(p. E. Zoffoli: 'Dizionario del Cristianesimo' - Edizioni Sinopsis)
5. L'ascesi
5.1 – La ‘chiave’ del baule spirituale
Rifletto sulle ultime battute dell' intervista precedente:
E come si chiama la 'sua' Verità?
Paradiso perduto!
E l' ha trovata?
Sì... ma non l' ho ancora 'scoperta'!
***
Dunque - mi dico - ho risposto che non l' ho ancora scoperta.
L' ho cercata ma non l' ho ancora 'scoperta'.
E' un po' come se - alla fine della 'caccia al tesoro' nell' isola deserta: cento passi a nord, trenta a est, scavare un metro - avessi trovato un baule.
Bello, ben ferrato, misterioso, affascinante, sporco di terra ma ancora intatto, fatto di legno durissimo e..., proprio così, munito anche di un poderoso lucchetto, lucchetto antico ma sempre un lucchetto.
Cosa ci sarà dentro? Sono a mani nude, non ho nessun attrezzo, soprattutto non ho nessuna chiave per aprirlo.
Chiave? 'Chiave'?
E l' ascesi che mi ha chiesto di fare la Luce, allora? Non potrebbe essere quella la 'chiave' per aprire un 'baule spirituale' e scoprire se dentro vi è un ‘tesoro’?
(Sento che la testa di sinistra e quella di destra confabulano e bisbigliano fra di loro… )
Ho paura!
D' accordo, ma se non provo non lo scoprirò mai. E se poi vedo che c' è qualcosa che non va, posso sempre smettere, no? E dov' è altrimenti il libero arbitrio? Passin, passetto..., una cosa graduale, giorno per giorno, e se c' è qualcosa che non va, zac! chiudo la porta, prima che Lui entri...
Chi è il tesoro, infatti? Lui, no? Quale è la Verità, infatti? sempre Lui.
Eh, sì…, troppa Verità potrebbe far male. E quindi, se è una 'Verità' che non mi piace, chiudo il 'lucchetto' e buona notte!
Buona notte? Notte?
Notte=Buio, Buio=Morte.
Morte? Già, cosa ci sarà dopo la Morte?
Quando lo saprò, dopo, non sarà forse troppo tardi? Non si dice che è meglio cercare di 'prevenire'? E cosa c' è di meglio - per prevenire - che conoscere la Verità che è anche Luce nel buio? Perchè paura?Perchè devo aver paura della Verità? E' delle cose che non si conoscono che bisogna aver paura. Se una certa cosa la so, mi regolo di conseguenza, no? Non è così, nella vita?
E allora l'ascesi potrebbe essere davvero la 'chiave' per accedere al baule della Verità.
Ma io ho paura, paura che mi stravolga il mio 'io'... E va bene, semmai io infilo la chiave piano piano nella 'toppa', la giro piano piano come uno scassinatore di casseforti, con l' orecchio accostato alla serratura come per sentire lo scatto dei 'click' della combinazione, e, se sento qualche rumore sospetto, qualche click sospetto, mi fermo subito ... prima che il forziere mi scoppi in faccia.
L' ascesi! Da che parte può cominciare un autodidatta?
Ma da un vocabolario!
Ringrazio la mia testa di sinistra per il suggerimento, mi alzo, biblioteca, scorro con lo sguardo le 'coste' dei libri: settore ‘Filosofie’... cristianesimo!
Sfilo il 'Dizionario del Cristianesimo' di Padre Enrico Zoffoli, Edizioni Sinopsis-Iniziative culturali, lire sessantamila, ma poi c'è lo sconto. Bello, come dizionario, veramente.
Cerco 'ascesi'... ci sarà? Eccola qua:
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ASCESI (gr.: mi esercito, a sua volta d.lat.: ex-arce=fuori della fortezza, in campo aperto).- Esercizio volontario, metodico, laborioso, tendente a raggiungere un certo dominio di sé nel progressivo trionfo della ragione sugli impulsi istintivi, quindi dello spirito sulla materia, dell' eterno sul temporale, della grazia sulla natura. Essa riflette una particolare concezione del mondo e specialmente dell' uomo quanto alla natura, alle condizioni storiche, all' ultimo destino. Differente e superiore all' a. ebraica, indiana, neoplatonica, quella cristiana s'ispira al contesto dell'opera espiatrice e redentrice del Cristo, venuto non per condannare, ma per salvare; per cui la 'sapienza della croce', per quanto severa nella disciplina delle passioni e nella rinunzia alle gioie anche legittime dell' esistenza, secondo le possibilità e la specifica vocazione di ciascuno, non nega, ma afferma e restaura, dilata e sublima, disponendo alla più alta partecipazione della vita di Dio, al recupero di tutti i beni. L'ascesi si concretizza nella pratica dei consigli evangelici, la quale assume la sua forma ufficiale nello stato religioso, secondo la natura e la finalità dei singoli Istituti approvati dalla Chiesa.
Essa tuttavia è possibile e doverosa per tutti, essendo tutti tenuti a superare gli ostacoli che impediscono la perfezione dell' amore, secondo le grazie ricevute'.
