ve lo devo dire, San Giovanni nella sua Apocalisse vola alto con ali d’Aquila ma io mi accontenterei invece – tanto per capire meglio e soddisfare qualche piccola curiosità umana – anche di qualche cosina terra-terra.
E allora sono andato in una munitissima libreria, mi son fatto dare tutto il disponibile su Nostradamus e ho scelto – credo – il meglio: ‘Nostradamus, le nuove profezie fino al 2025’ di Jean-Charles De Fontbrune (Mondadori, 1996).
Jean-Charles De Fontbrune – leggo - è uno dei maggiori studiosi delle quartine di Nostradamus e ha scritto vari libri sull'argomento fra cui altri due best-sellers pubblicati in Italia da Mondadori.
Ora, se non avete mai letto Nostradamus, vi dirò che non è facile interpretarlo oggi, perché ha scritto in francese, e per di più in un francese arcaico del cinquecento, sovente – come lo era anche l'italiano di quell'epoca - con costruzione della frase e terminologie di stampo latino.
Inoltre (con l’intenzione di rendere le cose almeno un po’ difficili a quelli che - e certamente lui aveva previsto anche questo - avrebbero cercato di perforare i suoi segreti a scopo strumentale) egli ha fatto ampio uso di anagrammi e termini simbolici che avevano lo scopo di confondere un pochino le idee, lasciando un poco nell'incertezza, un po’ come nell'Apocalisse.
Credo che fosse uno che alla fin fine dovesse essersela divertita un mondo a scriver le sue profezie ‘ermetiche’.
Ma se è difficile ‘interpretare’ Nostradamus con precisione per quanto riguarda il futuro, diventa invece relativamente più facile, per i veri esperti, ‘riconoscere’ il passato perché in questo caso la ‘chiave’ di interpretazione giusta è data dai fatti stessi che si sono realizzati e che finiscono non solo per dare nuova luce alle sue famose quartine in rima, ma anche per renderlo più ‘credibile’ quanto al futuro.
Jean Charles De Fontbrune così dice nella Premessa del suo libro:
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Lo scopo fondamentale di questo libro è quello di informare e di ammonire.
L’uomo si trova di fronte ad una svolta determinante della propria storia. Dopo le catastrofi che ha provocato nel corso del ventesimo secolo (due guerre mondiali, genocidi, terrorismo, disastri ecologici: disboscamento, effetto serra, Cernobyl, progressivo degrado e prosciugamento del Lago d’Aral, eccetera), è indispensabile sensibilizzarlo alle follie che rischia di commettere ulteriormente nel futuro, e che a suo tempo Nostradamus ha preannunciato.
Spetta a lui, soltanto a lui, smentire le parole del profeta.
La scelta che oggi gli si impone è molto semplice: a partire dal 1998 prenda in pugno il proprio destino per affermare sulla Terra la pace universale e il rinnovamento spirituale, oppure persista nel ciclo infernale del suo materialismo distruttivo, contribuendo, in tal caso, all'avverarsi delle profezie di Nostradamus e dell'Apocalisse di Giovanni Evangelista…
E poi ancora, a pag. 57 e seguenti:
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Quando affrontiamo con un razionalista l'argomento ‘profezia’, quest’ultimo si affretta a proclamare con la massima, tranquilla sicurezza che ‘pre-vedere’ l'avvenire è impossibile. Se poi tuttavia lo si invita a fornire una dimostrazione razionale e scientifica del suo asserto, constatiamo che egli manca di qualsivoglia concreto argomento a sostegno della propria tesi.
Un minimo di modestia dovrebbe portarci per forza di cose a riconoscere la nostra pressoché totale ignoranza circa il funzionamento del cervello umano, che per la comunità medica rappresenta tuttora il più grande di tutti gli enigmi.
L’uomo è dotato di talenti molteplici, a volte quasi unici, ovvero retaggio di uno solo o di pochissimi soggetti.
In effetti abbiamo avuto un solo Leonardo da Vinci, un solo Rembrandt, un solo Einstein.
Di costoro il primo e il terzo hanno fruito del dono di una sorta di ‘prescienza’. Per primo Leonardo ha concepito l'idea del sommergibile, dell'elicottero e così via.
Da parte sua, allorché Einstein ha formulato per la prima volta la teoria della sua relatività generale, egli non disponeva di alcuna prova scientifica per dimostrarne la validità, nemmeno a livello embrionale.
Cionondimeno ai nostri giorni il progresso della strumentazione scientifica è valso a dimostrare che quella teoria costituiva una base indispensabile, sia nell'ambito dell'astrofisica, sia in quello di numerosi altri settori della ricerca fondamentale.
Quando nel 1913 Paul Langevin pubblicò il suo Paradoxe des Jumeaux, egli non poteva supporre che sarebbe stato necessario attendere le esperienze americane del 1971 per dimostrare che quanto allora era una semplice ipotesi si sarebbe rivelato per una legge fisica. La verifica di questo paradosso fu attuata per mezzo di orologi anatomici al cesio. Gli orologi in dislocazione di cui erano dotati gli aerei Boeing tardavano e anticipavano, in rapporto a quello di riferimento rimasto a terra, a seconda che lo spostamento avvenisse verso est o verso ovest. Ciò significava che alla velocità della luce il gemello che subiva un'accelerazione sarebbe sopravvissuto al fratello, morto assai prima di lui.
Sussiste dunque una sostanziale differenza fra questi visionari della scienza e il visionario della storia, colui che siamo soliti chiamare profeta? Rispondere positivamente sembrerebbe oltremodo presuntuoso.
Nell'ambito spazio-temporale, gli scienziati sono ai primi balbettamenti, e hanno la saggezza di riconoscerlo, anzi di affermarlo apertamente.
Nel numero di ottobre 1988 di ‘Ciel et Espace’, la rivista della Sociètè Francaise d’Astronomie (AFA), il fisico Alain Bouquet, ricercatore incaricato presso il CNRS, in un articolo intitolato ‘Nell'abisso del tempo’, scriveva: ‘Che cos’è mai il tempo? Le risposte che vengono date a questo quesito divergono fra loro. Ma se per il fisico, l'astronomo, il filosofo o il poeta il tempo non presenta lo stesso valore, tutti per contro si pongono, appassionatamente, lo stesso enigmatico interrogativo: può forse scorrere a ritroso? Le teorie moderne dell'astrofisica non lo escludono, mentre non attribuiscono alcun senso alla traiettoria temporale’.
E Bouquet nello stesso articolo così prosegue: ‘Le tre dimensioni dello spazio si fondono con la dimensione del tempo per dare luogo ad uno spazio tempo quadridimensionale, che ha valore universale. Tale spazio-tempo racchiude la totalità degli avvenimenti passati, presenti e futuri, non meno determinati che nel caso di Laplace…’.
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Jean-Charles De Fontbrune continua così con tante altre interessanti pagine ancora, il cui significato ve lo sintetizzo però in queste quattro parole: non è affatto impossibile che Nostradamus, saltando da un punto all'altro dello spazio-tempo, possa aver predetto il futuro, così come non è affatto impossibile – aggiungo io – che l’abbia fatto Giovanni l'Evangelista, che era più ‘profeta’ di Nostradamus perché – lui sicuramente – parlava ‘per conto di Dio’ che, come tutti ormai sanno, è anche Lui al di fuori dello spazio- tempo…, nell'Eternità.
E cosa dice in sintesi Nostradamus navigando fuori del tempo?
Dice che la civiltà europea, come tante altre civiltà del passato, sta facendo il suo canto del cigno e si appresta a passare la mano, e che il mondo – entrando nella costellazione dell'Acquario - va verso un millennio felice, verso un'epoca aurea, dopo aver però superato una grande tribolazione che sembra non risparmi proprio nessuno, neanche l'Italia e Roma, e il Papato e Petrus Romanus.
Se ne volete sapere di più compratevi il libro, interessantissimo, Lire 28.000, interessantissimo perché – Nostradamus - parla anche dell'Anticristo e … della terza guerra mondiale che a dir la verità – di questo passo - non è necessario oggi essere profeti per immaginarla.
Jean-Charles de Fontbrune scrive infatti a pag. 207 e segg.:
Oltre alle due guerre mondiali, la Prima e la Seconda, Nostradamus ha vaticinato un terzo, grande conflitto che dovrebbe scoppiare prima della fine del XX secolo, giacché egli nella quartina seguente indica quale data il 1999:
X, 72
L’an mil neuf cens nonante neuf sept mois,
Du ciel viendra un grand roi d’effraieur:
Resusciter le grand Roy d’Angolmois,
Avant après Mars règner par bon heur.
Nel settimo mese dell'anno 1999,
dall'Asia giungerà un terribile comandante
e risusciterà il grande re dell'Angoumois (o dei mongoli).
Prima e dopo (il 1999) la guerra regnerà per la felicità comune.
La quartina esige numerose spiegazioni… (…)
Nella lettera a Enrico, re di Francia II, Nostradamus scrive:
‘Poi il grande impero dell'Anticristo comincerà nell'Atila e a Zerfes; esso calerà con virulenza, tanto che la venuta dello Spirito Santo, procedendo dal 48mo parallelo, migrerà cacciando l'abominio dell'Anticristo il quale faceva guerra contro il Reale che sarà il Grande Vicario di Gesù Cristo, in tempo utile e al momento stabilito (1999?); e ciò precederà una eclissi di sole, il più tetro e oscuro che mai sia veduto dalla creazione del mondo fino alla morte e passione di Gesù; e sarà nel mese di ottobre che si produrrà una grande traslazione, tanto da lasciar credere che la terra abbia smarrito il suo moto naturale e sia affondata per sempre nelle tenebre, e ciò prima che venga primavera (temps vernal)’.
Tutte le edizioni antiche riportano la dizione Atila con una sola ‘t’. Non si tratta però di un errore di ortografia, bensì di uno dei giochi di parole così frequenti in Nostradamus.
In effetti, una volta di più scrivere ‘Atila’ con una ‘t’ sola gli consente di attribuire alla parola due distinti significati, ossia: Attila, re degli Unni, e per anagramma l'origine geografica di quell'Anticristo, ovvero i monti Altai, in Mongolia.
Quanto alla parola Zerfes, essa sembra singolarmente evocare la piccola città di Sevrej, nella regione dei Piccoli Altai.
É infine da notare che la capitale della Mongolia, Oulan-Bator, è situata sul 48mo parallelo: come Parigi! Verrebbe in tal modo indicato l'asse dell'invasione. Ricordiamo a questo punto che l'eclissi solare di cui parla Nostradamus sarà totale a Parigi, sul 48 parallelo, in data 12 agosto 1999.
Quanto alla ‘grande traslazione’ annunciata, non ci è ancora possibile dire se essa avrà luogo nell'ottobre 1999 o in un altro anno situato fra il 1999 e il 2025.
Ma nella Lettera a Enrico, re di Francia II, Nostradamus fornisce altre precisazioni sulla venuta di questo Anticristo:
‘Il grande papa (Pietro il Romano, secondo la profezia di San Malachia) sarà reintegrato nelle sue prerogative: ma alla fine (della profezia) il suo regno piomberà nella desolazione. Tutto finirà in abbandono e gli avvenimenti porteranno alla distruzione del Santo dei Santi (Roma) ad opera del paganesimo.
L’Antico e il Nuovo testamento saranno banditi e bruciati, dopodiché l'Anticristo sarà il Principe infernale.
E per venticinque anni (1999-2025?) tutte le nazioni cristiane per la prima volta tremeranno, ma anche a causa degli infedeli (i musulmani?).
Vi saranno guerre e battaglie ancora più rovinose; le città, i villaggi, i castelli e altri edifici verranno arsi, devastati o distrutti, con grande spargimento di sangue di fanciulle e donne maritate; né mancheranno donne violate e lattanti lanciati contro le mura delle città e in tal modo sfracellati.
E siffatte sventure saranno state provocate da Satana, il Principe degli Inferi, sicché quasi tutto il pianeta verrà abbandonato al disordine e alla disperazione.
E tuttavia, dopo questo lasso di tempo che agli uomini sarà sembrato assai lungo (venticinque anni!) la faccia della terra verrà rinnovata grazie all'avvento dell'Età dell'Oro…’.
É curioso osservare come tra il primo Anticristo, Atila, e il secondo, Gengis Khan, venuti entrambi dalla Mongolia, vi sia uno scarto di otto secoli: Attila, proveniente dalla Pannonia (l'odierna Ungheria), devasta la Gallia nel 451; i mongoli di Gengis Khan raggiungono l'Ungheria nel 1241.
Correrebbero circa ottocento anni anche tra il secondo e il terzo.
Questo terzo conflitto mondiale viene precisato sotto il duplice profilo geografico e cronologico.
In effetti, inizia tra il Sud (ossia i paesi islamici) e l'Occidente, per poi estendersi sino al Giappone (l'impero del Sol Levante).
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A questo punto io interrompo, perché il De Fontbrune continua a illustrare nel dettaglio le successive quartine di Nostradamus che – cinquecento anni fa - preannunciavano quello che succederà nella terza guerra mondiale di ora, durante la quale la vita animale e vegetale verrà dimezzata, dilagheranno carestie, verrà coinvolta la Cina comunista ed i paesi islamici, l'Anticristo comincerà a furoreggiare – anche in Italia – ma alla fine verrà annientato, dopo una guerra che sarà durata ventisette anni, dopo che i suoi oppositori saranno stati condannati a morte e i prigionieri esiliati e dopo che il sangue umano avrà arrossato il mare e la terra bombardata.
12.10 - Il secondo Guaio: ‘E la terza parte degli uomini fu uccisa…tuttavia il resto degli uomini non si pentirono’
Rimango perplesso a riflettere sui ventisette anni che Nostradamus cinquecento anni fa aveva previsto durasse tutta questa tribolazione…
Si sarà mica sbagliato di qualche anno di troppo?
Meno male che Nostradamus non è ‘infallibile’, e meno male che nel Vangelo (ve lo ricordate – in questo libro – il Cap. 07: Bibbia ‘doppia lettura’, ‘parallelismi’, ‘figure’…?) Gesù - Lui che ne sa più di Nostradamus e che per di più è anche Padrone del Tempo – ci aveva confortati dicendoci che per misericordia di Dio ‘i tempi sarebbero stati abbreviati’ (Mt 24, 15-28).
Ora però, mi sembra che della Vatromba e dell'Anticristo per ora ne abbiamo parlato abbastanza: infatti questa tromba annunciava solo il primo dei tre ‘Guai!’ ed il Regno dell'Anticristo è appena cominciato.
Riepilogando:
Avevamo già esaminato le prime quattro trombe:
. prima guerra mondiale
. seconda guerra mondiale
. guerra fredda-rivoluzione culturale-terrorismo internazionale
. crisi di fede e apostasia generale nel clero e nei ‘fedeli’
Poi era venuta la quinta tromba:
. prima apparizione dell’Anticristo
(e lì ci siamo aiutati con Maria Valtorta e Nostradamus)
tromba alla quale farà seguito la sesta:
. piena manifestazione dell’Anticristo e terza guerra mondiale o qualcosa di molto simile, quanto a sconquasso.
Tutto questo… salvo contr’ordini del Signore.
Andiamo allora avanti ad approfondire la sesta tromba, cioè il secondo guaio dell'Aquila dei tre ‘Guai!’, tanto per tirarci su il morale.
Ap 9, 13-21:
Il sesto Angelo suonò la tromba: e sentii una voce venire dai quattro angoli dell'altare d’oro che è dinanzi a Dio, la quale diceva al sesto angelo che aveva la tromba: ‘Sciogli i quattro Angeli legati sul fiume Eufrate’.
Furono sciolti i quattro Angeli che stavano pronti per l'ora, il giorno, il mese, l'anno, per uccidere la terza parte degli uomini.
L’immenso esercito a cavallo comprendeva due miriadi di miriadi: ne intesi il numero.
Ed ecco nella mia visione come mi apparvero cavalli e cavalieri: questi avevano corazze di fuoco, di giacinto e di zolfo; i cavalli avevano teste simili a quelle dei leoni, e dallo loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo.
La terza parte degli uomini fu uccisa da questi tre flagelli: dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che uscivano dalle loro bocche.
Infatti il potere dei cavalli sta nelle loro bocche e nelle loro code, poiché le loro code sono simili a serpenti; hanno delle teste e per mezzo di esse fanno del male.
Tuttavia il resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si pentirono delle opere delle loro mani, né cessarono di adorare i demoni e gli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare; non si pentirono né dei loro omicidi, né dei loro venefici, né delle loro fornicazioni, né dei loro furti.
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Anche voi che non avete letto Nostradamus, avrete pensato che questa di San Giovanni sembra proprio la terza guerra mondiale, altrimenti non capirei come fa a morire un terzo dell’Umanità, se non con l'aiuto di qualche bomba atomica.
Ma ciò nonostante gli uomini non si pentono.
E allora andiamo avanti:
Ap 10, 1-11:
Poi vidi un altro Angelo potente che scendeva dal cielo avvolto da una nube; sopra il capo aveva l'iride, il suo volto era come il sole e le gambe come colonne di fuoco. Egli aveva in mano un piccolo libro aperto e pose il suo piede destro sul mare e il sinistro sulla terra, poi gridò con voce possente come il ruggito del leone. A questo grido i sette Tuoni fecero sentire le loro voci. E quando i sette Tuoni ebbero parlato, io mi accingevo a scrivere, ma sentii una voce dal cielo che diceva: ‘Sigilla le cose di cui hanno parlato i sette Tuoni e non le scrivere’.
Poi l'Angelo che avevo visto in piedi sul mare e sulla terra alzò la mano destra verso il cielo e giurò per il Vivente nei secoli dei secoli, che ha creato il cielo e quanto esso contiene, la terra e quanto in essa vi è, il mare e quanto racchiude, che non vi sarà più dilazione di tempo; ma nei giorni in cui si farà sentire la voce del settimo Angelo e quando egli suonerà la tromba, il Mistero di Dio sarà compiuto, come ne ha dato la buona novella ai suoi servi, i profeti.
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L’Umanità – nonostante ne fosse perito un terzo - non si era dunque affatto pentita, e allora Giovanni ha qui un'altra visione: quella di un Angelo che con atteggiamento potente scende con un piccolo libro aperto in mano: come per dire che sta arrivando l'ora della resa dei conti. Non dice cos’è questo libro ma secondo me – visto che è piccolo – se non è il Vangelo allora è l'Apocalisse.
E infatti i sette Tuoni (che poi si capirà essere gli Angeli che al suono della settima tromba verseranno le sette coppe finali sull'Umanità) spiegano quello che finirà per succedere a questa Umanità impenitente. Poi però una Voce si fa sentire dal Cielo dicendo a Giovanni di non scrivere quello che ha sentito da loro.
Evidentemente dovrà essere una sorpresa!
Infine, l'Angelo giura solennemente che non sarà più concessa nessun'altra dilazione di tempo e che anzi, quando l'angelo della settima tromba suonerà… il Mistero di Dio sarà compiuto.
Di che ‘mistero’ si tratterà?
Seguono due visioni ancora: nella prima Giovanni viene invitato ad ingoiarsi il libretto che l'Angelo di prima aveva in mano, e lo trova dolce in bocca e amaro nello stomaco, nella seconda visione – che vi trascrivo di seguito - avvengono invece delle cose a dir poco drammatiche:
Ap 11, 1-14:
Poi mi fu data una canna simile a quella di un agrimensore, e mi fu detto: ‘Alzati e misura il Tempio di Dio, l'altare e quelli che vi stanno adorando; ma il cortile esterno del Tempio lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato ai Gentili; essi calpesteranno la Città santa per quarantadue mesi.
Io incaricherò i miei due testimoni di profetare, vestiti di sacco, per milleduecentosessanta giorni.
Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno dinanzi al Signore della terra.
E se qualcuno vorrà far ad essi del male, uscirà dalla loro bocca fuoco che divorerà i loro nemici, e chiunque vorrà nuocere loro dovrà perire in tal modo.
Essi hanno potere di chiudere il cielo, perché non piova nel periodo della loro predicazione, come hanno pure il potere di convertire le acque in sangue e di percuotere la terra con ogni flagello, tante volte quante vorranno.
Ma quando avranno terminato di rendere testimonianza, la bestia che sale dall'abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà.
Il loro cadavere giacerà sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sodoma ed Egitto, dove il loro Signore è stato crocifisso.
E genti d’ogni tribù, popolo, lingua e nazione per tre giorni e mezzo contempleranno il loro cadavere e non sarà permesso che le loro salme siano messe nella tomba.
Gli abitanti della terra si rallegrano di questo e ne fanno festa, tanto che si scambieranno regali a vicenda, perché questi due profeti erano diventati il loro tormento’.
Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in quei cadaveri; essi si alzarono in piedi e grande spavento colpì quelli che li stavano guardando.
E i presenti udirono una voce potente venire dal cielo che diceva ai due risorti: ‘Salite quassù’.
Allora, a vista dei loro nemici, salirono al cielo nella nube.
In quel momento si produsse un gran terremoto che rovinò la decima parte della città, e nel terremoto perirono settemila persone.
Allora i superstiti furono presi da timore e dettero gloria al Dio del cielo.
Il secondo ‘Guai!’ è passato, ma ecco che viene ben presto, il terzo.
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Andiamo ora a vedere cosa dice sulla sesta tromba, a pag. 220, il ‘Sommario’ di Padre Penasa:
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Realtà concreta: la Chiesa della fine del XX secolo, in mezzo a un mondo venduto a Satana.
La purificazione raggiunge tutte le nazioni.
L’ateismo, padrone del mondo, scatena ogni violenza, aiutato da tutte le schiere infernali.
Viene saccheggiata orribilmente anche la nuova Città Santa (Roma cristiana), meno il Tempio e i veri adoratori di Dio.
L’atrio di esso (Vaticano?) pure viene abbandonato in mano ai nemici, che ne fanno scempio.
Muore un terzo dell'Umanità e gli atei diventano padroni assoluti del mondo intero.
Dio manda in soccorso del suo popolo due profeti straordinari, armati di poteri prodigiosi, con cui si difendono e così possono evangelizzare: sono Enoc ed Elia, che ritornano sulla terra per dar l'ultima testimonianza.
Ma dopo tre anni e mezzo vengono uccisi. Al terzo giorno risorgono, come Gesù a Pasqua.
Con ciò si rovescia completamente la situazione (Ap 11).
Maria interviene prodigiosamente! Il mondo intero la vede in visione e provoca il rifiorire della fede e della speranza. Chi ha cuore retto, tocco da una abbondantissima pioggia di grazia da parte dello Spirito Santo, si converte: son conversioni in massa... (Ap 12-13-14-15).
Parallelismi storici:
Nella vita di Gesù: è la ripetizione della sua condanna ufficiale da parte del Sinedrio e di Pilato, della sua morte di Croce, e della sua Risurrezione Pasquale al terzo giorno (Ap 11, 7-12).
- La Chiesa intera, suo Corpo Mistico, deve rivivere quei fatti e completare così ciò che manca alla sua Passione, per poi partecipare anche alla sua Risurrezione Pasquale e alla sua Pentecoste, con Maria che la raccoglie nel cenacolo del suo Cuore Immacolato, per tenerla pronta.
- Nella storia ebraica: si ripete l'incendio del Tempio e di tutta la città di Gerusalemme, da parte di Nabucodonosor, che poi, inorgoglito, si giudica superiore a Jahwè e si fa adorare al suo posto, mettendo i suoi servi fedeli nella fornace ardente. Là i due grandi profeti sono Ezechiele e Daniele. Quest’ultimo imita la morte-risurrezione, in figura, con le sue discese nella fossa dei leoni, donde esce sempre illeso (come i tre giovani della fornace, del resto).
- Nella storia antica: si ripete la purificazione avvenuta ai tempi di Enoc, il profeta, e di Noè, il patriarca. Solo che siamo ancora nella fase del salvataggio: Maria ora fa la funzione di Arca Santa e di Arcobaleno, che raccoglie tutti nel suo Cuore Immacolato ed offre le pene di tutti per il rinnovamento del mondo. La fase finale (uccisione dei ribelli, prosciugamento della terra e ritorno in terra ferma degli scampati) appartiene al terzo guaio, che nel nostro passo viene solo preconizzato, col suono della 7^ tromba (Ap 11, 15ss). Sarà descritto minutamente nella sua complessità nei capitoli 16-17-18-19.
