(M. Valtorta: 'Libro di Azaria', 7.7.46 - pagg. 198/199 - Centro Editoriale Valtortiano)
(M. Valtorta: 'Lezioni sull' Epistola di Paolo ai Romani' - Centro Editoriale Valtortiano )
- Dettato 19.1.50, pagg. 196/200 e Dettati 7/11.6.48, pagg. 171/173 -
(M. Valtorta: 'Il Poema dell' Uomo-Dio'- Centro Editoriale Valtortiano)
- Vol. VIII: Cap. 15, pag. 131 - Cap. 16, pagg. 152/156 -
(G. Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Capp. 2/105/106/107/108 – Ed. Segno)
12. La 'pazienza' di Giobbe e la Legge della Prova
12.1 – La ‘scaletta’ del Peccato originale e la Legge della Prova
Sono qui di fronte allo schermo del mio piccolo computer, uno di quelli formato 'tascabile': cioè che te lo puoi anche portar dietro, non in tasca - come invece puoi fare con 'Lei': l' Organizer - ma in una valigetta, perchè tastiera e schermo sono un tutt'uno e lo apri come se fosse un libro messo di traverso.
Te lo metti anche sulle ginocchia e ci puoi scrivere o lo puoi consultare anche in treno o in aereo o comunque nelle sale di attesa.
Sulla parte più bassa c' è la tastiera e su quella che alzi vedi lo schermo.
Dimensioni: un palmo e quattro dita di larghezza, , un palmo di profondità, tre dita scarse di altezza.
E' una meraviglia: in frazioni di secondo, anzi in centesimi di secondo, dal suo archivio tira fuori tutto quello che vuoi.
Lavorare con 'lui' è un piacere, quando però non si 'inchioda' e va in tilt... mandandoci anche il sottoscritto che teme di 'perdere' la 'memoria' di tutto quello che ha scribacchiato in una giornata.
Come ad esempio giorni fa quando, dopo aver scritto il capitolo 9 (Il libro di Giobbe) e il Cap. 10 (L' Agenda), mi sono accinto a memorizzare il tutto su un dischetto di riserva. Devo aver fatto qualche pasticcio con i tasti, fatto sta che la 'macchina' (che in inglese chiamano sprezzantemente 'hardware': un po’ quasi come dire 'ferramenta-chincaglieria', e adesso capisco perchè) si è inceppata completamente. Inchiodata!
Chiamo al citofono l' S.O.S., cioè mio 'genero': esperto in 'chincaglieria', perchè sono in preda al panico.
Unica alternativa - mi risponde lui facendomi notare con un filino di noncuranza che in quel momento si stava sorbendo la minestra serale - era che provassi a spegnere tutto e riaccendere nuovamente, con il rischio però di perdere la 'memoria' di tutto quello che avevo scritto nel corso della giornata.
Il che mi ha rimandato nel panico perchè io scrivo in diretta, cioè in prima battuta direttamente sul computer, e se 'perdessi' dalla memoria del computer quello che ho scritto non sarei più capace di riscriverlo.
Basta magari anche un forte temporale, un fulmine e tutto il lavoro - con relativa ‘ispirazione’ – potrebbe andarsene a pallino. Per questo non bisogna dimenticarsi di 'salvare' sempre subito in 'memoria' quello che si scrive e poi, per maggior prudenza, 'ricopiarlo' anche su un 'dischetto' di riserva. Se poi riuscite anche a stampare il testo subito su carta, allora è il massimo.
Una volta, anche qui si trattava di un tasto che dovevo aver schiacciato distrattamente, avevo 'memorizzato' e anche 'archiviato' il lavoro della giornata ma poi, ricercandolo, non l'avevo più trovato e avevo scoperto che non era andato a finire nella sua specifica ‘cartella’ di archivio appositamente da me creata ma doveva essersi infilato in un’altra delle centinaia e centinaia di ‘cartelle’ che sono contenute nella memoria del computer dove non riuscivo più a rintracciarlo.
E' un po' come se voi infilaste una lettera che avete scritto in una pratica sbagliata, e poi rimetteste questa pratica a posto in mezzo ad altre migliaia di pratiche. Quando un mese dopo cercate quella lettera nella sua pratica giusta e non la trovate, non può venirvi in mente quella pratica che avevate sulla scrivania e, se il vostro archivio è enorme come quello di un computer, rischiate di non trovare mai più quella lettera, come succede quando scrivete ai Ministeri e non trovano più la vostra lettera: non è un fatto di efficienza, è un fatto d' archivio, no?
Mio genero però è 'esperto' nell'uso del computer, e ci fa tutta una tale serie di 'giochini' rapidi - specie quando mi spiega e mi fa vedere quanto è facile fare le cose - che gli occhi mi vanno 'in fico' a furia di seguire le sue dita sulla tastiera per vedere cosa schiaccia, e quelle 'finestre' che si aprono sullo schermo e che ti dicono - a modo loro - cosa devi fare: scritte che appaiono e scompaiono in decimi di secondo. Tu non fai in tempo a leggere le prime due parole che lui - il genero - te le fa di nuovo sparire da sotto il naso come fosse un prestigiatore, salvo poi farti apparire sullo schermo la 'finestra' successiva nella quale ti si chiede:
'OK?'. Se OK fare click col 'mouse', altrimenti fare click su ‘No',
oppure fare click su 'Annulla'.
'Ma 'Ok' cosa?' - dico scavolato a mio genero che pare me lo faccia apposta - ma dammi il tempo di metabolizzare almeno l'italiano, come faccio a seguirti a questa velocità?'
E lui con un sorrisetto paziente - come se in realtà io fossi un ebete ma lui mi volesse invece rassicurare che è il 'contrario' - ricomincia da capo.
E si prende così la 'rivincita' su questo 'vecchiardo' testardo, al quale egli rimprovera che la propria moglie dia retta a tutto quello che lui – di sbagliato, s’intende – dice…
Comunque, diamo onore al merito, alla fine il generuzzo mi 'schioda' il computer e io gli butterei le braccia al collo e gli stamperei un bacio sulla fronte mentre lui, uscendo - perchè in realtà è proprio bravo, ha tanta pazienza e non ti vuol far pesar le cose – dice che torna a finir di mangiare quella minestra di mezz' ora prima…
Pazienza!
Dunque, dicevo all' inizio che sono qui che guardo lo schermo e seguo il corso disordinato dei miei pensieri mentre cerco di riprendere il filo del discorso del capitolo di ieri.
Dovevo parlare di Giobbe, e della ‘sua’ pazienza.
Com' è che ero arrivato a Giobbe? Ah, prima eravamo partiti dalla mia 'amica' e dai suoi dubbi sul significato del dolore e se i dolori, o le disgrazie, fosse Dio a mandarli o meno, poi le avevo scritto la 'lettera', poi - per associazione di idee, a proposito di dolore - mi era venuto in mente 'Giobbe' che ne aveva passate di cotte e di crude, poi sempre per associazione di idee, mi ero ricordato la 'pazienza di Giobbe' (non si dice forse: ' Eh meno male che io ho la pazienza di Giobbe...' quando qualcuno ti porta sull'orlo dell'esasperazione e tu fai sforzi sovrumani per dominarti, sempre che ti domini?).
