103. Lei morì soffrendo, tu vivrai soffrendo: ma ricordati che è sofferenza d'amore...

 

Luce:
Lo vedi ? Amore e dolore.
Col dolore, ti dissi, ti ho colpito. Ma dal dolore è nato l'Amore: in te ed  in lei. E il suo amore ti ha salvato: l'Amore suo e quello della compagna, nuova compagna, che ti è stata posta a fianco dalla Provvidenza.
Tu 'mentivi' a Lei, Lei 'mentiva' a te: entrambi per non provocare dolore, entrambi per amore.
Vedi quante volte il dolore non viene conosciuto, quante volte viene nascosto.
Tu, credendola ignara, fingevi perchè lei non fosse pienamente 'cosciente'. Lei, ritenendoti non pienamente 'cosciente' della sua situazione, preferiva lasciarti credere che fosse 'recuperabile'.
Per tua tranquillità, per tranquillità dei vostri figli.
E Lei soffriva, in silenzio soffriva ed in silenzio 'offriva'.
Chi soffre, offre - ti dissi - e chi offre, soffre.
Ecco, la tua compagna percorse per prima questa strada, quella della 'sofferenza d'amore'.
'Sofferenza d'amore', ti dissi pure. Ecco, tu per la vita, Lei per la morte.
Lei morì soffrendo, tu vivrai soffrendo, perchè chi mi ama soffre, chi mi ama offre, chi offre soffre. Non è un gioco di parole, è la verità della mia dottrina.
Ma ricordati che è sofferenza d'amore, sofferenza ma d'amore, ed è l'amore che la rende accettabile, perchè sempre tutto è accettabile quello che viene fatto per Me ed in Me.
Tutti al mondo siete vittime, non è necessario invocarne il ruolo.
La vita fa di voi delle vittime. Non sarai 'vittima' - ti dissi - e non lo sarai. Ma la vita non risparmia nessuno ed allora, solo con l'accettazione e l'offerta si lenisce e si sublima il dolore. Sì, questo sì che va sublimato, il dolore. Perchè la sublimazione del dolore è Amore. Questa è la strada impervia che Io propongo a tutti: Amore e Dolore, Dolore e Amore.
E come la tua compagna, offrendo la vita, la sua sofferenza di vita, si è guadagnata la Vita, tu, dedicandomi la tua vita, e che sia tanta, ti guadagnerai la Vita, eterna: con il tuo libero arbitrio, con tua libera scelta.
Come? Portando avanti la tua missione, quella per la quale creai la tua anima, di portatore della mia Parola.
Parla ai piccoli del gregge, parla anche ai razionalisti.
Dissensi, critiche, orgoglio mortificato, dolore ?
E' amore: tuo per Me, tuo per loro. Amerai così anche i tuoi 'nemici': continuando la missione.
Vedi che non è difficile? Vedi quanti modi ci sono, volendo, di amare i propri nemici ?
E così anche tu, dalla tua piccola croce in terra, quella del tuo apostolato: croce e corona di rose e spine, potrai dire con Me la mia preghiera, che sarà anche la tua: '...Padre perdona loro, perchè non sanno quello che fanno...'
Ma mentre Io, sulla mia Croce, sentìi l'abbandono del Padre, tu sulla tua avrai il Suo conforto, sul Suo seno poggerai il capo, e con l'aiuto del Padre buono, con il conforto del Padre buono, non croce, non più croce sarà, ma letto di delizie, dolce giaciglio dove il corpo stanco riposa, riposa nell’Amore del Padre che…, ricordalo, ricordalo sempre, ti è sempre...  Padre.

Rimango sconvolto.

'Col dolore - ti dissi - ti ho colpito...'
Dice 'Mi disse?'  E quando 'mi disse'?
Rimango folgorato...! Ripenso al mio passato.
Rivado allora indietro con la memoria, alle pagine del Libro e, al primo capitolo, ritrovo...:

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1. Perchè te.

Questo libro è stato frutto di intense meditazioni. Scrivere, non scrivere, cosa scrivere, cosa dire, cosa non dire. Quale è il limite fra il 'pubblico' e il 'privato'. Quale è il limite fra la confessione di chi scrive e la curiosità di chi legge. Quale è il limite in cui è giusto che la curiosità venga soddisfatta, fino a che punto una curiosità soddisfatta, di per sè negativa, può diventare mezzo di crescita interiore. Fino a che punto la curiosità non diventa 'critica', fino a che punto la critica è benevola, fino a che punto avrò la forza di accettare curiosità e critica ponendo fine alla mia pace interiore, fino a che punto non perderò la stima degli amici, fino a che punto non mi guadagnerò quella dei 'nemici', fino a che punto è giusto che io faccia ciò, che cosa mi spinge a fare ciò, perchè non debba invece godermi ancora - per quanto possa - la vita, perchè debba diventare oggetto non solo di curiosità ma di discussione, perchè devo essere io, proprio io, perchè io e non un altro, elemento di contraddizione, pietra d' inciampo.
Perchè, io, perchè, io, perchè, perchè, perchè me?

Luce:
Perchè te? E perchè non te? Cosa hai mai fatto nella tua vita per Me? Ti ho dato la vita. Di più, ti ho dato un'anima.
Essa aveva la sua missione. Tu l'hai dimenticata.
Sei cresciuto, hai vissuto, tutto hai avuto, tutto ciò che ti ha potuto rendere sereno, persino nel dolore, perchè  Io ti ero presso. Io che ti assistevo. Io che ti seguivo. Io che ti rimettevo nella strada quando ne uscivi.
Oh, quante volte ti sei disperso. Quante volte non mi hai riconosciuto.
Ho dovuto colpirti con il Dolore!
Colpire te e la tua compagna, la compagna della tua vita, per salvare entrambi. Salvare ella con la morte, salvare te con la vita, perchè entrambi poteste guadagnare la vera Vita, quella eterna.
Perchè te, dunque? Perchè te?
Non ti senti in debito? Non hai sempre pensato che la vita è bella e non ha prezzo?
E se questa vita non ha prezzo, quale sarà mai il prezzo dell'altra?
Infinito, perchè essa è Vita, di gioia, infinita.
E allora, te! E allora tu pagherai il tuo debito verso di Me, tu pagherai il tuo debito verso di Me pagando ancora il prezzo, per il tempo che ti manca. E spera che sia lungo, perchè tanto è il prezzo che devi pagare e che ti costerà questa fatica! Fatica relativa, in quanto fatica, prezzo grande -  ma mai abbastanza - perchè sarai pietra d'inciampo, come tutti i servi miei.
Ma come contro la mia Pietra non prevarranno le forze dell'Inferno, non prevarranno neanche contro quest'altra perchè Io non lo consentirò, perchè la pietra scartata sarà ancora una volta pietra d'angolo, tanto più solida quanto più bassa. Perchè l'umiltà, quella che Io voglio da te come da tutti, è la base della mia Dottrina, perchè senza umiltà non vi è Amore, perchè senza amore non vi è Dio.
Resta dunque pietra bassa, bacia la terra dalla quale ti ho tratto, non alzare mai gli occhi della mente ma solo quelli dello spirito, perchè in realtà, finchè tu sarai umile, Io non sarò quassù, ma laggiù, dentro di te.
E tenendo basso lo sguardo, guardandoti dentro, chiamandomi, incontrerai il mio sguardo... che ti trarrà a Me.

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