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Rifletto a fondo e mi dico che – dopo la quinta tromba, che è anche il primo ‘guaio’ – ora con la sesta tromba (che invece è il secondo) si prospetta proprio un quadro ‘apocalittico’.
Infatti un terzo dell’Umanità, percentuale che potrebbe anche voler dire ‘tantissima gente’, e non necessariamente due miliardi di persone, perisce a causa di una guerra micidiale, ma quella parte che sopravvive non si pente.
E allora, poiché non si pente, un angelo preannuncia il seguito.
Si capisce che Roma, come dice anche Nostradamus, sarà calpestata dai Gentili e si precisa che lo sarà per quarantadue mesi, e infine si dice che in quel periodo ‘due testimoni’ verranno mandati sulla terra a profetare e render testimonianza ma verranno messi a morte dopo tre anni e mezzo, salvo risuscitare.
Quindi un terremoto finale – nella grande città (?) - con altra ecatombe di morti. L’Apocalisse dice ‘settemila’: ma sette è un numero ‘perfetto’ e potrebbe stare a significare un qualsiasi altro numero di morti, purché ‘adeguato’.
Io – l'avrete capito – cerco di ‘sdrammatizzare’ ma qui sembra proprio che si sia scatenato l’inferno o… l'Anticristo.
Solo che mentre Jean Charles De Fontbrune, l’Autore del libro di commento su Nostradamus, mi sembra che tenda personalmente a interpretare la persona dell’Anticristo come il Capo di una nazione ‘nemica’, alla pari degli altri Anticristi del passato, come ad esempio Attila e Gengis Kahn, la mia idea sarebbe invece che gli uomini ‘anticristi’ che agiranno sul piano materiale potrebbero essere solo degli ‘strumenti’ operativi del vero Anticristo, un essere umano totalmente votato al Nemico ma che opererà soprattutto nel campo ‘spirituale’ – e non politico - con l'aiuto possente del suo protettore infernale.
L’Anticristo - in questo ‘dettato’ che segue, dato a Maria Valtorta – sembra qui presentato come un qualcuno che, più che dal mondo della politica e del governo, provenga da quello religioso, una persona già ‘eletta’ che dopo essere stata un ‘astro’ dell’esercito del Signore precipiterà nelle spire di Satana.
Riesplode dunque qui il mio dubbio se l’Anticristo sia l’uomo ‘iniquo’ della Chiesa.
Ecco cosa diceva infatti il Gesù della Valtorta dell'Anticristo e della purificazione di questo secondo ‘Guai!’:
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(M. Valtorta: ‘I Quaderni del 1943’, Pagg. 145/152, Centro Editoriale Valtortiano)
20.8.43
Dice Gesù:
Se si osservasse per bene quanto da qualche tempo avviene, e specie dagli inizi di questo secolo che precede il secondo mille, si dovrebbe pensare che i sette sigilli sono stati aperti.
Mai come ora Io mi sono agitato per tornare fra voi con la mia Parola a radunare le schiere dei miei eletti per partire con essi e coi miei angeli a dare battaglia alle forze occulte che lavorano per scavare all'umanità le porte dell'abisso.
Guerra, fame, pestilenze, strumenti di omicidio bellico – che sono più che le bestie feroci menzionate dal Prediletto – terremoti, segni del cielo, eruzioni dalle viscere del suolo e chiamate miracolose a vie mistiche di piccole anime mosse dall'Amore, persecuzioni contro i miei seguaci, altezze d’anime e bassezze di corpi, nulla manca dei segni per cui può parervi prossimo il momento della mia Ira e della mia Giustizia.
Nell'orrore che provate, esclamate: ‘Il tempo è giunto; e più tremendo di così non può divenire!’. E chiamate a gran voce la fine che ve ne liberi.
La chiamano i colpevoli, irridendo e maledicendo come sempre; la chiamano i buoni che non possono più oltre vedere il Male trionfare sul Bene.
Pace miei eletti! Ancora un poco e poi verrò.
La somma di sacrificio necessaria a giustificare la creazione dell’uomo e il Sacrificio del Figlio di Dio non è ancora compiuta.
Ancora non è terminato lo schieramento delle mie coorti e gli Angeli del Segno non hanno ancora posto il sigillo glorioso su tutte le fronti di coloro che hanno meritato d’essere eletti alla gloria.
L’obbrobrio della terra è tale che il suo fumo, di poco dissimile da quello che scaturisce dalla dimora di Satana, sale sino ai piedi del trono di Dio con sacrilego impeto.
Prima della apparizione della mia Gloria occorre che oriente e occidente siano purificati per essere degni dell'apparire del mio Volto.
Incenso che purifica e olio che consacra il grande, sconfinato altare - dove l'ultima Messa sarà celebrata da Me, Pontefice eterno, servito all'altare da tutti i santi che cielo e terra avranno in quell'ora - sono le preghiere dei miei santi, dei diletti al mio Cuore, dei già segnati del mio Segno: della Croce benedetta, prima che gli angeli del Segno li abbiano contrassegnati.
É sulla terra che il segno si incide ed è la vostra volontà che lo incide.
Poi gli angeli lo empiono di un oro incandescente che non si cancella e che fa splendere come sole la vostra fronte nel mio Paradiso.
Grande è l'orrore di ora, diletti miei; ma quanto, quanto, quanto ha ancora da aumentare per essere l'Orrore dei Tempi ultimi!
E se veramente pare che assenzio sia mescolato al pane, al vino, al sonno dell'uomo, molto, molto, molto altro assenzio deve ancora gocciare nelle vostre acque, sulle vostre tavole, sui vostri giacigli prima che abbiate raggiunto l'amarezza totale che sarà la compagnia degli ultimi giorni di questa razza creata dall'Amore, salvata dall'Amore e che si è venduta all'Odio.
Che se Caino andò ramigando sulla terra per avere ucciso un sangue, innocente, ma sempre sangue inquinato dalla colpa d’origine, e non trovò chi lo levasse dal tormento del ricordo perché il segno di Dio era su di lui per suo castigo – e generò nell'amarezza e nell'amarezza visse e vide vivere e nell'amarezza morì – che non deve soffrire la razza dell'uomo che uccise di fatto e uccide, col desiderio, il Sangue innocentissimo che lo ha salvato?
Dunque pensate pure che questi sono i prodromi, ma non è ancora l'ora.
Vi sono i precursori di colui che ho detto potersi chiamare: ‘Negazione’, ‘Male fatto carne’, ‘Orrore’, ‘Sacrilegio’, ‘Figlio di Satana’, ‘Vendetta’, ‘Distruzione’, e potrei continuare a dargli nomi di chiara e paurosa indicazione.
Ma egli non vi è ancora.
Sarà persona molto in alto, in alto come un astro umano che brilli in un cielo umano. Ma un astro di sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla lusinga del Nemico, conoscerà la superbia dopo l'umiltà, l'ateismo dopo la fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell'oro dopo l'evangelica povertà, la sete degli onori dopo il nascondimento.
Meno pauroso il vedere piombare una stella dal firmamento che non vedere precipitare nelle spire di Satana questa creatura già eletta, la quale del suo padre di elezione copierà il peccato.
Lucifero, per superbia, divenne il Maledetto e l'Oscuro.
L’Anticristo, per superbia di un‘ora, diverrà il maledetto e l'oscuro dopo essere stato un astro del mio esercito.
A premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare, otterrà l'aiuto completo di Satana, il quale darà ad esso le chiavi del pozzo dell'abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché ne escano gli strumenti d’orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per portare gli uomini alla totale disperazione, di modo che da loro stessi invochino Satana Re, e corrano al seguito dell'Anticristo, l'unico che potrà spalancare le porte d’abisso per farne uscire il Re dell'abisso, così come il Cristo ha aperto le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono, che fanno degli uomini dei simili a Dio e re di un Regno eterno in cui il Re dei re sono Io.
Come il Padre ha dato a Me ogni potere, così Satana ha dato ad esso ogni potere, e specie ogni potere di seduzione, per trascinare al suo seguito i deboli e i corrosi dalle febbri delle ambizioni come lo è esso, loro capo. Ma nella sua sfrenata ambizione troverà ancora troppo scarsi gli aiuti soprannaturali di Satana e cercherà altri aiuti nei nemici del Cristo, i quali, armati di armi sempre più micidiali, quali la loro libidine verso il Male li poteva indurre a creare per seminare disperazione nelle folle, lo aiuteranno sinché Dio non dirà il suo ‘Basta’ e li incenerirà col fulgore del suo aspetto.
Molto, troppo – e non per sete buona e per onesto desiderio di porre riparo al male incalzante, ma sibbene soltanto per curiosità inutile – molto, troppo si è arzigogolato, nei secoli, su quanto Giovanni dice nel Cap. 10 dell'Apocalisse.
Ma sappi, Maria, che Io permetto si sappia quanto può essere utile sapere e velo quanto trovo utile che voi non sappiate.
Io, non il mio angelo, Io stesso giuro che quando sarà finito il tuono della settima tromba e compito l'orrore del settimo flagello, senza che la razza di Adamo riconosca il Cristo Re, Signore, Redentore e Dio, e invocata la sua Misericordia, il suo Nome nel quale è la salvezza, Io, per il mio Nome e per la mia Natura, giuro che fermerò l'attimo dell'eternità. Cesserà il tempo e comincerà il Giudizio. Il Giudizio che divide in eterno il Bene dal Male dopo millenni di convivenza sulla terra.
Il Bene tornerà alla sorgente da cui è venuto. Il Male precipiterà dove è già stato precipitato dal momento della ribellione di Lucifero e da dove è uscito per turbare la debolezza di Adamo nella seduzione del senso e dell'orgoglio.
Allora il Mistero di Dio si compirà. Allora conoscerete Iddio. Tutti, tutti gli uomini della terra, da Adamo all'ultimo nato, radunati come granelli di rena sulla duna del lido eterno, vedranno Iddio Signore, Creatore, Giudice, Re.
Sì, lo vedrete questo Dio che avete amato, bestemmiato, seguito, schernito, benedetto, vilipeso, servito, sfuggito. Lo vedrete.
Saprete allora quanto Egli meritava il vostro amore e quanto era meritevole il servirlo.
Oh! Gioia di coloro che avranno consumato se stessi nell'amarlo e nell'ubbidirlo! Oh! Terrore di coloro che sono stati i suoi Giuda, i suoi Caini, di coloro che hanno preferito seguire l'Antagonista e il Seduttore in luogo del Verbo umanato in cui è Redenzione; del Cristo: via al Padre; di Gesù: Verità santissima; del Verbo: Vita vera.
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E ancora, la Valtorta:
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21.8.43
Dice Gesù:
Nei due testimoni miei sono adombrati tutti i maestri nella fede: pontefici, vescovi, ispirati, dottori della Chiesa, anime invase dalla Luce e dalla Voce.
Essi, con voce pura da ogni venatura umana, hanno proclamato Me e la verità della mia dottrina e hanno messo sigillo di santità, di dolore, e anche di sangue, a conferma della loro voce.
Odiati come Me, Maestro dei maestri, Santo dei santi, sono stati, più o meno, sempre tormentati dal mondo e dal potere, che trovano in essi coloro che con la stessa loro condotta dicono al mondo e ai grandi del mondo: ‘Non è lecito ciò che fate’.
Ma quando l'ora del Figlio di Satana sarà venuta, l'Inferno, saliente dall'abisso aperto dall'Anticristo, muoverà guerra spietata ad essi e, secondo la vista umana, li vincerà e ucciderà.
Ma non sarà morte vera. Sarà anzi Vita delle vite, Vita vera e gloriosa. Perché se avranno vita coloro che seguono la mia Legge nei comandamenti, quale infinita pienezza di vita avranno coloro che seguono anche i miei evangelici consigli di perfezione e spingono il loro essere Meco sino al sacrificio totale per amore del loro Gesù, l'eterno Immolato di cui si fanno imitatori sino al sacrificio della vita?
Chiamati ad una fulgidissima risurrezione saranno costoro che si spogliano della cosa più cara all'uomo: la vita, pur di seguire Me per amore di Me e dei fratelli. Non mi stancherò mai di ripetere questo: che non vi è cosa più grande dell'amore nel Cielo e sulla terra, e non vi è amore più grande di quello di colui che dà la vita per i suoi fratelli…
Ti ho detto un giorno che in questa odierna tragedia sono già in moto le forze di Satana, il quale ha mandato i suoi angeli neri a muovere i regni della terra l'uno contro l'altro.
La Battaglia soprannaturale è già iniziata. Essa è. É dietro alle quinte della piccola battaglia umana.
Piccola non per vastità di mole, ma per motivo. Non è, non è il piccolo motivo umano l'origine di essa. Non è. É un altro il motivo vero che fa dei fratelli tante belve omicide che a vicenda si mordono e uccidono.
Vi battete coi vostri corpi. Ma in realtà sono le anime quelle che si battono.
Vi battete per l'ordine di quattro o cinque potenti. Credete che sia così. No.
Uno è l'esecutore di questa rovina. Uno che è sulla terra, perché voi lo volete, ma non è di questa terra.
Satana è che conduce i fili di questa carneficina in cui sono più le anime che muoiono che non i corpi.
Questa è una delle battaglie iniziali. Il Regno dell'Anticristo ha bisogno di un cemento fatto di sangue e di odio per consolidarsi.
E voi, che non sapete più amare, lo servite a dovere e vi scannate a vicenda, e maledite chi non ha colpa di questo vostro male: Iddio, il quale lotta coi suoi angeli per tutelare quanto è suo: la fede nel cuore dei cristiani, la Bontà nel cuore dei buoni.
Non sono io che faccio la selezione, per ora. Siete voi che vi selezionate, spontaneamente.
Coloro che nonostante l'orrore sanno capire che Dio è sempre Dio, ossia Bontà e Giustizia, e che la salvezza è nel seguire la Legge di Dio, si separano da coloro che negano queste verità.
I primi ascendono incontro alla Luce, gli altri precipitano verso le Tenebre.
Veramente Satana tende, coi suoi demoni, di dare una seconda scalata al Cielo. Ma respinto dal mio arcangelo precipita sulla terra per vincere Dio attraverso il cuore dei suoi figli. Poiché ogni anima che si perde è una sconfitta per Dio.
E ci riesce Satana facilmente perché il cuore degli uomini non ha più fiamma di spirito. Non ha più vita di spirito. É un nodo di peccato in cui prospera la triplice lussuria che uccide lo spirito.
Beati quelli che hanno vinto in virtù del sangue dell'Agnello e sono rimasti e rimarranno fedeli sempre.
Beati quelli che avranno respinto Satana e le sue lusinghe e non si saranno preoccupati dei suoi apparenti trionfi, dei suoi sforzi sferrati in quest’ora, che egli sa esser breve per il suo regno di maledizione, e che rimarranno fedeli al Cristo e alla sua Chiesa, smembrata dalla persecuzione anticristiana, martire invitta come il Gran Martire suo Sposo, il Cristo Crocifisso, ma risorgente più bella, dopo l'apparente morte, per entrare glorificata in Cielo, dove il Pontefice vero l'attende per celebrare le nozze’.
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Me ne rimango pensieroso a riflettere su questi due ‘dettati’ che abbiamo letto…
‘Beati quelli…che rimarranno fedeli al Cristo e alla sua Chiesa, smembrata dalla persecuzione anticristiana…’.
Mi rileggo questa frase conclusiva del Gesù di Maria Valtorta, la soppeso, e me ne sto qui, pensoso e pieno di dubbi…e di paure!
Luce:
‘Ma egli cominciò a imprecare e giurare…’ (Mc 14, 66-72).
Hai visto i miei apostoli? Hai visto cosa vuol dire ‘umanità’?
Tre anni di insegnamenti, insegnamenti di Maestro, insegnamenti di Dio, tre anni di viaggi insieme, di vita in comune, tre anni di amore.
‘Tu sei il figlio del Dio Vivente…’, mi aveva detto Pietro.
E poi, su quel Dio, in nome di quel Dio giurò di non essere un mio discepolo, chiamando Dio a suo testimone.
Hai capito di cosa sono capaci gli ‘uomini’?
Se uno come Pietro, destinato a diventare Capo della mia Chiesa, chiamò Dio a suo testimone del fatto di non conoscermi, cosa faranno mai gli apostoli degli ultimi tempi, quando ci sarà la grande tribolazione e la persecuzione anticristiana?
Bisogna pregare molto, pregare Dio perché vi dia la forza di non chiamarlo a testimone del fatto che non lo conoscete, chiedergli la forza di non tradire e di testimoniare Me.
Perché se non sarete capaci di testimoniarmi nel momento in cui conta, a cosa vale tutto il cammino di Croce?
Bisogna testimoniare e poi affidarsi alla volontà del Signore, che non è sempre volontà di sacrificio carnale ma tutto vede e ordina per il vostro bene e per la salvezza della vostra anima e di quella degli altri.
Coraggio, non temere, perché dove non arriverai tu arriverò Io, pregando.
Verrà l'Anticristo, verrà.
Come belva in agguato egli guata la Vittima e attende l'attimo propizio per la sua Manifestazione.
Non ‘principio’ maligno, ma carne umana rivestirà, pronto ad assidersi sul mio trono, quello della vittima papale.
E come quella è ‘vittima’ dell'Amore di Maria, questo sarà vittima dell’amore dell'Altro, che Odio si chiama.
‘Totus tuus, Maria… Totus tuus, Alter!’
Ecco la consacrazione maligna, quella di questi tempi in cui l'Antesignano del Male opererà sulla terra per contrastare il mio Regno ed affermare il suo.
É questa la posta in gioco: Io combatto per liberarvi, lui per mantenervi in catene, anzi legarvi sempre più coi ceppi affinché la vostra pesantezza non vi consenta neanche più di alzare lo sguardo al cielo.
Non pensare ai ‘sigilli’, il tempo è questo.
‘Estate parati’, state pronti e vigili come sentinelle pronte a dare l’allarme, e quando verrà lo riconoscerete, perché brillerà come stella rossa dell'Inferno.
Il percorso dell’uomo è un percorso spirituale: l’uomo si deve spiritualizzare.
É per questo che deve distaccarsi dalla materia.
Tutto ciò che è ‘godimento’ è ‘materia’, è ‘carne’.
Tutto ciò che ‘elimina’ il godimento è ‘spirito’.
Ma lo spirito non è ‘sofferenza’, anzi è ‘godimento’ di tipo spirituale.
Sono due modi diversi di ‘godere’: spirito e materia, materia e spirito.
E sono anche antitetici.
La materia è pesante e porta verso il basso, lo spirito è leggero e fa salire, verso Dio.
Ecco perché bisogna ‘spiritualizzarsi’: perché è solo con lo spirito che l'uomo – ‘rarefatto’ – può elevarsi e conoscere Dio.
Le difficoltà della vita – e nella parola ‘difficoltà’ ci possiamo mettere tutto, anche i dolori – sono come un ‘filtro’ che in qualche modo ‘frena’, cattura le scorie più grosse della materia.
Il processo di spiritualizzazione può dunque avvenire in via naturale, e l'uomo con l'età che avanza tende appunto di per sé a spiritualizzarsi con un distacco progressivo dalla ‘carne’, anche morale: ‘carne morale’, o può essere ‘accelerato’ dalla cosciente volontà dell'uomo.
E questo si ottiene con l'ascesi.
La storia dell'Umanità che tu stai studiando in questa Apocalisse è appunto la storia dell'ascesi, della sua ascesi.
L’Umanità bambina, nasce, cresce, si sviluppa, diventa adulta attraverso un processo di autopercezione, di autoconsapevolezza che la porta ad essere più matura, cioè più spirituale, ma attento: spirituale nel Bene come nel Male, finché le due realtà, che non riescono a convivere insieme, si scontrano.
E nello scontro, proprio quando materialmente sembra che si affermi il Male, vince – proprio attraverso le difficoltà della sofferenza – il Bene.
Per cui è la sofferenza della Grande Tribolazione che fa fare un salto in avanti verso un mondo, una Umanità più spirituale, come se l'Umanità – nel suo insieme – fosse un ‘uomo’.
La storia dell'Umanità raccontata nei simboli dell'Apocalisse è dunque realmente la storia di Gesù, che è storia di Croce, ma anche di Risurrezione e Gloria.
Alzati e cammina, il mattino, quando ti svegli.
Capito?
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Rimango sbalordito a quest’ultimo invito della mia ‘Luce’, amichevole ma perentorio, ma all'improvviso mi ricordo che stamattina presto, insonnolito, non riuscivo a schiodarmi dal letto per andar su in torretta a farmi l'ascesi: cioè preghiera e meditazione. E allora - mentalmente anzi, quasi inconsciamente - mi ‘lamentavo’ con Gesù sulla utilità di questo tipo di vita.
Sembrava che non mi avesse sentito…
Dopo però, rigirandomi dall'altra parte, sentivo il mio ‘Subconscio creativo’ che – come quando si rigira la polenta col bastone - mi rigirava nella testa un ritornello: ‘Il percorso dell'uomo è un percorso spirituale… l'uomo si deve spiritualizzare…’
Oggi è un altro giorno e, se permettete, l'Apocalisse me la son buttata un po’ alle spalle: anzi cerco di esorcizzarla e far finta che non esista, perché la giornata è veramente splendida.
É un Lunedi della seconda metà di novembre: neve al sud, isole comprese, e gelo artico al nord, dice il telegiornale.
Ed infatti è qualche giorno che – al nord – abbiamo temperature notturne intorno ai cinque-otto gradi sotto zero e diurne intorno allo zero.
In casa la grande stufa in ghisa scoppietta ed emette profumo di legna con un tepore invitante che fa già presentire l'ormai prossimo Natale.
Vorrei finirlo questo libro, prima di Natale, tanto per farmi un regalo.
L’ho cominciato mercoledì 7 ottobre che, capisco vi farò magari ridere, era la festa della Madonna del Rosario.
Vi ricordate che quel primo giorno ero rimasto qualche ora inchiodato davanti allo schermo del computer perché non sapevo cosa scrivere?
Allora mi ero messo a scrivere la prima cosa che mi era venuta in mente, perché mi assillava, e vi avevo raccontato delle bollette telefoniche di mio figlio – che sono le mie – il quale col mio computer la sera era solito ‘navigare’ in Internet fra l’Italia e il Giappone con quelle sue letterine telematiche alla fidanzata del Sol Levante, in quel di Tokio.
Bene, oggi ne abbiamo 23 novembre e – se non sbaglio i miei conti - sono dunque passati 48 giorni. E sono in ritardo, perché ad un certo punto l’Apocalisse, con rispetto parlando, aveva cominciato ad uscirmi dagli occhi e me la sognavo anche di notte, come quando ero andato a trovare mio fratello, intorno alla prima settimana di novembre, per far rifornimento di olio d’oliva del Cimino, di castagne del Cimino e di noci del Cimino, le nocciole… la prossima volta.
Me la sognavo anche di notte, evidentemente perché avevo bisogno di riposo.
Infatti lo studio dell’Apocalisse ti snerva, perché devi fare attenzione anche al minimo particolare e sfumatura, e ti prende inoltre sul piano emotivo coinvolgendo il Subconscio che poi appunto se la sogna, come quando vedete certi film che vi impressionano. Poi infatti ve li sognate, vedendovici dentro in prima persona mentre uno vi rincorre e voi scappate, cadete, vi rialzate, scappate, cadete e così via. Mi son spiegato?
Una notte, quando appunto ero andato a prender tutte quelle vettovaglie da mio fratello (ma a cena forse avevo un po’ esagerato con quel salmone eccezionale che mia cognata si porta giù regolarmente dai suoi viaggi in Svezia e mi tiene da parte per quando sa che con mia moglie andiamo a trovarli) mi sono svegliato varie volte perché il mio ‘Subconscio creativo’ mi spiegava in sogno l'interpretazione dell'Apocalisse ed Io - per l'ansia di dimenticarmela - mi svegliavo di colpo per marcarmi subito il sogno sul block notes che tengo sempre sul comodino.
Era la notte fra Venerdì 6 e Sabato 7 novembre, e forse – oltre che con quel salmone eccezionale che mia cognata si porta giù spesso dalla Svezia – avevo esagerato con quel ‘rosso’ delle Langhe che, anche se non è vino da salmone, è sempre un vino eccezionale, perché è di mia produzione.
Serata trascorsa davanti al camino acceso fino al fatidico momento della ‘buona notte’, della serie: ‘Vado a dormire perché non ne posso proprio più’.
E infatti quella notte mi son svegliato sei volte, una per ogni sogno: roba da farsi psicanalizzare!