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Rimango senza parole, e mi ripeto l' ultima frase:
'Essa tuttavia è possibile e doverosa per tutti, essendo tutti tenuti a superare gli ostacoli che impediscono la perfezione dell' amore, secondo le grazie ricevute'.
5.2 – Il ‘battibecco’
Sento dentro di me che la mia testa di sinistra e la mia testa di destra - sempre quelle 'due' di poco fa - si scontrano nuovamente e fan scintille...
Quali grazie! Quale perfezione. Lo dicevo che questi vogliono farci diventare dei 'santi'. Ma, possibile, 'tutti' santi?
Calma. Proviamo a leggerlo in positivo. Da capo.
E' un esercizio 'volontario'...
e va bene.
Metodico...
e va bene.
Laborioso...
questo costa fatica.
Tendente a raggiungere un 'certo' dominio di sè...
E la parola ‘certo’ starà a significare che si richiede una cosa 'ragionevole'.
Nel progressivo trionfo della ragione...
e questo va bene perchè io sono più per la 'ragione' che per la fede che, si sa, è cieca e chissà dove ti porta poi...
... sugli impulsi instintivi...
Alt! Cosa vuol dire Trionfo della Ragione sugli Impulsi Istintivi? Mangiare, Bere, Sesso? Calma, qui bisogna andarci piano e riflettere bene, prima di sbilanciarsi.
Il mangiare?
Beh, non è male, la ‘nonna’ fa di quei ravioli...
E poi quella pasta fresca fatta in casa - con le uova del nostro pollaio - un giorno sì e uno no e che anche quando è il giorno 'no' ce n’ é sempre ancora un po' del giorno precedente, con quel ragù? Beh, qui si tratta di essere 'ragionevoli': anziché la solita porzione abbondante… più mezza, si tratterà ora di accontentarsi di una porzione - senza la mezza - purchè sia 'abbondante'. Tanto per cominciare…, e poi si vedrà.
Bere?
Qui non c'è problema. Acqua non ne bevo proprio. Non fa parte del mio metabolismo alimentare. Qui si può benissimo farne a meno. Già, ma il vino? Quello, un bel bicchiere a pasto (di quelli chiamati 'da cucina'), non me lo toglie nessuno. Persino la nonna novantatreenne se ne beve un dito, orizzontale intendo, e così grida infatti lei quando - facendo finta di sbagliarmi - glielo verso 'verticale'. Ma se non bevo neanche il vino cosa la lavoro a fare la vigna? A cosa mi serve il trattore? Cosa me ne faccio dei campi? Butto via tutto? Calma e sangue freddo. Usiamo la Ragione. Perchè, 'Lui', ci ha dato la 'ragione'? Per usarla, no? Si potrebbe fare un bicchiere un poco più scarso, per cominciare, magari rinunciando il Venerdì. Non è il Venerdì che si 'rinuncia'? Ecco, la 'Ragione' : il Venerdi niente vino, e il giorno dopo è Sabato e Domenica.
Non è ben questo il trionfo dello spirito sulla materia?
No! E poi c' è ancora il sesso.
Il sesso? Beh, ma questo non è un problema...Tranne il Venerdì, tutti gli altri giorni van bene. In fin dei conti, non c' erano quattro forme di ascesi? Anima-vittima, sacerdotale, religiosa, laicale. Sono i sacerdoti semmai quelli che dovrebbero 'protendere alla somma preghiera, alla donazione totale del loro corpo, della loro anima, dei loro desideri, dei loro istinti'...
E dopo i sacerdoti, ci sono i 'religiosi', e solo per ultimo i 'laici'.
L' ascesi laicale - diceva laLuce - è diversa da quella dei consacrati perchè ti permette, figlio, di vivere in questa Umanità, di lavorare in questa Umanità, ma ti da anche la capacità di elevare la tua mente e il tuo cuore alle Verità eterne.
Quindi - poichè devo vivere nell' Umanità: anche la ‘mia’ di umanità - qui si deve certamente intendere una cosa 'ragionevole'..., insomma una cosa da 'laico'.
Andiamo avanti nella rilettura ‘in positivo’.
Lo Zoffoli aveva detto prima che l' ascesi é ‘il progressivo trionfo della ragione sugli impulsi istintivi... e quindi dello spirito sulla materia'.
Va bene...
Ma poi la Luce aveva anche chiarito:'Ascendere significa 'staccarsi' per elevarsi. L' elevazione, che sembra cosa ben difficile, è più semplice dello 'staccarsi'. Ma ciò che è difficile per voi uomini è staccarsi da ciò che è 'materiale': orgoglio, stima di se stessi, superbia'.
Dunque attaccamento alla 'materia' non vuol dire soltanto alle cose 'materiali': come mangiare, bere e sesso, ma vuol dire attaccamento anche alla parte più 'bassa' della nostra materialità 'spirituale': quella peggiore perchè rappresenta una 'rarefazione' intellettuale di modi negativi di 'pensare'.