Poi, però, mi ero distratto leggendo il giornale e anzichè scrivere di Giobbe, ieri, mi era venuto da scrivere in merito a quell' articolo che parlava della BIOETICA e di quel 'Manifesto' redatto da medici e intellettuali che - a dir la verità - con la bioetica, o meglio con l' etica della vita, mi sembra che c’ entrasse poco.
Oggi però parliamo finalmente di Giobbe, anzi della sua 'pazienza', anzi della sua pazienza e della 'Legge della Prova', la quale è una cosa che mi ha nuovamente colpito in tutto quel discorso che ha fatto la Luce nel capitolo di ieri, quando parlava appunto de 'La scaletta del Peccato Originale'.
Rileggiamo solo l'inizio, tanto per aver di nuovo ben chiaro il 'concetto'.…
Luce:
Facciamo questa 'scaletta':
. Satana destò innanzitutto la curiosità 'intellettuale' - cioè dell' Intelletto, dell' Io - di Eva.
. Infatti curiosità 'intellettuale' è in realtà curiosità 'spirituale', perchè la psiche è 'spirito', anima.
. Peraltro il 'comando' dato da Dio ai due di non toccare l' Albero del Bene e del Male era un comando di 'obbedienza', e pertanto un comando 'spirituale'.
. Era, notare, l' unico comando dato da Dio ai primi due uomini. L' unico comando spirituale ai due che avevano tutto, soprattutto Dio, ed erano i 're' della Terra.
. Questo comando obbediva alla 'Legge della Prova', legge creata da Dio come le altre leggi del Creato, fisiche queste ultime, spirituale la prima.
. Alla legge della prova, per prevenire l' obiezione che non era 'giusto', non fu sottratto nemmeno il Cristo, che fu 'tentato', che Dio permise fosse (da Satana) tentato come Uomo e come Dio, in più occasioni, e che specie nella sofferenza della Croce fu messo a dura prova.
. La legge della 'prova' è legge giusta, invece, perchè è giusto che i grandi doni vengano 'meritati'.
. I primi due avevano tutti i 'doni' per resistere alla Prova, perchè erano perfetti, perfetti nella Ragione che sottometteva il senso, perfetti nell' Io che era sottomesso allo 'spirito' dello spirito. Essi, ripeto, erano inoltre 'congiunti' con Dio che parlava loro nei 'silenzi della sera', cioè nei momenti di pace spirituale.
. Essi, tuttavia, erano anche liberi, soprattutto liberi, perchè il Dio di Libertà non poteva che lasciare 'liberi' i suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza. La mancanza di libertà, anche nel Bene, sarebbe stata 'schiavitù'.
12.2 – Il Libro di Giobbe e i profeti ispirati
Smetto di scrivere e rimango a meditare profondamente su questo concetto della 'Legge della Prova': una legge di natura spirituale, cioè posta a 'governare' la vita degli 'spiriti', cioè delle anime, così come - ad esempio - la legge fisica della 'gravitazione universale' governa i rapporti fra i corpi celesti e concorre a mantenere ordine nell'universo.
Alla legge della Prova - sottolinea la Luce - non è sfuggito, dopo che il Verbo si era fatto Uomo, nemmeno Gesù Cristo che Dio permise venisse tentato da Satana e comunque messo a dura prova nelle sofferenze di Croce.
E' una legge giusta - dice sempre la Luce - perchè è 'giusto' che i grandi doni vengano meritati.
E quale dono? Beh, mi sembra che dovrebbe trattarsi del dono dell' altra Vita, o meglio di un' altra Vita di Felicità Eterna.
Se è Felicità , è certamente un grande dono, se poi è anche Eterna (perchè il rapporto di durata fra questa nostra vita terrena e l' eternità è paragonabile - come avevo spiegato - al primo punto di una linea retta, rispetto ad una successione di punti di una retta prolungata all' infinito) allora bisogna convenire che il dono non è solo 'grande', ma grandissimo, infinito.
Siamo d' accordo? E allora va bene: la legge della prova serve per 'saggiarci', per vedere se e quanto meritiamo, sempre che 'meritiamo', e per farci anche guadagnare con merito il dono che Dio ci darà, cambializzato nel tempo.
Ma Giobbe?
Avevo detto - spiegandone le ragioni - che non avevo voluto mai leggere il suo libro. Visto però che ormai la concatenazione di associazioni di idee ci ha portato così lontano, a questo punto mi decido e, il libro, lo apro.
Quello di Giobbe? No, quello di Dolindo Ruotolo, quel sacerdote 'carismatico' che scrisse un' opera monumentale commentando libro per libro tutti i testi dell'Antico e del Nuovo Testamento e che di sè disse che lo avevano chiamato 'Dolindo': che significa - guarda un po' - 'dolore'...'.
Apro dunque il Libro di Dolindo che parla di 'GIOBBE' (Edizioni Apostolato Stampa, Napoli): 473 pagine, tutte su Giobbe !
Si spiega nella parte introduttiva che Giobbe è un libro 'poetico' della letteratura religiosa ebraica, anzi un vero capolavoro della letteratura religiosa mondiale, poetico ma anche 'didattico' perchè l' autore, che è chiaramente e senza ombra di dubbio ispirato da Dio nello scrivere, vuole comunicare, far comprendere delle Verità spirituali per insegnarci a vivere. Anzi il Ruotolo spiega in questi termini la 'tecnica' per comprendere quali sono in particolare i punti ‘ispirati’ dell’ opera:
' Siccome però nel corso del racconto sono introdotti anche i discorsi di quelli che non erano ispirati, ecco come si può determinare l' autorità dei singoli passi del Sacro Libro: i passi nei quali lo scrittore ispirato parla egli stesso oppure fa parlare Dio, sono ispirati certamente.
I discorsi di Giobbe e dei suoi amici sono ispirati quando il Sacro Scrittore non li contraddice, e quando per conseguenza li fa propri.
Siccome Dio approva nel Sacro Libro quasi tutti i discorsi di Giobbe, essi godono di autorità divina, e perciò i Padri li citano come parola di Dio, e danno a Giobbe il nome di Profeta'.
Rimango a rifletterci sopra.
'Però...! - mi dico - da solo non ci sarei mai arrivato. Per questo gli danno il nome di 'Profeta'...
Ci si potrà fidare? Com' è che era uscito fuori, nell' altro mio libro, quel discorso sull' attendibilità dei profeti nei libri della Bibbia?'.
Vado a vedere:
(G.Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 2 – Edizioni Segno)
2. Che cos'è l'ispirazione? Dio si rivelò ai profeti...
Una sera discutevo con un gruppo di persone ed il discorso cadde sulla attendibilità di quanto scritto nell' Antico Testamento e sui presunti 'profeti'.
Da parte mia - se devo essere sincero - mi ero sempre chiesto come potesse mai la Chiesa cristiana pretendere di considerare quegli scritti come 'Parola di Dio'. Mi spiego meglio. Non pensavo che non lo fossero, mi domandavo semplicemente come facesse la Chiesa a essere così sicura che lo fossero. Fra i presenti vi era chi considerava il tutto una specie di raccolta di leggende popolari, tramandate inizialmente di padre in figlio e poi trascritte.