Il primo l’avevo interrotto di colpo alle 3.50: sognavo che stavo scrivendo un libro ‘spirituale’, come questo che sto scrivendo ora, anzi forse era proprio questo.
Ad un certo punto, nel sogno, io – come se parlassi ad una classe di allievi - parlo della Torre di Pisa e me la vedo davanti in immagine, bella alta e pendente, bianca, e ne racconto la storia.
Nel sogno mi rendo confusamente conto che la torre pendente è un ‘simbolo’, ma non riesco a coglierne il significato allegorico.
Il mio ‘Subconscio creativo’ (che mi ‘perseguita’ non solo quando scrivo ma anche quando dormo) prende la parola intervenendo nel racconto e facendomi capire che in realtà la storia della Torre di Pisa non ero stato io a raccontarla ma lui.
E questa delusione, nonché ferita al mio amor proprio, è stata sufficiente a svegliarmi la prima volta: ne avevo approfittato per marcarmi il sogno di cui non vi sto neanche più a raccontare il resto, tanto non ci ho capito niente.
Mi sono quindi rigirato nel letto e ho ripreso a dormire… ma alle 4.50 mi risveglio di colpo.
Stavo sognando e vedevo sette angeli con sette trombe. Eran tutti belli e allineati, si stagliavano luminosi contro l'azzurro del cielo, alzavano le trombe, le portavano alla bocca e suonavano. Erano squilli solenni, come quelli delle sette trombe del Giudizio: perché di quello si doveva ben trattare. E il loro suono mi sveglia.
E mi rendo conto che era già un bel po’ che stavo sognando l’Apocalisse, un capitolo dopo l’altro, la leggevo e la spiegavo, ed era un lavoro lungo, paziente, finché tutto il quadro era finalmente diventato chiaro.
Ed era alla fine del racconto che in cielo apparivano quei sette angeli, e le loro trombe erano fatte a calice, immense, e brillavano nel cielo azzurro come fossero d’oro.
Nel sogno però mi interrogavo e mi chiedevo che ‘giudizio’ mai fosse quello, visto che non eravamo ancora arrivati al Giudizio finale della fine del mondo.
Qualcuno mi diceva che si trattava del ‘Giudizio parusiaco’, quello della venuta intermedia di Gesù che torna per instaurare finalmente il suo Regno in terra giudicando non tanto le singole anime – cosa che fa nel giudizio individuale quando ognuno di noi muore e poi nuovamente alla fine del mondo quando ci ‘rigiudica’ insieme al corpo – quanto invece l'Umanità nel suo complesso, l'Umanità intesa come ‘complesso sociale’.
Dopo questo sogno, regolarmente trascritto, mi riaddormento, ma alle 5.25 mi risveglio.
Questa volta avevo ripreso il sogno della Torre di Pisa, e - in sogno - mi dicevo che quella doveva essere il simbolo, sotto forma di torre pendente, della Chiesa Universale di Laodicea, una ‘chiesa’ che ha deviato terribilmente dal suo asse di equilibrio.
E infatti – non appena l'ultimo degli angeli delle sette trombe del sogno precedente avrebbe fatto sentire il suo squillo potente – essa sarebbe crollata su se stessa, in un ammasso caotico di massi di marmo, franando analogamente a quelle valanghe di neve in alta montagna che si mettono in moto quando l’eco di un rumore forte dà loro il via.
Mi sogno anche che i 144.000 erano stati segnati. Anche lì c’era una moltitudine grandiosa, ma non era quella del giudizio universale.
Vedo poi che lo squillo dell’angelo della settima tromba provoca il crollo di quella massa bianca, dando il via al versamento delle sette coppe sulla Terra.
Alle 5.50 mi sveglio nuovamente: sognavo di essere in Chiesa.
C’erano tante persone davanti all'altare, ma non erano inginocchiate e – davanti al sacerdote – prendevano l'Ostia eucaristica non direttamente in bocca ma sulle mani.
Non avevo – su questo fatto - obbiezioni particolari da fare, sia perché ormai è quello che oggi succede normalmente in Chiesa, sia perché vedevo che le mani non erano sporche, e lo dicevo anche a voce alta. Allora la mia voce interiore del Sogno, non so se fosse il ‘Subconscio Creativo’, mi rispondeva: ‘Non sono mani sporche ma è come se lo fossero. Vedi? É come se – anziché l'Eucarestia, che è il Corpo Divino di Gesù – prendessero nelle mani una zappa per lavorare la terra…’.
Ed io mi vedevo allora come riflesso in uno specchio, nell’atto di zappare la terra, come faccio abitualmente quando lavoro l’orto: e cioè senza neanche pensare a quello che faccio, meccanicamente.
Mi sveglio, scrivo il sogno, sfinito dal sonno mi riaddormento ma mi risveglio alle 6.15.
Rivedevo infatti in sogno la scena di prima, quella di coloro che facevano la comunione ‘in mano’, come se prendessero una zappa, ma questa volta noto che hanno in testa un cappello rosso, come il cappello di un vescovo, di quei cappelli un po’ oblunghi che anche voi avrete visto qualche volta in televisione o in qualche cerimonia solenne in chiesa.
Sento che la voce di prima mi dice: ‘Vedi? Son quelli che fanno la ‘comunione’, cioè che son pronti a ricever Gesù nelle mani ma non degnamente’. E poi continua: ‘Il cappello rosso è come un cappello sacerdotale, come se fossero sacerdoti, simboleggia anche il martirio…’.
E poi – mentre il sogno sfuma lentamente in una dissolvenza – sento una voce che dice ancora: ‘Farò di essi un Regno di Sacerdoti…e di santi’.
Scrivo sul block notes – mia moglie con tutto questo traffico ha continuato a dormire imperterrita… – e poi mi riaddormento perché: dormi, svegliati, accendi, scrivi, spegni, girati, e poi ancora: dormi, svegliati, accendi, scrivi, spegni… tutta questa ginnastica mi aveva fatto venire un sonno della miseria e dopo aver finito di scrivere crollavo giù come la Torre di Pisa.
Ma alle 6.50 mi risveglio ancora: questa volta sognavo che stavo sognando di guardare un notiziario TV, di quelli del Telegiornale.
Vedevo delle immagini confuse che si muovevano in maniera agitata e caotica con delle voci concitate.
Intravvedo, oltre il mucchio che si agita nello schermo, una figura bianca, come un sacerdote vestito di bianco che sta di fronte ad un altare dando le spalle al pubblico. Poi capisco che quello non è il pubblico di uno ‘spettacolo’ ma una ‘Messa’ e che il sacerdote di spalle è il Papa, Wojtila.
Confusione, mani e corpi che si agitano verso il Papa. Lo speaker parla in maniera concitata, mi arrabbio perché non si capisce niente, ma in fin dei conti mi dico in sogno che quello che vedo in TV è solo un sogno. Deve esser però successo qualcosa di grave, mi allarmo, non capisco che cosa, questa televisione non è mai chiara quando ti interessa. Anche io scatto in piedi agitato e dico allarmato: ‘L’avranno mica ammazzato una seconda volta?’. Poi mi rendo contoche se uno l’hanno già ammazzato una volta non possono ammazzarlo una seconda volta, e questa è dunque una cretinata, e poi mi rendo conto ancora che Papa Wojtila non l’hanno ammazzato neanche la prima volta, perché in realtà, in quei lontani anni ottanta, lui – il ‘Totus tuus, Maria’ – si era salvato….
E siccome due cretinate di seguito son più che sufficienti, mi sento ridicolo per quello che avevo detto e… mi sveglio.
Credete che sia finita così? No, perché in realtà mi ero svegliato solo in sogno, e io invece continuavo a sognare come se il mio ‘Subconscio creativo, una specie di ‘Regista’, volesse farmi rivedere meglio la scena che io prima non ero riuscito a cogliere bene o che non ero riuscito a ricordare.
Vedo infatti che – come con una moviola di quelle partite di calcio in televisione che debba fare un ‘replay’ - il filmato del Notiziario TV viene fatto tornare indietro per poi riprendere dall'inizio.
Questa volta sto bene attento a quello che vedo.
Vedo Papa Wojtila che dice Messa di fronte all’altare con le spalle rivolte a chi guarda, insomma ai fedeli.
Si volta verso i fedeli, tutto bianco, e come vediamo fare talvolta ai sacerdoti quando celebrano una Messa, allarga le mani e le braccia in segno di pace.
Si vede allora un trambusto di persone, come se qualcuno volesse da dietro farsi avanti e spintonasse quelli che gli ingombrano il passaggio.
Si vede uno che si butta addosso al Papa, lui guarda senza capire, sembra un po’ sorpreso - l’azione continua ora al ‘rallentatore’, evidentemente per paura che io non capisca bene – il Papa è sempre stupito, apre la bocca meravigliato, l’altro ha in mano un pennello, è un pennello intinto in vernice nera, lo alza e – al rallentatore - imbratta Papa Wojtila dipingendogli una croce nera sulla faccia…
Il Papa è inorridito, il gesto – in sogno lo si percepisce chiaramente – è orribile nel suo significato profondo.
In sogno, mentre assisto impotente, ne percepisco la violenza spirituale: la croce nera è un simbolo satanico, di sfregio!
Il Papa è inorridito, capisce, piange di dolore, poi afferra quella cosa che i sacerdoti hanno sulle spalle, sarà la stola, e – non più al rallentatore ma freneticamente - si pulisce il volto, proprio freneticamente, come se volesse assolutamente togliersi subito di dosso quella sozzura repellente. Con orrore, si cancella con forza la pittura dal volto.
Capisco in sogno che la stola utilizzata per pulirsi è un ‘simbolo’: è come se essa rappresentasse una ‘liberazione’, ma non capisco che simbolo esattamente sia.
Sento che lo Speaker TV – nella confusione e nelle voci agitate – commenta: ‘…gesto sconsiderato di un folle…!’.
Ma io e il Papa, che ci guardiamo profondamente negli occhi attraverso lo schermo TV, ci capiamo, perché sappiamo entrambi che così non è.
Mi sono svegliato di colpo ma questa volta, visto che erano quasi le sette e di incubi non ne volevo più sapere, ho buggerato il mio ‘Subconscio creativo’ prima che fosse tentato di fare un settenario, cioè il settimo sogno: mi sono alzato, sono andato in camera di mio fratello a chiedergli se voleva che gli facessi un caffè, e lui, posando il libro che stava leggendo, mi fa: ‘Hai dormito bene con quei piumoni svedesi, vero? Fanno un caldo d’inferno…’.
‘Appunto…!’, mi son risposto mentalmente, ma poi gli ho sorriso anch’io come se avessi dormito dieci ore di fila, in paradiso.
Sorseggiando però il caffè, non ho resistito (sei sogni di fila erano troppi per non parlarne) e – senza entrar nei particolari – gliene ho accennato in tono leggero, come se gli raccontassi una cosa spiritosa.
Ma lui non è di spirito e - ora che son tornato a casa già da una quindicina di giorni – è già due volte che al telefono mi dice, con giovialità e tono leggero: ‘Fradèl, mi raccomando, non affaticarti, non esagerare con quel libro e, soprattutto, stai sempre con i piedi per terra, capito?’
Ma come si fa a stare coi piedi per terra quando si scrive o si legge l’Apocalisse?
E cosa vorreste poi rispondergli voi, a uno che di Apocalisse non ne sa niente se non che da qualche parte ha sentito dire che lì dentro ci sono quei famosi quattro cavalieri che vengono a distruggere il mondo? E come fai a spiegargli che i quattro cavalieri sono già venuti più di un migliaio di anni fa e che invece ora siamo nell'epoca delle trombe e delle coppe che son molto peggio?
Dicevo dunque all'inizio (prima che facessi tutta questa divagazione sui sogni che – lo ha detto mia moglie - sembrano quasi incredibili) che avevo cominciato a scrivere il 7 ottobre, e che oggi è il 23 novembre.
Vorrei finire prima di Natale, ma non so se ce la farò perché – come dicevo all'inizio – sono in ritardo.
Infatti - con il viaggio da mio fratello e per colpa di tutti quei sogni - avevo deciso di smettere per una settimana e, quando son tornato, mi son preso - già che c’ero – quasi un'altra settimana di pausa per lavori di agricoltura e giardinaggio, in totale una quindicina di giorni, senza contare le perdite di tempo per i muratori che chiedono continuamente e vanno avanti e indietro, mentre si riempie di polvere dappertutto perché dove passa aria lì passa anche quella polvere impalpabile che nel clima freddo e secco si spande in maniera micidiale.
Bene, dicevo che oggi il tempo è splendido e che è una giornata di relax: niente Apocalisse… ‘tanto per tenere i piedi per terra’, come dice mio fratello, il quale ieri mi ha telefonato per avvisarmi che sabato prossimo sarà di nuovo pronto a farsi cinquecento chilometri per venirmi a trovare, non per controllare il mio sonno e i miei sogni ma per venire a sentire se quel vino che abbiamo fatto insieme giù in cantina risponde veramente alle sue ansiose aspettative…
Poiché oggi è ‘relax’, passeggio un poco all'aperto – un freddo polare! - con un giaccone di pelle foderato internamente di lana mentre i muratori, che hanno finalmente terminato l'intonacatura delle facciate ed il rifacimento delle poggiolate, danno gli ultimi ritocchi di finitura, ritocchi che – a conti fatti – mi costano più del ‘grosso’ del lavoro che era stato fatto fino a qualche giorno fa.
Sono furbissimi, i muratori: quando ti fanno il preventivo del lavoro ‘grosso’ te lo fanno bene, e lì risparmi un sacco. Ma per le finiture…, beh, lì fare un preventivo è difficile, no? Come si fa a fare un ‘forfait’? Si dovrà lavorare ad ore, e chiunque potrà vedere le ore che ci vogliono, no?
E state tranquilli che verrete trattati da signori. E infatti è stato come al ‘Casinò’: ho perso tutto quel che avevo ‘risparmiato’ per la parte precedente di lavoro. Però il lavoro è stato fatto a regola d’arte, e sono soddisfatto.
Rientro in casa ed il calore della stufa mi riconcilia con l'esistenza.
Mi siedo e sfoglio pigramente un libro che avevo lì da un paio di mesi e del quale rimandavo la lettura perché quello che sto scrivendo ora mi assorbe persino di notte…, come vi ho raccontato.
Il libro me l’ha dato un mio caro amico: ‘Leggilo – mi aveva detto – è spettacolare. Bello. Lì c’è proprio tutto, sulla Massoneria!’
Io l'avevo guardato – l'amico – in tralice, sorridendo amichevolmente ma sornionamente, e mi ero detto che anche lui doveva essere un po’ come Padre Penasa il quale -quanto a prendersela con la Massoneria (che io nel mio inconscio ho sempre considerato come una …’onorata società’ ma di gentiluomini, insomma: uomini ‘di mondo’ dediti prevalentemente a coltivare interessi economici e fare beneficienza) - non scherzava affatto.
Poi però, un po’ per compiacerlo e un po’ per saperne effettivamente di più, il libro l’avevo preso: seicentosessanta pagine ben scritte che parlano di Massoneria, dall'inizio alla fine. Non so – personalmente - fino a qual punto siano esatte, ma certamente sono molto ben argomentate e ‘documentate’, razionali, culturalmente e storicamente informate, insomma un lavoro di ‘fino’: ‘Massoneria e sette segrete: La faccia occulta della storia’, Editrice ‘Ichthys’ di Albano Laziale-Roma. L’Autore è un certo ‘Epiphanius’ che, per firmarsi con questo prudente ‘pseudonimo’, avrà forse avuto le sue buone (prudenti) ragioni.
Il libro comincia con una
‘AVVERTENZA’
‘Nella lettura delle pagine che seguono tenga sempre ben presente il lettore che non vi è idea più estranea a quella cattolica del razzismo.
Dice infatti S. Paolo:
‘Non vi è più Giudeo né Greco, non vi è più schiavo né libero, non maschio né femmina, ma tutti voi siete uno solo in Cristo Gesù. E se voi siete di Cristo siete seme di Abramo, eredi secondo la promessa’ (Gal. 3, 28-29)
É però innegabile che la rivoluzione si è servita, e si serve, volta per volta in maniera particolare, di certi popoli o aggregazioni politiche, così come è innegabile che la massoneria abbia la sua centrale da oltre due secoli in Inghilterra; che la Francia abbia esportato la rivoluzione in tutta Europa con Napoleone, disseminando logge nei territori occupati; che in Italia il Piemonte abbia giocato un ruolo fondamentale nella distruzione dell'antico ordine. Per non parlare del ruolo importantissimo dell'Umanesimo italiano, all'inizio della rivoluzione antropocentrica, né si può contestare che la radice dello stesso Umanesimo affondi nell'ebraismo talmudico, o che le attuali centrali mondialiste abbiano pressoché tutte sede negli Stati Uniti.
Questi elementi non possono essere taciuti da chiunque voglia seriamente scrivere la Storia e di Storia.
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Rimango pensieroso a riflettere…
Mi sembra che sia tutto chiaro – a parte l’ebraismo talmudico – e decido che val la pena di saperne qualcosa di più. Volto allora pagina:
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PREMESSA
Sostenere oggi in un mondo razionalista, tecnicizzato e totalmente indifferente, per non dire totalmente ostile alla religione, che la nostra epoca segni la conclusione della più grande guerra di religione mai combattuta, con rinnovato slancio e ardore da una parte e con sempre minore volontà e determinazione dall'altra, sembra, oltre che un immenso paradosso, un altrettanto gratuita affermazione.
I mezzi di informazione non ne parlano, preferendo rovesciare su ciascheduno di noi un impetuoso torrente di informazioni di ogni tipo, funzionale ad imporre quell'opinione pubblica di cui la massoneria vanta i natali (Ernesto Nys, ‘Massoneria e società moderna’, Ed. Bastogi 1988, p. 91).
Nys, avvocato esperto di diritto internazionale, in quest’opera espone succintamente il ruolo dell'influenza massonica sulla società moderna; pertanto fissare l'attenzione su una sorta di mano occulta che nella storia moderna guidi, orienti e stabilisca il destino dei popoli indirizzandolo verso forme di schiavitù universale, quando non di eliminazione fisica, mascherandole dietro il paravento del progresso, sembra davvero frutto di una fantasia piuttosto fervida, se non addirittura parto deviante di menti inquiete, in cui il bisogno di risposte e certezze prende consistenza in forme di ricostruzione su misura della Storia.
É però difficile negare l'esistenza di un’azione secolare che, vuotati gli spiriti dalla filosofia scolastica, li ha aggrediti con dosi dapprima omeopatiche di dottrine gnostiche; l'introduzione del dubbio come metodo sotto la copertura dello scientismo, il disprezzo della retta ragione spinto fino al rifiuto del reale, il rinnegamento dell'autorità naturale, la nulla potestas nisi a Deo sostituita da un potere che trae la sua legittimazione dal basso, un potere infero: un modo essenzialmente luciferino di procedere, fondato sulla menzogna e il compromesso.
Tentare una spiegazione del mondo odierno ricorrendo al determinismo delle leggi fisiche, od ai principi economici o sociologici, è superficialità che non può soddisfare chi voglia ricercare secondo verità: occorre rivolgersi in altra direzione, spingere le ricerche ben più in profondità partendo dalla realtà dell'uomo: essere libero di aderire al Bene o al Male e per ciò stesso in grado di organizzarsi nella pratica dei medesimi.
La Legge perfetta del Vangelo sorresse l’uomo per lunghi secoli illuminandogli la via e sostenendolo in quella speranza di eternità che egli concretizzò edificando la grande civiltà cristiana, la città terrena sorta il più possibile a immagine di quella di Dio.
Non possiamo rinunciare, per simmetria, a tentare di individuare una rottura, un guasto nella storia dell'uomo, che ha permesso al Male di organizzarsi con un deposito dottrinale, un piano di dominazione dell'uomo sull'uomo, una gerarchia occulta che veglia alla sua realizzazione e alla fedele trasmissione di tale deposito, un percorso da compiere per asservire l'umanità alla potestas tenebrarum, in una parola una vera CONTROCHIESA tendente ad appropriarsi di ogni valenza religiosa e politica.
I connotati di questa Controchiesa sono quelli dell'Alta Loggia e dell'Alta Finanza: Alta Loggia in cui domina il mago attraverso l'esoterismo e la magia, che pianifica, dirige, corregge il tiro se i risultati non corrispondono a quelli voluti; Alta Finanza che, concentrando oggigiorno nelle sue mani il controllo delle ricchezze del pianeta, le orienta ai fini di dominio mondiale perseguiti dall'Alta Loggia.
I prodromi della rottura si manifestano con chiarezza nella Riforma, sviluppando le direttrici di attacco nelle due direzioni dell'Impero e del Papato; e non poteva non essere così: l'affermazione del libero esame per sua natura esclude l'esistenza di una Verità oggettiva, dandosi per il protestante tante verità quante sono le singole interpretazioni di essa; ora, se ciascuno può vantare una propria verità, l'unico errore è sostenere che esiste una verità unica.
Ne consegue l'introduzione di un relativismo personale su ciò che sia Bene e Giusto.
Il principio d’autorità risulta inficiato dall'orgoglio di chi possiede una sua propria verità e intenda farla valere, ne consegue che le gerarchie naturali dovevano essere spazzate via, in quanto ostacolo alla affermazione del proprio io, della propria verità.
Il massimo odio ed avversione logicamente verranno riservati alla Chiesa cattolica, maestra nello spirituale e guida del temporale, depositaria nel suo capo visibile, il Papa, del messaggio del Divin Maestro che nega ogni altra via di salvezza fuori di Sé chiamando ladri e briganti coloro che si erano sin allora annunciati in Suo nome (Giov. 10,8).
Per questo la Controchiesa non poteva che radicarsi, crescere e ramificare in area protestante.
Tenteremo allora di individuare un percorso gnostico che, richiamato in vita col Rinascimento, incarnato dagli alchimisti e dai Rosacroce del Seicento, si snoda attraverso le logge martiniste, gli Illuminati di Baviera, il Movimento Sinarchico, giungendo, attraverso il nostro tormentato secolo, fino alle grandi assise mondialiste dell'O.N.U. e dell'U.N.E.S.C.O. e in campo religioso a quel drammatico e terribile evento che per la cattolicità fu il Concilio Vaticano II, seguito dal primo atto di costituzione dell'O.R.U. (Organizzazione delle Religioni Unite) nella Giornata di Preghiera di tutte le religioni ad Assisi.
Oggi, alle soglie del Governo Mondiale, il nemico da battere è ancora la Chiesa cattolica, unica salvezza per l'umanità.
É qui che avverrà la lotta finale, qui le forze del male concentreranno ogni sforzo plaudendo dal pulpito dei mass-media ad ogni passo compiuto nella loro direzione e condannando con altrettanto clamore ogni tentativo di rientro, nella Tradizione cattolica, dell’insegnamento dogmatico di sempre.
Oggi la crisi che travaglia la Chiesa è macroscopicamente innegabile, ed il suo ruolo di unica depositaria della Verità è messo in discussione in assemblee democratiche dagli stessi uomini di chiesa in nome di un ecumenismo allargato ad ogni falsa religione, ad ogni errore.
A costoro, più che la salvezza delle anime, stanno a cuore aspettative utopiche nel campo della filantropia e dei problemi sociali, mentre nella cattolicità dilagano il pacifismo e una neutralità intellettuale affatto sconosciuti nella sua lunga storia.
L’ipotesi di una degenerazione spontanea non regge: gli appelli di Paolo VI, che denunciava il fumo di Satana penetrato nel sacro tempio, richiamano alla memoria i sinistri propositi delle retrologge che per bocca di un loro autorevolissimo esponente, Albert Pike, 33° grado del Rito Scozzese Antico Accettato americano, autore di ‘Morals and Dogma’, considerata la bibbia dei massoni, dichiarava:
‘Quando Luigi XVI fu giustiziato la metà del lavoro era fatta e quindi da allora l'Armata del Tempio doveva indirizzare tutti i suoi sforzi contro il Papato’.
Me ne rimango a riflettere profondamente, dopo aver dato una scorsa alle altre pagine del libro e ai titoli dei vari capitoli e paragrafi.
Se fossi un massone obbietterei che questo ‘Epiphanius’ dev’essere un bel reazionario, oltre che antiprogressista e antidemocratico, e anche un anti-ecumenista, e potrei continuare ancora un bel po’.
Ma neanch’io – a dire il vero – ho mai avuto una grande opinione dell’O.N.U. e allora mi viene il sospetto che anche il resto sia ugualmente vero, il che spiega lo ‘pseudonimus’ di ‘Epiphanius’.