Però - in fin dei conti - orgoglio, stima di se stessi e superbia, a me non mi toccano, in fondo in fondo.
Cosa dice il Dizionario di Padre Zoffoli?
Orgoglio: niente, l'orgoglio qui non c'è. Prendiamo allora quell'altro dizionario scassato del Palazzi.
Orgoglio: 'vivissimo sentimento dei propri meriti e della propria dignità'.
Lo dicevo che non è il mio caso... guarda più in basso che c’è ancora qualcosa.
Sinonimi: vanità boriosa, vanità, alterigia, arroganza, ambizione, boria, insolenza, presunzione, sicumera, sussiego, tracotanza, vanagloria...
'Beh! Chi è senza peccato scagli la prima pietra...!'
In fin dei conti non l’ ha detto, questo, Gesù stesso nel Vangelo?
Andiamo avanti...
Stima di se stessi: sul Dizionario dello Zoffoli non c'è ma c' è sul Palazzi.
Stima: 'valutazione di una cosa secondo il suo valore, buona opinione che si ha di una persona'.
Certo di me ho una buona opinione, me lo sono sempre detto. Non c' è niente di male. Vediamo ora i sinonimi.
Sinonimi: apprezzamento, buon concetto, celebrità, considerazione, conto, credito, deferenza, estimazione, fama, fiducia, merito, onore, reputazione...
Sono i 'sinonimi'… quelli che ti 'fregano'!
Superbia: oh, questa c' è sullo Zoffoli... Meno male, questa volta niente sinonimi!
Superbia: amore esagerato della propria esaltazione, che rende presuntuosi, ambiziosi, vanesi, millantatori, ipocriti, litigiosi, ribelli... La s. è radice di tutti i disordini in quanto inclina a sottrarre la creatura al Creatore, e quindi ad ogni norma superiore alla sua volontà...Non si commette, dunque, un solo peccato che non sia un' esplosione - sia pure segreta ed inconscia - di superbia. La quale - nello 'spirito puro' - raggiunge la misura estrema dell' aberrazione possibile, rappresentando come la più assurda concentrazione del 'Male'...
No, non sono i 'sinonimi' quelli che fregano. E' la superbia.
Già…, quella che ha fregato il Ribelle!
'Chi come Io' diceva, no?
E 'Chi come Dio!', rispose l' arcangelo Michele.
Break!
Dopo aver assistito a questo reciproco rimbeccarsi me ne rimango un po' per conto mio a riflettere su questo discorso della 'Superbia' e del Ribelle.
Ma noi - un po' più in piccolo - il 'Chi come Io!'non lo diciamo lo stesso anche noi?
Lui precipitò subito all' inferno - lui che era 'spirito puro' e che quindi si ribellò alla grande, con l'aggravante della sua 'conoscenza' - e noi?
E noi, ora che un po' di conoscenza ce l' abbiamo anche noi?
Nell' altro libro che ho scritto mi aveva colpito - mi par di ricordare - un concetto espresso, non so se in un commento della Epistola di Paolo ai Romani: e cioè che gli uomini vengono condannati da Dio anche in proporzione a quanto 'sanno'.
Più conoscono la 'Verità' e più sono 'responsabili'. La Verità da un lato è 'dono', dall' altro è 'prova', nel senso che una volta che tu conosci la 'Legge' la cui pratica ti dà la salvezza, ma non la rispetti, o non ti sforzi almeno di rispettarla, allora l' opportunità che hai avuto, che poteva costituire grande occasione di premio, diventa occasione di condanna per aver respinto o sprecato il dono, o i 'talenti', come nella famosa parabola evangelica del 'servo' che non li aveva fatti fruttare.
Comunque - mi dico - se mi dessero del 'superbo', lì per lì sdegnosamente risponderei che io proprio non lo sono. Ma se guardo nei 'sinonimi'...
E non ho letto nella Valtorta - in quella 'Lezione' dove si parla del 'peccato' di Lucifero - che egli, nel suo libero arbitrio e nella stima di se stesso, aveva già un 'fumus' di Superbia che poi si 'condensò', che lui lasciò condensare, fino a portarlo alla Ribellione? Ed all' inferno?
Ecco, la Luce dunque ha detto che nell' ascesi la cosa più difficile per gli uomini, e quindi per me, sarà lo staccarsi da ciò che è 'materiale': orgoglio, stima di se stessi, superbia.
Mi sembra che la Luce, le prime due categorie, le abbia qui usate come 'sinonimi', forse per farci capire meglio, sinonimi che si rifanno tutti e due alla categoria 'principe' della superbia, che è - come dice lo Zoffoli - alla radice di tutti i 'disordini', perchè non si commette peccato senza che alla sua base - anche inconsciamente - non vi sia un 'fumus' di superbia.
Basta, con l'ascesi. Per oggi, basta. E' più facile la cosa che mi sembrava più difficile: cioè fare la 'dieta'.
Per di più quella fa bene alla salute e ti fa sembrare più in forma.
Partirò allora dalla dieta…
Tanto per cominciare…!