Il problema per me non è accademico e neanche irrilevante, perchè l' Antico Testamento fornisce informazioni fondamentali sulla creazione dell' universo, dell' uomo, sul peccato originale, ecc.
Se fosse solo una raccolta di leggende - come uno diceva di essere propenso a ritenere sulla base di quanto aveva letto in merito a certi studi fatti da taluni 'teologi' - mi domando allora come si possa dar credito al Vangelo ed agli altri testi del Nuovo Testamento che del Vecchio Testamento costituiscono il completamento ed al quale si rifanno. E se invece quanto scritto fosse proprio 'Parola di Dio', come può essere mai avvenuto ciò?
Luce:
Che cos'è l' ispirazione?
Dio si rivelò ai Profeti. Come ? Parlando nel loro pensiero.
Come? Trasmettendo loro il suo pensiero.
Se Dio fece l' uomo a sua immagine e somiglianza - e se l'immagine e somiglianza non poterono consistere nel corpo, poichè Dio non ha corpo ed è puro Spirito - come Dio potè parlare ai Profeti se non con il suo Spirito, che è come il vostro spirito, fatto - con le debite differenze e con le debite limitazioni del 'creato' - a sua immagine e somiglianza ?
Ecco, Dio, Spirito, Pensiero, Volontà, Potenza e tutto il resto, ma non scordare l' Amore, parlò ai suoi figli, ai Profeti, con il Pensiero, trasmettendo loro telepaticamente il suo pensiero.
Perchè ai Profeti? Perchè erano dei 'giusti' e perchè, sapendo che sarebbero stati - di proprio - dei giusti, Egli conferì loro dei doni, il dono di saper cogliere ancora meglio la sua parola.
Ingiustizia questa? Ingiustizia verso gli altri ?
Come puoi giudicare Me?
I miei giudizi sono imperscrutabili, Io vedo dove l'uomo non vede, i vostri 'perchè' per me non esistono, i vostri 'perchè' sono il segno della vostra incapacità di capire. E infatti voi non dovete 'capire' ma semplicemente imparare ad amare.
Guai se capiste troppo. Con la comprensione 'superiore', che inferiore sarebbe perchè voi degeneri ormai a causa del peccato d' origine, cose terribili fareste, più ancora di quante non ne facciate adesso. Cogliereste sempre i frutti dell' Albero del Bene e del Male ma, privi della Sapienza, con la sola scienza, cogliereste solo quelli col Baco Maligno, baco velenoso che, ingoiato, vi porterebbe alla perdizione.
Dunque, Dio si rivelava ai Profeti.
Dio sapeva che sarebbero diventati dei giusti, perchè Dio ab aeterno tutto sa delle vostre anime che verranno create.
Per i suoi imperscrutabili motivi, decideva che la loro missione sarebbe stata quella di 'profeti', cioè di rivelatori del pensiero di Dio, e li muniva dei doni atti a svolgere la loro missione specifica, quella che Dio affidava alla loro anima nel crearli.
Ma poi, una volta nati, una volta cresciuti, l' adempiere o meno alla missione dipendeva solo dal loro libero arbitrio.
Complesso ? No. Semplice. Ora ti spiego.
Dio sa in anticipo e dà i doni. Ma l' uomo non sa, perchè se sapesse non sarebbe più libero e Io sono Dio di Libertà.
L' uomo non sa, ma 'sente' confusamente di avere una 'missione', cioè di essere 'portato' ad una cosa piuttosto che ad un' altra. Portato in senso spirituale, anche se ciò comporta scelte di vita molte volte pratiche.
L' uomo 'sente', come pure sente dentro di sè - si dice dentro al cuore - la legge dei dieci comandi, legge naturale che Io ho messo dentro di lui per guidarlo a Me anche senza l' aiuto, perfetto, della Dottrina cristiana.
L' uomo 'sente' ma, come fa per i comandi, poi decide lui.
Lui decide. Lui decide cosa fare, come fare. Perchè Io, ripeto, sono Dio di Libertà.
Tanti furono i 'profeti' che non furono profeti miei ma decisero di divenire profeti, cioè 'rivelatori', dell' Altro. Come Lucifero, non fu forse creato 'perfetto' nella sua perfezione angelica ?
Eppure sbagliò ! Forse che Io, nel crearlo e nel volerlo perfetto, sbagliai e non capìi che sarebbe divenuto imperfetto ?
No! Io lo creai perfetto, lo volli perfetto, ma lui, nel suo libero arbitrio - pur avendogli Io dato i doni come li do ai profeti - divenne imperfetto.
Io mi comporto con i profeti come se, ab initio, essi dovessero essere 'perfetti', nella loro limitatezza, pur sapendo che essi liberamente decideranno o non decideranno di esserlo.
Se ben rifletti, se ben rifletti, vedi che la contraddizione è solo apparente. Perchè, su tutti i doni che Io do, faccio predominare quello della libertà, il libero arbitrio, che è quello che determina le scelte e che è quello che - sulla base delle scelte - mi consente di esprimere il giudizio, quello finale.
E se l' uomo ha avuto doni particolari, perchè 'potenzialmente' poteva fare, e 'doveva' fare, cose particolari, e poi non ha fatto, allora risponderà dei talenti sprecati: risponderà per quello che ha fatto e - maggiormente , avendo avuto i talenti - per quello che non avrebbe dovuto fare.
Dio si rivelò ai Profeti.
Perchè, perchè - già ti dissi - doveva, attraverso essi, trasmettere agli uomini decaduti, imbarbariti, impoveriti intellettualmente e spiritualmente, il senso della loro origine spirituale, il loro essere figli di Dio, perchè si stava avvicinando il tempo della missione del Cristo ed essi pronti - come in realtà , per il libero arbitrio, 'pronti' non furono - dovevano essere a raccogliere la sua Parola, profeta anch' Egli perchè, Figlio incarnato, veniva a rivelare la Parola di Padre, esprimendo le parole del Padre, per virtù dello Spirito Santo. I Profeti dovevano ricordare agli uomini - a quelli del popolo non prediletto ma 'prescelto' o, se preferisci, 'prediletto' perchè prescelto e non certo per i suoi meriti particolari se non quelli dei primi patriarchi (chè solo grazie ai meriti dei patriarchi i successivi poterono beneficiare della mia misericordia ) - di essere Figli di Dio, la loro origine, la loro missione, la loro strada.
Il loro compito era mantenere accesa, almeno in una minoranza dell' umanità imbarbarita, la fiaccola - una piccola fiaccola - che illuminasse l' uomo, in modo che almeno in un popolo vi fosse la giusta conoscenza affinchè, con la venuta del Cristo, la sua dottrina potesse essere accolta e potesse essere divulgata.
Perchè Io non ho 'fulminato' gli uomini, perchè, meglio, non li ho folgorati con la rivelazione 'istantanea' della mia dottrina, salvandoli tutti, ad un tempo ?E perchè allora il seme del pino impiega una vita a diventare 'pino'? Perchè l' uomo impiega una vita a diventare 'uomo', e talvolta per diventare uomo nel vero senso della parola, cioè essere spirituale, neanche una vita basta ?