Sapete, coi tempi che corrono…
Comunque, per essere questa una mia giornata di ‘relax’, ho detto fin troppo e tutto il resto del libro non ve lo posso proprio raccontare, altrimenti avrei bisogno di firmarmi con uno ‘pseudonimo’ anch’io…
Oggi è un altro giorno, e il tempo continua ad essere freddissimo ma splendido, come ieri.
Riapro la mia Bibbia e la poso qui sulla consolle del computer, alla base dello schermo di fronte alla tastiera, appoggiata e un poco rialzata per leggere meglio.
Avevamo finito la sesta tromba, in cui coesistevano in ‘dissolvenza incrociata’ la persecuzione dell'era anticristiana, che era già arrivata con la quinta tromba, e la terza guerra mondiale della sesta tromba, e dovremmo ora procedere nel nostro viaggio nel futuro, come Nostradamus, dando fiato alla settima tromba.
Ma, per chiarezza di idee, rivisualizziamo di seguito lo ‘schema’ della ‘mia’ Apocalisse che vi avevo fatto vedere nel Cap. 8 di questo libro, schema che a questo punto può essere tuttavia aggiornato come nella pagina seguente:
Schema della ‘mia’ Apocalisse
. Prologo: Il Signore annuncia la sua prossima venuta in potenza e gloria
. Visione introduttiva: Gesù appare, sette stelle in una mano, spada a doppio taglio dalla bocca, e invita a scrivere l'Apocalisse.
. Prima Chiesa=Efeso=Primo Sigillo: cavallo bianco
. Seconda Chiesa= Smirne=Secondo Sigillo: cavallo rosso
. Terza Chiesa=Pergamo= Terzo Sigillo: cavallo nero
. Quarta Chiesa=Tiatira= Quarto Sigillo: cavallo verdastro
. Quinta Chiesa=Sardi=Quinto Sigillo: anime dei martiri sgozzati a causa del Vangelo e della testimonianza
. Sesta Chiesa=Filadelfia=Sesto Sigillo: segni di finimondo: protestantesimo, rivoluzione francese, persecuzione Chiesa cattolica, positivismo, razionalismo, materialismo, marxismo, ateismo, etc.
1° Intermezzo: i ‘segnati’ del popolo di Israele e la gran turba della gran tribolazione
. Settima Chiesa=Laodicea=Settimo Sigillo: mezz’ora di silenzio in Cielo: poi appaiono gli angeli delle sette trombe
Prima Tromba: prima guerra mondiale
Seconda Tromba: seconda guerra mondiale
Terza Tromba: guerra fredda-Rivol. culturale-Terrorismo internaz.
Quarta Tromba: apostasia nel Clero e nei cristiani
Quinta Tromba: avvento dell'Anticristo: occhio, NOI SIAMO QUI!
Sesta Tromba: Anticristo - terza guerra mondiale – Nostradamus!
Settima Tromba: Coro di ringraziamento dei Santi: è finalmente arrivato
Il momento di far giustizia sui malvagi
2° Intermezzo: i sette segni – storia dell'umanità
Primo Segno:
Secondo Segno:
Terzo Segno:
Quarto Segno:
Quinto segno:
Sesto Segno:
Settimo Segno:
3° Intermezzo: Gran Babilonia e Nuova Gerusalemme
Prima Coppa
Seconda Coppa
Terza Coppa
Quarta Coppa
Quinta Coppa
Sesta Coppa
Settima Coppa
. La Parusia intermedia - Millennio felice – Combattimento finale e Giudizio Universale
. Epilogo
Riepiloghiamo:
Abbiamo letto, in merito alla identità dell'Anticristo, che il Gesù della Valtorta non sembrerebbe descriverlo come un ‘emulo’ di Gengis Khan – come invece era portato a pensare Jean Charles De Fontbrune nel suo commento a Nostradamus - ma piuttosto come un personaggio che dalle vette della spiritualità (era umile – casto – aveva fede – era povero, viveva in nascondimento: tutte qualità che non si attagliano a un personaggio ‘politico’, no?) si sarebbe poi ‘venduto’ a Satana, come Giuda, tradendo i ‘suoi’.
Continuando nel riepilogo, questo dell'Anticristo è stato il primo di quei tre grossi ‘Guai!’ che erano stati preannunciati dall'Aquila che era apparsa ad ali spiegate in cielo.
Poi c’è stata la sesta tromba, e cioè il secondo ‘Guai!’.
Ed infatti a questo punto abbiamo visto che Nostradamus parla della terza guerra mondiale.
Qui devo dire che non mi prendo nessuna responsabilità per Nostradamus ma se questa stessa cosa, quella della terza guerra mondiale, l’ha detta anche uno come Padre Penasa… questo dovrebbe bastare!
E ora, finalmente, siamo alla settima tromba, quella che darà il via alle sette coppe!
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Ap 11, 15-19:
Il settimo Angelo suonò la tromba e in cielo si alzarono grandi voci che dicevano: ‘L’impero del mondo è passato al nostro Signore ed al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli’.
E i ventiquattro vegliardi, che nel cospetto di Dio seggono sui loro troni, caddero bocconi e si prostrarono davanti a Dio dicendo: ‘Ti rendiamo grazie, Signore, Dio Onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso possesso del tuo grande potere e sei entrato nel tuo regno. I popoli si erano adirati, ma l’ira tua è venuta, come pure l'ora di giudicare i morti e di dare la ricompensa ai profeti tuoi servi, ai santi e a coloro che temono il tuo nome, piccoli e grandi, e a distruggere coloro che mandavano in rovina la terra’.
Allora si aprì il Tempio di Dio, quello che è in Cielo, e nel suo Tempio fu vista l'arca della sua Alleanza.
E vennero folgori e voci e tuoni e terremoto e grossa grandine.
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Il sottofondo è sempre lo stesso: vegliardi, martiri e santi in genere, vittime nella loro vita degli uomini malvagi - dopo duemila anni di furoreggiare di Satana nonostante l'avvenuta Redenzione ed anzi proprio per vendicarsi di essa sfogandosi sugli uomini – implorano e chiedono che il Signore faccia giustizia instaurando finalmente quel suo regno in terra in cui essi – a parte il Grande Equivoco di Agostino - avevano sempre creduto fin dai primi anni del Cristianesimo.
E, ora, tutti costoro inneggiano a Dio, perché Egli finalmente ha deciso di prender possesso del suo Regno, che Gesù si era già a suo tempo ‘guadagnato’ col suo Sacrificio in croce, e venga a sbaragliare – al suono della settima tromba e di quel che segue – tutto il campo avversario.
I vegliardi fanno osservare che le nazioni della terra si stavano massacrando ferocemente l’un l’altra senza ombra di pentimento: un po’ come succede da un secolo a questa parte in tutto il mondo.
E infatti l’ira di Dio diventa irrefrenabile e mentre prima il Signore – nelle sei trombe – aveva lasciato che gli uomini si autopunissero da soli ma fino ad un certo punto, adesso è Lui in persona che lascia che essi si castighino del tutto: e sono le sette coppe, i sette terribili flagelli per distruggere tutti coloro che mandano in rovina la terra.
E fra terremoti, bagliori, tuoni e folgori si apre in Cielo il Tempio di Dio, e si vede l'Arca della sua Alleanza.
Ora, qui bisogna però fare bene attenzione.
Con tutto quel che abbiamo detto, ora - al suono della settima tromba del Cap. 11 - uno si aspetterebbe appunto l'iradiddio: cioè le sette coppe.
Invece, sfogliando le pagine dell'Apocalisse, ci accorgiamo che le ‘coppe’ non vengono ‘rovesciate’ al Cap. 12 ma iniziano ad essere versate sulla terra cinque capitoli dopo: al Cap. 16.
Perché? Perché i capitoli 12-13-14-15 sono in realtà un SECONDO INTERMEZZO di spiegazione che ha lo scopo di far capire meglio a San Giovanni e a tutti noi – attraverso dei SEGNI che appaiono in cielo - quali sono le ragioni ‘storiche’ che hanno portato Dio a questo punto e quali sono le prospettive che emergono dal successivo versamento delle sette coppe.
Interrompiamo dunque anche noi l'azione, cioè la sequenza operativa delle coppe, per concentrarci su questa parentesi delucidativa sui SETTE SEGNI che appaiono in cielo.
Dopo i sette segni, invece, riprenderemo il discorso con l’inizio del versamento della prima delle sette coppe.
SECONDO INTERMEZZO: I SETTE SEGNI
PRIMO SEGNO: LA DONNA E IL DRAGONE
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Ap 12, 1-18:
Poi un gran segno apparve nel cielo: una Donna rivestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle.
Era incinta e gridava per le doglie del parto e le angosce nel dare alla luce.
Intanto appare un altro segno nel cielo: un gran dragone, del colore del fuoco, con sette teste e dieci corna e sette diademi sulle teste.
La sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo e le precipitò sulla terra.
Poi il dragone si pose davanti alla donna che stava per dare alla luce, per divorare il figlio appena fosse nato.
Ella diede alla luce un figlio maschio, destinato a pascere tutte le nazioni con una verga di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e al suo trono.
La Donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio, per esservi nutrita per milleduecentosessantagiorni.
Allora avvenne una guerra nel cielo. Michele e i suoi Angeli combattevano contro il dragone. Il dragone e i suoi Angeli ingaggiarono battaglia, ma non poterono prevalere e nel cielo non vi fu più posto per loro.
E il gran dragone fu precipitato, l'antico serpente, che si chiamava diavolo e Satana, il seduttore del mondo intero; fu precipitato sulla terra e i suoi Angeli furono precipitati con lui.
E udii una grande voce nel cielo che diceva: ‘Ecco venuta finalmente la salvezza, la potenza, il regno del nostro Dio e la sovranità del suo Cristo; perché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio. Or essi hanno vinto in virtù del sangue dell'Agnello e con la parola della loro testimonianza, ed hanno disprezzato la loro vita fino al punto di accettare la morte. Per questo rallegratevi, o cieli, e voi che in essi abitate. Ma guai alla terra e al mare, perché il diavolo è sceso a voi con ira grande, sapendo di aver più poco tempo!’.
Quando il dragone si vide precipitato sulla terra, perseguitò la Donna che aveva dato alla luce il maschio; ma alla donna furono date due ali della grande Aquila, per volare nel deserto, nel suo luogo, dove è nutrita per un tempo, due tempi e metà d’un tempo, lungi dalla faccia del serpente.
Allora il serpente gettò fuori dalla gola come un fiume di acqua dietro alla Donna, perché il fiume la portasse via.
Ma la terra venne in aiuto della Donna, spalancò la sua bocca e divorò il fiume che il dragone aveva gettato dalla sua gola.
Sicché il dragone si indignò contro la donna e andò a far guerra a quelli che restano della progenie di lei, a quelli che osservano i comandamenti di Dio e si mantengono fedeli al Vangelo di Gesù.
Infine si appostò sull'arena del mare.
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SECONDO SEGNO: LA BESTIA DEL MARE
Ap 13, 1-10:
Poi vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, e sulle corna dieci diademi, e sulle teste nomi di bestemmia.
La bestia che vidi era simile ad una pantera: aveva i piedi come quelli di un orso e la bocca come quella di un leone.
Il dragone le dette la sua potenza, il suo trono e grande autorità.
Vidi una delle sue teste come ferite a morte, ma la sua piaga mortale era stata guarita.
E tutta la terra, meravigliata, seguiva la bestia.
Si prostrarono davanti al dragone che aveva dato il potere alla bestia, come pure davanti alla bestia dicendo: ‘Chi è simile alla bestia? E chi potrà combattere contro di lei?’.
Le fu data una bocca che proferiva parole piene di arroganza e bestemmie; e ricevette la facoltà di agire per quarantadue mesi.
Aperse la sua bocca per proferir bestemmie contro Dio, bestemmiare il suo Nome, il suo tabernacolo e quelli che hanno la loro dimora nel cielo.
Le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli; anzi, le fu dato potere sopra ogni tribù e popolo e lingua e nazione.
E l'adoreranno tutti quegli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti, sin dal principio del mondo, nel libro di vita dell'Agnello che è stato sgozzato.
Chi ha orecchi intenda!
Se qualcuno è destinato alla schiavitù, andrà in schiavitù; chi uccide con la spada, di spada perirà. Qui sta la pazienza e la fede dei santi.
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TERZO SEGNO: LA BESTIA DELLA TERRA
Ap 13, 11-18:
Poi vidi un'altra bestia che saliva dalla terra: ella aveva corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone.
Essa esercita tutto quanto il potere della prima bestia, in presenza di lei, e fa sì che la terra e i suoi abitanti adorino la prima bestia, la cui piaga mortale era stata guarita.
E fa dei grandi segni, fino a far discendere dal cielo in terra il fuoco in presenza degli uomini.
Tanto che seduce gli abitanti della terra con i prodigi che le fu dato di operare davanti alla bestia, persuadendo gli abitanti della terra ad erigere una statua alla bestia che ricevette la piaga della spada e visse.
Le fu dato di animare la statua della bestia fino al punto di farla parlare, sicché la statua fece mettere a morte tutti quelli che non si prostravano davanti a lei.
Essa fece sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, ricevessero un'impronta sulla mano destra o sulla loro fronte, di modo che nessuno, potesse comprare o vendere, se non chi aveva l'impronta, il nome della bestia o il numero del suo nome.
Qui sta la sapienza! Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia; perché è un numero d’ uomo. E il suo numero è seicentosessantasei.
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QUARTO SEGNO: L’AGNELLO E I VERGINI
Ap 14, 1-5:
Poi vidi l'agnello che stava in piedi sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila persone che avevano scritto in fronte il suo nome e quello del Padre suo.
E udii venire dal cielo un coro paragonabile alla voce delle grandi acque e al rombo di un gran tuono.
Il coro che udii era come il canto dei citaristi che suonino le loro cetre.
E cantavano un cantico nuovo davanti al trono, dinanzi ai quattro Viventi e ai vegliardi, e nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila riscattati dalla terra.
Questi sono quelli che non si sono macchiati con donne, poiché sono vergini: essi seguono l'Agnello dovunque va.
Essi furono riscattati di fra gli uomini, primizie a Dio e all'Agnello.
E sulla loro bocca non s’ è trovata menzogna: sono irreprensibili.
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QUINTO SEGNO: I TRE ANGELI
Ap 14, 6-13:
Poi vidi un altro Angelo che volava in mezzo al cielo e aveva una buona novella eterna da annunziare a coloro che abitano sulla terra, ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo.
Egli diceva a gran voce: ‘Temete Iddio e dategli gloria, perché è giunta l'ora del suo giudizio; prostratevi davanti a colui che fece il cielo e la terra, il mare e le fonti dell'acqua’.
E lo seguì un secondo Angelo che gridava: ‘É caduta, è caduta Babilonia la grande, che col vino della sua frenetica lussuria ha abbeverato tutti i popoli’.
Lì segui un terzo Angelo gridando a gran voce: ‘Se uno adora la bestia e la sua statua e ne accetta l'impronta in fronte o sulla mano, egli berrà del vino dell'ira di Dio, che è stato versato senza mistura nel calice della sua collera, e sarà tormentato nel fuoco e nello zolfo al cospetto degli Angeli santi e in presenza dell'Agnello. E il fumo del loro supplizio si eleva nei secoli dei secoli; non hanno riposo né giorno né notte coloro che adorano la bestia e la sua statua, e quelli che ricevono l'impronta del suo nome’.
Qui si mostra la pazienza dei santi, quelli che si mantengono fedeli ai comandamenti di Dio e alla fede in Gesù.
E sentii una voce dal cielo che mi diceva: «Scrivi: ‘Beati fin d’ora i morti che muoiono nel Signore! Sì, dice lo Spirito, affinché si riposino dalle loro fatiche, poiché le loro opere li accompagnano’».
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SESTO SEGNO: IL FIGLIO DELL’UOMO
Ap 14, 14-20:
Poi vidi una nube bianca e sopra la nuvola assiso Uno simile al Figlio dell'uomo, con una corona d’oro in capo e una falce tagliente in mano.
Un altro Angelo uscì dal Tempio gridando con gran voce a Colui che sedeva sopra la nube: ‘Dà con la falce e mieti, perché è venuta l'ora della mietitura e già è secca la messe della terra’.
E colui che era seduto sulla nube diede con la falce sulla terra e la terra fu mietuta.
Poi dal Tempio che è nel cielo uscì un altro Angelo, tenendo anch’egli una falce tagliente in mano.
Un altro Angelo ancora, quello che ha potere sul fuoco, uscì dall'altare e con gran voce gridò a quello che aveva in mano la falce tagliente: ‘Agita la tua falce tagliente e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché l'uva è matura’.
E l'Angelo diede con la falce tagliente sopra la terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel gran tino dell'ira di Dio.
Il tino fu pigiato fuori della città e uscì dal tino tanto sangue, fino all'altezza delle briglie dei cavalli, per uno spazio di 1600 stadi.
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SETTIMO SEGNO: GLI ANGELI DALLE SETTE PIAGHE
Ap 15, 1-8:
Poi vidi in cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che tenevano in mano le SETTE PIAGHE estreme, perché con esse l'ira di Dio viene saziata.
E vidi come un mare di cristallo misto di fuoco, e coloro che avevano vinto la bestia, la sua statua e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo con le arpe di Dio: cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell'Agnello dicendo: ‘Grandi e meravigliose sono le opere tue, o Signore, Dio Onnipotente! Giuste e vere sono le tue vie, o Re delle genti! Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Sì, tu solo sei Santo e tutti i popoli verranno e si prostreranno dinanzi a te, perché i tuoi giudizi sono divenuti manifesti!’
Dopo queste cose vidi aprirsi in cielo il Tempio del tabernacolo della testimonianza, e i sette angeli che tenevano le sette piaghe uscirono dal Tempio, vestiti di lino puro e splendente, cinti al petto d’una fascia d’oro.
Allora uno dei quattro Viventi dette ai sette Angeli sette coppe d’oro piene dell'ira di Dio, che vive nei secoli dei secoli.
E il Tempio si riempì di fumo, prodotto dalla maestà di Dio e dalla sua potenza.
Sicché nessuno poteva entrare nel Tempio, finché non fossero compiute le sette piaghe dei sette Angeli.
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Me ne rimango pensieroso, non per i sette segni dell'Apocalisse ma perché – anche se in ritardo - mi è venuto il dubbio se io stia facendo con questo mio libro un ‘mio’ commento all'Apocalisse oppure un ‘mio’ commento al Commento di Padre Penasa sull’Apocalisse, ovvero al suo ‘Libro della speranza’.
Non saprei cosa dirvi, ma alla fine concludo che commentare non dev’essere vietato – prima della persecuzione anticristiana – e allora decido di andare avanti con questo ‘mix’, che non è né una cosa né l’altra perché in realtà è il mio personale ‘Bignami’ dell'Apocalisse: una Apocalisse da ‘uomo della strada’.
Se funzionava a scuola, per aggiustare i compiti, andrà bene anche qui, no?
Dicevo dunque che su questi sette segni Padre Penasa ci costruisce sopra un vero e proprio Trattato, come su tutto il resto, e allora tanto varrebbe comprarsi – come ho fatto io – il suo ‘Libro della Speranza’, dove le cose lui le dice meglio.
Il mio scopo infatti è un altro: spiegare la ‘mia’ Apocalisse alla buona, insomma per farvela capire, e allora voi vi dovrete adattare, come già vi avevo detto una volta, al mio linguaggio poco teologico, poco formale e… sbrigativo.
Vi avevo dunque detto che i sette segni rappresentano una sorta di intermezzo, una spiegazione fuori campo che può essere letta come la descrizione della storia spirituale dell'Umanità, storia spirituale che si intreccia con la storia ‘materiale’, espressa sotto forma di simboli.
Con il mio ‘Bignami’ sintetico e sbrigativo vi dico ora:
PRIMO SEGNO: LA DONNA E IL DRAGONE
Dio Padre in Genesi – dopo che Adamo ed Eva compirono il Peccato originale (peccato di superbia, orgoglio e di potenza creativa) dietro istigazione di Satana - si rivolse a quest’ultimo, che in quel momento si era ‘materializzato’ o impersonificato in un serpente, dicendogli:
‘Poiché tu hai fatto questo, sii maledetto fra tutti gli animali e tutte le bestie della campagna; striscerai sul tuo ventre e mangerai la polvere per tutti i giorni della tua vita!
Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua discendenza e la sua; essa ti schiaccerà il capo e tu la insidierai al calcagno’.
Il primo segno della Donna e del Dragone ripercorre dunque, in maniera piuttosto chiara, la lotta storica che vi è stata fin dall’inizio fra Maria - che aveva dato alla Luce Gesù venuto a salvare l’Umanità liberandola dal Peccato originale e dal dominio di Satana Principe del Mondo - e Satana stesso che voleva impedire il Progetto di Salvezza.
E poi ancora vi si vede la lotta di Satana ai ‘figli di Maria’, cioè alla sua progenie che osserva i comandamenti e si mantiene fedele a Gesù.
In sostanza, come Gesù - venuto ad iniziare la liberazione dell'Umanità - ha subito il Sacrificio, al quale è seguita la morte e la Risurrezione nella gloria, così l'Umanità cristiana dovrà ripercorrere le tappe della vita di Gesù fino alla maturità spirituale, subendo il sacrificio e trovando poi la sua risurrezione e gloria in terra nella Parusia intermedia e nel Regno di Dio in terra che sono figuradella Venuta finale di Gesù, della Risurrezione finale e del Regno di Dio in cielo.
E gli uomini, chiamati a dare il loro contributo al processo di Redenzione e Liberazione, di cui la Venuta Parusiaca è l'atto finale, verranno premiati nella misura in cui avranno saputo spiritualizzarsi, disprezzando la ‘vita’: e cioè non solo quella fisica ma anche quella intesa come godimento dei valori del ‘mondo materiale’, fino al punto di accettare la ‘morte’: non solo quella fisica ma anche quella che deriva dall'aver ‘strozzato’ i propri istinti, cercando di seguire al meglio gli insegnamenti cristiani che, se realmente praticati, sono insegnamenti che portano ad una certa ascesi, e quindi ad un distacco dalla materialità, ad essere nel mondo pur senza essere più del mondo.
SECONDO SEGNO: LA BESTIA DEL MARE
La bestia della terra rappresenta sostanzialmente la potenza politica, non il potere politico che discende da Dio, ma quella potenza che si ispira al peggio perché è ispirata dal Peggio, e che si traduce nel desiderio di sopraffazione e di conquista da parte dell'uomo che sottomette l'uomo.
É dunque la storia della bestia che ha tante teste e tante corna quante sono state le principali potenze politiche che – nel corso della storia - sono state ispirate da questo Dèmone: perché di questo si tratta: di un demonio che si è ‘specializzato’ in questo campo di competenza.
E l'Umanità – da che mondo è mondo – ha accettato di buon grado di inginocchiarsi di fronte a questo dèmone, osannando e servendo – sotto diverse bandiere – le varie potenze o poteri politici in una logica di sopraffazione di una parte sull'altra.
Ma quelli che hanno adorato questa Bestia, nelle sue espressioni umane da essa stessa ispirate, periranno di spada come di spada hanno ucciso.
I commentatori più esperti, e qualche volta anche più fantasiosi, si sono avventurati – anche con una certa credibilità – nella individuazione della successione storica delle varie ‘teste’ e quindi delle varie ‘potenze’ politiche che hanno via via dominato il corso della storia.
TERZO SEGNO: LA BESTIA DELLA TERRA
Anche in questo caso la Bestia è un dèmone, il secondo, che con Satana e l’altra Bestia forma la triade infernale che – scimmiottando - si contrappone alla triade divina.
Tale dèmone ha il compito di fiancheggiare il primo e possibilmente di spianargli la strada: è infatti il dèmone delle ideologie che vengono ispirate agli uomini, quegli stessi uomini che noi – a seconda dei punti di vista - crediamo ‘geni’ del pensiero filosofico o politico (e aggiungiamo pure pseudo-religioso), ‘uomini’ che talora, senza che il più delle volte essi neanche se ne rendano neanche conto, sono ‘ispirati’ da ben altra fonte.
Si tratta di quelle ideologie che di volta in volta hanno fatto da piedistallo e giustificazione alle potenze politiche e che gli uomini hanno volentieri seguito facendole proprie. Tali ideologie vengono incontro – con false ragioni – alle esigenze di razionalità della mente umana che ha sempre bisogno di pretesti razionali per dare legittimazione allo sfogo delle proprie peggiori tendenze.
