(M.Valtorta: 'I Quaderni del 1944', 20.2.44, pagg. 176/178)
- Centro Editoriale Valtortiano -
130.Vai e non temere la Croce, la tua croce, perchè per amore te la porterò Io non appena
– dopo averla accettata - ti dovessi accorgere, sentendola troppo pesante, che è una 'Croce'...
La Mistica – dopo aver contemplato a lungo una visione di Maria SS. ai piedi della Croce con Giovanni (lei pallidissima e sfigurata dal dolore, Giovanni lui pure pallido, come fosse invecchiato in poche ore, Gesù completamente sfigurato, prossimo alla morte e ben diverso da quello che era poche ore prima avanti la Passione) - si sente dire in 'dettato' da Gesù che lei ha ben visto ora quanto costi essere Salvatori.
Tutti coloro che chiedono a Dio di fare di essi dei 'salvatori' – continua Gesù - devono ben pensare che Egli e Maria sono il 'modello' e che quelle sono le torture da condividere per salvare, e se non son croce, spine, chiodi e flagelli saranno altre di altra forma e natura ma ugualmente dolorose e consumanti.
'E' una missione austera - le dice Gesù - la più austera di tutte. Quella rispetto alla quale la vita del monaco o della monaca della più severa regola è un fiore rispetto ad un mucchio di spine. Perchè questa è non regola di Ordine umano. Ma Regola di un sacerdozio, di una monacazione divina, il cui Fondatore sono Io, Io che consacro e accolgo nella mia Regola, nel mio Ordine, gli eletti ad essa, e impongo loro il mio abito: il Dolore totale, sino al sacrificio...'
Rifletto.
La Croce. Ancora una volta la Croce...Questa però è quella dei 'corredentori' come la Valtorta. Ma ogni volta che penso alla 'croce', sia essa dei corredentori che degli altri, non posso che provare un senso di orrore.
E' più forte di me. Certo la sofferenza ripugna. Si può accettare di rischiare di morire in battaglia, ma la sofferenza, quella cosa che ti uccide l'anima con uno stillicidio giornaliero...quella è veramente un'idea insopportabile. E, per quanto mi sforzi, non riesco neanche a capacitarmi di come possa essere possibile che - sopportata per amore - non sia più un vero 'dolore'.
E' quasi come se l'amore fosse una droga, un anestico che smorza, annulla gli effetti del dolore. E le biografie di questi mistici o, più che mistici, di queste anime-vittima parlano di un dolore accettato con straordinaria serenità, sempre dolore ma sereno.
Non capisco…, e quello che non capisco mi fa paura.
Luce:
La Croce. Non bisogna aver paura della Croce.
L'uomo associa l'idea della Croce alla crocifissione, alla sofferenza, alla morte.
Ma anche i figli, ad esempio, sono 'croce', ed una madre non si sognerebbe mai di considerarli una sofferenza, nè tantomeno una 'morte'. Perchè li ama.
Dunque bisogna amare la Croce.
Così come esistono tanti uomini dal volto diverso, così come le impronte digitali di ogni uomo sono diverse da quelle di un altro, così vi sono tante croci diverse, tante sfumature diverse di croce.
Io non carico mai sull'uomo una croce che egli non è in grado di portare, perchè la vita è già una croce, è già di per se stessa una croce sufficiente.
Io insegno all'uomo a portare meglio questa sua croce, quindi gliela rendo meno pesante, più leggera, perchè gli insegno ad amarla.
Già ti dissi, dunque, che l'accettazione della Croce, per te, consiste in un diverso atteggiamento mentale, un abbandono, che ti porti a vedere gli inconvenienti più o meno grandi della vita in un'ottica di abbandono.
Quando le cose vanno bene, gioisci ringraziando il Signore.
Quando vanno meno bene, non è il Signore che te le manda, ma le circostanze, ed allora 'offri' chiedendo ‘forza’ al Signore.
Questo, per te, significa accettare la Croce.
Non il dover accettare una croce particolare che ti viene imposta, ma l’assumere un atteggiamento psicologico che ti porta ad accettare la vita offrendo a Dio, sull'altare di Dio, i frutti buoni e quelli cattivi, chiedendo che Dio purifichi questi ultimi attraverso la tua accettazione.
Ti è stato spiegato poi che portare la mia croce, nel caso dello apostolato che Io chiedo a te, è accettare la strada in salita che l'apostolato comporta.
Anche il lavoro comune è una strada in salita.
Ma l'apostolato è in salita perchè porta al Calvario dove Io crocifisso attendo, attendo non per crocifiggervi ma per farvi capire che il vostro percorso vi ha portato alla meta finale, cioè a Cristo Crocifisso, che rappresenta la più lampante evidenza dell'Amore di Dio, il modo più evidente per farvi capire che la strada in salita vi ha portati più vicini a Dio.
Quindi non temere. Abbraccia la croce, che significa: ‘accetta di salire con lena, senza guardare la cima’, chè ti darebbe 'vertigine', ma percorrendo passo dopo passo, e ti accorgerai che un passo dopo l'altro, senza fatica, senza accorgertene, ti troverai lassù, non in croce, come credi, come temi terribilmente, ma semplicemente vicino al mio cuore di crocifisso.
Seguire la Via della Croce significa dunque seguire la via che porta a Me, crocifisso Io, di mia volontà, per voi.
Poi ci sono le anime che non si accontentano di seguire la Via della Croce, ma che vogliono essere esse stesse crocifisse...
Che fare? Negargli questa aspirazione interiore? Sarebbero infelici.
Ed Io allora le accontento, con sollievo, perchè mi tolgono un peso, mi rendono meno dura la mia fatica, leniscono la mia sofferenza di 'Uomo-Dio'.
Ti meraviglia che ti parli di 'Uomo-Dio' ?
Ma è ben come Uomo-Dio che Io soffro la Croce.
Ecco perchè quelli che vogliono la Croce, quella vera, mi rendono meno dura la mia fatica.
Come ‘Dio’ non avrei 'problemi', ma come 'Uomo-Dio' è una fatica tremenda che schiaccia sotto il suo peso ed il suo orrore: quello dei peccati dell'uomo.
E' vero quello che hai letto: chi vuole quel tipo particolare di croce, come la volle mia Madre nel momento in cui consapevolmente dette il suo 'Sì', illuminata dallo Spirito della Sapienza, si rende corredentore, portatore di una missione austera, la più austera, di fronte alla quale le imposizioni delle regole monacali più severe sono fiori rispetto ai quali quella missione è un 'groviglio' di spine: quello della Corona che portai sino al Calvario.
Ma è per questi, anche, che Io continuo a salvare il mondo. E' per questi piccoli 'cristi', grandi per esserlo nella loro dimensione umana, che Io continuo a salvare il mondo.
E come il Padre non riesce a resistere alle Preghiere della Figlia perfetta, il Figlio a quelle della Madre perfetta, lo Spirito Santo a quelle della Sposa perfetta, Io non riesco a resistere alle preghiere di questi figli che offrono se stessi perchè Io salvi gli altri.
Vai, e non temere la croce, la tua croce, perchè per amore, ancora una volta, per te come per tanti altri, te la porterò Io non appena - dopo averla accettata - ti dovessi accorgere, sentendola troppo pesante, che è una 'Croce'.