Perchè i tempi di Dio non sono i tempi dell' uomo.
Il tempo per Dio non esiste, Egli è l' Eterno Presente . E perchè l'ordine di Dio è perfetto, e non è l'ordine dell' uomo.
Il mondo venne creato anch' esso in quelle che voi chiamate fasi, non fu 'istantaneo', ma 'istantaneità' e 'fasi' sono concetti legati alla vostra nozione di tempo. Dio non aveva bisogno di 'tempo'.
E' l' uomo che ne ha bisogno, purtroppo, per redimersi. Ed il tempo, per voi, è Carità mia.
Dio si rivelò ai Profeti.
E quelli che accolsero la mia Parola la riportarono agli altri.
Ma in realtà il dono della profezia Dio lo diede a tutti gli uomini, perchè a tutti gli uomini si rivela, ma loro chiudono gli occhi per non vedere, chiudono le orecchie per non sentire, volgono il capo, fuggono da Me perchè preferiscono il loro 'io'.
Fino ad un certo punto non è colpa loro, perchè figli degeneri del Peccato. Fino ad un certo punto, fino al punto in cui l' io responsabilmente decide ed essi diventano responsabili.
Tu stesso 'profeta', cioè rivelatore, finchè tu stesso deciderai responsabilmente di rimanere tale, perchè libero sei.
Perchè solo con la libertà vi è merito, e demerito.
Perchè non tutti profeti, allora ?
E cosa direste se, nella vostra società, tutti facessero lo stesso mestiere? Potreste mai sopravvivere ?
Il 'corpo spirituale', come il corpo umano, più del corpo umano, ha tante membra, tanti organi, tante funzioni. Ogni organo ha la sua 'missione'. Se la svolge bene il corpo funziona, altrimenti si ammala.
Ed ogni uomo, uomo che vive nella società, ha una missione diversa.
Quella di essere buon padre e buona madre. Ho detto buono e buona, e non solo padre e madre, chè anche gli animali sono padri e madri, anche se essi sono sempre buoni, contrariamente all' uomo degenerato dal Peccato e compromesso - se il suo 'io' lo vuole - dal libero arbitrio.
Quella di essere un buon figlio, un buon imprenditore, un buon lavoratore, un buon medico, un buon Sacerdote, sì anche un buon Sacerdote, un buon scienziato, perchè senza bontà la scienza non è sapienza ma scienza del Male.
E tutte le missioni, armonicamente fuse insieme, se realizzate con bontà, concorrono a fare il Popolo dei 'figli di Dio', in terra.
Ma poichè il vostro 'io' - cioè il vostro spirito degenerato dal Peccato, perchè l' io altro non è che la conseguenza del Peccato che ha ribaltato i valori sottomettendo lo spirito 'Re' al dominio dell' io - in realtà è libero di volere o non volere, voi non diventate sulla terra 'Popolo di Dio' ma, solo individualmente e nella misura in cui ognuno accetta, 'figli di Dio' , quelli che fanno la mia volontà, per divenire Popolo di Dio in Cielo, perchè lì veramente siete popolo mio, un popolo, una volontà, un solo amore, quello per Me.
Dio parlò ai Profeti.
Ma Dio parla sempre, ogni momento, attraverso il creato. Solo chi non vuole non lo vede, e non lo sente.
Non è ingiustizia, non è mancanza di 'privilegio' il non 'parlare' a tutti, perchè tanto non mi vorreste ascoltare, perchè 'negatori' siete e, quando non negatori, vigliacchi. Poveri figli, figli del Peccato. Per questo ho Pietà. Per questo vi mando i profeti: vi mando i profeti perchè, se dessi a voi questa missione, sprechereste il 'talento' ed essa diventerebbe aggravante di condanna. Non ingiustizia per voi, non mancanza di privilegio concesso ad altri, ma ancora una volta Amore.
Vi mando chi vi illumina la strada. Non ve la illumina per suo merito, perchè il profeta è "sasso" che si anima solamente sotto la mano e lo scalpello dello Scultore. Vi mando chi vi illumini la Strada perchè voi possiate ritrovare il sentiero nella foresta della vita. Sta a voi seguirla.
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Rifletto. Perchè non potrebbe essere così?
Un Dio che crea un universo intero può mai non poter comunicare 'telepaticamente' con degli uomini?
La telepatia, basta leggere i testi di parapsicologia, non è forse un fatto ormai scientificamente accertato e - direi - anche molto comune?
Quante volte nella vita non abbiamo sperimentato noi stessi casi di telepatia? Chi riceve una comunicazione telepatica può anche non 'percepirla' come tale, cioè come una 'cosa' estranea proveniente dall' esterno, ma viverla come una sensazione o come una idea propria.
E così - mi dico fra me e me - così come Dio ci potrebbe suggerire le 'buone' idee, l' Altro ci può suggerire delle buone... 'tentazioni'. Perchè no? Può essere, può essere...
Ad esempio, ho sempre considerato gli angeli custodi, questi grandi 'suggeritori' che Dio avrebbe messo al nostro fianco, una 'baggianata'. Roba da favole di Esopo.
Ma un Dio spirituale - se solo per un momento, per comodità di ragionamento, entro in quest' ordine di idee - perchè mai non potrebbe mettermi vicino una creatura spirituale che mi faccia da 'ispiratore', per contrastare le ispirazioni dell' Altro?
Perchè non può essere se, per un momento, partiamo dall' idea che Dio esista, che sia un essere spirituale e che sia stato veramente Lui a creare gli uomini?
Certo, se uno mi dicesse di punto in bianco che lui ha l' angelo custode che lo aiuta lo guarderei con ironica considerazione e penserei dentro di me che sarebbe bene si facesse 'visitare'.
Ma io ho anche letto delle biografie di 'santi', cervelli di primissimo piano, colti, lucidi, che hanno parlato con assoluta sicurezza delle ispirazioni e non di rado anche degli aiuti 'pratici' ricevuti dai loro angeli custodi.
Balle? Se lo dicesse una persona comune uno può pensare che questo si sia suggestionato o sia un pochino 'esaltato'.
Ma se lo dice un 'santo' o, più che un santo in sè e per sè, un santo che - a leggere quello che ha scritto - si capisce che 'ragiona' bene, cioè che la 'fede' non lo fa sragionare e la cui santità di vita lo rende 'attendibile'?
E l' Altro, che cosa è l' Altro?
E' il Male? E' una 'persona' spirituale?
Un angelo decaduto, tanto per capirci?
Oppure una 'personificazione' fatta dall' uomo - per propria comodità psicologica o credulità - di un concetto astratto, di un principio filosofico, che poi non è neanche un 'principio', perchè il Male - in senso assoluto - non esiste, ma esistono soltanto le 'cose' che vanno male?
Interrogato da me al riguardo, un mio amico sacerdote si era 'grattato' - come si dice in gergo - la 'pera'... evidentemente anche lui un po’ perplesso anche se forse non aveva il coraggio di ammetterlo...
Non gliene faccio colpa. Ci sono fior di 'teologi' che la pensano così.