Positivismo, razionalismo, idealismo, agnosticismo, materialismo, pansessualismo, ateismo, marxismo, capitalismo, e via di questo passo sono – ad esempio - tutte ‘ideologie’ mitizzate e presentate come autentici ‘valori’ che portano però, per un verso o per l'altro, ad un distacco dell'uomo da Dio, che è invece l'unico vero Valore.
E, come queste, analogo risultato è prodotto da altri cascami ideologici come ad esempio: immanentismo, relativismo, modernismo, evoluzionismo, spiritismo, freudismo, scientismo, soggettivismo, scetticismo, storicismo, etc., e qui mi fermo perché sono rimasto senza fiato.
L’Apocalisse dice che il numero della ‘Bestia’ è il ‘famoso’ 666! Quello di cui parlano tutti, quello delle sette sataniche che trovate anche scritto sui dischi, sui prodotti di certe società multinazionali, su certe pubblicità televisive, etc.
C’è stato qualcuno che ha poi moltiplicato 666 per 3, e si è accorto che fa 1998! Ma forse è stato un caso, forse è troppo presto ma non è detto.
Come pure deve essere un caso – aggiungo io – che il prossimo anno, il 1999, rovesciato sottosopra, si legga 1666!
In compenso Padre Penasa, che di ‘matematica della Bestia’ se ne intende, di ‘calcoli’ – e complicati - ne ha fatti addirittura tre: glottologico, teologico e storico (pag. 265-266) e – quel che più conta, contrariamente ai calcoli che faccio di solito io - danno tutti lo stesso risultato, garantito: il 666 che dicono che sia anche il numero dell'Anticristo!
IL QUARTO SEGNO: L’AGNELLO E I VERGINI
Si vedono 144.000 persone, che alzano un cantico nuovo davanti al trono di Dio: tutte persone irreprensibili.
Qualche setta che va per la maggiore sostiene che questi saranno i soli dell’Umanità che si salveranno: cioè i loro adepti.
Qualche altro interprete più ragionevole, o magnanimo, sostiene invece che il numero è simbolico: a significare una gran moltitudine ma nello stesso tempo un numero preciso, perché magari il Signore, che è fuori del tempo ma che vede nel ‘nostro’ futuro, se li era già tutti ‘marcati’ nel suo Libro della Vita.
Qui si sottolinea un particolare: ‘essi non si son macchiati con donne…’
Le femministe non se ne abbiano a male perché - secondo me - Giovanni non ha voluto essere offensivo nei confronti delle donne ma solo dire che essi sono coloro che hanno saputo rinunciare al più forte degli appetiti (sempre secondo me dopo quello della fame, senza voler far torto a Freud che invece gli anteponeva quello della ‘libido’) per offrire questa sorta di evirazione sull'altare del sacrificio.
Poi mi viene il dubbio, visto che i ‘salvati’ sono sul Monte Sion (cioè a Gerusalemme) e che sono 144.000, che questi siano gli stessi ‘salvati’ di quelle dodici tribù di Israele (12x12.000=144.000) di cui avevamo già parlato, 13a tribù di Dan esclusa.
O forse, così accontentiamo tutti, il concetto sta a indicare una parte per il tutto, è cioè il numero di quelli che hanno saputo praticare il cristianesimo con una condotta di vita rispettosa degli insegnamenti del Maestro e quindi in un certo senso più …ascetica.
Infatti il cristianesimo autentico – se non lo sapete – è ‘ascetico’ e noi - anche quando cerchiamo di vivere da cristiani ‘professionisti’ - siamo in realtà solo dei ‘dilettanti’.
Però coraggio, ché l'importante non è solo vincere ma…gareggiare, e questa – non mi ricordo più chi l'abbia detto – è l'unica competizione dove anche l'ultimo arrivato ha il premio perché – se c’è la buona volontà - il Resto, quello che manca, ce lo mette Lui.
QUINTO SEGNO. I TRE ANGELI
La ‘storia’, raccontata attraverso i ‘sette segni’, va avanti e credo che l'episodio di quelli che vengono marcati col segno del Signore in fronte, cioè la Croce, stia continuando anche in questi ultimi tempi che stiamo ora vivendo, prima che vengano sparate le ultime cartucce.
Perciò anche voi datevi da fare, perché poi potrebbe essere tardi.
E infatti subito dopo arrivano tre Angeli:
. il primo comunica che è giunta l'ora del giudizio (non quello finale)
. il secondo annuncia che è caduta Babilonia la Grande (e che cos’è lo spiegheremo meglio dopo, al secondo Intermezzo)
. il terzo ribadisce – a scanso di malintesi – che chi adora la bestia, la sua statua, e ne accetta l'impronta sulla fronte e sulla mano (e cioè ne accetta le ideologie e la pratica nel comportamento) dovrà bere fino in fondo il vino dell'ira di Dio: la dannazione eterna!
SESTO SEGNO: IL FIGLIO DELL’UOMO
Sempre procedendo nei tempi della storia - che è quella della settima lettera a Laodicea (periodo che noi ora staremmo vivendo nella DISSOLVENZA INCROCIATA fra quarta e quinta tromba, a meno che senza accorgercene perché magari non siamo stati bene attenti a quei ‘segni dei tempi’ di cui parlava Gesù nei Vangeli, non ci troviamo già nella dissolvenza incrociata fra quinta e inizio della sesta tromba) - si vede il sesto segno del Figlio dell'Uomo.
Come diceva Giovanni nel Prologo dell’Apocalisse: ‘Ecco che Egli viene fra le nubi!’, ma dopo che i tre Angeli hanno fatto il triplice annunzio di cui al quinto segno.
É ben Gesù, infatti, quel personaggio misterioso di questo sesto segno: ‘Uno simile al Figlio dell'Uomo…’, armato della falce tagliente del giudizio parusiaco.
E qui, con tutti questi Angeli che vanno avanti e indietro e queste falci che si agitano, la scena si fa un po’ confusa: infatti Gesù ha già una sua falce tagliente, poi un Angelo esce dal Tempio ad invitarlo a non aver più misericordia e a dar di mano alla sua falce e mietere la messe che è già secca... Poi esce fuori un secondo Angelo, armato anche lui come Gesù di una falce. Infine esce fuori un terzo Angelo: quello che ha potere sul fuoco, che dice al precedente di ‘agitare’ quella sua falce e tagliare i grappoli d’uva che sono ‘maturi’. Il secondo Angelo allora la vendemmia, la getta in un tino, la pigia infine fino a farne uscire sangue a fiumi.
Credo che – Angeli e falci a parte - quanto accadrà nella sesta tromba e poi nella settima, prima della Parusìa e dell'instaurazione del Regno in terra, non avrebbe potuto essere simbolizzato con maggiore semplicità e plastica efficacia.
SETTIMO SEGNO: GLI ANGELI DELLE SETTE PIAGHE
Questi sette sono gli angeli che tengono in mano le sette piaghe estreme, estreme non perché siano quelle della fine del mondo ma perché le loro coppe versate per ultime sulla terra ‘saziano’ Dio il quale - dalla creazione dell'Umanità, e i primi uomini erano ancora i migliori – ha dovuto subire le nefandezze derivate dal grande dono del libero arbitrio che egli aveva dato all'uomo perché egli potesse goderne e – anziché odiare Dio – amarlo liberamente.
E su un mare di cristallo si vede un popolo di ‘santi’: i quali avevano vinto la Bestia, la sua statua e il numero del suo nome, che inneggia a Dio perché il suo Giudizio è sempre stato, e lo sarà ancora adesso, giusto e sacrosanto.
E mentre i sette Angeli, vestiti maestosamente si fanno avanti, vengono loro consegnate sette coppe d’oro contenenti l’ira di Dio, le piaghe estreme, che dovranno essere versate sulla terra.
Mentre, prima, era l’Umanità che sembrava affannata a massacrarsi, e Dio assisteva impotente per rispettare il libero arbitrio dell'uomo finché la misura non fosse stata veramente colma, qui con il versamento delle sette coppe, si capisce che il ‘Deus ex machina’ che dispone tutto permettendo che accada il peggio è proprio Lui: Dio!
Infatti i sette Angeli si accingono a versare le sette coppe, ma prima – come avevo già spiegato nel precedente “Schema della ‘mia’ Apocalisse” – c’è un terzo Intermezzo di ulteriore chiarimento: quello che riguarda Babilonia e Gerusalemme le quali ‘città’ - in quel ‘puzzle’ che è l’Apocalisse, anche come sequenza dei capitoli – sono collocate dopo il Cap.16 delle coppe svuotate, ma esse in realtà vanno ‘incastrate’ e spiegate prima, tant’è vero che – come avevamo già detto - si vede che i due Angeli che danno queste due spiegazioni hanno in mano le coppe che sono ancora piene.
Concludendo, dai sette segni e soprattutto dagli ultimi tre si è capito che alla fine succederà un finimondo.
E che non è la fine del mondo – lo ripeto - si capisce bene dalla testo letterale dell'Apocalisse una volta che il terreno sia stato sgomberato dal pregiudizio che non possa esserci una ‘venuta intermedia’, anche se di tipo diverso dalla venuta della Parusìa finale.
Tutta chiara la ‘sequenza’, ora? No? Non del tutto?
E allora facciamo di seguito un altro schemino:
Schema della ‘mia’ Apocalisse
. Prologo: Il Signore annuncia la sua prossima venuta in potenza e gloria
. Visione introduttiva: Gesù appare, sette stelle in una mano, spada a doppio taglio dalla bocca, e invita a scrivere l'Apocalisse.
. Prima Chiesa=Efeso=Primo Sigillo: cavallo bianco
. Seconda Chiesa= Smirne=Secondo Sigillo: cavallo rosso
. Terza Chiesa=Pergamo= Terzo Sigillo: cavallo nero
. Quarta Chiesa=Tiatira= Quarto Sigillo: cavallo verdastro
. Quinta Chiesa=Sardi=Quinto Sigillo: anime dei martiri sgozzati a causa del Vangelo e della testimonianza
. Sesta Chiesa=Filadelfia=Sesto Sigillo: segni di finimondo: protestantesimo, rivol. francese, persecuzione Chiesa catt., positivismo, razionalismo, materialismo, marxismo, ateismo, etc.
1° Intermezzo: i ‘segnati’ del popolo di Israele e la gran turba della gran tribolazione
. Settima Chiesa=Laodicea=Settimo Sigillo: mezz’ora di silenzio in Cielo: poi appaiono gli angeli delle sette trombe
Prima Tromba: prima guerra mondiale
Seconda Tromba: seconda guerra mondiale
Terza Tromba: guerra fredda- Rivol. Culturale - Terrorismo internaz.
Quarta Tromba: apostasia nel Clero e nei cristiani
Quinta Tromba: avvento dell'Anticristo: occhio, NOI SIAMO QUI!
Sesta Tromba: Anticristo - terza guerra mondiale – Nostradamus!
Settima Tromba: Coro di ringraziamento dei Santi: è finalmente arrivato Il momento di far giustizia sui malvagi
2° Intermezzo: i sette segni – storia dell'umanità
Primo Segno: la Donna e il dragone - combattimento
Secondo Segno: la bestia del mare – potere politico
Terzo Segno: la bestia della terra – le ideologie
Quarto Segno: i centoquarantaquattromila ‘vergini’
Quinto segno: i tre Angeli
Sesto Segno: la falciatura del Figlio dell'uomo
Settimo Segno: gli Angeli delle sette piaghe e coppe
3° Intermezzo: Gran Babilonia e Nuova Gerusalemme
Prima Coppa
Seconda Coppa
Terza Coppa
Quarta Coppa
Quinta Coppa
Sesta Coppa
Settima Coppa
. La Parusia intermedia - Millennio felice – Combattimento finale e Giudizio Universale
. Epilogo
12.16 - ‘Babilonia la grande’ e la ‘Nuova Gerusalemme’
E ora che i sette segni sono finiti, e prima che gli angeli inizino a versare le sette coppe dell’ultimo squillo di tromba, parliamo del
TERZO INTERMEZZO: ‘BABILONIA LA GRANDE’ E LA ‘NUOVA GERUSALEMME’
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Ap 17, 1-18:
Poi venne a parlarmi uno dei sette angeli che avevan le sette coppe e mi disse: ‘Vieni, ti farò vedere la condanna della gran meretrice che è assisa sopra le vaste acque, con la quale hanno fornicato i re della terra, e che ha inebriato gli abitanti della terra col vino della lussuria’.
Mi trasportò in ispirito in un deserto, e vidi una donna seduta sopra una bestia di color rosso scarlatto, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna.
La donna era vestita di porpora e di scarlatto, tutta adorna d’oro, di pietre preziose e di perle; essa teneva in mano un calice d’ oro ricolmo di ripugnanti immondezze della sua lussuria.
Sulla sua fronte un nome misterioso: ‘Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra’.
Vidi questa donna inebriarsi del sangue dei santi e dei martiri di Gesù, e fui preso da grande stupore nel vederla.
L’Angelo mi disse: ‘Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia dalle sette teste e dalle dieci corna che la porta.
La bestia che hai veduto era, ma già non è più; essa sta per risalire dall'abisso e andare alla sua perdizione; gli abitanti della terra, i nomi dei quali non sono scritti nel libro della vita sin dalla creazione del mondo, stupiranno vedendo la bestia, perché era, poi non è più e riapparirà.
É qui che occorrono intelligenza e saggezza.
Le sette teste sono i sette monti sui quali sta assisa la donna.
E sono anche sette re: cinque sono già caduti, uno regna ora e l'altro non è ancora venuto; ma quando verrà durerà per poco tempo. E la bestia che era, ma non è più, sarebbe l'ottavo; ma è del numero di quei sette e va in perdizione.
E le dieci corna che hai veduto, sono dieci re i quali non hanno ricevuto ancora il regno, ma riceveranno la potestà di re per un'ora, con la bestia.
Essi non hanno che un medesimo pensiero e la loro potestà e la loro forza la mettono a disposizione della bestia. Essi faranno guerra all'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché Egli è il Signore dei signori e il Re dei re, e con lui vinceranno i suoi, i chiamati, gli eletti, i fedeli’.
Poi continuò: ‘Le acque che hai veduto, sulle quali la meretrice si asside, sono i popoli, le moltitudini, le nazioni e le lingue.
Le dieci corna che hai veduto, come pure la bestia, prenderanno in odio la meretrice, la lasceranno desolata e nuda, mangeranno le sue carni e la consumeranno col fuoco. Perché Dio ha messo nei loro cuori di effettuare il suo disegno, cioè mandassero ad effetto una medesima risoluzione e dessero la loro regalità alla bestia, fin tanto che non siano compiute le parole di Dio.
E la donna che hai veduto simboleggia la gran città che regna sopra i re della terra’.
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Stop!
Ci avete capito niente voi? Meno male che l’Angelo aveva detto a Giovanni che gliela spiegava bene Lui chi era la Gran Babilonia.
E se andassimo a vedere come spiega invece le cose (Quaderni ’43: dettato 22.8.43, pagg. 156/160 – Centro Editoriale Valtortiano) il Gesù della Valtorta?
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22.8.43
Dice Gesù:
Maria, ora ti prendo per mano per condurti nel punto più oscuro del libro di Giovanni.
I glossatori del medesimo hanno esaurito la loro capacità in molte deduzioni per spiegare a se stessi e alle folle chi sia la ‘Gran Babilonia’.
Con vista umana alla quale non erano estranee le scosse impresse da avvenimenti desiderati o da avvenimenti accaduti, hanno dato il nome di Babilonia a molte cose.
Ma come non hanno mai pensato che la ‘gran Babilonia’ sia tutta la terra?
Sarei un ben piccolo e limitato Iddio Creatore se non avessi creato che la Terra come mondo abitato!
Con un palpito del mio volere ho suscitato mondi e mondi dal nulla e li ho proiettati, pulviscolo luminoso, nell’immensità del firmamento.
La Terra, di cui siete tanto orgogliosi e tanto feroci, non è che uno dei pulviscoli rotanti nell'infinito, e non il più grande.
Certo però è il più corrotto.
Vite e vite pullulano nei milioni di mondi che sono la gioia del vostro sguardo nelle notti serene, e la perfezione di Dio vi apparirà quando potrete vedere, con la vista intellettuale dello spirito ricongiunto a Dio, le meraviglie di quei mondi.
La Terra non è forse la gran meretrice che ha fornicato con tutte le potenze della terra e dell'inferno, e gli abitanti della Terra non hanno prostituito se stessi: corpi ed anime, pur di trionfare nel giorno della terra?
Sì che è così. I delitti della Terra hanno tutti i nomi di bestemmia, come li ha la Bestia con cui la terra e i suoi abitanti si sono alleati pur di trionfare. I sette peccati stanno come ornamento orrendo sul capo della Bestia che trasporta Terra e terrestri ai pascoli del Male, e i dieci corni, numero metaforico, stanno a dimostrare le infinite nefandezze compite pur di ottenere, a qualunque costo, quanto vuole la sua feroce cupidigia.
Non è forse la Terra inzuppata del sangue dei martiri, resa ebbra da questo liquore santo che bevuto dalla sua bocca sacrilega si è mutato in essa in filtro di ebbrietà maledetta?
La Bestia che la porta: compendio e sintesi di tutto il male compiuto da Adamo in poi pur di trionfare nel mondo e nella carne, trae dietro sé coloro che adorandola diverranno re di un'ora e di un regno maledetto.
Siete re come figli di Dio, ed è regno eterno.
Ma divenite re di un'ora e di un regno maledetto quando adorate Satana, il quale non può che darvi un effimero trionfo pagato a prezzo di un'eternità di orrore.
La Bestia – dice Giovanni – fu e non è. Alla fine del mondo così sarà. Fu, perché realmente è stata; non è perché Io, il Cristo, l'avrò vinta e sepolta perché non sarà più necessaria, allora, ai trionfi del mondo.
Non è la Terra seduta sulle acque dei suoi mari e non s’è servita di questi per nuocere? Di che s’è servita? Popoli, nazioni, razze, confini, interessi, cibi, espansioni, tutto ha servito a lei per fornicare e compiere sterminati omicidi e iscariotici tradimenti.
Gli stessi suoi figli, nutriti da lei con sangue di peccato, compiranno la vendetta di Dio su lei, distruggendola, distruggendosi, portando la somma dei delitti contro Dio e contro l'uomo al numero perfetto che esige il tuonare del mio ‘Basta!’.
Ribollirà in quell'ora, fumando con odore grato al mio trono, il sangue dei martiri e dei profeti, e le zolle della terra, che hanno raccolto i gemiti degli uccisi in odio a Me, e ne hanno ricevuto gli ultimi sussulti, getteranno un gran grido fatto di tutti quei gemiti santi e tremeranno di convulsione d’ angoscia, scrollando le città e le case degli uomini dove si pecca e uccide e empiendo di voce che chiede Giustizia la volta dei Cieli.
E Giustizia sarà. Io verrò. Verrò perché sono Fedele e Verace. Verrò a dar pace ai fedeli e Giudizio santo ai vissuti.
Verrò col mio nome il cui senso è noto a Me solo e nelle cui lettere sono gli attributi principali di Dio di cui sono Parte e Tutto.
Scrivi: Gesù: Grandezza, Eternità, Santità, Unità.
Scrivi: Cristo: Carità, Redenzione, Immensità, Sapienza, Trinità, Onnipotenza (di Dio condensata nel nome del Verbo umanato).
E se ti pare che qualche attributo manchi, pensa che la Giustizia è compresa nella Santità perché chi è santo è giusto, la Regalità nella Grandezza, la Creazione nell'Onnipotenza.
Nel nome mio sono perciò proclamate le lodi di Dio.
Nome santo il cui suono atterra i demoni. Nome di Vita che dai Vita, Luce, Forza a chi ti ama e invoca.
Nome che è corona sul mio capo di vincitore della Bestia e del suo profeta che saranno presi, conficcati, sommersi, sepolti nel fuoco liquido ed eterno la cui mordente ferocia è inconcepibile a senso umano.
Sarà allora il tempo del mio Regno sulla Terra.
Vi sarà perciò una tregua nei delitti demoniaci per dar tempo all'uomo di riudire le voci del cielo.
Levata di mezzo la forza che scatena l'orrore, delle grandi correnti spirituali scenderanno come cascate di grazia, come fiumi di acque celesti, a dire parole di Luce.
Ma come non si raccolsero nei secoli le Voci isolate, cominciando da quella del Verbo, che parlano di Bene, così saranno sordi gli uomini, sordi sempre – meno i segnati del mio segno, gli amici miei dilettissimi tesi a seguire Me – sordi alle voci di molti spiriti, alle voci simili al rumore di molte acque che canteranno il cantico nuovo per guidare i popoli incontro alla Luce e soprattutto a Me: Parola eterna.
Quando l’ultimo tentativo sarà compiuto, Satana verrà per l'ultima volta e troverà seguaci ai quattro angoli della terra, e saranno più numerosi della rena del mare.
Oh! Cristo! Oh! Gesù che sei morto per salvare gli uomini!
Solo la pazienza di un Dio può aver atteso tanto, aver fatto tanto, e aver ottenuto così poco senza ritirare agli uomini il suo dono e farli perire molto avanti l'ora segnata!
Solo la mia Pazienza che è Amore poteva attendervi, sapendo che come rena che filtra da un sottilissimo crivello qualche rara anima sarebbe venuta alla gloria rispetto alla massa che non sa, che non vuole filtrare attraverso il crivello della Legge, dell'Amore, del Sacrificio, per giungere a Me.
Ma nell’ora della venuta, quando, in veste di Dio, Re e Giudice, Io verrò per radunare gli eletti e maledire i reprobi, scagliandoli là dove l'Anticristo, la Bestia e Satana già saranno in eterno, dopo la suprema vittoria di Gesù Cristo, Figlio di Dio, Vincitore della Morte e del Male, a questi eletti che hanno saputo rimanere ‘v i v i’ nella vita, vivi nello spirito attendendo la nostra ora di trionfo, Io darò il possesso della celeste dimora, darò Me stesso senza soste e senza misura.
Tendi a quell'ora, Maria. Chiamala e chiamami con tutte le forze del tuo spirito.
Ecco, Io già vengo quando un'anima mi chiama. Insieme al Diletto che vide dalla Terra la gloria dell'Agnello, Figlio di Dio, la gloria del suo e tuo Gesù, dì, ad ogni palpito del tuo cuore: ‘Vieni, Signore Gesù’.
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Rimango sorpreso a riflettere su una parte di questo brano che forse vi è sfuggita:
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Ma come non hanno mai pensato che la ‘gran Babilonia’ sia tutta la terra?
Sarei un ben piccolo e limitato Iddio Creatore se non avessi creato che la Terra come mondo abitato!
Con un palpito del mio volere ho suscitato mondi e mondi dal nulla e li ho proiettati, pulviscolo luminoso, nell’immensità del firmamento.
La Terra, di cui siete tanto orgogliosi e tanto feroci, non è che uno dei pulviscoli rotanti nell'infinito, e non il più grande.
Certo però è il più corrotto.
Vite e vite pullulano nei milioni di mondi che sono la gioia del vostro sguardo nelle notti serene, e la perfezione di Dio vi apparirà quando potrete vedere, con la vista intellettuale dello spirito ricongiunto a Dio, le meraviglie di quei mondi.
La Terra non è forse la gran meretrice che ha fornicato con tutte le potenze della terra e dell'inferno, e gli abitanti della Terra non hanno prostituito se stessi: corpi ed anime, pur di trionfare nel giorno della terra?
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Ve lo dicevo, io, che non abbiamo né la fantasia né il coraggio di spingere la mente negli spazi dell'universo infinito? Visto cosa dice? La terra non è l'unico mondo abitato. Ve lo immaginate? Vite e vite che pullulano in milioni e milioni di mondi suscitati dal nulla.
Non è forse vero che nella nostra Galassia, la Via Lattea, gli scienziati hanno stimato la presenza di circa 250 miliardi di corpi celesti, e che ancora vi sono altri miliardi di galassie ognuna contenente decine di miliardi di altri corpi celesti?
E come saranno fatti gli altri mondi?
