(M.Valtorta: 'I Quaderni del 1943', 23.9.43, pagg. 390/393)
- Centro Editoriale Valtortiano -
117. Il ritornello splendido: Amore e Dolore, amore per amare, dolore per riparare...
Gesù, nel suo dialogo giornaliero con la Mistica, dice di voler tornare su una delle sue note dominanti, che sono poi due: necessità dell'amore e necessità della penitenza.
L' amore, prima della Colpa d' origine, era destinato - dice Gesù - ad essere il nostro 'respiro', il sangue del nostro spirito.
La Colpa sconvolse il perfetto equilibrio di carne e spirito dell' uomo originario.
E dalla Colpa nacque il dolore, raffinato poi dalla ferocia degli uomini.
Se l' uomo vuole dunque riconciliarsi con Dio - continua Gesù - egli deve lavorare nella sua mente che produce il male...
E così come l' amore impedisce di commettere il male, il dolore lo ripara.
'...Sappiate sopportare il dolore - dice Gesù - chè se non siete tanto figli miei da non saper volere il dolore per espiare l' altrui peccare, come Io seppi e volli, siate almeno figli al punto da non maledirmi per il dolore che voi avete generato e di cui mi fate accusa...'
Luce:
Saper amare e saper soffrire, bisogna. Amando non si commette il male che fa soffrire, soffrendo si espia il male che per mancanza di amore è stato fatto: è questo l' equilibrio perfetto della mia dottrina. Capisci? Amore e dolore. Amore e dolore. Amore e dolore. Questo è il ritornello splendido che deve risuonare come musica al vostro orecchio spirituale. Amore e dolore. Amore per amare, dolore per riparare. Medita profondamente su quanto hai letto. Amore e dolore sono la chiave dell' equilibrio. Con l' amore l'umanità sarebbe perennemente in pace, ma non lo è per la sua mancanza. Con il dolore l' umanità espia la mancanza di amore e si guadagna però la pace nell' unica vita che conta: quella soprannaturale.
Rifletto a lungo e dò corpo ai miei soliloqui.
Certo, sul piano 'filosofico' l'equazione è perfetta.
La Dottrina dell'Amore e del Dolore, così semplicemente spiegata, assume una grandiosità metafisica, cosmica: Dio è Amore, l'Umanità 'odia', odiando provoca dolore, il dolore è però anche 'espiazione' e purificazione e compensa la mancanza d' amore.
Sull'Altare di questo Dio grandioso, universale, metafisico, e sopratutto... giusto, i conti 'devono' tornare.
Quel che è stato tolto all'Amore deve tornare, o sotto forma di 'amore' o di 'dolore'.
Ma questo dolore non è un concetto astratto, filosofico, perchè è in realtà il dolore dell' uomo. Ed è qui che l' uomo assume - mi dico riflettendo - una sua dimensione 'eroica': obbligato dalle circostanze della vita a passare sui carboni ardenti del dolore - che è un fatto morale e spirituale, oltre che fisico e dove comunque anche quello fisico si ripercuote sulla 'Psiche', cioè sull'anima a causa dell' unità psico-somatica - l' uomo che soffre 'purifica' la sua anima (che senza purificazione non potrebbe entrare nel regno dei Cieli, che è Amore allo stato puro), ma quando è lui stesso che 'accetta' o 'sceglie' la 'prova' o addirittura chiede il dolore, questo diventa un vero e proprio atto di 'eroismo' che merita la Gloria.
Tutti i conti tornano, dunque, se tutto si esamina alla luce dello 'spirito': anche la Dottrina dell'Amore e del Dolore.
Eccezionale dottrina - mi dico - sul piano filosofico, peccato però che passi prima sulla nostra pelle...e che sia dunque così ... scomoda.
Ma se la posta in gioco fosse veramente l'alternativa fra l'eternità di una vita spirituale felice da un lato e una infelicità immensa dall'altro, beh, non dovremmo aver dubbi: meglio l' amore e il dolore.
O no?!!!