Quella dei 'teologi' è stata una delle mie prime 'sorprese' quando mi sono avvicinato un pò di più alla conoscenza delle tematiche del credere. Io ero convinto che i teologi fossero timorati uomini di Dio deputati a dare delle spiegazioni, a dare dei chiarimenti, a far 'crescere' nel campo della fede.
Quale sorpresa nel vedere invece, almeno in taluni di questi le cui opinioni venivano amplificate dai 'mass media', tutto il contrario. Una contestazione...non la critica serena e costruttiva ma una contestazione a tal punto livorosa, così priva di quello che in gergo viene chiamato 'amore', da farmi mettere in dubbio persino la religione alla quale dicono di appartenere.
Sarà un fatto di carattere, mi sono detto. Tutto frutto del razionalismo imperante per cui tutto, anche quello che è 'irrazionale', quello che è extra-naturale, deve rispondere ai criteri comuni della nostra 'razionalità' ed alle 'leggi' della 'Fisica' che noi conosciamo e che disciplinano il comportamento della materia.
Ma - tornando all' Altro - se l'Altro non esiste, allora non mi 'tenta' nemmeno. Allora non è un 'Nemico'.
Da qualche parte ho letto- non so chi l' abbia detto - che una delle più grandi vittorie ottenute dall' Altro nell' epoca contemporanea è stata quella - grazie al modo di pensare 'positivista' sviluppatosi sempre di più dall' ottocento fino ad oggi - di farci pensare che 'lui' non esiste, che 'lui' è una invenzione dell' oscurantismo medioevale della Chiesa.
E gli 'esorcismi'? Roba anche questa da medioevo, mi sono detto.
Abuso della credulità popolare.
Come avrebbe fatto la Chiesa a reggersi se non facendo credere alla gente semplice queste cose?
Però... però ho letto un libro scritto da uno psichiatra ('Psichiatra all'inferno' di Simone Morabito, Edizioni Segno 1995), psichiatra il cui 'curriculum' mi è sembrato di tutto rispetto, il quale ha assistito a degli esorcismi, e li ha descritti con particolari che fanno accapponare la pelle.
La lucidità, la proprietà medica con la quale si esprime, depongono a favore del suo ... equilibrio. Egli descrive i fatti che vede con l' acutezza dello psicologo e dello psichiatra e chiunque legga comprende che quelli che vengono descritti, per come vengono descritti, non sono fenomeni 'psichiatrici' ma 'psichici', o è meglio dire fenomeni psichici di carattere preternaturale o spirituale. Su questo argomento, come su tanti altri, ho voluto un po’ documentarmi ed ho anche letto vari libri scritti da Padre Gabriele Amorth (sacerdote esorcista della Diocesi di Roma) il quale sta conducendo una sua personale battaglia - non solo con i suoi interessantissimi libri ma anche con conferenze radiofoniche tenute dai microfoni dell'emittente cattolica 'Radio Maria' - per convincere - piaccia o non piaccia ai positivisti, ai razionalisti, per non dire anche a molti preti che si mostrano scettici - che Satana invece esiste e che gli indemoniati, i posseduti, non sono un fatto psichiatrico ma 'spirituale' che va curato con un mezzo 'spirituale': la preghiera.
Ma - mi dico - se ormai la gente non 'crede' più a queste cose, come mai tanti milioni di persone frequentano maghi, cartomanti, sedute spiritiche, sette sataniche e via con amenità di questo genere? Certo, sotto ci deve essere anche un bel 'business'... Ma se ci fosse sotto anche un fondo di verità?
Ma se Dio c' è, e se è un Essere spirituale, e se ci credo, perchè non devo credere allora che esista anche l' Altro? Non è un fatto di 'fede' ma di logica conseguenza. Anche l' Altro sarà un essere 'spirituale'.
Il Primo: eterno perchè durerà in eterno ma esistente 'ab-aeterno'.
Il secondo: eterno perchè - dal momento in cui è stato creato - è condannato ad esistere in eterno. In 'eterno'...
E l'eternità, che cos'è l'eternità? Lo spazio-tempo esistono? Cosa diceva Einstein in quel suo libro che avevo letto anni fa in merito alla sua teoria della 'relatività', sui concetti di spazio e tempo?
Lascio perdere questi pensieri che si susseguono uno dopo l' altro e ritorno all' inizio.
Dunque stavo leggendo, all' inizio, che Dio parlava telepaticamente ai profeti...
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Medito sul brano dell’altro libro che ho riportato qui sopra.
Riflettendo sulla reale presenza del 'Nemico', insomma dell'Altro, che fa di tutto per non 'apparire' mai, lanciando il sasso e nascondendo la mano, non posso non notare come questi è anche un protagonista occulto molto importante del racconto di Giobbe, un personaggio certamente di primo piano in questa 'Recita', o meglio di questa tragedia a lieto fine di Giobbe che si svolge in Us, un paese dell' Idumea.
La 'recensione' del libro ve la faccio io, in breve, come quei trafiletti sui giornali che in poche righe vi raccontano la trama del film che volete andare a vedere, ed è la seguente:
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Giobbe è un ricco possidente, uomo di prestigio, amato e rispettato , soprattutto timorato di Dio al quale egli rende onore in ogni modo perchè egli, una sorta di patriarca, svolge alla moda antica anche funzioni 'sacerdotali'.
Egli è un arabo che, evidentemente, ha abbracciato la fede nel Dio Vero, e viene colpito da tutta una serie di sventure che, nel racconto, vengono presentate come se si susseguissero nella stessa giornata, ma che in realtà devono essersi succedute gradualmente nel corso di vari anni. Così ritengono infatti coloro che sono certi della 'storicità' dei fatti narrati, e che cioè si tratti di una storia realmente successa.
In sostanza l'Autore del libro Ispirato - forse, si dice, lo stesso Giobbe - ha raccontato, per la sua rilevanza di carattere didattico, una storia vera e non un fatto 'esemplificativo', il tutto per far capire determinati concetti spirituali.
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Comunque - mi dico io - storia vera o fatto esemplificativo che sia stato, quello che conta è che l'Autore, non quello umano ma l'Ispiratore, voleva educare l' uomo facendogli capire la causa, il significato ed il valore della sofferenza su questa terra.
Giobbe - vi racconto ora io la storia in edizione 'libera' - era dunque un uomo retto che 'fuggiva il male', aveva sette figli e tre figlie, migliaia di pecore, cammelli, buoi, asine, tantissimi servi che lavoravano per lui.
I suoi figli, come fanno tanti figli di 'papà' oggi, se la spassavano passando la vita in pranzi pantagruelici, organizzati di volta in volta da uno di loro che invitava gli altri, comprese le sorelle, perchè evidentemente erano tutti molto uniti.
Il padre - dopo ognuno di questi conviti e forse preoccupato per le intemperanze godereccie dei figli - era solito chiamarli a sè e offrire al Signore sacrifici di purificazione per loro, nel timore che essi avessero peccato ed offeso Dio.
Questo è l'antefatto.Vediamo il resto.
Primo atto.