Saranno forse abitati da altri esseri con quella stessa diversità di forme di vita che contraddistingue anche la terra dove la formica coesiste con la cicala, con l'elefante e… con l'uomo? Magari – chissà - anziché ossigeno respireranno anidride carbonica, oppure non avranno neanche bisogno di ‘respirare’ o di ‘mangiare’, per vivere, perché si ‘nutriranno’ di energia …solare, come fanno da noi gli alberi che si sviluppano grazie all'energia ricavata dai fotoni della luce solare che consente i processi di trasformazione e crescita fisiologica connessi alla fotosintesi clorofilliana.
Tutti questi mondi definiti ‘abitati’ (ma da chi?) – se sono migliori della terra - dovrebbero però aver imparato ad ‘amare’ e quindi avranno delle ‘società’ più avanzate della nostra non solo moralmente ma anche civilmente. Senza guerre e senza ingiustizie.
Il ‘peccato’ farà loro paura: è sarà per questo che, finora, si sono tenute alla larga dalla Terra.
La Terra – diceva Gesù – non è infatti l'unico mondo, ma è il più corrotto!
Adesso che dal Gesù della Valtorta abbiamo però saputo che la Gran Babilonia, la prostituta famosa, è tutta la Terra, quella che - fra i tanti mondi creati da Dio e lanciati nell'immensità del firmamento - è il mondo peggiore… possiamo ben assistere nell’Apocalisse alla sua meritata distruzione, facendo finta di dimenticare (altro che ‘Libro della speranza’…, come l’ha chiamatoPadre Penasa!) che anche noi ci siamo tutti dentro:
Andiamo dunque avanti con la lettura.
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Ap 18, 1- 24:
Dopo queste cose vidi scendere dal Cielo un altro Angelo, con gran potenza, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
Egli gridò con voce potente: ‘É caduta, è caduta la grande Babilonia! É diventata la dimora dei dèmoni, il covo di ogni spirito impuro, il rifugio d’ ogni uccello immondo e odioso, perché tutte le genti han bevuto il vino della sua frenetica lussuria e i re della terra hanno fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono arricchiti per l'esorbitante suo lusso!
Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: ‘Uscite di mezzo a lei, o popolo mio, per non essere contaminati dai suoi peccati e non essere coinvolti nei suoi castighi; poiché il cumulo dei suoi peccati sale fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
Trattatela come ha trattato gli altri e rendetele il doppio di quel che ha fatto: nella coppa in cui ha mesciuto, mescete il doppio.
Quanto ha fatto di sfoggio del suo splendore e del suo lusso, altrettanto datele di tormenti e di lutto; poiché essa dice in cuor suo: ‘Io m’assido regina e non sono vedova, né saprò mai che cosa sia il pianto!’
Ma appunto per questo, in un sol giorno piomberanno su di lei i flagelli: la peste, il lutto, la fame; e sarà consumata dal fuoco, perché potente è il Signore Iddio che l’ha giudicata’.
I re della terra che con lei fornicarono e presero parte al suo lusso insolente, quando vedranno il fumo del suo incendio, piangeranno e faranno cordoglio su di lei, stando a distanza per paura dei suoi tormenti, e diranno: ‘Sventura, sventura! O grande città, Babilonia, la potente città! In un attimo è venuto il tuo giudizio!’.
I mercanti della terra piangono anch’ essi e si lamentano su di lei, perché nessuno comprerà più le loro merci; oggetti d’ oro e d’ argento, pietre preziose e perle; bisso e porpora, seta e scarlatto; e tutti i legnami odorosi, i lavori d’ avorio, di legno prezioso, di bronzo, di ferro e di marmo; e la cannella, l'amomo e i profumi, la mirra e l'incenso, il vino e l'olio, il fiore di farina e il grano, il bestiame e le pecore, i cavalli e i cocchi, gli schiavi e le anime degli uomini!
‘I frutti di cui l'anima faceva sue delizie si sono allontanati da te; tutti questi prodotti delicati e magnifici sono perduti per te, né si troveranno mai più’.
I mercanti di tali cose, arricchiti da lei, se ne staranno lontani per paura del suo tormento, e piangendo e gemendo diranno: ‘Sventura, sventura! O grande città! Si era vestita di bisso e di porpora e di scarlatto, tutta ornata d’ oro, di pietre preziose e di perle; e in un attimo è stata distrutta ricchezza sì grande!’
E tutti i piloti e tutti coloro che navigavano da un luogo all'altro, i marinai e quanti trafficano sul mare, se ne stettero alla lontana, e mirando il luogo del suo incendio esclamavano: ‘Qual città fu mai simile a questa?’
E gettandosi la polvere sul capo gridavano, e piangendo e gemendo dicevano: ‘Sventura, sventura! La grande città che con la sua opulenza fece arricchire quanti avevano navi sul mare, in un attimo è stata ridotta ad un deserto!’
O cielo, esulta sopra di lei! E voi pure o Santi, Apostoli, Profeti, perché Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia contro di lei!
Poi un Angelo potente alzò una pietra grossa come una macina e la scagliò nel mare dicendo: ‘Così in un sol colpo sarà precipitata Babilonia, la gran città, e nessuno più la troverà. E in te non si udranno più le armonie dei citaredi e dei musici e dei flautisti e dei suonatori di tromba, né più si troverà in te artefice di qualsiasi arte; né più si sentirà rumore di macine, né in te brillerà più luce di lampada, né voce di sposo o di sposa s’ udrà più in te; perché i tuoi mercanti erano i padroni della terra e dalle tue malìe sono state sedotte tutte le nazioni! Ed è in questa città che si è trovato il sangue dei profeti, dei santi e di tutti quelli che sono stati scannati sulla terra’.
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Rimango molto pensieroso a riflettere su questo passo di Babilonia che è fondamentale!
Vi confesso che – di fronte a questa terribile scena che viene descritta – mi verrebbe tanto voglia di pensarla come Agostino da Tagaste che ha confuso la Parusia intermedia con la venuta dell’Incarnazione o meglio della Resurrezione, per cui tutto ciò che viene descritto qui sarebbe già successo, oppure – dando retta agli altri esegeti che interpretano questi brani come ‘fine del mondo’ - non dovremmo più preoccuparcene appunto fino alla fine del mondo.
Poiché però la terra - dalla Venuta di Cristo in poi - non è stata affatto sconquassata, se ne dovrebbe dedurre che questa distruzione dell'Apocalisse o è un falso colossale – tanto per metterci sadicamente un po’ di paura - oppure si riferisce alla fine del mondo.
Ma… se questa distruzione di Babilonia rappresentasse invece la fine del mondo, allora saremmo tutti a posto.
La venuta intermedia non ci sarebbe più, e neanche il giudizio intermedio dato all'Umanità, in quanto corpo sociale, e io e voi saremmo tutti contenti: voi fate gli affari vostri, io continuo a fare i miei, i miei campi, i miei vigneti, il mio trattore, l'orto, insomma tutto continua normale, questo libro lo metterete in un cassetto perdonandomi per le scemate che vi ho raccontato. Infatti a quel punto – visto lo scampato pericolo – sarete disposti a perdonarmi anche quelle, attribuendole alla immaginazione di un sognatore che masochisticamente e sadicamente si compiaceva – come San Giovanni, santità a parte - di immaginare e prospettare un mondo che si stava avviando ad una catastrofe non definitiva, come quella finale, ma comunque sufficiente a toglierci il sonno, catastrofe che in fin dei conti non c’ è stata, per cui – tranne il sognatore sado-masochista - siamo tutti felici e contenti lo stesso.
OK! Ma questi qui del seguente brano, invece, credono alla ‘seconda venuta’ e alla caduta intermedia di Babilonia, e ci credono tanto da prorompere in un canto di trionfo in cielo:
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Ap 19, 1-10:
Dopo di ciò sentìi nel cielo come una forte voce d’ una gran moltitudine che diceva: ‘Alleluja! Salute, gloria e potenza al nostro Dio, perché veri e giusti sono i suoi giudizi: ha giudicato la gran meretrice che corrompeva la terra con la sua gran fornicazione, e ha vendicato su di lei il sangue dei suoi servi’.
Poi continuarono dicendo: ‘Alleluja! Il suo fumo sale per i secoli dei secoli’. Allora i ventiquattro vegliardi si prostrarono, come pure i quattro viventi, e adorarono Dio assiso sul trono dicendo. ‘Amen! Alleluja!’.
Dal trono uscì una voce che disse: ‘Date lode al nostro Dio, voi tutti suoi servi, voi che lo temete, piccoli e grandi’.
Poi sentii come una voce di una gran folla, simile a quella delle grandi acque, e come una voce di tuoni potenti che diceva: ‘Alleluja! Il Signore Dio nostro, l'Onnipotente, ha stabilito il suo Regno!
Rallegriamoci, esultiamo! Diamogli gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello: la sua Sposa s’ è già preparata, e le è stato dato di vestirsi di splendido e puro bisso’.
Poiché il bisso sono le opere di giustizia dei santi.
E l'Angelo mi disse: ‘Scrivi: ‘Beati coloro che sono chiamati al banchetto nuziale dell'Agnello!’.
Poi aggiunse: ‘Queste parole sono autentiche parole di Dio’.
Io allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: ‘No! Guardati dal farlo! Io sono un servo come te e i tuoi fratelli, che si mantengono fedeli al Vangelo di Gesù. Adora Iddio! Poiché lo spirito di profezia è la testimonianza a Gesù’.
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Dunque – rifletto - costoro inneggiano tutti e dicono che il Regno di Dio è giunto, anzi che sono giunte le nozze dell'Agnello perché la sua ‘Sposa’ si è già ‘preparata’.
Ora – avevamo detto – la ‘Sposa’ è figura della Chiesa universale, ma quella che qui è ‘pronta’ è la chiesa postparusiaca, purificata da tutta questa tribolazione, oppure la Chiesa universale finale?
Diventa fondamentale, a questo punto analizzare un momento l'episodio della caduta di Babilonia, per capire meglio se quella sia la fine del mondo o meno, senza dimenticare però che l'argomento della fine del mondo l'Apocalisse lo affronta nei capitoli successivi, dopo che Cristo è venuto sul suo cavallo bianco, dopo che ci sono stati i mille anni durante i quali Satana viene ‘incatenato’, dopo che Satana è stato nuovamente liberato, dopo l'ultimo combattimento finale, quello di Gog e Magog, dopo che si vede infine un mondo di morti che vengono risuscitati per essere giudicati in anima e corpo.
Insomma, per la fine del mondo, non so se lo avete capito, dovrà passare ancora molta acqua sotto i ponti.
Torniamo dunque ad analizzare la nostra Babilonia.
Ci viene descritta con estrema vivacità l'immagine di una Umanità opulenta, ricca, prosperosa con i suoi commerci internazionali, con navi che vanno avanti e indietro cariche di ogni ‘ben di dio’, anche se Dio non è d'accordo, una Babilonia insomma dove tutti se la passano bene fra musiche, lussi e canti: praticamente come il nostro mondo di ora, a parte quelli che stanno a guardare…
Dio invita i suoi fedeli ad abbandonare quel sistema di vita, per non essere coinvolti nella punizione, anzi li invita a non aver alcuna pietà di quella Umanità corrotta che non ha avuto pietà per nessuno e che merita le venga reso il doppio di quel che ha dato.
Ma – fate bene attenzione – dopo i flagelli e le distruzioni, non rimane un mondo di morti, ma vediamo che è ben un mondo di ‘vivi’ quello che si lamenta per le distruzioni, rimpiangendo quei fasti del passato che ora sono definitivamente sfumati.
Piangono infatti i ‘re’ della terra, piangono i mercanti, piangono gli armatori che si arricchivano con il trasporto delle merci e che ora gemono perché la terra ‘in un attimo è stata ridotta a un deserto!’.
É chiaro – da tutto il contesto - che quello che ha assistito alla caduta di Babilonia è un mondo di vivi che rimpiange solo la ‘pacchia’ perduta.
A far ben capire quanto la perdita di questo sistema insulso di vita sia definitivo, un Angelo ribadisce il concetto, facendo vedere che in futuro Babilonia verrà scagliata e sprofondata in mare come una pietra da macina.
Certo, la caduta di questa Babilonia parusiaca è figura della caduta finale della Babilonia finale, come la Nuova Gerusalemme parusiaca è figura della Gerusalemme celeste, ed è ben per questo che i brani profetici dell'Apocalisse, come quelli della Bibbia sembrano applicabili a più situazioni, come l'Agnello mosaico lo è al Gesù sacrificato e Salvatore della Redenzione.
E non è neanche da escludere che la Gran Babilonia – intesa come Umanità – comprenda a sua volta le figure di varie altre Babilonie che si sono snodate nel corso della storia: Babilonia araba, Babilonia romana dei primi imperatori: cioè quel potere politico che era assiso sui sette colli romani, Babilonie successive degli imperi successivi, fino ad arrivare alle Babilonie odierne, dell'Est e dell'Ovest, che non mi sembrano migliori di quelle antiche…, perché la storia si ripete, in peggio.
E ogni Babilonia ha finito per affondare nella scatola cinese della Babilonia successiva – sempre più grande - per finire ora nella Babilonia universale: la Terra!, quello che Gesù ha appunto definito uno dei tanti mondi abitati ma non il migliore, anzi il peggiore, tanto da aver richiesto il sacrificio di un Dio!
Ma se sul nostro futuro leggessimo ancora cosa ne dice, con grande chiarezza, il Gesù di Maria Valtorta, quello del 1943?
(M. Valtorta: ‘I Quaderni del 1943’ pagg. 506-511 – Centro Editoriale Valtortiano)
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29.10.43
Dice Gesù:
Quando faccio dire a Sofonia che Io porterò via ogni cosa dalla terra, gli faccio profetare ciò che avverrà nella antivigilia del tempo ultimo, quello che poi Io annunciai parlando, adombrato sotto la descrizione della rovina del Tempio e di Gerusalemme, della distruzione del mondo, e ciò che profetò il Prediletto nel suo Apocalisse.
Le voci si susseguono. Anzi posso dire che, come in un edificio sacro elevato a testimoniare la gloria del Signore, le voci salgono da pinnacolo a pinnacolo, da profeta a profeta antecedente a Cristo, sino al culmine maggiore su cui parla il Verbo durante il suo vivere d’ uomo, e poi scendono da pinnacolo a pinnacolo, nei secoli, per bocca dei profeti susseguenti al Cristo.
É come un concerto che canta le lodi, le volontà, le glorie del Signore, e durerà sino al momento in cui le trombe angeliche aduneranno i morti dei sepolcri e i morti dello spirito, i viventi della terra e i viventi del Cielo, perché si prostrino davanti alla visibile gloria del Signore e odano la parola della Parola di Dio, quella parola che infiniti hanno respinta o trascurata, disubbidita, schernita, disprezzata, quella Parola che venne: Luce nel mondo, e che il mondo non volle accogliere preferendo le tenebre.
Io sono il vertice dell'edificio di Dio. Parola più alta e vera della mia non può esserci. Ma il mio ‘spirito’ è nella bocca delle ‘parole’ minori, poiché ogni cosa che parla di ciò che è di Dio, è parola ispirata da Dio.
La carestia e le mortalità delle epidemie saranno uno dei segni precursori della mia seconda venuta. Punizioni create per punirvi e richiamarvi a Dio opereranno, con la loro dolorosa potenza, una delle selezioni fra i figli di Dio e di Satana.
La fame data dalle rapine e dalle guerre maledette, volute senza giustificazione di indipendenze nazionali ma per sola ferocia di potere e superbia di demoni in veste d’uomini, data dall'arresto, per volere di Dio, delle leggi cosmiche, per cui il gelo sarà aspro e protratto, per cui il calore sarà bruciante e non mitigato da piogge, per cui le stagioni saranno invertite a avrete siccità nelle stagioni delle piogge e piogge nel tempo della maturazione delle messi, per cui ingannati da subiti tepori o da insolite frescure, fioriranno fuori tempo le piante e si ricopriranno, dopo aver già generato, gli alberi di nuovi inutili fiori che spossano senza frutto la pianta – poiché ogni disordine è nocivo e conduce a morte, ricordatevelo, o uomini – la fame tormenterà crudelmente questa razza proterva e nemica di Dio.
Gli animali, privi di fieni e di biade, di grani e di semi, periranno per fame e, per la fame dell'uomo, saranno distrutti senza dar loro tempo di procreare. Uccelli del cielo e pesci delle acque, mandre e greggi, saranno assaliti da ogni parte per dare ai vostri ventri il cibo che la terra non partorirà più per voi che scarsamente.
Le mortalità create da guerre e da pestilenze, da terremoti e nubifragi, precipiteranno nell'al di là buoni e malvagi.
I primi per punizione vostra che, privati dei migliori, sempre più peggiorerete, i secondi per punizione loro che avranno, anzi l'ora prevista, l'inferno per loro dimora.
La vittima preparata dal Signore per purificare l'altare della Terra profanato dai peccati d’idolatria, di lussuria, di odio, di superbia, sarete voi, uomini che perirete a mille e a diecimila sotto la falce aguzza dei fulmini divini. Come erba falciata su un prato d’aprile, cadrete gli uni sugli altri: i fiori santi mescolati a quelli velenosi, i morbidi steli mescolati ai pungenti rovi.
La mano dei miei angeli sceglierà e separerà i benedetti dai maledetti, portando i primi al Cielo e lasciando i secondi ai tridenti dei demoni per la pastura dell'Inferno.
Esser re o mendicanti, sapienti o ignoranti, giovani o vecchi, guerrieri o sacerdoti, non costituirà differenza e baluardo contro la morte.
Il castigo vi sarà e tremendo.
L’occhio di Dio sceglierà i destinati levando le ‘luci’ perché non abbiano più a soffrire della caligine creata dagli uomini congiunti a Satana, levando le ‘tenebre’ generatrici di tenebre perché possedute dal padre delle tenebre: Satana.
L’occhio di Dio, che penetra nei palazzi, nelle chiese, nelle coscienze – e non c’è sbarrame e non c’è ipocrisia che gli impedisca di vedere – scruterà nel seno della Chiesa: Gerusalemme di ora, scruterà nel seno delle anime e scriverà il singolo decreto per gli ignavi, gli indifferenti, i tiepidi, i ribelli, i traditori, gli omicidi dello spirito, i deicidi.
No, non pensate che Dio non vi farà né male né bene per le vostre opere.
Io ve lo giuro, lo giuro a Me stesso, lo giuro per la mia Giustizia, Io giuro con triplice giuramento, Io vi farò del bene per il bene che farete e del male per il male da voi compiuto.
Se a voi le immondezze della carne e della vostra vita da bruti vi fanno crosta agli occhi dell'anima per impedirle di vedere Dio, a Dio nulla fa velo.
Appesantirò la mia mano su coloro che di essere nel fango si beano e che nel fango vogliono restare nonostante ogni invito e ogni mezzo che do loro per uscirne.
Diverranno fango nel fango, poiché del fango del peccato fanno il cibo preferito dalla loro fame impura.
Il giorno si avvicina, figli che avete rinnegato il Padre. Il tempo della terra è lungo e breve nello stesso tempo.
Non era ieri forse che godevate di un onesto benessere dato dalla pace e dalle opere pacifiche che danno pane e lavoro? Non era ieri forse, o voi che vivete in quest’ ora tremenda, che godevate la gioia della famiglia non smembrata e distrutta, la gioia dei figli intorno al desco del padre, del talamo: lo sposo presso alla sposa, del padre curvo sui capi dei bimbi come maestro e amico? Ed ora? Dove è tutto ciò? Rapido come uccello che vola in lidi lontani, quel tempo è passato. Era ieri… ora vi volgete e vedete che un numero di giorni, che l'orrore moltiplica con la sua sanguigna intensità, ve ne separa. Vi rifugiate nel ricordo, ma cumuli di macerie e distese di tombe vi distruggono la dolcezza del ricordo con la realtà del presente.
Oh! Uomini, che insultate Dio con voci di bocca e di cuore credendovi lecito farlo, udite, uomini, la voce di Dio, straziata e straziante, che già tuona sul mondo poiché non le giova parlarvi per bocca dei suoi servi ed amici, e che vi annuncia l'ira sua, e che vi chiama ancora perché di punirvi ne soffre.
Prima che la cecità degli spiriti vostri sia totale, venite al medico e alla Luce. Prima che il sangue sia tanto d’ essere lago di morte, venite alla sorgente della Vita. Radunate le vostre misere capacità di amore e volgetele a Dio.
L’Amore vi perdonerà per quelle briciole d’ amore, avanzo delle rapine della carne e di Satana, che voi offrirete a Lui.
A Dio vanno date le primizie e la totalità dei beni. Ma posto che questo non avete saputo fare, o figli che mi siete costati la vita, date al Signore grande, pietoso, potente, quello che ancora vi resta.
Nella vostra povertà di spirito, povertà non evangelica ma umana, strappatevi dal cuore l'ultimo picciolo, negate alla carne quel resto e datelo a Me.
So che a un mio diletto costa meno il sacrificio della vita, poiché l'amore lo inebria, di quanto a voi non costi il sacrificio di un bacio.
E per il vostro sforzo, sproporzionato all'offerta, vi darò premio sproporzionato al dono. Ve lo darò purché veniate.
Chi ben lavorò nell'ultima ora sarà ammesso al Regno come colui che resse l'aratro, fino a cadere su esso, dalla sua aurora alla sua anticipata sera.
D’avere dimora diversa in Cielo non vi rammaricherete; là non sono le meschinità delle invidie umane.
Ma conquistate questo Cielo che ho creato per voi e che vi ho aperto con la mia morte di Croce. Venite al Signore prima che il Signore venga su voi con la sua maestà di Giudice.
Riguardo a voi, miei diletti, restate nella via che avete scelta.
Turbini e tempeste non potranno farvi perdere la meta che sono Io, il cui cuore è aperto per ricevervi col bacio di amore più vivo. Lasciate che cadano regni e popoli, e ciò che ora si crede potente divenga cenere e maceria, e ciò che ora si crede lecito dettare volontà e dottrine divenga polvere stritolata dalla Volontà e dalla Legge di Dio.
Nel mio breve regno sul mondo sarò Io che regnerò, Io e i resti del mio popolo, ossia i fedeli veri, quelli che non hanno rinnegato Cristo e ricoperto il segno di Cristo con la tiara di Satana. Cadranno allora le bugiarde deità dello strapotere, le dottrine oscene rinneganti Iddio, Signore onnipotente.
La mia Chiesa, prima che l'ora del mondo cessi, avrà il suo fulgido trionfo.
Nulla è diverso nella vita del Corpo Mistico di quanto fu nella vita del Cristo.
Vi sarà l'osanna alla vigilia della Passione, l'osanna quando i popoli, presi dal fascino della Divinità, piegheranno il ginocchio davanti al Signore.
Poi verrà la Passione della mia Chiesa militante, e infine la gloria della Risurrezione eterna in Cielo.
O beatitudine di quel giorno in cui saranno finite per sempre le insidie, le vendette, le lotte di questa terra, di Satana, della carne!
La mia Chiesa sarà allora composta di veri cristiani. Allora, nel penultimo giorno. Pochi come all'inizio, ma santi come all'inizio.
Finirà in santità come in santità cominciò. Fuori resteranno i mentitori, i traditori, gli idolatri. Quelli che all'ultima giornata imiteranno Giuda e venderanno la loro anima a Satana nuocendo al Corpo mistico di Cristo.
In essi la Bestia avrà i suoi luogotenenti per la sua ultima guerra.
E guai a chi in Gerusalemme, negli ultimi tempi, si renderà colpevole di tale peccato. Guai a coloro che in essa sfrutteranno la loro veste per utile umano. Guai a coloro che lasceranno perire i fratelli e trascureranno di fare della Parola che ho loro affidata pane per le anime affamate di Dio. Guai.
Fra chi rinnegherà apertamente Dio e chi lo rinnegherà con le opere, Io non farò differenza.
E in verità vi dico, con dolore di Fondatore eccelso, che all'ultima ora tre quarti della mia Chiesa mi rinnegheranno, e li dovrò recidere dal tronco come rami morti e corrotti da lebbra immonda.
Ma voi che rimarrete in Me, udite la promessa del Cristo.
Attendetemi con fedeltà e amore ed Io verrò con tutti i miei doni. Col dono dei doni: Me stesso. Verrò a redimere e a curare. Verrò a illuminare le tenebre, a vincere e fugarle.
Verrò a insegnare agli uomini ad amare e adorare il Dio eterno, il Signore altissimo, il Cristo santo, il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Verrò a portarvi non la pace di questo mondo, eterno distruttore della Pace, ma la Pace del Regno che non muore.
