Introduzione
L’Autore di ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ (Ed. Segno - 1999) conclude con questo secondo volume il percorso iniziato con il mistico viaggio del volume precedente.
É un viaggio nell’arcano dove razionalità e irrazionalità si fondono per la ricerca e la scoperta della Verità.
Il viaggio non poteva concludersi che con l’Apocalisse, storia della Chiesa e dell’Umanità, dove i fatti che vi sono esposti attraverso le visioni di S. Giovanni si ripetono a cerchi di onde concentriche sempre più larghi, figura ognuno di un qualcosa che si riprodurrà nel tempo sempre più ingigantito fino alla Parusia finale.
L’Opera di Maria Valtorta, la più grande mistica moderna, dedica molto spazio ai temi dell’Apocalisse, con rivelazioni profonde che il ‘suo’ Gesù, attraverso visioni e dettati, porta a sua conoscenza.
La stessa figura dell’Anticristo che emerge dall’Opera appare come una figura ricorrente lungo la storia della Chiesa dove sembra che ogni epoca abbia avuto un suo ‘Anticristo’.
In piena seconda guerra mondiale, il ‘Gesù’ valtortiano (I Quaderni del 1943, pag. 288 – Centro Editoriale Valtortiano) - riferendosi a questi corsi e ricorsi storici dell’Apocalisse - così diceva alla mistica:
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27.8.43
Dice Gesù:
Anche nell'Apocalisse pare che i periodi si confondano, ma non è così. Sarebbe meglio dire: si riflettono nei tempi futuri con aspetti sempre più grandiosi.
Ora siamo al periodo che Io chiamo: dei precursori dell'Anticristo. Poi verrà il periodo dell'Anticristo che è il precursore di Satana.
Questo sarà aiutato dalle manifestazioni di Satana: le due bestie nominate nell’Apocalisse.
Sarà un periodo peggiore dell'attuale. Il Male cresce sempre di più.
Vinto l'Anticristo, verrà il periodo di pace per dare tempo agli uomini, percossi dallo stupore delle sette piaghe e della caduta di Babilonia, di raccogliersi sotto il segno mio.
L’epoca anticristiana assurgerà alla massima potenza nella sua terza manifestazione, ossia quando vi sarà l’ultima venuta di Satana.
Avete capito? Credere occorre, e non cavillare. Veramente tu avevi capito, appunto perché non cavilli.
I dettati non si contraddicono fra loro. Occorre saperli leggere con fede e semplicità di cuore.
Come uno a cui prema di far intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa e che qui è il mio Regno.
Perché nel Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto.
Perché nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza.
Perché nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice.
Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso, nella sua creatura, nei precursori.
Leggete bene e vedrete bene che non vi è contraddizione. Quello che ho detto ho detto.
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L’Apocalisse – aggiungo dunque io - è anche la storia dell’Umanità la quale ripete dentro se stessa, attraverso la Grande Tribolazione, il travaglio di Gesù Cristo.
E come l’epopea di Cristo - passato attraverso la crocifissione - approda alla gloriosa Risurrezione, l’epopea dell’Umanità – attraverso la Grande Tribolazione – perverrà ai Nuovi Cieli e Nuova Terra con la Città santa, la Nuova Gerusalemme in terra, fra gli uomini, cioè una Umanità spiritualmente rinnovata che è ‘figura’ dei Nuovi Cieli e Nuova terra e della Gerusalemme celeste che vi saranno dopo la fine del mondo.
Dice a quest’ultimo riguardo il testo di Ap 21 1-5:
Poi vidi un cielo nuovo e una terra nuova, perché il primo cielo e la prima terra erano spariti e il mare non esiste più.
Allora vidi la Città santa, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da presso Dio, pronta come una sposa abbigliata per il suo sposo.
E udii venire dal trono una gran voce che diceva: ‘Ecco il tabernacolo di Dio fra gli uomini! Egli abiterà con loro; essi saranno il suo popolo e Dio stesso dimorerà con gli uomini. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, né lutto, né grido, né pena esisterà più, perché il primo mondo è sparito’.
E colui che sedeva sul trono disse: ‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose’. Poi mi disse: ‘Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci’.
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Messaggio di speranza, dunque, quello che emerge da questo nostro libro sull’Apocalisse, dove i riferimenti alle vicende politiche mondiali attuali finiscono per essere ridimensionati – pur nella loro tragicità – ad un particolare secondario dell’intero Progetto divino.
Tema difficile, quello dell’Apocalisse.
Ma quest’opera letteraria avrà almeno il pregio di familiarizzare il lettore con questo tema tanto suggestivo per l’immaginazione popolare quanto facile ad essere distorto al punto di ridurre il messaggio di speranza ad uno di dolore