Un giorno, mentre gli angeli sono convenuti davanti al Signore per raccontargli come vanno le cose, Satana - che era 'angelo' anche lui - si intrufola nel mezzo. Il Signore gli chiede da dove viene e lui - con aria noncurante e sorniona - gli risponde che ha fatto un 'giretto' sulla terra - di cui si sa che egli ne è notoriamente il 'Principe' - terra che egli dice eufemisticamente di aver 'scorso', nel senso di aver attraversato, ma dove - potremmo tranquillamente dire - vi ha fatto le sue abituali 'scorrerie' di razzìa.
Il Signore, sornione non da meno, anzi signorilmente sornione, gli chiede con noncuranza se per caso non aveva fatto caso al suo servo Giobbe, un servo che sulla Terra di uguali non ce ne sono, semplice, retto, che teme Dio e fugge il male.
L'Altro, al sentirsi dire che nel 'suo' territorio vi era un timorato di Dio, che di meglio non ne esisteva e che detestava il Male, si sente punto sul vivo e reagisce con stizza. Mascherando una finta noncuranza egli risponde al Signore che per forza quello era un 'timorato' e si teneva buono il Signore...: aveva infatti la sua buona convenienza, pieno di soldi com' era e per di più ben protetto da Dio nei confronti delle scorrerie del Satana...
'Prova un po' a toccarlo nell' interesse, in quel che possiede, e poi vedrai se non ti maledice in faccia', conclude alla fine Satana rivolto al Signore.
E il Signore allora - a riprova - lo autorizza a colpirlo in tutti i suoi beni, tranne che nella salute.
E così iniziano le vessazioni e persecuzioni contro Giobbe. Apparentemente la colpa è sempre di uomini, ladroni e bande armate, che fanno scorreria contro i suoi vari armenti portandoglieli via di volta in volta, e massacrando i suoi servi innocenti che non facevano altro che difendere con la propria vita i beni del loro Padrone, oppure appare come colpa di circostanze casuali o calamità naturali, come quella specie di 'tornado' che fa crollare la casa sui figli di Giobbe mentre banchettavano.
Giobbe, che nel sapere le altre notizie di perdite materiali non si dice come avesse reagito, ma si suppone 'con pazienza', nell' apprendere della morte tragica di tutti i suoi dieci figli, rimane 'shoccato', si alza, si straccia le vesti e - secondo le usanze dell' epoca - si taglia a zero i capelli ma - notate bene - anzichè imprecare contro la sorte o contro Dio - come di solito fanno gli uomini - si prostra a terra adorando il Signore e dicendo solennemente:
Nudo sono uscito dal seno di mia madre, e nudo tornerò laggiù.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, come è piaciuto al Signore così fu fatto, sia benedetto il nome del Signore.
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Luce:
Hai ben raccontato, anche se in maniera un po' colorita. Ora commentalo con altrettanto 'colore'.
Rimango interdetto. E cosa commento? Non sono mica Don Dolindo Ruotolo. E con 'colore', poi? Come si fa a commentare 'con colore' una storia del genere? E poi non so neanche da che parte cominciare. Non conosco neanche il resto della storia, so solo che finisce a tarallucci e vino, della serie 'e vissero tutti felici e contenti...'.
Silenzio... non si sente volare una mosca.
Va bene, mi dico, in fin dei conti non si tratta di commentare con parole mie tutto il libro di Giobbe, ma solo di fare qualche riflessione alla buona a voce alta su quello che ho raccontato, sia pur in versione 'libera'.
Libera, intendevo dire io, non 'colorita'...
La prima considerazione che mi viene in mente è questa. Noi uomini, anche se siamo credenti, anche se diciamo di essere credenti, in realtà non crediamo veramente al Male, ma alle cose che vanno male. Positivisti come siamo, non crediamo alle cose che non si vedono e non si toccano. Ma se non abbiamo spesso il coraggio di 'negare' Dio, di fatto lo facciamo negando che esista l' Altro: cioè l' Avversario di Dio, e dell' uomo.
Ora io mi dico che la Verità, se è Verità, non può essere che una. E di una Verità - specie se proviene da Dio - non possiamo dire che ne prendiamo per buona solo mezza, quella che, a noi, ci appare come la più 'ragionevole'.
E' come se dicessimo a Dio: 'D' accordo, ti credo, ma via... ora non esageriamo. Che Tu esista ti credo, e ci mancherebbe ancora, ma che Tu pretenda ora che io creda che esista anche l' Altro...Sù!'
In sostanza diamo del 'bugiardo' a Dio. Non ce ne rendiamo conto e non vogliamo neanche ammetterlo, perchè siamo vigliacchi e solo l' ipotesi ci mette paura... 'non si sa mai... se Dio esistesse sul serio magari ci fulmina!', ma di fatto - inconsciamente - diamo del bugiardo a Dio.
La famosa Parola di Dio, quella dell' Antico e del Nuovo Testamento, o la crediamo 'tutta' Verità, oppure, se neghiamo la verità di una sua parte, vuol dire che siamo noi che ci atteggiamo a giudici della Verità come se fossimo al di sopra di Dio.
'Lui può raccontare anche delle storie, ma a noi che la sappiamo lunga... a noi no.'
Dobbiamo quindi smetterla di tenere i piedi in due scarpe e decidere da quale parte stare, se dalla parte di Dio o... dell' Altro, che ci vuole far credere che non esiste, così ci frega meglio!
Se quindi per coerenza - non dico per coerenza di fede ma per coerenza intellettuale - partiamo dal presupposto che Dio esista, che ha parlato attraverso i profeti, che ha parlato soprattutto attraverso Gesù Cristo che è venuto a redimerci e che ha letteralmente definito Satana il 'Principe di questo Mondo'…
Se teniamo anche conto del fatto - di grande rilievo - che Cristo passava parte del suo tempo, oltre che a predicare e guarire - anche a scacciare demoni: cioè ad esorcizzare gente posseduta (sono numerosissimi gli episodi raccontati nel Vangelo)…
Se tutto questo è vero…, allora dobbiamo veramente ritenere che l' Altro sia una 'realta' angelica di tipo ‘spirituale’, invisibile dunque ai sensi umani come del resto è invisibile Dio (del quale però vediamo la creazione visibile!) ma che, come i Padri della Chiesa ed i Padri apologisti hanno anche in maniera ispirata spiegato, abbia veramente la possibilità di influire preternaturalmente sugli elementi della materia e telepaticamente sulle persone: influire su queste nel senso di 'suggestionare', far 'balenare' davanti alla mente dell'uomo delle idee suggestive, delle opportunità particolarmente allettanti secondo il temperamento e l' indole di ogni singola persona, idee alle quali questa - che se le sente girare per la testa e le crede sue - poi va dietro e realizza perché, tutto sommato sono proprio quelle che meglio si adattano al suo modo di pensare e, soprattutto, ai suoi 'istinti' che l’Altro ha prima accuratamente ‘studiato’.
Pur nel nostro razionalismo, nel nostro positivismo - una volta accettata questa logica spirituale di ragionamento - dobbiamo abituarci a prendere in considerazione o quanto meno a non escludere l' ipotesi che alcuni fenomeni naturali possano essere provocati in maniera - come si dice in 'gergo' – preternaturale.