Esultate o miei servi fedeli. Questo vi dice la bocca che non mente. Voi non avrete più a temere di alcun male perché porrò fine al tempo del male, anticiperò questa fine per pietà dei mei benedetti.
Esultate soprattutto, o voi, miei amati di ora.
Per voi ancor più sollecito sarà l’avvento del Cristo e il suo abbraccio di gloria.
Per voi già si aprono le porte della Città di Dio e ne esce il Salvatore vostro per venirvi incontro a darvi la Vita vera.
Ancora un poco e poi verrò. Come per Lazzaro, l'amico mio, Io vi chiamerò uno ad uno; ‘Vieni fuori!’. Fuori di questa vita della terra che è tomba per lo spirito incarcerato nella carne. Fuori. Nella vita e nella libertà del Cielo.
Chiamatemi col vostro amore fedele. Esso sia la vampa che fonde le catene della carne e dà allo spirito la libertà di venire presto a Me.
Dite il più bel grido scritto da uomo: ‘Vieni, Signore Gesù’.
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Questo ‘dettato’ di Gesù a Maria Valtorta, di grande bellezza e potenza, si spiega da solo ed è inutile commentarlo.
Ma ecco ora un altro successivo ‘dettato’ del Gesù valtortiano che – sempre parlando alla sua mistica Maria - completa nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, quanto detto in quello precedente:
(M. Valtorta: ‘I Quaderni del 1943’ pagg. 545-551 – Centro Editoriale Valtortiano)
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11.11.43
Dice Gesù:
Spingiamo insieme lo sguardo nei tempi che, come placida alba successa a notte di bufera, precederanno il Giorno del Signore
Tu non vi sarai più. Ma dal luogo del tuo riposo ne gioirai, perché vedrai prossimo a finire il combattimento dell’uomo e già il dolore affievolirsi per dare ai viventi tempo di ritemprarsi per l’ultima breve convulsione della Terra, prima di udire il comando che la aduna in tutti i suoi viventi e in tutti i suoi avuti, dal tempo di Adamo in poi.
Già te l’ho detto. La mia Chiesa avrà il suo giorno di osanna prima dell’estrema passione. Poi verrà l’eterno trionfo.
I cattolici – e tutto l’orbe conoscerà allora la chiesa Romana, perché il Vangelo risuonerà dai poli all’equatore e da un lato all’altro del globo, come una fascia d’amore, andrà la Parola – i cattolici, usciti dalla lotta ferocissima di cui questa è unicamente il preludio, sazi di uccidersi e di seguire brutali dominatori, dalla sete di uccidere insaziabile e dalla violenza insuperabile, si volgeranno verso la Croce trionfante, ritrovata dopo tanto loro accecamento. Sopra tanto fragore di stragi e tanto sangue udranno la Voce che ama e perdona e vedranno la Luce, candida più del giglio, che scende dai Cieli per istruirli ai Cieli.
Come una marcia di milioni e milioni di tribù, gli uomini andranno con il loro spirito verso Cristo e porranno la loro fiducia nell’unico ente della Terra in cui non è sete di sopraffazioni e voglia di vendetta.
Sarà Roma che parlerà. Ma non la Roma più o meno grande e durevolmente grande che possono ottenere dei capi popolo. Sarà la Roma di Cristo. Quella che ha vinto i Cesari, li ha vinti senza armi e senza lotte, con un’unica forza: l’amore; con un’unica arma: la Croce; con un’unica oratoria: la preghiera. Sarà la Roma dei grandi Pontefici che in un mondo, oscurato dalle invasioni barbariche e inebetito dalle distruzioni, ha saputo conservare la civiltà e spanderla fra gli incivili. Sarà la Roma che ha tenuto testa ai prepotenti e per bocca dei suoi santi Vegliardi ha saputo prendere la parte dei deboli e mettere l’aculeo di una spirituale punizione anche in quelli che in apparenza erano refrattari a qualsiasi rimorso.
Non potete fra voi, o popoli diversi, giungere a durevole accordo. Avete tutti le stesse aspirazioni e gli stessi bisogni, e come piatto di bilancia il peso della buona parte dell’uno va a detrimento dell’altro. Vivete per avere sempre la parte maggiore e vi uccidete per questo. É una alterna vicenda che si fa sempre più grave.
Ascoltate la voce di chi non ha sete di dominio e vuole regnare, in nome del suo Re Santissimo, unicamente sugli spiriti. Verrà quel giorno in cui, disillusi degli uomini, vi volgerete a Colui che è già più spirito che uomo e dell’umanità conserva quel tanto necessario a farvi persuasi della sua presenza.
Verrà dalla sua bocca, che io ispiro, la parola simile a quella che Io vi direi, io, Principe della Pace. Vi insegnerà la perla preziosissima del perdono reciproco e vi persuaderà che non vi è più bell’arma del vomere e della falce che ferisce le glebe per renderle opime e che taglia le erbe per farle più belle. Vi insegnerà che la fatica più santa è quella che si compie per procurare un pane, una veste, una casa ai fratelli, e che solo amandosi da fratelli non vi è più conoscenza di veleno d’odio e di torture di guerre.
Figli, iniziate la marcia verso la Luce del Signore. Non andate oltre brancolando fra le tenebre cieche. I miei prediletti alla testa, vincendo ogni umano timore poiché Io sono con voi, o più cari al mio Cuore, gli altri trascinati dall’esempio dei miei santi, iniziate questo novello Esodo verso la nuova Terra che Io vi prometto e che sarà la vostra stessa Terra, ma mutata dall’amore cristiano.
Separatevi da coloro che sono gli idolatri di Satana, del mondo e della carne. Senza sprezzo separatevene, Lo sprezzo non giova. Rovina senza giovare. Ma separatevene per non essere contagiati da loro. Amateli di un amore di redentori, mettendo fra voi e loro la vostra fede nel Cristo come un baluardo. Non siete abbastanza forti per poter vivere in mezzo ad essi senza pericolo. Troppi secoli di decadimento spirituale sempre più forte vi hanno indeboliti. Imitate i primi cristiani. Sappiate vivere nel mondo ma isolati dal mondo in forza del vostro amore per Dio.
E non piegatevi mai a credere un superuomo il misero uomo che non differisce dai bruti perché come essi ha tutta la sua parte migliore nell’istinto: unica cosa che non faccia di lui peggio di un bruto. Il Profeta dice: ‘Lasciate dunque l’uomo che ha lo spirito nelle narici’.
Voglio che interpretiate in questo senso la frase. L’animale privo di respiro altro non è che spoglia immonda. L’unica sua vita è nel respiro. Chiuse le narici a questo soffio, cessa di esistere e diviene una carogna.
Vi sono molti uomini che non sono superiori ad esso, non avendo altra vita fuorché quella animale che dura per quanto dura il loro respiro. Lo spirito è morto, lo spirito fatto per i Cieli.
Giusto è dunque dire che vi sono uomini che hanno per spirito il respiro delle loro narici e dai quali è meglio stare spiritualmente lontani, perché l’alito di Satana, e della bestialità che esce da loro, non intacchi la vostra umanità e la renda simile alla loro.
Pregate per essi, o voi benedetti. Ciò è carità. E poi basta. Le parole non entrano nei chiusi alla Parola. E non lo crediate eccelso colui che fuma e soffia la sua prepotenza e la sua superbia dalle narici come belva furente. Eccelso è solo colui che ha vivo lo spirito ed è perciò figlio di Dio. Gli altri sono povere cose la cui elevazione fittizia è destinata a gran crollo e la cui memoria non sopravvive altro che come memoria di scandalo e orrore.
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Ora vi sarà agevole – alla luce di quanto abbiamo fino ad ora letto – cogliere meglio molti aspetti del futuro, tanto che il quadro dell’Apocalisse non è più del tutto un mistero ma diventa finalmente più chiaro.
Ecco dunque – qui di seguito semplificate - le tappe che ne emergono sul futuro dell’Umanità:
- Vi sarà un tremendo castigo: quello della cosiddetta ‘grande tribolazione’ e del regno dell’Anticristo con persecuzioni anticristiane: la Terra dovrà essere purificata dalle sue nefandezze. Questa è forse la battaglia spirituale di Armageddon di cui parla L’Apocalisse. Battaglia di spiriti oltre che di uomini.
- Vi sarà poi un ‘breve’ Regno (sono i cosiddetti ‘mille anni’ dell’Apocalisse, ma forse il ‘breve’ va inteso secondo il tempo di Dio) di Gesù sul mondo, dove Egli regnerà con i resti del suo popolo, cioè i fedeli veri.
- La Chiesa avrà in questo periodo il suo fulgido trionfo terreno.
- La Nuova Terra di cui tanto parlano coloro che attendono la Nuova Era ‘millenaria’ con una Terra materialmente rinnovata, va invece intesa in senso morale-spirituale: sarà la nostra stessa Terra attuale ma ‘mutata da un nuovo vivere cristiano’. Ovviamente tale ‘Nuova Terra’ è anche figura della Palingenesi della futura Città di Dio, la ‘celeste Gerusalemme’.
- La Chiesa, intesa come Corpo Mistico, ripercorrerà le stesse tappe della vita del Cristo.
- Anch’essa avrà quindi – nel ‘millennio felice’ e prima della sua Passione alla fine del mondo – l’Osanna che ebbe Gesù alla vigilia della Sua Passione pochi giorni prima della Crocifissione.
- Dopo la bufera dell’era anticristiana, quella del ‘millennio felice’ sarà come l’alba che precederà il ‘giorno’ del Signore, cioè il ‘giorno’ del Giudizio Universale. L’Umanità convertita al cristianesimo o comunque riappacificatasi con Dio, verrà ammaestrata alla perfezione e si ritemprerà in attesa dell’ultimo assalto finale di Satana.
- Dopo il ‘millennio’ e alla fine del mondo - ci sarà infatti la Passione: la Chiesa militante verrà nuovamente perseguitata dai nemici di Dio e il Padre deciderà di porre fine all’avventura della razza umana.
- In quell’epoca lontana la Chiesa - perseguitata non più dall’Anticristo ma da Satana in persona che sarà stato liberato dall’incatenamento dei ‘mille anni’ - sarà composta da pochi cristiani, pochi come ai primordi ma santi come ai primordi.
- Scoppierà allora l’ultima ‘Guerra’ fra Bene e Male, dopo la quale, con la Venuta del Gesù Cristo Parusiaco finale, ci sarà il Giudizio Universale con la Risurrezione dei corpi e la Pace con l’ingresso nel Regno che non muore.
Bene, ora che abbiamo terminato questa ‘parentesi’ del terzo intermezzo, possiamo riprendere lo snodarsi dell’azione dell’Apocalisse da dove l'avevamo interrotta, e cioè riprendendo il discorso dai sette angeli delle sette piaghe ai quali i quattro Viventi avevano dato le sette coppe d’oro (piene) dell'ira di Dio:
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Ap 16, 1-21:
Dal Tempio udii venire una gran voce che diceva ai sette angeli: ‘Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio’.
Il primo andò e versò la sua coppa sulla terra e ne venne un'ulcera crudele e maligna agli uomini che avevano l'impronta della bestia e che si prostravano davanti alla sua statua.
Il secondo versò la sua coppa nel mare, che divenne come sangue d’un morto, e tutti gli esseri viventi nel mare perirono.
Il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti, che diventarono sangue. E sentii l'angelo preposto alle acque che diceva: ‘Giusto sei tu, che sei e che eri, tu il Santo, perché così hai giudicato. Infatti essi hanno sparso il sangue dei Santi e dei Profeti, e tu hai dato loro a bere del sangue! Ne sono ben degni!’
E sentii l'altare che diceva: ‘Sì, o Signore, Dio Onnipotente, veri e giusti sono i tuoi giudizi’.
Poi il quarto versò la sua coppa sul sole, e gli fu dato di bruciare gli uomini coi suoi ardori.
Gli uomini, allora, furono colpiti da terribili bruciature, tuttavia bestemmiarono il nome di Dio che ha potere su questi flagelli, ma non si convertirono per dargli gloria.
Il quinto versò la coppa sul trono della bestia, e il suo regno fu immerso nelle tenebre.
Gli uomini si mordevano la lingua dal dolore e bestemmiarono Iddio del cielo a causa delle loro sofferenze e delle ulcere; ma non si convertirono dalle loro opere.
Il sesto versò la sua coppa nel fiume, il grande Eufrate, e le sue acque si seccarono, perché fosse preparata la via ai RE DELL’ORIENTE.
Poi vidi uscire dalla bocca del dragone, da quelle della bestia e dalla bocca del falso profeta tre spiriti immondi, simili a rane.
Essi sono spiriti di demoni, che fanno prodigi e se ne vanno ai re di tutta la terra, al fine di radunarli per la battaglia del gran giorno di Dio onnipotente. (Ecco che io vengo come un ladro! Beato chi veglia e custodisce le sue vesti per non dover andare nudo e lasciar vedere le sue vergogne!). E li radunarono nel luogo chiamato in ebraico Armagedon.
Il settimo versò la sua coppa nell’aria; e dal Tempio, partendo dal trono, uscì una gran voce che disse: ‘É fatto!’
E ne seguirono lampi e voci di tuoni; poi venne un terremoto tale che da quando l'uomo è sulla terra non vi fu mai un terremoto così catastrofico.
La grande città dell'Anticristo fu squarciata in tre parti e le città delle genti crollarono.
Dio si ricordò di Babilonia, la grande, per dare a lei il calice del vino della sua ardente indignazione.
Allora fuggirono tutte le isole e sparirono le montagne. Una grandine enorme, come un talento, cadde dal cielo sopra gli uomini; e gli uomini bestemmiarono Iddio a causa di quella grandine disastrosa, perché erano veramente disastrosi i suoi effetti.
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Quel che mi colpisce di più, in questo brano dell’Apocalisse, è la successione rapida degli avvenimenti, come se – dopo una gran preparazione – tutto precipitasse molto in fretta o come se dopo una gran sopportazione di duemila anni Dio avesse perso la pazienza e avesse deciso in quattro e quattr’otto di farla finita e dire ‘Basta!’ una volta per tutte.
E non ci sono neanche commenti, come invece in quasi tutte le visioni precedenti, come se i commenti a questo punto non servissero più, perché a dir la verità erano già stati ben messi in quei capitoli dell'Apocalisse dove si parlava – e direi anche nei particolari – della distruzione di ‘Babilonia la grande’, la ‘gran città’.
Altri commenti li fa invece, nei Quaderni del 1943, il Gesù della Valtorta.
Nel linguaggio profetico valtortiano (linguaggio volutamente velato come quello dell’Antico Testamento) - con Gesù che parla con lo sguardo volto al futuro fino alla fine del mondo - la terrena Gerusalemme si sovrappone alla celeste Gerusalemme, e la ‘Parusia intermedia’ - per la sconfitta dell’Anticristo con l’instaurazione del Regno di Dio in terra nel cuore degli uomini - si sovrappone quasi fondendosi con la visione finale del Regno di Dio in Cielo.
Quando poi si parla di ‘abominio della desolazione nel Tempio santo’ o di ‘abominio della desolazione nella Casa di Dio’, ci si domanda se si debba intendere quella dei tempi dell’Anticristo o anche di un eventuale ‘abominio finale’ (ancor peggiore di quello precedente) quando Satana – dopo il ‘millennio felice’ – verrà nuovamente ‘liberato’ e gli uomini torneranno a seguirlo nuovamente, numerosi come la sabbia del mare?
E i tre anni e sei mesi d’orrore del tempo dell’Anticristo nel corso della Storia sono anch’essi ‘figura’ di un analogo periodo del ritorno finale di Satana alla fine della Storia?
E ancora, mio dubbio finale, quando si parla di ‘Babilonia la grande’ si deve intendere quella di ora, cioè l’Umanità di ora, o anche una Babilonia finale, di cui la prima è pure figura, quella della fine del mondo quando l’Umanità si alleerà nuovamente a Satana?
In questo campo e in questa fase storica – quanto all’Apocalisse - non si può e non si deve pretendere di capire tutto. Bisogna dunque stare attenti – come nel brano valtortiano seguente - ai vari ‘passaggi’ per non entrare in confusione, ma sapendo che certe cose sono dette volutamente in forma ‘velata’ perché in fin dei conti parliamo sempre di ‘Apocalisse’, cioè di un ‘mistero’ che potrà essere svelato solo quando Dio lo vorrà.
Ecco qui – ad esempio - un commento di Gesù a tre brani del Profeta Zaccaria.
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11.12.43.
Zaccaria cap. 12-13-14
Dice Gesù:
La mia Chiesa ha già conosciuto periodi di oscurantismo dovuti ad un complesso di cose diverse.
Non si deve dimenticare che se la Chiesa, presa come ente, è opera perfetta come il suo Fondatore, presa come complesso di uomini presenta le manchevolezze proprie di ciò che viene dagli uomini.
Quando la Chiesa – e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa – agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore.
Ma guai quando, anteponendo gli interessi della terra a quelli del Cielo, inquinò se stessa con passioni umane!
Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire.
Allora necessariamente la luce si oscurò in crepuscoli più o meno fondi, o per difetto proprio dei Capi assurti per arti umane a quel trono, o per debolezza degli stessi contro le pressioni umane.
Sono questi i tempi in cui vi sono i ‘pastori idoli’ di cui già ho parlato, conseguenza, in fondo, degli errori di tutti. Perché se i cristiani fossero quali dovrebbero essere, potenti ed umili che siano, non avverrebbero abusi ed intromissioni, e non verrebbe provocato il castigo di Dio che ritira la sua luce a coloro che l'hanno respinta.
Nei secoli passati, da quegli errori sono venuti gli antipapi e gli scismi, i quali, tanto gli uni che gli altri, hanno diviso le coscienze in due campi opposti provocando rovine incalcolabili d’anime.
Nei secoli futuri, quegli stessi errori sapranno provocare l'Errore, ossia l’Abominio nella Casa di Dio, segno precursore della fine del mondo.
In che consisterà? Quando avverrà? Ciò non vi necessita di saperlo.
Vi dico solo che da un clero troppo cultore di razionalismo e troppo al servizio del potere politico, non può che fatalmente venire un periodo molto oscuro per la Chiesa.
Ma non temete. La profezia di Zaccaria si salda come anello ad anello a quella di Giovanni. Dopo questo periodo di travaglio doloroso, in cui perseguitata da forze infernali, la Chiesa, come la mistica Donna di cui parla Giovanni, dopo esser fuggita per salvarsi rifugiandosi nei migliori e perdendo nella mistica (dico ‘mistica’) fuga i membri indegni, partorirà i santi destinati a condurla nell'ora che precede i tempi ultimi.
Mano di padre e di re avranno coloro che dovranno radunare le stirpi intorno alla Croce per preparare l'adunata del Cristo.
Né una stirpe mancherà all'appello, con i figli migliori.
Allora verrò Io e contro tutte le insidie e le astuzie, gli attentati e i delitti di Satana verso la mia terrena Gerusalemme – la Chiesa militante – metterò il mio potere a difesa.
Spanderò il mio spirito su tutti i redenti della terra.
E anche coloro che ora soffrono, espiando le colpe dei padri, e che non sanno trovare salvezza perché non osano volgersi a Me, troveranno la pace perché, battendosi il petto, invocheranno – in ben altra maniera dei padri loro – su loro quel sangue già sparso, e che goccia inesausto dalle membra che i padri loro hanno trafitto.
Come fontana Io starò in mezzo al mio gregge tutto ricomposto, e laverò in Me tutte le brutture passate che già il pentimento avrà iniziato a cancellare.
Allora, Re di Giustizia e Sapienza, sperderò gli idoli delle false dottrine, purgherò la terra dai falsi profeti che in tanti errori vi hanno tratto.
Mi sostituirò Io a tutti i dottori, a tutti i profeti, più o meno santi o più o meno malvagi, perché l'ultimo ammaestramento deve essere mondo di imperfezione, dovendo preparare al Giudizio finale coloro che non avranno tempo di purgazione essendo tosto chiamati alla tremenda rassegna.
Il Cristo redentore, la cui mèta è redimervi e che non lascia nulla di intentato per farlo, e già va iniziando e accelerando il suo secondo ammaestramento per controbattere con voce di verità le eresie culturali, sociali e spirituali, sorte per ogni dove, parlerà coi segni del suo Tormento. Fiumi di luce e di grazia usciranno dalle mie Piaghe, ferite che hanno ucciso il Figlio di Dio ma che sanano i figli dell'uomo.
Questi vivi carbonchi delle mie piaghe, saranno spada agli impenitenti, agli ostinati, ai venduti a Satana, e saranno carezza ai ‘piccoli’ che mi amano come Padre amoroso.
Sulla loro debolezza scenderà questa carezza del Cristo a fortificarli e la mia mano li convoglierà verso la prova nella quale solo chi mi ama di amor vero resiste. Una terza parte. Ma questa sarà degna di possedere la Città del cielo, il Regno di Dio.
Allora verrò, non più Maestro ma Re, a prendere possesso della mia Chiesa militante, ormai fatta Una e Universale come la mia volontà la fece.
Cessato per essa il secolare travaglio. Vinto per sempre il Nemico. Mondata la Terra dai fiumi della Grazia scesa per un'ultima volta su di essa a farla come era al principio, quando il Peccato non aveva corrotto questo altare planetario destinato a cantare con gli altri pianeti le lodi di Dio, e per la colpa dell'uomo divenuto base al patibolo del suo Signore fatto Carne per salvare la Terra.
Vinti tutti i seduttori, tutti i persecutori che con ritmo incalzante hanno turbato la Chiesa mia sposa, Essa conoscerà la tranquillità e la gloria.
Insieme saliremo per un’ultima ascensione, Io e i miei santi, a prendere possesso della Città senza contaminazione, dove è preparato il mio trono e dove tutto sarà nuovo e senza dolore.
Immersi nella mia Luce regnerete meco nei secoli dei secoli.
Questo vi ottiene Colui che per voi si è incarnato nel seno di Maria ed è nato a Betlemme di Giuda per morire sul Golgota.
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12.18 - Allora verrà il tempo in cui, conculcata fino ad un punto mai raggiunto, la Chiesa…
Decisamente l'Apocalisse non si legge facilmente come un romanzo, e neanche la Valtorta.
E neanche Padre Penasa. E neanche questo mio libro, se è per questo. Ok?
Andiamo avanti, ora, con quest’altro ‘Dettato’ della Valtorta, che è un commento di Gesù ad un brano di Daniele.
Anzi, prima di leggere il ‘commento’, andiamo a leggerci sulla Bibbia il testo integrale di Daniele, almeno poi – forse - capiremo meglio:
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Daniele 12, 1-13 (da ‘La Bibbia’ – Edizioni Paoline, 1968)
In quel tempo sorgerà Michele, il grande principe, che sta a guardia del tuo popolo.
Quello sarà un periodo di tale angoscia, quale non fu da quando esistono le nazioni fino a quel giorno. In quel tempo saranno salvi, fra il tuo popolo, tutti coloro che si troveranno iscritti nel libro. E un gran numero di quelli che dormono nella polvere della terra si desteranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per il ludibrio e per l'infamia perpetua.
I saggi brilleranno allora come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia, splenderanno come le stelle per tutta l'eternità.
Or tu, Daniele, riponi queste parole e sigilla il libro fino al tempo della fine. Molti lo scruteranno e crescerà la loro conoscenza.
Ma io, Daniele, guardavo: ed ecco altri due, che stavano in piedi l'uno sulla sponda destra e l'altro su quella sinistra.
Allora uno disse all'uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume: ‘Quando avverrà l'adempimento di queste cose straordinarie?’.
E udii l'uomo vestito di lino che stava sulle acque del fiume, alzando la destra e la sinistra al cielo, giurare per Colui che vive in eterno e dire: ‘Ciò avverrà per un tempo, più tempi e metà di un tempo; e tutte queste cose si compiranno quando sparirà colui che annienta la potenza del popolo santo’.
Io udii ma non compresi. Allora domandai: ‘Signor mio, quale sarà l'ultimo di questi avvenimenti?’. Egli rispose: ‘Va, Daniele, poiché queste parole rimarranno chiuse e sigillate fino al tempo della fine. Molti saranno saggiati, purificati e provati col fuoco; gli empi commetteranno delitti su delitti ma nessuno di loro intenderà nulla; i saggi invece intenderanno. E dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e verrà sostituito con l'abominazione della desolazione, saranno 1290 giorni. Beato colui che sa aspettare e raggiunge 1335 giorni. E tu va alla fine e riposa: risorgerai alla fine dei tempi per ricevere la tua parte’.