Secondo autorevoli esorcisti ed Autori che studiano la demonologia, lo scopo ‘principe’ del Nemico – poiché la posta in gioco è la felicità eterna o la dannazione eterna – sarebbe quello di ghermire e fare proprie le anime di quelle persone che non fanno in tempo a pentirsi o non si vogliono pentire.
In quest’ ottica tante tragedie umane come ad esempio guerre, efferatezze, crimini di particolare gravità – oltre che esser dovute alle tendenze dell’ uomo - troverebbero nel ‘Nemico’ un insospettabile regista occulto.
Tornando a Giobbe, vi è però un passo che potrebbe far quasi pensare che il ‘responsabile’ sia Dio laddove Egli dice a Satana: 'Ecco, tutto quello che egli ha è nella tua mano...'.
Ma è chiaro che questo è un artificio letterario che rende più viva e immaginifica la scena e serve a far comprendere che quando Dio ritira la sua mano protettiva dal nostro capo allora l' Altro ha veramente via libera in tutto.
Ma anche se volessimo credere che è 'Dio che ce le ha mandate, le disgrazie' , non sarebbe più logico e credibile pensare invece che ce le abbia mandate l'Altro?
E se tante brutture ci spingono talvolta a pensare che - se esistesse - Dio non le permetterebbe, non vi sembra che sia più un modo di pensare che ci venga suggerito e convenga all'Altro, al vero Mandante che si tiene nell' ombra, lancia il sasso e nasconde la mano?
Come viene narrato in Giobbe, Satana è il nostro perenne 'accusatore' di fronte a Dio, specie - così sostengono in molti e a me l' idea 'piace' perchè mi sembra 'coerente' anche se immaginifica - nel giorno del Giudizio particolare quando egli si presenterebbe per fare le sue ragioni e cercare di carpire anche quello che non gli spetta salvo poi scontrarsi con il nostro Angelo custode che farebbe invece le 'nostre' ragioni.
Il Nemico conosce profondamente sia le pieghe recondite dell’ animo umano che la debolezza scaturita dal Peccato di origine da lui stesso subdolamente provocato, e persino a Dio - nel colloquio su Giobbe - ha l'impudenza di dire di non illudersi perchè gli uomini sono bravi e timorati finchè le cose vanno loro bene, ma diventano delle belve e si sentono 'traditi', 'traditi' da Dio, quando le cose cominciano a girare nel verso sbagliato.
12.3 – Il dolore deriva dal Disordine. I ‘ladri’ del Paradiso’
Su questo tema del dolore, dell'ingiustizia e del Male nel mondo preferisco ora andarmi a rileggere alcuni brani del mio libro precedente...
(G.Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 105,106,107,108 – Ed. Segno)
105. Sintesi sul 'dolore'.
In questa 'Lezione' dell' Angelo Azaria alla Valtorta mi colpisce una considerazione sulla quale Egli attira l' attenzione dell' allieva: tutti i 'cittadini' dei cieli - prima di essere spiriti beati nella contemplazione di Dio - furono uomini sulla Terra. Ebbene alzando gli occhi dello spirito si potrebbero vedere su di essi, cioè su tutti quelli che si sono 'salvati' (su tutti meno che sui 'pargoli' che sono morti prima dell' uso della ragione), i 'segni' per cui conquistarono quel posto. E non uno di essi è privo del segno della 'contraddizione' del mondo nei confronti della loro virtù e missione.
Ed è questo un segno di martirio, cruento o incruento che sia, che non manca in nessuno, perchè il mondo odia, perseguita e schernisce chi è da Dio per cui gli 'invidi e i negatori' si comportano nei loro confronti alla stessa stregua di un toro inferocito di fronte al quale viene agitato il drappo rosso che lo fa infuriare.
Il mondo non è un' oasi di serenità e tranquillità ma è percorso da sventure e calamità di ogni genere e se l' Umanità corrotta aveva già rischiato la completa distruzione all' epoca del Diluvio universale, ora in quest' epoca corruzione e odio hanno superato ogni limite e l' odio è diventato fine a se stesso, odio per l' odio, odio per l' umanità.
Come si può dunque escludere che Dio - disgustato da tutti questi orrori - interrompa il corso del mondo lasciando l' uomo in preda a terribili convulsioni provocate da guerre, fame, stragi, cicloni, inondazioni, pestilenze, macchine e veleni micidiali, in un apocalittico succedersi di castighi che portino l' uomo accecato dalle tenebre e dall' ateismo di fronte ad un Giudizio universale anticipato?
In un' altra Lezione , questa però dello Spirito Santo a commento dell' Epistola di Paolo ai romani, si parla della ribellione di Lucifero a Dio, della susseguente creazione dell' Inferno, dell' introduzione nel mondo del disordine attraverso il quale poterono entrare peccato, dolore e morte, prima nell' Eden e poi nel resto del mondo e dell' Umanità.
Luce:
Facciamo una sintesi sul 'dolore':
. Il Dolore deriva dal Disordine provocato da Lucifero e dalla vostra acquiescenza allo stesso disordine.
. Neppure il Sacrificio di un Dio-Cristo ha potuto ristabilire l' ordine turbato.
. La 'Grazia' restituita dal Sacrificio ha 'restaurato', ma è rimasto il segno della Ferita, cioè i 'Fomiti', occasione di nuovo errore se non si è di buona volontà.
. Ma con il libero arbitrio gli eroi della 'carne' possono conquistare la santità , e con essa il Cielo, grazie ai doni rimasti anche dopo la Colpa: Intelletto, Coscienza e Legge che consentono di conoscere il Bene e il Male e decidere se seguire l' uno o l' altro.
Le 'voci' del Male essendo alla fine un 'Bene', se superate in 'Prova', perchè, come ti dissi, Dio dal Male sa anche e comunque trarre il Bene per chi dimostri buona volontà.
Grazia e Volontà danno ordine spirituale, ma per essere veramente nella legge dello spirito bisogna avere Cristo in se stessi.
106. Satana è omicida. Omicida della vostra anima, omicida dell' uomo.
Questa è un' altra lezione magistrale dello Spirito Santo alla Valtorta. La 'scaletta' dei concetti è grosso modo questa:
. L' uomo è debole per il Peccato d' origine, ma Dio sa e vede e, poichè è Amore e Giustizia, sa compatire e premiare, ma vuole la 'buona volontà'.
. Dalle forze che si combattono dentro di noi: una volta verso il bene , l' altra verso il male, e dal contrasto fra queste due forze: una mossa dall' Amore di Dio e l' altra dall' Odio, il Signore trae i meriti - sol che contrastiamo il Male con la nostra buona volontà - per darci l' accesso al Regno dei Cieli.
. Ma mentre Dio ha per fine della creazione il premio da dare agli uomini, e cioè il riunirli - dopo la morte - a sè dando loro la sua conoscenza e visione e il giubilo di essere il Popolo di Dio, Satana ha invece per proprio scopo quello di privare il Creatore di quante più creature sue dilette può e di privare le stesse creature del Godimento del loro Creatore.
. Da quando Lucifero - folgorato dopo il suo atto di superbia per il quale si antepose a Dio desiderando di essere, lui creato, come Dio Creatore - precipitò nell' inferno, da quel momento anche Satana, l' eterno scimmiottatore, volle il suo 'popolo' da contrapporre al Popolo di Dio ed usa a questo scopo la sua intelligenza ed il suo potere spiando ogni azione dell' uomo, ascoltando tutto quello che dice per seminare zizzania e provocare dolore.