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Bene, non ho capito niente, e allora possiamo anche andare a vedere cosa dice Gesù a Maria Valtorta in un altro suo Dettato dei ‘Quaderni del 1944’:
23.1.44:
Dice Gesù:
L’Arcangelo che ha vinto Lucifero, e che sta a guardia del Mio Regno e dei figli di esso, sarà quello che sorgerà come segno celeste nell'ultimo tempo.
Sarà questo il tempo in cui Israele sarà ricongiunto alla Roma di Cristo e non ci saranno più i due rami del popolo di Dio: il benedetto e il maledetto per il suo deicidio, ma un unico tronco detto di Cristo, perché vivente in Me.
Allora, poiché il numero dei salvati sarà completo, verrà la risurrezione della carne e, come moltitudine che dorme e che una tromba risveglia per chiamarla ad una adunata, i morti stesi negli infiniti cimiteri, nei deserti, nei mari, ovunque giace un che fu uomo, sorgeranno per venire a Me, Giudice supremo.
Oh! Luce che sei attributo mio e che farai rifulgenti come stelle coloro che conobbero la Sapienza e insegnarono la Giustizia e la vissero, come ti effonderai gioiosa quel giorno sui miei beati!
L’ultimo tempo di tre anni e sei mesi, tremendo come mai l’uomo conobbe, sarà quello in cui Satana, attraverso il suo figlio, arso da supremo livore – perché anche la scissione fra i due rami del popolo sarà finita, e con essa la causa di tanti mali materiali, morali e spirituali – userà le sue perfette ed ultime astuzie per nuocere, rovinare, uccidere il Cristo nei cuori e i cuori al Cristo.
I sapienti comprenderanno il tranello di Satana, gli innumerevoli tranelli di Satana, perché chi possiede la Sapienza vera è illuminato, e per la loro fedeltà alla Grazia diverranno candidi e provati come il fuoco, degni d’ essere eletti al Cielo.
Gli empi seguiranno il Male e faranno il male non potendo comprendere il Bene, perché di loro spontanea volontà avranno colmato il loro cuore di Male.
Allora verrà il tempo in cui, conculcata sino ad un punto mai raggiunto, la Chiesa non sarà più libera di celebrare il Sacrifizio perpetuo, e l’abominazione della desolazione sarà innalzata sul Luogo Santo e sui luoghi santi, così come è detto dai profeti e ripetuto da Me che non erro.
Daniele dice: ‘Vi saranno 1290 giorni (di questo conculcamento). Beato chi aspetta e giunge a 1335’.
Ciò vuol dire che nei tre anni e sei mesi che precederanno la FINE, un piccolo tempo sarà serbato in fine ai fedeli per riunirsi ad ascoltare l'ultima Parola, risuonante nei loro spiriti, come invito al Cielo, mentre Michele coi suoi angeli vincerà Satana e i suoi demoni.
‘Beato chi aspetta e giunge a 1335 giorni’ vuol dire: ‘Beato chi avrà perseverato sino alla fine’ poiché sarà salvo.
E a te dico: ‘Va' fino al termine stabilito (del tuo tempo di vivente sulla terra) ed avrai requie, e starai nella tua sorte sino alla fine dei giorni’.
Rimango pensieroso a riflettere sulla spiegazione di Gesù in merito a Daniele, chiedendomi se ho ben capito…
Luce:
L’Arcangelo Michele, che è quello che a suo tempo, nella prima battaglia in cielo, ha vinto Lucifero e sta a guardia del Regno celeste di Dio, è quello che sorgerà come segno celeste nell'ultimo tempo: ultimo inteso come il tempo finale di questo tempo, cioè di questo ‘ciclo’ di tempo.
Israele si sarà ricongiunto a Roma.
Solo allora, cioè alla fine del millennio, poiché a quel punto il numero dei salvati sarà completo, ci sarà la risurrezione della carne con il giudizio dei morti.
L'ultimo tempo di cui parlavo prima sarà di tre anni e sei mesi (vedi i due ‘testimoni’ di Ap 11, 3-14) e sarà tremendo perché Satana, arso da tremenda rabbia a causa della riunificazione del popolo di Israele a quello cristiano, farà di tutto.
I ‘sapienti’, sapienza di spirito soprannaturale, comprenderanno i tranelli di Satana ma gli empi, con la mente accecata, no, e seguiranno il Male.
Allora verrà il tempo in cui la Chiesa - perseguitata fino ad un punto mai raggiunto – non sarà neanche più libera di celebrare il Sacrificio Eucaristico e l'Abominazione della desolazione sarà innalzata nel Luogo Santo e sui luoghi santi, come detto dai profeti e da Me stesso.
Quando Daniele dice: ‘Vi saranno 1290 giorni (di questo conculcamento).Beato chi aspetta e giunge a 1335’ vuol dire che nei tre anni e sei mesi che precederanno la fine di quest’ultimo tempo di questo ciclo, vi sarà un piccolo tempo in cui i fedeli potranno riunirsi per ascoltare l'ultima Parola, mentre Michele coi suoi Angeli vincerà Satana e i suoi demoni.
‘Beato chi aspetta fino a 1335 giorni’, cioè oltre il termine di 1290 giorni, sta a significare che sarà beato chi avrà saputo tener duro sino alla fine senza cedere al Nemico.
Chiaro, ora?
Continuiamo con Daniele…
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(da ‘La Bibbia’ - Edizioni Paoline – 1968):
Daniele 7, 1-28:
Nell’anno primo di Baldassarre, re di Babilonia, Daniele, mentre era nel suo letto, ebbe un sogno e si presentarono al suo spirito delle visioni.
Allora egli scrisse il sogno.
Io miravo delle visioni durante la notte. Ecco i quattro venti del cielo sconvolgevano il mare grande. E quattro bestie enormi, diverse l'una dall'altra, salivano dal mare.
La prima era simile ad un leone, che aveva ali d’aquila.
Io stavo a guardare, quand’ecco le vennero tolte le ali, fu sollevata da terra e fatta rizzare sui piedi come un uomo, e le fu dato un cuore umano.
Dopo questa ecco un'altra bestia, la seconda, simile a un orso: stava eretta su un lato e aveva tre costole nella gola, fra i denti, e così le si diceva: ‘Su, mangia molta carne’.
Poi mentre io stavo guardando, ecco una terza bestia, simile a una pantera: aveva quattro ali d’uccello sui fianchi e quattro teste, e le fu dato il potere.
Quindi, mentr’io stavo osservando nelle visioni notturne, ecco una quarta bestia, terribile, spaventosa e straordinariamente forte. Aveva enormi denti di ferro, mangiava e stritolava e poi calpestava coi piedi ciò che restava; era diversa da tutte le bestie apparse prima di lei e aveva dieci corna.
Io stavo osservando le corna, quand’ ecco in mezzo ad esse spuntò un altro corno, mentre tre delle dieci corna precedenti le furono tolte, per dar posto a quello.
Ed ecco, il nuovo corno aveva occhi d’uomo e una bocca che parlava con arroganza.
Mentre io stavo osservando, furono disposti dei troni e un Anziano si assise.
Il suo vestito era candido come neve e come lana pura erano i capelli della sua testa; il suo trono era di fiamme con le ruote di fuoco ardente.
Un fiume di fuoco sgorgava e usciva davanti a lui. Mille migliaia lo servivano e miriadi e miriadi stavano in piedi davanti a lui.
La corte si assise e i libri furono aperti.
Io avevo ancora nelle orecchie il frastuono delle insolenze che quel corno proferiva, ma mentre osservavo, ecco la bestia fu uccisa e il suo cadavere fatto a pezzi, poi gettato nel fuoco a bruciare.
Quanto alle altre bestie, vennero private del potere, tuttavia fu lasciato loro un periodo di vita, per un certo tempo.
Io stavo contemplando nelle visioni notturne: or ecco venire sulle nubi del cielo uno come un Figlio d’ Uomo, il quale s’ avanzò fino all’Anziano e fu condotto davanti a lui, che gli conferì potere, maestà e regno, sì che tutti i popoli, le nazioni e le genti di ogni lingua lo servivano.
Il suo potere è un potere eterno che non passerà, e il suo regno non sarà mai distrutto.
Io, Daniele, rimasi profondamente turbato nel mio spirito, perché le visioni che contemplavo mi incutevano spavento.
Allora mi avvicinai a uno di quelli che stavano là, per chiedergli il vero senso di tutto quanto vedevo.
Ed egli mi rispose dandomi la spiegazione delle visioni: ‘Queste bestie enormi, apparse in numero di quattro, sono quattro re, che sorgeranno dalla terra, ma poi riceveranno il regno i santi dell'Altissimo e lo possederanno per sempre, in eterno.’
Allora chiesi per conoscere la verità sulla quarta bestia, diversa da tutte le altre, spaventosamente terribile, dai denti di ferro e dagli artigli di rame, che mangiava e stritolava, poi calpestava coi piedi ciò che rimaneva.
Chiesi pure circa le dieci corna che stavano sulla sua testa e del corno spuntato, davanti al quale ne erano cadute tre, di quel corno con gli occhi e una bocca che proferiva grandi insolenze e appariva maggiore delle altre corna.
Avevo poi osservato che quel corno faceva guerra contro i santi e li vinceva, ma poi venne l'Anziano e fu resa giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse finalmente il tempo in cui i santi presero possesso del regno.
Allora egli mi rispose: ‘La quarta bestia significa che verrà al mondo un quarto regno, diverso da ogni altro, il quale mangerà tutta la terra, la schiaccerà e la stritolerà. Le dieci corna significano: da questo regno spunteranno dieci re, poi sorgerà un altro re dopo di quelli, diverso dai precedenti, che abbatterà tre di loro. Proferirà parole insolenti contro l'Altissimo, perseguiterà i santi dell'Altissimo e cercherà di cambiare tempi e leggi.
I santi verranno dati in suo potere per un tempo, più tempi, e mezzo tempo.
Infine avrà luogo il giudizio: a costui verrà tolto non solo il potere, ma sarà distrutto e annientato per sempre.
Il regno poi, il potere e la grandezza dei regni che si trovano sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti i re lo serviranno e gli obbediranno’...
Qui ha termine la relazione. Io, Daniele, fui grandemente turbato da questi pensieri e il colore del mio volto si mutò. Ma conservai ogni cosa nel mio cuore.
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Rifletto su questo brano di Daniele.
Simpatico! Mi piace proprio questo Daniele.
Prima, infatti, perché ammette candidamente che dalla paura cambia colore e diventa paonazzo, o forse bianco come uno straccio: e se questo è successo a lui che si era limitato a sognarlo, figuriamoci noi che forse fra non molto entreremo in questi tempi.
Poi perché inizia il racconto dicendo che era nel suo letto, aveva avuto un sogno, si era svegliato di colpo e anche lui – come faccio io con i miei sogni notturni sull'Apocalisse - doveva avere un ‘block notes’ di papiro e una ‘biro’ sul comodino, perché si è sbrigato a scriverlo tutto per bene.
Tutto come me, tranne che io – quando mi era successo, come vi ho già raccontato in precedenza di quei miei sei sogni - dormivo nel letto di mio fratello.
12.19 - Daniele è colui che ha la medesima nota di Giovanni, e Giovanni è colui che raccoglie e amplifica la nota iniziale di Daniele. Le quattro bestie ed i quattro errori che precederanno la fine…
Ecco cosa dice qui Gesù, alla Valtorta, alle pagine 98/102 dei ‘Quaderni del 1944’.
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25.1.44
Daniele Cap. 7°
Dice Gesù:
Daniele è colui che ha la medesima nota di Giovanni, e Giovanni è colui che raccoglie e amplifica la nota iniziale di Daniele.
Ecco perché, piccolo Giovanni, a te piace tanto.
Come pesce in limpida peschiera, tu sei felice quando ti muovi nell'atmosfera del tuo Cristo, il quale avrà il suo supremo trionfo nell'ora in cui Satana, il suo figlio e i suoi cortigiani, saranno per sempre resi impotenti.
E in Daniele vi è quest’atmosfera.
Se Isaia è il preevangelista che parla del mio avvento nel mondo per la salute del mondo, Daniele è il preapostolo, il pre-Giovanni che annunzia le glorie del mio eterno trionfo di Re della Gerusalemme imperitura.
Ora vedi come nelle quattro bestie descritte da Daniele siano anticipati i segni dei ministri diabolici dell'Apocalisse.
I commentatori si sono affannati a dare un significato storico-umano a questi quattro mostri. Ma occorre spingere lo sguardo molto più avanti, e molto più in alto. Sollevatevi, quando meditate i libri santi, dalla terra, staccatevi dal momento presente, spingete lo sguardo nel futuro e nel soprannaturale. Lì è la chiave del mistero.
Le quattro bestie: i quattro errori che precederanno la fine.
I quattro errori che saranno quattro orrori per l'Umanità e che partoriranno l'Orrore finale.
L’uomo era un semidio per la Grazia e per la Fede. Come aquila e come leone sapeva affrontare e vincere i pericoli del senso e sollevare se stesso a spaziare nel clima di Dio, là dove l'anima si congiunge in nozze soprannaturali col suo Signore in continui e rapidi congiungimenti di ardori, da cui scende sulla terra ogni volta rinnovellata nella forza, nella gioia, nella carità che effonde sui fratelli e poi slancia nuovamente, ancor più impetuosamente, verso Dio, poiché ogni congiungimento è aumento di perfezione che si compie quando il congiungimento diviene eterno nel mio Paradiso.
L’ateismo strappò all’uomo le sue ali d’aquila e il suo cuore da semidio e lo fece animale camminante sul fango e portante sul fango, verso il fango, il suo pesante cuore tutto carne e sangue.
Un pondo pesante più del piombo porta l'uomo nel suo ‘io’ privo delle spirituali penne dello spirito, un pondo che lo curva, lo stende, lo sprofonda nel fango.
L’uomo era un semidio per la Carità vivente in lui.
Amando Dio e la sua Legge, che è legge di Carità, egli possedeva Dio, e con Dio la Pace, che è un principale attributo di Dio, e con la pace tanto bene universale e singolo.
L’uomo respinse la Legge di Dio per assumere molte altre dottrine. Ma nessuna era ed è da Dio e perciò nessuna è Carità vera.
Onde l'uomo, che aveva abbracciato l'ateismo divenendo da aquila e leone semplice uomo, per un sortilegio infernale partorì se stesso divenuto orso, feroce divoratore dei suoi simili.
Ma orrore chiama orrore. Per scala ascendente. Sempre più grande l'orrore perché nei maledetti connubi con Satana l'uomo, che il Cristo aveva riportato alla sua natura di semidio, genera mostri sempre più mostri. E sono i figli del suo errare che si vende a Satana per averne terrestre aiuto.
Dall'uomo semidio venne l'uomo, dall'uomo l'orso, dall'orso il nuovo mostro feroce e falso come il leopardo, dotato da Satana di ali multiple per essere più veloce nel nuocere.
Vi ho detto che Satana è lo scimmiottatore di Dio.
Anche esso dunque volle dare alla ‘sua’ creatura, ormai sua creatura, all'umanità senza Fede e senza Dio, dare delle ali. Non di aquila, di vampiro perché fosse incubo dell'umanità stessa e fosse rapido nel suo correre ad abbattersi sulle parti di sé, vittime di sé, per suggerne il sangue.
Io, mistico pellicano, mi sono aperto il cuore per darvi il mio sangue.
Satana fa dell'uomo, al quale Io ho dato il mio Sangue, il vampiro che sugge parti di se stesso e si dà morte con tormento.
Non pare una leggenda da incubo? É invece la vostra realtà.
Non è un mostro mitico. Siete voi che con fame diabolica divorate parte di voi stessi, svenandovi, mutilandovi, per poi generare le nuove parti mentre divorate le già formate, con una continuità che ha in sé qualcosa di maniaco, ma di un maniaco diabolico.
La potenza voluta, spinta, imposta fino al delitto, è la terza bestia. Dato che è potenza umana, ossia vendutasi a Satana pur di esser sempre più potente, contro ogni legge divina e morale, essa genera il suo mostro che ha nome Rivoluzione e che, come è nella sua natura, porta nelle protuberanze della sua mostruosità tutti i più biechi errori delle rivoluzioni, naufragio sociale del Bene e della Fede.
Onestà, rispetto, moralità, religione, libertà, bontà, muoiono quando questo mostro alita su una nazione il suo fiato d’inferno, e come pestifera emanazione esso si spande oltre i confini contagiando di sé popoli e popoli, sinché contagerà il mondo intero preparando sui brandelli delle vittime, da lei uccise e sbranate, sulle rovine delle nazioni ridotte a macerie, la culla per il MOSTRO FINALE: l ‘ANTICRISTO.
Ve l'ho detto che esso sarà il figlio della lussuria dell’uomo, nato dal connubio della stessa con la Bestia.
Ve l'ho detto. Non muto nel mio dire. Ciò che dico è vero. Lo conosco senza bisogno di leggerlo, lo ricordo senza bisogno di rileggerlo.
É scritto nella mia mente di Dio davanti alla quale scorrono incessantemente, e l'uno sopra l'altro, senza che l’uno impedisca la visione dell'altro, tutti gli eventi dell'uomo nel tempo.
Esso Anticristo, perfezione dell'Orrore, come Io fui perfezione della Perfezione, con le sue infinite armi, simboleggiate nelle dieci corna, nelle mascelle dentate di ferro, nei piedi feroci e infine nel piccolo corno, simbolo dell'estremo livore di cui Satana doterà il suo figlio per intossicare l’Umanità mentre con la bocca di menzogna la sedurrà facendosi adorare per dio, tormenterà a dismisura coloro che, piccolo gregge fedele, mi resteranno seguaci.
D’ora in poi il piccolo corno crescerà per nuocere, crescerà l'intelligenza satanica per far dire alla bocca le più turbatrici menzogne, crescerà in potenza come Io crescevo in sapienza e grazia, armato di occhi per leggere il pensiero degli uomini santi e ucciderli per esso pensiero.
Oh! I miei santi dell'ultimo tempo! Se eroico fu il vivere dei primi fra le persecuzioni del paganesimo, tre volte, sette volte, sette volte sette volte eroico sarà il vivere dei miei ultimi santi.
Solo i nutriti con la midolla della Fede potranno aver cuor di leone per affrontare quei tormenti e occhi e penne d’ aquila per affissare Me-Sole e volare a Me-Verità, mentre le tenebre li soverchieranno da ogni parte e la Menzogna cercherà persuaderli ad adorarla e a credere in essa.
Dopo i precursori dell'Anticristo verrà l'Anticristo stesso. Il periodo anticristiano, simboleggiato dalla Bestia armata di dieci corna – i dieci servi, che si credono re, di Satana, dei quali tre (nota bene) saranno strappati e gettati nel nulla, ossia nel baratro dove non è Dio e perciò dove è il Nulla, l'opposto di Dio che è Tutto – culminerà nella nascita e crescita, fino alla sua potenza massima, dell’undecimo corno, ragione di caduta di tre precursori, e sede del v e r o anticristo, il quale bestemmierà Dio come nessun figlio d’uomo mai fece, calpesterà i santi di Dio e torturerà la Chiesa del Cristo; crederà poiché è figlio del connubio della superbia demoniaca con la lussuria umana, di ‘poter fare grandi cose, di mutare i tempi e le leggi’ e per tre anni e mezzo sarà l'Orrore regnante sul mondo.
Poi il Padre dirà ‘Basta’ davanti al gran coro che, per il ‘rumore delle grandi parole’ dei santi, si farà in Cielo; e la Bestia malvagia sarà uccisa e gettata nel pozzo d’abisso e con essa tutte le bestie minori per rimanervi con Satana, loro generatore, per l'eternità.
Io sarò chiamato allora dal Padre per ‘giudicare i vivi e i morti’ secondo quanto è detto nel Simbolo della Fede.
E i ‘vivi’, coloro che hanno serbato vita in loro per aver serbato viva la Grazia e la Fede, erediteranno ‘il regno, la potenza e la magnificenza di Dio’.
I morti dello spirito avranno la morte eterna secondo che la loro volontà ha scelto di avere.
E non vi sarà più Terra e più uomo carnale. Ma solo vi saranno ‘figli di Dio’, creature affrancate da ogni dolore, e non vi sarà più peccato, e non vi saranno più tenebre, e non vi sarà più timore.
Ma solo gioia, gioia, gioia immensa, eterna, inconcepibile agli uomini.
Gioia di vedere Dio, di possederlo, di comprenderne il pensiero e l'amore.
Venite, o uomini, alla Fonte della vita. Io ve ne apro la sorgente.
Attingetene, fortificatevi in lei per essere intrepidi nelle prove e per giungere ad immergervi completamente in essa, in Me, sorgente di beatitudine, nel bel Paradiso che il Padre mio ha creato per voi e nel quale il triplice Amore del Dio Uno e la Purezza della Madre ‘nostra’ vi attendono, e con essi coloro che per esser stati fedeli hanno già conseguito la Vita.
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Rimango pensieroso a riflettere anche su questo Dettato con cui il Gesù valtortiano spiega il sogno di Daniele e concludo che:
. dopo le persecuzioni dell’Anticristo il Padre dirà ‘Basta’.
. le due ‘bestie’, quella del mare e l’altra della terra, saranno gettate nel ‘pozzo d’abisso’, cioè rinchiuse definitivamente nell’inferno.
. il Gesù parusiaco verrà allora per fare il suo ‘giudizio intermedio’ su questa umanità peccatrice, giudizio che però è anche ‘figura’ del Giudizio finale quando – cessata la Terra e chiusa la Storia dell’Umanità – vi sarà solo il Regno dei Cieli.
Prima di continuare, tuttavia, andiamo a capo e aggiorniamo nella pagina seguente lo schema della ‘mia’ Apocalisse.
Schema della ‘mia’ Apocalisse
. Prologo: Il Signore annuncia la sua prossima venuta in potenza e gloria
. Visione introduttiva: Gesù appare, sette stelle in una mano, spada a doppio taglio dalla bocca, e invita a scrivere l'Ap.
. Prima Chiesa=Efeso=Primo Sigillo: cavallo bianco
. Seconda Chiesa= Smirne=Secondo Sigillo: cavallo rosso
. Terza Chiesa=Pergamo= Terzo Sigillo: cavallo nero
. Quarta Chiesa=Tiatira= Quarto Sigillo: cavallo verdastro
. Quinta Chiesa=Sardi=Quinto Sigillo: anime dei martiri sgozzati a causa del Vangelo e della testimonianza
. Sesta Chiesa=Filadelfia=Sesto Sigillo: segni di finimondo: protestantesimo, rivol. francese, persecuzione Chiesa catt., positivismo, razionalismo, materialismo, marxismo, ateismo, etc.
1° Intermezzo: i ‘segnati’ del popolo di Israele e la gran turba della gran tribolazione
. Settima Chiesa=Laodicea=Settimo Sigillo: mezz’ora di silenzio in Cielo: poi appaiono gli angeli delle sette trombe
Prima Tromba: prima guerra mondiale
Seconda Tromba: seconda guerra mondiale
Terza Tromba: guerra fredda-Rivol. Culturale-Terrorismo internaz.
Quarta Tromba: apostasia nel Clero e nei cristiani
Quinta Tromba: avvento dell'Anticristo: occhio, NOI SIAMO QUI!
Sesta Tromba: Anticristo -terza guerra mondiale - Nostradamus!
Settima Tromba: Coro di ringraziamento dei Santi: è finalmente arrivato
il momento di far giustizia sui malvagi
2° Intermezzo: i sette segni – storia dell'umanità
Primo Segno: la Donna e il dragone - combattimento
Secondo Segno: la bestia del mare – potere politico
Terzo Segno: la bestia della terra – le ideologie
Quarto Segno: i centoquarantaquattromila ‘vergini’
Quinto segno: i tre Angeli
Sesto Segno: la falciatura del Figlio dell'uomo
Settimo Segno: gli Angeli delle sette piaghe e coppe
3° Intermezzo: Gran Babilonia
e Nuova Gerusalemme
Prima Coppa: ulcera maligna
Seconda Coppa: morte nei mari
Terza Coppa: fiumi e sorgenti
Quarta Coppa: sul sole
Quinta Coppa: trono della Bestia
Sesta Coppa: Eufrate - re d’oriente
Settima Coppa: Armageddon
. La Parusia intermedia - Millennio felice – Combattimento finale e Giudizio Universale
. Epilogo