Luce:
Satana è Omicida. Omicida della vostra Anima, omicida dell' uomo.
Ti ho spiegato come l' uomo vero, costituito ad immagine e somiglianza di Dio, non sia l' uomo in carne ma quello in spirito.
E' lo Spirito l' uomo vero, la carne essendo un accessorio che lo 'perfeziona', che lo completa nella sua 'umanità'.
L' uomo, che doveva essere 'uomo', non poteva essere solo 'spirito' ma doveva avere la carne, che era però perfetta, perchè munita di tutti i doni di Dio, e quindi non 'carnale', e quindi accessorio - anch' essa - spirituale finchè l' Assassino, il Grande 'Omicida': cioè l' assassino di 'uomini', decise di uccidere carne e spirito, cominciando dallo spirito dal quale dipende la carne: ucciderlo con il Peccato.
Lui, il Satana, tenta di uccidere ed Io, il vostro Padre, cerco di salvarvi.
Cerco, dico 'cerco' e non che vi salvo ( perchè salvarvi - sol che volessi - potrei con un atto del mio imperio... ) perchè rispetto il dono più grande fra quelli che vi ho dato: il libero arbitrio, dono grandissimo, perchè Io stesso sono Dio di Libertà e la Libertà dovevo darvi e lasciarvi, anche dopo il Peccato, soprattutto dopo il Peccato.
Perchè grazie al Libero Arbitrio con il quale l' Omicida vi vuole - con le vostre mani - uccidere, grazie al libero arbitrio vostro Io vi voglio - con le vostre mani - salvare.
Ma mentre Satana vi uccide senza darvi niente, Io vi salvo dandovi - nell' eterno Sacrificio vivente che si rinnova - il Sangue del Cristo-Dio, di mio Figlio, vostro Dio, Fratello e, in Spirito d' Amore, ... Padre.
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107. La morte - anzitempo - dei bimbi e dei giusti...
D' accordo. Satana è Omicida. E 'Lui' - Il Padre - cerca di salvarci. Dice 'cerca' perchè in realtà rispetta il nostro libero arbitrio, cioè non ci salva, in pratica, se - privi di buona volontà - non abbiamo voglia di farci salvare.
D' accordo. Ma allora come la mettiamo con la morte dei bambini e di quelle brave persone che non farebbero male a una mosca? Perchè non li 'salva' ? Loro, i bimbi, non sono colpevoli e i giusti da parte loro la buona volontà ce l' hanno...
Quante persone ho sentito dire che se Dio ci fosse veramente non permetterebbe certe cose...
Cosa gli dovrei spiegare a questi, caso mai veramente dovessi provare a fare 'apostolato' ? Cosa spiegare ai genitori dei bambini... che dire ai famigliari stretti dei giusti che si vedono portar via i loro cari mentre i delinquenti prosperano...
Luce:
Se la vita non è un 'fine' ma strumento per guadagnare il Paradiso attraverso dolori, sacrifici, lotta con il proprio 'Io' e contro il 'Male' e le sue tentazioni, se con la vita l' uomo - a causa del suo libero arbitrio e delle tentazioni al Male - rischia facilmente di perdersi, allora l' Anima di un bimbo innocente o di una persona buona che muoiono anzitempo (anima che è 'completa', anche se nel corpo di un bimbo, e che quindi colloquia con Dio ancora meglio perchè pura e non ancora contaminata dal Mondo) sono anime fortunate perchè vanno in Paradiso e si salvano così con certezza.
Quella che, giudicata con occhio umano (che vede la vita come un fine e non come un 'mezzo' per arrivare alla salvezza), è una assurda ingiustizia di Dio - e che diventa 'alibi' a sostenere che Dio non esiste, o se esiste se ne 'frega' perchè altrimenti non permetterebbe - è in realtà una grande fortuna.
La morte prematura non è voluta da Dio, che lascia libertà alle circostanze, di norma senza forzarle (anche qui per 'giustizia'), ma - quando avviene - si risolve in bene per l' anima e sofferenza per i parenti: e sofferenza è espiazione e miglioramento di se stessi.
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108. Questo non significa che Dio è ingiusto con l' uomo ma che l' uomo fu ingiusto con Dio ed ora...
ne porta le conseguenze.
Rifletto sull' insegnamento concernente la morte - anzitempo - dei bimbi e dei giusti. Sì, la spiegazione non fa una grinza, ma chi glielo dice ai genitori e parenti?
Il mio pensiero ritorna al passato, a quando mia figlia - poco più che sedicenne - venne investita da un camion 'pirata' e rimase nove giorni in coma, appesa ad un filo fra la vita e la morte...
Ricordo il dolore, i pianti miei e di mia moglie, la nostra disperazione...
Poi lei si salvò. Ma chi i figli li perde? Ed io cosa avrei risposto, allora, a chi mi avesse battuto una mano sulla spalla e mi avesse voluto spiegare che 'la vita non è un 'fine' ma un 'mezzo' per guadagnarsi il Paradiso, attraverso il 'dolore', ecc. e che comunque ci serve anche ad espiare i nostri peccati? Non è che voglia mancar di rispetto, ma è dura da 'accettare' una cosa del genere senza imprecare, quando uno è bruciato sulla propria pelle...
Luce:
Il 'Male' al mondo è una conseguenza del Peccato Originale: persa la Grazia, l' uomo perse la perfezione fisica e morale.
Di qui le malattie del corpo (e il dolore), di lì le cattiverie (ed il dolore).
Come ti ho già detto, i bambini - e comunque i 'giusti' che muoiono anzitempo - sono vittime innocenti sacrificate dal Caso.
Ma la loro sorte solo umanamente è 'disgrazia', perchè essi vanno in Cielo dove possono bearsi della vista di Dio.
E' l' uomo che - giudicando umanamente e non avendo fede e non credendo in Dio e nel Paradiso - considera questa morte come una ingiustizia.
Al contrario, è la Terra che è una valle di lacrime, un luogo di espiazione. E l' uomo 'spirituale' dovrebbe ambire l' andarsene.
Il dono più grande che possa ambire lo spirito è quello di morire subito - in Grazia - per ricongiungersi con Dio.
Ciò, di norma, non è possibile perchè l' uomo deve espiare per guadagnarsi il suo Paradiso.
La Terra - a causa del Peccato, e delle colpe degli uomini - è Tempio di espiazione: si comincia a soffrire quando si nasce, poi con il lavoro, le vicissitudini della vita, i lutti, le malattie, la morte.
Questo non significa che Dio è ingiusto ma che l' uomo fu ingiusto con Dio, ed ora ne porta le conseguenze, avendo però la prospettiva e la concreta speranza della salvezza e della gioia eterna.
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Me ne rimango a lungo a meditare su questa 'carrellata' di riflessioni fatte sul tema del 'dolore'.
Mi dico che, teoricamente, tutti i ragionamenti non fanno una 'grinza', teoricamente.
Ma per oggi basta col 'dolore'. Ci risentiamo domani.